In questi giorni si continua a parlare di riforma pensioni, si discute dei primi programmi che contengono il capitolo previdenziale e soprattutto, inutile negarlo, i nostri lettori si interrogano su quali delle misure proposte potranno poi, superata la campagna elettorale, vedere la luce, ossia quali di queste proposte potranno poi trasformarsi in ‘fatti’, in misure concrete e non solo restare parole una volta ottenuto il voto ed essere saliti al Governo. Della questione, come spesso facciamo quando cerchiamo un parere oggettivo, abbiamo deciso di parlarne con il nostro lettore nonché esperto in materia il Dott. Claudio Maria Perfetto, che ha prodotto un elaborato talmente preciso ed accurato che abbiamo pensato di proporlo in due parti, la seconda la potrete leggere sul sito domani.
Nella prima parte il Dott. Perfetto espone realisticamente, spiegandone le ragioni, quanto, a suo avviso, ci si potrà attendere per il 2023, dati i tempi ed i denari a disposione, sintetizzando il suo ragionamento: resterà vigente la Riforma Fornero, si punterà al più alla proroga dell’Ape sociale, dell’opzione donna e probabilmente a qualche misura di flessibilità in uscita, come potrebbe essere l’attuazione della proposta Tridico. Mentre nella seconda parte, che pubblicheremo domani, egli espone sinteticamente una sua proposta di riforma fondata su soluzioni innovative che potrebbe essere analizzata e discussa nel 2023 per essere applicata sin dal 2024. Partiamo dall’origine, ove il Dott. Perfetto spiega la differenza tra una riforma previdenziale sostenibile in termini finanziari che si può attuare in 20 giorni, come si fece con la Monti-Fornero, e cosa occorre invece per realizzare una riforma previdenziale strutturale ove non si può esimere dall’altra faccia della medaglia, ossia la riforma del lavoro. Le sue parole:
Riforma pensioni 2022-2023: per una sostenibile bastano 20 giorni, torna spettro Fornero?
Così il Dott.Perfetto: ‘Una Riforma Previdenziale sostenibile in termini finanziari (rapporto “spesa pensionistica/PIL”) non ci vuole molto tempo per farla. Basterebbero meno di 20 giorni. È sempre possibile trovare un compromesso per consentire ai lavoratori l’accesso alla pensione senza compromettere i conti pubblici: basterebbe applicare penalizzazioni, applicare il sistema di calcolo interamente contributivo, riducendo l’importo pensionistico.
Una Riforma Previdenziale sostenibile in termini “fisici” (rapporto “lavoratori attivi/pensionati” ─ ed è questo il “passaporto” per la pensione) non ci vuole molto tempo per farla. Basterebbero 20 giorni (il tempo occorso per elaborare la Riforma Fornero, che è il tempo intercorso da quando il Governo Monti entrò in carica il 16 novembre 2011, a quando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto-Legge 6 dicembre 2011, n. 201 contenente l’articolo 24 intitolato “Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici”, noto come “Riforma Monti-Fornero”). L’andamento demografico della popolazione italiana, con sempre meno bambini che nascono e sempre più anziani che vivono più a lungo, non lascia però spazio al compromesso: è necessario innalzare progressivamente l’età anagrafica per andare in pensione.
La Riforma Previdenziale non può prescindere dal rapporto tra lavoratori attivi e pensionati, e pertanto la componente demografica diviene un fattore determinante per la Riforma. Con meno nascite, ci saranno meno lavoratori attivi, occorrerà restare più a lungo al lavoro, andare in pensione ad un’età più avanzata.
La Riforma Monti-Fornero tiene conto della componente demografica, e pertanto garantisce nel tempo la sostenibilità del Sistema Previdenziale sia dal punto di vista “fisico” che da quello finanziario, “sia pure con costi sociali elevati” (come l’INPS stessa riconosce nel suo XXI Rapporto Annuale di Luglio 2022).’
Pensioni anticipate 2022-2023, ultime dal Dott. Perfetto: Non vi é tempo per superare la Fornero
Volendo essere realisti, prosegue nel suo articolato elaborato il nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto: ‘occorre convenire che non c’è tempo materiale per “superare” la Riforma Fornero, e quindi il nuovo Governo si limiterà ad esplorare per il 2023 solo opzioni di flessibilità in uscita dal lavoro.
Il nuovo Governo si limiterà a prorogare l’Ape Sociale e l’Opzione Donna ─ che non impattano in modo significativo sui conti pubblici ─ e con molta probabilità verrà attuata la Proposta Tridico (anticipo della quota contributiva della pensione a 63 anni di età e 20 anni di contribuzione e un importo della quota di pensione contributiva superiore a 1,2 volte l’assegno sociale) in sostituzione di Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contribuzione) che scadrà il 31/12/2022.
Per realizzare una Riforma Previdenziale strutturale che garantisca il grado di sostenibilità del Sistema Previdenziale garantito dalla Riforma Fornero, senza ricorrere ad opzioni ad hoc per la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, occorre intervenire sulla componente demografica e sul lavoro, l’altra faccia della “medaglia previdenziale” (per usare le stesse parole di Christian Ferrari, Segretario Confederale della Cgil)’.
Ringraziamo il Dott. Perfetto per la sua analisi lucidissima del contesto attuale e delle possibili misure mettibili in campo dal 2023, domani, invece, non perdetevi la seconda parte contenente la sua proposta di riforma per il 2024. Concordate o meno su quanto qui affermato dall’esperto? Voi, ad esempio, da gennaio 2023, realisticamente parlando e lasciando da parte i vostri desiderata, quali misure vedete di possibile applicazione? Fatecelo sapere come sempre nell’apposita sezione commenti del sito.
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Buongiorno anagraficamente ann61, anzianità lavorativa 40anni… mi conviene farmi licenziare e usufruire di 2anni di nasci e contestualmente pagarmi volontariamente 10mesi di contributi … per andare in pensione con 42anni e 10 mesi…….??. Grazie Walter
Quota 41, pagata col taglio del reddito di cittadinanza, e basta, nessun aumento alle minime , sarebbe possibile e varrebbe 5 milioni di voti Forza Matteo crediamoci e speriamo che sorpassi la Meloni
Sig. Fulvio, Quota 41 indipedentemente dall’età anagrafica non può essere pagata con il taglio del Reddito di cittadinanza.
Il Reddito di cittadinanza (intorno ai 7 miliardi di euro l’anno) viene pagato attingendo dalla fiscalità generale (le tasse di tutti noi).
Quota 41 indipedentemente dall’età anagrafica dovrebbe essere pagata con i contributi versati dai lavoratori attivi (canale differente da quello del Reddito di cittadinanza).
Ma per carità, si potrebbe benissimo finanziare Quota 41 indipedentemente dall’età anagrafica con la fiscalità generale. Le leggi italiane, lo sappiamo, non solo scolpite nella pietra come le leggi di Mosè che sopravvivono a distanza di tremilatrecento anni. Ma bisognerebbe aumentare le tasse. E poiché Matteo Salvini propone la flat tax, significa che la Quota 41 la pagherebbero coloro che percepiscono redditi medio-bassi (lavoratori e pensionati non proprio benestanti).
Sono d’accordo sulla proposta di Tridico, forse la più giusta e la più fattibile, che lascia la volontarietà ai lavoratori di come decidere della propria pensione e vecchiaia….Si, perché a 65 anni, per chi fa finta ancora di non capirlo, si è vecchi, non si è più produttivi, i datori di lavoro non sanno più dove collocarci, e mal ci si adatta ai ritmi lavorativi, se non a discapito della propria salute. Però….che la attuassero questa proposta una volta per tutte!!! Non è civile un Paese dove si costringono gli anziani a lavorare come i trentenni, è solo un Paese di buffoni ridicoli. Mi pare che ci prendono solo in giro……e poi vogliono i voti?
Interessanti argomentazioni che forse un giorno non lontano risolveranno ogni quesito e che tutti i partiti possano risolvere nel giusto ogni questione presente per ogni individuo. Portando la pensione a tutti i lavoratori in pensione anticipata da un minimo di 20 anni di contribuzione (età 63 anni) ad un massimo di 35 anni di contribuzione (età 58 anni) dando maggiore entrata nel mondo del lavoro hai giovani così che possano far crescere l’economia. Per loro un adeguato stipendio per poter raggiungere i loro obiettivi
Non voterò per non regalare pensioni dopo soli 5 anni ma se prorio devo meglio la vera sinistra di salvini.
Viva la francia anzi i francesi.
Io vorrei sapere come facciamo a lavorare fino a 67 anni dato che io a 51 anni sono piu di 3 anni che non trovo lavoro perché sono vecchia non ho pregressa esperienza e non sono diplomata ovvero trovano un sacco di scuse perché i giovani alle ditte costano meno e oltretutto vengono sfruttati cioe se per 30 anni ho fatto un altro mestiere cosa ci posso fare???? Che poi non capisco ci vuole molto ad affiancare persone come me da qualcuno ??? Per fare imballaggio o confezionamento o controllo qualità possibile che per fare questo mi chiedono il diploma potrei capire in altri settori insomma come facciamo a lavorare fino a 67 anni ( troppi) se noi over non ci calcolano mai??? Possibile che i politici non vedano la situazione???
9. Stato sociale e sostegno ai bisognosi
• Ridefinizione del sistema di ammortizzatori sociali al fine di introdurre sussidi più
equi ed universali
• Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclu-
sione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del
lavoro
• Innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità
• Flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il
ricambio generazionale
• Controllo sull’effettiva applicazione degli incentivi all’inserimento dei disabili nel
mondo del lavoro
• Piano straordinario di riqualificazione delle periferie, anche attraverso il rilancio
dell’edilizia residenziale pubblica
• Potenziamento di politiche mirate alla piena presa in carico delle persone con
disabilità, anche attraverso l’incremento delle relative risorse
• Maggiori tutele in favore dei lavoratori fragili, immunodepressi e con disabilità
grave
QUESTO e’ al capitolo 9 il programma del centro destra (Rinominato programma CREDO).MI SOFFERMO PER CIO’ CHE MI RIGUARDA.QUOTA 41.
SE LEGGETE E’ SCRITTO
• Flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il
ricambio generazionale
BE COME SCRITTO IERI CARA MELONI CARO SILVIO CARISSIMO MATTEO SE VOLETE PRENDERE QUEI 5-6 MILIONI DI VOTI (tutti i lavoratori che oggi anno 38-39-40-41 anni di contributi) BE CORREGGETE SUBITO QUESTA FRASE E INDICATE UNA QUOTA.ALTRIMENTI QUELLO CHE OGGI I SONDAGGI VI DANNO CERTI VINCITORI IO FINCHE’ NON VEDO SCRITTO NERO SU BIANCO INCOMINCIO AD AVER FORTI DUBBI SULLA VOSTRA VINCITA ALLE PROSSIME ELEZIONI.SPERO CHE TUTTI COLORO CHE COME INDICATO SOPRA SONO PROSSIMI AI 41 ANNI DI CONTRIBUTI SE NON VIENE INDICATO NON ANDATE A VOTARE OPPURE RENDETE LA SCHEDA NULLA OPPURE DATE I VOTI A QUEI PARTITINI DA 2 SOLDI.QUESTA E’ L’ UNICA SODDISFAZIONE CHE CI RIMANE.
MEDITA MEDITA CENTRO DESTRA SONO QUASI 10 ANNI CHE CORRETE CON LA CAROTA D’ AVANTI A VOI MA NIENTE.QUESTA E” LA VOSTRA OCCASIONE
Certo che il PD che una volta era il partito dei lavoratori e adesso non fa niente per evitare che la gente vada a in pensione a minimo 67 anni e con la prospettiva di sempre aumenti negli anni a venire, fa un po’ impressione.
A questo punto a malincuore e senza molte speranze, dovrò votare Salvini.
La cosa più logica sarebbe tenere la legge Fornero e dare flessibilità con delle penalizzazioni a chi non ne può più o è disoccupato e deve stare due o tre anni senza prendere stipendio , ma sembra sia una cosa impossibile da farsi.
Forse perché qualcuno deve intestarsi politicamente la nuova legge ?
E basta con questo partito dei lavoratori, non siamo più nel 1960, nel boom del dopoguerra, dei babyboomer, chi scrive è stato iscritto al vecchio P.C.I nella sez. di Genova Rosa Luxemburg. Oggi siamo nel 2022 e non bisogna pensare più solo ai lavoratori ma anche alle aziende sane e oneste e creare lavoro. Questo sarebbe il vero compito di un partito serio e che creerebbe quelle condizioni di una seppur minima ripresa. Basta promesse e regali. Come ha detto il Grande Piero Angela, ognuno faccia la sua parte. Io l’ho fatta con 43,2 anni di lavoro e di contributi. Non ho avuto nessun regalo e nessun beneficio dalle promesse di saltimbanchi.
Sei stato anche in gamba e fortunato a tenere il lavoro per 43 e passa anni.
Adesso è una chimera con i cambiamenti di tecnologia che rivoluzionano il lavoro più volte nel corso della vita lavorativa.
Per questo si richiede flessibilità
Per tutti i Signori favorevoli alla proposta Tridico ci fareste partecipi dei vostri lauti stipendi perchè con il mio da dipendente della P.A. con solo una parte non riuscirei a viverci neanche 15 giorni quindi se voi siete così ricchi da poter sostenere questa buffonata di proposta Tridico elargite qualcosa anche per noi plebei cari Patrizi altro che politici i primi da bacchettare sono gli italiani popolo che guarda solo al proprio orticello. Paragrafo Cesare Damiano e bravo l’altro ricco del P.D. che basa quota 41 solo per i precoci ma guardandovi allo specchio lo provate mai un senso di vomito brutti esseri?
Speriamo che almeno passi la proposta Tridico con uscita a 63 con contributivo e a 67 con quota retributiva, è la più fattibile perché costa poco e si può realizzare subito, appena il governo si insediera’- indubbiamente la proposta MARINO come quella di Damiano pure aprirebbe uno spiraglio, con uscita a 63 con piccole penalizzazioni, ma ci vuole la volontà politica e con questi politici che ci ritroviamo c’è poco da star tranquilli- spero sempre in un slancio dei Sindacati che finora hanno dormito per non mettere Draghi in difficoltà- una cosa è certa ,che siamo stufi noi ultrasessantenni di aspettare e rincorrere gli ambi secchi di quota 100 e 102, è ora di finirla di torturarci e tirare fuori i pochi miliardi che servono almeno per una mini riforma con la flessibilità che abbiamo il diritto di ottenere, per evitare dal 1 gennaio la tagliola Fornero. Il voto andrà a chi ci mette la faccia proponendo quanto detto e mantenendo la parola.
Ma è peggiorativa …. mha …..
Questa tabella che pubblicate è arretrata e fuorviante per fare un esempio da stime della Ragioneria Generale dello Stato la pensione di vecchiaia biennio 2025/26 rimarrà a 67 anni. Facciamo maggiore attenzione, grazie.
Sig. Emilio, la tabella pubblicata non è “arretrata” (come lei sostiene) in quanto rappresenta le proiezioni con la “legislazione vigente” (Riforma Fornero). La tabella è stata pubblicata dall’INPS in luglio 2021, quindi si potrebbe dire “piuttosto recentemente”.
La tabella potrebbe essere (questo è vero) “fuorviante” (come lei sostiene). Ma solo parzialmente fuorviante. Infatti, ci sono due refusi nella tabella (ma di scarsa importanza), la quale è già stata pubblicata su questo sito nell’articolo del 21 febbraio 2022 dal titolo “Pensioni anticipate 2022, più flessibilità: NO contributivo, Sì ai risparmi INPS?” a firma di Erica Venditti (https://www.pensionipertutti.it/pensioni-anticipate-2022-piu-flessibilita-no-contributivo-si-ai-risparmi-inps/). In tale articolo è presente la seguente nota:
“nella Tabella b 3.1 sembrano esserci 2 refusi. Nella colonna “Ante COVID-19” del “Requisito di età per la pensione di vecchia” in corrispondenza dell’anno 2032 è riportato il valore “68 e 2 mesi” anziché “68 anni”; in corrispondenza dell’anno 2034 è riportato il valore “68 e 4 mesi” anziché “68 e 2 mesi”.
Per quanto riguarda la sua osservazione “da stime della Ragioneria Generale dello Stato la pensione di vecchiaia biennio 2025/26 rimarrà a 67 anni”, purtroppo non ci fornisce la fonte documentale da cui attinge tale informazione, e quindi non è possibile stabilire la correttezza dell’informazione che lei riporta.
Probabilmente lei fa riferimento al documento “LE TENDENZE DI MEDIO-LUNGO PERIODO DEL SISTEMA PENSIONISTICO E SOCIO-SANITARIO – Previsioni elaborate con i modelli della Ragioneria Generale dello Stato aggiornati al 2022 (giugno 2022)” (https://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit–i/Spesa-soci/Attivita_di_previsione_RGS/2022/Rapporto2022.pdf).
Nel documento della Ragioneria dello Stato (che è un dipartimento del Ministero dell’economia e delle finanze) a pag. 202 si legge testualmente:
“La figura B evidenzia, invece, l’evoluzione dei tassi di sostituzione nell’ipotesi di una modifica della legislazione vigente volta a sopprimere l’adeguamento periodico dei requisiti di accesso al pensionamento rispetto alle variazioni della speranza di vita, a partire da quello previsto con decorrenza primo gennaio 2023 In tale ipotesi, l’età pensionabile di vecchiaia resterebbe invariata a 67 anni dal 2023 e, analogamente, resterebbe invariata a 64 anni l’età di accesso al pensionamento anticipato nel regime contributivo, con un importo di pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (importo del 2012 indicizzato con la media quinquennale del PIL)”. (mia nota personalissima: nel documento c’è un refuso sintattico: manca il punto tra 2023 e la frase “In tale Ipotesi”).
Come lei stesso può osservare, sig. Emilio, la Ragioneria dello Stato in giugno 2022 (tempo attuale) fa riferimento alla IPOTESI DI UNA MODIFICA DELLA LEGISLAZIONE VIGENTE. L’INPS, invece, nel 2021 (tempo “meno recente”) fa riferimento alla LEGISLAZIONE VIGENTE.
Infine, per quanto riguarda la sua esortazione finale a prestare “maggiore attenzione”, le posso assicurare con certezza assoluta che da parte mia c’è un’attenzione “più che maggiore” nell’estensione dei miei elaborati (perché sono esigente oltre misura). Con lo stesso grado di certezza posso anche garantire che i giornalisti che gestiscono il sito pensionipertutti prestano molta attenzione a ciò che pubblicano e lo verificano pure (perché se così non fosse, una persona esigente oltre misura come me non scriverebbe di certo su questo sito. Non le pare?).
INPS MESSAGGIO 1599/2022. So quello che dico.
Sig. Emilio, ho approfondito la tematica, ed ha ragione lei.
A pag. 225 del documento della Ragioneria dello Stato che le ho citato nel mio commento precedente, c’è una tabella in cui viene esplicitato che il requisito anagrafico per l’accesso al pensionamento di vecchiaia ordinario (con requisito contributivo minimo di 20 anni) nel biennio 2025-2026 è di 67 anni (e non 67 anni e 2 mesi come viene riportato nella tabella Tab b 3.1 dell’INPS descritta nell’articolo).
Riporto di seguito la tabella della Ragioneria dello Stato, descrivendo solo due colonne (perché sono tutte eguali tra loro). Riporto solo gli anni che sono presenti anche in Tab b 3.1 (la colonna ETÀ si riferisce all’età per andare in pensione con la pensione di vecchiaia ordinaria):
ANNI ETÀ
2021 67
2022 67
2023 67
2024 67
2025 67
2026 67
2027 67 e 2 mesi
2028 67 e 2 mesi
2029 67 e 5 mesi
2030 67 e 5 mesi
2031 67 e 8 mesi
2032 67 e 8 mesi
2033 67 e 11 mesi
2034 67 e 11 mesi
2035 68 e 2 mesi
La tabella della Ragioneria di Stato riporta uno scarto tra 2 e 3 mesi in meno rispetto alla tabella dell’INPS a partire dal 2027.
È probabile che tale scarto derivi dal fatto che le due tabelle fanno riferimento a dati ISTAT di differenti periodi.
Infatti, nel documento della Ragioneria dello Stato (sempre a pag. 225 in una nota sotto la tabella) si legge testualmente: “in ogni caso i requisiti effettivi risulteranno determinati in corrispondenza di ogni adeguamento sulla base dell’aumento della speranza di vita accertato a consuntivo dall’Istat”.
Mi fa piacere di avere scoperto, grazie al suo commento, una cosa nuova anche per me. Al tempo stesso riconosco il mio errore di interpretazione nel mio commento precedente.
Non ci resta che vedere, alla luce dei dati a consuntivo dell’Istat, quale tabella verrà confermata con la prossima legge pensionistica.
Grazie sempre per la sua disonibilità al confronto e per la sua precisione. Erica
Dott. Perfetto complimenti per la Sua modestia intellettuale. Chapeau.
Non capisco il discorso meno nascite meno lavoratori in attivo, ma se i giovani non riescono a trovare lavoro com’è possibile un ragionamento del genere? Sappiamo tutti che non è questo il vero problema ma sono invece tutti gli sprechi che ci sono perché in Italia non c’è la certezza della pena. Chi comanda può fare quello che vuole tanto alla fine se la caverà sempre. Tutte le spese inutili fatte forse qualcuno ha pagato qualcosa?
Inoltre quanto ci costa la politica? Milioni e milioni che si potrebbero risparmiare, altro che pensioni NORMALI (non come quelle di chi ci governa)si potrebbero pagare ed avere una sanità migliore.
Questo è il mio pensiero da anni ma tanto non cambierà niente
La proposta dell’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni che prevede una riduzione della mensilità della pensione è veramente inaccettabile per gli operai che, dopo anni di lavoro, hanno un assegno così povero, e soprattutto le donne che hanno cresciuto figli ed adesso a 60 anche badanti e sempre casalinghe perché non possono permettersi di pagare un aiuto, ripeto mi sembra anche una ennesima presa in giro mascherata da proposta vantaggiosa. Questo può essere visto positivamente solo da coloro che hanno diritto ad un assegno alto… Ma ma se hai il minimo sindacale si rischia di non arrivare alla fine del mese. Quindi ancora una volta le lacrime e sangue non saranno per chi propone queste risoluzioni. … E poi la trovata pubblicitaria che noi sessantenni ed oltre rubiamo il futuro ai giovani, e veramente disgustosa degna di un governo tecnico messo lì solo per risanare le casse dello stato non toccando i grandi ma i più deboli. So soltanto che i giovani sono fuori e non vengono coinvolti e noi ormai stanchi non siamo più in grado di aumentare la cosiddetta produttività… Ed in più si crea una discordia tra generazioni… Una trovata torno a dire disgustosa per giustificare un’altra ingiustizia… La penalità sull’assegno e l’ennesimo furto a danno dei lavoratori… E quota 41??? Sono pochissimi che riescono ad arrivare perché i più sono diplomati, quindi ai tempi si studiava e non si stava fino alle due e tre di notte a schiamazzare , e poi lavoro in nero e una miriade di concorsi, che senza la “raccomandazione” di entrava in annose graduatorie… E parliamoci chiaro lo so io che sono nessuno e gli studiosi della materia non fanno emergere questo aspetto? Io vedo solo malafede…
Buongiorno Elisabetta.
Buon ragionamento a cui aggiungo:
Se guardo ai tempi attuali per poi tornare a metà degli anni 90 a un periodo in cui l’inflazione era mediamente intorno al 5% e noi “regalavamo” agli investitori stranieri BTP con interessi di ben oltre 8 punti percentuali superiori all’inflazione; come posso dimenticare che quelli erano gli anni in cui i governi Amato, Dini e a seguire ci cucinavano la “riforma pensionistica contributiva” di cui ora vediamo tutti gli effetti!
Quello che successe a cavallo degli anni 90 è stato un periodo di colossale “investimento speculativo STRANIERO operato nel medio/lungo termine”, rimpolpato poi dall’arrivo dell’Euro e dal cambio.
Dopo averci spolpato a suon di tasse per garantire all’Europa il surplus primario per oltre un ventennio; ricordiamo che hanno pure architettato un colpo di Stato finanziario (2011).
Monti e Fornero chiamati per completare quanto restava da fare in fatto di pensioni e di imposte, ci lasciarono al rinato Letta ma anche il biennio 2013-2014 garantì allo straniero una media degli interessi sul debito del 4,3% con una inflazione ormai era scesa tra 0 e 1%.
Hai voglia a raccontarci tra le tante che quota 100 (giusta o sbagliata che sia stata) ha distrutto l’Italia aumentando il debito pubblico quando è evidente che questo è un cumulo di INTERSSI MEDIAMENTE PAGATI con un 5% di surplus sull’inflazione per un ventennio in gran parte è FUORIUSCITO dalla nazione.
Italiani BOT people? Un ricordo pressoché finito con gli anni 80.
Questo è ciò che oggi impedisce di cancellare la legge Fornero.
E mentre siamo a un bivio dato dal voto con le promesse da parte dei 4 attuali maggiori schieramenti per una “insalata russa” di proposte tra: Flat tax o patrimoniale – pace fiscale o cuneo fiscale – ddl Zan, matrimonio egualitario, cannabis, ius scholae o blocco dell’immigrazione – inceneritori, ponti, nucleare, quattordicesime o reddito di cittadinanza – agenda Draghi o spread … ecc. ecc ecc.
Tralasciando molte tra le supposte proposte, una in particolare, quella del Presidenzialismo a mio parere potrebbe essere invece una svolta nel fare della politica qualcosa di nuovo tra quanto, purtroppo, conosciamo da sempre.
Staremo a vedere!
Saluti.
Non scherziamo .. La proposta con “il contagocce” di Tridico?
Ci darebbero una miseria di anticipo poi il resto dopo i 67 anni di età !? (GUARDATE BENE LA TABELLA .. INDICIZZATA ALL’ASPETTATIVA DI VITA !) I 67 anni diventeranno poi 68 .. poi 69 ecc… SPERANDO NEL FRATTEMPO CHE TU MUOIA! Con il massimo rispetto nei confronti di tutti questi Signori che intervistati fanno previsioni “sul nostro” futuro (che spesso leggiamo anche a noi ormai da tempo “sull’orlo di una crisi di nervi” che ABBIAMO GIÀ 41 ANNI di contributi alle spalle .. ) ma a che età sono andati in pensione ? Rinuncerebbero mai a qualche loro diritto acquisito ? Sarebbe un bel segnale per la sostenibilità, l’equità, la normalità, la reciprocità , l’equilibrio !
Se FLESSIBILITÀ sia .. lo sia per tutti !
QUI OCCORE LA MOBILITAZIONE GENERALE.
41 ANNI DI LAVORO SENZA LIMITI DI ETA’
BASTA NON SE NE PUO’ PIU’
ANDREA
Benvenga anche la Proposta Tridico
anticipo della quota contributiva della pensione a 63 anni di età e 20 anni di contribuzione
se è l’unica cosa che si può fare in poco tempo, ma che non rimanga l’unica !
Ma è anche importante che vengano fatte delle proposte che durino per un periodo di almeno 5 anni, in modo da permettere ai lavoratori programmare la propria vita …
Salve a tutti! Spero che la Riforma delle pensioni, del 2023, preveda anche l’ aumento delle pensioni degli invalidi civili totali e parziali. Ringrazio, con tutto il cuore, tutte le Istituzioni e la Redazione di Pensioni per Tutti.
Basta : non prendeteci in giro, ormai non vi crede più nessuno.
Inutile creare false speranze, bisogna imboccare un’altra strada per dare voce ai lavoratori e la conosciamo e la conosciamo ma facciamo finta di non conoscerla e così andiamo avanti come le pecore pronte a lamentarsi ma mai ad agire.