Pensione ai superstiti 2022: differenza con reversibilità, requisiti e importo
La Pensione ai superstiti è erogata nei confronti dei familiari dell’assicurato in caso di sua morte. In molti ci avete chiesto un approfondimento su questo tipo di pensione, ecco allora la nostra guida completa. Composto dalla pensione indiretta, trattamento erogato in caso di morte di un assicurato che non ha ancora percepito la pensione, e dalla pensione di reversibilità, trattamento erogato in caso di morte di un soggetto già titolare di una pensione di vecchiaia, pensione anticipata o pensione di inabilità, la pensione ai superstiti è riconosciuto al coniuge, ai figli, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle del deceduto. I genitori, i fratelli e le sorelle entrano però in gioco solo se manchino coniuge e figli oppure, essendoci, non abbiano diritto alla pensione.
Pensione ai superstiti: differenze con la pensione di reversibilità
Se per la pensione di reversibilità non sono necessari requisiti di assicurazione e contribuzione particolari (è sufficiente che il soggetto deceduto fosse titolare di pensione) per avere diritto alla pensione indiretta occorre che l’assicurato deceduto abbia perfezionato un requisito assicurativo e contributivo minimo fissato in:
a) 780 contributi settimanali; oppure
b) 260 contributi settimanali di cui almeno 156 versati nei 5 anni precedenti il decesso.
Ai soli fini del raggiungimento di questi requisiti assicurativi e contributivi si considerano utili anche i periodi di godimento dell’assegno d’invalidità nei quali non risulti svolta attività lavorativa. L’assegno di invalidità liquidato non è reversibile. Il decesso del titolare dell’assegno di invalidità dà luogo, quindi, in presenza dei relativi requisiti, alla pensione indiretta.
Beneficiari della pensione ai superstiti: chi ha diritto al trattamento?
Hanno diritto al trattamento della pensione ai superstiti: a) il coniuge superstite, anche se separato: se il coniuge superstite è separato con addebito, la pensione ai superstiti spetta a condizione che gli sia stato riconosciuto dal Tribunale il diritto agli alimenti; il coniuge divorziato se titolare di assegno divorzile; b) i figli (legittimi o legittimati, adottivi o affiliati, naturali, riconosciuti legalmente o giudizialmente dichiarati, nati da precedente matrimonio dell’altro coniuge) che alla data della morte del genitore siano minorenni, inabili, studenti o universitari e a carico alla data di morte del medesimo; c) i nipoti minori (equiparati ai figli) se a totale carico degli ascendenti (nonno o nonna) alla data di morte dei medesimi.
In mancanza del coniuge, dei figli e dei nipoti la pensione può essere erogata ai genitori d’età non inferiore a 65 anni, non titolari di pensione, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo. In mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori la pensione può essere erogata ai fratelli celibi inabili e sorelle nubili inabili, non titolari di pensione, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo.
Pensione ai superstiti INPS: importo e quanto si prende
L’importo spettante ai superstiti è calcolato in percentuale sulla base della pensione dovuta al lavoratore deceduto ovvero della pensione in pagamento al pensionato deceduto: a) 60% al coniuge; b) 70% all’ unico figlio; c) 80% al coniuge con figlio o a 2 figli senza coniuge; d) 100% al coniuge con 2 o più figli; e) 15% per ogni altro familiare, avente diritto, diverso dal coniuge, figli e nipoti.
La somma viene ridotta se il reddito del beneficiario è superiore al trattamento minimo del Fondo Pensioni Lavoratori, nella misura del 25% se il reddito è superiore di 3 volte; 40% se il reddito è superiore di 4 volte; 50% se il reddito è superiore di 5 volte.
Cause di cessazione della pensione ai superstiti
Il diritto alla pensione ai superstiti cessa nei seguenti casi:
- per il coniuge, qualora contragga nuovo matrimonio. In questo caso al coniuge spetta solo l’una tantum pari a due annualità della sua quota di pensione, compresa la tredicesima mensilità, nella misura spettante alla data del nuovo matrimonio. Nel caso che la pensione risulti erogata, oltre che al coniuge, anche ai figli, la pensione deve essere riliquidata in favore di questi ultimi applicando le aliquote di reversibilità previste in relazione alla mutata composizione del nucleo familiare;
- per i figli minori, al compimento del 18° anno di età;
- per i figli studenti di scuola media o professionale che terminano o interrompono gli studi e comunque al compimento del 21° anno di età. La prestazione di un’attività lavorativa da parte dei figli studenti, il superamento del 21° anno di età e l’interruzione degli studi non comportano l’estinzione, ma soltanto la sospensione del diritto alla pensione;
- per i figli studenti universitari che terminano o interrompono gli anni del corso legale di laurea e comunque al compimento del 26° anno di età. La prestazione di un’attività lavorativa da parte dei figli universitari e l’interruzione degli studi non comportano l’estinzione, ma soltanto la sospensione del diritto alla pensione;
- per i figli inabili qualora venga meno lo stato di inabilità;
- per i genitori qualora conseguano altra pensione;
- per i fratelli e le sorelle qualora conseguano altra pensione, o contraggano matrimonio, ovvero venga meno lo stato di inabilità;
- per i nipoti minori, equiparati ai figli legittimi, valgono le medesime cause di cessazione e/o sospensione dal diritto alla pensione ai superstiti previste per i figli.
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