Pensioni 2023: Quota 41 con soglia minima di età anagrafica, quale potrebbe essere?

In questi giorni, specie dopo la nomina del neo ministro del Lavoro Marina Calderone, sono in molti a chiedersi quali misure perseguirà il Governo Meloni per mantenere le promesse elettorali ed impedire il ritorno in toto della Legge Fornero, ormai alle porte, poiché ogni misura, opzione donna, ape sociale, quota 102, vedranno la scadenza il prossimo 31 dicembre 2022. Negli ultimi giorni sono circolate molte ipotesi, dall’opzione tutti, ossia una sorta di estensione dell’opzione donna anche alla platea maschile, alla quota 41 con soglia anagrafica per ridurre i costi e ancora l’ultima una quota flessibile, che pare sia la prima proposta del nuovo ministro.

Abbiamo abbondantemente parlato di opzione tutti, così come ieri abbiamo iniziato ad accennare il quadro sulla quota flessibile anche per sondare gli animi dei lettori, quest’oggi, invece, lasceremo la parola al nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto, che ha prodotto un elaborato sulla quota 41 con soglia anagrafica, ipotizzando quale potrebbe essere questa soglia e le ragioni che lo hanno spinto a pensare alla soglia d’età indicata.

Stando poi alle ultime dichiarazioni di Salvini riportate nelle ultime ore dall’Ansa: stiamo valutando l’ipotesi di una quota 41 con 61/62 anni” ci viene subito da pensare che il Dott. Perfetto dall’alto della sua competenza in materia ci abbia ‘visto lungo’. Vi lasciamo alle sue parole:

Uscita con 61/62 anni e 41 di contributi: questa la nuova quota 41 con soglia?

Così il Dott. Perfetto: “Oltre all’ipotesi di Opzione Uomo spunta anche l’ipotesi di “Quota 41 con soglia minima di età anagrafica. Tale ipotesi si sostituirebbe a “Quota 41 senza limite di età anagrafica” (proposta dalla Lega), la quale è stata valutata dall’INPS particolarmente costosa.

Ci si potrebbe domandare perché emergano proprio ora proposte come “Opzione Uomo” e “Quota 41 con soglia minima di età”.

La risposta potrebbe essere perché non c’è il tempo materiale per elaborare una Riforma Previdenziale equa e robusta che sia davvero in grado di superare la Riforma Fornero, e quindi, incalzati dalla necessità di approdare ad una soluzione dotata di maggiore flessibilità della Riforma Fornero, l’attenzione viene rivolta verso soluzioni che siano state già collaudate sul campo, o che siano state già oggetto di studio.

Opzione Uomo, per esempio, con uscita a 58/59 anni di età anagrafica (oppure con uscita tra 60-62 anni, come riportato da alcuni organi di stampa), con minimo di anzianità contributiva di 35 anni e con applicazione del sistema di calcolo interamente contributivo, ricalca fedelmente Opzione Donna.

Riflettendoci sopra, si potrebbe individuare una sovrapposizione di requisiti tra Opzione Uomo con minimo di anzianità contributiva di 35 anni e con (eventuale) uscita a 62 anni, e Quota 41 con soglia minima di età. Tale sovrapposizione di requisiti risulterebbe visibile nella tabella A seguente se si inserisse la colonna 41:

La tabella A riporta “variazioni percentuali in aumento e in diminuzione da applicare sulla quota calcolata con il sistema retributivo in relazione all’età anagrafica e contributiva”. La tabella è presente nella Proposta di legge N. 1170 (Pdl 1170) dal titolo “Disposizioni concernenti l’introduzione di un sistema flessibile per l’accesso al trattamento pensionistico” che fu presentata in data 19 settembre 2018 alla Camera dei Deputati su iniziativa dell’On. Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia.

La Proposta di legge 1170 richiede, oltre al requisito di età minima di pensionamento effettivo pari a 62 anni, e al requisito di anzianità minima contributiva pari a 35 anni, che l’importo dell’assegno previdenziale sia di un ammontare non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (cioè non inferiore a 468,28 × 1,5 = 702,42 €).

Pensioni 2023, quota 41 con quali limiti d’età?

Nella tabella A non è riportata la colonna relativa ai 41 anni di contribuzione. Ciò lascerebbe intendere che la Pdl 1170 consentirebbe di accedere al pensionamento a qualsiasi età e senza penalizzazioni purché si siano raggiunti i 41 anni di anzianità contributiva.

Volendo introdurre l’ipotesi “Quota 41 con soglia minima di età anagrafica”, si potrebbe inserire nella tabella A la colonna“41”, e allora la soglia minima di età anagrafica associata a “Quota 41” diventerebbe 62 anni.

Ma, conclude il Dott. Perfetto: “sia “Quota 41 con soglia d’età” che “Opzione Uomo” non sono vere “Riforme Previdenziali”: sono “forme pensionistiche flessibili che si affiancherebbero alla Riforma Fornero.

Per poter parlare davvero di riforma Pensioni 2023 dice categorico il nostro esperto: “Occorrerebbe, invece, fare riferimento a un impianto previdenziale più strutturato (come quello, per es., della Pdl 1170)“.

Cosa ne pensate delle considerazioni del Dott. Claudio Maria Perfetto? come vedreste un’uscita con quota 41 ma legata all’età? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.

Ringraziamo sentitamente il Dott. Perfetto e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte delle sue dichiarazioni che é tenuto a citare la fonte, tratatndosi di esclusiva per il sito.

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29 commenti su “Pensioni 2023: Quota 41 con soglia minima di età anagrafica, quale potrebbe essere?”

  1. Già scritto e chiesto di far leggere ai vari politici ai vari sindacalisti e i vari economisti.
    Io carte alla mano (INPS) a novembre 2023 faccio 41 anni e in quel momento ho 57 anni e mezzo.Mettiamo che optano per Q41 con età 61 anni.
    TOTALE ANNI DI CONTRIBUTI 44 E MEZZO.
    Ma come è possibile che abbiamo mandato gente in pensione con 35 anni con 38 anni e uno che arriva a 41 deve ancora lavorare 3 anni.
    Se va in porto la considero la più grande ingiustizia fatta nei confronti di chi lavora.
    Ma grazie al cielo si può sempre ripagare con la stessa moneta
    Mi scusi Erica ma questo esempio molto semplice meno complicato della tabella sopra riportata sarebbe da far pervenire sia al sindacato sia a Salvini e al Dott. Perfetto

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    • Sig. Fausto, noto qualche preoccupazione in lei, e mi dispiacerebbe pensare che tale preoccupazione possa essere stimolata dal presente articolo. Per cui proverò (sperando di riuscirci) a tranquillizzarla.

      C’è un elemento che non ho inserito nell’articolo, per ragioni di spazio, ma che ora mi impegno a precisare per fugare il suo dubbio circa la sua permanenza al lavoro.

      Noterà che nell’articolo è riportata la seguente affermazione: “Nella tabella A non è riportata la colonna relativa ai 41 anni di contribuzione. Ciò lascerebbe intendere che la Pdl 1170 consentirebbe di accedere al pensionamento a qualsiasi età e senza penalizzazioni purché si siano raggiunti i 41 anni di anzianità contributiva”.

      Ora, ammettendo di inserire nella Tabella A la colonna 41, la precedente affermazione diventerebbe: “Nella tabella A non è riportata la colonna relativa ai 42 anni di contribuzione. Ciò lascerebbe intendere che la Pdl 1170 consentirebbe di accedere al pensionamento a qualsiasi età e senza penalizzazioni purché si siano raggiunti i 42 anni di anzianità contributiva”.

      Perciò, sig. Fausto, ammesso (ma non concesso) che venisse approvata la Pdl 1170 con “Quota 41 con soglia di età 62 anni”, lei che a novembre 2023 farebbe 41 anni di lavoro ed avrebbe 57 anni, potrebbe andare in pensione in novembre 2024 con 42 anni di lavoro e 58 anni di età senza penalizzazioni (che sarebbe un vantaggio rispetto alla pensione anticipata Fornero con 42 anni, 10 mesi e 3 mesi di attesa per la finestra).

      Restiamo, però, con i piedi per terra: stiamo sempre nel campo delle ipotesi (ed è per questo che ho precisato “ammesso e non concesso”).

      Volendo andare più a fondo, occorre anche considerare un aspetto non trascurabile di cui però quasi nessuno parla: l’impatto dell’inflazione sulle pensioni.

      Come forse lei saprà, dall’1 gennaio 2023 ci sarà la perequazione automatica delle pensioni, ovvero l’adeguamento delle pensioni al costo della vita a seguito dell’inflazione registrata nel 2022. Il seguente documento INPS potrebbe essere di utilità per familiarizzare con il concetto molto importante di perequazione automatica (https://www.inps.it/docallegatiNP/Mig/AllegatiNews/Brochure_perequazione.pdf).

      Dal documento che le ho segnalato noterà che gli adeguamenti pensionistici per l’anno 2022 sono risultati relativamente bassi, dal momento che gli aumenti sono risultati tra l’1,2% e l’1,6% poiché il tasso di inflazione nel 2021 si è attestato intorno all’1,9%.

      Per l’anno 2022 si prevede che il tasso di inflazione si attesterà intorno all’8%. E questo comporterà un esborso per lo Stato di circa 8 miliardi di euro per le pensioni nel 2023.

      Ora viene il punto delicato: le pensioni vengono finanziate con i contributi dei lavoratori attivi e se tali contributi risultano insufficienti (come prevedibile) per coprire l’aumento di 8 miliardi per le pensioni nel 2023, lo Stato dovrà attingere necessariamente alla fiscalità generale, gravando sui conti pubblici.

      E qui le cose si complicano ancora di più, dal momento che non c’è alcuna intenzione di aumentare le tasse. Quindi lo Stato dovrà fare ricorso ai prestiti. La BCE non interverrà nel comprare i titoli di Stato italiani, e i BTP decennali hanno visto crescere il loro rendimento in un anno dallo 0,5% a circa il 5% (se non vado errato). Questo significa che lo Stato potrebbe avere qualche problema nel reperire fondi attraverso i prestiti per poter finanziare le pensioni nel 2023.

      Ho volutamente utilizzato il condizionale “potrebbe” perché, se il Governo Draghi è stato lungimirante e previdente, avrà provveduto ad accantonare gli 8 miliardi per le pensioni per il 2023 (si parlerebbe, mi pare d’aver letto, di un “tesoretto”). Ma poi, visto che l’aumento resterà nel tempo, dovrà essere il Governo Meloni a trovare gli 8 miliardi per gli anni a venire.

      Il problema di fondo nasce dal fatto che è stato mantenuto l’adeguamento automatico delle pensioni all’inflazione ma è stato tolto l’adeguamento automatico dei salari all’inflazione (scala mobile). La mia personale posizione è quella di ancorare le pensioni ai salari e non all’inflazione: se crescono i salari allora cresceranno pure le pensioni, e ciò obbligherebbe il Governo a prestare attenzione al lavoro e ai salari più di quanto lo faccia ora.

      Tra poco ci sarà la Legge di Stabilità per il 2023, e tutti i nodi verranno al pettine.

      Le scelte che il Governo Meloni farà saranno dettate dalle circostanze, e non dalla “volontà politica”. E quando si operano scelte sotto dettatura degli eventi, e non con una visione lungimirante e “lungiandante”, non esistono né giustizia né ingiustizia.

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  2. Io a marzo 2023 compirò 62 anni e la mia data di pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi) è 1 ottobre 2023.

    Per cui, se passasse questa proposta, me ne andrei circa 6 mesi prima.

    Lo farei, naturalmente, se dovesse essere senza penalizzazioni : se invece dovessere prevederne , sarebbe la solita fregatura.

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  3. È inutile girare attorno ancora alle quote non se ne può più, se il governo non è in grado di mantenere ciò che è stato detto in fase di elezioni, cade tutto e per me anche la fiducia. Lo immaginavo, ma ci ho sperato fino all’ultimo in 41 anni e basta! se devono aggiungere paletti, decurtazioni, tanto vale rimanere con la nostra benamata fornero, tanto da ciò che propongono non mi cambia niente.
    Ma un programmino per capire le spese negli anni a venire l’Inps Ce l’avrà e simulerà sicuramente quanti e con quanti anni potranno andare in pensione volete che non sia tutto già calcolato?

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  4. Buonasera a tutti,ritengo che 40 anno di lavoro che sia uomo o donna siamo più che sufficienti,x potersi godere la vita con la propria famiglia e lasciar spazio alle nuove generazioni, già in difficoltà con i vari contratti lavoro a tempo determinato.
    Com’è nn ritengo giusto che un lavoratore autonomo,come nel mio caso nn possa usufruire del fatto di essere in cargiver di sua figlia…
    Tante cose andrebbero sistemate…speriamo che qlc si svegli,tolga il reddito di cittadinanza,tranne a chi veramente ne ha bisogno e quei soldi vengano messe a disposizione x le pensioni.

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  5. Vi racconto una barzelletta; ci sono tre amici Italiani uno ha 62 anni e 40 anni di contributi, l altro ha 59 anni e di contributi ne ha 39 e l ultimo ha 60 anni e di contributi ad oggi ne ha quasi 42.
    Il primo andrà in pensione nel 2023 con 40 anni di contributi con quota 102 (62+40).
    Il secondo andrà in pensione nel 2025 con 41 anni di contributi con quota 102 (61+41).
    Il terzo andrà in pensione nel 2024 con 42 anni + 10 mesi di contributi + 3 di finestra e con una quota che fa 104 (61+43), cioè un anno dopo il suo amico 62enne e con ben tre anni di contributi pagati in più e si un anno prima del suo amico oggi 59 enne, ma anche in questo caso a fronte di due anni di contributi pagati in più.
    C’è da ridere, che barzelletta è ? E’ la realtà e c’è da piangere, l’ennesimo Governo Italiano propone una legge che è tutto fuor che equa. E a pensarci su, una soluzione ci sarebbe per non fare torti a nessuno, basterebbe abbinare una quota 102 ad una quota 42 anni di contributi. Chi ha meno di 60 anni ci va al raggiungimento dei 42, dopo i 60 si va con quota 102 (60+42 – 61+41 – e così via fino ai 66+36). Se si può e si vuole strafare anticipiamo per le donne (quota 101 e 41). Per poi adeguare uomo alla donna negli anni a venire. (41, 6 nel 2024 e 41 nel 2025)
    Si avrebbe subito flessibilità in uscita dai 61 in poi, e la tanto “VOLUTA” quota 41 per tutti nell’ arco di 2 anni.
    Non vi meravigliate se gli Italiani non andranno più a votare visto che non si vorranno riconoscere in questo “NON PER TUTTI”

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  6. Quando si parla di sistema a quote che sommano età anagrafica + anni di contribuzione, non ci dovrebbero essere paletti.
    Altrimenti ci sarà sempre qualcuno che ci rimette, mi spiego:
    vincolo di minima età anagrafica = ci rimette chi ha iniziato a lavorare da giovane e con contribuzione costante;
    vincolo sugli anni di contribuzione = ci rimette chi ha iniziato tardi a lavorare o con contribuzione intermittente.
    Il sistema con questo tipo di quote non dovrebbe avere vincoli, credo che andrebbe calibrato solo sulla quota da raggiungere.
    Per esempio: 100 con piccola penalizzazione, 102 senza penalizzazione e
    104 con premio?
    Un saluto a tutti e complimenti ai gestori del sito

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  7. PENALIZZAZIONI !!! PENALIZZAZIONI, FLESSIBILITÀ DOPO 41 ANNI !!!??? DOPO 41 ANNIIIII ??? NON SCHERZIAMO ! LE PENSIONI NON SONO UNA GENTILE CONCESSIONE, MA SONO UN DIRITTO ! SOPRATTUTTO SE UNO È DISOCCUPATO DA ORMAI 5 ANNI COME IL SOTTOSCRITTO E 41 ANNI LI HA RAGGIUNTI DA TEMPO PAGANDO DI TASCA PROPRIA A UNO “STATO USURAIO” CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO DI CONTRIBUTI VOLONTARI !! È VERGOGNOSO !!! ORA VORREI INIZIARE A RIPRENDERE I MIEI SOLDI .. ALTRO CHE FLESSIBILITÀ O PENALIZZAZIONI !!!
    LA LEGA CON L’ONOREVOLE SALVINI E L’ONOREVOLE DURIGON A NOME DI TUTTO IL CENTRODESTRA HANNO PROMESSO GIURANDO E URLANDO 30 VOLTE AL GIORNO PER PIÙ DI DUE MESI CHE DAL 1° GENNAIO 2023 SE FOSSERO ANDATI AL GOVERNO CI SAREBBE STATA QUOTA 41 “SENZA SE E SENZA MA” !!! SENZA SE E SENZA MA !!!!!!!
    ATTENZIONE CARI SIGNORI PERCHÈ SE ANCHE QUESTA VOLTA DOPO ESSERVI PRESO IL VOTO RISULTERÀ L’ENNESIMA PROMESSA DISATTESA .. L’ENNESIMA FREGATURA .. MOLTE PERSONE, ANCHE LE PIÙ TRANQUILLE, NON LO SARANNO PIÙ !

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  8. Sono d’accordo con il Dott. Perfetto: non è una vera riforma previdenziale ma pensionistica flessibile per il 2023, anno in cui studiare una vera riforma. Permetterebbe però di rispettare temporaneamente le promesse di:
    Fdi-ms5-PD “flessibilità in uscita
    Lega- “quota 41”
    Le casse dello stato con solo 1mld da spendere

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  9. Campagna elettorale del matteo padano…. e suoi adepti Quota41 per tutti senza se e senza ma ……….. ieri sera 24-10 a porta a porta ……. per cancellare la fornero (balle stucchevoli ed assurde ……..ci crede proprio idioti) Quota41 (41=CONTRIBUTI) con soglia anagrafica di anni 61 e 60 altra presa per i fondelli semantica …… praticamente diventa Quota 102 e Quota 103 ….. distinte per sesso????? …….. ancora divide et impera …… bene matteuccio …….un genio incompreso …….vedremo alle urne regionali lombarde quanti 41unisti illusi e delusi ancora ………. hai promesso vino buono ci propini vino annacquato …..che sa di aceto……..e che dire di coloro che oggi hanno 60 anni ( o 59, 58) di età e 40-41-42 anni di contributi…….. eh, eh eh, come si dice ….. se la pigliano in ……..saccoccia ed andranno con 42 anni e 10 mesi se maschi e 41 anni e 10 mesi se donne…..parametri lievemente modificati della fornero (dal conte1). Salvini se taci è meglio…………

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  10. Buon pomeriggio! Spero che il neo Parlamento Italiano si occupi, al più presto, sia della Riforma delle pensioni e sia ” dell’ incremento al milione” degli importi delle pensioni, per il range 74 – 99%. Grazie infinite a tutti!

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  11. Posto che 41 anni di contributi (non di lavoro che potrebbero essere anche di più) non sono tanti, sono troppi, quota 41 presuppone che non vi sia nessun altro paletto, altrimenti non sarebbe quota 41 ma qualcosa da definire con un nome diverso, se proprio vogliamo agganciarla ad un’età anagrafica questa dovrebbe essere 55 anni, infatti prima dei 14 anni si era a scuola alle medie e se una persona avesse iniziato subito a lavorare al termine della scuola per accumulare 41 anni di contribuzione non potrebbe appunto avere meno di 55 anni, ogni altra combinazione è una fregatura e va rigettata con forza. Quota 41 presuppone inoltre che il metodo di calcolo rimanga ovviamente il “misto” visto l’enorme mole di lavoro che presuppone per poterla raggiungere, ogni altra forma sarebbe un’altra fregatura.
    Un’altra forma di flessibilità possibile, auspicabile, da rendere strutturale e affiancata a quota 41 sarebbe la cosiddetta Opzione Uomo che ricalca fedelmente Opzione Donna, con uscita a 58 (lavoratori dipendenti)/59 (lavoratori autonomi) anni di età anagrafica (evitando di, non solo prendere in considerazione, ma nemmeno nominare, come riportato da alcuni organi di stampa l’uscita tra 60-62 anni), con minimo di anzianità contributiva di 35 anni e con applicazione del sistema di calcolo interamente contributivo.
    Ritengo più che congrue le penalizzazioni (paletto anagrafico di 58 anni) e calcolo contributivo a compensare lo sconto di 6 anni rispetto a quota 41 “mista”, altre restrizioni sono inammissibili.
    Le mancanza di risorse non è più una scusa credibile in un paese dove ogni mese si spende più di 1 miliardo per ridurre le accise sui carburanti anche di chi si presenta al distributore con una Ferrari da oltre 300.000€ e non ci sarebbero per una spesa annua solo 3/4 superiore per rendere le pensioni un po’ migliori rispetto alla fornero.
    Anche la scusa che c’è poco tempo non regge, la fornero fu fatta in 21 giorni. Volere è potere diceva sempre mia nonna.

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    • emilio, segui il ragionamento; l’Unione Europea ha detto peste e corna di quota 100 che prevedeva 38 anni di contributi e 62 anni d’età con potenziali 800000 persone e ne hanno approfittato in 3 anni meno della metà; adesso mettiamo quota 41 senza limiti d’età: potrebbero essere qualche milione di persone ad andare in pensione; è possibile? non è possibile; a oggi, a parte opzione donna e lavori gravosi l’età di riferimento per la pensione sono , all’incirca 62-63 anni ( a parte legge fornero); quota 102 ne prevede 64; a 62 anni usi la pensione integrativa e non hai altro; parli di 59 anni? lo spero per te ma credo sia irrealizzabile; cosa faranno adesso? bello a sapersi; mi ha fatto specie sentire Letta ieri parlare delle pensioni quando Orlando non ha fatto un beneamato c…………………… in quasi 2 anni; concludo: vedremo cosa verrà fuori adesso ma la vedo brutta; saluti a te e ai gestori del sito

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  12. Dunque, io ho 57 anni d’età con 39 e 7 mesi di contributi. A conti fatti mi conviene la pensione anticipata della fornero…(42 anni e 10 mesi)
    Sapevo che sotto , sotto c’era la fregatura…

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  13. Non trovo corretto legare l’eta agli anni di contribuzione. Pensate a quel ragazzo che ha iniziato a lavorare a 14 anni, oggi con la Fornero potrebbe uscire all’eta di 57 (43+14) e non deve aspettare i 62 anni – continuiamo a penalizzarlo rispetto agli altri. Lui vedrà i suoi colleghi andarsene prima con meno anni di contributi.
    E che dire di coloro che oggi anno 60 anni di eta e 40-41-42 anni di contributi. Anche loro nuovamente penalizzati.

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  14. 62 anni e 41 contributi. Non mi cambia nulla, avrei 43 di contributi. Ovviamente fanno tanto rumore con lo scopo di peggiorare la Fornero, creando cortine di fumo…

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  15. Salve, come al solito chiara la spiegazione. Purtroppo si paga l’immobilismo del ministro Orlando sottomesso alla personalità del dott. Draghi preoccupato di problematiche internazionali e compiaciuto dei complimenti che giungono dalle comunità economiche europea e mondiale.
    D’altra parte l’età di pensionamento deve essere fissata principalmente a quella anagrafica e poi alla quantità di contributi e alla tipologia di lavoro, sempre tenendo conto di canali privilegiati per motivi di salute e sociale.
    Dispiace il fatto che se questa ipotesi di flessibilità fosse stata approvata 3 anni fa, in questi ultimi anni avrei potuto valutare (e con me tanti altri ultra sessantenni) se conveniva andare in pensione o continuare a lavorare.
    Attendiamo le valutazioni di sostenibilità economica e speriamo che a breve ci siano i necessari confronto con le controparti sociali.

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  16. tutto porta che si voglia fare uscire i lavoratori con il maggiore numero di contributi,
    42,10 anni e dieci mesi per gli uomini non la toglieranno mai, tutte le opzioni che faranno
    avranno forti penalizzazioni il gioco loro e di farci uscire con 43 anni di contributi
    Cari Politici siete maestri nel gioco delle tre carte ,non ci sarà altra generazione che lavorerà tanto cosi ,41 per tutti a qualsiasi età questo dovreste fare.

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  17. Buongiorno a tutti. Per iniziare va bene così quota 41 con soglia di età 61/62 ,oltre sarebbe una presa in giro e equivale alla Fornero. Poi si può migliorare importante è iniziare.Per altre proposte l’importante che i Lavoratori vengono messi in condizione di scegliere.
    Buon Lavoro

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  18. Scommessa simbolica non si apporteranno grosse modifiche a quelle già esistenti se non qualche piccolo accorgimento tanto per dare un po’ di fumo negli occhi. Aggiorniamoci così vedremo il futuro cosa riserverà, nel frattempo rimango della stessa idea del Dottor Perfetto ovvero spiacenti ma non ci sono le risorse. Rassegniamoci pur apprezzando il lavoro svolto dalla redazione composta da persone che voterei subito perché occupino un posto a sedere a Palazzo Chigi.

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    • Le risorse si possono trovare, basta volerlo, non c’è volontà
      Esempio separazione della previdenza dall’assistenza,
      meno, anzi niente armi in Ucraina, niente sprechi e ridurre le spese per corruzione: sono alcuni semplici ed elementari esempi.

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    • Le risorse ci sono se ognuno può disporre dei propri contributi.
      Al resto ci deve pensare l’Erario.
      Lo Stato butta via un sacco di soldi in bonus, quando, una bella fetta di questi, potrebbe evitare, almeno per gli ultra 60enni. Conviene pagare un contributo a fondo perduto o utilizzare i contributi per gli interessati? Continuate a dire che non ci sono i soldi quando si spendono miliardi in bonus è una barzelletta

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