Pensioni 2024, l’editoriale: ennesimo schiaffo ai pubblici dipendenti sul tfs
Passano gli anni e quella che è a tutti gli effetti una palese ingiustizia nei confronti dei dipendenti pubblici invece di essere sanata e corretta si ingarbuglia sempre di più e dà a loro un ennesimo schiaffo considerandoli lavoratori di serie B.
Pensioni 2024 il problema delle quote
Questa storia nasce molti anni fa quando per le solite e stucchevoli esigenze di bilancio si decise di differire il TFS (trattamento di fine servizio) portandolo a 15 mesi (12 mesi + 3 di lavorazione) nel caso di pensionamento di vecchiaia e addirittura a 27 mesi (24 + 3) nei casi di pensionamento anticipato. Il tutto, poi, fu ulteriormente peggiorato sotto il Governo Monti che per le stesse esigenze di bilancio decise di corrispondere il TFS ai pubblici dipendenti a rate annuali di 50.000 euro lordi. Quando poi furono istituite le famose “Quote” 100, 102, 103 si decise che la decorrenza di quanto dovuto non sarebbe stata dal momento di cessazione del rapporto di lavoro ma bensì da quando il lavoratore avrebbe raggiunto i requisiti del pensionamento di vecchiaia o anticipato. Questa ulteriore, palese ingiustizia, determinò il fatto che il TFS in alcuni casi viene corrisposto dopo cinque, sei, addirittura sette anni dal giorno del pensionamento.
Se poi ancora consideriamo che, per questa inconcepibile dilatazione dei tempi non è prevista né la corresponsione di interessi né la rivalutazione monetaria e che nei soli anni 2022 e 2023 l’aumento del costo della vita causato dall’inflazione è stato ufficialmente certificato rispettivamente nell’8,1% e nel 5,7% si può facilmente intuire come percependo quanto dovuto dopo quattro/cinque anni questo danneggi, in termini di potere d’acquisto, i lavoratori pubblici.
Questa incresciosa situazione ha provocato una serie di ricorsi al TAR che in taluni casi si sono espressi in linea di principio a favore dei lavoratori cosa che ha determinato un intervento della Corte Costituzionale per un giudizio di costituzionalità della legge.
La sentenza n. 130 del giugno del 2023 ha stabilito che il differimento della corresponsione dei trattamenti di fine servizio (TFS) spettanti ai dipendenti pubblici cessati dall’impiego per raggiunti limiti di età o di servizio contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione di cui tali prestazioni costituiscono un componente. Principio che si sostanzia non solo nella congruità dell’ammontare corrisposto ma anche nella tempestività della erogazione e intima al legislatore di individuare i mezzi e le modalità di attuazione di un intervento riformatore che tenga conto anche degli impegni assunti nell’ambito della precedente programmazione economico-finanziaria.
TFS: Ingiustizia verso i pubblici dipendenti da risolvere
La Corte, in pratica, intima al Governo di intervenire con una legge per sanare questa ingiustizia e dare anche ai pubblici dipendenti il medesimo trattamento che hanno i lavoratori privati. Ovviamente non si pretendeva che immediatamente l’esecutivo intervenisse con un provvedimento risolutore, anche perché il costo è notevole e quantificato in 14 miliardi, ma almeno si sperava che ci fosse una presa d’atto e fosse dato qualche segnale positivo ai lavoratori, cosa non successa. C’è stato, poi, su questo delicato tema l’intervento del CIV. Con la delibera n. 2/del 2024 il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS ha affermato che la corresponsione del TFS subisce attualmente dei significativi ritardi oltre che dalla normativa esistente anche dalla carenza di personale che determina un incremento del contenzioso, perché occorre dire che in alcune realtà territoriali i tempi già esageratamente dilatatati di erogazione vengono ulteriormente allungati per la mancanza di personale dedicato a tale scopo e pertanto oltre a sollecitare un intervento normativo il CIV ha chiesto agli organi di gestione dell’istituto di elaborare tempestivamente un progetto specifico per ridurre i tempi di erogazione dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto.
In questo 2024 per cercare di risolvere questa annosa problematica vi sono state due proposte di legge bipartisan (M5S e F.I.) ma come un fulmine a ciel sereno vi è stato in Commissione Lavoro della Camera il 20 marzo u.s. il “parere contrario” da parte della Ragioneria Generale dello Stato alla riduzione dei tempi di erogazione del TFS ai pubblici dipendenti perché essa determina effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica, privi di copertura e che ha quantificato per il solo 2024 in 3,8 miliardi di euro. In pratica per la solita carenza di fondi viene stoppato un provvedimento che poteva dare equità ai lavoratori. In evidente difficoltà il Presidente della Commissione Lavoro della Camera on Rizzetto ha concluso affermando che il problema esiste e che si proverà a lavorare ad una proposta alternativa che non impatti in maniera importante sui flussi di cassa. Viene, in sostanza, nuovamente buttata la palla in tribuna e, al pari della auspicata e necessaria riforma previdenziale, rinviata la soluzione del problema a data da destinarsi.
Vorrei ricordare che il tfs o tfr non è un regalo che lo stato fà al dipendente pubblico ma sono soldi del lavoratore che ogni mese vengono tolti dalla busta paga e sui quali alla fine paga fior di tasse, il problema è che mentre la maggior parte delle aziende private ogni mese quei soldi li accantona lo stato non lo fa ma li utilizza magari per aumentare gli stipendi dei parlamentari o i vitalizi o tappare buchi di bilancio,per questo alla fine quando deve sborsare il dovuto ha bisogno di anni per trovare le risorse togliendole da qualche altra parte ma sempre al popolo,credo che sia una
delle cose più vergognose di questo paese ( e io faccio l’operaio),non credo che i nostri politici aspettino 5o6 anni per avere la loro liquidazione.
Caro Francesco, a proposito del tfr-tfs chi comanda fa questo ragionamento: come faccio ad impedire o scoraggiare le persone a fare una cosa? uso gli strumenti che ho a disposizione; come faccio ad impedire che la gente vada in pensione prima di una certa data che ritengo giusta …….. per me? adotto una serie di iniziative; detto questo: per chi comanda il momento giusto è legge Fornero; per il prima o te lo impedisco con varie quote combinate o ti scoraggio tipo tutto contributivo, dandoti il tfr-tfs non dopo 2-3 anni ma dopo 5-6-7 anni; poi alla fine se puoi decidere decidi e se non puoi decidere……….. mi hai capito; saluti a te e ai gestori del sito
Il deficit verra’ risolto come gia’ successo, tutto nel calderone Inps…. per cui ulteriore deficit a carico di tutti i contribuenti del settore privato
I governanti attuali faranno la fine di Mr. 40%…
Buongiorno.
Probabile!
Il voto da un po di anni ha portato partiti vecchi e nuovi da percentuali che si contavano su di una mano a quelle per le quali non ne basterebbero sette, di mani.
Risultato?
E ora si pensa che riportandoli a dove erano cambierà qualcosa!
Suppongo sarà una nuova pia illusione.
La storia ci insegna che le regole le fanno i più forti, chi sta sulla cima della piramide sociale non chi si ritrova alla base per quanto, al momento, disponga ancora del voto.
Saluti.
La questione del tfs ai pubblici è scandalosa e non merita commenti, perchè avrebbe dovuta essere risolta da anni (anzi, non avrebbe dovuto nemmeno sorgere).
A parte questo, temo che fra non molto tempo potremmo sentirci dire da qualcuno una frase del tipo: “non c’è più democrazia perchè non ci sono più risorse”. Allora non resterebbe che chiudere su baracca e burattini e buonanotte al secchio!
Rita, tanto lavoro onesto,a volte sacrificato da turni difficoltosi,sono operatrice sanitaria,amo il mio lavoro ed ora che sono prossima alla mia uscita dal lavoro, nemmeno la soddisfazione di raccoglierne i frutti. Orgogliosa di essere apolitica e considerare fuori dalla vita reale,senza visione lampante di tante problematiche coloro che sembra governino il nostro paese,concludo con un semplice…vergognatevi.
TFR sono passati 2 anni non si vede niente questi politici non fanno niente per migliorare i tempi i soldi mi servono bastardi.
La coalizione di CD ha preso circa il 44% dei voti. Ha votato meno del 64% degli aventi diritto. Quindi rappresenta il 28% del popolo elettorale.
Dimmi tu se questa è democrazia.
Rispondevo a Bernardo
Buongiorno V.
Calcoli della serva a parte.
Nel momento in cui ti rispondo i commenti sono arrivati a 10.
Quelli più sentiti, quando va bene, avvicinano ma non superano mai il 100.
Allora mi sentirei di dire: lascia perdere questo tipo di conti; perchè se dovessi basarmi su questi numeri ti risponderei … si siamo in democrazia.
Saluti
In molti Paesi occidentali l’opinione pubblica alla lunga conta. Se il Governo continua a fare cose che non trovano consenso nella maggiora degli italiani, significa che segue altri interessi. Lapalissiano.
Quale governo in questi ultimi 30 anni lo ha fatto.
Quando si arriva a governare ci si imbatte tutti col dover fare i “conti” ed anche col fatto che la sovranità è stata ormai ceduta a terzi.
Questo è senza dubbio lapalissiano caro V. Mi spiace ma questa, da noi, “a conti fatti o da farsi” è la dura realtà.
Un saluto.
Infatti il nostro non è un dibattito partitico ma politico. Sappiamo bene chi governa il mondo. Come se ne esce? Ponendosi delle domande, studiando e aumentando la propria consapevolezza. Wal ti mando un caro saluto.
e da mo’….
credo dal 25 settembre 1943
Secondo la Von der Layen dovremmo aumentare le spese militari perché Putin ci mangerà 😂. Io le dimezzerei l’esagerato stipendio e PENSIONE.
Che Paese di cioccolatai
Avevo già commentato nell’autunno scorso la sentenza della Corte Costituzionale che stabiliva e ribadiva per la seconda volta, che anche i dipendenti pubblici dovessero ricevere il loro TFS-TFR nei tre mesi canonici, alla pari dei lavoratori privati. In quel commento facevo anche il riferimento al trattamento a me riservato, in quanto dipendente ministeriale, dell’erogazione del TFR, il quale mi è arrivato, solo la prima tranche, ben 2 anni e 10 mesi dopo, altro che 2 anni e tre mesi di istruzione pratica. Ho dovuto tempestare l’INPS con continue e settimanali rimostranze e ho ricevuto la seconda tranche 5 mesi dopo. Questo è il trattamento riservato a chi si è pensionato con la legge Fornero con 43,2. Detto francamente, oltre ad aver visto sfilare davanti a me lavoratori in pensione favoriti da quota 100, ci mancava anche che ricevessero il TFR prima di me. Un po per uno in braccio alla mamma, caro Marino.
Purtroppo è l’ennesimo esempio di come i lavoratori del comparto pubblico siano DAVVERO considerati da troppo tempo di ‘serie B’ anziché come quelli che, di fatto, portano avanti la gestione pratica del Paese. Poi ci si lamenta che non c’è più interesse a intraprendere la ‘carriera’ negli Enti Pubblici e c’è poca partecipazione ai bandi: un lavoro poco valorizzato, poco retribuito, poco considerato.
Altro che ponte sullo stretto, pensiamo alla Sanità e a tutti i lavoratori. Naturalmente le auto blu e i voli di stato hanno priorità. Oltre all’acquisto di armi.
Il discorso è complesso e dico la mia: da un lato sono legittime le rimostranze di chi è andato in pensione e vorrebbe ricevere non dopo anni il tfr; il problema però è un altro: non è una novità dell’ultimo minuto; le regole si sapevano al momento di fare la domanda oppure no? certo che si sapevano; il secondo problema è che lo stato, di fronte a decine di migliaia di ricorsi, dice: cosa facciamo? si tratta di cifre importanti e i fondi non ci sono; quindi? aspetti; saluti ai gestori del sito
Quali regole al momento della domanda? Non c’è scelta sono solo imposizioni e al momento dell’assunzione le regole di contratto erano diverse e sono state cambiate unilateralmente senza il consenso dei lavoratori…
Cara Mara, non ci siamo capiti; coloro che hanno usufruito di quota 100, 102 e 103 anche se qui ci sarebbe da fare un grande distinguo visto che 100 è stata una grande apertura e invece 102 e 103 potenti chiusure (noi, gli sfigati del 1960 lo sappiamo) al momento della domanda di pensione sapevano bene le regole: ti faccio andare in pensione ma il tfr ti arriverà molto più tardi rispetto a chi va in pensione di vecchiaia, con i requisiti Fornero o come il caso mio che la pensione non ce l’ho e mi gestiscono la RITA; capito a quali regole mi riferisco? saluti a te e i gestori del sito
Cara Mara, questa volta devo dare ragione a Paolo Prof. Le regole al momento del pensionamento con quota 100 erano chiare: Puoi andare in pensione stra-anticipata delle quote, ma la decorrenza del TFR-TFS avviene al momento del raggiungimento dei requisiti Fornero. Come ho scritto nel mio commento sopra, io pensionato con la Fornero, ho dovuto attendere quasi 3 anni per incassare il mio TFR. Quindi chi si è pensionato con soli 38 anni di contributi, sapeva già che prima dei 43,1 non sarebbe partito l’iter dell’attesa della pratica. 5 anni di anticipo + 2,3 anni di attesa = 7,3 e oltre. Saluti.
Non condivido assolutamente questa sua esposizione. Per la stessa ragione allora non avremmo dovuto accettare le riforme sulle pensioni ….al tempo quando siamo stari assunti le regole erano diverse. Inoltre chissà perché se si aderisce al fondo credito Inps tutto ad un tratto i soldi compaiono basta pagare interessi allo stato per delle somme che invece al contrario lo stato dovrebbe pagare a noi.
Perche’ non ci sono ? gia’….
Forse se li sono mangiati….
oppure li hanno dirottati per coprire altro che loro ritenevano piu’ urgente che magari avevano piu’ ”evidenti”…. nb. non piu’ necessari…
Di male in peggio!
Ma c’è ancora qualche lavoratore che ha il coraggio di votarli?
Non ci sono più parole. Già il Governo rappresenta solo il 28% degli italiani che peraltro non hanno più i forconi che avevano i francesi nel 1789. La democrazia non funziona così.
Giusto per dare forza al tuo ragionamento, anche questo governo, come tutti i precedenti e futuri, rappresenta in questo caso il 28% dei voti validi, molto meno degli aventi diritto al voto. Non ricordo la percentuale dei votanti delle specifiche elezioni ma, a naso, direi che rappresenta intorno al 15% del popolo elettorale.