Le ultime novità sulla riforma delle pensioni riguardano le istanze presentate con quota 100, i dati Inps evidenziano come siano 116 mila le domande presentate, ma mettono in luce anche il primo risvolto negativo del provvedimento, ossia al 26/3 sono state accettate 34.364 domande , mentre 7.628 sono state respinte. Si tratta del 18.1% di rifiuti, una percentuale alta, che potrebbe essere destinata a salire.
Le ragioni dei rifiuti? Almeno 2, alcune persone hanno presentato domanda senza presentare le dimissioni, quindi ad un successivo controllo le istanze sono state rigettate o ancor peggio, a quelle liquidate, sono state richiesti indietro i ratei indebitamente erogati. In secondo luogo é possibile che molti si siano visti rigettare la domanda perché pur convinti di aver maturato i requisiti, 38 anni di contributi e 62 d’età, per arrivare alla quota 100, non avessero tenuto in considerazione il fatto che sono necessari almeno 35 anni di contributi effettivi. I dettagli al 12 aprile 2019.
Pensioni 2019, quota 100: tante le domande respinte
Nonostante il boom delle domande presentate al 10 aprile, l’Inps comunica che le istanze sono già 116.486 , non si può non tenere in considerazione il fatto che ora che l’Inps sta verificando i requisiti, ben il 18% sono state respinte, il numero maggiore di domande che non hanno avuro esito positivo viene dal Sud Italia. Il dato é preoccupante, la percentuale é effettivamente alta, e considerando che ad oggi sono state accolte solo 34 mila domande, il percorso di verifica é ancora lungo. Nonostante Durigon in un’intervista a Panorama abbia parlato in toni trionfalistici del successo della misura pensionistica varata dal Governo giallo -verde, forse, prima di ‘cantare vittoria’ sul numero di domande presentate, sarebbe opportuno, come avevano affermato sindacati ed opposizione, verificare quante verranno effettivamente accolte. Il dubbio che la percentuale dei rifiuti possa aumentare é realistico, considerando che la stessa Inps ha affermato che per ragioni di tempistiche le domande sono state tutte accolte in via ‘provvisoria’.
La nota Inps parla chiaro in tal senso, l’istituto previdenziale mette ‘le mani avanti’ su eventuali prestazioni erogate indebitamente, che ovviamente dovranno essere rese: “L’Istituto ha autorizzato, al ricorrere dei prescritti requisiti, la liquidazione delle prestazioni pensionistiche in via provvisoria sulla base delle dichiarazioni di cessazione dell’attività di lavoro dipendente contenute nella domanda, fermo restando le successive verifiche e l’eventuale recupero di somme indebitamente erogate”. Poi ha aggiunto “Ciò in linea con l’interesse dei richiedenti alla tempestiva liquidazione del trattamento spettante, stante la presunta veridicità delle informazioni dallo stesso rese nella domanda di pensione”. Sulla questione é intervenuto anche Mauro D’Achille, amministratore della pagina Fb ‘Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni’
Pensioni, ultime Quota 100: L’Inps prima dà poi toglie
Così D’Achille: “Il 18% delle domande per quota cento sono state respinte: la principale causa, non aver presentato anche le dimissioni.
Suppongo quindi che le l’INPS ha prima accettato le domande e disposto i pagamenti, e soltanto dopo ha iniziato a fare verifiche”. Questo punto ci sentiamo di confermarlo perché ne avevamo purtroppo già parlato in un precedente articolo, facendo emergere l’anomalia della procedura Inps, e interrogando sulla questione il Presidente del Patronato Inapi, Domenico Cosentino che si era detto contrario e preoccupato di tale decisione dell’ente previdenziale.
Col messaggio 1008/2019 dell’Inps aveva precisato che a seguito di una “difformità tra la dichiarazione resa nella domanda e le informazioni presenti in Unilav”, avrebbe potuto “procedere al recupero degli eventuali ratei indebiti corrisposti al richiedente”. Cosentino dalla sua ci aveva detto, come Presidente di Patronato : “Personalmente ritengo, “pericolasa”, la liquidazione delle prestazioni pensionistiche sulla scorta del solo intento della cessazione del rapporto di lavoro e non dell’effettiva e dimostrata risoluzione”. D’Achille nel suo post ha aggiunto un altro aspetto importante, che potrebbe davvero rappresentare la seconda causa delle domande rigettate e che potrebbe far aumentare la percentuale ad oggi nota.
Pensioni, ultime Quota 100: i lavoratori sanno che occorrono almeno 35 anni di lavoro effettivo?
D’Achille prosegue nel post:“Da qui ad immaginare che non sia stato contemplato nemmeno il conteggio dei 35 anni di versamenti effettivi, non mi sembra azzardato. Se così fosse, aspettiamoci altre migliaia di domande prima accettate e poi respinte!
Ricordiamo, infatti, che per qualunque tipo di pensione occorre aver versato almeno 35 anni di contributi effettivi, quindi per quota cento quelli figurativi non debbono essere più di tre, giacché uno dei due paletti é l’aver maturato almeno 38 anni di contributi. Arrivano le prime testimonianze sul nostro sito che evidenziano lo stupore dei lavoratori che si sono visti rigettare la domanda, forse non avendo capito bene ‘le regole del gioco.
Pensioni, quota 100: requisiti ok, ma domanda rigettata
Gianfranco, uno dei lavoratori che si é visto rigettare l’istanza di Quota 100, ci racconta la sua testimonianza. Si dice affranto e deluso e tra le righe mostra di non aver ben inteso ‘le regole del gioco’, colpa del lavoratore o forse il messaggio Hermes dell’Inps ha creato, come immaginavano i Patronati, solo maggior confusione?
“Ero felice e contento del provvedimento ora non più. L’I.N.P.S. ha respinto la mia domanda motivo perché risulta che lavoro. Mi è stato riferito che avrei dovuto licenziarmi dal lavoro poi fare la domanda per quota 100. Ma che garanzie ho? Io mi licenzio dal lavoro devo dare 2 mesi e mezzo di preavviso poi se la mia domanda non viene accettata cosa mi succede? Poi prosegue ipotizzando di farlo: “Mi licenzio dal lavoro, mi manca un anno e mezzo per usufruire della legge Fornero quindi entro a far parte degli esodati e sono costretto ad andare in pensione con l’età, ho 64 anni e dovrò aspettare i 67 anni senza poter usufruire nemmeno della disoccupazione in quanto mi sono licenziato. Anche questa legge ha l’aspetto di una fregatura. Tanto fumo e poco arrosto.
Quota 100, mi licenzio, faccio domanda, viene rigettata: e ora?
In parte alla domanda ‘se non viene accolta la domanda e mi sono licenziato cosa succede?‘, risponde Mauro D’Achille, giacché lo stesso dubbio é stato espresso da un’iscritta al gruppo, Paola che chiede, interrogandosi sull’elevata percentuale dei rifiuti: “Sono tante più del 18% …in questo caso cosa succede .? Si ritrovano senza niente o possono aspettare..?..se devi dare le dimissioni ti ritrovi disoccupato ?
Cosi Mauro: “ Si, sono tantissime. Evidentemente chi ha presentato la domanda non si è accertato di averne i requisiti. Giustificabili coloro che la domanda l’hanno presentata da soli, un po’ meno i Patronati. Ma soprattutto non giustificabile l’INPS nel momento in cui ha disposto il pagamento senza accertarsene! Ebbene sì, molto probabile che alcuni si troveranno senza più lavoro, a dover restituire i ratei di pensione già ricevuti e a dover pagare contributi volontari per raggiungere i 35 anni effettivi”.
Voi cosa ne pensate a tal riguardo, aumenterà ancora, a vostro avviso, la percentuale dei rifiuti relativi alle istanze della quota 100? La misura tanto osannata dal Governo sarà davvero come ha detto Gianfranco ‘tanto fumo e poco arrosto?’, o la percentuale dei rifiuti si attesterà sui dati attuali e ‘vivranno tutti felici ed in pensione?’
Vorrei sapere se si possono sommare i contributi esteri francesi per la quota cento!
Il sindacato dice che non hanno ancora avuto notizie , voi sapete dirmi qualcosa! Grazie mille
Certo che è rischioso specie per chi arriva appena appena ai contributi, dove li prende i soldi per finire di pagarsi i contributi, la liquidazione? Ma se ci si paga i contributi con che cosa sopravvive,
Comunque e’ risaputo che alla domanda di pensione va allegata la lettera di dimissioni,giusto o sbagliato che sia.
NON E’ VERO CHE VALGONO SOLO 3 ANNI DI CONTRIBUTI FIGURATIVI PER RAGGIUNGERE LA QUOTA DI 35 ANNI MINIMI DI CONTRIBUTI , PER LA QUOTA 100. L’ ART 22 COMMA 1 LETTERA B LG. 153/1969 dice che non sono validi al raggiungimento dei 35 anni , solo i periodi di malattia , e disoccupazione ordinaria. SIA IL PATRONATO, E LA CONSULENTE INPS , A CUI MI SONO RIVOLTO ME LO HANNO CONFERMATO.
Confermo, magari non siamo stati chiarissimi. Mi scuso nel caso
Pagliacci
Vergognosa censura motivo in piu di non rivotare lega
Ma io dico possibile che questo 18 per 100 degli italiani non abbia fatto delle giuste considerazioni? Il decreto legge parla chiaro ,i patronati sono tutti preparati , anche l’INPS ha dato tutte le indicazioni : quota cento: trentotto anni di contribuzione più 62 anni di età . Quelli che si sono licenziati non avendo i requisiti sono stati avventati e superficiali ; informarsi prima , i vari uffici avrebbero dato risposte certe facendo i giusti conteggi . È facile accusare un provvedimento governativo senza cognizione di causa .
Quando una legge è fatta con il c..o, in fretta, per tornaconto elettorale per le europee il risultato non può essere che questo. Ora mi immagino quelli che hanno dato le dimissioni, che chiedono al datore di lavoro ( che magari non vedeva l’ora di liberarsene ) di reintegrarli al lavoro e sentirsi negare la riassunzione. Sono quelli che hanno creduto a questo governo che ha fatto una legge iniqua, ingiusta e dannosa e che fino a ieri esultavano per essere riusciti ad andare in pensione 5 anni prima di chi deve sorbirsi la fornero fino in fondo, gente che ha già sulle spalle 41-42-43 anni di lavoro e versamenti. Ora il governo avrà creato dei nuovi esodati senza stipendio, senza pensione e magari senza la possibilità di reinserirsi. Proprio una bella legge.
Scusate, ma wueste persone erano in possesso dell’ecocert dell’inps? Io OD ultimo trimestre 58 ho rassegnato dimissioni con”riserva” e ho ufuccializzato a Inps solo quando eto sicura al 100%
MI SONO RECATO SIA AL PATRONATO , CHE ALL’INPS PER UNA CONSULENZA RELATIVA PROPRIO AI 35 ANNI MINIMI DI CONTRIBUTI VERSATI. MI E’ STATO DETTO CHE I CONTRIBUTI FIGURATIVI SONO TUTTI VALIDI, ESCLUSI I PERIODI DI MALATTIA E DISOCCUPAZIONE ORDINARIA .
” … Paese mio che stai sula collina… “.
No comment!
Debbo dire che almeno Q41 PRECOCI, ci ha fatto soffrire, ma almeno con la domanda di verifica requisiti, chi lavoravava andava magari molti mesi dopo, ma a nessuno è stata data e poi negata! Non oso immaginare cosa succederà con RDC! Capisco “il voto” ma qui si GIOCA con la VITA delle persone, non siamo mica in uno “stupido” reality!