Nel 2024, il calcolo della pensione rimane un tema di grande interesse per i lavoratori di tutte le età. Questo articolo offre una panoramica dettagliata sui metodi di calcolo dell’assegno pensionistico, basandosi sulle più recenti informazioni disponibili.
Pensioni 2024-2025, calcolo col il sistema Misto (inzio lavoro entro il 1995) e contributivo (post 1996)
Il calcolo della pensione in Italia si basa su sistemi diversi, a seconda del periodo in cui il lavoratore ha iniziato la sua attività professionale. La distinzione principale è tra coloro che hanno iniziato a lavorare prima o dopo il 1996, anno che segna uno spartiacque importante nel sistema previdenziale italiano.
Per i lavoratori che hanno iniziato la loro attività entro il 1995, si applica il cosiddetto “sistema misto“. Questo metodo di calcolo prevede due componenti distinte:
- La quota di pensione relativa agli anni di lavoro fino al 1995 viene calcolata con il sistema retributivo. In questo caso, l’importo dell’assegno pensionistico è direttamente collegato alla media delle ultime retribuzioni percepite prima del pensionamento.
- Per gli anni di lavoro dal 1996 in poi, si applica invece il sistema contributivo. In questo caso, l’ammontare della pensione è determinato dai contributi effettivamente versati dal lavoratore durante la sua carriera.
Per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi, il calcolo della pensione si basa interamente sul sistema contributivo. Questo significa che l’importo dell’assegno pensionistico sarà direttamente proporzionale ai contributi versati durante l’intera vita lavorativa. In questo sistema, maggiore è lo stipendio percepito, maggiori saranno i contributi versati e, di conseguenza, più elevato sarà l’importo della pensione.
La terza via per il calcolo della pensione: il retributivo pro quota
Esiste anche un terzo meccanismo di calcolo, ormai sempre più raro: il retributivo pro quota. Questo sistema si applica ai lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano già accumulato almeno 18 anni di contribuzione. Si tratta principalmente di persone che hanno iniziato a lavorare nel 1977-1978 e che, nella maggior parte dei casi, dovrebbero già essere in pensione.
Il retributivo pro quota funziona in modo simile al sistema misto, ma con una differenza significativa: la quota calcolata con il sistema retributivo si estende fino al 2011, mentre diventa contributiva solo a partire dal 2012.
I contributi da versare, il cuore del sistema pensionistico
Indipendentemente dal sistema di calcolo applicato, i contributi versati durante la vita lavorativa giocano un ruolo fondamentale nella determinazione dell’importo della pensione. È quindi importante comprendere come funziona il versamento dei contributi per le diverse categorie di lavoratori:
Per i lavoratori dipendenti:
- I contributi annuali ammontano al 33% della retribuzione annua lorda (RAL).
- Circa il 9,19% di questi contributi è a carico del lavoratore e viene trattenuto direttamente dalla busta paga.
- La parte rimanente viene versata dall’azienda.
Per i lavoratori autonomi:
- I contributi sono calcolati come percentuale del fatturato.
- L’aliquota base si aggira intorno al 24%, ma può variare in funzione della cassa INPS di appartenenza.
- Ad esempio, per i liberi professionisti iscritti alla gestione separata e non assicurati presso altre forme di previdenza obbligatoria, l’aliquota per il 2023 è fissata al 26,23%.
È importante notare che, a parità di reddito e fatturato annuo lordo, un lavoratore dipendente avrà tendenzialmente una pensione più alta rispetto a un lavoratore autonomo, in virtù del maggior ammontare di contributi versati.
Ho 15 anni di contributi prima del 1995 e da gennaio 1996 ad oggi ho in totale 41 anni e 6 mesi di contributi….quando posso andare in pensione e quanto prenderò ?? Grazie
Caro Nicola, alla prima domanda è abbastanza facile rispondere ma alla seconda è un impresa: veniamo alla prima: quando andrai in pensione? direi nel 2026; alla seconda invece è complicato: che lavoro fai? comunque il consiglio che ti do è di andare da un patronato e farti fare i calcoli; un altro aspetto importante: di che anno sei? conta anche quello; saluti a te e ai gestori del sito
Condivido pienamente l’eccellente l’analisi!
Il sistema misto grava moltissimo su tutti i pensionati e quindi la pensione non basta per vivere ,bisognava lasciare il retributivo e questo comportava una maggiore pensione e una maggiore spesa che poteva fare il pensionato. Già ci ha rovinato l’entrata in Europa perché i prezzi sono raddoppiati grazie all’euro.
( esempio ) se prima un paio di ciabatte costavano 10.000 lire adesso con l’euro costa 10 euro quindi è il doppio e la cosa giusta che bisognava fare e che ancora si può fare e fare pagare le ciabatte 5 euro )
Questi politici fantocci e burattini e altri si sono arricchiti con l’euro mentre l’80% degli italiani sono sempre più poveri e non riesco più a vivere .
I bonus I super bonus ecc. Non servono a nulla.
Questi fantocci burattini dovrebbero diminuire tutte le tasse a tutti i pensionati , lavoratori autonomi, aziende ecc.ecc. del 50 % solo così l’economia comincerete a prendere piede e la cosa più importante diminuire gli stipendi dei politici del 50 % perché non è stato il medico a ordinare di fare il politico e di distruggere il nostro paese che negli anni passati era il fior fiore di tutto ..
Questi fantocci burattini dovrebbero andare a lavorare nei campi , nell’edilizia ecc.ecc.fino a 70 anni e poi vediamo se le leggi non cambiano dal momento che non sanno raccogliere nemmeno un pomodoro…
Parole sante
Siamo nelle mani di sciacalli
Condivido
Innanzitutto perché imps sulla pensione su.un lordo di € 1750 si prende il 23%.vado a prendere €,1350
vorrei essere spiegato questo grazie