Pensioni Tridico 2020

Pensioni 2024, il Presidente INPS Tridico avverte: sulla riforma non faranno nulla

La preoccupazione sul futuro del sistema previdenziale italiano è palpabile nelle parole del presidente uscente dell’INPS, Pasquale Tridico. Durante un’intervista a TPI, Tridico ha espresso la sua inquietudine riguardo alla mancanza di azioni concrete per affrontare la riforma previdenziale. “Sulle pensioni nessuno farà nulla“, ha affermato con un tono di sfiducia, e dopo esser stato ‘silurato’ dal Governo Meloni, si è tolto alcuni sassolini dalle scarpe.

Pensioni 2024, il sistema è a rischio parola di Pasquale Tridico

La situazione attuale non sembra promettente. Tridico ha sottolineato come l’INPS sia stato costretto a fornire 22 miliardi di euro in integrazioni pensionistiche, principalmente a causa dell’inflazione. Ciò è avvenuto nonostante il governo abbia deciso di non adeguare tutti i trattamenti pensionistici. Questa scelta ha generato una crescente spesa pensionistica, mentre i salari non sono stati indicizzati. Tridico ha sottolineato che i contributi sono diminuiti, ma che pesano anche meno sul sistema.

Quando si parla di soluzioni alternative, Tridico ha fatto riferimento alla necessità di introdurre una scala mobile per le pensioni. “Se ci fosse la scala mobile non avremmo questo deficit mostruoso”. Ha anche menzionato la possibilità di introdurre un salario minimo per coloro che guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora, affermando che ciò aumenterebbe la sostenibilità del sistema: “Se avessimo un salario minimo per chi è sotto i 9 euro lordi aumenterebbe la sostenibilità“. Tridico ha invitato a fare i conti: “Pensi: 4,5 milioni di italiani, il 30 per cento di chi lavora, sono sotto i 9 euro l’ora!”.

Riforma Pensioni 2024, il presidente INPS su calo demografico e incentivi: rischia di saltare il banco

La discussione sugli incentivi alle aziende è emersa durante l’intervista. Tridico ha rivelato che l’INPS spende 21 miliardi di euro in incentivi, ma l’impatto su nuove assunzioni è stato nullo. Secondo lui, gli incentivi hanno un impatto significativo solo quando sono mirati a un determinato target. L’esperienza degli anni passati ha dimostrato che solo gli investimenti possono stimolare la domanda di lavoro, mentre gli incentivi da soli non sono sufficienti. Tridico ha sollevato anche un’altra questione critica: il calo demografico, oggi 60 per cento nel 2019, 59 per cento. Ha evidenziato che, “Oggi noi mandiamo in pensione i nati del 1960, che sono milione e 100mila. Ma stiamo mandando al lavoro i nati del 2000 che sono 500 mila. Quando toccherà ai nati oggi, che sono 100mila di meno, il sistema crollerà se non aumentiamo la base contributiva”.

Il presidente dell’INPS ha evidenziato che “il tasso di ingresso nel mondo del lavoro è la metà di quello delle persone che ricevono una pensione“. Poiché il sistema previdenziale italiano si basa sulla ripartizione, i contributi dei lavoratori attuali sostengono le pensioni degli anziani. Questo spiega la sua ossessione per l’implementazione di un salario minimo, che rappresenterebbe un modo per aumentare i contributi previdenziali. Tridico ha dichiarato di aver discusso di questi temi con i ministri di centrodestra, Giorgetti e Calderone, trovandoli aperti e interessati. Tuttavia, ha sottolineato che la question: “Non è un problema di schieramenti ma di numeri”.

Le parole finali di Tridico sono state amare. Ha affermato che le tre grandi riforme a cui ha lavorato sono state cancellate e che coerentemente anche lui è stato rimosso dalla sua posizione. Nonostante l’amarezza, Tridico si è definito lucido sulle sfide che il sistema previdenziale italiano affronta attualmente. Ha concluso l’intervista con un avvertimento chiaro: se non si interviene tempestivamente, tutto il sistema potrebbe collassare: “salta il banco“, ha detto il (per pochi giorni ancora) presidente INPS.

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10 commenti su “Pensioni 2024, il Presidente INPS Tridico avverte: sulla riforma non faranno nulla

  1. Egregio Presidente, le sue previsioni sono così mutevoli…si passa da dichiarazioni serene a iper positive e a disastri..e tutto in pochi mesi! Poi sa, dalla gestione degli immobili che ha l’Ente e che è stato portato alla luce ultimamente con vendite riaffitti e riacquisti… credo abbia proprio ragione che il banco salti sicuramente e farà un bel botto !

  2. …. Errata corrige…. Buonasera! Io ritengo che il Governo Italiano debba intervenire sulle pensioni ed agevolare i futuri pensionati. Grazie a tutti di cuore!

  3. Buonasera! Io ritengo che l’Inps debba intervenire sulle pensioni ed agevolare tutti i futuri pensionati. Grazie a tutti di cuore!

  4. Così Tridico:”… ha rivelato che l’INPS spende 21 miliardi di euro in incentivi, ma l’impatto su nuove assunzioni è stato nullo.” Una domanda: ma che razza di modalità “incentivante” seguono sti 21 miliardi?
    Gli incentivi sulle ristrutturazioni ad esempio sono a consuntivo fatturato. Come si fa ad organizzare incentivi alle assunzioni dando luogo a 21 miliardi di spesa constatando poi un impatto nullo? Se è così si è erogato un maxi regalo ed è materia di indagine della Corte dei Conti. Poi sti 21 miliardi sono all’anno o una tantum?

  5. Se gli ultrasessantenni sono inoccupabili e disoccupati DEVONO PER FORZA FARE QUALCOSA. Altrimenti vale qualsiasi stupidaggine.

    1. La sua proposta di anticipo della quota contributiva a 63 anni e poi a 67 il resto è la più sostenibile e dietro il siluramento ci potrebbe essere l’intenzione del governo, di farla uscire dalle mani del nuovo Commissario o Presidente- mossa squallida dell’esecutivo ma se fosse vera la manovra subdola, farebbe comodo a tanti, perché risolverebbe tanti problemi di chi non c’è la fa a tirare avanti fino a 67 anni, decidendo secondo libera scelta, dopo aver valutato le proprie finanze e le capacità lavorative diminuite- sarà così? Speriamo che almeno questo venga fatto anche se sono scettico per l’atteggiamento di Meloni e company, per niente a favore dei lavoratori fino ad ora

    2. Mi viene da dire….ma perché fino ad ora è stato zitto??…questa situazione non c’è da qualche mese…giusto?….
      Comunque la sostenibilità del sistema oltre alla natalità incentivata si può integrare con una contribuzione da parte dell’impiego “tecnologico”….facendo pagare un contributo per utilizzo di macchinari,automazioni,terminali e intelligenze artificiali varie….

    3. solo per ricordare la sua proposta

      “Parliamo della cosiddetta pensione in due tempi: l’ipotesi è di anticipare, per chi abbia compiuto 63-64 anni e volesse lasciare il lavoro, solo la quota contributiva della pensione rinviando l’assegno totale, comprensivo anche della parte retributiva, al compimento dei 67 anni. Una volta raggiunta la pensione di vecchiaia invece al lavoratore spetterà l’assegno pieno, completo di quota retributiva e quota contributiva”

      anche il professore si dimentica degli anni in cui i lavoratori hanno diritto alla quota retributiva.
      bella scoperta.

      anche lui fa parte dei grandi geni e super esperti!

      tanto vale lasciare la Fornero…..

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