Guida alla pensione 2023: requisiti e come uscire in anticipo (da quota 103, a quota 41)

In vista della Riforma Pensioni prevista per il prossimo anno, nel 2023 rimangono ancora in vigore diverse normative pensionistiche, tra cui le regole introdotte dalla legge Fornero, che comprendono il blocco degli scatti per la pensione anticipata. Allo stesso tempo, troviamo ancora valide opzioni come l’APe Sociale, la Pensione Precoci, la pensione per usuranti e gravosi, e l‘Opzione Donna, anche se quest’ultima presenta una platea di beneficiari più ristretta rispetto al passato. Inoltre, una novità introdotta è la Quota 103, che permette di accedere alla pensione a 62 anni di età con almeno 41 anni di contributi. Esistono vari strumenti disponibili per chi desidera andare in pensione quest’anno, alcuni dei quali sono temporanei, mentre altri sono permanenti.

Pensione di vecchiaia ordinaria: requisiti e contributi

Attualmente, secondo la legge vigente, l’età prevista per accedere alla pensione di vecchiaia è di 67 anni per tutte le categorie di lavoratori. Per ottenere questa pensione, è necessario soddisfare sia il requisito anagrafico dell’età di 67 anni che il requisito contributivo di 20 anni. (oppure  30 anni di contributi a 66 anni e 7 mesi per addetti a mansioni gravose e usuranti).

Per raggiungere i 20 anni di contributi validi, si considerano i seguenti elementi:

  1. Contributi lavorativi versati durante l’attività lavorativa.
  2. Contributi derivanti da riscatti di laurea.
  3. Accrediti gratuiti relativi al servizio militare.
  4. Contribuzione figurativa correlata all’indennità di disoccupazione NASPI.
  5. Contributi derivanti dalla maternità.

Con l’introduzione del cumulo contributivo gratuito, previsto dalla legge 232/2016, è possibile raggiungere i 20 anni di contributi sommando quelli versati in tutte le gestioni INPS o anche presso Casse professionali, a patto che siano stati versati in periodi non coincidenti.

Pensione anticipata 2023, quando andrò in pensione?

Nel 2023, così come nel 2022 e fino al 2026 (requisiti bloccati fino a quella data), la Legge Fornero consente la possibilità di accedere alla pensione anticipata ordinaria con determinati requisiti contributivi. Gli uomini possono andare in pensione anticipata ordinaria con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi, mentre per le donne il requisito è di 41 anni e 10 mesi di contributi versati.

Pensione anticipata 2023, guida alle uscite: Quota 103, opzione donna e ape social

Ci sono poi altre forme agevolate di pensione anticipata, pensate per tutelare alcune categorie di lavoratori.

Quota 103

il Governo ha introdotto la “Quota 103” come sostituto della precedente “Quota 102,” che continua ad essere una possibilità per coloro che hanno maturato i requisiti entro il 2022. La “Quota 103” richiede che i lavoratori abbiano un’età di 62 anni e un’anzianità contributiva di almeno 41 anni per poter accedere alla pensione. Tuttavia, per beneficiare della “Quota 103,” i lavoratori devono accettare un assegno pensionistico massimo pari a 5 volte l’importo della pensione minima. Questa limitazione finanziaria sarà valida fino a quando il lavoratore raggiunge l’età di 67 anni. Di conseguenza, l’importo massimo dell’assegno sarà di circa 36.600 euro all’anno nel 2023.

Opzione Donna

L’Opzione Donna è una modalità pensionistica che consente a alcune lavoratrici del pubblico e del privato di andare in pensione anticipata con 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre. Tuttavia, è importante notare che, in questo caso, l’assegno pensionistico sarà interamente ricalcolato utilizzando il metodo contributivo, il che potrebbe comportare importi pensionistici differenti rispetto al sistema retributivo.

Per accedere all’Opzione Donna e beneficiare del pensionamento anticipato con i 35 anni di contributi, le lavoratrici devono rientrare in una delle seguenti categorie:

  1. Caregiver familiari di conviventi disabili o non autosufficienti:
  2. Invalide (inabili al lavoro) almeno al 74%: le lavoratrici con un grado di invalidità pari o superiore al 74% possono rientrare tra le potenziali beneficiarie dell’Opzione Donna.
  3. In esubero (dipendenti o licenziate) da aziende con tavolo di crisi aperto

Ape Social

l’APe Sociale (Anticipo Pensionistico Sociale) è una misura pensionistica agevolata che permette ai lavoratori di abbandonare il lavoro senza penalizzazioni contributive, a patto di avere un certo numero di anni di contributi. Per poter accedere a questa opzione, i requisiti variano a seconda delle specifiche categorie di lavoratori.

Per il 2023, la Legge di Bilancio ha confermato senza modifiche l’APe Sociale per quattro categorie di lavoratori, ed essi sono:

  1. Disoccupati involontari senza sussidio (NASpI) da almeno tre mesi:
  2. Caregiver per assistenza da 6 mesi del coniuge/partner in unione civile o parente di 1° grado convivente
  3. Disabili pari almeno al 74%:
  4. Addetti a lavori gravosi da almeno 6 anni nell’arco degli ultimi 7 anni

Lavoratori Precoci

Infine i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere i 19 anni di età, possono accedere alla pensione anticipata utilizzando la cosiddetta “Quota 41.” Questa modalità consente di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica del lavoratore, sia per uomini che per donne. Si tratta di una misura strutturale, che è rimasta invariata anche per l’anno 2023.

22 commenti su “Guida alla pensione 2023: requisiti e come uscire in anticipo (da quota 103, a quota 41)

  1. Buongiorno
    Si vabbè.
    Ma a quando questa riforma quota 41 per tutti?
    È un’altra presa in giro della Politica?
    I Lavoratori precoci devono essere inseriti nella categoria gravosi/usuranti e non solo perché hanno cominciato a lavorare presto e a contribuire subito per il mondo delle Pensioni, ma perché gli è stata tolta l’adolescenza.
    41 per tutti? Si, ma prima pensiamo ai Lavoratori Precoci mandiamoli in pensione a 41 anni di contributi senza vincolo di età anagrafica, senza penalizzazioni e senza vincoli dell’attuale legge, con l’attuale legge il lavoratore precoce dopo 41 anni di lavoro deve avere per forza delle disgrazie di salute per lui o per un suo famigliare diretto
    “CHE VERGOGNA”
    LAVORATORI PRECOCI SUBITO IN PENSIONE CON QUOTA 41 SENZA SE E SENZA MA.

      1. Ciao Ale, È LA PURA VERITÀ.
        I Lavoratori Precoci devono essere inseriti nei lavori gravosi consentondogli di andare in pensione a 41 anni di contributi SENZA NUSSUNA DISGRAZIA DI SALUTE Addosso PER LUI E PER I SUOI CARI. ” VERGOGNA”.
        VORREI DIRE SIA AL VICE PREMIER SALVINI, che AL SIG. DURIGON,(Politico è Sindacalista), e, in fine a questi Sindacati che sembra che fanno Politica sulle spalle e la salute dei Lavoratori.
        Se deve asserci una quota 41 per tutti senza limite di età anagrafica, cominciamo dal 2024 dai Lavoratori Precoci, senza se e senza MA.

    1. Caro Claudio, il commento potrebbe essere lunghissimo ma cerco di sintetizzarlo: qualcuno sarà anche stato costretto a lavorare da ragazzo ma diversi , arrivati a 15 anni, avranno pensato o i loro genitori avranno detto: visto che non hai voglia di studiare almeno va a lavorare; detto questo i 40 anni esistevano ma prima della legge Fornero; poi è arrivata quella legge; adesso siamo a 42 anni e 10 mesi perchè quota 100 ha bloccato l’aspettativa di vita altrimenti si ragionava sui 44 anni di contributi; per chi comanda esiste solo legge Fornero e basta; ultimo calcolo: 16 +41=57; possono mandare in pensione persone di 57, 58, 59 anni? si, con la legge Fornero e basta; poi speriamo che decidano una bella quota 103 con i 63 e 40; ma anche con i 62 e 41, 61 e 42, 64 e 39, 65 e 38 e 66 e 37? quote prima di 103? a condizioni talmente impossibili tipo tutto contributivo; sperare fa bene ma fa prima l’uomo ad andare non sulla luna ma su Marte prima che la facciano; poi speriamo in bene; saluti a te e ai gestori del sito

  2. non andate a votare questa è l’unica cosa che possiamo fare, tanto votare non serve a nulla sono uno peggio dell’altro melona in primis

    1. No Ivana, sbagliato; loro fanno apposta a comportarsi così perchè sperano che la gente non vada a votare; tanto i loro amici a votare ci vanno; alla fine prendono il 30 % anche se va a votare il 60%; diciamo che non sono tutti uguali ma simili; saluti a te e ai gestori del sito

    2. Poi se non ti riconosci in niente e nessuno puoi votare scheda nulla che a loro abbassa il quorum a differenza dell’astensione.

  3. alla fine le porcate che hanno fatto , in tema di pensioni, specialmente con le baby pensioni, le stiamo pagando noi baby boomers; cosa fare? tirare a campare, tirargli gli accidenti ; saluti ai gestori del sito

    1. Vedi Paolo il problema è proprio questo la responsabilità civile, perchè le baby pensioni hanno arrecato un danno economico, non è in capo ai responsabili di fatto o ad una loro assicurazione. Personalmente sarò schiacciato dalla forza del sistema ma ringrazio di poter argomentare l’irrazionalità anche di questa specifica ingiustizia. L’istituto delle Baby pensioni ebbe un largo consenso nel tempo in termini di sistema dei partiti e nel mondo sindacale e non trovò ostacoli reali in chi doveva vigilare sulla opportunità economica di questa scelta. Per farla morire si dovette palesare l’eccessività del disastro che provocava ma ormai era già tardi. In termini di giustizia e di buona organizzazione devono pagare partiti, sindacati e Corte dei Conti e tutti questi istituti in maniera diretta od indiretta ricevono oggi risorse dallo stato. Non lo si farà perchè anche la giustizia e non solo la democrazia è incompleta? Resta doveroso urlarlo. Come, per altre questioni, diceva Basaglia dal carcere quando sembrava uno sconfitto: non importa, il principio è affermato. Io credo fermamente che i principi vadano affermati perchè, se reali, sono diffusivi per loro natura e prima o poi hanno ricadute pratiche. E’ invece evidente che i quarantunisti che si vogliono chiamare anticipati e hai quali con ovvietà si impongono penalizzazioni sono, per quanto detto sopra, delle vittime di una colossale e statale ingiustizia. Auguri di buona salute a te, ai colleghi forumisti e ai gestori del sito. 😊

  4. Ora hanno tolto il RDC e introdotto una misura quasi uguale perché l’Europa li obbliga. Fare peggio dei governi precedenti era difficile.

    1. Hai ragione Rino, se non tolgono sti cacchi di paletti a quota 103 la vedo dura- è una vergogna che un lavoratore di 62 anni con 41 di contributi può uscire ed invece un lavoratore di 66 anni con magari 37 anni di contributi deve schiattare- ma vi sembra giusta una cosa del genere? A 62 si ed a 66 no ? Si vergognino Meloni , Calderone, opposizione e sindacati…… tutti complici ed assassini sociali- il giorno che avremo il coraggio di invadere le strade…… la pagherete molto cara .

  5. Per fortuna siamo costretti a dire ed è vergognoso, perché dobbiamo anche sperare che non aggravano la fornero, mentre i baby pensionati e quelli che la prendono da 40 anni e oltre ……non li tocca nessuno! E noi li a guardare mentre questi farabutti ci passano sopra come carrarmati e nessuno dice e fa niente….. tutti collusi…… opposizione, sindacati e Capo dello Stato- altro che stato sociale, qui siamo roba da terzo mondo e non ne usciremo fino a quando subiremo senza battere ciglio.

  6. Per l’anno prossimo decideranno verso metà Novembre cosa fare, nell’approssimarsi della legge di bilancio.
    Fino ad allora congetture con alcune ipotesi in pole position, esempio rinnovo Ape Sociale e forse, quota 103.
    Ma tutto può ancora succedere secondo me!
    L’importante per loro è non dare mai certezze, che paese squallido che siamo!

  7. OD con paletti è il bel regalo del governo alle donne italiane . In pratica è come se la avessero cancellata .La 103 la tengono “forse” perchè dentro c’è il numero magico 41 . APE social direi che è fuori discussione in un paese normale anche se l’italia non lo è . Per i preceoci vale il numero magico 41 anche se a guardarci bene c’è anche qui il paletto che bisogna appartenere ad una categoria dell’ape social. Alla fine l’unica forma di uscita senza paletti “social” è la quota 103 ma con 62+41 . Riassunto nessuna promessa elettorale mantenuta .

  8. Sig. Stefano visto che ha indicato l’articolo come “guida” indichi x favore per chi non fosse informato che x i 41 l’uscita prevede dei paletti come x l’ape Social. Grazie

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