Ogni anno l’importo erogato dall’INPS agli aventi diritto subisce un adeguamento grazie alla perequazione automatica che rivaluta gli importi spettanti in base all’andamento del costo della vita. Lo scopo è quello di evitare che i beneficiari dei trattamenti pensionistici siano danneggiati dall’inflazione. Vediamo nel dettaglio come funziona l’aumento delle pensioni per il 2023.
Come viene determinato l’aumento delle pensioni? L’indice ISTAT
L’aumento delle pensioni viene determinato ricorrendo all’indice ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), e che viene rilevato ogni fine anno prendendo in considerazione i mesi da gennaio a settembre, ovvero i primi nove mesi dell’anno. Si ottiene così un importo provvisorio che, prendendo in considerazione gli ultimi tre mesi dell’anno (ottobre, novembre e dicembre), viene confermato o aumentato nel corso del primo trimestre dell’anno successivo, tramite un conguaglio.
La rivalutazione avviene per i trattamenti pensionistici erogati. Si ricorda che la perequazione è automatica e si applica anche laddove le pensioni non siano integrate dal trattamento minimo. Ricevono l’aumento i trattamenti erogati:
- dalla previdenza pubblica;
- dalle gestioni dei lavoratori autonomi;
- dalle gestioni sostitutive;
- dalle gestioni esonerative;
- dalle gestioni esclusive;
- dalle gestioni integrative;
- dalle gestioni aggiuntive.
- alle pensioni dirette;
- alle pensioni ai superstiti (quali pensioni di reversibilità e pensioni indirette).
Gli aumenti delle pensioni per il 2023, come si attribuisce la rivalutazione per fasce
Con decreto firmato in data 9.11.2022 il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha anticipato l’adeguamento delle pensioni calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’ISTAT il 3 novembre 2022.
Come dichiarato tramite comunicato stampa n. 184 l’adeguamento comporterà un aumento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini. Come detto, ricordiamo ancora una volta che l’Indice di rivalutazione così determinato per il 2023 è provvisorio: come ogni anno verrà poi valutato se spetterà un conguaglio che, vista l’inflazione che continua a salire, potrebbe aumentare ulteriormente i trattamenti pensionistici all’inizio dell’anno successivo.
I beneficiari dei trattamenti pensionistici vedranno dunque aumentati per il 2023 gli importi a loro erogati. Però non tutti i trattamenti pensionistici verranno aumentati allo stesso modo: la misura della rivalutazione infatti dipende dalle fasce di reddito. A decorrere dal 1° gennaio 2022 l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicata in una percentuale diversa a seconda della misura della pensione. Nel dettaglio l’ INPS fa sapere che la rivalutazione si applica:
nella misura del 100% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a quattro volte il trattamento minimo INPS (quantificato provvisoriamente, per il 2022, in 523,83 euro, aumentati a 525,38 euro con il conguaglio a fine anno); nella misura del 90% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo; nella misura del 75% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il predetto trattamento minimo. Al crescere della fascia si riduce quindi la percentuale applicata all’incremento dell’indice di variazione dei prezzi.
Vorrei che L INPS ANDASSE A VERIFICARE I CONTRIBUTI VERSATI DAL SINDACALISTA PANZERI E MOGLIE E PENALIZZARE TUTTI I POLITICI
IMBROGLIONI CON LA PENSIONE MINIMA X TUTTA LA VITA ANCHE SE GIÀ PERCEPITA CON CIFRA SUPERIORE
Buongiorno,
Per chi come me andrà in pensione a febbraio 2023 con quota 102, varrà comunque l’aumento delle pensioni oppure vale solo per chi è già titolare di pensione?
Grazie!
Onofrio
Meglio di niente… Comunque ci sono due cose non proprio corrette e sono:
– l’indice FOI calcolato dall’INPS che non rispecchia il vero aumento del costo della vita; nel 2022 l’inflazione reale ha “limato” ben più del 7,3% e siamo vicini al 12% almeno;
– la percentuale di aumento erogato per fasce di importo che solo parzialmente aiuta i meno abbienti: ci sono “finti” poveri con pensioni minime perché non hanno mai versato ma che hanno patrimoni notevolmente consistenti. Quindi la percentuale di adeguamento, visto che lo chiamiamo “adeguamento al costo della vita” deve essere il 100% per tutti.
… Errata corrige… Buongiorno! Desidererei ringraziare, immensamente, tutte le Istituzioni, l’Inps, per la rivalutazione che, annualmente, viene applicata sui trattamenti pensionistici. Ringrazio, inoltre, vivamente la Redazione di Pensioni per Tutti.
Buongiorno! Desidererei ringraziare immensamente tutte le Istituzioni, l’Inps, per la.rivaltazione che, annualmente, viene applicata sui trattamenti pensionistici. Ringrazio, inoltre, vivamente la Redazione di Pensioni per Tutti.
La rivalutazione indicata sopra è del 2022, ma nel 2023 non è così, perché non la riportate?!?
Non si deve confondere….!?!