Pensioni 2023, intervista Ganga (CISL): punteremo su donne, uscita dai 62 anni e Quota 41

L’incontro tra Governo e sindacati é alle porte, giovedì 19 gennaio vi sarà un confronto importante relativamente alla previdenza in cui si discuterà sulle misure contenute nel legge di bilancio 2023, nei giorni scorsi abbiamo pubblicato l’intervista che ci ha rilasciato il segretario confederale della CGIL, Christian Ferrari, relativamente alle richieste che verranno fatte al Governo e ai punti di debolezza delle attuali misure proposte in primis opzione donna con requisiti stravolti e Quota 41 vincolata al paletto anagrafico.

Nella giornata di oggi abbiamo avuto modo di confrontarci sui medesimi argomenti con il segretario confederale della CISL Ignazio Ganga, che dalla sua ha fatto notare come Quota 103 non possa bastare e che serva puntare ad una riforma complessiva del sistema previdenziale in ottica di maggiore equità e sostenibilità sociale. In primis sostiene Ganga, riprendiamo parte del suo intervento che sotto esporremo per intero: “bisogna trovare una regola stabile di flessibilità per accedere alla pensione, che non venga modificata ogni anno. Sappiamo che non sarà facile ma la CISL riproporrà la richiesta di un pensionamento flessibile a partire dai 62 anni, insieme alla possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica” E poi occorre sostenere, aggiunge, le donne particolarmente penalizzate in questi ultimi anni, recuperando: ” un’opportunità come la pensione con “opzione donna” con il requisito anagrafico 58/59 anni senza altri condizionamenti“. Di seguito il suo intervento redatto in esclusiva per il nostro sito, che ben esplicita cosa ci si aspetta da questo incontro con il Governo e quali saranno le posizioni della CISL oltreché le sue richieste.

Riforma pensioni 2023, incontro Governo-sindacati: le richieste della CISL, l’intervista a Ganga

Pensioni per tutti: Il 19 gennaio vi sarà l’incontro tra Governo e sindacati, quali saranno le posizioni della CISL al riguardo della legge Bilancio 2023 e su quali misure si chiederà di intervenire al fine di andare verso quella riforma complessiva del sistema previdenziale che garantisca equistà sociale e sostenibilità che da tempo si insegue?

Ignazio Ganga (CISL): ” L’incontro sulla previdenza previsto per il prossimo 19 gennaio è molto importante per iniziare a confrontarsi con il nuovo Governo entrando nel merito delle proposte sindacali sulle pensioni.

Se le scelte compiute dal Governo nella legge di Bilancio – mitigate rispetto alle prime bozze di finanziaria grazie all’azione negoziale di chi ha scelto come la CISL di accompagnare l’iter della legge nel percorso parlamentare – sono state pesantemente condizionate dalla grave situazione economica e dall’urgenza di assumere decisioni per contenere i prezzi dell’energia e il caro bollette per famiglie e imprese, oggi è fondamentale ricercare un accordo per una riforma complessiva del sistema previdenziale in ottica di maggiore equità e sostenibilità sociale.

Per questo, nel nostro giudizio articolato sulla manovra, siamo stati particolarmente critici sugli interventi che penalizzano i pensionati, come è avvenuto con la nuova modifica del sistema di rivalutazione delle pensioni da gennaio 2023, tuttavia abbiamo apprezzato che in sede di maxiemendamento il Governo Meloni abbia accolto la richiesta della CISL per una maggiore rivalutazione delle pensioni da 4 a 5 volte il trattamento minimo (circa 2.625 euro al mese) che è passata dall’80% all’85%, così come condividiamo l’incremento straordinario per le prestazioni di importo particolarmente basso.

Adesso, però, bisogna andare oltre e, per rimanere sul tema pensionati, a nostro avviso bisognerebbe oltreché rafforzare la rivalutazione per gli importi superiori alle 5 volte il trattamento minimo, agire sulla “somma aggiuntiva” la cosiddetta “quattordicesima”, prevedendo sia la rivalutazione annuale dell’importo, sia allargando la platea dei beneficiari oltre il limite di 2 volte il trattamento minimo. Il punto di forza della “quattordicesima” è che l’importo è collegato ai contributi versati, quindi non è un aumento indiscriminato ma premia chi ha versato un maggiore numero di contributi e quindi ha partecipato alla sostenibilità economica del sistema e questo aspetto ovviamente non può essere sottovalutato né per ragioni di finanza pubblica né per ragioni di giustizia sociale

In questi giorni colpisce leggere che la Francia si appresta a varare una riforma pensionistica che nel 2030 fissa l’età legale di pensione a 64 anni. Ricordo agli attenti lettori di questo sito che l’età legale della pensione italiana, cioè la pensione di vecchiaia è già oggi 67 anni. Se è vero che non è corretto operare una comparazione troppo semplicistica tra regimi previdenziali in Europa molto diversi, tuttavia è evidente che il sistema italiano dopo la legge Monti Fornero è diventato straordinariamente rigido nonostante alcuni interventi temporanei oppure mirati a gruppi particolarmente disagiati. .

Pensioni 2023, Ganga: Quota 103 non basta, punteremo su uscita dai 62 anni e Quota 41 per tutti

Pensionipertutti: Il Governo Meloni ha optato probabilmente nell’ottica di concedere maggiore flessibilità per una Quota 41 legata però all’età anagrafica e ad una proroga di opzione donna cambiandone di fatto i requisiti di accesso, a suo avviso queste due misure possono bastare?

Ignazio Ganga (CISL):Quota 103, cioè la possibilità di andare in pensione anticipata per chi raggiunge 62 anni di età e 41 di contributi entro il 2023 prevista dalla recente legge di Bilancio, è una nuova opportunità dopo le quote 100 e 102 che evita il ritorno alle regole originarie della legge Fornero, ma da sola non basta. Soprattutto, a nostro avviso, bisogna trovare una regola stabile di flessibilità per accedere alla pensione, che non venga modificata ogni anno. Sappiamo che non sarà facile ma la CISL riproporrà la richiesta di un pensionamento flessibile a partire dai 62 anni, insieme alla possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

È anche necessario sostenere maggiormente la previdenza delle donne, che sono state molto penalizzate dalle riforme degli ultimi anni e recuperare un’opportunità come la pensione con “opzione donna” con il requisito anagrafico 58/59 anni senza altri condizionamenti. Abbiamo espresso chiaramente in sede di confronto all’Esecutivo che non condividiamo la versione di “opzione donna” come disegnata dalla legge di bilancio per quest’anno che ha alzato l’età a 60 anni e introdotto vincolanti condizionalità.

Viceversa, è positivo che l’Ape sociale sia stato prorogato, ma a nostro avviso bisognerebbe renderlo strutturale“.

Riforma pensioni 2023, Ganga: puntare su previdenza complementare

Pensionipertutti: Vi sono altri capitoli previdenziali che andrebbero approfonditi e che a vostro avviso non sono stati tenuti in giusta considerazione in questa Manovra?

Ignazio Ganga (CISL):Un capitolo sul quale sicuramente insisteremo con la Ministra del Lavoro è quello della previdenza complementare. Non si può più perdere tempo. Il problema del reddito pensionistico per i futuri pensionati e della necessità di integrare l’importo della pensione di primo pilastro non è più rinviabile.

Bisogna attivare meccanismi che, seppure sulla base del principio di volontarietà, incentivino i lavoratori ad iscriversi ai fondi pensione e superino anche la resistenza della piccola e media impresa a “cedere” il Tfr che, peraltro, ricordo, è del lavoratore e non dell’azienda. Da tempo il sindacato chiede un nuovo periodo di “silenzio-assenso”.

La CISL vuole fare un passo in più: l’adesione automatica dei lavoratori al fondo pensione con la destinazione del Tfr, del contributo del datore di lavoro insieme a quello del lavoratore, nella misura prevista dal contratto collettivo, con la possibilità per il lavoratore di recedere da questo automatismo entro un certo periodo, ad esempio, 60 giorni così che sia preservata la libertà di scelta. Meccanismi simili sono stati da tempo attivati in altri Paesi, un sistema analogo è stato previsto per i dipendenti pubblici sul fondo Perseo Sirio e un’ipotesi di accordo è stata sottoscritta alcuni mesi fa per il settore scuola.

La CISL pensa che sia possibile proporre una misura di questo tipo anche nel settore privato. Su questo sarà cruciale l’impegno forte dello Stato per una campagna informativa capillare, diffusa e costante dal momento che è molto importante aumentare la consapevolezza dei lavoratori e delle lavoratrici, in particolare i più giovani, sulla necessità di crearsi un risparmio di tipo previdenziale, aspetto che vede da troppo tempo il regolatore pubblico silente.

Infine, riteniamo che sia necessario aprire un confronto approfondito sulla pensione contributiva di garanzia per i giovani che saranno futuri pensionati. A fronte di un mercato del lavoro sempre più flessibile che spesso produce carriere lavorative molto frammentate, bisogna prevedere una prestazione che, in relazione ai contributi versati, ai periodi di lavoro di cura e di disoccupazione involontaria non indennizzata, possa contribuire a integrare le future pensioni. Questa pensione non va in contraddizione con la necessità di costruirsi un secondo pilastro previdenziale che rimane nella nostra visione complementare al sistema obbligatorio e non dovrà mai sostituirlo, ma ha anzi la finalità di riaffermare la centralità del sistema di previdenza pubblico che deve prendersi carico dei cittadini più deboli perché nessuno rimanga indietro“.

Ringraziamo il segretario confederale della CISL Ignazio Ganga per averci dedicato del tempo e ricordiamo a chiunque intende riprendere parte dell’intervista che, trattandosi di esclusiva, é tenuto a citare la fonte.

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42 commenti su “Pensioni 2023, intervista Ganga (CISL): punteremo su donne, uscita dai 62 anni e Quota 41

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  2. Ganga, segretario CISL che chiede OD strutturale, pensione a 62 anni o 41 di contributi. Peccato che chiede le stesse cose che chiedevano i sindacati che hanno scioperato, ma il suo di sindacato non c’era, non ha partecipato.

    1. Completamente d’accordo Franco Giuseppe, mi sa che la Gang cisl a cui appartiene Ganga….scusate il gioco di parole…..pensa che siamo stupidi e dimentichiamo questi tristi episodi……non partecipare allo sciopero fu un delitto……ed ora parlano pure di piattaforma sindacale…….ma de ché!!!!!!

  3. Sono 42 anni che lavoro ma purtroppo ho dovuto lavorare in nero quindi ho perso 5 anni di contributi ora che avevo tutte le carte in regola x andare con opzione donna mi sono ritrovata con le gambe spezzate è l’umore a terra credo che voi sindacalisti dovreste appoggiarci non è giusto quello che il governo ci ha fatto non dobbiamo essere mica tutti invalidi…..

  4. Sono stato un delegato CISL per anni. Vi prego, non deludete le donne. Reinserire opzione donna con i vecchi requisiti e proroga per un anno intero e non 6 mesi. Grazie

  5. FLESSIBILITÀ , FLESSIBILITÀ ! Ora proprio BASTA !!! Noi al lavoro dai primi anni 80 abbiamo già dato ! A forza di essere “flessibili” in tutti questi anni ci hanno umiliato , mortificato e derubato , sottraendoci vita e denaro !!! Abbiamo pagato per tutti .. e di più di tutti !!! Vogliamo essere lasciati in pace da altre azioni miserabili e FURTI indecenti ! DOPO 43 ANNI e 1 MESE che nessuno provi a toccare l’ ANTICIPATA della FORNERO !!! Vogliamo essere lasciati fuori da “finte concessioni” e altre “rapine di Stato” mimetizzate dalle parole “flessibilità” e “paletti” !!! Abbiamo investito tutto il nostro futuro E NON SOLO legandolo come un agognato miraggio a un traguardo a una data !!! Chi all’ inizio del 2024 , chi alla fine e chi poco dopo arriverà con enormi sacrifici ai 43 ANNI e 1 MESE .. e andrà perciò in pensione con l’ ANTICIPATA DELLA FORNERO , senza se e senza ma !!! Ora proprio BASTA !!!

  6. Se sostenere le donne significa riproporre ancora Opzione Donna non consentendo il cumulo gratuito dei contributi in più Ago e casse e continuando – sono ormai 18 anni – a discriminare le donne tra chi può accedere e chi ne rimane esclusa …allora le dico che di queste riforme ne facciamo volentieri a meno. E’ arrivato il momento di considerare le donne, TUTTE le DONNE, alla stessa stregue e offrendo le medesime opportunità pensionistiche. Finiamola una volta per tutte di dividere le donne tra serie A e serie B, tra privilegiate e figlie di un Dio minore, tra invisibili e fortunate

  7. Il sindacato continua con i suoi infiniti tavoli io grido viva i francesi.politici e sindacati italiani pagliacci da circo .non faranno un ca… toccherà a. NOI.farli rinsavire.

  8. Dobbiamo accettare che, se vogliamo la tanto agognata flessibilità in uscita a 62 anni, bisogna giocoforza accettare che il calcolo della pensione venga fatto con il sistema contributivo puro. Mettiamocelo bene in testa: non c’è altro che si possa fare. E il Governo, giustamente, porrà questa condizione. E a me sinceramente va bene così. Io mi accontenterei di una pensione anche modesta pur di andare in quiescenza ad una età accettabile, quanto meno decente. Perciò sì alla pensione a 62 anni per tutti, vanno bene le penalizzazioni per chi va in pensione prima e va bene anche il calcolo col sistema interamente contributivo.

    1. A Francesco questa strada è segnata. Fra 15 anni non esisterà + il sistema misto. Quindi toglieranno il vincolo della Fornero cioe’ 43 anni e 1 mese abbassando i requisiti.
      Dove stà il problema?, sta nel mezzo. Colpisce inpunemente sempre gli stessi, i nati tra il 60 e il 75 che come sempre lo prendono in quel posto.
      Loro sono gli agnelli sacrificabili, quelli che avranno dato di piu in termini contributivi prendendo molto meno rispetto a chi li ha preceduti. Dopo di loro gli anni di lavoro saranno sempre meno perchè ci sarà piu flessibilità gichhè il calcolo sarà contributivo.
      Questo è il dramma. Sono anni che sentiamo parlare dello scalone della Fornero. Sai chi si è beccato questo scalone, sempre gli stessi e cioè quelli che inizialmente dovevano andare in pensione con 35 anni di lavoro e che con i cambiamenti fatti se ne andranno con 43 anni e 1 mese di contributi versati sull’unghia, salute permettendo.
      Questa è la verità, tutto il resto è noia o bla bla bla.

    2. VERGOGNA! avvallare il furto non è una proposta accettabile. Ma cosa si sta dicendo?
      Calcolo fatto dal Patronato per me: a 42 anni e 62 di età prenderò 900 Euro (contributivo) al posto di 1200 (misto) a fronte di uno stipendio di 1700 Euro, le sembra accettabile? Io non lo accetto e mi batterò per non far accettare questo schifo di pensioni da fame.

      1. no anna, ti sbagli di grosso; se tu raggiungi la legge Fornero non esiste che prendi 900 euro al mese; se è tutto contributivo allora è un’ altra cosa; dipende da quanti anni hai; va a fare un giro da più patronati e magari anche all’inps; in bocca al lupo e saluti a te e ai gestori del sito

      2. Cara Anna, mi spiego meglio: il calcolo è alquanto complesso; se parti da un netto di 1700 euro sicuramente avrai penalizzazioni ma non 900 euro; conosco persone che sono andate da 3 patronati e gli hanno fatto calcoli diversi; fai un giro da più patronati e esponi la tua situazione; in bocca al lupo e saluti a te e ai gestori del sito

        1. Mi sono espressa male, con l’anticipata Fornero (misto) mi hanno fatto il calcolo a 1200 Euro.
          Tuttavia ho chiesto di farmi anche un ulteriore calcolo, qualora dovessero cambiare la legge e applicare il tutto contributivo, sarebbero 900 Euro.
          Comunque sicuramente consulterò ancora un patronato.
          saluti

          1. Cara Anna, da 1700 netti a 900? vai senza dubbio da un altro patronato, anzi altri 2; mi sembra un’esagerazione poi dipende da quanti anni a oggi hai e quanti di retributivo e quanti di contributivo; in bocca al lupo e saluti a te e ai gestori del sito

  9. Opzione donna deve essere strutturale.
    Allo stato non costa quasi niente e chi la accetta non lo fa perche’ e’ ricca ma perche’ deve far fronte a mille problemi a cui lo stato non e’ capace di fronteggiare.
    Mi auguro che la gente si svegli e si renda conto che non era il calcio da aiutare ma migliaia di famiglie che con opzione donna potevano riparare ad altre voci di bilancio familiare senza ricorrere a persone esterne.
    58 anni e 35 di contributi strutturale come promesso in campagna elettorale!

  10. Bene l’incontro per portare avanti una riforma pensionistica che si spera che possa effettivamente essere approvata in tempi brevi. Ma non sarà mai prima del 2024.
    Occorre quindi porre rimedio SUBITO ad Opzione Donna per chi nel 2022 ha maturato i requisti per accedervi.
    Opzione Donna deve essere qundi prorogata per 12 mesi con i vecchi requisiti, come promesso in campagna elettorale !
    Questo tramite il Decreto Milleproroghe o un decreto ad hoc urgente !
    Occorre avere conferme ed urgenti !

    Rispondi

  11. Grazie alla giornalista Erica Vendtti per come affronta l argomento pensioni, in special modo mantenendo l’attenzione su Opzione Donna che com’è presente ora nella LdB non è più neanche lontanamente vicina alle donne.

  12. IGNAZIO, Belle parola, che ormai sentiamo da diversi anni, ma quando dalle proposte passiamo ai fatti?
    E nel caso non accettassero le proposte, cosa siamo disposti a fare?
    Perchè negli ultimi vent’anni abbiamo proprio fatto poco, anzi direi nulla per evitare i continui sopprusi ai danni dei lavoratori. Abbiamo accettato passivamente la riforma Fornero, l’innalzamento automatico degli anni di lavoro in essaa contenuti, la cancellazione dell’art. 18, la finestra di 3 mesi ecc. ecc. e il sindacato cos’ha fatto Nulla, dormiva sonni tranquilli..
    Ovviamente tutte le sigle sindacali. Quasi come se fossere diventate una parte del governo, un loro arto. Non ricordano che rivestono quel ruolo per tutelare gli interessi dei lavoratori.
    Orbene il film l’abbiamo già visti e rivisto, deglutito + volte ora basta.
    Sappaimo già l’esito del prossimo incontro, al quale ne seguira un altro e poi un altro prima del riposo estivo. Infine un ulteriore incontro dove si dirà che non si può accettare la richiesta e siamo da capo a fine anno.
    MI PERDONI LA SFACCIATAGINE, ma è accettabile che pur avendo diminuito il numero dei parlamentari di un terzo (-345) il costo rimanga invariato. Ecco dove finiscono i soldi dei lavoratori onesti.

  13. Convincetevi che qualsiasi riforma previdenziale verrà attuata sarà a perdere per i lavoratori. O ci rassegniamo o scendiamo in piazza con i forconi.

  14. Se ricordate bene, l’anno scorso di questi tempi, durante il regno di Draghi, eravamo allo stesso preciso punto: si parlava di convocare un tavolo di confronto tra governo e sindacati. Così poi tra guerre, crisi, inflazione, elezione di Mattarella, campagna elettorale, consultazioni politiche, formazione del governo, ecc., il tempo è passato via veloce e poco o nulla si è fatto in materia previdenziale. Il 2022 è trascorso invano. Risultati zero, anzi sottozero per via di alcuni peggioramenti.
    Un anno, un ANNO!!, è passato, non una settimana.
    Un grande risultato nell’incontro del 19, sarebbe già se riuscissero a trovare l’accordo su una data in cui fare un nuovo incontro. Di merito sull’argomento pensioni…meglio non parlarne. Ironia triste in uno scenario sconsolante.
    Ma non dobbiamo abbandonare una fiammella di speranza, nel suo piccolo deve rimanere sempre accesa.

    1. Alex, la speranza potrebbe essere quella riportata ora da Pensioni e fisco, cioè una nuova quota 100 pura e poco fa ho scritto su questo sito affinché tutti indaghino per capire se c’è qualcosa di concreto….incrociamo le dita !

      1. Caro Sergio; se tu credi a queste favole non so cosa dirti; secondo te da 103 calano a 100? può essere ma a che prezzo? se questa quota 100 è tutta contributiva ci può anche stare e ancora la vedo un’ipotesi difficile da realizzare; mai dire mai ma ……………………………………………; saluti a te e ai gestori del sito

  15. Sindacato è ora di svegliarsi e portare a casa qualcosa di importante altrimenti si va alla lotta come i Francesi (quello si che è un sindacato con le PA..E).
    Spero tanto che il 19 all’uscita non diciate le solite fregacce, ad esempio è stato un incontro costruttivo e ci rivedremo a breve per approfondire (magari dopo 6-8 mesi).
    SVEGLIAAAAAAAAAAAAAA………….
    Saluti ai gestori del sito.

    1. Questo succederà Beppo, all’uscita dal Ministero sentiremo le solite puttanate dei sindacati e prenderanno altro tempo, facendo il gioco sporco del governo- dovremmo farci trovare lì fuori a migliaia e riempirli di uova marce…..almeno ci toglieremmo una grande soddisfazione!

  16. E’ inutile mettere come età di pensionamento i 62 anni se poi abbiamo pensioni da fame. Bisogna agire sui coefficienti, non è possibile che dopo aver versato contributi per 35/40 anni la mia pensione sia da fame. Io mi ritengo anche fortunato perchè il mio lordo in busta paga non è basso pero’ penso alle persone che guadagnano 1.400/1.500 euro netti mensili, alla fine avranno una pensione che si avvicina al reddito di cittadinanza o alla pensione sociale che prendono le persone , ed è giusto, che non hanno mai versato contributi (magari lavorando tutta la vita in nero). Le pensioni che derivano da lavoro devono essere nettamente più alte delle pensioni sociali, bisogna dividere previdenza da assistenza altrimenti avremo pensionati poveri nei prossimi 30 anni.

    1. Sono d’accordo, BISOGNA AGIRE SUI COEFFICIENTI, chi ha versato contributi reali deve avere pensioni più alte rispetto chi non ha versato, per mille motivi, i corrispondenti contributi. Non può essere che il calcolo contributivo comporti il dimezzamento rispetto allo stipendio.
      E’ insopportabile che col calcolo contributivo, con uno stipendio di 1.700,00 netti, chi ha versato contributi per 42,1 anni, a 62 di età debba avere una pensione di poco superiore al reddito di cittadinanza: parliamo di 900,00 EURO.
      Ecco perché non andrò mai più a votare, perché nessuno mi rappresenta e spero che mi lascino la Fornero anticipata con calcolo misto, almeno arriverei a 1.200,00 EURO, CHE SCHIFO

      1. In fondo il problema è anche questo: si sta rendendo sempre più conveniente l’aver versato poco o nulla rispetto all’aver versato tantissimo, per lo meno per chi ha fatto una montagna di nero e non solo al sud e non ci si preoccupa di attuare dei distinguo tra sfortunati, pochi, e profittatori. In fondo l’elusione contributiva non è mai stata perseguita sistematicamente, condannata a parole sì ma poi basta. Come poi l’evasione fiscale.

  17. Intervista con risposte incredibilmente vaghe, nebulose (flessibilità ok, ma con quale sistema di calcolo?) con riproposta automatica delle solite trite ed inutili richieste. Sembra quasi che il sindacalista firmi una cambiale in bianco al Governo e dica: fate quello che volete tanto per noi sindacalisti qualunque decisione prendiate sta bene! Se queste sono le premesse temo che assisteremo all’ennesima fregatura per i lavoratori come peraltro è avvenuto negli ultimi decenni nel silenzio assordante del sindacato!

  18. 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica? E con quale metodo di calcolo? Solo contributivo (questa è la proposta che emerge dall’intervista senza nessun riferimento alla revisione dei coefficenti di calcolo)? meraviglioso così avrò una pensione, oltre che misera in assoluto, anche inferiore a quella di un mio collaboratore operativo pensionato 4 anni fa e con 3 livelli retributivi inferiori al mio e con responsabilità solo esecutiva e 58 anni d’età. E questo grazie ad una concatenazione di politici e sindacalisti, guarda caso super privilegiati, che con una concatenazione di scelte antieconomiche hanno portato la generazione del baby-boom, cioè quella che ha contribuito di più all’economia, ad andare in pensione in un contesto economico pre-MES. Meravigliosi e gli attuali, l’esperienza me lo insegna, non sono estranei altrimenti non sarebbero dove sono.

  19. Solito disco e solita musica… peccato che trattasi di disco rotto e obsoleto- pure la Cisl ogni tanto si sveglia e dice sempre le stesse cose- ci siamo rotti le scatole…..fate seguire i fatti senza fare piu chiacchiere- vi aspettiamo il 19 gennaio quando uscirete dall’incontro e vediamo cosa vi inventate per prenderci per i fondelli.

    1. Infatti, non c’è neanche bisogno di inserire il gettone , loro partono con il solto ritornello, le solite dichiarazioni di principio e, soprattutto, fateci caso, mettono sempre più l’accento sul tema della previdenza complementare, dei fondi pensione di categoria (forse un piccolo conflitto d’interessi?), come se oggi il livello medio degli stipendi in Italia consentisse un ulteriore risparmio previdenziale oltre la contribuzione già oggi obbligatoria. Mi chiedo perché ancora ci casco e mi faccio prendere dalla volontà di commentare dichiarazioni evidentemente non commentabili, perché chiaramente in malafede. Grazie comunque al sito, che ci ospita e svolge invece opera meritoria.

      1. Ormai siamo alla frutta Mariano e ci rimane questa valvola di scarico , così almeno ci sfoghiamo e siamo confortati dal fatto che tanti la pensano come noi……. ah quei francesi …… come mi piacerebbe che fossero qui con noi

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