Le ultime novità in ambito previdenziale e nello specifico sulle pensioni anticipate per le donne giungono dall’ultimo post scritto da Orietta Armiliato, amministratrice del Cods, che fa il punto all’11 novembre sugli obiettivi che il suo gruppo intende realizzare. La specifica si é resa necessaria alla luce delle continue diatribe che emergono, anche sul gruppo stesso, tra le donne che hanno differenti desiderata per la manovra 2020: vi é chi desidera la proroga di opzione donna al 2023, chi si accontenterebbe del ‘di anno in anno’, chi accoglierebbe quota 100 rosa proposta dal CODS (36 anni contributivi+62 anni) con gioia, chi puntualizza che i due anni di valorizzazione del lavoro di cura dovrebbero poter essere scontati, per chi 38 di contributi già li ha, dall’età anagrafica e dunque divenire 38+60.
Insomma in vista della prossima legge di bilancio, fa notare Armiliato, i desiderara personali sono molti, ma gli obiettivi che un Comitato si propone rispetto ad un gruppo di donne che chiacchiericcia seduto intorno tavolo di un bar, spiega, devono essere altra cosa, realizzabili e validi, per dirla dall’acronicmo anglosassone SMART. Ecco le parole di Armiliato che ben chiariscono gli obiettivi che persegue il gruppo e perché tali proposte potrebbero vedere la luce, rispetto a tanti utopistici obiettivi non realizzabili.
Pensioni donne, servono obiettivi smart: quota 100 rosa uno di questi
Così Armiliato: “Ci si possono dare obiettivi utopistici/fantasiosi/ambiziosi, ognuno di noi ha il suo modo di ragionare e di conseguenza di agire; per quel che mi riguarda sono portata a valutare le questioni, vuoi per educazione vuoi per mestiere, in maniera oggettiva e logica e quindi ad avere molto chiaro che quando ci si pone un obiettivo, e questo vale per qualsiasi tipologia, si può ottenere un’efficiente gestione dello stesso, soltanto se se ne conosce la validità.
Per stabilire se gli obiettivi sono validi, accreditate scuole di management hanno definito 5 criteri che corrispondono ai termini anglosassoni che compongono l’acronimo S.MA.R.T.
S = Specific (Specifico)
M = Measurable (Misurabile)
A = Achievable (Raggiungibile)
R = Realistic (Realistico)
T = Time-Based (Temporizzabile)
Ecco che, anche se spesso ciò che dico risulta essere poco popolare ovvero, non piace ed in genere é così proprio perché non ricalca il singolo desiderata, non posso prescindere dall’abbandonare questi principi che, non solo sono parte del mio modo di essere ma che hanno guidato scelte importanti e soprattutto premianti”.
Pensioni 2019, Armiiato: il problema sono gli anni di contributi, non l’età
Poi l’amministratrice del CODS, spiega: “Ora: se, come qualcuna continua a ripetere, andassimo a perorare istanze riferite all’età anagrafica quando report, statistiche ed analisi (Inps/Istat/Ocse e via così ) sanciscono che il problema delle donne é prioritariamente quello di NON riuscire a raggiungere una soglia di contribuzione oltre i 35 anni, a causa delle carriere discontinue dovute proprio al fatto di dover assumere il ruolo di dispensatrici di welfare gratuito, assegnato sia per (sotto)cultura, sia per convenzione, sia per comodo, le nostre mozioni sarebbero immediatamente rispedite al mittente, tant’è che l’età pensionabile per le donne, anche rispetto al l’aspettativa di vita attualmente rilevata, é stata individuata attorno ai 62/63 anni.
Poi conclude infastidita da quante, seppur iscritte al gruppo sembrino quasi voler marciare contro o rendere meno appetibile la proposta di quota 100 rosa, già presa in seria considerazione dai sindacati: “Sarebbe dunque poco arguto, anche se concretizzerebbe il desiderata di molte, comporre e presentare richieste sotto quella soglia anagrafica“, anche perché in caso contrario si andrebbe incontro a notevoli penalizzazioni come accade tutt’oggi con opzione donna, dunque si andrebbe a fare leva su misure che porterebbero poi nuovamente le donne ad avere pensioni eccessivamente basse, quando l’obiettivo del CODS é ben altro: ” almeno di penalizzazioni economiche “pesanti” sul tipo di quelle necessarie per accedere alla misura dell’opzione donna. E non ci pare proprio il caso“.
Avendo ora chiaro l’obiettivo che si prefigge il CODS, ossia la quota 100 rosa che punta ad ottenere un abbassamento per le donne degli anni contributivi richiesti da 38 a 36 per l’accesso alla quota 100, tenendo fisso il paletto dell’età anagrafica a 62 anni, oltre alla proroga dell’opzione donna al 2023, sarete tra quelle che sosterranno il gruppo, o restate di parere differente e vorreste altre misure per le donne?
Mi sembra una proposta ragionevole, se attuata così come descritta: nessuna penalizzazione (ne abbiamo già tante….), calcolo sul sistema misto (retributivo e contributivo), magari il paletto età sarebbe più giusto a 61 anni.
Penso che questa proposta tenga finalmente in considerazione il lavoro di cura che le donne fanno nella società italiana per il ménage familiare, per i figli e per i genitori anziani (includerei infatti i cargiver familiari) e il fatto che le pari opportunità sono ancora lontane nella nostra realtà quotidiana, nelle aziende e nel mondo del lavoro in generale.
Non sono però d’accordo sullo sconto pensionistico solo per le donne che hanno figli (che allargherei a TUTTE le donne), mi sembra un’ulteriore discriminazione nei confronti di coloro che non li hanno magari potuti avere ma che ugualmente hanno un aggravio di lavoro per i propri familiari e che comunque, in quanto donne, scontano il gap di genere ancora così presente nella società italiana.
L’allungamento dell’età pensionabile delle donne richiesto dall’Europa non ha tenuto in considerazione il fatto che i cambiamenti per abolire le differenze di genere sono lenti da realizzare. Prima bisognerebbe darsi un termine per attuare questi cambiamenti, poi normare l’equiparazione che già si è realizzata nella realtà. Qui è stato fatto il contrario, prima abolisco le differenze sulla carta, poi forse ci mettiamo in cammino per tradurle nella realtà!
Condivido in modo assoluto “Quota 100 Rosa”, 62 anni + 36 anni di contributi. Ma anche con età anagrafica più elevata, cioè 64+36 o 65+36. Brava Orietta!!! Non mollare!
Condivido in modo assoluto “Quota 100 Rosa”, “62 anni e 36 anni di contributi”, ma anche con età anagrafica più elevata, cioè 64 + 36 o 65 + 36. Brava Orietta!!!
… VORREI ANCHE ALTRE MISURE: per le donne che hanno alle spalle 38,39,40,41… anni di contributi (in aggiunta ai diversi lavori di cura)… ben più dei 36 anni previsti da Quota 100 Rosa, che non possono andare in pensione perché non hanno 62 anni o non possono permetterselo viste le enormi penalizzazioni di OD… Nel mio caso andrei in pensione a 62 anni con 42 di contributi… quota 104!
Buon giorno! Io sono bulgara, da 10 anni lavoro in Italia con contrato e contributi.a Bulgaria sono comincata lavorare da 09.1979. Sono nata il 12.03.1961. Posso fare la domanda per opzione Donna?
CONDIVIDO PIENEMENTE LA PROPOSTA DELLA SIG ORIETTA ARMILIATO DI UNO SCONTO CONTRIBUTIVO CON QUOTA 100 ROSA PERCHE’ VENGA FINALMENTE E GIUSTAMENTE RICONOSCIUTO IL LAVORO DI CURA DELLE DONNE, O LA PROPOSTA DI UNO SCONTO CONTRIBUTIVO DI 1 ANNO PER FIGLIO, PROPOSTO ANCHE DA DIVERSE PERSONALITA’ POLITICHE E SINDACALI NELLA LEGGE DI BILANCIO 2020, CON UNA PARTE DEI RISPARMI DI QUOTA 100.
CONDIVIDO PIENAMENTE LA PROPOSTA DI RICONOSCERE FINALMENTE E GIUSTAMENTE IL LAVORO DI CURA DELLE DONNE (CON UNO SCONTO CONTRIBUTIVO) DELLA SIG. ORIETTA ARMILIATO CON QUOTA 100 ROSA O DI UNO SCONTO CONTRIBUTIVO DI 1 ANNO PER FIGLIO PROPOSTO ANCHE DA DIVERSE PERSONALITA’ POLITICHE E SINDACALI NELLA LEGGE DI BILANCIO 2020.
CONDIVISO PIENAMENTE QUANTO PROPOSTO DALLA SIG, ORIETTA ARMILIATO DI UNO SCONTO CONTRIBUTIVO, ATTRAVERSO QUOTA 100 ROSA, PERCHE’ VENGA FINALMENTE E GIUSTAMENTE RICONOSCIUTO IL LAVORO DI CURA DELLE DONNE, O DI UNO SCONTO DI 1 ANNO PER FIGLIO COME PROPOSTO DA DIVERSE PERSONALITA’ POLITICHE E SINDACALI.