Pensioni 2023, Proietti (Uil): serve piena indicizzazione, occorrono tre interventi mirati

Si é tenuto oggi 13 Aprile a Roma il convegno indetto dalla Uil il cui il focus é stato la rivalutazione degli assegni pensionistici in essere, dal 2011 ad oggi, emerge nel corso dell’evento, é sceso il potere di acquisto di pensionati e pensionate. Cosa fare dunque affinché vi sia un cambio di passo?

Per Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, occorre una piena indicizzazione , purtroppo in Italia sussiste il problema dell’inadeguatezza delle pensioni in essere, gli assegni risultano infatti sempre più indeboliti dalla mancata rivalutazione in questi ultimi 11 anni. Ed é per questo che Proietti chiamato a relazionare in apertura lavori su tale importante tematica ha fatto presente che immediatamente necessari almeno tre interventi. Di seguito riportiamo le dichiarazioni del segretario confederale raccolte dalla nota stampa diramata da AdnKronos.

Pensioni 2023, Proietti: dal 2011 sceso potere d’acquisto, agire subito in 3 modi

Così Proietti, mettendo in fila le proposte della Uil in vista dei prossimi incontri tra Governo e sindacati: “In Italia esiste il problema dell’adeguatezza delle pensioni in essere, profondamente indebolite da 11 anni di mancata rivalutazione.

Per la Uil sono necessari tre interventi:

  1. il primo è la piena indicizzazione delle pensioni con il recupero del montante perso in questi anni,
  2. il secondo è l’estensione e il rafforzamento della quattordicesima per le pensioni fino a 1500 euro,
  3. il terzo è un significativo taglio delle tasse.

Pensioni 2023, mancata rivalutazione: a quanto ammonta la perdita annua?

Poi specifica, facendo presente come la confederazione di via Lucullo, abbia stimato come effetto dei blocchi, una perdita considerevole nel potere di acquisto, nello specifico: una pensione che nel 2011 era di 1.500 euro lordi mensili oggi vede ridotto il proprio potere di acquisto di 759 euro all’anno.

Una perdita che avrà effetti per il resto della vita del pensionato”, ammonisce ancora chiedendo di “aggiornare i criteri con i quali ad oggi è valutata l’indicizzazione, basati sul paniere Foi (Famiglie di Operai e Impiegati) che non rispecchia a pieno le reali spese sostenute dalla fascia più anziana della popolazione”.

Sulle pensioni italiane, dice in conclusione della sua relazione, “grava una tassazione altissima che deve essere ridotta “significativamente” e per farlo occorre equiparare la No Tax Area a quella dei lavoratori dipendenti, ingiustamente differenziata con l’ultima riforma dell’Irpef. Questa misura, sempre secondo le stime sindacali, “determinerebbe un incremento delle pensioni a partire da circa 100 euro al mese fino a circa 140 euro per le pensioni di importo pari a 1.500 euro mensili”.

All’evento hanno partecipato anche Nunzia Catalfo, Senato della Repubblica, Cesare Damiano Presidente dell’associazione Lavoro&Welfare, Claudio Durigon, Camera dei Deputati, Linda Laura Sabbadini, Direttrice Centrale Istat, Tiziana Tafaro, Presidente Consiglio Nazionale Attuari, Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, Carmelo Barbagallo, Segretario Generale Uilp. L’evento si é tenuto all’Hotel Quirinale, Roma, Via Nazionale 7 dalle ore 9:30.

Considerate la tematica trattata dalla UIL importante o ritenete che la perdita del potere di acquisto sarebbe risolvibile anche in altro modo e nel caso quale? Se vi si chiedesse di organizzare un convegno, quali tematiche a vostro avviso andrebbero poste come Focus dai sindacati? Vi chiediamo di dircelo nell’apposita sezione commenti del sito, ogni vostro suggerimento per noi é prezioso ed é fonte di riflessione e confronto.

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4 commenti su “Pensioni 2023, Proietti (Uil): serve piena indicizzazione, occorrono tre interventi mirati”

  1. Caro Signor Giovanni lasciamo stare il popolo Francese il nostro è un’altra roba. Ogni popolo merita ciò che semina. Buona serata

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  2. Mi chiamo CIONI VLADIMIRA e sono del 1951.Ho lavorato da 15 anni x 6 anni come impiegata apprendista, dopo x 24 anni da un Notaio. Ho perso il lavoro a 49 anni e per non lavorare al nero fino a 61 anni ho fatto vari lavori. I miei contributi sono di 38,5. Purtroppo sono stata penalizzata con una pensione di € 525.la minima come una sociale o casalinga!
    E’ una vergogna, sono mortificata e da quel momento la mia dignita’ si e’ persa lungo il percorso della mia vita.
    I ns. politici dovrebbero dare equita’ anche per questi casi che saranno molti.
    Mi sento come una cenerentola che ha dato tanto e ricevuto niente.
    Spero che tutti i sindacati e i ns. politici ne prendono atto.
    Cordiali saluti e Buona Pasqua.

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  3. Scusatemi ma l’emergenza assoluta è l’aumento delle povertà che sono triplicate dal 2006. Chi ha perduto il lavoro e ha oltre 60 anni ha necessità di una pensione anticipata anche minima. Perché lo Stato dovrebbe buttare soldi a fondo perduto, tipo RDC, bonus, esenzioni o altre partite a fondo perduto?
    Poi unificare pro quota anche Cassa private e INPS per le anticipazioni. Chi ha il lavoro se lo tenga stretto e lotti e protesti per modificare la Fornero. Io il mio progetto l’ho già presentato.
    Gli italiani dormono. In Francia avrebbero già paralizzato il Paese.

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