Pensioni 2023, quali prospettive su Ape sociale, OD, Quota 103? L’intervista a Marino
Quest’oggi per fare il punto sulla riforma delle pensioni e sulle prospettive future, abbiamo deciso di raggiungere telefonicamente Mauro Marino, nostro editorialista, esperto di politica previdenziale e collaboratore di diversi giornali specializzati online, lo scopo quello di comprendere attraverso le sue parole quali potrebbero essere, a suo avviso, le decisioni verso cui propenderà il Governo Meloni circa la Quota 41, l’opzione donna e la Quota 103. Di seguito le sue considerazioni.
Pensioni 2024, l’intervista esclusiva a Mauro Marino
Pensioni per Tutti: “Mauro, tu che segui da anni la previdenza in Italia cosa ci puoi dire, in termini di bilancio, su questa tematica che incide così in profondità nella vita delle famiglie italiane. Siamo davvero messi così male sulla questione ‘risorse’?
Mauro Marino: “La situazione della previdenza in Italia al momento è buona, i conti dell’INPS sono sotto controllo, ci sono molti lavoratori e lavoratrici che versano contributi, e al momento non ci sono grossi problemi di tenuta dei conti, ma la situazione sta progressivamente peggiorando. Il nostro sistema previdenziale che è a ripartizione, vale a dire chi lavora paga la pensione a chi è già pensionato, per restare in equilibrio, secondo calcoli attuariali, abbisogna di almeno 1 lavoratore e mezzo per ogni pensionato. Ora ci troviamo con un rapporto di 1,4 lavoratori ed un pensionato, ma se per effetto di una diminuzione della forza lavoro e causa dell’invecchiamento della popolazione questo rapporto secondo alcuni analisti scenderà tra vent’anni a 1,2 su 1 o addirittura avremo un lavoratore per ogni pensionato allora la situazione si farà molto seria“.
Pensioni per Tutti: E a quel punto?
Mauro Marino: “Dovremo assolutamente evitare che si arrivi a questo rapporto di 1 a 1. Una delle cose da fare subito e ne parliamo da anni è la divisione della previdenza dall’assistenza. Sono due istituti completamente diversi. Se escludiamo l’assistenza dalla previdenza vediamo che i conti dell’INPS sono addirittura in attivo, ma se poi nel bilancio complessivo dell’Ente previdenziale ci mettiamo la cassa integrazione, le pensioni al minimo, l’accompagnamento, il reddito di cittadinanza, che sono sacrosanti ma che devono pesare sulla fiscalità generale e non sulla previdenza ci renderemmo conto che il costo della previdenza in Italia non sarebbe come è ora al 15,7% del PIL ma si collocherebbe intorno al 12% in linea con gli altri paese europei. Altro problema importantissimo da risolvere è quello della denatalità che in Italia ormai è arrivata ai minimi storici. E’ necessario dare un fortissimo impulso alla natalità con grosse agevolazioni sia i termini economici che soprattutto fornendo servizi alle famiglie e contemporaneamente ed immediatamente tramite immigrazione regolare far confluire nuove risorse lavorative che adeguatamente preparate possano contribuire ad aumentare la forza lavoro del Belpaese.
Pensioni Per Tutti: Credi dunque possa servire l’Osservatorio sulla spesa previdenziale fortemente voluto dalla Ministra Calderone?
Mauro Marino: “In realtà penso che servi a poco. Ma non perché all’interno di esso non ci siamo persone di valore e competenti, ma perché in Italia quando si vuol prendere tempo si istituiscono commissioni, osservatori, che hanno bisogno di tempo per entrare nel merito delle problematiche e che quando, dopo alcuni mesi, consegnano i loro resoconti questi giacciono sulle scrivanie dei politici per troppo tempo. La dimostrazione di ciò sono i primi due incontri che ci sono stati sui quattro previsti tra l’Osservatorio appunto e le forze sociali. Né in quello dell’11 luglio sulla pensione di garanzia dei giovani né in quello del 26 luglio sulla flessibilità in uscita ci sono state novità e così sarà per quelli programmati il 5 settembre su Opzione Donna e in quello del 18 settembre sulla previdenza complementare. L’Osservatorio si limita ad ascoltare quanto proposto dai sindacati, riportandone poi il contenuto con le loro osservazioni alla Ministra Calderone che poi trarrà le conclusioni. La decisione è assolutamente politica e sarà il Governo a trarre le considerazioni finali“.
Pensioni Per Tutti: In Italia abbiamo anche un altro grosso problema, che questa volta coinvolge anche quanti hanno già la pensione, stiamo parlando dell’importo delle stesse, cosa ne pensi al riguardo?
Mauro Marino: “Questo è un discorso importantissimo su cui sto battendo da anni. Per effetto dell’introduzione del sistema contributivo a partire dal 1996 molto più penalizzante del retributivo gli importi delle pensioni man mano che passano gli anni diventano sempre più penalizzanti e se nei primi anni dall’introduzione della legge questo aspetto non era così evidente da alcuni anni sta raggiungendo livelli preoccupanti. Per fare solo un esempio negli ultimi cinque anni l’importo delle pensioni è sceso da 1.320 euro al mese a 1.180 euro e stiamo parlando di importi lordi. E’ una situazione che se non si interviene subito rischia di provocare effetti devastanti. E’ del tutto evidente che se dopo una vita di lavoro e versamenti contributivi costanti nel tempo non si raggiunge un tenore di vita da pensionato che sia almeno decoroso evidentemente c’è qualcosa da correggere. Mi sembra che la Meloni, almeno a parole, abbia coscienza del problema che rischia nel futuro come affermato anche dalla stessa Premier di diventare “una bomba sociale”. Bisogna intervenire sia dal punto di vista delle politiche attive sul lavoro aumentando gli stipendi che in Italia sono troppo bassi e fermi in pratica da oltre 10 anni sia per modificare i coefficienti di trasformazione per alzare il montante contributivo.
Pensioni per Tutti: Alla luce di questo quadro d’insieme che ci hai descritto, quali sono secondo te gli interventi che farà il Governo per il 2024?
Mauro Marino: “Il Governo ancora non sa quanti denari mettere per provvedere a quelle modifiche previdenziali obbligatorie perché gli istituti di “Quota 103”, Opzione Donna e Ape Sociale sono in scadenza al 31 dicembre 2023 e se non si fa nulla si ricade completamente nelle maglie troppo rigide della legge Fornero. Sta verificando i conti, sperando in una stagione turistica che per fortuna è molto favorevole, confidando in un aumento del PIL per quest’anno dell’1% e nella celere diminuzione dell’inflazione. Poi tirerà le somme nel mese di ottobre nella presentazione della legge di bilancio 2024. Se come fatto filtrare da ambienti governativi saranno postati solo 1 miliardo e mezzo ci potranno essere solamente misure ponte della durata di un anno come il rinnovo di “Quota 103” e dell’Ape Sociale e una rivisitazione di Opzione Donna per aumentare la platea delle aventi diritto, se invece saranno postati almeno tre miliardi potremo avere quella flessibilità in uscita che tutte le lavoratrici ed i lavoratori aspettano da troppi anni.
Pensionipertutti: Invece Mauro quale sarebbe il tuo modello di previdenza ottimale, quello che potrebbe indirizzare il Governo verso un sistema previdenziale maggiormente ‘equo’?
Mauro Marino: “Il mio modello di riforma previdenziale è invece molto più liberale. Io metterei al centro della scelte il lavoratore che in piena autonomia potrebbe decidere se ritirarsi prima dal mondo del lavoro subendo una leggera penalizzazione e al tempo stesso sempre come opzione decidere se restare oltre il termine ordinamentale di pensionamento ottenendo invece una maggiorazione. Gli unici paletti sarebbero avere almeno 62 anni di età, possedere almeno 20 anni di contributi effettivi ed una retribuzione di almeno una volta e mezzo la pensione minima vale a dire circa 858 euro. Poi lascerei ad ognuno in piena libertà di decidere quando lasciare il mondo del lavoro. Oltre a ciò, ovviamente, costituirei una pensione di garanzia per giovani e donne e per chi ha carriere discontinue e frammentate, per le donne concederei un bonus di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di due, opererei un fortissimo impulso sulla previdenza complementare con un aumento delle detrazioni ed una diminuzione della tassazione e porrei il tutto sotto il controllo di un organismo pubblico, dimezzerei il costo del riscatto della laurea, e per chi è già pensionato opererei un dimezzamento delle addizionali comunali e regionali per redditi imponibili fino a 35.000 euro.
Insomma tante buone proposte, chissà che il Governo decida di ascoltarne almeno qualcuna, nel mentre ringraziamo Mauro Marino per la disponibilità e gli auguriamo buone vacanze, lo riaspettiamo a settembre per la ripresa del suo editoriale. Voi dalla vostra, se vi va, diteci quello che pensate delle proposte di Mauro Marino, noto ai nostri lettori, le condividete o meno?
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Grazie mille al dott. Marino…
Quello che vorrei però chiedergli è se lui ritiene che le risorse per effettuare i correttissimi interventi di cui parla ci siano o no…
È questo il punto…
Quanto costerebbero gli interventi sacrosanti?
Prima di questo Governo io ho sentito di tutto dai Governi precedenti (ed anche dai sindacati) ma nessuno ha mai fatto niente a parte interventi temporanei e demagogici come la quota 100…
Altro che abolizione della riforma Fornero!
Basterebbero (ammesso che ci siano) tre miliardi per riformare il sistema senza penalizzare oltre misura le future pensioni peraltro già misere?
O è solo utopia?
Secondo il dott. Marino le risorse ci sarebbero?
Separare previdenza e assistenza sarebbe sacrosanto ma la ricaduta sulla fiscalità generale sarebbe gestibile?
Perché altrimenti facciamo il gioco della coperta corta…
Tiri da una parte e lasci scoperta l’altra…
La verita’ vera e’ che la riforma Fornero, graditissima all”Europa, va benissimo anche ai nostri politici, anche quelli, che a parole, fingono di criticarla.
Ritengo sia estremamente difficile fare previsioni per vari motivi : le variabili di questo argomento sono talmente tante che fare il punto non è possibile( secondo me) .Noto molto catastrofismo generato dal pessimismo Italico, ad esempio quando si cita il numero dei lavoratori che devono supportare il “pensionato” non si considera che le pensioni con il contributivo sono ,come citato,in regresso,mentre la maggior parte delle retribuzioni è in salita ,(1) perché la manovalanza è in declino a vantaggio di alte specializzazioni, basta cercare lavoro per accorgersi che senza specifiche nulla emerge, poi si è tentato anteporre l’aspettativa esistenziale, ormai superata non solo dal COVID ma dalla Fortitudo generazionale mia madre 94 anni è sopravvissuta ad una serie di disgrazie a cui pochi possono fare riferimento mentre io partito con 10 amici di infanzia sono rimasto a colloquiare con solo altri 2( 33 x 100 di sopravvissuti ancora non pensionati) ..non solo nel 2022 sono deceduti al lavoro 5 soggetti tra i 50 ed i 56 TUTTI senza eredi indi TUTTA CASSA PER LO STATO,non mi dilungo oltre ma solo per spiegare che la Pensione non è mero calcolo,che pur necessita ma va oltre aspettative statistiche
GRAZIE
Provo a ripostare un commento anche se fino ad ora nessuno è stato pubblicato. Ritengo che si dovrebbe introdurre una forma pensionistica basata sul rispetto di due requisiti. Il primo il raggiungimento di quota 100 come sommatoria tra età e anni di contribuzione e il secondo che implica avere 62 anni di età oppure 42 anni di contributi. In questo modo si andrebbero a coprire tutte le casistiche con una sola misura. Per fare un esempio, chi ha iniziato a lavorare a 16 anni, a 58 anni avrà raggiunto quota 100 e il rispetto di un secondo requisito, ovvero 42 anni di contribuzione. Chi ha iniziato a 20 anni, dovrà attendere i 62 anni per centrare entrambi i requisiti e così via.
A proposito della separazione tra assistenza e previdenza, l’aver contabilizzato tutto ciò che non era di fatto e nella sostanza previdenza sotto tale voce, e penso anche alle pensioni baby, ai vari prepensionamenti per ristrutturazione aziendale in carico all’INPS, ecc, mi richiama alla mente, non so perchè, le false registrazioni in bilancio. Di fatto noi cittadini avremmo bisogno di cifre contabilmente veritiere e quindi adeguatamente discrete per capire e non di una situazione resa contabilmente opaca dall’abitudine alla confusione contabile, oltre che dall’ermetismo o dalla strumentalità e tendenziosità comunicative. Invece si è agito con deliberata confusione sotto gli occhi dei controllori deputati ed in più, pur essendo noto il fatto anche ad extra, veniamo redarguiti per la spesa previdenziale mentre valutazioni tecnicamente realmente di valore dovrebbero quantomeno redarguire per l’abitudine palese all’uso improprio della voce “spesa previdenziale”. Il tutto tra l’altro fa pensare ad una scarsa qualità politica delle istituzioni non solo nostrane generando un generale senso di sfiducia ed insicurezza.
Signori non buttiamo addosso le ns frustrazioni sul sito e su chi lo gestisce. Calma e sangue freddo.
Assolutamente d’accordo. Sono comunque un momento di informazione ed un’occasione di partecipazione qualificata. Poi i commenti, come disse qualcuno tempo fa vengono letti e questo è già importante a mio avviso.
Esatto!
Belle parole del Dr.Marino ma con un governo di incapaci non andremo da nessuna parte.Ho l’impressione che non siano proprio capaci,politicamente e tecnicamente, di fare qualsiasi intervento in materia.Fac59
Ne questi, ne chi li ha preceduti e purtroppo neppure chi li sostituirà
Mi rivolgo a giovanni, Elio e Luigi; no ragazzi, vi sbagliate di grosso; se pensate che il sito possa risolvere tutti i problemi allora non ci capiamo; certo è frustrante vedere che non si riesce a risolvere i problemi ma il sito non centra; saluti a tutti e ai gestori del sito
Buongiorno Paolo nessuno di noi pretende qualcosa anzi… però ci vuole chiarezza da parte di qualcuno della redazione che dica: signori miei non possiamo pubblicare tutti i messaggi in quanto a corto di personale oppure scrivere certi commenti danno fastidio a coloro che andiamo a intervistare quindi per continuare il nostro lavoro in santa pace dobbiamo rispettare alcuni parametri o meglio determinati paletti che non possiamo superare. Si chiama rispetto che ovviamente deve essere reciproco altrimenti si perde del tempo a scrivere inutilmente.
No, è lei che non ha capito. Nessuno vuole caricare il sito di problematiche che sono di competenza parlamentare. Ho scritto che non vengono pubblicati determinati commenti, i quali vanno a toccare i luoghi sacri…
Anche questo sito pagato profumatamente per dire quello che vogliono .
👏👏👏👏🤮
Ho notato che in questo sito non si devono toccare i sancta santorum… in quel caso non pubblicano… è così dappertutto… il potere…
Vi facevo più seri invece siete al livello dei politici di turno. Complimenti pubblicare solo ciò che fa comodo è veramente deplorevole. Addio ai paladini dei cittadini. Che mondo di m….a
Al netto di quanto riferisce il sig Marino che condivido totalmente, io la questione la vedo in maniera diversa. Il governo con i vari tavoli e tavolini incocludenti non fa altro che prendere tempo perche sa benissimo che ANCHE VOLENDO NON PUÒ FARE NESSUNA RIFORMA. la ragione è semplice tutto gira intorno a PNNR.
Per avere i miliardi bisogna stare agli ordini di Bruxell, gli ispettori ci controllano e se per caso vengono toccate le pensioni ecco che l obbiettivo viene a mancare così niente soldi
Io ormai mi sono rassegnato, aspetterò i 67 se sono ancora vivo., saluti
67 anni se va entro il 2026, altrimenti aumenta l eta richiesta a 67 e 2 mesi e cosi via nel 2031 67 e 8 mesi. Una vergogna e fassino si lamenta per lo stipendio da parlamentare.
Il dott. Marino ha toccato il nervo scoperto, ovvero la separazione dei due capitoli di spesa previdenza/assistenza e come perfettamente illustrato, per le pensioni (previdenza) il bilancio è in attivo. I lavoratori dipendenti con le trattenute provvedono a coprire le spese di chi non ha mai dato nulla alla fiscalità generale (disabili reali a parte). Pertanto in funzione di ciò è l’Inps ad essere in deficit e non la previdenza (questo è un tema che pochissimi capiscono, anche nelle alte sfere). Al netto di questa realtà ci si dovrebbe domandare perché non si vogliano seperare i due capitoli di spesa? In quanto ai Soloni europei ed il pnrr, meglio stendere il classico velo pietoso
Concordo su tutto tranne sul fatto che le alte sfere non capiscono. Capiscono eccome. Chiamare ciò che non è previdenza con il proprio nome ha molte controindicazioni quali: non poter spingere con forza verso la gestione privata delle somme che la caratterizzano, dover prendere atto che determinate scelte (pensioni baby) erano antieconomiche, dover ammettere che determinate gestioni di carrozzoni pubblici avevano perso di vista la loro necessaria efficienza almeno dal lato dei costi ecc. Chi nasconde la polvere sotto il tappeto capisce benissimo perchè mostra di sapere che la polvere in vista non è motivo di valutazioni di pregio a carico dell’impolverato.
Sono d’accordo. Previdenza e assistenza vanno separati.
Il problema non sono le parole del dr. Marino, che sono piene di buon senso ed equilibrio, bensì coloro che stanno nelle stanze ministeriali e non vogliono ascoltarle e nemmeno prenderle in considerazione! Tantomeno si degnano di dare una qualche risposta nel merito, ma sono capaci solo di dire banalità scontatissime che suonano come prese in giro dei lavoratori interessati!…Calzante il noto detto: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!!
ed intanto….. Il deputato ed ex ministro Piero Fassino che sventola la busta paga sostenendo di guadagnare “solo 4.780 euro”; la voglia dei colleghi della Camera di aumentarsi la retribuzione e che chiedono di essere equiparati ai colleghi del Senato. Ma davvero i deputati, e i senatori, hanno buste paga non adeguate? Ecco un elenco di tutte le voci che compongono “il trattamento economico” dei deputati e dei senatori. E facciamo subito una premessa: il trattamento economico netto di un deputato può arrivare a 10.400 euro, quello di un senatore a 12.740 euro netti al mese. Ecco come e senza considerare altri “aiuti” come biglietti aerei e per i treni e rimborsi benzina. Cifre, comunque, che li fanno stare comodamente all’interno dell’1,4 per cento degli italiani con le retribuzioni superiori ai 100 mila euro all’anno…. e per noi sessantenni, non ci sono i soldi per mandarci in pensione dopo aver “sputato sangue” per 40 anni. VERGOGNA !!!
Completamente d’accordo con Marco, ci vuole la faccia tosta per affermare certe cose e Fassino si dovrebbe nascondere per la vergogna- uno schiaffo a noi ultra sessantenni che dobbiamo trascinarci senza speranza fino a 67 anni- Vergognatevi
Mafia ed evasione fiscale sino i primi due fatturati d’Italia. Le imposte sono pagate per l’ 85% da dipendenti e pensionati. E poi non ci sono i soldi per le pensioni. Lo dico per la 100 volta: ITALIANI SVEGLIATEVI!
Anch’io sono d’accordo con Marino, quello che bisognerebbe fare è ciò che ha spiegato molto bene nell’intervista.
Ritornando a quello che farà l’esecutivo, anch’io penso che fino a Ottobre/Novembre non si saprà nulla di ufficiale da parte del governo poi con la legge di bilancio vedremo quel che sarà!
Volenti o nolenti per me è così!
Anch’io concordo con il dott. Marino…….suggerisco di candidarsi e di sorreggerlo alle prossime elezioni…..ci vorrebbero queste persone con delle buone idee al governo italiano……complimenti dott. Marino pensi a questo stato italiano bisognoso di persone valide come lo è LEI.
SPERO CHE PRENDANO SPUNTO ,INTANTO, DALLE SUE PROPOSTE
Concordo con il Dott. Marino, le sue proposte sono eque e dignitose. Questo Governo dovrebbe rappresentare la vera svolta sposandole in pieno!!!!Ridate dignità ai lavoratori, è “disumano” costringerli a lavorare fino a 70 anni!!!!
Concordo in tutto ciò che ha detto il dott. Marino. Il governo brancola nel buio ,senza idee. In questi casi la scappatoi c’è ed è quella di fare una bella commissione sulle pensioni. A questa commissione propongo di mettere dentro i silurati della scorsa legislatura, i fancazzisti, i racconta balle e come presidente un rincoglionito. E VAIIIII.
Sempre chiaro e illuminante il dr. Marino che spiega e chiarisce tutti gli aspetti, senza che nessun politico appoggi la sua equa e democratica proposta- ma ci rendiamo conto che per soli tre miliardi non si risolve il problema flessibilità? Se ne tirano fuori a decine per tutto e poi ……nessun rispetto per i lavoratori che portano sulle spalle il fardello previdenziale, consentendo a migliaia di pensionati di godersi tranquillamente per anni e anni la pensione- uniamoci e scendiamo in piazza con Marino….. solo così abbiamo speranza che qualcuno punti il faro sulla proposta di Marino e gli dia credito, compiendo un atto di giustizia sociale che stiamo aspettando da troppo tempo.
Infatti. Se non si fossero “regalati” decine di miliardi per il rdc, ce ne sarebbero a iosa…