Pensioni 2018, l’intervista esclusiva a Ghiselli su Q100, esodati e donne

Le ultime novità sulla riforma pensioni al 19 luglio 2018 ed in particolare sui temi più caldi e più sentiti sui social quali esodati, quota 100 e opzione donna, ci siamo confrontati con Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, che in questa intervista esclusiva ha fatto il punto della situazione sugli intendimenti del Governo in campo previdenziale. E dopo aver ribadito l’importanza di un confronto tra Governo e parti sociali che auspica avvenga quanto prima, ha enunciato le proposte che a detta della Cgil permetterebbero di superare la Legge Fornero con una riforma strutturale. Eccovi le sue parole.

Pensioni 2019, il punto di Ghiselli: occorre una riforma strutturale

Tra dichiarazioni a spot di Di Maio e Salvini, gli intendimenti di Brambilla e le varie indiscrezioni dei media ci pare di aver compreso che la direzione verso cui propende la controriforma Fornero potrebbe essere: quota 100 ma solo per ‘alcune possibili combinazioni’, quota 41 per tutti dal 2020, che potrebbe divenire per problemi di costi quota42, superbonus del 30% per chi resterà al lavoro. Inoltre nessuno ha smentito le voci sull’eventuale calcolo dell’assegno su base contributiva dal 1996 che riguarderebbe sia quota 100 che 41, né sul fatto che per il montante contributivo potrebbero essere conteggiati solo 2/3 anni figurativi. Alla luce di questo scenario la convincono le intenzioni del Governo in campo previdenziale?

E’ difficile valutare dichiarazioni generiche e, ancor più, indiscrezioni e ipotesi non si sa quanto fondate. In ogni caso, dalle affermazioni pre-elettorali del tipo “cancelliamo la Fornero” si sta passando a parlare esclusivamente di alcuni limitati interventi che, con i vincoli ipotizzati, non sarebbero altro che un ulteriore ritocco alla Fornero, molto parziale per la platea a cui si rivolge, lasciandone intatta la struttura.

Mentre, come noi proponiamo, servirebbe una riforma strutturale che superi quell’impianto e sappia dare risposte che parlino a tutto il mondo del lavoro, a tutte le generazioni, i generi, le professioni, e a tutte le aree geografiche. Una riforma che permetta una effettiva flessibilità in uscita, a scelta del lavoratore dopo i 62 anni, o la possibilità di accedere alla pensione dopo i 41 anni di contributi. Ma è altrettanto importante pensare oggi ad una riforma che offra una prospettiva previdenziale per i giovani  e un sistema che riconosca anche la gravosità dei lavori.

Riforma pensioni 2018: il punto su esodati e donne

– Per quanto concerne esodati e donne, a suo avviso il Governo riuscirà a dare risposte concrete?

Non saprei, vedremo. Per gli esodati ormai il problema residuo si è ridotto a poche migliaia di persone e se consideriamo che meno della metà di quelle previste hanno utilizzato l’ottava salvaguardia, ci sono ampiamente le condizioni per una soluzione definitiva. Per quanto concerne le donne sarebbe importante prorogare “opzione donna” ma non è sufficiente.

E’ necessaria una soluzione strutturale e non penalizzante per le donne che riconosca la specificità delle loro condizioni nel mercato del lavoro, non rinunciando però ad una battaglia per le politiche di conciliazione e di parità sul lavoro e nella società. Serve poi il riconoscimento del lavoro di cura, svolto nel corso della vita, in particolare quello connesso all’assistenza di familiari non autosufficienti o figli.

Riforma pensioni, Ghiselli: Il Governo non ha mai convocato il sindacato, siamo aperti al confronto

– I sindacati a suo avviso avranno ancora voce in capitolo in campo previdenziale o il Governo sembra aver chiuso ogni tipo di confronto in merito, nonostante vi fosse una piattaforma unitaria e proposte da cui partire insieme per emettere mano alla Riforma Fornero?

Anche in questo caso difficile dirlo. Sino ad ora il Governo non ha mai convocato il sindacato su questo come su altri argomenti di carattere generale. Sono state diverse le dichiarazioni di disponibilità al confronto con le parti sociali, sia da parte del Presidente del Consiglio che del Ministro del lavoro. Il tema delle pensioni potrebbe essere una delle occasioni da cui partire, considerando l’importanza che l’argomento ha nel dibattito politico, l’esistenza di una piattaforma sindacale ed il fatto che un tavolo, con il precedente Governo, era già stato avviato e che aveva già permesso di raggiungere alcuni risultati, pur con tutti i limiti che abbiamo più volte ribadito.

Noi siamo disponibili ad un dialogo che consenta di passare dalle parole ai fatti e ci auguriamo che ci siano le condizioni per un confronto costruttivo che possa portare risultati concreti per le persone che rappresentiamo, lavoratori, giovani, pensionati. Se così non fosse, l’abbiamo detto più volte, dopo le manifestazioni del 2 dicembre scorso daremo continuità e renderemo ancora più incisiva la mostra mobilitazione, ci auguriamo in forma unitaria con le altre organizzazioni

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