Pensioni 2023-2024, cosa conterrà il decreto lavoro: Quota 41, opzione donna? La voce a Perfetto
In molti si stanno chiedendo ‘Ma cosa potrebbe contenere il Decreto Lavoro di cui parla il Ministro Calderone?, Ci saranno le sospirate quota 41? la proroga dell’opzione donna con i requisiti modificati? oppure nulla verrà nuovamente fatto e verranno semplicemente confermate le attuali misure?
In buona sostanza in tanti sperano qualcosa possa ancora cambiare, ma si tratta di una falsa speranza? Abbiamo deciso di confrotnarci con nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto, in quanto ci ha abituato ad essere diretto e preciso nelle sue considerazioni, ed anche questa volta non si é smentito, vi lasciamo alle sue parole:
Pensioni 2023-2024: Perfetto’ triste vedere la gente vivere sul filo della speranza e triste vedere come questo venga alimentato’
Così Il Dott. Perfetto: “È triste vedere come la gente viva sul filo della speranza. Più triste ancora è essere testimoni di come venga alimentata nella gente una falsa speranza.
I lavoratori volevano Quota 41 indipendente dall’età anagrafica? La promessa fatta in campagna elettorale è stata mantenuta, ma solo in parte: si va in pensione con 41 anni di contribuzione, ma con 62 anni di età e con un tetto alla pensione pari a 2.818,7 euro lordi mensili. Raggiunti i 67 anni di età (fino al 2026), la pensione sarà erogata nel suo importo pieno calcolato secondo le regole ordinarie.
Le lavoratrici volevano la proroga di Opzione Donna? Il Governo ha prorogato per il 2023 Opzione Donna, ma con requisiti più stringenti: si va in pensione a 60 anni di età anagrafica (oppure a 59 anni se si ha un figlio, oppure a 58 anni di età se si hanno due figli) e con 35 anni di contribuzione, purché si sia caregiver, oppure si abbia una invalidità civile superiore o uguale al 74%, oppure licenziate (in caso di licenziamento, si può andare in pensione a 58 anni di età).
Si può sperare che Opzione Donna venga ripristinata con i requisiti originari? Certamente sì, si può sperare. Soprattutto ora che il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Calderone ha dichiarato che il Decreto Lavoro verrà licenziato entro una decina di giorni.
Ma cosa potrebbe contenere il Decreto Lavoro di cui parla il Ministro Calderone? Lo sappiamo già: al fine di promuovere l’inserimento stabile nel mercato del lavoro dei beneficiari del reddito di cittadinanza, ai datori di lavoro privati che assumono tali soggetti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato è riconosciuto, per un periodo massimo di dodici mesi, l’esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro (è scritto nella Legge di Bilancio LEGGE 29 dicembre 2022, n. 197 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data Giovedì, 29 dicembre 2022).
Cos’altro potrebbe contenere il Decreto Lavoro? Lo sappiamo già: sostenere l’occupabilità di lavoratori in transizione e disoccupati, mediante l’ampliamento delle misure di politica attiva del lavoro, nell’ambito del nuovo “Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL)”, e promuovere la revisione della governance del sistema di formazione professionale in Italia, attraverso l’adozione del “Piano Nazionale Nuove Competenze”. Inoltre, per quanto riguarda le donne, si intende favorire la creazione di imprese femminili e l’introduzione della certificazione della parità di genere. Realizzare la piena emancipazione economica e sociale della donna nel mercato del lavoro, prevedendo una sistematizzazione e ristrutturazione degli attuali strumenti di sostegno, con una visione più aderente ai fabbisogni delle donne, attraverso una strategia integrata di investimenti di carattere finanziario e di servizi di supporto per la promozione dell’”imprenditorialità femminile”. Tutto ciò è scritto nella pietra, cioè nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 5 Capitolo 1 – Politiche per il lavoro) sul quale viene esercitato il pressing sull’Italia da parte dell’Europa, perché (pare) che l’Italia sia piuttosto indietro nella realizzazione del PNRR”.
Pensioni 2023-2024: in quale punto si parelrà si pensioni nelo decreto lavoro?
Poi prosegue Il Dott. Perfetto: “In quale punto del Decreto Lavoro si parlerà di pensioni? Per quanto riguarda le donne, si punta ad aumentare l’occupabilità delle donne e non il pensionamento.
Le decisioni su lavoro e pensioni sono state già prese.
Il Presidente Meloni ha esplicitamente affermato che è compito delle aziende e non dello Stato creare lavoro. Il Presidente Meloni ha esplicitamente affermato che il compito dello Stato è mettere le aziende in condizioni tali di poter creare lavoro. Una di tali condizioni, per esempio, è sgravare il datore di lavoro dal versamento dei contributi previdenziali per farli gravare sulla collettività attraverso la fiscalità generale (aumento delle tasse). Questo processo non funzionerà. Se le imprese non vedono l’opportunità di vendere i loro prodotti, non assumeranno i lavoratori nemmeno se il loro costo fosse pari a zero. Le imprese, oggi, hanno bisogno di ridurre la forza lavoro, non di aumentarla. Solo lo Stato può intervenire per aumentare l’occupazione attraverso ingenti investimenti (a cominciare, per esempio, col sistemare le perdite d’acqua degli acquedotti, perdite che arrivano anche al 70%. Ma anche, volendo, costruendo il ponte sullo Stretto di Messina. Non serve a nulla il ponte, ma crea lavoro).
Se non si aumenta l’occupazione non si potrà aumentare il numero dei pensionati. Non è solo una questione finanziaria. È soprattutto una questione di numero di lavoratori. Evitando di mandare in pensione i lavoratori e le lavoratrici, si mantiene il numero di lavoratori attivi tale da poter finanziare le pensioni attuali.
Allora, per concludere, cosa dovrebbe contenere il Decreto Lavoro di cui parla il Ministro Calderone?
Il Decreto Lavoro dovrebbe affermare che lo Stato intende aumentare il livello occupazionale attraverso la stretta collaborazione tra pubblico e privato mediante l’istituzione di un Ente controllato al 51% dallo Stato che supervisionerà l’attuazione di quanto è stato specificato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (attualmente la governance del Piano prevede una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero dell’Economia. Ma ciò non è sufficiente, e ciò è testimoniato dal fatto che l’attuazione del PNRR non va avanti secondo le tempistiche stabilite, mettendo anche a rischio i fondi europei destinati all’Italia)“.
Cosa ne pemnsate delle sue considerazioni? A vostro avviso cosa conterrà questo ‘fantomatico’ Decreto Lavoro? Fatecelo spaere come sempre nell’apposita sezione commenti del sito.
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dott.perfetto le chiedo perché non è mai stata presa in considerazione quota 42 senza finestre ovviamente 41 per le donne.secondo lei è fattibile? in fondo la politica è l’arte del compromesso.
grazie per la risposta
Sig. Alessandro Barucci, la pensione anticipata Fornero con 42 anni e 10 mesi (1 anno in meno per le donne) era senza finestre fino al 2018.
Le finestre sono state introdotte dal Governo Conte 1 con il Decreto legge 28 gennaio 2019 n. 4, precisamente nell’Articolo 15 dal titolo “Riduzione anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato indipendente dall’età anagrafica. Decorrenza con finestre trimestrali” in cui si afferma testualmente “l’accesso alla pensione anticipata è consentito se risulta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il trattamento pensionistico decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei predetti requisiti”.
La Riforma Fornero aveva tolto le finestre e le aveva inglobate nella pensione di vecchiaia (aumentando l’età anagrafica) e nella pensione anticipata (aumentando gli anni di contribuzione).
Il Governo Conte 1 ha lasciato inalterata la pensione anticipata Fornero, ma ha reinserito le finestre.
Il Governo Conte 1 ha creato le premesse per portare la pensione anticipata a 43 anni. Infatti la pensione anticipata 42 anni, 10 mesi e tre mesi di finestra equivale, di fatto, a 43 anni e 1 mese.
Dopo che la pensione anticipata sarà stata portata a 43 anni e 1 mese, eliminando le finestre, il Governo che si alternerà aggiungerà nuovamente le finestre. E così via, fino a far convergere la pensione anticipata verso la pensione di vecchiaia la quale è destinata a raggiungere i 71 anni di età anagrafica.
Rispondo quindi alla sua domanda se sia fattibile o meno eliminare le finestre. Seguendo la strategia del Governo, eliminare le finestre è fattibile, ma aumentando l’età anagrafica e gli anni di contribuzione.
La politica è senz’altro l’arte del compromesso. Intendo riferirmi alla politica nel senso nobile della parola, alla politica che mira al rispetto degli oppositori, a dare le dimissioni dal Parlamento piuttosto che cambiare casacca per formare un gruppo autonomo al Senato o alla Camera, a far valere le proprie ragioni politiche piuttosto che a dequalificare l’avversario politico sul piano personale.
La politica è anche un’arte psicologica (chiamiamola così): fare accettare al popolo ciò che il popolo non desidera accettare. In quest’arte, forse, non tanto i politici, quanto invece i cosiddetti “spin doctor” (gli esperti di comunicazione che fanno da consiglieri ai politici), sono da ritenersi piuttosto bravi.
Come si vuol dire la Legge Fornero resterà,eccome Resterà ci hanno illuso sono D’accordo noi de 60 saremo là Generazione che lavorerà più di tutti,con la beffa di prendere meno soldi di chi e andato prima . Posso dire che arrivare a 43,1 anni ed un mese sono tantissimi (io mi sarei accontentato se toglievano la finestra dei 3 mesi)
Di sicuro c’è la poca propensione dei politici italiani di lavorare a favore del Popolo ( ricordiamo che i politici sono stati eletti dai cittadini che pagano le loro laute pensioni); tutto il loro impegno li mettono nel favorire una comunità europea tiranna e schifata dei popoli ma serva della finanza, delle banche e delle multinazionali.
Da una parte dal 2011 c’è la Fornero che è un punto fisso dall’altra parte negli anni ci sono stati forme utili al contenimento sociale della rabbia : OD , quota 100, Quota 102, Quota 103, 41 Precoci , Lavori usuranti etc..etc… L’eliminazione di OD , di fatto , è un bruttissimo segnale che lo stato non si può permettere di spendere anche molto poco per le forme di pensione anticipata ed è il segnale che dal punto di vista entrate – uscite lo stato non si può permettere di destinare uscite alle pensioni . Questo è vero oppure i soldi lo stato li vuole destinare ad altre uscite ? A mio parere non è vero che lo stato non se lo può permettere ma è vero che lo stato preferisce destinare le uscite ad altre priorità piuttosto che alle pensioni. Siamo al punto che c’è la paura che lo stato metta mano alla fornero peggiorandola !!! come diceva Battiato : Povera Italia .
Ma non si potrebbe trovare la stessa soluzione trovata per inviare le armi in Ucraina che non comporta alcuna spesa per lo Stato Italiano?
Dott. Perfetto, il suo commento è impeccabile, anche se ho dubbi in merito al suo giudizio su alcuni investimenti, come ad esempio il ponte sullo stretto, personalmente, credo invece che vadano fatti investimenti per creare infrastrutture ed opere fattibili al centro sud, strade, ferrovie, potenziamento dei porti, questo si che creerebbe lavoro, sviluppo, farebbe da attrazione per investimenti, permetterebbe ai nostri figli (oggi costretti ad emigrare al nord ovvero all’estero) di rimanere in loco, aiuterebbe tanto la nostra economia ed il sistema pensionistico;
I PNNR avrebbero potuto essere una opportunità, invece qui al sud assistiamo alle classiche tiratine di giacca a politici, per portare una struttura sportiva (campo di calcio, piscina, ecc..) in questa o quella citta o piccola cittadina dove ne hanno già due, tre o addirittura quattro di cui qualcuna incompleta o totalmente abbandonata, questo è già emblematico, non le pare??;
In merito alla situazione sulle pensioni, le dico con tutta sincerità che, sin dall’inizio di questa legislatura, con questi venditori di fumo che promettevano aria fritta, con i miei 39 anni di contribuzione e quasi 62 anni, da subito, non mi sono fatto illusioni, ed al riguardo, pensandoci bene, se questi “ciarlatani” sono stati capaci persino di peggiorare OD figuriamoci se non sono capaci di peggiorare la legge Fornero!!
a me, di certo, non fa per nulla simpatia, ma almeno quella qualche certezza la da!!!
Un cordiale saluto, Grazie ai gestori del sito che ci permettono di esprimere le nostre idee.
Caro Peppe 61; tu sei meridionale e quindi la realtà del sud la conosci meglio di noi che viviamo al Nord; la legge fornero dà certezze? guarda che l’hanno fatto apposta per far dire: almeno quella legge dà certezze; peggiorare la Fornero? era prevista peggio di quello che è adesso; solo se pensi che nel 2019 era già salita a 43 anni e 3 mesi; cosa bloccò l’aspettativa di vita? quota 100; adesso, in una stima approssimativa visto che poi c’è stato il Covid a essere ottimisti saremmo a 43 anni e 6 mesi, anche perchè non calava mai, cresceva anche di 5 mesi quando era previsto di 3mesi; saluti a te e ai gestori del sito
Caro paolo Prof. mi spiace contraddirti, ma l’aumento dell’aspettativa di vita della legge Fornero, non è stata bloccata da quota 100 ma dai morti per covid 19 che hanno fatto abbassare le speranze di vita di qualche anno e che comunque se non verrà ulteriormente bloccata riprenderà il suo cammino, infatti, Il primo adeguamento si è verificato nel 2013 ed è stato pari a 3 mesi (cfr: decreto 6 dicembre 2011) mentre il secondo adeguamento ha avuto luogo nel 2016 ed è stato pari a 4 mesi (cfr: decreto 16 dicembre 2014; Circolare Inps 63/2015). Il terzo adeguamento è scattato il 1° gennaio 2019 in misura pari a 5 mesi (cfr: decreto 5 dicembre 2017; Circolare Inps 62/2018); il quarto adeguamento, per il biennio 2021-2022 è stato nullo a causa del rallentamento della speranza di vita (cfr: decreto 5 novembre 2019; Circolare Inps 19/2020) così come il quinto adeguamento previsto per il biennio 2023-2024 (cfr: decreto 27 ottobre 2021; Circolare Inps 28/2022). Dal 2021 gli adeguamenti hanno, inoltre, cadenza biennale: 2021, 2023, 2025 e così via . Il 23^ rapporto pubblicato ad Agosto 2022.
Ripeto la legge Fornero non mi fa per nulla impazzire, ma ricordiamoci almeno che questi nostri signori, attuali governanti, hanno fatto delle promesse migliorative, (quota 41 per tutti a prescindere dall’età anagrafica) alla fine ci siamo ritrovati con “Opzione Donna” che è stata peggiorata ed a questo punto non si esclude che mettano mano alla Fornero peggiorandola, nel senso che, molti di noi dovrebbero andare con il sistema misto ed invece adesso cominciano a parlare di andare in pensione con il calcolo “tutto contributivo”, il che significa che con si va a perdere almeno il 25% sulla quota retributiva!!! francamente dopo 41 anni di lavoro non mi pare sia una brillante idea!!! come si dice dalle mie parti, Chi vivrà vedrà!!!!!
E le donne che a 58/59 anni dopo oltre 35 anni di lavoro hanno perso il lavoro cosa devono fare???? Ci mettiamo in fila davanti alla Caritas prima di arrivata prendere la pensione di vecchiaia???? Pensateci voi del Governo che dopo 5 anni godete di bonus, vitalizi ecc…
ho quasi 62 anni, un impiego pubblico che svolgo da sempre con profesionalità e responsabilità.
Vengo da anni difficili in cui ho fatto i conti con la malattia dei genitori e tutt’oggi sono amministratore di sostegno di un parente in casa di riposo e sono esausta .
Confidavo in opzione donna, ma ironia della sorte , sono rientrata nei parametri nel 2022 e il governo cosa fa ? mette i paletti e sono rimasta fuori . Confesso , mi sono lasciata prendere dalla depressione e questa attesa mi sta logorando. Non basta far tornare i conti dello stato, la vita delle persone vale di piu’, se vogliono i soldi li trovano.
Cara rita, piena solidarietà; trova il lato positivo: se non rientri nei parametri attuali vuol dire che non sei a quel limite per rientrare in opzione donna: quest’anno il limite è bassissimo; sei sicura che facendo l’amministratrice di sostegno non rientri? forse rientreresti se questa tua parente fosse a casa tua ma il carico sulle tue spalle sarebbe molto più elevato; secondo me l’anno prossimo qualche probabilità c’è; non resta che attendere quello che già decideranno nel DEF nelle prossime settimane; tieni duro e forza e coraggio, ce la farai; saluti a te e ai gestori del sito
idem. Vi prego fate ritornare opzione donna senza paletti. abbiamo già sofferto molto, Grazie .
Vi leggo sempre volentieri e oggi ho letto questa intervista al Dotto Perfetto che credo, se sbaglio correggetemi, sia già PENSIONATO, come altri illustri PENSIONATI che intervistate periodicamente i quali ci illustrano le loro opinioni.
NOI che scriviamo i commenti invece NON siamo pensionati, lavoriamo da decenni e non sappiamo quando potremo andare in pensione in quanto con più ci avviciniamo al traguardo, con più questo si allontana.
Avrei una semplice domanda per voi della redazione, da girare a chi può rispondere:
– se il Governo riproponesse a fine anno e quindi per il 2024 la quota 103 (62 anni di età e 41 di lavoro)
come dovrebbero comportarsi gli attuali 61enni che già oggi hanno 41 anni di lavoro, ma compiranno i 62 anni di età nel 2024, possono GIA’ DA ORA stare a casa dal lavoro ?
Caro Brave; domanda da 100 milioni di euro, già da adesso stare a casa? non penso proprio; quello di adesso è il documento di economia e finanza; dà delle indicazioni di quello che si ha in mente di fare, poi c’è chiaramente la legge di bilancio che deve essere approvata in linea di massima entro dicembre; in genere per la scuola le domande si fanno negli ultimi anni a ottobre; i requisiti sono della legge fornero; quello che riguarda te lo vedrai tra novembre e dicembre; quota 103? in un altro commento leggiti quello che secondo me avverrà ma è solo la mia opinione; tutto chiaro? saluti a te e ai gestori del sito
Sig. Brave, effettivamente io sono già pensionato, dall’1 gennaio 2021, con Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di lavoro), avendo maturato un’età anagrafica di 65 anni e un’anzianità contributiva di 41 anni (quindi, se vogliamo, Quota 106).
Lei domanda: “se il Governo riproponesse a fine anno e quindi per il 2024 la quota 103 (62 anni di età e 41 di lavoro) come dovrebbero comportarsi gli attuali 61enni che già oggi hanno 41 anni di lavoro, ma compiranno i 62 anni di età nel 2024, possono GIA’ DA ORA stare a casa dal lavoro ?”
PREMESSA: se il Governo riproponesse a fine anno, e quindi per il 2024, la quota 103 (62 anni di età e 41 di lavoro), ovvero, se il Governo prorogasse nel 2024 Quota 103 ancora in via sperimentale, allora il Governo specificherebbe che i requisiti (62 anni di età e 41 di lavoro) dovranno essere raggiunti entro il 31 dicembre 2024.
MIA RISPOSTA: gli attuali 61enni che già oggi hanno 41 anni di lavoro, ma compiranno i 62 anni di età nel 2024 NON POSSONO già da ora stare a casa dal lavoro, ma dovranno attendere il giorno in cui matureranno anche l’altro requisito, ovvero 62 anni di età anagrafica (e quindi nel 2024).
Grazie per la solerte risposta,
il mio quesito, posto in modo fuorviante, intendeva sottindere se tali categorie di lavoratori, (posto in essere la ripresentazione di quota 103, la quale, sempre se riproposta, avverrà entro la fine del 2023),
possono esentarsi dal lavoro già dal momento della entrata in vigore del riproposto decreto, in quanto già in possesso dei 41 anni di contribuzione, ed attendere nel 2024 il compimento dei 62 anni di età e, a tale compimento, contestualmente presentare domanda di agognata pensione.
Brave, ti avevo risposto ma non vedo il mio commento per cui lo riscrivo; una cosa alla volta.: prima bisogna che la quota venga riproposta e potrebbe essere come no; a quel punto bisogna aspettare i decreti attuativi che in linea di massima non avvengono prima di febbraio -marzo 2024; poi si parla di finestre di 3-6 mesi; senti un patronato e anche l’inps; è comunque tutto prematuro; saluti a te e ai gestori del sito
Una risata li seppellirà tutti!
Dottor Perfetto dopo la sua disamina avrei da porle una sola domanda a ciò che lei ha scritto in grassetto dove afferma che le decisioni in materia lavoro e pensioni sono state già prese quindi cosa partorirà il governo per l’anno 2024? Una proroga di quota 103 qualcosa di analogo o ci saranno sorprese al riguardo?
Sig. Luigi, lei mi domanda che cosa partorirà il Governo nel 2024, ovvero se prorogherà Quota 103 oppure se ci saranno sorprese.
Non so che cosa partorirà il Governo nel 2024. Posso solo immaginare che cosa potrebbe partorire.
In risposta al commento del sig. Marco (non ancora pubblicato mentre le scrivo) ho affermato che le linee guida del Governo sono dettate dagli eventi. Gli eventi-guida principali sono: calo delle nascite e invecchiamento della popolazione.
A causa di tali eventi, anche la Francia, la Cina, la Russia stanno pensando di innalzare l’età di pensionamento. Questa posizione da parte di nazioni così importanti rafforza la posizione governativa italiana nel proseguire verso l’innalzamento progressivo dell’età di pensionamento.
Il passaggio da Quota 100 (62+38) a Quota 102 (64+38) ha mantenuto fissi i 38 anni di contribuzione ed ha aumentato l’età anagrafica. Il lavoratore ha accettato psicologicamente l’innalzamento dell’età anagrafica.
Il passaggio da Quota 102 (64+38) a Quota 103 (62+41) ha ridotto di 2 anni l’età anagrafica ma ha aumentato di 3 anni gli anni di contribuzione portandoli da 38 a 41 (è come se si avesse aumentato l’età anagrafica di 1 anno). Il lavoratore ha accettato psicologicamente l’innalzamento degli anni di contribuzione.
Avendo il lavoratore accettato psicologicamente l’innalzamento degli anni di contribuzione, ed avendo già accettato l’innalzamento dell’età anagrafica, si trova ora nelle condizioni psicologiche di accettare il passaggio da Quota 103 (62+41) a Quota 104 (63+41).
Nel 2024 non ci saranno quindi sorprese: il Governo comincerà a far circolare la voce di Quota 104 (voce che, peraltro, circolava già nel 2022) per fare accettare al lavoratore Quota 104 (63+41).
Il Governo Meloni sa bene che l’opposizione parlamentare non avrà obiezioni a riguardo, e l’opposizione parlamentare non si opporrà perché potrà giocare la sua carta pensioni nelle promesse elettorali che seguiranno.
Il Governo Meloni non teme nemmeno le Organizzazioni Sindacali che, al più, potranno organizzare qualche sciopero (di venerdì, naturalmente).
Il Governo Meloni si trova (almeno in Italia) in una posizione di schiacciante superiorità su tutti (unica minaccia per la sua sopravvivenza potrà provenire solo dalla mancanza di coesione degli alleati interni).
Ringrazio il Dottor Perfetto per le sue risposte sempre precise dettagliate e gentili l’unico appunto “scioperi del venerdì” andrebbero bene ugualmente ad una condizione che coloro i quali aderiscono si rechino alla manifestazione in questo caso si potrà chiudere un’occhio anche se legato al weekend. Ps. Grazie anche a Paolo Prof.
caro Luigi, io credo che tra alcune settimane le cose saranno più chiare; il dott. perfetto ti risponderà sicuramente e la sua visione sarà come sempre molto più chiara della mia; quota 103? può essere ma non è detto; più probabile 104; e con quale combinazione? lì è proprio un terno al lotto: le variabili sono tante: 64 e 40; 63 e 41; 62 e 42; 65 e 39; tutto dipende da alcuni fattori: se tengono alta l’età e così escludono quelli più giovani; se tengono alti i contributi così escludono chi ne ha pochi; guarda la differenza tra quota 102 e 103; perchè fanno così? perchè per loro la regola base è la legge fornero ; al di là di quella altro che 4 gatti; 1 gatto e pure spelacchiato; sai quanto vorrei che non fosse vero, ma ormai ho capito come ragionano; saluti a te e ai gestori del sito
Daccordissimo che lo stato investa per creare occupazione, con gli acquedotti il lavoro è enorme. Abbiamo migliaia di mq di tetti pubblici da destinare al fotovoltaico, una miriade di attività esternalizzate che costano più della gestione diretta anche se attuate con dipendenti sottopagati, abbiamo il patrimonio storico artistico da valorizzare economicamente, una marea di immobili e infrastrutture pubbliche in carenza anche grave di manutenzione. Personalmente, mi perdoni Dott. Perfetto, se il ponte sullo stretto non serve non facciamolo che sicuramente quei soldi possono trovare impiego e creare occupazione in qualche settore realmente utile e perciò realmente e totalmente economico. Per il resto grazie per la consueta ed illuminante chiarezza e precisa conoscenza.
Sig. Stefano 1961, l’obiettivo principale dello Stato, in senso assoluto, è creare occupazione.
Il lavoro rende liberi, nel senso che il lavoro dà all’uomo un reddito quale mezzo necessario per affrancarsi dalla schiavitù della povertà.
Il lavoro, di qualsiasi genere esso sia, dà dignità all’uomo che lo svolge, evitandogli l’umiliazione di chiedere l’elemosina a passanti indifferenti, o di accettare sussidi da uno Stato indifferente.
Il lavoro è ciò che dà identità alla persona, è ciò che gli permette di presentarsi nella società che non ti domanda “chi sei” ma ti chiede “che cosa fai”.
Il lavoro è ciò che illumina la vita di una persona, è ciò che trasforma i suoi sogni in progetti di vita, come comprare una casa, formare una famiglia, allevare dei figli.
Il ponte sullo stretto di Messina non serve. Anche l’Europa, tramite il nostro commissario europeo per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni, sostiene che occorre concentrarsi più sul PNRR che sul ponte sullo stretto.
Ma l’intenzione del Governo è quello di fare il ponte sullo stretto. Sono in atto forze politiche, gruppi di interesse, gruppi di pressione che hanno il medesimo fine di creare il ponte sullo stretto. Come orientare queste forze verso altri obiettivi di maggiore utilità per la nazione?
Sappiamo che in opere infrastrutturali di tali dimensioni concorrono organizzazioni che operano al limite della legalità. Forse, è proprio per il timore di infiltrazioni di tali organizzazioni che i funzionari di Stato hanno “paura di firmare”. Forse, è proprio per la “paura di firmare” che il PNRR non va avanti.
E allora, sig. Stefano 1991, cosa vogliamo fare? Accettare di fare il ponte sullo stretto con tutto ciò che ne consegue in termini di illegalità, ma dare almeno ad un pugno di lavoratori l’opportunità di prendere il volo verso la libertà, oppure continuare a non fare nulla, né cose utili, né cose inutili?
So che alla domanda non c’è una sola risposta. Ognuno di noi ha la propria risposta.
Sig. Marco, lei domanda per che cosa paghiamo ministri, vice ministri, sottosegretari. Li paghiamo per guidare la Nazione, ci verrebbe da dire.
Li paghiamo per far crescere il reddito pro capite di milioni di italiani (e quindi il PIL nazionale), e per ridurre la povertà assoluta in cui versano milioni di italiani.
Da anni il PIL nazionale cresce dello zero virgola per cento, e quindi da anni il reddito pro capite di milioni di italiani non aumenta. È aumentata, invece, la povertà assoluta di milioni di italiani.
Ci hanno provato tanti Governi a migliorare le condizioni degli italiani. Ma ogni Governo che si è succeduto ha prodotto risultati di gran lunga inferiori alle aspettative. Ogni Governo potrebbe dire “senza il nostro intervento sarebbe potuto andare peggio”. Può darsi. Ma è un’affermazione che non può essere provata, e quindi priva di valore.
Vede, sig. Marco, non è facile guidare una Nazione. I nostri governanti ci provano. Imparano. Non ci riescono. Passano il comando. Ci riprovano altri. Nemmeno ci riescono. Perché?
I governanti non riescono a governare la nazione, perché sono gli eventi che governano la nazione: calo delle nascite, allungamento della vita, invecchiamento della popolazione, emigrazione, immigrazione, pandemia, guerra, inflazione. E ad oggi, nessuno dei nostri governanti è in grado di governare nessuno di questi eventi.
Paghiamo ministri, vice ministri, sottosegretari perché imparino a governare gli eventi. Perché imparino a guidare la Nazione. Perché imparino come migliorare le condizioni di vita di milioni di italiani.
Buona sera, sono convito che tutte queste persone imparerebbero più in fretta se gestissero i loro soldi e non quelli degli altri. In buona sostanza se sbagliano devono pagare in parte anche di tasca loro. Solo cosi ne usciamo
Comodo divertirsi con il sed..e degli altri
come sempre molto esaustivo il dott. Perfetto; grazie; saluti a lei e ai gestori del sito
Dovranno investire sulla sanità perché e ormai certo che tutti noi che stiamo dalla mattina alla sera dietro queste notizie ci ammaleremo seriamente, le insonnie, le depressioni, i problemi cardiaci saranno all’ordine del giorno poiché, ci consumeremo cercando di carpire inutilmente venti di speranza … ma noi siamo un popolo inattivo e facili alla sottomissione e la sottomissione genera sconforto e a lungo andare lo sconforto genera le malattie di cui sopra … viva la Francia … ma ormai, ho capito che posso dirlo solo con un filo di voce nel silenzio che abbiamo generato intorno a noi e alle nostre vicende e nell’incapacità di reagire di trovare soluzioni e di definirci un popolo coeso … siamo stati bravi a capire i bisogni di tutti e tutti hanno imparato a non capire più i nostri … non lo capiranno più!
Come affermato dalla Meloni non è compito dello Stato creare lavoro quindi il lavoro deve essere creato dalle Aziende ora quello che i Governi ,i sindacati alcune forze politiche non capiscono e che il privato investe dei soldi solo se ha certezze di ritorno con adeguati guadagni ,non è un benefattore per cui il compito del governo e quello di facilitare la vita ,abbassare le tasse ,snellire la pesante burocrazia facilitare al massimo gli investimenti stranieri sul ns territorio non facendo scappare tutti perchè attratti da altri Paesi dove tutto è più semplice e redditizio ,se non si cambia rotta e non si capisce questo i problemi non si risolveranno mai
Buongiorno Luce.
Belle parole… alcune condivisibili, ma dimentica qualcosa.
Come la mettiamo con la globalizzazione, le delocalizzazioni, la ricerca dell’utile da investimento quando gli stipendi dei lavoratori italiani sono già la metà di quelli tedeschi.
Sintetizzando al massimo l’industria tedesca funziona … e la nostra … perché funzioni come la tedesca cosa dobbiamo attenderci di ridurre gli stipendi a livello di quelli cinesi.
il problema reale che lei sottace è la nostra insufficiente RICERCA.
Non è sufficiente sentirsi i primi della classe parlando di moda, di industria del lusso, pizza e fichi, ecc. ecc.
Per quanto riguarda lo “straniero”, lo ho visto all’opera in fabbrica.
Dopo i compianti, vecchi industriali italiani fondatori, è arrivato il noto fondo d’investimento italiano operante in tutta Europa, poi la multinazionale indiana, e successivamente il fondo d’investimento americano.
Risultato … dipendenti dimezzati e paghe, per chi resta, ridotte all’osso; dirigenza esclusa.
Saluti.
Vede Wal52 ovviamente per problema di spazio non è possibile scendere nei particolari(sia chiaro che non sono un’esp)comunque basta per esempio(molto spicciolo) guardare una busta paga e vedere il costo del dipendente per l’Azienda e quello che finisce in tasca al lavoratore , alla fine il tutto si traduce in un costo altissimo per l’Azienda e per il lavoratore uno stipendio basso , è evidente che la tassazione è eccessiva cosi facendo si penalizza Azienda e lavoratore con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti
La realtà è che di noi “boomers” non interessa nulla a nessuno, serviamo solo a mantenere in piedi la baracca e cercano in tutti i modi di non darci niente indietro. Nessuno ha mai lavorato tanto prima di noi e nessuno lavorerà tanto dopo, questo è più che certo. In tutto questo trovo vergognoso l’atteggiamento dei sindacati che invece dovrebbero tutelarci. Ormai sta prendendo il sopravvento una rassegnazione passiva nei confronti di questi eventi e anche leggere questo sito diventa fonte di amarezze quotidiane. Comunque saluti ai gestori del sito e grazie per il servizio che svolgete.
Sono d’accordo, nessuno ha mai lavorato tanto quanto noi nati negli anni 60 …
E per poi non riuscire non solo ad uscirne, ma con una pensione dignitosa…
Penso che è corretta l’analisi del dott. Perfetto.
Per quanto concerne le pensioni è già tanto se confermeranno le attuali deroghe in essere: Ape sociale, Opzione donna, vedremo in che versione e, a questo punto, personalmente, spero quota 103!
Detto questo l’augurio e spero, che innanzitutto non peggiorino la Fornero, e poi ci sia qualcosa per i tanti disoccupati e inoccupabili over 60!
nel decreto lavoro potrebbe anche esserci la riduzione della Naspi oltretutto!
Ci sono un sacco di giornalisti economici, prezzolati o filo governativi, che scrivono che in Italia si va in pensione mediamente troppo presto….bugie smentite da INPS.
Certo che non possiamo ammazzare tutti quelli che godono di baby pensioni o d’oro, magari da 35/36 anni (media effettiva).
Egr. Dott. Perfetto, teniamoci stretta la Fornero, magari con aggiustamenti in ordine alla flessibilità a costo zero.
Il processo descritto assomiglia a un cane che si morde la coda. Se non c’è lavoro, non ci sono pensioni. Se ci sono pensioni, non ci sono soldi per il lavoro. Perchè il lavoro non piove dal cielo.
Con la politica industriale e, in genere, della produzione ispirata ad una sempre più spinta automazione per ridurre forza lavoro, vorrei vedere chi paga i contributi per mantenere in vita il sistema pensionistico.
O lor signori si mettono a fare le cose come si deve (al riguardo sorgono fortissimi dubbi), o qui va tutto a carte e 48!!
Cari Alex, evasione 100 miliardi e sprechi evitabili, ancora di più, come si fa a dire che non ci sono i soldi per le pensioni. Sugli e/c i soldi ci sono, è solo un problema erariale.
Oltre ha suoi pensieri su tristezza e speranza aggiungo che tutto ciò comporta un effetto domino. In primis verso il lavoro perchè posso giurarle che io ci metto ancora oggi prossimo ai 41 tutta la serietà tutta la professionalità di questo mondo ,ma si dice al cuor non si comanda.Quindi lavoro senza voglia senza serietà senza professionalità.L’ effetto domino poi prosegue al bar in piazza al supermercato dove con i coetanei si parla solo di malattia infortunio o CHE C….O ME NE FREGA SE VA MALE DOVE LAVORO AL MASSIMO MI DANNO UNA BUONA USCITA E LA NASPI.Infine l ‘effetto domino prosegue a casa con i proprio figli dove non puoi non dirgli che chi ci governa è ladro è falso è bugiardo.Il risultato di questo lo vedremo a breve termine.Faremo una brutta fine se il sindacato non si decide di fare opposizione .Perchè si dice che in un paese democratico ci deve essere chi governa e chi fa opposizione. Be questo da noi in ambito lavorativo è assente da oltre un decennio
Ti capisco Fausto, anch’io sono prossimo ai 41 e la mia professionalità non mancherà mai…. quello che manca è la voglia e le forze,,,,
Vi capisco perché anch’io sono prossimo ai 41 e sono nelle vostre stesse condizioni. Mi do da fare mi impegno ma poi non me ne frega niente se l’azienda cresce! Buon per loro ma la voglia e le forze mancano ed è l’unica cosa che mi interessa!
E io cosa dovrei dire… ho 60 anni e 42 suonati di contributi + (1 anno sul groppone perso per strada). Una vita da mediano..
E chi è disoccupato a 60 anni? Con 40 di contributi versati? Signora Calderone ci ha pensato!!!!!!!!
Sindacati fate qualcosa!!!!!!!!!
Altro che il ponte sullo stretto!!!!
Carlo
Non date retta a propagande disfattiste. Il ponte, così come tutti gli investimenti in infrastrutture, crea ricchezza e dunque maggiori possibilità in futuro di pagare le pensioni
Carlo per te c’è la Naspi e poi la pensione sempre se ci arrivi e se non l’hai già usufruita tutta.
Vedremo, in ogni caso l’assunto che dobbiamo continuare a lavorare perché le nostre trattenute servono per pagare la pensione di chi già la percepisce grida vendetta. Detto così dobbiamo sperare nella dipartita di chi è in pensione ? Magari anche no. Un saluto a tutti
Ma se come affermato dal Dott. Perfetto, non cambiera nulla … chi mi dice per cosa paghiamo tutta questa gente? intendo ministro viece ministro segretari vari ecce…. per fare cosa?
grazie a chi vorrà e saprà rispondere
Sig. Marco, lei domanda per che cosa paghiamo ministri, vice ministri, sottosegretari. Li paghiamo per guidare la Nazione, ci verrebbe da dire.
Li paghiamo per far crescere il reddito pro capite di milioni di italiani (e quindi il PIL nazionale), e per ridurre la povertà assoluta in cui versano milioni di italiani.
Da anni il PIL nazionale cresce dello zero virgola per cento, e quindi da anni il reddito pro capite di milioni di italiani non aumenta. È aumentata, invece, la povertà assoluta di milioni di italiani.
Ci hanno provato tanti Governi a migliorare le condizioni degli italiani. Ma ogni Governo che si è succeduto ha prodotto risultati di gran lunga inferiori alle aspettative. Ogni Governo potrebbe dire “senza il nostro intervento sarebbe potuto andare peggio”. Può darsi. Ma è un’affermazione che non può essere provata, e quindi priva di valore.
Vede, sig. Marco, non è facile guidare una Nazione. I nostri governanti ci provano. Imparano. Non ci riescono. Passano il comando. Ci riprovano altri. Nemmeno ci riescono. Perché?
I governanti non riescono a governare la nazione, perché sono gli eventi che governano la nazione: calo delle nascite, allungamento della vita, invecchiamento della popolazione, emigrazione, immigrazione, pandemia, guerra, inflazione. E ad oggi, nessuno dei nostri governanti è in grado di governare nessuno di questi eventi.
Paghiamo ministri, vice ministri, sottosegretari perché imparino a governare gli eventi. Perché imparino a guidare la Nazione. Perché imparino come migliorare le condizioni di vita di milioni di italiani.