Riforma Pensioni intervista Damiano

Pensioni 2024, l’intervista a Damiano: cosa resta di Quota 41 e opzione donna dopo il DEF?

In questi giorni é tornato vivo il dibattito sulla previdenza, la delusione traspare sui social e sul nostro sito nella sezione commenti relativamente al documento di economia e finanza licenziato dal Governo Meloni, in tanti si chiedono davvero esausti di attendere, ma sinceramente cosa resta del dibattito sulla previdenza? Al Governo interessa davvero parlare ancora di flessibilità, quota 41, opzione donna oppure é già tutto deciso e forse se ne riparlerà solo nel 2024? Sulla questione ci siamo confrontati con Cesare Damiano, ex Ministro del Lavoro e Presidente dell’Associazione Lavoro & Welfare, di seguito l’intervista che ci ha rilasciato in esclusiva.

Riforma pensioni 2024, Post DEF cosa resta del dibattito sulla previdenza? Parla Damiano

Pensionipertutti: Con il Documento di Economia e Finanza licenziato dal Governo Meloni cosa resta del dibattito sulla previdenza?

Cesare Damiano: “Con il Def, del quale dobbiamo vedere ancora il testo, il Governo ha sbarrato ogni possibilità a una prossima riforma del sistema pensionistico. I soli tre miliardi disponibili per interventi di natura sociale per la prossima legge di Bilancio saranno destinati esclusivamente a un parziale taglio del cuneo fiscale. Semplicemente, per la previdenza non rimane niente. Aspettiamo, naturalmente, di vedere il testo, ma non c’è da farsi alcuna illusione. Secondo le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale la crescita mondiale rimarrà intorno al 3% nei prossimi cinque anni. È la previsione di crescita a medio termine più bassa dal 1990 e ben al di sotto della media del 3,8% degli ultimi due decenni. La situazione italiana, oppressa da un debito pubblico pesante e con una spesa per gli interessi del debito stesso in espansione, è effettivamente molto difficile. Cosicché, le promesse fatte dai partiti dell’attuale maggioranza in campagna elettorale sono destinate a rimanere sulla carta. Ricordiamo tutti Matteo Salvini ripetere in ogni comizio che se avessero vinto loro avrebbero abolito la legge Fornero: non è andata così.

Resta il problema di un sistema pensionistico condizionato da una rigidità eccessiva, nel quale sarebbe stato giusto inserire una forma reale di flessibilità strutturale. Altro punto: se si vuole garantire una pensione dignitosa anche per i soggetti fragili, i giovani e le donne, occorre, con il sistema contributivo, sommare il maggior numero di versamenti. Si tratta di un tema legato anche alla qualità delle retribuzioni: un lavoratore che guadagna poco e versa pochi contributi anche a causa della precarietà, sarà un lavoratore povero destinato a diventare un pensionato povero.

Quel che è chiaro, a questo punto, è che il dibattito sul welfare è questione seria che non può essere ridotta ad argomento per le campagne elettorali. In una situazione difficile si deve, con molta serietà e lungimiranza, conciliare la qualità della spesa pubblica con la giustizia sociale. Parliamo della vita delle persone. È ora di riavviare un dibattito politico all’altezza della situazione”.

Opzione donna, misura snaturata: e ora? L’intervista a Damiano

Pensionipertutti: Infatti, Il Governo Meloni , dicono le lavoratrici donne, ha completamente disatteso le promesse elettorali. Purtroppo, l’attuale proroga di Opzione Donna si è allontanata molto dalla misura originaria, snaturandone quasi gli effetti. Molte lavoratrici non riusciranno ad accedere alla quiescenza, giacché i requisiti sono ‘cambiati in corsa’. Possiamo dunque dire che si è trattato di una vera e propria manomissione della normativa: cosa ne pensa lei al riguardo?

Cesare Damiano: Il Governo, in prima battuta, non ha fatto altro che adottare alcune misure-ponte rimandando una vera e propria riforma che, ormai, con i contenuti annunciati per il Def, non sarà fatta. Sicuramente non quest’anno e difficilmente nei prossimi, per la mancanza di risorse. Ma le scelte di taglio operate su Opzione Donna è giusto definirle una vera e propria manomissione. Con la Manovra 2023 di fatto, il Governo, se da un lato conferma questa misura, dall’altro la subordina a diversi criteri soggettivi che nella pratica restringono fortemente la platea. Possono infatti fare domanda per anticipare la pensione, con una forte penalizzazione economica  che può arrivare fino al 30% dell’importo della pensione, le lavoratrici del settore pubblico, privato o autonome che rispondono a uno di questi requisiti (che sono stati ulteriormente ristretti, portando l’età minima da 58 a 60 anni, che ritorna a 58 solo se si hanno due figli): caregiver, e ci riferiamo al familiare che cura ed assiste nelle varie attività quotidiane chi non è autosufficiente; invalide, con una percentuale non al di sotto del 74%; licenziate o dipendenti da aziende in crisi. Ora, resta da capire se da qui alla fine dell’anno, anche in conseguenza delle forti critiche mosse dai sindacati e dalle lavoratrici, questa platea sarà ampliata ritornando ai criteri della vecchia misura, anche se la prima versione del Def sembra escluderlo. Di sicuro con questo intervento il Governo ha fortemente peggiorato la normativa e ha cercato anche di far cassa restringendo molto la platea delle lavoratrici che potrebbe far ricorso a Opzione  Donna.

Quota 41 quali chance post DEF? Parla Damiano

Pensionipertutti: “Stessa sorte per la Quota 41 ancorata purtroppo all’età anagrafica e divenuta Quota 103. Per i precoci, rispetto al Governo precedente, nulla è cambiato, nessuna modifica sostanziale alla Legge Fornero che si dava in campagna elettorale per superabile. Per i quarantunisti ed i precoci non vi sarà modo di accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi in quanto molti sono over 60 e lamentano l’ennesima ingiustizia. A suo avviso nel Decreto Lavoro vi saranno modifiche sostanziali per questi lavoratori e per le donne?”

Cesare Damiano: “Come dicevo sopra, il Governo non sta mantenendo le promesse sventolate in campagna elettorale. La legge  Fornero è ancora viva e vegeta perché “Quota 41” è una finestra che ha un preciso arco temporale di durata: non è una misura strutturale. Per ogni “Quota” fin qui individuata – Quota 100, 102 e 103 – i paletti erano rigidi e legati a un numero di anni di contributi altissimo: per Quota 100 e 102 ne occorrevano 38, mentre Quota 103 è addirittura la somma di 41 anni di contributi e 62 di età. Infatti, secondo gli stessi calcoli della legge di Bilancio, quota 103 riguarderà solo 18.000 lavoratori. Anche in questo caso, come già per Opzione Donna, la platea si è ristretta moltissimo. Chi può avere una Quota così alta di contributi? Prevalentemente i dipendenti del settore pubblico e, in particolare, i lavoratori maschi. I lavoratori del settore privato, come è noto, hanno carriere professionali più discontinue, in special modo le donne, ed è più difficile che possano raggiungere un tetto così alto. Si tratta, in sostanza, di misure pensionistiche destinate a specifiche platee con carriere lunghe e stabili, non di una flessibilità universale: misure che non rispecchiano gli attuali andamenti del mercato del lavoro, soprattutto se pensiamo alle carriere maggiormente precarie che interesseranno le giovani generazioni”.

Ringraziamo Cesare Damiano, Presidente dell’Associazione Lavoro & Welfare per la solita disponibilità a confronto e ricordiamo a quanti vorranno riprendere parte dell’intervista che essendo un’esclusiva sono tenuti a citare la fonte.

42 commenti su “Pensioni 2024, l’intervista a Damiano: cosa resta di Quota 41 e opzione donna dopo il DEF?

    1. Concordo, non bisogna votarli mai più e mandare al diavolo questi sindacati che vegetano volutamente per non intralciare i piani crudeli del governo, ingannandoci ogni tanto con proclami e bugie, come ha fatto Sbarra ieri dicendo che i tavoli col governo si sono impantanati e che…… udite udite…..parole sue….. staneremo il governo- ahahahaha , ma a chi la vuoi dare a bere, taci che è meglio, sei un bravissimo attore caro Sbarra….. ma di avanspettacolo hahahaha !!!!

    2. Anzi sbarra ha detto incalzeremo il governo, ma il concetto è lo stesso…. e la messa in scena non cambia

  1. Buongiorno.Ormai credo che la situazione sia ben chiara.Governo venditore di fumo e sindacati,fin ora, inesistenti.Saluti

  2. Inutile piangere sul latte versato, la legge Dini non doveva essere fatta, bisognava continuare con il sistema retributivo, alzando l’età pensionabile.

    1. Opzione donna , potevano toglierla che facevano più bella figura…perché con tutti i paletti che hanno messo mi sembra un premio alla donna più disagiata….ma la pensione è un diritto di potersi riposare dopo tanti anni di lavoro!!!! Deve ritornare come nel 2022 e come promesso in campagna elettorale…

      1. Opzione donna , potevano toglierla che facevano più bella figura…perché con tutti i paletti che hanno messo mi sembra un premio alla donna più disagiata….ma la pensione è un diritto di potersi riposare dopo tanti anni di lavoro!!!! Deve ritornare come nel 2022 e come promesso in campagna elettorale…

  3. W la Francia sempre prima e dopo tutti i nostri commenti infatti, come dicono a Roma le chiacchiere stanno a ZERO! Andiamo avanti cosi che ci scaveremo la fossa con le nostre mani …

  4. I soldi ci sono, state tranquilli che ci sono, ma i nostri contributi fanno troppo comodo a “quei signori” che devono coprire – a nostre spese – altre situazioni a loro più comode e confacenti…E vogliono persino farci sentire in colpa dicendo che le pensioni costano “troppo” come se i pensionati fossero solo un PESO per questo Paese!
    Le promesse sulla riforma previdenziale sono state tra i CAVALLI DI BATTAGLIA della campagna elettorale dell’attuale governo che, una volta arrivato “al potere”, ha letteralmente girato le spalle alle riforme sociali.
    Cari politici, fatemi il piacere di non prenderci per i fondelli!
    Siamo solo MOLTO DELUSI, ma non siamo così ignoranti come pensate!!!!

  5. Le donne vanno tutelate alla pari con gli uomini. Non devono più esistere categorie privilegiate. Lo volete capire sì o no? Avete rotto le scatole con ‘sta storia di opzione donna. Basta, finitela! Ormai la condizione lavorativa e familiare delle donne è del tutto sovrapponibile a quella degli uomini, non esistono più differenze significative. Semmai le differenze possono esistere fra i vari tipi di lavoro, più o meno faticosi.

    1. Cosa? Quando mi sono diplomata le Donne non venivano assunte in Banca Solo Maschi Il mio stipendio è sempre stato più basso di quello degli Uomini. Per anni, nonostante fossi più capace e facessi quasi tutto io , in ufficio, io ero la Signorina Segretaria, il Maschio il Ragioniere a parita’ di titolo di studio (Lui , tra l’altro, era molto meno capace). Ma per favore….abbiate almeno rispetto per quello che hanno subito le Donne nel mondo del lavoro. Quante pacche sul sedere schivate, facevamo lo slalom nei corridoi.Quanta fatica per far valere i nostri diritti. Senza contare che in caso di riduzione personale le prime ad essere licenziate, ad andare in cassa integrazione erano proprio le Donne perché gli Uomini erano capofamiglia. Portate almeno rispetto stando zitti.

  6. Damiano parla ma non fa i fatti- basterebbe spingere il Pd a fare opposizione seria, massacrando il governo sulle promesse fatte e non mantenute sulla riforma fornero, costringendolo a rivedere il def e stabilire a tavolino con la triplice azioni dure e serie, altro che le manifestazioni di maggio che faranno il solletico a Meloni e compagnia cantante- questo governo fa ridere per l’incoerenza e la crudeltà, ma l’opposizione e il sindacato fanno piangere per quanto sono inconcludenti e ingannatori.

    1. Come può secondo te il PD massacrare il governo attuale, in carica da soli sei mesi, se in 10 anni di governo passato i suoi esponenti non sono stati capaci o non hanno voluto fare nulla in tema di riforme previdenziali. Lo stesso Damiano nel 2013 aveva messo sul piatto il ddl 857 che poteva essere un’ottima soluzione, ma i suoi stessi colleghi di partito hanno “ben pensato” di metterlo nel dimenticatoio. Saluti cordiali.

      1. È indubbio che anche prima sono state fatte delle puttanate dal Pd , ma le misure prese come quota 100,102 erano si riservate a pochi ma erano sicuramente meno drastiche di 103 con 41 anni e di OD rivista- quindi se l’opposizione vuole travolgere questo governo maldestro, credo che l’unica strada sia di spronare la triplice e indurli ad agire alla francese, poi voglio vedere se tutti , compresi noi povere vittime costrette a remare all’infinito in questo mare senza avvistare mai la terraferma, la spuntiamo o no e li costringiamo a tirare fuori i soldi per attuare un minimo di flessibilità per evitare la massacrante corsa fino a 67 e poi 68 , e poi 69 e poi 70……perché a questo vogliono arrivare questi negrieri, farci tirare la carretta all’infinito, per pagare le migliaia di pensioni a chi se la gode da oltre 40 anni- quindi ribadisco il concetto che la compagnia degli anelli a guida Meloni, non rispettando i proclami fatti sull’abbattimento della fornero, ha servito su un piatto d’argento a opposizione e sindacati, la possibilità di scatenare l’inferno, con la consequenziale risposta di migliaia di lavoratori che non hanno più niente da perdere e sono disposti a tutto, pur di ottenere quel minimo di elasticità per uscire dalle patrie galere in cui ci hanno rinchiuso- saluti a tutti.

        1. Caro sergio , hai scritto cose sacrosante e hai scritto anche cose sbagliate; analizziamo: delle baby pensioni è pacifico: persone che tirano la pensione da quasi 30 anni (ne conosco); metti allo stesso livello quota 100- 102-103 e fra i tre ci sono differenze abissali; apertura elevata su quota 100 ma non per noi del 1960 (i famosi fregati); poi chiusura quasi totale; 102 alzando l’età di 2 anni, 103 abbassando di 2 anni ma alzando di 3 i contributi e massacrando opzione donna; motivo: a parte legge Fornero vogliono mandare in pensione pochissime persone e per situazioni veramente limite; e adesso? io credo che fino al 2026 , a parte legge Fornero, sempre poche persone e metteranno ogni anno tanti paletti da far spavento; l’europa ce lo chiede, dobbiamo avere i soldi del pnrr; per le pensioni il 3 per mille cioè quasi niente; magari avessi torto; spero tanto di avere torto; saluti a te e ai gestori del sito

          1. Caro Paolo , penso che hai capito male, perché non ho messo sullo stesso piano quota 100, 102 e 103 e ti spiego- partendo dal presupposto che fanno schifo tutte e tre, perché premiano solo i precoci, massacrando chi ha iniziato a lavorare più tardi per i motivi che più volte sono stati elencati…. studi universitari, studi per partecipazione a concorsi, carriere discontinue e via dicendo- questo per dire che in migliaia siamo stati penalizzati perché i 38 anni erano irraggiungibili con quota 100 e poi 102, figuriamoci con quota 103 che fissa il paletto a 41- questo volevo intendere, cioè che per gli anziani l’ambo secco 62-41 è ancora più arduo da raggiungere….. e questo manipolo di scappati di casa della compagnia Meloni lo sa bene e perciò lo ha messo in campo furbescamente- saluti a te ed ai compagni di sventura.

        2. Vero, però un opposizione prima di tutto dovrebbe esistere, poi essere interessata alla riforma delle pensioni…i sindacati, pronti a battersi se dovessero rivendicare i diritti che riguardano i loro privilegi. Siamo soli

        3. concordo! e aggiungerei che è facile per questo governo mettere mano sui nostri contributi, peraltro già versati, quindi tanto per cominciare di nostro diritto. Loro anche se lavorano cinque anni (forse), hanno vitalizi a vita, vergogna! Non si tratta di criticare DX o SX, si tratta di chiedere a chi governa un minimo di dignità, un minimo non dico tanto. E comunque nessun precedente governo aveva snaturato e massacrato OD, nemmeno la Fornero! Un governo con a capo una donna che ha fatto la peggiore delle cattiverie alle donne! E chiederei di astenersi a commenti misogeni senza conoscere bene la materia riguardo OD. Inoltre, mettiamoci in testa che la prospettiva di questo governo è innalzare la data di pensionamento, non aspettiamoci altro…

  7. “Loro” dicono…e continueranno a dire sempre che non hanno i soldi…ma noi (per ora) abbiamo i certificati medici….se e’ una guerra la dobbiamo combattere…non e’ piu’ solo una questione previdenziale….c’e’ di mezzo la democrazia e il rispetto dei diritti sociali…perche’ purtroppo il disegno e’ quello di arrivare ad abolire le pensioni….un disegno che si lega allo smantellamento del sistema scolastico e del sistema sanitario….

  8. Continuano a dire che non ci sono i soldi. E io continuerò a sostenere che i “non occupabili” si pensionano in via facoltativa a costo zero.
    Egr. Dott. Perfetto dico costo zero.

    1. I furboni del governo sanno che – Perfetto docet – la MIA-RDC costa meno di una pensione. Non gli frega niente se ci guadagnano in prospettiva. Fosse vero…..fate vobis……

    2. Sig. Giovannino, come ebbi modo di rispondere ad un altro lettore, in economia (ma non solo) non si servono pasti gratis, cioè a costo zero.

      Lo Stato può anche accettare di mandare in pensione a 60 anni invece che a 67 anni (ovvero fino a 7 anni di anticipo) “a costo zero”, ma in tal caso la pensione per 7 anni la paga il datore di lavoro (la cosiddetta “isopensione”).

      Decisamente no, sig. Giovannino. Nulla è a costo zero.

      1. Buon giorno Sig. Claudio M. P.
        Da qualche settimana è stato aggiornato il sito dell’ inps dedicato al estratto conto contributivo.
        Fatto di ancor più dati di quelli precedenti.
        C’ è una torta dove una fetta di color arancione indica quanti soldi al momento una persona ha versato per la propria pensione. Cosi suddivisa 9,19 dipendente 23,81 datore di lavoro
        I versamenti relativi al mio caso parlano di un totale di 372,456,28.
        Conti alla mano 05/2023 compio 57 anni e qualche mese dopo sono 41 di contributi.
        Secondo lei non ci sono soldi per me?
        Nutro fortissimi dubbi.
        Meglio dire che i tuoi soldi ci sono ma li usiamo per tutti.
        Saluti

        1. Sig. Fausto, il montante che lei ha accumulato, pari a 372.456,28 (trecentosettantaduemila euro e passa), sta ad indicare l‘importo pensionistico che percepirà quando andrà in pensione.

          Per fare le cose il più semplice possibile, supponiamo che:
          – lei vada in pensione a 57 anni,
          – le vengano restituiti i soldi che lei ha versato (cioè 372.456,28 euro)
          – mese per mese, per 13 mensilità
          – rivalutati nel tempo (ma, per rendere i calcoli semplici supporremo costanti).

          PRIMA DOMANDA: quanto percepirebbe di pensione al mese? Percepirebbe 1.146,02 euro lorde al mese.

          Infatti, tenendo conto che la speranza di vita per gli uomini è di 82 anni, se lei andasse in pensione a 57 anni, l’INPS dovrebbe pagarle la pensione per 82-57=25 anni (se lei dovesse vivere più a lungo di 82 anni, l’INPS ci rimetterebbe. Se lei dovesse vivere meno a lungo di 82 anni, l’INPS ci guadagnerebbe. Tuttavia, i calcoli attuariali, che tengono conto sia del tasso di natalità che del tasso di mortalità, fanno in modo che l’INPS non ci rimetta e non ci guadagni. Poiché si nasce sempre meno e si vive sempre più a lungo, l’età pensionabile tende a spostarsi sempre più in avanti, non solo per una questione finanziaria, quanto, invece, perché occorrono i lavoratori che versano non solo i contributi ma che producano anche).

          La sua pensione annuale lorda sarebbe quindi: 372.456,28/25 che dà 14.898,25 euro lordi. Dividendo tale importo per 13 mensilità, la sua pensione lorda mensile sarebbe di 1.146,02 euro (ovviamente sono calcoli semplici, quelli attuariali sono più complessi e più precisi).

          SECONDA DOMANDA: come fa l’INPS a pagare a lei la pensione mensile lorda di 1.146,02?

          Supponiamo che quando lei va in pensione qualche pensionato muoia per cui il sistema previdenziale si troverebbe in equilibrio anche se vengono a mancare i suoi contributi. Però occorrono nuovi contributi per pagare a lei la pensione.

          Per poterle pagare la pensione mensile lorda di 1.146,02 euro, dovrebbero entrare nel mondo del lavoro 2 nuovi lavoratori che guadagnassero 1.600 euro lorde mensili ciascuno, in modo che ciascuno verserebbe il 33% di contributi che sarebbero pari a 528 euro lorde: entrambi i lavoratori verserebbero 528+528=1.056 euro lorde mensili che andrebbero a coprire il suo importo pensionistico.

          SINTESI IN DUE PASSI:
          – il montante che lei ha accumulato sta ad indicare l’importo pensionistico medio lordo mensile;
          – l’importo pensionistico medio lordo mensile le verrà pagato da 2 nuovi lavoratori attivi.

          MORALE: se l’occupazione non aumenterà, non si potrà andare in pensione, e quindi si tenderà ad allungare la permanenza al lavoro spostando sempre più in avanti l’età pensionabile.

          Ho provato a semplificare il ragionamento. Avrei potuto semplificarlo ancora di più. Ahimè! Non mi è riuscito.

        2. ESATTO!!! se non usano i tuoi soldi che magari hai cominciato a versare a 14 anni … come fanno a pagare i privilegi acquisiti (pensioni retributive e baby, bonus, vitalizi, reversibilità, regalie di vario genere)????

      2. Intanto si parlava di 62/64 anni, con decurtazione che determina costo zero.
        Ipotizzando un taglio del 3% annuo. Io leggo i suoi apprezzabili pezzi. Quello che ho scritto ricalca il suo commento sulla volontà del Governo di risparmiare comunque nel breve.

      3. Si che si può con decurtazioni effettive.
        Meglio morire di fame con RDC o MIA?
        No Dott. Perfetto! La povertà ha la precedenza

        1. La povertà esiste, ma non ha precedenza, perché la precedenza non esiste.
          La precedenza non esiste, nemmeno nei commenti, sig. Gio’. La prova è che il mio commento, prima del suo, non è stato pubblicato.

  9. Non fanno e non faranno nulla… secondo me.
    Se va di lusso prorogano quota 103, ape sociale, e opzione donna versione devastata. Ma se va di lusso, sennò sono capaci pure di peggiorare la pessima legge Fornero!

    1. Esatto Don, perché questi sono capaci di tutto, con l’immobilismo totale dei sindacati- ma mi chiedo se questi parassiti della triplice provano un minimo di vergogna nel vedere quello che stanno facendo i sindacalisti francesi…. gente con le palle davvero!!!!

  10. Infatti le donne lavorano il triplo degli uomini tra la casa i figli è i genitori da accudire quando sono malati è accompagnarli alla loro sorte è stata un ingiustizia che gli altri governi non l’anno fatta ridicolo.

    1. Ritengo che generalizzare sia perlomeno offensivo, se Lei nella sua vita ha avuto la sfortuna di incontrare solo uomini che l’hanno fatto lavorare il triplo non se la prenda con gli uomini che per vicissitudini familiari magari hanno lavorato il triplo di lei. Le pari opportunità non si richiamano solo quando fa comodo, la informo che opzione donna oltre a violare l’art. 3 della Costituzione è motivo di discriminazione di genere per la quale l’Italia sta subendo una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.

      1. Sono d’accordissimo con lei Sig.parassita e aggiungo che le donne vivono in media 5/7 anni in più di noi uomini.

    2. Non ci dovrebbero essere discriminazioni tra uomini e donne. Con il calcolo contributivo non si ruba niente e sono tutti contributi pagati con i propri soldi per cui uomini o donne dovrebbero poter accedere alla pensione spettante.

  11. Quello che mi disturba è essere presa in giro da questi politicanti da due soldi….prendere in giro le donne per mesi e mesi dicendo che a breve ….a momenti ….manca poco….avrebbero migliorato la nuova OD…

  12. I figli di donne in età da pensione non dovrebbero far testo, casomai se ci sono ancora genitori da accudire oppure, al limite, nipoti da gestire perché i figli lavorano.

  13. Le donne vanno tutelate x quanto riguarda le pensioni specialmente se si hanno figli non è possibile avere tutti questi anni di contributi

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