Pensioni 2024, conta il rapporto attivi/pensionati sull’età pensionabile? Parla Perfetto

Sul tema delle pensioni anticipate e della necessità di poter rendere l’uscita flessibile il dibattito continua ad essere costante sul nostro sito, sono in molti ad esempio che chiedono lumi o ulteriori spiegazioni al nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto, che mai si nega ad un confronto costruttivo. Ecco dunque alcune considerazioni in merito al rapporto attivi pensionati e su come questo incida massivamente sulle scelte del Governo e su un eventuale importo pensionistico, Le sue parole e le domande dei nostri lettori a lui rivolte.

Pensioni anticipate 2024: il rapporto attivi/pensionati pesa e anche tanto

Così Scrive il Signor Libero: “Veramente il problema si risolverebbe facilmente rendendo flessibile l’età per l’uscita dal lavoro: se adesso 100 persone vanno in pensione a 67 anni si può benissimo farne uscire 30 a 65. 35 a 66, 35 a 67, 35 a 68, 35 a 69 e 35 a 70 (chiaramente la fascia di flessibilità oltre i 67 su base volontaria) e non mi dica che oltre i 67 anni non vuole lavorare più nessuno perchè non è vero, conosco tantissimi colleghi che, per varie, ragioni lo farebbero.

Il Dott. Perfetto chiamato in causa risponde: “Sig. Libero, il suo ragionamento regge se viene affiancato da un’altra considerazione: il rapporto attivi/pensionati, che, supponiamo, mantiene il sistema previdenziale in equilibrio se vale 1,4.

Supponiamo che ci siano già 100 pensionati e 140 attivi (in modo che 140/100=1,4). Se si mandano in pensione le sue 100 persone, avremmo 40 attivi e 200 pensionati. Il rapporto attivi/pensionati sarebbe uguale a 40/200=0,2 (mentre, invece, deve essere 1,4).

Per finanziare 200 pensionati occorre assumere 240 lavoratori, in modo che 40+240=280. Solo con 280 attivi si ha il rapporto 280/200=1,4

In altre parole, per mandare in pensione i suoi 100 lavoratori, occorre incrementare il numero di lavoratori attivi di 240 unità. Se non lo si può fare, si aumenta l’età pensionabile.

In alternativa, occorrerebbe che 100 pensionati muoiano e che i nuovi 100 pensionati prendano il loro posto. Altra alternativa: finanziare le pensioni anche con la fiscalità generale (aumentando le tasse).

Pensioni anticipate 2024: pensioni e lavoro 2 facce stessa medaglia

Il dibattito prosegue ed il Sign Libero incalza il Dott  Perfetto: “Egr. Dott. Perfetto mi perdonerà ma non capisco. Se io, limitandomi alla pensione di vecchiaia, fisso il limite a 67, applicando una flessibilità di tre anni in anticipo e posticipo, reputandola equivalente dal punto di vista quantitativo non altero il rapporto occupati/pensionati a meno che si speri, occultamente, che qualcuno prima dei 67 passi a miglior vita

Ecco la sua risposta conclusiva: “Sì, sig. Libero, l’amara verità è proprio questa: si spera che chi è già in pensione, o chi sta per andarci, passi a miglior vita. La speranza è stata realizzata in parte dal Covid.

Per evitare di ricorrere a questa triste speranza, sarebbe bene fin d’ora cominciare a pensare di far versare i contributi a robot e ad automi dotati di funzioni autonome, nonché alle casse automatiche che si stanno diffondendo a macchia d’olio nei supermercati e nelle librerie”.

Quindi estremizzando il concetto del Dott. Perfetto il rapporto lavoratori e pensionati è assolutamente fondamentale per poter parlare di qualsivoglia flessibilità in uscita:il punto non è l’importo. Il punto è che si può andare in pensione solo se ci sono più lavoratori o se ci sono più pensionati che muoiono”. Altrimenti essendo noi in un sistema previdenziale a ripartizione non vi sarebbe altra soluzione se non quella di alzare l’età pensionabile. Chi lavora oggi non sta accumulando soldi per pagarsi la pensione, ma sta permettendo l’assegno previdenziale a chi ha lavorato prima, i lavoratori di oggi, dunque, saranno pensionati di domani, se qualche giovane entrerà nel mondo del lavoro ed inizierà a versare i contributi. Ecco perché come il Dott. Perfetto ha fatto notare più volte il discorso delle pensioni va assolutamente legato al discorso sul lavoro.

E voi cosa ne pensate di queste cosiderazioni?

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41 commenti su “Pensioni 2024, conta il rapporto attivi/pensionati sull’età pensionabile? Parla Perfetto

  1. Io penso che l’unica via certa per non essere “ricattati” ogni volta con la regola che ci deve essere 1,4 lavoratore per 1 pensionato e quindi subire continue ingiustizie di innalzamento di età e abbassamento di assegno percepito è quello di migrare da questo assurdo e sbagliato ( perchè non equo visto i vitalizi e regole diverse) sistema a ripartizione verso un sistema che faccia in modo che chi lavora e paga i contributi ogni mese si costruisca una propria pensione.
    Anche perchè è innegabile la realtà che ci sarà sempre meno lavoro, sempre più lavoro nero o sottopagato, sempre più lavoro discontinuo, sempre più lavoro non fatto da umani ma da software o macchine, e quindi il valore 1,4 diminuirà IN CONTINUO , nonostante tutte le speranze e i discorsi di ottimismo da parte di politici ed esperti.
    Quindi l’INPS dovrebbe iniziare, in base ad un programma stabilito che permetta di chiudere l’attuale sistema, a non ricevere più i contributi di chi lavora per lasciarli al lavoratore ed essere gestiti sempre dalla Stato ma con una forma a capitalizzazione.
    L’alternativa , per avere pensioni umane e da vivi, cercando di aumentare il lavoro e soprattutto pagarlo anche bene in Italia è una grande, grande utopia. Un giovane di oggi farà la fame da anziano e credo che per vivere morirà a lavoro.

  2. Il sistema a ripartizione ha le sue motivazioni e condizioni sia di pregio che di negatività. Va governato attivamente per accentuare le prime ed eliminare le seconde pena decadimento finanziario del sistema. Certamente non può essere gestito come una roulette russa per cui io oggi pago cospicuamente ad altri ma senza la certezza che al realizzarsi del mio bisogno troverò risorse per fronteggiare le mie necessità. Si dice che i sistemi a ripartizione generano contratti impliciti tra generazioni. Tali contratti impliciti vanno opportunamente gestiti, diversamente addio alla natura previdenziale degli specifici rapporti economici!!! La previdenza non è organizzabile come una scommessa. Personalmente per risparmiare per le mie future esigenze non dedico una parte rilevante delle mie risorse alle scommesse. Considerato quindi la cospicua casistica di scelte pressapochistiche nella gestione della materia, oggi è necessario trovare soluzioni non penalizzanti per i lavoratori e pensionandi sia dal punto di vista della remunerazione che di rispetto dei bioritmi. ( P.S. MNSU sta per 1961 che è diventato “forbidden” 😊)

  3. Egregio Sig. Perfetto, vorrei farle presente che noi lavoratori sessantenni, sono 40 anni che versiamo i contributi. Teoricamente lo Stato avrebbe dovuto accantonare i contributi versati ed invece stiamo pagando le pensioni a chi è già in pensione (detto in poche parole, l’INPS è in debito). Viene spontaneo chiedersi che fine hanno fatto i soldi dei contributi. Seconde le Sue teorie, noi allora dovremmo lavorare “solo” fino all’età di 80 anni.
    Mi piacerebbe far lavorare la signora Fornero, in fabbrica, in catena di montaggio (con 1400 € al mese), fino all’età di 67 anni e non solo la Fornero, ma anche chi la sostiene

    1. Sig. Marco b., lo Stato non accantona proprio nulla. I soldi che i lavoratori versano servono per pagare le pensioni correnti. La cassa dell’INPS, perciò, è sempre vuota.

      Al momento la sola cosa certa è che l’età per il pensionamento tenderà ad innalzarsi progressivamente, e pertanto si tenderà a lavorare almeno fino a 71 anni. Già oggi si sta promuovendo l’iniziativa di incentivare i medici, su base volontaria, a lavorare fino a 72 anni. Ma non mi stupirei se tra qualche tempo la “base volontaria” diventerà “obbligatoria per legge”. E non solo per i medici, ma per tutti i lavoratori.

      I nostri piaceri possiamo tranquillamente soddisfarli nel mondo dei sogni (come sosteneva Freud). Ma la realtà è diversa. La realtà, per chi la scambia per un sogno, può diventare persino un incubo.

      Per quanto mi riguarda, io sostengo la Prof.ssa Fornero. Preferisco più la posizione “tecnica” fondata su basi razionali di chi ti dice che andrai in pensione a 67 anni senza se e senza ma, piuttosto che la posizione “politica” fondata su motivazioni elettorali di chi ti dice che andrai in pensione con 41 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica senza se e senza ma.

    2. Dott. Perfetto se contributivo deve essere,dovrà esserlo retroattivo .
      Risparmio 70/80 miliardi anno?
      Quindi si può fare una riforma pensioni con 40/41anni di contributi a prescindere dall’età o64/65 anni per la pensione di vecchiaia

    3. Bravo quello che penso anche io,loro si fregano un sacco di soldi al mese di pensione e poi dicono che mancano i soldi ,e tutti gli sprechi che fanno .

  4. lo misero disteso sulla pietra fredda, coperto di stracci insanguinati e il Giudice Supremo comandato dall’INPS e dal Governo gli girava intorno e gli diceva “chiedi perdono ai tuoi sovrani e accetta in ginocchio il loro volere, sottomettiti e dichiara la tua obbedienza, di ai tuoi sovrani che non tenterai più di cercare uscite pensionistiche, di ai tuoi sovrani che resterai al tuo posto fino a 90 anni e che non oserai chiedere sconti … solo allora i tuoi sovrani potranno concederti la grazia … ti ascolto … pronuncia queste parole … io comune e inutile lavoratore, compirò il mio dovere fino alla fine dei miei tempi e mi sottometto al volere dei miei sovrani che sanno quello che è giusto per me”. L’uomo sdraiato sulla fredda pietra con la corda al collo che gli impediva finanche di deglutire, tra i sussulti dati dai dolori lancinante per le torture subite, si guardò intorno scrutò tra la folla dei propri simili e capì che lui era li per essere un esempio. Raccolse così le sue ultime forze, forte del suo orgoglio e della causa che fino ad allora lo aveva mosso … inspirò e con tutta la sua forza e gridò LIBERTAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaa, LIBERTAAAAAAAAaaaaa … questo prima che il boia pagato dall’INPS e dal governo gli tagliò la testa. (trasposizione di Braveheart).

    1. Sig. Giacomo, separare l’assistenza dalla previdenza è soltanto una questione contabile, non di contenuti. Serve per essere più trasparenti verso l’Europa, serve per mostrare che la spesa pensionistica italiana è in linea con la media europea.

      Il resto, come giustamente dice lei, “sono solo chiacchiere”.

  5. io credo che ci vuole poco a capire che basterebbe mettere a lavorare i giovani e ce ne sono tanti che vorrebbero un lavoro mi spiego meglio per un lavoratore che va in pensione bisogna mettere un giovane e così via ma nn con contratti di sei mesi e poi restano a casa .Sono tutte chiacchere parlate parlate ma nn fate niente.volete che nascano figli ma come fann i giovani se nn hanno un lavoro e fate lavorare i vecchi ? fate lavorare i giovani che avranno la loro famiglia e mandate a casa chi ha già lavorato 40 anni è così che si dovrebbe fare nn sperare che i pensionati muoiano è una vergogna possibile che nn lo capite cambio generazionale è così che l’Italia comincerebbe a funzionare e nn dite che si vive di più nn è vero si muore giovani c’è chi nn arriva alla pensione basta basta con queste chiacchere ormai siamo stanchi

    1. Trovarli i giovani che vogliono lavorare, ormai nessuno è più disposto a sacrificarsi, l’apericena e le serate con gli amici/che hanno la priorità su tutto. E non veniamo a raccontare che sono sottopagati, a quei lavori basta dire no e denunciarli alle autorità, ci penserà poi il giudice del lavoro a sancire che a 3€ non si campa. Ma quando ti offrono 1300/1400 € e dici di no perchè non è il lavoro per cui hai studiato, allora proprio non ci siamo. Se ti laurei in filosofia o lettere sai già che le possibilità di impiego sono ridotte al lumicino quindi……di cosa parliamo?
      Non parliamo poi nel campo della logistica, a breve in mano esclusivamnete in mano agli extracomunitari, per che nessun italiano vuol più fare il trasportatore anche a fronte di stipendi che oscillano dai 2500/3500 € oltre ai costi per ottenere la patente necessaria
      A buon intenditore poche parole……..
      Vincenzo

  6. Spett.le Dott. Perfetto, al di là della sua analisi ineccepibile, chi è in attività deve pagare le pensioni a chi non ha MAI versato un euro/lira e contestualmente mantenere i parassiti del rdc? (non tutti, ma la maggior parte). Senza tralasciare la sedicente “accoglienza”…p.s.: ovviamente non è lei il legislatore…

  7. Domanda per il dott Perfetto
    La sua equazione è inattaccabile pero io vorrei mettetci la variabile dipendente riferita a chi andrebbe via con il calcolo tutto contributivo dai 64 anni. Che a wuel che si dice parrebbe non gravare sulle casse dello stato, domando in che maniera questo dato modificherebbe l equazione (se modificabile), saluti e grazie

    1. Sig. Lucky, ci sono diversi modi per mantenere il sistema previdenziale in equilibrio finanziario, anche nella drammatica situazione del 2040 prospettata dal Presidente Inps Tridico in cui si stima che il rapporto lavoratori/pensionati sarà pari ad 1 (1 lavoratore per 1 pensionato), invece dell’attuale 1,47.

      Un primo modo per non gravare sulla casse dello Stato è ridurre progressivamente l’importo pensionistico di tutti i pensionati a livello di pensione minima. Infatti, se un lavoratore attivo che guadagna 1600 euro lordi al mese versa il 33% in contributi (10% da parte del lavoratore e 23% da parte del datore di lavoro), allora in contributi saranno 528 euro lordi mensili. Perciò, se un lavoratore deve finanziare la pensione di un pensionato, tale pensione sarà di 528 euro lorde mensili. Una pensione a livello di povertà.

      Un secondo modo per non gravare sulla casse dello Stato è elevare il salario dei lavoratori in modo da poter garantire ai pensionati una pensione che non sia al livello di povertà. Se un lavoratore attivo che guadagna 3200 euro lordi al mese versa il 33% in contributi (10% da parte del lavoratore e 23% da parte del datore di lavoro), allora in contributi saranno 1056 euro lordi mensili. Perciò, se un lavoratore deve finanziare la pensione di un pensionato, tale pensione sarà di 1056 euro lorde mensili. Una pensione a livello di sussistenza.

      Un terzo modo per non gravare sulla casse dello Stato è costruirsi una pensione complementare, gestita da Fondi Pensioni, in modo da assicurarsi una pensione a livello dignitoso.

      Ma non basta avere in equilibrio il sistema previdenziale. Occorre che l’intero sistemo economico sia in equilibrio. In altre parole, occorrono lavoratori che producano i beni che vanno consumati.

      In assenza di lavoratori umani sarà necessario impiegare i lavoratori robotici da equiparare a pieno titolo ai lavoratori umani, facendo versare le imposte anche a loro (a cominciare dalla casse automatiche nei supermercati, librerie, bancomat, biglietterie di treni, bus, tram, e a tutte le operazioni eseguite via web con home banking, home insurance prelevando imposte dai profitti delle imprese e impedendo alle imprese che le imposte vengano indirettamente trasferite a carico dei clienti). Per attuare una simile impresa, occorre uno Stato che sia credibile agli occhi dei mercati, capace di investire in buoni progetti, che sia in grado di andare lontano così come sembra essere in grado di vedere lontano (fino al 2040 come vede il Presidente Tridico).

      Se si considerano lavoratori anche i robot (il cui termine deriva dalla lingua ceca “robota” che significa “lavoro”) allora si può andare in pensione quando si vuole, mantenendo sia il sistema previdenziale che l’intero sistema economico in equilibrio.

  8. Gent.mo di Perfetto, penso che molti di siano dimenticati, ma non certo Lei, che l’Europa ha sanzionato l’Italia con la procedura di infrazione 4199/2013 , perché l’UE non ammette discriminazioni tra i sessi, mentre la Legge fornero costringe gli uomini a lavorare un anno in più rispetto alle donne, ma i politici non pensano su questo di porre rimedio, sembrano ignorare la sanzione … pagano I cittadini …

    1. Sig. domesessantuno, ha pienamente ragione riguardo alla disparità di trattamento pensionistico tra uomini e donne (1 anno di lavoro in più per gli uomini per quanto riguarda la pensione anticipata Fornero).

      La disparirà tra uomini e donne verrà rimossa, innalzando progressivamente l’età per le donne. Ci sarà da aspettarselo in una delle prossime revisioni pensionistiche.

      1. Non troverei corretto allungare i tempi per le donne, 41 anni e 10 mesi più di 3 mesi di finestra sono già una infinità …però credo che Lei condivida che non è giusto che una parte delle tasse dei contribuenti serva a pagare la sanzione dell’Europa per la discriminazione tra i sessi prevista dalla legge Fornaro !!

        1. Sig. Domesessantuno, non è corretto allungare i tempi per le donne. Ma lo hanno già fatto con Opzione Donna, passando da 58 a 60 anni.

          Non è giusto pagare la sanzione europea con le tasse dei contribuenti. Ma se per lo Stato la sanzione costa meno del sanare la discriminazione, allora lo Stato si limiterà a pagare la sanzione europea piuttosto che diminuire di 1 anno l’anticipata Fornero per gli uomini equiparandola all’anticipata per le donne.

        2. Caro Dome61; già 1 volta l’uomo aveva i 65 anni e la donna 60; progressivamente hanno aumentato sia all’uomo che alla donna; e poi tieni conto che la donna vive in media 3-4 anni in più dell’uomo; calcolano i centenari: 7 donne a 1 uomo; tutto qui; saluti a te e ai gestori del sito

          1. Ok Prof, ma se gli uomini hanno un’aspettativa di vita significativamente più bassa, perché farli uscire più tardi ?
            Mi sembra paradossale…chi camperà di meno lo tengono al lavoro di piu’ …al di fuori della logica più elementare…qualcuno lo dica al ministro…

  9. Alcuni anni fa, si credeva che con l’era digitale , la robotica e gli androidi , l’uomo potesse finalmente godersi la vita e pensare alla salute ! Invece no . Nessuna ditta ha più anziani da premiare ,ma androidi da installare ! Sto per arrivare a 67, ma se muoio faccio un favore all’ INPS.

  10. Dr Perfetto a me sembra che dopo le elezioni Salvini non parli più di pensioni, e anche Durigon a mio avviso ne parla solo quando è costretto dai giornalisti, penso che sia una conseguenza della figuraccia che ha fatto la Lega dopo le promesse fatte in campagna elettorale, tipo Quota 41 SUBITO, SENZA SE e SENZA MA … concorda ?

  11. massi dai che volete che sia qualche annetto in più di lavoro , dobbiamo pur contribuire ai privilegi delle categorie che grazie alle (maggiorazioni convenzionali) tuttora possono accedere alla pensione a 57 anni con 35 di contributi del resto loro sono servitori dello stato noi solo “schiavi dello stato”

  12. Nel 2024 andrò in pensione per anzianità, ho già conteggiato quale sarà il mio stipendio in quiescenza e dopo 40 anni di lavoro la pensione sarà da fame !!
    Starei molto volentieri a casa a godermi cosa ? Più dell’età pensionistica rivedrei l’obolo che ci viene ” concesso ” dopo tanti anni di contributi versati . Piuttosto di avere 300/400 euro in meno rispetto allo stipendio, io continuerei a lavorare, mio malgrado, ma non ho neppure questa possibilità.

  13. Noi stiamo pagando le assurde leggi pensionistiche del passato molto permissive.
    Però bisognerebbe fare, perlomeno per chi ha pensioni oltre 10 volte la minima non coperte da contributi, che dessero un contributo di solidarietà.
    E molti di questi sono proprio quelli che pontificano sulle nostre pensioni…

  14. Il metodo più semplice per aumentare la qualità della vita a chi è anagraficamente datato affinchè possa accedere alla pensione è: creare nuovi posti di lavoro lo ha già sentito questo slogan Dottor Perfetto? Altrimenti sia noi che lei continueremo sulla falsariga di questi anni a ripetere sempre gli stessi concetti infatti nulla cambia. Se quattro gatti rimasti a lavorare devono con i loro contributi mantenere una massa di disoccupati e scansafatiche tra vent’anni saremo ancora al punto di partenza pur scrivendo interi capitoli della divina commedia il punto cruciale rimane sempre il paragrafo uno da me citato. Purtroppo tanti di questo blog si ostinano a fare ancora dei distinguo tra destra e sinistra (non esiste questo concetto da anni) e devono ancor oggi rendersi conto che di quelli lautamente pagati per pensare pochissimi sono in grado di cambiare questo status quo ma andrebbero a scontrarsi con una maggioranza che negli ultimi trent’anni ha dimostrato solo tanta incompetenza. Nota a margine nella mia regione di appartenenza i manifesti mortuari mostrano come gli uomini vivano tra un’età tra i sessanta e i settant’anni e le donne tra gli ottanta e i novanta quindi andiamo pure avanti a portare avanti la causa Opzione donna continuando quando fa comodo a manifestare la parità dei diritti tra i due sessi quando non torna comodo a portare avanti le cause femminili. L’essere umano è nato già difettoso dai tempi di Adamo ed Eva. Saluti a tutta la redazione.

    1. Sig. Luigi, io sono tra coloro che sostengono che occorre creare posti di lavoro. Se non lo fanno le imprese private, occorre che sia lo Stato a farlo.

      Tuttavia, il Presidente Meloni è di parere leggermente differente. Per il Presidente Meloni non è lo Stato che deve creare lavoro, ma devono essere le imprese a farlo; compito dello Stato è invece quello di creare le condizioni perché le imprese creino lavoro (questo è senz’altro vero. Anzi, è talmente vero da apparire una banalità).

      Io seguo la via indicata da Keynes: se le imprese non creano lavoro, dovrà essere lo Stato a farlo attraverso la “socializzazione degli investimenti”.

  15. Buongiorno.Dunque mi state dicendo che pur avendo pagato fior di soldoni allo stato in tasse devo andare in pensione da morto?Saluti ai gestori del sito.Fac59

  16. Gli importi delle pensioni sono già stati versati e quindi perché dobbiamo trovare qualcuno che c’è le paghi?

    1. Sig. Riccardo, i contributi che i lavoratori versano servono per pagare le pensioni correnti.

      Quando il lavoratore andrà in pensione un altro lavoratore (anzi, più di uno) gli pagherà la pensione.

      Le pensioni funzionano così perché il nostro sistema è “a ripartizione”: chi lavora finanzia chi è in pensione.

      Per questo motivo sostengo a spada tratta che per risolvere il “problema pensioni” occorre risolvere il “problema lavoro”. E’ nel lavoro la chiave che apre la porta alla pensione. Occorre dare innanzitutto lavoro ai disoccupati e agli inattivi. Se il lavoro non c’è, lo si deve creare. E deve farlo lo Stato. Punto.

  17. Buongiorno,
    mi chiedo perché allora non si pianifichi l’abbandono del sistema a ripartizione e si inizi ad accantonare, per ogni lavoratore, i soldi per la propria pensione.
    Se il futuro è con sempre meno lavoratori, organizziamoci in tal senso …..
    All’inizio sarà duro, ma una volta a regime i problemi (delle pensioni) saranno risolti.

  18. Sicuramento no mi permetto di mettermi a livello del dottore ma mi dica:
    In Italia ci sono 23 milioni di persone con una media RAL di circa 40 Mila euro.Di questi il 33% sono i versamenti suddivisi tra datore e il lavoratore per la propria pensione.Quindi spannometrico il montante per ogni singolo lavoratore ammonta a circa 13 Mila euro che moltiplicati ai 23 milioni di lavoratori fa circa 3 miliardi qui si parla di lordo.Ora passiamo ai pensionati che sono circa 16 milioni ma con la storia del COVID altre fonti parlano di poco più di 15 milioni.Prendendo una media di 1400 euro in questo caso al netto moltiplicati per i pensionati si parla di un esborso di circa 2.3 miliardi di euro.Quindi abbiamo un credito di circa 700 milioni di euro all anno.Mettiamo che sbaglio del 20% i mie calcoli si può dire tranquillamente che ogni anno il forziere del Inps a mezzo miliardo di euro.Vogliamo giusto giusto per non andare troppo indietro fare una stima di dieci anni.5 miliardi devono esserci per forza e reggerebbe in qualsiasi contesto.Ma lo stato attinge a questi soldi non solo per le pensioni ma anche per l assistenza i bonus i sussidi le guerre gli sbarchi e quindi per forza che se si spende più dell’ entrate .Concludo dicendo che se lo stato continua ad attingere ai soldi versati dai contribuenti anche se tassassimo l interruttore della luce di un capannone non basteranno mai.Scusi per il papiro scritto

    1. Sig. Fausto, ho provato a rifare il suo esercizio. Le mostro il risultato cui sono pervenuto, utilizzando i suoi stessi dati.

      Supponiamo (gli economisti iniziano sempre i loro discorsi con “supponiamo” – che ci vuol fare, sono fatti così) che il Reddito Annuo Lordo (RAL) di un lavoratore medio sia di 40.000 euro: il 33% versato in contributi (da parte del lavoratore e del datore di lavoro) ammonta quindi a 13.200 euro lordi annui.

      Supponiamo che ci siano 23 milioni di lavoratori: i contributi versati in un anno sono 13.200 x 23.000.000= 303.600.000.000 (ovvero, poco più di 303 miliardi, e NON i 3 miliardi che riporta lei, che certamente rappresentano una svista).

      Fin qui, sig. Fausto, ho seguito la sua linea di ragionamento. Ora, se me lo permette, cambierò leggermente la rotta, e farò un ragionamento inverso al suo, ovvero, anziché partire dall’importo pensionistico, partirò dall’ammontare a disposizione (i contributi versati) per arrivare all’importo pensionistico.

      Supponiamo che ci siano 15 milioni di pensionati (considerando anche l’impatto del COVID in base alla sua ipotesi): ciascun pensionato, in media, riceverà 303.600.000.000/15.000.000 che è uguale a 20.240 euro lordi l’anno.

      Dividendo la pensione annua per tredici mensilità, otterremo la pensione lorda mensile di ciascun pensionato: 20.240/13=1.557 euro.

      Supponiamo di applicare una tassazione pari al 20%: la pensione lorda mensile viene decurtata di 1.557 x 20% = 311 euro.

      In definitiva, la pensione netta di ciascun pensionato, per tredici mensilità, risulta pari a 1.557-311=1.246 euro.

      Ora, sig. Fausto, se dai miei conti molto superficiali (lo riconosco) l’importo mensile netto pensionistico, per tredici mensilità, pari a 1.246 euro le sembra una cifra credibile, allora deve convenire con me che i contributi versati dai lavoratori vengono utilizzati pienamente per i pagamenti delle pensioni, e non anche per l’assistenza, bonus, sussidi vari, ecc.

      La ringrazio, sig. Fausto, per questa opportunità che ha offerto a me (ma anche ai lettori di Pensionipertutti) di riflettere un po’ sul rapporto lavoratori/pensionati in termini finanziari, anche se in maniera molto semplice (e, forse, semplicistica). Ma comunque, credo che sia meglio saperne qualcosa in merito a ciò, anche se in modo approssimato, piuttosto che non saperne proprio nulla.

  19. La verità è che noi lavoratori siamo totalmente rovinati, perché per uscire dobbiamo sperare che muore gente o che lo stato e altri assumono – morale….non usciremo mai o usciremo morti e cosi si risolve il problema- allora dico che bisogna per forza andare a toccare chi prende la pensione da 40 e più anni, perché non è normale che migliaia di persone che hanno lavorato pochi anni o non hanno versato contributi a sufficienza, debbano godersi la pensione tranquillamente alle nostre spalle ed alla nostra faccia, che gliela dobbiamo pagare col nostro sudore fino a 67 ed oltre – ma che razza di sistema è questo maledizione- svegliamo e facciamo casino …..bisogna mettere mano alle pensioni precedenti, altrimenti qua moriamo tutti sul lavoro …..invertiamo la rotta , perché non se ne può più di questa spirale di ingiustizia e sofferenza.

  20. Bene, se le tematiche relative alla riforma delle pensioni si spostassero principalmente sull’età del lavoratore, probabilmente si potrebbero ottenere delle modifiche dell’attuale legge Fornero. Le varie Quote abbassando l’età hanno accentuato l’insostenbilità dell’attuale sistema pensionistico. L’età della pensione di vecchiaia dovrebbe essere abbassata almeno di 2 anni su base volontaria per uniformarci agli altri paesi europei, salvaguardando un limite massimo all’anzianità di servizio.

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