Continuano le nostre guide ed oggi ci focalizzeremo su due categorie specifiche di lavoratori: coloro che hanno svolto attività lavorativa all’estero e i professionisti iscritti alle casse professionali.
Pensioni per i Lavoratori all’estero: come gestire i contributi previdenziali
Per chi ha lavorato o lavora tuttora all’estero, il primo passo fondamentale è identificare il paese in cui sono stati versati i contributi previdenziali. Si possono presentare tre scenari principali:
- Lavoratore impiegato da un’azienda estera: in questo caso, i contributi sono versati all’ente pensionistico del paese straniero.
- Lavoratore distaccato presso una filiale estera di un’azienda italiana: i contributi possono essere versati all’INPS.
- Lavoratore distaccato presso una filiale estera di un’azienda italiana: in alcuni casi, i contributi potrebbero essere versati all’ente pensionistico del paese ospitante.
Per verificare la propria situazione contributiva, l’INPS consiglia di consultare l’estratto conto contributivo, controllando la presenza o meno di contributi da lavoro negli anni trascorsi all’estero. Quando un lavoratore ha versato contributi sia in Italia che in uno o più paesi esteri, la pensione sarà suddivisa in diverse parti, ognuna delle quali seguirà le regole specifiche del paese di riferimento, sia per quanto riguarda i requisiti di accesso che per il calcolo dell’importo.
Tuttavia, per accedere alla pensione, spesso è richiesto un numero minimo di anni di contribuzione. In caso di carriere frammentate, questo requisito potrebbe non essere soddisfatto. In questi casi, entra in gioco la Totalizzazione Internazionale, un meccanismo che permette di sommare i diversi periodi lavorativi come se si fosse lavorato sempre nello stesso paese. Questo strumento consente di raggiungere il requisito minimo di anzianità contributiva, pur mantenendo separate le pensioni ricevute dai vari paesi.
È importante sottolineare che la Totalizzazione Internazionale non è applicabile universalmente. Essa è valida all’interno dell’Unione Europea (inclusi Regno Unito, Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia) e con i paesi con cui l’Italia ha stipulato convenzioni bilaterali. Tra questi figurano Argentina, Australia, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Canada, Capo Verde, Città del Vaticano, Kosovo, Israele, Macedonia, Principato di Monaco, Montenegro, San Marino, Serbia, Tunisia, Turchia, Uruguay, Stati Uniti e Venezuela.
Data la complessità e la variabilità delle situazioni, l’INPS raccomanda di verificare caso per caso il tipo di convenzione in vigore con il paese o i paesi in cui si è lavorato. Le informazioni dettagliate sono disponibili sul sito dell’INPS nella sezione “Pensioni in regime internazionale”.
Le pensioni delle casse professionali: regole diverse
La guida dell’INPS dedica una sezione specifica alle casse professionali, che coinvolgono quasi 1,4 milioni di lavoratori in Italia. Queste casse, 23 in totale, rappresentano diverse categorie professionali, tra cui:
- Medici (ENPAM)
- Avvocati (Cassa Forense)
- Agenti di commercio (ENASARCO)
- Ingegneri e architetti (INARCASSA)
- Farmacisti (ENPAF)
Ogni cassa ha le proprie regole specifiche per quanto riguarda i requisiti di accesso alla pensione e il calcolo dell’assegno. Sebbene in alcuni casi ci sia una tendenza all’uniformazione con le regole INPS, permane ancora una notevole variabilità. L’INPS consiglia quindi di verificare attentamente le regole previste dal proprio ente di previdenza.
Nel rapporto con l’INPS, i professionisti possono trovarsi in due situazioni principali:
- Iscrizione sia all’INPS che alla cassa professionale
- Iscrizione esclusiva alla cassa professionale
In presenza di una o più casse, il principio generale è che il lavoratore riceverà pro quota diverse pensioni da ogni ente, in base alle regole specifiche di ciascuno.
Per tutelare i lavoratori in situazioni in cui gli anni maturati all’INPS o in una cassa non siano sufficienti per raggiungere il minimo richiesto, esistono diversi strumenti:
- Cumulo gratuito
- Totalizzazione
- Ricongiunzione onerosa
Questi meccanismi permettono di unificare la carriera ai fini dell’anzianità contributiva necessaria per ottenere il trattamento pensionistico. L’INPS sottolinea l’importanza di valutare attentamente la propria situazione personale per scegliere lo strumento più adatto tra quelli previsti dalla normativa.