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Opzione donna, circolare n°59 del 3 maggio: INPS indica requisiti per fare domanda

Con la circolare INPS del 3 maggio 2024, n°59 l’istituto di previdenza indica i requisiti e le condizioni necessarie per poter accedere alla pensione anticipata Opzione donna 2024. In estrema sintesi potremmo dire che L’accesso è consentito alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2023, abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 61 anni, ma chiaramente queste sono solo le due condizioni cardine per poter accedere, la lavoratrice inoltre deve ricadere in una delle categorie sotto riportate. In caso contrario i due requisiti primari sopra non saranno comunque sufficienti ad andare in pensione con l’Opzione Donna e tra le altre cose molto probabilmente dal prossimo anno anche questa nuova riformulazione della misura, che l’ha già snaturata rispetto alla precedente, non sarà più rinnovata. Durigon ha chiaramente detto che é insostenibile ed il Governo sta studiando altre forme di flessibilità in uscita.

In ogni caso, di seguito indicheremo pedissequamente i requisiti indicati nella circolare n°59 affinché chi ne avesse i requisiti possa usufruire dell’opportunità. In chiusura inseriremo, invece, una parte relativa ai commenti raccolti a seguito della diffusione della circolare sul Comitato Opzione donna Sociale fondato ed amministarto da Orietta Armiliato, ove si evince amarezza e disperazione da parte delle donne nei confronti di un Governo che pur presieduto da un donna pare sordo alle esigenze delle stesse.

Opzione donna, chi potrà ancora accedervi nel 2024? INPS chiarisce con la circolare n°59 del 3 maggio

Riportiamo dal sito Ufficiale Inps:

Il requisito anagrafico di 61 anni è ridotto di un anno per ciascun figlio, nel limite massimo di due anni. Restano confermati anche nel 2024 gli altri requisiti già previsti dalla legge n. 197/2022 (Finanziaria 2023). Al momento della presentazione della domanda la lavoratrice deve infatti trovarsi in una delle seguenti condizioni:

*svolgere assistenza da almeno sei mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;

*soffrire una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;

*essere lavoratrice licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.

Le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi, possono accedere con 59 anni e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023, a prescindere dal numero di figli. La circolare specifica, inoltre, che la decorrenza del trattamento pensionistico non può essere anteriore al: 1° febbraio 2024 per le lavoratrici dipendenti e autonome la cui pensione è liquidata a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO); 2 gennaio 2024 per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico delle forme esclusive della stessa. La domanda di pensione anticipata può essere presentata secondo le consuete modalità.

Le lavoratrici che non riescono ad entrare trovano folli i nuovi paletti imposti perché rutengono sia difficile se non impossibile trovarsi in uno di questi, i dati sulle richieste di opzione donna per l’anno in corso evidenziano una fortissima riduzione circa la fruizione della misura. Molte pur essendo caregiver devono sperare la situazione non cambi per poterci accedere prossimo anno, o che il parente accudito non muoia in fase di presentazione della domanda in quanto in quel caso tutto il ‘beneficio’ verrebbe meno, come se gli anni prestati fino a quel momento di assistenza non avessero alcun valore. Eppure opzione donna porta anche a dover fare i calcoli con la malattia, e le donne a doversi sentire ciniche, pur chiaramente non essendolo come si evince dalla testiomianza di Claudia.

Opzione donna 2024: la delusione delle donne, per poche ed il prossimo anno per nessuna

Claudia: Ho parlato con inps la settimana scorsa x ennesima, inutile valutazione: nel Mio caso, 37Anni di contributi ok, un anno in meno (poi tre mesi essendo di marzo 64) un figlio in meno avendo solo una figlia!!! Sono caregiver di mia madre, non so ancora x quanto, cosa tristissima da pensare, figuriamoci da scrivere, ma questi, ed è quello che vogliono, ci portano allo sfinimento…tra l’altro il sig. inps mi ha detto di mettermi il cuore in pace xche a fine anno azzereranno tutte le opzioni 😭 cornute e mazziate”

Grazia: mi trovo esattamente nella tua stessa condizione….. e’ quasi certo che per l’anno prossimo toglieranno anche questa OD!!! Noi del 64 siamo prese di mira!!!!!

Cesara: “La mia situazione è quasi uguale. Mia madre, titolare di 104 in situazione di gravità, si sente in colpa per non avermi partorito 14 giorni prima e triste perché non può usufruire del mio aiuto come le sarebbe necessario. Io invece 40 anni fa dovevo pensare a fare due figli anche se all’ora non potevo permettermelo. Un gioco ad incastro in base alla fortuna… Assurdo!“.

Poi vi é chi come Lina fatica davvero a capire cosa cambi tra licenziate, tra coloro la cui azienda ha un tavolo aperto per crisi e chi non lo ha ma le dipendenti le ha lasciate a casa uguale, giustamente sostiene ‘sempre senza lavoro si ritrovano oggi e dunque senza reddito

Lina: Ditemi che differenza fa licenziate con tavolo aperto e licenziate che la ditta ha fallito sempre licenziate sono !!!!! Fallo capire a questi

Estrella: “Che tristezza e tanta amarezza, non ho più parole”

Voi riuscirete nonostante il percorso ad ostacolo imposto per il 2024 ad accedere all’opzione donna oppure no? Fatecelo sapere e soprattutto se vi va, diteci se con la misura precedente, se fosse stata prorogata, ci sareste rientrate. Aspettiamo di leggervi nella sezione ‘commennti’ del sito.

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17 commenti su “Opzione donna, circolare n°59 del 3 maggio: INPS indica requisiti per fare domanda

  1. Cara Matilde, trovarsi a 20 anni coi genitori invalidi è tristissimo. Le regole non ne tengono conto, purtroppo !!!!

  2. Divide et impera … Opzione donna non doveva nemmeno nascere. Si sono sprecati fiumi di denaro pubblico per una opzione parziale senza considerare che le motivazioni alla base di una scelta di anticipazione del pensionamento sono di natura esistenziale senza distinzioni di genere. Sarebbe stato più onesto proporre una possibilità di uscita dal mondo del lavoro, fatti i giusti calcoli, con penalizzazioni per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia o anticipata. PER TUTTI!

  3. Buongiorno, ho assistito tutti e due i miei genitori invalidi , da quando avevo 20 anni, anche dopo con una famiglia, un figlio e il lavoro, purtroppo 4 anni fa a distanza di 4 mesi uno dall’ altro sono mancati. Altro che 6 mesi di caregiver, a me quei 35
    anni di assistenza chi me li restituisce…Ora ho 60 anni, avrei potuto andare con Od ad aprile scorso, e invece a settembre sale in cattedra quella… non mi esprimo.. ed ora se non cambia nulla, ho 37 anni di contributi, devo lavorare ed alzarmi alle 5.30 del mattino fino ai 42. Spero faccia una brutta fine…

    1. cara Matilde, vediamo i lati positivi della situazione: nei confronti dei tuoi genitori hai fatto il tuo dovere e credimi si vive meglio; sul fronte lavoro il lato positivo è che il lavoro ce l’hai; è vero che hai 60 anni ma non ne hai 70-80; alzarsi alle 5.30 del mattino? io sono uno molto mattiniero; pensa se ti dovessi alzare alle 3 di notte; detto questo l’energia , come l’hai avuta con i tuoi genitori, l’avrai anche per lavorare, ne sono sicuro; ultima cosa: opziona donna l’hanno messa così per questo ragionamento: l’uomo con 64 anni e 40 di contributi non ha nulla; rifletti su questi 2 numeri; ora su opzione donna solo situazioni estreme e null’altro; un saluto a te e ai gestori del sito

  4. La vera Opzione Donna è stata demolita da un presidente del consiglio donna, con un ministro del lavoro donna…prima era in essere da 18 anni …
    Ci ricorderemo alle elezioni

  5. Dipendenti licenziate … I tavoli di crisi possono essere istituiti, … solo a seguito di determinati requisiti tra cui il numero di dipendenti assunti in Italia non sia inferiore a 250, l’impresa abbia sede in più di una regione o rappresenti un rilevante interesse nazionale in quanto detiene beni e rapporti di rilevanza strategica o sia titolare di marchi d’impresa iscritti nel registro di marchi storici.
    Piu di 250 dipendenti… non e’ discriminazione nella stessa categoria … licenziate … Lavorare in una impresa da 250 dipendenti e’ piu nobile… Che presa in giro.

  6. Penso che molte donne terranno conto alle prossime elezioni di come sono state trattate da questi partiti al governo che hanno praticamente cancellato la vera opzione donna.
    Lo stesso faranno a mio avviso medici e infermieri e gli altri sanitari, che grazie a questo governo devono lavorare 36 mesi in più (3 anni !!!) per avere la stessa pensione di prima.
    Ora cominciano a sentirsi nuove promesse in vista delle elezioni, ma quando non ti crede più nessuno è inutile promettere, i lavoratori hanno visto che tipo di leggi previdenziali fa questo governo !

  7. Buon pomeriggio! Mi auguro che le altre forme di flessibilità in uscita che il Governo Italiano sta studiando, non peggiorino la situazione previdenziale delle lavoratrici italiane. Ritengo, tuttavia, che le donne debbano avere la possibilità di poter accedere alla quiescenza con ” Opzione donna”. Ringrazio tutti vivamente.

  8. Buon pomeriggio! Mi auguro che le altre forme di flessibilità in uscita, che il Governo Italiano sta studiando, non peggiori la situazione previdenziale delle lavoratrici italiane. Ritengo, tuttavia, che le donne debbano avere la possibilità di poter accedere alla quiescenza con ” Opzione donna”. Ringrazio tutti vivamente.

  9. È assurdo di come siano riusciti a penalizzare le donne che pur di andare in pensione accettavano una decurtazione economica.
    Evidentemente questo governo non vuol vedere quelle che sono le condizioni della donne che pure sono chiamate ad assistere genitori e figli e s prendersi cura della famiglia e che quindi fanno fatica più degli uomini ad accumulare contributi.
    Se non si prende atto di questo, ancora una volta ci sono discriminazioni nei confronti della donna, madre , figlia e lavoratrice.

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