Riforma pensioni 2023, e quota 41

Pensioni 2024, le novità spaventano meglio aspettare fine legislatura, forse, per la Quota 41

Potrebbe sembrare starno il titolo ma in fondo é quello che ci sembra di cogliere da molti commenti dei lavoratori che continuano a criticare la proposta previdenziale messa in atto da Perfetto-Armiliato-Gibbin. Certo la proposta é sicuramente innovativa, esce dalla zona di confort e va ad esplorare possibilità diverse che probabilmente faranno discutere, ma quei pochi docenti e sindacalisti che hanno dedicato del tempo per leggere i documenti inviati l’hanno trovata interessante in quanto l’IA sarà la chiave del futuro ed ineitabilmente i posti di lavoro verranno in parte occupati da robots. Ma alla proposta di tassarli e di far loro pagare i contributi molto lavoratori non sono ritengono sia futuristica ma temono che gli imprenditori potrebbero essere incentivati ad uscire dall’Italia o ancora propongono ai firmatari, alcuni già in pensione, di godersi la pensione e di non peggiorare ulteriormente le cose. Allora, come giustamente dice il Dott. Perfetto in data 30 marzo, commento che dopo un’attenta valutazione ho deciso di pubblicare in formato articolo, chiedo scusa al Dott. Perfetto per l’attesa in moderazione, allora sarebbe bene che le persone la smettessero di lamentarsi, perché in fondo se le novità spaventano e se chi prova a metterle in atto, con proposte super accurate si sente dire che potrebbe tranquillamente godersi la pensione, allora come afferma il Dott. Perfetto ‘se il Governo é nel giusto perché non vi accontentate?’.

Come a dire che se tutto ciò che viene proposto da altri canali per i lavoratori, non tutti s’intende, in automatico é irrealistico, sbagliato, e non ha senso nemmeno provarci, allora basta lamentele é sufficiente tenere quel che si ha senza però chiedere migliorie. Il Dott Perfetto dalla sua per meglio spiegare il significato della sua disamina, racconta un’ esperienza di vita vissuta prima di Psqua all’interno di un supermercato per far comprendere come anche lui vittima di un sistema fallace avrebbe potuto abbassare la testa, pagare ed uscire, invece ha deciso di fare valere le proprie ragioni e dire la propria. Ora se tutti nel nostro piccolo, a partire dal quorìtidiano facessimo così certamente potremmo avere risvolti migliori.

Riforma pensioni, il Governo é sordo o sono i lavoratori a non voler ‘parlare’?

Riportiamo l’esperienza fatta dal Dott. Perfetto che é assolutamente calzante: “Questa sera, 30 marzo 2024 Ho pensato di comprare un bottiglia di vino rosso il cui prezzo ben evidenziato era di 6,99 euro. Quando sono alla cassa, pago con 10 euro e resto in attesa di ricevere il resto. La cassiera mi guarda e mi dice che mancano 76 centesimi in quanto il vino costa 10,76 euro. Io faccio presente che il prezzo esposto è di 6,99 euro e non 10,76 euro.

La cassiera mi dice che il prezzo di 6,99 euro è per chi ha la tessera. Faccio presente alla cassiera che non ho visto il cartello di cui lei parla. Intanto pago 10,76 euro e torno allo scaffale per vedere se il cartello che avevo letto afferma davvero che il vino costa 6,99 solo per chi ha la tessera del Supermercato. Ebbene, quel cartello non lo vedo e quindi chiedo all’Assistenza di chiamare il direttore del Supermercato.

Assieme al direttore vado allo scaffale e gli chiedo dov’è il cartello che afferma che il prezzo di 6,99 è riservato ai clienti che hanno la tessera. Il direttore mi fa osservare che il cartello è rosso (quindi differente dagli altri cartelli che sono in nero) e che dentro il cartello c’è scritto che il costo del vino è di 10,76 euro ma viene applicato lo sconto del 35% per chi ha la tessera.

Il direttore aveva pienamente ragione. Gli ho comunque fatto osservare che la forma corretta di vendita è di esporre il cartello con su scritto il prezzo in grande pari a 10,76 euro e dentro il cartello il prezzo di 6,99 per chi ha la tessera. Ho chiesto quindi al direttore di stornare l’acquisto del vino. Mi sono scusato con il direttore per la mia disattenzione e sono andato via. Ho voluto fare questa lunghissima premessa per arrivare al nocciolo della questione che desidero esporre.

Innanzitutto, personalmente considero un “raggiro” la modalità di vendita di detto Supermercato: è un raggiro in quanto so bene che il prezzo del vino che volevo acquistare si aggira intorno ai 7 euro e che lo sconto del 35% è fasullo. Quindi il Supermercato in questione ha deliberatamente aumentato il prezzo del vino (e presumo anche quello di altri prodotti), raggirando il cliente. Qualora avessi fatto una spesa più sostanziosa (diciamo intorno ai 50 euro), molto probabilmente non mi sarei accorto di aver pagato il vino 10,76 euro invece di 6,99 euro.

Io non me la prendo con i Supermercati che raggirano i clienti o con i politici che fanno le false promesse. È nella loro natura agire come agiscono.

Ancora una volta (e dico “ancora una volta” perché l’ho già detto in un’altra occasione) io me la prendo con i lavoratori. Me la prendo con quei lavoratori che affermano che le aziende ricorrono all’automazione per economizzare sul costo del lavoro. In pratica, se interpreto bene questo pensiero, non avrebbe senso applicare una tassa sull’automazione perché si andrebbe contro gli interessi delle aziende.

Me la prendo con quei lavoratori che affermano che le aziende potrebbero delocalizzare gli impianti di produzione, qualora si applicasse una tassa sull’automazione. In pratica, se interpreto bene questo pensiero, sarebbe controproducente applicare una tassa sull’automazione, perché, a fronte della delocalizzazione, si rischierebbe di avere più disoccupati. Quindi, si parla ancora a favore delle aziende.

Mi fermo qui con gli esempi, perché altrimenti andrei troppo per le lunghe. E voglio arrivare invece al punto finale.

Mentre tornavo a casa senza la bottiglia di vino rosso (ma poco importa, domani festeggerò la Pasqua con acqua e limone) mi è venuta in mente l’osservazione che mi rivolse uno dei lettori di pensionipertutti: ma lei sta in pensione, e si goda dunque la sua pensione!

Già, è proprio così. Perché non mi godo la mia pensione? Durante il cammino verso casa mi sono detto: ma chi me lo fa fare a spendere tempo, energie, soldi per trovare soluzioni e fare proposte a favore dei lavoratori, quando i lavoratori sono a favore delle imprese e le difendono dicendo che una tassa sull’automazione le penalizzerebbe? E quindi sarei io dalla parte sbagliata, perché propongo di tassare le imprese con una nuova tassa relativa all’automazione per favorire il ricambio generazione e quindi permettere la flessibilità in uscita.

Se io sono dalla parte sbagliata, allora il Governo è dalla parte del giusto. Se il Governo allunga l’età pensionabile, se decurta gli importi pensionistici, se elimina le uscite anticipate, allora è giusto che sia così

A buon intenditore poche parole, ci verrebbe da dire in chiusura, dunque ai pensionandi che continuano a direquesta proposta non ha senso’, ‘questa proposta é futurista’ ‘ le aziende non accetteranno mai’, chiediamo siete a favore della vostra pensione o a favore delle aziende per cui lavorate? perché in fondo mi pare che l’analisi di Perfetto in questo sfogo sia assolutamente legittima, se le cose vi stanno bene così, perché vi lamentate? Accettate di buon grado le misure messe in campo dal Governo ed aspettate, false promesse o meno, che entro i cinque anni di legislatura vi concedano la Quota 41 e di accedere alla pensione anticipata in qualche modo.

Grazie sempre al Dott. Perfetto che con i suoi esempi calzanti ci permette di aprire profonde riflessioni sul portale, vi aspetto nella sezione commenti per discuterne insieme, chiaramente in modo costruttivo.

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23 commenti su “Pensioni 2024, le novità spaventano meglio aspettare fine legislatura, forse, per la Quota 41

  1. QUOTA. 41…..sarà forse l’ultimo soffio di questo Governo …prima delle elezioni politiche… aspettiamo..

  2. Certo, l’evasione è alta, anche perché fin che si vedono persone che nulla hanno versato percepire assistenza (chiamandola pensione) come coloro che hanno versato contributi per 30 anni… ARRABBIATI….

  3. Quello che non capirò mai consiste nel perché i buchi di bilancio devono gravare anche su le spalle di coloro che hanno già dato allo stato per 41 anni? Invece ai giovanotti baldanzosi bisogna dare il reddito di inclusione o paghetta di stato nel caso di disoccupazione. Non sarebbe meglio liberare posti di lavoro consentendo a chi ha già fatto 41 anni di andare in pensione in maniera tale che vengano rimpiazzati dai percettori di paghetta? E invece no a quanto sembra. Vergogna totale !!

    1. Mauro, ti spiego: questo governo ai giovanotti baldanzosi il reddito l’ha tolto ma l’ha tolto anche a persone che ne hanno effettiva necessità; poi vogliamo togliere soldi ai disoccupati? ; riguardo a chi ha 41 anni di contributi qui il discorso è complesso: l’ha abbinato all’età e siccome non gli bastava ha pure messo il tutto contributivo; perchè l’ha fatto? perchè per loro esiste solo legge Fornero; lo scandalo per esempio, per me, è tutto il calcolo sulle fasce di reddito; esiste la fascia sopra i 55000 euro lordi e basta; una fascia oltre i 200 mila euro non esiste; è un governo per ricchi; io la coscienza a posto ce l’ho: non li ho votati; saluti a te e ai gestori del sito

  4. Egregio Dott. Perfetto, da quanto leggo, i commenti che attirano l’apprezzamento della sua e vostra proposta, sono al 99% e per quanto vale, anche il mio. Quelle che Lei chiama critiche, in fondo, sono dubbi più che legittimi di fattibilità e tempistica. Fattibilità, perchè una legge del genere implica scenari che non possono in alcun modo riguardare solo il welfare italiano ma comprende scenari economici di difficile portata non solo italiani ma a livello globale. La globalizzazione ha portato già da diversi decenni molte industrie italiane a delocalizzare non solo in paesi europei più favorevoli ma anche in paesi emergenti con costi del lavoro di gran lunga inferiore alla nostra Europa. Questo è il problema maggiore e sotto un certo aspetto quasi insormontabile. Poi esiste la questione della tempistica che può interessare solo la nostra piccola Italia. Una proposta del genere nel nostro paese, per i nostri politici odierni e per gli interessi che smuove, ha sicuramente vita breve o tempi biblici. Se vogliamo operare per le generazioni future è bene che si sappia che parliamo di un futuro molto lontano e quindi le rimostranze di alcuni nostri amici sono comprensibili visto che invece sono interessati al presente. Le persone che oggi si lamentano sono lavoratori prossimi alla pensione, di cui molti di loro si sono visti sfilare davanti altri lavoratori avvantaggiati da norme insulse e inique. Oggi questi lavoratori si augurano che rimanga la Fornero perchè le prospettive di una nuova riforma sono peggiori. Si augurano che rimanga la Fornero perchè hanno già subito la vergogna della quota 100, poi quota 102, poi quota 103, forse quota 104 il prossimo anno e poi ancora la paura di una Fornero tutta contributiva. Non può assolutamente biasimarli se vedono un buio profondo per i prossimi anni. Sarebbe come se chi aveva 65 anni e costretto ad arrivare ai 67 della Fornero, fosse stato felice di veder andare in pensione altri lavoratori con 62 o chi aveva già 41 anni di contributi fosse stato felice di veder andare in pensione altri con solo 38. Tutti abbiamo un limite alla sopportazione e all’indecenza. Intanto i prossimi pensionati dovranno ripagare con il taglio al proprio assegno pensionistico il buco creato dalle quote e già questa è una vergogna che la proposta Perfetto, Armiliato, Gibbin, non potrà mai risanare, nemmeno quando sarà approvata (tra 10-15-20 anni). Con rispetto Franco Giuseppe (alias Gattodelfaro).

    1. Sig. Franco Giuseppe, da quando sono in pensione posso vedere il mondo del lavoro con minore animosità col quale lo vedevo quando lavoravo.

      Quando lavoravo ero anch’io nella lista dei lavoratori i cui stati d’animo sono proprio quelli che lei ha descritto nel suo commento. Tanto è vero che, non appena mi si è presentata l’occasione di pensionarmi, ho colto al volo l’occasione, e posso assicurarle che l’ultima domanda che mi sarei posto (se mai fosse sorta) sarebbe stata quella di valutare se la misura del pensionamento fosse giusta o iniqua.

      Le aziende, tutte le aziende, nessuna esclusa, mirano al guadagno (che come tutti ricordano dalle scuole elementari è dato dalla uguaglianza “guadagno = ricavi – costi”).

      Quando l’azienda ha bassi guadagni, riduce i costi, ovvero riduce il personale. E la gente va in cassa integrazione, oppure viene incentivata a lasciare l’azienda (con le buone – se possibile – altrimenti con le cattive). Ne sono testimone oculare.

      Quando l’azienda ha alti guadagni, distribuisce gli utili tra gli azionisti, lasciando i lavoratori con un palmo di naso (come si suol dire).

      L’azienda è un’organizzazione altamente gerarchizzata di stampo militare. L’azienda non è un’organizzazione che fa beneficenza. E quando decide di far fuori un dipendente, il dipendente viene fatto fuori (metaforicamente parlando, si in tende).

      Per me le aziende sono state il Colosseo entro il quale ho lottato con problemi più alti di me che mi hanno lasciato profonde cicatrici ma che mi hanno temprato al punto da poter presentare, ora, le uniche soluzione che l’Italia ha per potersi risollevare. Soluzioni che mi accingo a presentare (penso la prossima settimana) alle Istituzioni che partecipano alla formulazione della Legge di Bilancio per l’anno 2025.

      Le aziende devono versare il giusto allo Stato ed essere partecipi dei costi sociali che esse alimentano con la loro attività produttiva. Se l’automazione distrugge più posti di lavoro di quanti ne crea, allora l’azienda deve trasferire una parte dei maggiori profitti non agli azionisti ma allo Stato. Non è forse questo che i lettori di pensionipertutti pensano quando affermano di essere d’accordo che le aziende (e in particolare le banche) devono versare allo Stato una parte dei loro extra profitti?

      Sono pienamente convinto che la Proposta Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin verrà attuata. Mi domando solo quale sarà il punto più basso che l’Italia dovrà toccare perché la Proposta venga accettata e attuata.

      Le prospettive per il 2025 sembrano piuttosto nere. Il Ministro Giorgetti pensa che la crescita del PIL sarà dell’1 per cento. Nemmeno per sogno. Sarà ancora dello zero virgola per cento, come sempre, d’altronde. E per saperlo non occorre ricorrere ai modelli micro e macro economici di previsione economica del MEF tra cui il modello econometrico ITEM (Italian Treasury Econometric Model), il modello IGEM (Italian General Equilibrium Model), il modello QUEST III – Italy (con Ricerca & Sviluppo), il modello ITFIN, e il modello MACGEMIT (Il Nuovo Modello CGE per Economia Italiana).

      Conoscendo le attuali condizioni dell’Italia e le attuali conoscenze di cui sono dotati gli estensori del Bilancio dello Stato, è sufficiente usare come modello di previsione il braccio teso e il palmo oscillante.

      Il 2025 sarà peggiore del 2024. Sarà forse questo il punto più basso che verrà toccato? Perché se sarà questo, allora nel 2026 verrà attuata la Proposta Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin.

      Ma se la Proposta non verrà attuata nel 2026, allora il 2026 sarà ancora peggiore del 2025. E così via (per altri 10-15-20 anni).

      P.S. Dal momento che non è un gatto, è stato forse Guardianodelfaro?

      1. Allora nutre dubbi anche Lei che verrà approvata ? Ho talmente stima di Lei che per un attimo ha vacillato. Beato chi ha avuto l’occasione di salire sul tram delle pensioni, cosa negata ad altri con requisiti più alti, inteso come età più elevata o contributi maggiori. Ha fatto bene a non porsi la domanda se la misura era equa e giusta, infatti non lo erano, ma non può prendersela con chi invoca parità di diritti a loro negati. Trovo la proposta Gibbin, Armiliato, Perfetto, davvero lungimirante, ma anch’io come tanti non fattibile o almeno non nell’immediato, non è una colpa, ma prendere atto della situazione e delle persone che governano questo paese. Saluti.

  5. Buonasera! Sinceramente non conosco un’altra soluzione per favorire il ricambio generazionale e permettere, quindi, la flessibilità in uscita. Ringrazio tutti vivamente.

  6. Pieno appoggio e solidarietà a tutti coloro che cercano soluzioni per noi lavoratori. Grazie delle energie e dell’impegno profusi. Dovrebbe essere l’esecutivo a farlo, ma purtroppo i commenti controproducenti da parte dei diretti interessati, lo legittimano nel continuare a prendere tempo e non risolvere il problema. Anche perché il problema non è loro. Grazie Dott. Perfetto, grazie Sig. Marino.

  7. Non se la prenda dottore.
    Lei è dalla parte della ragione.
    Per quanto riguarda quel direttore che segue il “metodo furbino” per il quale, quando la spesa è consistente, del sottile inganno te ne accorgi solo quando ti sei accomodato sul divano di casa e scorri con calma le voci dello scontrino.
    Analoga esperienza e identica situazione la abbiamo vissuta in molti.

    Nel frattempo il tema delle imposte su questa nuova tecnologia permane ed è tale da travalicare di gran lungo il solo coinvolgimento di lavoro e di pensioni.
    Temo ce ne accorgeremo presto.
    Spulciando tra le notizie di questi giorni, ne ho trovata una che parlava di “Robot” seppure indicati col termine di: “droni terrestri” che sembra siano già scesi in campo perfino nel noto conflitto militare in corso.

    Ciò detto, per coloro che tra noi si preoccupano di non gravare sui costi perché le: “aziende potrebbero delocalizzare gli impianti di produzione”, posso solo dire che: o costoro hanno dormito fino a ieri, oppure non sono al corrente che questa è prassi diffusa da almeno 40 anni.
    Beata innocenza!
    Nel frattempo mi permetto a tutti di suggerire questa lettura e di farci su qualche ulteriore riflessione:

    https://www.maurizioblondet.it/intelligenza-artificiale-la-valle-inquietante-2/

    Saluti

    1. Sig. Wal, al mio esame di maturità scientifica, nel 1974, fu dato un tema di italiano che verteva sulla scienza e sulla tecnica. Ricordo che iniziai il mio tema così: “L’uomo creò il robot a sua immagine e somiglianza e gli disse: tu, robot, sei viti e bulloni, e viti e bulloni ritornerai”.

      Chissà, forse un giorno il robot evoluto si porrà domande sul suo creatore, e saprà dirci cose che persino il suo creatore ignora.

      Ci sono molte domande che l’uomo si pone riguardo all’intelligenza artificiale, domande ancora senza risposte.

      Nell’articolo che mi ha segnalato ci sono esempi di tali domande, e ad un certo punto l’articolista, Roberto Pecchioli, suggerisce: “Ognuno può aggiungere il suo personale quesito”.

      Ebbene, colgo volentieri l’invito di Pecchioli, e vorrei aggiungere un mio personale quesito. Un quesito da porre non tanto SULLA intelligenza artificiale, ma ALLA intelligenza artificiale.

      Il mio quesito è il seguente: “È giusto far pagare le imposte a robot e AI?”

      Grazie al suo commento, sig. Wal, questa sera lei mi ha involontariamente suggerito l’idea di rivolgermi a Camilla, l’assistente digitale basata sull’intelligenza artificiale realizzata dal CSI Piemonte.

      Camilla è in grado di rispondere su chi è il suo “creatore”, ovvero su cos’è il CSI Piemonte. Le lascio il link di youtube dove potrà incontrare Camilla: https://www.youtube.com/watch?v=qzX8wHeVEXI

      Mi propongo quindi di contattare quanto prima il CSI Piemonte per chiedere loro di poter rivolgere una domanda a Camilla.

      P.S.: probabilmente mi risponderanno così: Camilla può rispondere solo su domande che riguardano il CSI Piemonte, e non sulla domanda se è giusto o no dare a Cesare quello che è di Cesare (ovvero, se versare o meno l’imposta su robot e AI allo Stato).

  8. E’ indiscutibilmente apprezzabile e condivisibile in toto la proposta del dr. Perfetto, che dovrebbe essere analizzata e seriamente discussa nelle sedi opportune, poichè è basata sul semplice fatto che i lavoratori che oggi contribuiscono al pagamento degli attuali pensionati non stanno certamente aumentando. L’evasione è alta, il lavoro è sempre più povero, e il minor gettito deve comunque essere compensato da qualche altra fonte se, un domani, noi pensionandi vogliamo metterci a riposo!
    Quindi dr. Perfetto continui pure con rinnovato vigore nella sua encomiabile opera di proposta che ci fa solo un favore;…ma mi raccomando di non dimenticarsi anche di godere contemporaneamente la pensione!!

  9. non ho trovato lo spazio nel nuovo articolo con le dichiarazione del Ministro Giorgetti; nei commenti alla tv ci ha annunciato che partirà una procedura d’infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo; per cui? calcolo che quei 12000 di ape sociale saranno ancora meno; legge fornero e …….legge fornero; e la quota 104 con 63 e 41 tutta contributiva; la proposta del dott. Perfetto? mai come quest’anno sarebbe perfetta; troppo lungimirante per le menti dei nostri sindacalisti e/o politici; in che mani siamo; saluti ai gestori del sito

  10. cosa volete che dica: io sono in linea con la proposta del dott. Perfetto e gli altri firmatari non al 100%, ma al 1000%; il dott. Perfetto ha una visione proiettata al futuro; molto realistica; speriamo in bene; è proprio l’unica strada percorribile; saluti al dott perfetto; lasci perdere il discorso del supermercato, guardi avanti e sempre grazie per le sue idee che ci esterna; saluti ai gestori del sito

  11. Bisogna secondo me sempre ringraziare chi spende il proprio tempo alla ricerca di soluzioni per tutti noi. Hanno fatto un lavoro superlativo, che prima o poi in futuro dovrà essere preso in considerazione.
    Quindi grazie e avanti così!

  12. Il dr. Perfetto ha assolutamente ragione. I lavoratori senza rendersene conto con il loro atteggiamento (e il loro voto?) conservatore finiscono purtroppo col fare il gioco delle imprese che di tutto hanno bisogno tranne che dell’approvazione dei lavoratori i cui stipendi da decenni sono sempre più bassi e le tutele sindacali sempre minori. Bisogna con coraggio cercare nuove soluzioni per noi lavoratori anziani e soprattutto per i nostri figli.

  13. Buongiorno a tutti. Il dottor Perfetto ha ragione, la sua proposta di legge è notevole e credo che abbia, tranne poche eccezioni, l’approvazione di noi tutti per il suo tempo e i suoi sforzi nel trovare soluzioni. Ciò che forse ha provocato qualche critica, mi sembra di capire, è che ci vorrà molto tempo perché la proposta possa diventare effettiva, e nel frattempo chi, come me, è vicino alla pensione non ne trarrà giovamento per uscire prima. Per le prossime generazioni può essere molto utile, quindi grazie per aver dato una speranza a chi verrà dopo.

  14. Bisogna cancellare il concetto di ripartizione. Chi ha pagato ha diritto alla sua pensione e, in molti Stati, sono soldi SUOI. Chi non ha pagato deve rientrare nei minimi disposti dal welfare.
    Perché bisogna sempre complicare le cose?

    1. Capisco il concetto suggestivo ma, perdonami, lo applichiamo ad esempio anche alle polizze di RC? o alle cure mediche? o ai percorsi di studi?

  15. Piena solidarietà al dott. Perfetto. Quando ho presentato la proposta UTP di riforma previdenziale e ci ho messo la faccia ho avuto molta solidarietà ma anche molte critiche assolutamente assurde. In alcuni casi mi hanno accusato di fare parte dei “poteri forti” e di essere pagato per sentire gli umori e “il sentiment” delle persone comuni e per mettermi in mostra ed avere vantaggi economici. Purtroppo quando qualcuno fa qualcosa per qualcuno rimettendoci tempo, fatica e soldi e ci mette la faccia fa fastidio a molti. Quindi dott. Perfetto non ti curar di loro ma guarda e passa!!!

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