Pensioni 2023-2024, l’editoriale di Marino: silenzio tombale del governo

Dopo l’ultimo incontro del Governo con le parti sociali del 13 febbraio 2023, tra l’altro senza la presenza del Ministro Calderone, è caduto un silenzio tombale sulla nuova riforma delle pensioni che dovrebbe, a detta di tutti gli addetti ai lavori, essere attuata nel corso di quest’anno.

Riforma Pensioni 2023, un ,mese e mezzo di silenzio senza incontri

Un mese e mezzo di assoluto silenzio senza alcun incontro programmato con le parti sociali, nessuna dichiarazione di esponenti governativi, nulla di nulla con le sole notizie su questo importantissimo aspetto che incide sulla carne viva dei cittadini che vengono dalla vicina Francia dove invece questo argomento è sulle prime pagine dei giornali e tra le prime notizie dei TG.

Si sta verificando la medesima situazione dell’anno passato quando dopo due/tre incontri nei mesi di gennaio e febbraio che facevano sperare finalmente di essere sulla buona strada per raggiungere un risultato che i cittadini italiani aspettano da molti anni, improvvisamente si è registrato un brusco stop che ha fatto deragliare il treno spedendolo su un binario morto.

Ma se l’anno passato ci poteva essere una giustificazione dovuta all’improvviso scoppio della guerra nel centro dell’Europa, evento che non si verificava da oltre trent’anni, ed eravamo ancora nel pieno della pandemia che ricordiamolo sempre ha causato oltre 180.000 decessi con una diminuzione dell’aspettativa di vita di 1,2 anni, e con governo tecnico che di lì a pochi mesi sarebbe stato sfiduciato con ricorso a nuove elezioni anticipate, in questo caso non ci sono giustificazioni in quanto abbiamo un Governo politico con una grandissima maggioranza che fin dalla campagna elettorale e immediatamente dopo il suo insediamento ha sempre affermato che l’argomento previdenziale sarebbe stato uno dei punti fondamentali dell’impegno governativo.

Pensioni 2023, slitta anche quota 41, promesse disattese dal Governo

Non trova, pertanto, alcuna giustificazione questo improvviso stop ed anche la promessa di approvare nel mese di aprile un decreto per il ripristino parziale di Opzione Donna, quasi decapitata dalla recente legge di bilancio, appare quantomeno dubbiosa. La stessa proposta fatta dal Sottosegretario Durigon durante l’ultimo incontro con le parti sociali il 13 febbraio di concedere alle donne uno sconto di quattro mesi per ogni figlio fino ad un massimo di tre è stata buttali lì senza alcuna spiegazione tecnica, quasi come una “buotade” per stupire l’uditorio.

Sembra quasi che il Governo, impegnato su dossier come immigrazione, invio di armi in Ucraina, gestione del Superbonus, reddito di cittadinanza, PNRR, nomine dei supermanager alle società partecipate dello Stato, legge delega fiscale e Ponte sullo Stretto sia quasi disorientato e sull’importantissimo aspetto della previdenza prenda tempo, fa saltare un accordo con le parti sociali da inserire nel DEF di aprile, sposta alla fine dell’anno nella legge di bilancio qualche limitato provvedimento, procrastina addirittura alla fine della legislatura i 41 anni per tutti per accedere al pensionamento, disattendendo le promesse per l’attuazione di un’organica riforma delle pensioni entro il 2023.

Eppure, i recenti dati forniti dall’Osservatorio dell’INPS rivelano che il problema delle pensioni è importantissimo, che i 2/3 degli assegni sono sotto i mille euro, il 56% di essi è sotto i 750 euro ed addirittura il 22% è sotto i 500 euro, importi ovviamente lordi, evidenziano che vi è un fortissimo divario tra uomini e donne e che quasi un quarto delle prestazioni erogate sono di natura assistenziale. Poiché il sistema previdenziale italiano è a ripartizione, coloro che lavorano pagano la pensione per chi è già pensionato, ed essendo sempre meno i lavoratori attivi e con retribuzioni sempre più basse con un rapporto tra lavoratori e pensionati che scende vertiginosamente con seri rischi per tutto il sistema previdenziale italiano, è necessario intervenire immediatamente con tutte le risorse disponibili come partiti, sindacati, esperti, per risolvere definitivamente una problematica che interessa tutti, soprattutto i giovani.

I sindacati, che a rigor di logica, dovrebbero opporsi a questo incomprensibile silenzio da parte dell’Esecutivo su un aspetto che impatta così pesantemente sulla vita dei cittadini, a differenza dei cugini francesi che infiammano le piazze delle principali città, sono assenti, si limitano a qualche dichiarazione sulla necessità di una riforma previdenziale ma non coinvolgono le masse, più preoccupati di mantenere il loro status che di essere a difesa della classe lavoratrici.

Come si può vedere siamo di fronte una situazione non edificante, l’auspicio è che il Governo raccolga il grido d’allarme che si alza dai semplici cittadini e con il contributo di tutti renda operativa quest’anno una riforma delle pensioni necessaria e non più rinviabile.

35 commenti su “Pensioni 2023-2024, l’editoriale di Marino: silenzio tombale del governo

  1. Concordo pienamente con Andrea 62.
    Non stiamo parlando di regalare la pensione ma di dare la pensione a chi ha lavorato per una vita. La pensione è un diritto insindacabile, soprattutto dopo 41 anni di contributi e senza pensare a decurtazioni varie. Su altre tematiche di carattere più politico si può discutere ma l’argomento pensioni dovrebbe essere un diritto al di là di ogni partito ed è vergognoso che in Italia lo si usi per fare cassa.

  2. vabbè.. mi pare ovvio che il Governo sorto 4-5 mesi fa non può risolvere entro il 2023 il problema del fatto che “2/3 degli assegni sono sotto i mille euro, il 56% di essi è sotto i 750 euro ed addirittura il 22% è sotto i 500 euro”; tantomeno il divario uomo- donna e tantomeno il fatto che un quarto delle prestazioni erogate sono di natura assistenziale.
    Non capisco che senso ha porre la questione in questo modo.
    Quello che si può pretendere è che mantenga, entro un tempo ragionevole, le promesse riguardo la flessibilità delle uscite e Opzione donna.
    I Sindacato invece fanno cadere le braccia perchè si occupano di tutt’altro, continuando a rilanciare verso soluzioni impraticabili ogni volta che il dibattito si dirige verso qualche cauta e ragionevole apertura,

    1. E’ un’esortazione al Governo per aumentare le pensioni che sono da fame ed a ridurre l’enorme sperequazione tra uomini e donne

      1. Mauro Marino le pensioni sono da fame e le donne sono sperequate, perchè vige il sistema contributivo dal 1992 e il Pil non è cresciuto più dal 2001. E cosi l’assistenza sociale in perenne aumento manda in crisi anche la previdenza sociale.
        Quante probabilità pensa che ci siano di risolvere problemi come questo prima di 30 anni ?

        1. Non dobbiamo fare un batti e ribatti tra di noi che non serve a nulla. Abbiamo opinioni diverse, ti assicuro che ci sono margini per un cambiamento (se si vuole).
          Un saluto

  3. Salve, tenendo presente l’attuale stallo, se il Governo si dimostrasse disponibile per il 2024 a trattare solo su “un anno” di anticipo rispetto alla situazione attuale, su quale proposta i sindacati potrebbero uniformarsi per ottenere un minimo risultato positivo e soprattutto i lavoratori vicino al pensionamento su quale posizione maggiormente confluirebbero?
    Tenuto conto che difficilmente si tratterà su una riforma strutturale per il prossimo anno e focalizzando l’attenzione su modifiche generali che non tengono in conto il genere e le tipologie di lavoro le soluzioni di “RIPIEGO” da mettere sul tavolo potrebbero essere le seguenti:
    a) 1 anno di anticipo sull’età dell’attuale Q103 e cioè quota 102 con 61 anni e 41 di contributi;
    b) 1 anno di anticipo sull’anzianità e quindi una Q102 con 62 anni e 40 di contributi;
    c) 1 anno di anticipo sulla pensione di vecchiaia dagli attuali 67 anni a 66 anni (con 20 anni di contributi) lasciando inalterata l’attuale Q103;
    d) 1 anno in meno sulla pensione anticipata ordinaria e cioè passare dagli attuali 42 anni e 10mesi a 41 e 10 mesi.
    Sempre tenendo conto che la legge Fornero purtroppo farà da sfondo all’attuale sistema previdenziale almeno per il prossimo anno, sarei curioso di sapere quale delle 4 alternative di ripiego sarebbe considerata meno penalizzante rispetto al nulla di fatto.

  4. Non avevo dubbi.Siamo,da anni, governati da incompetenti.I sindacati non ho mai capito a cosa servano.La Meloni vista in televisione a Bruxelles mi sembrava un pesce fuor d’acqua.Salvini end company solo slogan ma nulla di concreto.La sinistra inesistente.L’unica persona con condizione di causa è la prof.ssa Fornero che,se pur mi abbia creato personalmente grossi problemi d’uscita per la pensione,tuttavia credo sia l’unica che abbia le idee chiare in merito.Comunque vediamo il proseguo ma la vedo dura.Saluti a tutti

    1. Come no….la professoressa fornero ha le idee chiarissime sul come massacrare la gente e farli continuare all’infinito….. fino alla morte….. mentre 400 mila super fortunati la pensione la prendono da oltre 40 anni – basta con questi diritti acquisiti….. incominciamo a mettere mano alle pensioni non supportate da contributi, poi passiamo alle mega pensioni e cancelliamo le rivalutazioni- la dobbiamo finire con la mano dura nei confronti di noi poveracci di questa generazione, che dobbiamo lavorare fino alla morte per mantenere i pensionati…….BASTA!!!!!

  5. Prima promesse prive di sostenibilità poi altre promesse di incontri serrati con le parti sociali, in entrambi i casi ne è seguito il nulla.
    In un rapporto normale tra persone normali sarebbe doveroso un chiarimento pena la perdita di fiducia.
    In un rapporto politico, se di tipo democratico, pure pena la perdita di fatto della tipologia democratica del rapporto per transitare in una forma assolutistica dove il detentore del potere fa ciò che vuole in quanto la liceità dell’azione deriva dal ruolo.

  6. Si ripercorre la strada dell’anno scorso, promesse di incontri per decidere cosa fare e poi rinviare alla prossima volta, che non si sa quando sarà qualsiasi decisione.
    Dire che fanno schifo è poco… Una continua presa in giro.

  7. Bisogna svegliarci e fare come stanno facendo I francesi, senza una Organizzazione di tutti quanti non si farà NULLA.
    Ognuno sta facendo per il suo interesse se ne fregano dei lavoratori e lavoratrice.
    Ciao.

    1. purtroppo mi sembra che i sindacati aspettino passivamente, non vedo tracce di loro pressioni sul governo, che trascura questa partita da un mese e mezzo

    2. Io ci ho provato sono rimasta a 119 firme nella mia petizione Pensioni atto finale … Ci sono popoli di lupi e altri di pecore … Ci sono popoli che fanno i fatti altri che fanno chiacchiere …

    1. Anch’io purtroppo ho subito la mancata pubblicazione di qualche commento, anche se cerco solo di esprimere educatamente delle opinioni personali…chiaramente devo accettare le scelte della redazione sui commenti da cestinare, però non le capisco

  8. Dr Marino, se pensiamo che Durigon ancora a settembre prometteva Quota 41 Secca SUBITO e ora che la situazione economica e’ persino meno peggiore dice che non si può fare subito per un problema di risorse …peccato che fino a settembre non avesse dubbi su dove trovare le risorse …giudichi Lei la coerenza e l’onesta’ intellettuale di certi politici…e il rispetto che hanno per i lavoratori …

  9. Come già detto il sindacato italiano e una piaga per questo paese.Tutti ma dico tutti dovrebbero togliere le tessere sindacali.Landini infame caino meno di dieci giorni fa sbraitava al congresso alle altre forze ORA BASTA E ORA DI AGIRE.Stessa falsità del Salvini che aveva promesso Q41.E Se incomincio anch’io ha essere falso come voi?

  10. Ribadisco che, con questo Governo, l’unica via percorribile e irrinunciabile, è la pensione facoltativa anticipata con decurtazione, che non comporti aggravi di costo per l’INPS. Questo almeno per il 2024. Non esistono motivi per dire di no. Marino o Cazzola che siano, usino i canali che loro conoscono per arrivare dove decidono. Poi si proponga tutte le riforme che ognuno desidera. I poveri e i disoccupati come me, sono stufi delle chiacchere.

  11. Nel 2024 ci saranno le elezioni europee dove ognuno correrà per se e quindi sarà colpa di tutti e di nessuno la mancata riforma. Spero che tutti coloro che hanno dato credito a questi incompetenti, lo ricordino.

  12. Purtroppo, il problema è che ormai ci hanno già fortemente fregati, qualche anno fa, con la legge Fornero e il governo ora si sente già a posto, per quanto chiesto dall’Europa, a differenza della Francia. Conseguenza, che questo, non è per il governo un problema urgente e di rilievo.
    Ci hanno già da tempo fregati senza che noi facessimo una decisa opposizione, ci hanno detto che era un momento difficile, che dovevamo farlo per le generazioni future e pochi hanno avuto il coraggio di protestare. Dopo aver visto uscire dal mondo del lavoro persone dopo 15, 19, 35 anni di contributi, in questi anni abbiamo visto i nostri colleghi e amici andare in pensione a 62 anni con quota 100, 102, 103, a seconda di come tirasse il vento, ora giustamente, un po’ in ritardo, non ci sta più bene. Siamo stanche e stanchi perché non ci è stato permesso di programmare il nostro futuro. Dover ora, obbligatoriamente, lavorare fino a 67 anni di età ed oltre è veramente troppo, ci devono essere delle alternative di uscita per i lavori più duri ma anche per motivi personali. Sottolineo inoltre, che le persone che hanno iniziato un percorso lavorativo a 25 anni per motivi di studio o per altro, la sola scelta del parametro dei 41 anni di contributi, non sarà sufficiente per uscire dal mondo del lavoro ad un’età più adeguata in linea con la maggior
    parte dei paesi europei che hanno limiti sicuramente inferiori ai nostri. Premesso che difficilmente faremo come i francesi e che i politici stanno probabilmente pensando ad altro e non hanno alcun interesse a cambiare le cose, salvo che per motiivi elettorali, purtroppo, l’unica nostra speranza sono i sindacati. Perciò li invitiamo a prendere in mano la situazione senza stare li ad aspettare un minuto in più e finalmente facciano adeguatamente i rappresentanti di chi mensilmente da anni sta pagando per far sentire la propria voce.

    1. Cara Roberta , come si dice in gergo troppa carne al fuoco; intanto una cosa erano i 15-19 anni di contributi e i 35 di contributi; è come un laghetto e un oceano; le quote 100-102-103 anche lì passiamo da un fiumiciattolo al rio delle amazzoni; quota 100 grandi opportunità ma non per noi del 1960; 102 ridicolo e solo per pochissimi e 103 una minima apertura ma troppi contributi; e per chi ha iniziato a 25 anni? bella domanda ; adesso c’è quota 103; basterà? fino all’anno scorso bastavano i 38 anni, adesso ne vogliono 41; credo che basteranno sempre però abbinati all’età; cosa fare? aver fiducia dei sindacati? si, per farti fare la dichiarazione dei redditi, per le pensioni lasciamo perdere; saluti a te e ai gestori del sito

  13. Dott. Marino sempre puntuale e preciso nelle sue affermazioni,ma noi non ci illudiamo più,propio su questo sito Durigon il 20 febbraio si e rimangiato la parola data insieme ai compari del governo affermando che quota 41 verrà fatta entro fine legislatura…vorrei dire altro ma per decenza mi fermo qui,saluti a lei e tutti i fratelli che usufruiscono del sito.

  14. Ne terremo conto alle prossime elezioni… Votare x altri e non più né destra è ne sinistra….. Vigliacchi, ci avete ingannati, come al solito….. Sempre x il è stipendi di na babbi

  15. Molti di noi soffrono e si stanno ammalando in attesa estenuante che decidano il da farsi. La flessibilità deve essere il punto cardine da tenere presente per la riforma.
    Ci sono soluzioni già pronte e non eccessivamente costose da approvare, per esempio quella del Dottor Mauro Marino o del Presidente Tridico.
    Pur avendo già la pappa pronta non fanno nulla. La Fornero ne è felicissima. Complimenti ai nuovi arrivati.
    Speravo in una boccata d’aria con i nuovi al governo..

  16. Dr. Marino, come molti non ho dubbi su un aspetto del problema: il governo si permette questo silenzio e questo che definirei menefreghismo nei confronti delle aspettative dei lavoratori perché i sindacati non fanno alcuna protesta visibile, ne’ sui social ne’ sulla stampa nazionale …poi si chiedano come mai hanno perso il 20 percento di iscritti negli ultimi anni…
    Spero che almeno la redazione di questo sito riesca a chiedere a Sbarra, Landini o Bombardieri perché aspettano passivamente una nuova convocazione senza minimamente farsi sentire …e perché quando finisce una riunione con il governo non pretendono di fissare la data della successiva, come sarebbe normale per un tavolo che vuole arrivare a un risultato concreto e non trasformarsi in una inutile perdita di tempo !

  17. “Vogliamo tutto” di Nanni Balestrini
    Lotte operaie del ’68…
    Le funzione dei partiti e dei sindacati.
    Oggi non e’ cambiato nulla.
    Anzi, oggi siamo completamente anestetizzati.

  18. Questa inerzia pluriennale è un vero scandalo…ma da tempo…non da oggi.
    Che dire? Oltralpe scendono in piazza numerosi…qui per scacciare la rassegnazione…si combatte a colpi di post. Ai signori del palazzo…che, poi, alla fine sono stati in qualche modo scelti da qualcuno…fa un baffo!!
    Per lenire il bruciore: tenere a portata di mano vagoni di vaselina! Che tristezza!

  19. la storia è conosciuta; i sindacati pensano ai loro interessi invece di tutelare i lavoratori; la legge base è la fornero e quella è; stendiamo un velo pietoso; saluti al dott. Marino e ai gestori del sito

  20. Tutto chiaro e perfettamente d’accordo con Marino e quindi se il governo attua la linea del silenzio ed il sindacato risponde con la linea del silenzio, noi tutti dobbiamo rispondere con la linea della mobilitazione, non c’è alternativa- visto che il gruppo Utp sta raccogliendo le firme, chiedo a questo sito ed a Marino a che punto siamo – muoviamoci per favore altrimenti ci accodiamo alla linea del silenzio di questi brutali assassini sociali…… e non possiamo permettercelo, ne va della nostre vite che questi delinquenti stanno martoriando.

  21. dobbiamo scendere in piazza tutti come fanno i francesi e andare a roma sotto al parlamento e tirarli fuori tutti questo dobbiamo fare. Questi bastardi giocano con la vita delle persone. Io rivoglio i miei contributi tutti quelli che ho versato fino ad ora

    1. Io sono convinto che non cambierà nulla nel nostro paese. In Francia si possono permettere di fare manifestazioni in difesa delle pensioni….ma l’Italia è più disastrata della Francia e, tienilo a mente, in Europa, al parlamento di Bruxelles, se la Francia conta qualcosa ………sappi che l’Italia non conta nulla!!!! E poi abbiamo fatto degli errori madornali col precedente governo di Sinistra. Sbagliato è stato creare il RdC…..nel senso che occorreva darlo solo alle persone fragili e agli ulrasessantenni fuori dal mercato del lavoro e ai disoccupati e invalidi………e non regalarlo a giovani che potevano lavorare. Abbiamo sprecato soldi con i “Bonus” e “Superbonus”, 100 Miliardi regalati ai privati per rimodernare ville, villette, villini, seconde case …….tutto a carico dello stato e della collettività……………..tutto a carico anche di gente che la casa non ce l’ha oppure campa senza neanche avere i soldi per pagare l’affitto. Pensa quanti soldi potevano essere destinati alla sanità, disastrata pure quella, e alle pensioni. Con tutti quei soldi sprecati c’erano tantissime possibilità per fare una vera riforma delle pensioni. Poi possiamo dare tutte le colpe alla Meloni……….compresa la siccità e il cambiamento climatico…………..ma i precedenti governi hanno delle pesantissime responsabilità……

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