Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero

La legge di Bilancio 2024, specie in ambito previdenziale, ha deluso moltissimo le aspettative dei lavoratori, non ha affatto superato la Riforma Fornero ed ha inasprito ulteriormente alcune misure di uscita anticipata, questo ha portato molti lettori a scrivere e ad intavolare un dibattito costruttivo sul nostro portale, che da sempre ha come obiettivo primario quello di mettere in relazione pubblico e parti sociali nonché portare le rimostarnze al Governo. Ecco che da questo continuo scambio di idee ed a seguito di alcune brillanti intuizioni del Dott. Claudio Maria Perfetto, esperto previdenziale e già autore del libro ‘ L’economista in camice’ é nato uno scambio di idee con il Signor Maurizio Gibbin, che si occupa quotidianamente di progetti di ‘Digital Transformation’ ed RPA (Robotic Process Automation), ovvero l’integrazione della robotica nei processi aziendali, ed grazie anche alla collaborazione della referente del Comitato Opzione Donna Social, Orietta Armiliato, relativamente alla parte donne, é nato un intento comune: redigere e presentare una proposta di riforma previdenziale che abbia alcune caratteristiche di base: sia equa, sia flessibile nonché strutturale.

Una riforma precisa, puntuale da presentare ai sindacati nonché al Governo. La proposta che presenta anche tratti di carattere tecnico ed é in fase di revisione ultima verrà poi indirizzata direttamente alle parti sociali e si confida possa suscitare il giusto interesse per arrivare poi ai tavoli di Governo, noi qui presenteremo, e di questo ringraziamo il Dott. Perfetto che ci ha aiutato nella sintesi, un elaborato sommario ma esaustivo che darà modo ai tanti nostri lettori di comprendere in quale direzione va la proposta di riforma che hanno in mente. Una riforma che avrebbe in sé non solo in principio di equità ed uguaglianza ma altresì una visione lungimirante che permetterebbe già da ora di superare, almeno in parte, il nodo risorse.

Il documento che andiamo a presentarvi, il primo dei due, sarà così strutturato: verrà enunciato per punti il programma, ossia l’elenco delle caratteristiche che dovrebbe avere la ‘pensione flessibile’ per poter essere considerata tale, poi la presentazione dell’idea primaria, ossia di tassare i robot e far loro versare i contributi, che parte in realtà già da raccomandazioni in merito proprio alla robotizzazione ed all’intelligenza artificiale da parte dei deputati del Parlamento europero ed Italiano ed infine la pianificazione della riforma che tiene in conto, attraverso una matrice SWOT (acronimo inglese che sta per: Strengths (forza), Weaknesses (debolezza), Opportunities (opportunità), Threats (minacce)) dei punti di forza e di debolezza che caratterizzano l’attuale Sistema Previdenziale; delle opportunità per rimuovere i punti di debolezza che caratterizzano l’attuale Sistema Previdenziale nonché delle minacce che potrebbero ostacolare l’impiego dei mezzi per finanziare il Programma per il ricambio generazionale grazie al quale l’attuale Sistema Previdenziale risulterà sostenibile nel lungo periodo.

Di seguto l’elaborato del Dott. Claudio Maria Perfetto che bene enuncia le linee guida della Riforma redatta a tre mani da Maurizio Gibbin, Orietta Armiliato e appunto il Dott. Claudio Maria Perfetto.

Riforma pensioni 2024, una nuova proposta: potrebbe essere la volta buona?

“È stata elaborata la Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale di Perfetto-Armiliato-Gibbin che ha come obiettivo il ricambio generazionale, sul quale poggiano le possibilità concrete della crescita economica (aumento della ricchezza pro capite) e dello sviluppo economico (benessere sociale).

La Proposta in oggetto si prefigge l’obiettivo di realizzare il ricambio generazionale attraverso l’attuazione del seguente Programma:

  1. Libertà di scelta nell’accesso al trattamento pensionistico
  2. Abolizione delle finestre di uscita
  3. Abolizione dell’adeguamento dei requisiti all’aspettativa di vita
  4. Introduzione della sola “pensione flessibile” in sostituzione delle pensioni “anticipata” e di “vecchiaia”
  5. Pensionamento in base ai requisiti di età anagrafica (minimo 62) e di anni di contribuzione (minimo 35)
  6. Pensionamento con 41 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica e con calcolo misto
  7. Collocamento a riposo d’ufficio se superata l’età di 70 anni e avendo maturato i requisiti contributivi
  8. Mantenimento di entrambi i sistemi di calcolo misto e contributivo in tutte le forme di pensionamento
  9. Cumulo gratuito dei contributi versati in diverse casse previdenziali
  10.  Riconoscimento e valorizzazione del lavoro di cura, sia per le donne che per gli uomini
  11. Opzione Donna con requisiti minimi di 58 anni di età e di 35 anni di contribuzione, con applicazione del sistema di calcolo misto (per chi vi rientra) e con l’inclusione, per il perfezionamento del requisito contributivo, dei contributi figurativi per disoccupazione ed affini (es. NASpI), che sono ad oggi esclusi.  Opzione Donna per madri e non madri, per licenziate da aziende in crisi e da aziende non in crisi, per licenziate e per non licenziate, per lavoratrici del pubblico, privato e autonome con stessi requisiti
  12. APE sociale, lavori gravosi e usuranti, lavoratori precoci: da privilegiare
  13. Pensionamento per i disoccupati inoccupabili
  14. Divieto di lavorare se si è in pensione (eccetto qualora il lavoro si configurasse come forma di volontariato non remunerato)
  15. Istruzione, formazione, avviamento al lavoro per i giovani coerentemente con l’evoluzione delle professioni e delle modalità di produzione in un mondo che cambia costantemente per effetto dell’impiego sempre più avanzato dell’automazione (robotizzazione e Intelligenza Artificiale)   

Nell’elenco del Programma sono facilmente riconoscibili molti dei punti già espressi da altre Proposte, come quelle avanzate, per esempio, dal Comitato Opzione Donna Social (CODS) coordinato da Orietta Armiliato, e dal gruppo social Uniti per la Tutela della Pensione (UTP) di cui è promotore Mauro Marino.

Proposta riforma pensioni: si parte da idee e proposte di legge consolidate

Il Programma si ispira alle Proposte di Legge (PdL) presentate alla Camera dei Deputati negli anni dal 2013 al 2022 e precisamente: la PdL 857 di Damiano-Baretta-Gnecchi (2013), la Pdl 1170 di Rizzetto (2018), la PdL 2855 di Durigon (2021), la PdL 376 di Serracchiani (2022). Le Proposte di Legge citate sottolineano la necessità di un accesso al trattamento pensionistico che dia la libertà di scelta ai lavoratori (Damiano-Baretta-Gnecchi), che si basi su un sistema flessibile (Rizzetto), che si sostituisca integralmente alle regole introdotte dalla riforma Fornero (Durigon), che renda strutturali Istituti che sono di anno in anno soggetti a proroghe (Serracchiani).

La Proposta in oggetto fa proprie le raccomandazioni espresse nel 2017 dalla deputata del Parlamento europeo Mady Delvaux e dai deputati del Parlamento italiano Pastorelli-Locatelli-Marzano in merito alla opportunità di introdurre “una eventuale tassazione sul lavoro svolto dai robot”: facendo leva su tale imposizione fiscale, si fa “in modo che il crescente utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale cammini di pari passo con la capillare riconversione (e aggiornamento) della forza lavoro umana, creando nuove figure professionali connesse e non confliggenti con la presenza in azienda di robot intelligenti o aggiornando le capacità del lavoratore, in modo che egli continui ad essere indispensabile alla struttura produttiva”.

La Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale di Perfetto-Armiliato-Gibbin si fonda sull’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’attuale sistema previdenziale, e sulle opportunità offerte dall’ambiente esterno al sistema previdenziale (e cioè il mondo digitale entro il quale si produce e si consuma) che potrebbero favorire, col superamento di determinati ostacoli (minacce), l’attuazione del Programma.

I punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce sono sinteticamente descritti in una matrice tecnicamente chiamata “matrice SWOT (dove la parola SWOT sta per: Strengths (forza), Weaknesses (debolezza), Opportunities (opportunità), Threats (minacce)).

A differenza dei precedenti tentativi di Riforma Previdenziale, l’approccio adottato dalla Riforma Previdenziale in oggetto si basa sulla rimozione delle cause (es., denatalità), piuttosto che nel “tamponare” gli effetti generati dalle cause (es., allungamento dell’attività lavorativa per supplire alla mancanza di futuri lavoratori a causa della denatalità). Ma sorge spontanea la domanda: viste le “minacce” incombenti (quarto quadrante in basso a destra), che possibilità ha una tale Riforma Previdenziale flessibile e strutturale di essere attuata?

Riforma pensioni Perfetto, Armiliato, Gibbin: che possibilià ha di essere attuata?

A questa importante domanda darà risposta lo stesso Dott. Perfetto nel prossimo articolo che andrà maggiormente a fondo dando risalto a tutti i punti di forza della riforma.

Dal canto nostro ringraziamo Armiliato, Perfetto e Gibbin per aver provato dall’alto delle loro competenze a dare voce alle tante richieste dei lavoratori, ma di averlo fatto in modo ‘fattibile’ dando cioé strumenti e indicazioni a chi vorrà prendere in carico la loro proposta, dunque non solo idee, ma anche già indicazioni su come metterle in atto.

La proposta ci tiene a precisare Perfetto col quale ci siamo interfacciati: Non ha “carattere scientifico” in quanto non è stato sottoposto all’analisi di altri esperti (economisti, tributaristi) per una valutazione a nostro pari livello (peer review), la nostra Proposta di Riforma Previdenziale inverte di 180 gradi la linea seguita dalla Riforma Monti-Fornero, e quindi assume i connotati di una “Controriforma”. Nel nostro caso, sono i mezzi (l’IRAUT) a giustificare il fine (il ricambio generazionale). Io credo (noi crediamo) che solo attraverso il ricambio generazionale, solo attraverso il rinnovo di una forza lavoro anziana con una forza lavoro giovane, avente requisiti professionali più in linea con quelli che caratterizzano la trasformazione digitale, si possa dare impulso alla crescita economica (in cui tutti possono partecipare alla produzione e consumo di beni e servizi) e al benessere economico (diminuzione della povertà assoluta e relativa, nonché miglioramento della qualità nell’erogazione dei servizi pubblici, principalmente nella sanità e nell’istruzione).  Per concludere, la nostra Proposta al momento non ha “carattere scientifico”. Ma potrebbe avere “interesse scientifico”, potrebbe interessare gli esperti. Ed è proprio per questo che intendiamo divulgarlo “urbi et orbi”: ai Sindacati, al Governo, alle Istituzioni

Come pensionipertutti ci adopereremo perché ciò avvenga avendo letto la proposta e trovandola degna di pregio, nel prossimo elaborato andremo maggiormente nel dettaglio, intanto chiediamo ai lettori cosa ne pensano del programma e delle proposte da cui parte la controriforma Fornero. Potete dircelo nella sezione ‘commenti’ del sito. Ricordiamo invece che sia l’immagine che i contenuti sono esclusivi per pensioniperutti, chiunque volesse divulgarli é tenuto a citare la fonte.

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92 commenti su “Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero”

  1. Appoggio fortemente la proposta Perfetto, Armiliato, Gibbin.
    Sarebbe bello se anche il Dr. Mauro Marino fosse invitato a farne parte, dal momento che diversi punti possono essere considerati in comune con il suo elaborato.

    A mio parere vi sono due punti che potrebbero essere completati o rivisti:

    12) Ape sociale o sconto pensionistico: includerei anche i caregiver, rendendo però la norma fruibile anche in caso di decesso del disabile assistito (contrariamente a quanto avviene oggi), a meno che questo non rientri già (nell’intenzione della vostra proposta) nel punto n. 10 relativo al lavoro di cura.

    14) divieto di lavorare: farei un distinguo mettendo un limite reddituale, tipo possibilità di lavorare per un imponibile massimo fissato a X euro.
    In caso contrario si creano situazioni assurde, come quella in cui se una volta pensionato, si fa ad esempio una giornata come figurante oppure si aiuta l’amico a bottega e si viene simbolicamente retribuito, ci si vede recapitare dall’Inps multe di svariate migliaia di euro.
    Senza contare che tale rigidità andrebbe attuata, per par condicio, anche a coloro che si sono pensionati dopo aver ricoperto alti incarichi e possono invece continuare a ricevere compensi per le loro svariate partecipazioni in diversi ambiti.

    Aggiungerei inoltre anche il seguente punto:

    16) estensione della pace contributiva anche a coloro che hanno buchi contributivi antecedenti il 1996.

    Meglio mettere tanta carne al fuoco, dal momento che la negoziazione porterà con tutta probabilità a dover cedere su alcuni di questi punti.

    Auspico che i nostri governanti siano lungimiranti e sappiano comprendere la grande potenzialità di questa proposta.
    Grazie!

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    • In realtà Il Dott. Marino era stato invitato dall’inizio a farne parte, purtroppo per problemi personali e poco tempo non ha potuto salire ‘a bordo’, per questo si sono tenuti validi i punti su cui Marino puntava nella riforma, solo che chiaramente voi ne vedete solo 1 parte.

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  2. Rispondo nuovamente al sig. Luca in “seduta plenaria” perché ritengo che i chiarimenti offerti al sig. Luca, riguardo al suo commento del 16 Febbraio 2024 alle 15:52, possano interessare anche altri lettori.

    Sig. Luca, la Proposta a noi è chiara, dal momento che siamo riusciti a trasmetterla (ma, mi rendo conto, solo in parte) anche a lei, le cui osservazioni critiche ci consentono di chiarire ulteriormente il nostro pensiero (cosa che riteniamo di avere fatto nel documento di 50 pagine).

    Innanzitutto è chiaro l’obiettivo: RICAMBIO GENERAZIONALE.

    I 15 punti del Programma sono chiari, dal momento che nel suo commento del 13 Febbraio 2024 alle 21:20 lei stesso afferma: “Non mi é sembrato di leggere niente di nuovo nei 15 punti”.

    L’approccio adottato nella nostra Proposta è chiaro (non l’abbiamo esplicitato qui ma l’abbiamo esplicitato in un documento di sintesi di 8 pagine): rimuovere le cause (la denatalità) piuttosto che tamponare gli effetti (allungare l’attività lavorativa dei lavoratori).

    La soluzione per rimuovere la causa “denatalità” è chiara: utilizzare la forza lavoro robotica al posto dei lavoratori mancanti (cosa che peraltro sta già avvenendo) piuttosto che incentivare, tramite bonus e sussidi vari, le famiglie ad avere più figli (cosa che se dovesse funzionare, darebbe i suoi primi frutti – lavoratori attivi – tra almeno trent’anni).

    Il mezzo della nostra Proposta per attuare il programma (e cioè “tassare” i robot) è chiaro, dal momento che nel suo commento del 13 Febbraio 2024 alle 21:20 lei stesso afferma: “Anche il tassare la robotizzazione non è un’idea nuova”.

    Abbiamo indicato in modo chiaro nella Matrice SWOT (nome tecnico che si riferisce ad uno strumento per analisi di tipo strategico) quali sono a nostro avviso i problemi che ha l’Italia e che impediscono l’attuazione di una Riforma Previdenziale flessibile e strutturale in linea con le aspettative dei lavoratori: denatalità e invecchiamento della popolazione. Ma i lavoratori la pensano diversamente, sorvolano su denatalità e invecchiamento della popolazione e puntano a spada tratta su affermazioni del tipo: i soldi per pagare le pensioni ci sarebbero qualora si separasse la previdenza dall’assistenza, qualora si rivedessero le pensioni di coloro che non hanno versato i contributi necessari, qualora si riducessero le pensioni d’oro, qualora si recuperassero i miliardi dall’evasione fiscale e contributiva. Noi non abbiamo insistito su questi temi perché su questi temi martellano già da tempo le Istituzioni internazionali come l’OCSE e il Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali.

    Abbiamo indicato in modo chiaro nella Matrice SWOT quali potrebbero essere gli ostacoli alla nostra Proposta: l’allungamento dei tempi per l’attuazione dell’IRAUT. Ma nutriamo la ragionevole convinzione che, se è passata la Digital Service Tax (introdotta nel 2019), se è passata la Global Minimum Tax (introdotta nel 2024), anche la IRAUT potrebbe essere accolta con favore dallo Stato e (perché no?) dalle Imprese.

    La sola cosa che a noi non è ancora chiara, lo riconosco, è come recepiranno la nostra Proposta i Sindacati e il Governo. Su tale incertezza abbiamo voluto aprire una finestra di riflessione sulla possibilità di far convergere gli interessi di Imprese e Stato verso l’applicazione dell’IRAUT. Abbiamo chiamato tale finestra “New deal”, mentre avremmo potuto chiamarla semplicemente “accordo”, gliene do atto. Ma abbiamo preferito evocare la parola “deal” in riferimento al piano pubblico di intervento (e quindi dello Stato) per la creazione dei posti di lavoro a seguito della depressione del 1929. Secondo la mia personale opinione stiamo sottostimando l’impatto che la Robotica e l’AI potranno avere sull’occupazione.

    Infine, sig. Luca, desidero rispondere alla sua domanda “E poi cosa significa che il vero rischio che vede è più nei lavoratori che nei governanti?”. Alla quale fa seguire la sua precisazione. “I lavoratori non si aspettano che tutto diventi contributivo, i lavoratori “temono” che tutto possa diventare contributivo; sono cose ben diverse”.

    Sig. Luca, lo so bene che i lavoratori “temono” che tutto possa diventare contributivo. Come so bene che oltre a invocare e ad attuare manifestazioni in piazza e sotto il Parlamento, allo stesso tempo sperano che non venga toccata la Riforma Fornero.

    ECCO, SIG. LUCA, CHE COSA “IO” INVECE TEMO: TEMO CHE I LAVORATORI SIANO PIÙ PROPENSI AD ACCETTARE LA RIFORMA FORNERO PIUTTOSTO CHE LA NOSTRA PROPOSTA DI RIFORMARE LA RIFORMA FORNERO PERCHÉ, SOTTO SOTTO, NON CREDONO AFFATTO CHE LA NOSTRA PROPOSTA POSSA ESSERE PRESA SERIAMENTE IN CONSIDERAZIONE!

    Questo è un reale rischio per l’attuazione della Proposta, perché semmai il Governo (e l’ho già detto in qualche altro mio commento, ma lo ripeto anche qui per chiarezza di esposizione) dovesse domandarmi “Sig. Perfetto perché dovremmo concedere al popolo più di quanto il popolo si accontenta di ricevere?”.

    Lascio a lei, sig. luca, rispondere alla precedente domanda. La mia già la conosco.

    Concludo riportando qui alla fine una sua osservazione in modo che rimanga impressa con chiarezza la mia riposta alla sua seguente osservazione:

    SUA OSSERVAZIONE: “Le ripeto che io la sua proposta la approvo, ma sono tutti capaci a fare proposte allettanti… ciò che manca è la chiarezza su “come” sia possibile.”

    MIA RISPOSTA: la Proposta viene attuata applicando l’Imposta sul Reddito da lavoro prodotto dagli Automi, considerando l’Automa (Robot e AI) non già come “fattore di produzione capitale” ma come “fattore di produzione lavoro”. Qualora il Governo ritenesse interessante la nostra Proposta, chiederemmo agli esperti di imposte (ad esempio, all’Agenzia delle Entrate) di poterci supportare nel calcolare l’IRAUT da applicare alle Imprese, utilizzando il simulatore che abbiamo predisposto per il calcolo dell’IRAUT, in modo da coprire gli importi pensionistici che risulterebbero dalla stima del numero di persone che scegliessero di pensionarsi.

    Rispondi
    • Gentile Dott. Perfetto, innanzitutto la ringrazio per la maggior chiarezza di esposizione e per il tempo dedicato.
      Riguadro invece alla domanda “perché il governo dovrebbe concedere al popolo più di quanto il popolo si accontenta di ricevere”, posta cosi la risposta è abbastanza scontata, ma a me sembra che il popolo non si accontenti per niente di poter mantenere la riforma Fornero, semmai è il continuo terrorismo politico e mediatico su scenari pensionistici apocalittici che fa temere ai pensionati a breve di essere nuovamente beffati. Questi, piuttosto che esserlo, preferirebbero si la conferma della Fornero (iootesi piu facile) perché alla fine per loro cambierebbe poco rispetto alla nuova proposta da lei illustrata. Tutti gli altri invece sono gia sono vincolati al contributivo e senza una nuova riforma rimmarrebero ancorati ad una aspettativa per niente favorevole. Per questi altri (che sono la maggioranza) il rischio da lei ventilato mi sembra improbabile.

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      • no, luca, non ci siamo; comunque in questa fase senza questa proposta di riforma è durissima per tutti; chi comanda ha fatto in modo che la gente dica: meglio la legge Fornero; non toccatela; per quelli con il contributivo puro è pure peggio: la prospettiva è di dover lavorare fin oltre i 70 anni e avere una pensione bassissima; viva questa proposta di riforma e speriamo che passi prestissimo; un saluto a te e ai gestori del sito

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    • vede dott. perfetto, leggendo questa sua risposta ho visto che la sua incertezza è anche la mia: come recepiranno le componenti sindacali e la componente politica; mi ha fatto specie la risposta della ministra Calderone sulla tragedia accaduta a Firenze: nel suo commento , ma forse ho letto male, ha parlato così: se ci sarà da intervenire in materia di sicurezza sul lavoro interverremo; ha posto un se: come dire: forse non è necessario; un’altra perplessità, e mi coinvolge come docente anche se adesso sono un ex, è stata: istituiremo la disciplina sicurezza del lavoro obbligatoria nelle scuole; al di là che i ragazzi, prima di fare alternanza scuola lavoro, devono fare i corsi sulla sicurezza (8-10 ore se non ricordo male); poi passano gli anni di formazione ; come se i morti sul lavoro fossero di adesso e non di tanti anni fa e tuttora 1000 morti all’anno; avrebbero dovuto istituirla molto prima ; speriamo in bene ma ……. ho tanti dubbi; saluti a lei e ai gestori del sito

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      • Paolo Prof, mi sono occupato di sicurezza per anni. Non è possibile avere una sicurezza al 100 per cento. Non è possibile eliminare il rischio (ed è per questo che esistono le Compagnie di assicurazione). È solo possibile ridurre il rischio, adottando adeguate contromisure.

        Per ridurre il rischio di morti umane nell’edilizia, nelle costruzioni, manutenzioni di edifici, strade, e quant’altro si dovrebbe applicare come contromisura l’impiego di robot umanoidi come Atlas, della società americana di robotica Boston Dynamics. Ovviamente, facendo pagare le tasse anche ad Atlas.

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      • Gent.mo Paolo Prof, dubito che il rischio in edilizia sia mitigabile con i corsi di sicurezza nelle scuole. Gli operai morti lavoravano a cottimo sui tempi di lavorazione e la loro azienda sarà stata al decimo livello di subappalto. (dico decimo, ma magari saranno anche di più).
        Non inventiamoci scuse …… ci vorrebbero più controlli e divieti!
        Perché una squadra di manovali doveva partire tutti i lunedì prima dell’alba da Bergamo per andare a lavorare a Firenze?

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        • Caro Mg, vedo che non hai letto il mio commento; il discorso mio riguardava l’esternazione della ministra Calderone che diceva: metteremo obbligatoria la materia sicurezza sul lavoro nelle scuole; il mio rimando era: avresti già dovuto farla prima se proprio ritieni utile farla; da un lato anch’io ho perplessità visto il numero esiguo di ore; tutto qui; tutto chiaro? un saluto a te e ai gestori del sito

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  3. Rispondo al commento del sig. Luca in seduta plenaria (per modo dire), perché mi è stata posta la domanda cruciale, la più importante di tutte le domande che mi attendo di ricevere sulla Proposta di Riforma Previdenziale oggetto del presente articolo.

    DOMANDA DEL SIG. LUCA.

    Il sig. Luca pone nel suo commento del 14 febbraio 2024 alle 21:25 (riferendosi ai 15 punti elencati nel Programma) la seguente domanda:
    “sono tutte proposte già bocciate dal governo (es. opzione donna) oppure economicamente non applicabili (es. quota 41) …perché mai adesso dovrebbero essere accolte con favore dai governanti?”

    Mi aspettavo questa domanda.

    In una mail che ho inviato alla Dott.ssa Erica Venditti in data 29 gennaio 2024 alle ore 20:54 (durante il periodo in cui si stava formando il Gruppo di studio Perfetto-Armiliato-Gibbin) ho riportato alcune domande che mi attendo di ricevere. Quella in cima alla lista è la seguente:

    “In passato si è provato a fare una Riforma Previdenziale flessibile e strutturale, ma nessuno ci è riuscito. Al contrario, sono stati presi provvedimenti che hanno introdotto maggiori rigidità e scadenze temporali. Perché mai la vostra Riforma Previdenziale dovrebbe avere successo?”

    RISPOSTA ALLA DOMANDA DEL SIG. LUCA.

    La nostra Proposta di Riforma Previdenziale avrà successo perché è figlia dei nostri tempi, che sono i tempi del digitale.

    La Robotica e soprattutto l’Intelligenza Artificiale si stanno affermando con forza impetuosa nel tessuto vitale della nostra società: nei negozi sotto casa nostra (bar, ristoranti, pizzerie), nei servizi digitali (consegna della posta, download di certificati anagrafici, assistente virtuale dell’INPS, assistente digitale della PA).

    La nostra Proposta di Riforma Previdenziale ha a che vedere con il Lavoro (occupazione e disoccupazione), con le Pensioni (il “lato nascosto” del lavoro), con l’Istruzione (preparazione dei futuri economisti digitali), con la Economia (crescita e sviluppo), con la Società (cose socialmente giuste da fare e in maniera egualitaria). Tutto questo è descritto in un documento di 50 pagine che abbiamo preparato.

    Ad oggi, io ritengo, non è stata ancora presentata una vera Riforma Previdenziale che tenga conto di tutti questi aspetti tra loro così strettamente collegati includendo come forza lavoro anche Robot e AI.

    La Prof.ssa Rita Cucchiara, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in un articolo su La Stampa del 14 febbraio 2024 a firma di Eleonora Camilli ci informa: “l’IA in tutte le sue forme sarà uno strumento di ausilio per le pratiche del lavoro parlamentare, da quelle preliminari fino al supporto finale alle decisioni” (https://www. lastampa.it/politica /2024/02/14/news/intelligenza_artificiale_utilizzo_parlamento-14070141/?ref=LSHPO-BH-I0-PA3-S1-T1).

    Ecco che cosa mi piacerebbe che accadesse: MI PIACEREBBE CHE LA NOSTRA PROPOSTA VENISSE PRESENTATA IN PARLAMENTO E SOTTOPOSTA ALL’ANALISI DI UN SISTEMA BASATO SULLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE.

    La sola incertezza che aleggia sulla nostra Proposta riguarda il QUANDO verrà attuata.

    Il “QUANDO” dipende principalmente da due fattori (anzi tre, ma il terzo al momento lo escluderei):

    1. Dalla nostra capacità di trasmettere agli Organi di competenza (Sindacati, Governo, Istituzioni) quanto abbiamo descritto nel documento di 50 pagine che viene sintetizzato in un altro argomento di 8 pagine, i cui contenuti (espressi in questo articolo e nel successivo) i lettori di Pensionipertutti hanno potuto leggere in anteprima assoluta;

    2. Dalla capacità degli Organi di competenza di recepire in maniera obiettiva (cioè indipendentemente dalle proprie adesioni a correnti di partito) quanto da noi esposto nel documento di 50 pagine, dedicando il loro tempo a migliorarlo, tenendo in debita considerazione che la Società è più della somma dei singoli individui (e, occorrerebbe aggiungere, dei singoli automi) che la compongono, e pertanto questo “surplus” questo “extra beneficio” andrebbe ridistribuito in maniera egualitaria tra famiglie e imprese (tramite lo Stato) anche attraverso l’istituzione di nuove imposte come l’IRAUT.

    Ci si potrà domandare: PERCHÈ PROPRIO L’IRAUT, quando abbiamo già la Digital Service Tax (Imposta sui Servizi Digitali) e la Global Minimum Tax (la Imposta Minima Globale applicate alle imprese, entrata in vigore dal 1° gennaio 2024 in Italia e negli altri Paesi membri dell’Unione europea)?

    Ebbene, mentre la Digital Service Tax e la Global Minimum Tax riguardano la fiscalità generale (quindi le entrate sono orientate principalmente per far fronte a problemi legati all’andamento demografico e alla transizione energetica), l’IRAUT (la Imposta sul Reddito da lavoro prodotto dagli AUTomi) riguarda in modo specifico il versamento dei contributi sia per il pagamento delle pensioni (un aspetto non propriamente di carattere fiscale in quanto i contributi vengono versati all’INPS e non all’erario) sia per colmare il vuoto contributivo di lavoratori e lavoratrici che attraversano periodi di disoccupazione a causa dell’automazione (tale aspetto potrebbe essere collegato alla fiscalità generale e quindi di competenza dell’erario).

    Infine, l’IRAUT non è una “tassa” ad hoc per penalizzare le imprese che ricorrono a robot invece che ad esseri umani. L’IRAUT è una “imposta” (che si chiama coì perché viene “imposta” dallo Stato) per ridistribuire la ricchezza della nazione tra imprese e famiglie al fine di elevare il benessere sociale.

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    • Gentile Dott. Perfetto, la ringrazio per la sua ultima “rispostona” plenaria, ma volendo sintetizzarla in modo essenziale togliendo il superfluo resterebbe quanto segue:
      La proposta è fattibile e avrà successo perché :
      – è figlia dei nostri tempi (quelli del digitale)
      – la robotica e l’intelligenza artificiale si stanno affermando sempre di più
      – La proposta ha a che vedere col lavoro, le pensioni, l’istruzione, l’economia , la società (tutte connesse tra loro)
      – Ci sarà l’Inclusione di robot e IA come forza lavoro
      Tutto qui ?
      Una riforma che si dimostri sostenibile economicamente solo su queste basi mi sembra molto improbabile, anche perché questi elementi non credo possano risolvere i problemi di natalità e di invecchiamento della popolazione.
      Inoltre i datori di lavoro non gradiranno pagare nuove tasse su macchinari e robot e quindi accollarsi loro la sostenibilità del sistema pensionistico.

      Ma ammettiamo anche che questa riforma passi … cosa accadrebbe fin da subito ?
      Vediamone alcuni punti:
      – Quota 41 con misto (il desiderio della lega) verrebbe richiesta da tutti i gli aventi il diritto, con un costo che già da solo metterebbe l’Italia in ginocchio
      – Opzione donna a 58 anni con sistema misto appena smontata perché anch’essa non più sostenibile, adottata da tutte le donne aventi i requisiti (e vai con ulteriore spesa)
      – Abolizione delle finestre (altri costi in più per lo stato) giusto per non farci mancare niente
      – Abolizione dell’adeguamento delle aspettative di vita (via anche uno dei pilastri Fornero e della sostenibilità)
      E mi fermo qua per non infierire…

      Sia chiaro sig Perfetto, io la voterei subito la sua proposta (magari diventasse realtà), ma i desideri sono una cosa, la realtà è un’altra.
      Bisognerebbe trovare tanti di quei soldi da far paura. Basteranno i robot e nuovi balzelli? Li tireranno fuori i datori di lavoro come tasse sui macchinari ?
      Le deboli premesse sulla fattibilità della riforma elencate all’inizio basteranno a tranquillizzare l’Europa ?

      Grazie per l’impegno e buona fortuna.

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      • Sig. Luca, non mi sorprende affatto che in lei sorgano perplessità in merito alla proposta. Perplessità ben sintetizzate nella sua espressione “Tutto qui?”

        Elencando i punti del suo “Tutto qui?”, sig. luca, lei ha solo evidenziato i dettagli (gli alberi), perdendo di vista la visione di insieme (la foresta).

        Ho sempre pensato che il Governo opera dietro consigli di “spin doctor”, persone altamente qualificate nella comunicazione (a volte però, inciampano anche loro, come nel caso della “influencer” che noi tutti conosciamo) al fine di fare accettare alle persone ciò che le persone non sono propense ad accettare.

        Nell’articolo del 31 agosto 2023 “Pensioni 2023, UIL su incontro 5/9: ultime su Opzione donna, giovani, uscita dai 62 anni” vi è l’interessante commento della sig.ra Stefania Vitali postato in data 2 settembre alle 11:53. Il commento dice testualmente: “Conosco il significato di “Finestra di Overton”, Opzione donna e’ una pericolosissima finestra al tutto contributivo”. E così è avvenuto. Quota 103 tutto contributivo. E non ci si fermerà certamente qui.

        Se non si sarà in grado di trovare OGGI una Nuova Riforma Previdenziale (non la solita “leggina temporanea”) che prenderà il posto della Riforma Monti-Fornero, potrebbe accadere ciò che viene raccomandato (per non dire imposto) dalle Istituzioni internazionali:

        – Via tutte le pensioni anticipate (inclusa, ovviamente l’anticipata Fornero (42 anni e 10 mesi per uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne));
        – Pensionamento a 71 con traguardo verso 74 anni (altro che i 67 della Fornero!)
        – Tutto contributivo (e questo i lavoratori se lo aspettano già)

        Sig. Luca, la Proposta da noi elaborata volge verso un “NEW Deal”, il punto di incontro tra imprese, lavoratori, INPS e Stato. QUESTA È LA VISIONE DI INSIEME (LA FORESTA) CHE LEI, SIG. LUCA, NON RIESCE A VEDERE.

        Concludo, rivolgendo a lei le stesse parole che ho rivolto al sig. Marco nel mio commento, in questo stesso articolo, del 12 febbraio 2024 alle 23:04:

        “Il vero rischio che io vedo non è nel Governo, ma nei lavoratori stessi”.

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        • è vero che al peggio non c’è mai un limite ma , tanto per focalizzare la tempistica , questi discorsi del via tutte le pensioni anticipate, pensionamento tutto contributivo a 71 anni quanto di fondamento ha e parliamo di tempi tipo 2030 o dobbiamo aspettarcelo a breve? un saluto dott. perfetto

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          • Paolo Prof, L’OCSE ha già indicato in report precedenti chiamati “Pension at Glance” che in Italia si andrà in pensione a 71 (ma non specifica l’anno). Di tale documento ne sono a conoscenza.

            Sempre l’OCSE indica taglio alle pensioni con importi sopra i 5.000 euro lordi mensili e stop alle pensioni anticipate, come si legge sul quotidiano online money.it del 23 gennaio 2024: money.it/pensioni-tagliare-subito-secondo-ocse-quali-sono-a-rischio

            Tengo a precisare che non sono ancora risalito al documento originale in cui l’OCSE afferma tutto ciò.

            Per quanto riguarda il “tutto contributivo”, mi pare che non ci sia ombra di dubbio che si stia procedendo in tale direzione.

            Quando tutto ciò accadrà? E difficile fare previsioni temporali. Ma la strada che l’Italia sta prendendo è proprio quella indicata dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).

        • Caro Dott. Perfettoa me sembra che lei stia scappando dalla sostanza…
          Le ho fatto delle osservazioni abbastanza pragmatiche, ma lei continua a non rispondere, salvo  girarci intorno. La sua metafora della foresta (che io mi ostinerei a non vedere) è molto “poetica”, ma  non spiega nulla, sembra voler solo nascondere le risposte che non ci sono o a cui non si sa rispondere.
          Forse è perchè non è chiaro nemmeno a voi oppure perchè non sapete spiegarlo chiaramente (o forse sono ottuso io).Ma Einstein diceva: “Se non sai spiegarlo a tua nonna, non l’hai capito veramente”.

          Dire frasi tipo, la nuova riforma volge verso un New Deal, non basta a fugare i dubbi di noi mortali, ormai stanchi di chimere e demagogia…E poi cosa significa che il vero rischio che vede è più nei  lavoratori che nei governanti?
          PS I lavoratori non si aspettano che tutto diventi contributivo, i lavoratori “temono” che tutto possa diventare contributivo; sono cose ben diverse.
          Le ripeto che io la sua proposta la approvo, ma sono tutti capaci a fare proposte allettanti… ciò che manca è la chiarezza su  “come” sia possibile.E non basta dirlo in modo generico con frasi ad effetto (new deal, foreste, citazioni terze, ecc.) a meno che lei non voglia diventare il nuovo segretario della lega…
          Se volete essere più efficaci dovete esprimervi in modo più comprensibile e vicino al popolo, evitando come la peste linguaggi demagogici o generalizzati.Magari rispondendo in modo puntuale e pragmatico a singoli punti per noi poco chiari…
          PS In questo blog siamo stati tutti invitati a dire cosa ne pensiamo della proposta, quindi non se la prenda se oltre agli applausi si scontra anche con critiche o domande a chiarimento.

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          • Caro Luca ho letto io stessa la proposta che invieremo ai sindcati ed é composta da ben 50 pagine super chiare, ovvio che qui, senza nulla togliere al lettore medio, non si é andato a fondo nei tecnicismmi prmo per non tediare e poi perché davvero si sarebbe rischiato di non far capire la sostanza. Il documento, almeno la sintesi, magari riusciremo poi se il Dott. Perfetto, Gibbin ed Armiliato, lo riteranno opportuno a pubblicarlo, ma anche questo é di circaa 8 pagine, dunque richiederà uno sforzo importante da parte dei lettori che vorranno approfondire. Guardi nella vita mi sono confrontata con moltissime persone , tanti politici e gente di spessore, se posso escludere che ci sia una persona che evita di dare spiegazioni é proprio il Dott. Perfetto, ha notato a quente persone sta dedicando il suo tempo senza richiedere nulla in ca,bio? Ha idea di quante ore di lavoro ci siano dietro ad ogni risposta puntuale? Il Dott. Perfetto é davvero una delle poche persone che mette cuore, anima, passione e ‘la faccia’ in tutto qeuello che fa. Se usa metafore o esempi é sempr solo per chiarire ancor meglio non certo per eludere alle domande. Ho notato che comunque ha ricevuto uno risposta di assoluto pregio da parte del nostro esperto, maci tenevo a dirle la mia. Buona notte, Erica

      • Spett.le sig, Luca io nel suo elenco di pro e contro forse ho perso una parte fondamentale: il ricambio generazionale. Sappiamo che in un paese nel quale lavorano gli anziani e non i giovani, abbiamo due incolmabile svantaggi: proporzione lavatrice attivi/pensionati vicina alla proporzione di 1 ad 1 e bassa produttività del sistema lavoro nel paese. Lei preferirebbe avere tra i suoi dipendenti dei 65enni, oppure dei 25enni, che devono crearsi una famiglia ed iniziare la propria vita autonoma, risollevato il consumo interno e la rinascita demografica?

        Rispondi
    • Gent. Sig. P.,
      sarei interessato a capire un pò di più le motivazioni del perché ritiene inapplicabile la proposta di riforma del Dott. Perfetto.

      Per farci una giusta idea, credo che sia importante argomentare tutte le opinioni, anche quelle in contrapposizione col proponente.

      Cortesemente, sarebbe disponibile ad aggiungere qualche commento al suo sintetico giudizio?
      La ringrazio anticipatamente.
      Buona serata

      Rispondi
  4. Non mi é sembrato di leggere niente di nuovo nei 15 punti … un puzzle di idee già sentite, solamente che sono state messe insieme. Anche il tassare la robotizzazione non è un’idea nuova e oltretutto nemmeno citata nei 15 punti…

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    • Sig. Luca, come giustamente lei osserva, la Proposta non dice nulla di nuovo.

      NUOVO è il MODO con cui viene detto.

      Nuovo è il modo in cui le idee sono state messe insieme per costruire il PUZZLE che lei, sig. Luca, osserva.

      Finalmente le ragioni di: Damiano, Baretta, Gnecchi, Rizzetto, Durigon, Serracchiani, Pastorelli, Locatelli, Marzano, Dalveaux, Oberson, Gates, Armiliato, Marino, OCSE, trovano tutte posto nel rimuovere i due grossi macigni che impediscono di mandare in pensione la Riforma Monti-Fornero: denatalità e invecchiamento della popolazione.

      Nemmeno il “tassare la robotizzazione” è nuovo, come giustamente lei osserva, sig. Luca, tanto è vero che risale al 2016-2017, quando fu per la prima volta espressa al Parlamento europeo. E questo è proprio uno dei punti di forza della nostra Proposta. Non stiamo parlando di cose astruse.

      Il suo occhio fine, sig. Luca, ha giustamente osservato che la tassazione non è inclusa nei 15 punti. Ma non si è dato la briga di indagare sul perché.

      Il “tassare la robotizzazione” non è incluso nei 15 punti perché NON FA PARTE DEL PROGRAMMA.

      Il “tassare la robotizzazione” fa parte, invece, della PROPOSTA che contiene il Programma.

      L’IRAUT non è un punto del Programma ma è il MEZZO per attuare il PROGRAMMA.

      Nella nostra Proposta abbiamo esplicitato anche altri mezzi: per esempio, l’IRES.

      Rispondi
      • Gentile Perfetto, sarà che la mia analisi non è abbastanza approfondita per poter criticare la nuova proposta con cognizione di causa, ma non vedo come quei 15 punti possano contrastare denatalità e invecchiamento. Prese una ad una oltretutto, sono tutte proposte già bocciate dal governo (es. opzione donna) oppure economicamente non applicabili (es. quota 41) …perché mai adesso dovrebbero essere accolte con favore dai governanti? Forse che mettere insieme più proposte ritenute singolarmente non idonee lo diventano se messe tutte assieme ? Mi sembra un po’ utopistico. La ringrazio per la risposta, ma rimango perplesso …

        Rispondi
        • Caro luca cerco di spiegartela con 1 esempio; in una fabbrica ci sono 100 lavoratori e 10 macchinari; attualmente i contributi vengono pagati solo dai lavoratori e non dai macchinari; ipotizziamo che in quella fabbrica ci siano 90 persone in età non da pensione, 10 in età vicine alla pensione; questi 10 sono vecchi e cominciano a rendere di meno e quindi stanno a casa, vanno in malattia etc; il rendimento della fabbrica cala; l’imprenditore invece di guadagnare 100 guadagna 90 o 80; se anche i macchinari versassero i contributi avremmo un doppio vantaggio: 1) potremmo mandare in pensione i più vecchi 2)l’imprenditore guadagnerebbe di più perchè potrebbe sostituire i vecchi con i giovani; il macchinario verserebbe in continuazione contributi e si ovvierebbe all’invecchiamento della popolazione; io l’ho capita così; un saluto a te e ai gestori del sito

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          • Caro Paolo Prof, la tua mi sembra una semplificazione eccessiva….secondo il tuo esempio l’imprenditore guadagnerebbe di più (100 anzichè 80), ma dimentichi che dovrebbe pagare la tassa per il macchinario… Se questa fosse uguale a 20 alla fine resterebbe sempre con 80…
            Inoltre, i soldi versati dai 10 macchinari, non riuscirebbero a sostenere la pensione dei 10 nuovi pensionati anticipati
            (ovviamente ho semplificato, ma si capisce che qualcosa non torna)

        • Caro Luca, era per semplificarti le situazioni; ho fatto un esempio per farti capire che è necessario introdurre questa imposta sull’automazione; poi hai obiettato su questa proposta; è chiaro e pacifico che non tutte le situazioni che hai prospettato andranno in porto; ma la cosa importante che si cominci a ragionare in quell’ottica; tutto qui; saluti a te e ai gestori del sito

          Rispondi
  5. Una proposta di riforma veramente ben progettata.
    Complimenti al Prof. Perfetto e alla sua squadra per tutto il lavoro fatto e l’impegno profuso.
    Avrei solo un appunto:
    citando il punto 5, Pensionamento in base ai requisiti di età anagrafica (minimo 62) e di anni di contribuzione (minimo 35) non si correrebbe il rischio di ottenere una immediata bocciatura da parte dell’Europa?
    Questo considerando che, se non erro, la media europea dell’età di pensionamento è di circa 65 anni.
    Concludo sottolieando che, in ogni caso, la proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin sia da sostenere ed ammirare.
    Ancora complimenti!

    Rispondi
    • Sig. Tiziano sessantadue, se all’Europa vengono motivate in modo ragionevole la copertura della spesa pubblica e la possibilità concreta di ridurre il debito pubblico, l’Europa dirà “Sì”.

      La “Giovane Italia” potrà fare da apripista alla “Giovane Europa” che sta inesorabilmente invecchiando.

      Rispondi
  6. Buonasera! Mi auguro che il Governo Italiano, prenda in seria considerazione, la “Proposta di Riforma previdenziale flessibile e strutturale di Perfetto- Armiliato- Gibbin”. Grazie di cuore a tutti!

    Rispondi
  7. Bellissimo ma se tutto ciò andasse in porto avete valutato quanti milioni di italiani andrebbero in pensione tutti insieme?
    Ho impressione che saremmo in troppi e l’impatto sarebbe insostenibile.
    Grazie mille a tutti

    Rispondi
    • Mimmosessanta, arguta considerazione!
      Penso che ci saranno dei criteri di progressività.
      … ma come mi piacerebbe ci fosse questo problema…
      saluti

      Rispondi
    • Caro Mimmo 60, al di là che credo tu abbia anche ragione ma il problema non si pone; ma l’importante è che chi comanda si renda conto che la strada attuale non è percorribile; naturalmente ci sarebbe un criterio di gradualità elevato con delle priorità; grazie per il lavoro svolto al dott. perfetto e agli altri che hanno elaborato questo progetto di riforma; speriamo in bene; saluti ai gestori del sito

      Rispondi
      • Ciao, Paolo Prof, come stai? Ho ricevuto la pensione doppia in febbraio perché INPS ha pagato con arretrato dopo un mese dalla decorrenza. Ora inizia il procedimento per il TFS, ma il Patronato che mi segue è fatto di gente competente ed efficiente. Fin qui sono proprio soddisfatta della mia nuova esperienza esistenziale staremo a vedere. Un caro saluto
        Lilli Reolon

        Rispondi
        • bene sto; strafelice della tua pensione; per il tfr ci vorrà un po’ di tempo ma non tantissimo; anche a me a scuola mi hanno chiesto dati per il tfr; segui il dibattito comunque ; specialmente per questa proposta che ribadisco è l’unica strada percorribile; un caro saluto a te e ai gestori del sito

          Rispondi
  8. Quando vedrò nel lavoro di cura figli e figlie, nuore e generi occuparsi senza distinzione di genitori e suoceri. Che bel giorno quando in caso d’emergenza i generi cambieranno il pannolone ai suoceri come fanno le nuore normalmente … PARITÀ.. speriamo presto… Mio fratello ha cambiato per 7 anni il pannolone alla mamma e se ne meravigliavano infermiere e medici dicendo che era raro da parte di un figlio maschio…. Quando sarà normalissimo…. NORMALISSIMO….

    Rispondi
  9. La verità che si parla e basta. Se prendessimo tutti un “trattore” e andassimo a Roma le cose cambierebbero. Se non sono costretti dalle circostanze sti politici pensano sono ai loro interessi. Pensato solo un momento cosa sono 50 MILIARDI che l’Europa sta regalando ad una nazione corrotta, disillusa, semidistrutta e quasi
    sconfitta. Poveri Ucraini mandati a morire per niente.

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  10. Molto interessante la parte che riguarda la tassazione dei robot e intelligenza artificiale, che inevitabilmente diventerà necessaria nel prossimo futuro. E’ del tutto ovvio che se un azienda utilizzerà tali sistemi al posto di lavoratori la stessa dovrà, almeno in parte, sopportare sia i costi di mancata occupazione che di mancati versamenti previdenziali. Molto meno, ma probabilmente sono di parte, quella che riguarda i vari punti elencati di possibile riforma. Ritengo infatti che la proposta UTP, pur citata da Perfetto, sia molto più organica e razionale.

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    • Un azienda di dota di robot per gira e rigira incrementare utili, essere competitivi, e crediamo che accetterebbe proposte di tassazzione ? … ma quando mai… si va bhe, chiedere proporre non costa nulla… giustamente cerchiamo di alimentare speranze….

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    • Caro Mauro Marino, devo dirti che ti apprezzo molto. Apprezzo la tua partecipazione social su Facebook, apprezzo i tuoi interventi a Vox Populi, su Finanza now in cui, come si suole dire, “ci metti la faccia”.

      Qualora non dovesse andare in porto la Proposta di Riforma Previdenziale qui solo accennata, in cuor mio mi sentirei di appoggiare le Proposte CODS+UTP, proprio come quando un candidato presidente si rende conto di non potercela fare e quindi orienta i propri sostenitori ad appoggiare altri candidati che hanno maggiori prospettive di essere eletti.

      Alla base della Proposta UTP c’è la questione del problema del reperimento risorse.

      Le risorse possono essere reperite attraverso una razionalizzazione del loro impiego, attraverso la separazione tra previdenza e assistenza, per esempio, che, non a caso, è il primo punto del Programma UTP. E su questo punto il Gruppo UTP può certamente contare su un forte alleato, Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali.

      Come si legge su ilsole24 ore del 16 gennaio 2024, l’indicazione che Itinerari Previdenziali dà è di “Razionalizzare spesa e separare assistenza da previdenza” (https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/lavoro-e-professione/2024-01-16/welfare-itinerari-previdenziali-157-mld-costo-2022-126percento-10-anni-indicazione-razionalizzare-spesa-e-separare-assistenza-previdenza-150930.php?uuid=AFRuKbMC&refresh_ce=1).

      Ammesso di poter separare previdenza da assistenza, e quindi ammesso di poter disporre di risorse sufficienti per realizzare interamente il Programma CODS+UTP, come si controbatte a chi insisterebbe sul problema della denatalità?

      Il recupero di risorse dovuto alla separazione tra previdenza e assistenza, nonché dall’evasione contributiva, sarà sufficiente a sostenere in maniera strutturale, ovvero continua, il pagamento di pensioni per una popolazione che, se da un lato ha sempre meno lavoratori a causa della denatalità, dall’altro ha persone che vivono sempre più a lungo e quindi percepiranno la pensione per periodi sempre più lunghi?

      Si potrebbe risolvere il problema aumentando il tasso di immigrazione, ma a questo punto ho motivi per credere che sia più facile applicare l’imposta ai robot che aumentare il tasso di immigrazione.

      La Proposta di Riforma Previdenziale, che, ripeto, viene solo accennata in questo articolo, vuole supportare le Proposte CODS e UTP ponendole al riparo da eventuali critiche che potrebbero essere loro mosse in ambito denatalità e invecchiamento della popolazione.

      Rispondi
      • Caro Claudio Maria Perfetto,
        grazie per le parole di stima che contraccambio. Sono convinto che solo essendo un po’ “visionari” si possano raggiungere obiettivi insperati. Mi auguro sinceramente che la tua proposta a tre nomi possa incontrare tra le forze politiche e sindacali, oltre alla solidarietà, quell’interesse reale e concreto per avere una nuova riforma previdenziale che gli italiani aspettano da oltre un decennio e che la proposta UTP ha realizzato solo in alcuni punti.
        Avanti così!

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  11. La vera rivoluzione è pensare che i contributi che ho pagato siano miei come in tanti altri Paesi. Bisogna superare il sistema a ripartizione che ha creato privilegi e discriminazioni. Il problema è molto semplice da risolvere, basta avere la volontà politica.
    E ridurre mafia, corruzione ed evasione fiscale.

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  12. Aspettando una nuova riforma.. possono essere attuati interventi che permettano una maggiore equità sociale ai nuovi poveri: i lavoratori di oggi e soprattutto di domani (i giovani).
    Come e’ possibile che un reddito da pensione (non contributiva) risulta a volte piu elevato di quello di un lavoratore?
    Inserire una soglia alle pensioni oltre il quale queste diventino contributive e/o paghino un contributo allo stesso sistema, rivedere le pensioni di reversibilità nei limite dei contributi versati oltre essere azione di buon senso e’ garantirne equilibrio ed equità: il sistema non regge e prima di arrivare ad una nuova riforma (anche quella proposta) ci vorranno anni con il rischio che lo stesso imploda e il danno diventi non piu recuperabile.
    Equità: grazie ad un maggiore disponibilità di risorse create all’interno dello stesso sistema permettere quella flessibilità a tutti di poter scegliere di andare in pensione almeno dai 60 anni garantendo a tutti un periodo di pensione equo tramite il sistema contributivo (che resta una scelta). Qualcuno spieghi come puo essere accettato da uno stato sociale che i pensionati di ieri possono godere di 30 anni dal sistema pensioni con uno squilibrio fra quanto contribuito nello stesso rispetto a quanto percepito rispetto dai lavoratori di oggi e soprattutto di domani ai quali viene prospettato un periodo di godimento nello stesso sistema di non piu di 10 anni, (previsione pensione giovani a 71-72 anni).
    Con tutto il rispetto, forse a riscrivere il sistema pensionistico non dovrebbero essere i pensionati o chi la pensione ormai la ha “acquisita” …. ma quelli che dovrebbero mantenere lo stesso sistema.
    La Presidente Meloni: una grande delusione soprattutto per le promesse al movimento di OD (fotografata con i presidi) e per il quale prima di essere eletta ne vantava la soluzione sui media nazionali volendo trasformare in opzione tutti! Appunto ..anche se contributiva …Opzione.

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    • E via a “bastonarsi tra pensionati” quando poi una cosa sono i sogni un’altra è la realtà e le immagini che ne ricavo sono più o meno queste.
      Quella di “15 proposte” sparse sul tappeto di un prato che ci si augurerebbe sia stato ben seminato, curato, alla stregua di un campo di golf nei dintorni della buca.
      “15 proposte” variegate, variopinte come lo sono quei fiorellini che vedi crescere distribuiti tra i fili d’erba all’arrivo della primavera in compagnia di qualche erbaccia indesiderata.
      La realtà poi è quella contenuta nel ricordo vicino nel tempo risalente al periodo del Covid quando, come molti, cercavo mascherine.
      Nonostante non sia mia abitudine fare acquisti on-line, le avevo trovate solo su internet; provenienza Cina.
      Arrivarono, circa, tre mesi dopo; un tempo nel quale saresti potuto venire a mancare almeno 3 volte.
      La morale è questa: ci hanno illuso per anni facendoci credere che saremmo stati tutti più ricchi, liberi e felici con prezzi contenuti grazie allo “sconto cinese”.
      Questo mentre si trattava solo di un’illusione perché la realtà era quella della delocalizzazione della perdita di posti di lavoro; non sapevamo più realizzare manco mascherine.
      Ma il conto arriva sempre, come in fatto di pensioni quando non pochi si accorgono di possedere pochi o insignificanti nel loro valore contributi.
      Ci accorgiamo o acorgeremo che: pensioni, sanità o le “15proposte“ hanno sempre un giardiniere che col suo “trattorino falciatore”, le rasa tutte alla identica altezza

      Rispondi
      • bastoniamo quindi i lavoratori … bastoniamo tutti quelli che solo per questione anagrafica o disavventure di continuità contributiva (magari territoriale) vengono dopo all’infinito finche il giochino regge, il lavoro fatto da un pensionato vale di piu del lavoro di chi oggi lo fa?
        ..e dove sta scritto? non e’ questione di bastonarsi fra categorie… diritti e doveri non dovrebbero essere uguali per tutti?
        L’equilibrio di un sistema non puo essere la perenne penalizzazione di una parte di esso. Il procrastinare il reale problema non lo risolve: pensioni minime innalzate per tutti ma da una certa soglia contributivo per tutti.
        Per il resto ci dovra pensare l’assistenza non le pensioni.

        Rispondi
    • Sig. Carlo, lei evidenzia la presenza di diverse lacune sociali nel nostro sistema sociale (oggi, come ieri).

      Distorsioni (reddito da pensione più elevato di un reddito da lavoro); squilibri (tra quanto versato e quanto percepito); incoerenza (tra quanto promesso e quanto realizzato).

      Se fosse stato possibile colmare tali lacune con i mezzi disponibili sarebbe stato già fatto. Occorre migliorare la società colmando le lacune proponendo nuove idee, percorrendo nuove strade, utilizzando nuovi mezzi.

      Concordo con lei, sig. Carlo, che “a riscrivere il sistema pensionistico non dovrebbero essere i pensionati o chi la pensione ormai la ha “acquisita” …. ma quelli che dovrebbero mantenere lo stesso sistema”.

      Costoro dovrebbe sviluppare anche una “visione” che consenta loro di riscrivere il sistema pensionistico in linea con i tempi e le esigenze della società.

      Ecco, l’obiettivo di questa Proposta di Riforma Previdenziale è di trasferire una “visione” a chi poi dovrà riscrivere il sistema pensionistico.

      Questa che lei legge, sig. Carlo, è una “Proposta”, non è “LA” Riforma. È una Proposta da inviare ai Sindacati, al Governo, alle istituzioni. Insomma, a chi ha il compito istituzionale di “riscrivere il sistema pensionistico”.

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  13. Chi pagherà la tassa sui robot? Purtroppo in un mondo globalizzato, questa proposta non deve penalizzare le aziende.Ci si dimentica che il made in Italy, tiene in piedi il paese.Se non c’è lavoro, non si può parlare nemmeno di robot da tassare.Se gli altri paesi europei vanno in un altra direzione( vedi Francia l’anno scorso) è utopico pensare che noi da soli possiamo andare al contrario sull’età pensionabile.Fate questa proposta a Confindustria, vedremo la loro reazione, alla fine sono gli imprenditori che danno il lavoro al paese.

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    • Sig. Nicola, apprezzo le sue considerazioni e le ritengo corrette.
      Comunque pensi anche che siamo agli albori di una nuova era tecnologica che rischia di stravolgere le ‘regole’ e gli equilibri sui quali si fonda la nostra società. La nuova era della robotizzazione avanzata e intelligenza artificiale rischia seriamente di far saltare gli equilibri economici non solo tra industriali e lavoratori, ma anche quelli socio-politici.

      Quindi credo che tutti dovranno fare la loro parte e se necessario rinunciare ad una piccola parte dei profitti per ridistribuirli a chi verrà penalizzato; soprattutto le parti più deboli che sono i lavoratori ed i pensionati.

      Anche Confindustria avrà tutto l’interesse per mantenere uno ‘stato sociale’ tranquillo per poter continuare a fare giustamente i loro profitti.

      L’alternativa è che si arrivi ad un punto di insostenibilità del modello sociale e che, come già accennato da qualche lettore in questo sito, si rischi veramente una sommossa popolare.

      Concordo con lei che non sarà un problema esclusivo del Paese Italia, ma andrebbe affrontato ed armonizzato quantomeno a livello europeo; ma qualcuno dovrà pur cominciare a sollevare ed affrontare il problema.

      Se ci fosse anche una sola probabilità di poterne almeno discutere con chi dovrà decidere del nostro futuro, penso che ne varrebbe la pena.

      Se non altro avremo almeno la soddisfazione di poter dire: “te l’avevo detto io che…..”

      Ringrazio alla redazione del sito per consentirci questo dibattito.

      Rispondi
      • Grazie a voi, a lei a Perfetto ed Armiliato per l’incredibile lavoro svolto, dal momento che per me é difficile vedere in tempo reale i commenti e taluni passano in moderazione in automatico, mentre altri, magari le vostre risposte articolate restano in standby per ore, vi chiederei, se fosse necessario, di segnalarmi eventuali risposte ugenti rimaste pending o chi mai risultasse poco rispettoso al fine di bannarlo. Perché ricordo che noi accogliamo il pensiwro di tutti ed il sito serve per alimenate il dibattito, ma in nessun modo verranno tollerati toni provocatori dopo che alcune persone hanno lavorato per quasi 1 mese ad un documento, visto che l’ho letto tutto, di grande spessore supportato da dati e fonti asssolutamente pregevoli. Dunque anche chi non condividesse può esprimere perplessità e disapprovazipone ma sempre e solo con totale rispetto per il lavoro degli altri. Grazie della collaborazione.. Erica

        Rispondi
    • Sig. Nicola, lei suggerisce testualmente: “Fate questa proposta a Confindustria, vedremo la loro reazione, alla fine sono gli imprenditori che danno il lavoro al paese”.

      Mi permetta di riportare un mio commento su Pensionipertutti nell’articolo a firma di Erica Venditti “Pensioni anticipate 2020, Quota 100 e la misura ‘gemella’ che durerà fino al 2026” pubblicato il 10 luglio 2020. Il mio commento è il seguente:

      “Quando Confindustria capirà che i robot non consumano (eccetto s’intende l’energia) e quindi non avrà consumatori a cui vendere i propri prodotti; quando i sindacati capiranno che i robot non protestano e quindi non avranno iscritti con cui riempire le piazze; quando il governo capirà che i robot non pagano le tasse e quindi avrà meno contribuenti con cui riempire le casse dell’erario; insomma, quando si capirà che con una popolazione anziana che consuma poco, con lavoratori sessantenni sempre più fuori mercato, con giovani sempre più a casa (ma dei genitori), allora, dinanzi alla catastrofe occupazionale e produttiva, Confindustria, sindacati e governo verranno messi davvero alle strette (per adesso non lo sono, bisognerà aspettare il 2021) e capiranno che la prima cosa da fare sarà quella di mandare in pensione i sessantenni (ma, forse forse, anche i cinquantacinquenni)”.

      (https://www.pensionipertutti.it/pensioni-anticipate-2020-quota-100-e-la-misura-gemella-che-durera-fino-al-2026/#comment-26834)

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    • caro Nicola, chi pagherà la tassa sui robot? invertiamo la domanda: l’imprenditore ha in azienda 10 persone: ad un certo punto decide di acquistare un macchinario che gli fa risparmiare 5 posti di lavoro per cui a quel punto decide di licenziare 5 persone; i lavoratori protestano e lui dice: è la crisi, ho poco lavoro; perchè non dovrebbe pagare una tassa elevata sul macchinario? questo è il discorso caro Nicola; saluti a te e ai gestori del sito

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  14. La trovo semplicemente geniale! Merita sicuramente di sedersi attorno ad un tavolo di concerto con le OOSS e il governo per farne uscire una vera Riforma Strutturale e Flessibile.

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  15. Buonasera.
    Lungi da me essere irrispettoso con chiunque ma, di primo acchito, rifacendomi al solo”programma”, mi parerebbe lo Zibaldone di pensieri profusi conditi, talvolta, dall’immancabile propaganda politica nell’eterno scontro tra chi governa e chi fa opposizione.
    Il ritrovare nomi attuali o di ex che vedo girare infruttuosamente da almeno tre anni di partecipazione alla lettura del sito.
    Tutto questo sembra quasi tralasciare che, sullo sfondo del discorso pensioni, ci stanno 40 anni di gioie e profitti per alcuni, di fatica e sempre più spesso di disoccupazione per altri.
    Mi riferisco a come ha agito il libero mercato e la globalizzazione; alla corsa al ribasso dei salari perché così lo imponevano: la competizione, le privatizzazioni e anni di austerity.
    Risucchiare industrie ed occupazione dove la manifattura, ma non solo, prima erano di casa.
    Ci sarà pure una ragione sul perché alla fine è esploso il nazionalismo ma anche il riporre qualche speranza nelle promesse di chi, arrivato poi al potere, non è riuscito a mantenerle.
    Ora, di concreto, ciò che non vedo nell’articolo è la necessità di agire in qualche modo sulla globalizzazione (on-shoring al posto di off-shoring), su parte di quel progresso tecnologico impostoci da scelte che danneggiavano altri ma non se stessi.
    Un progresso tecnologico che, quantunque risultato dell’intelligenza umana, quando non accompagnato da scelte politiche oculate ha convogliato i lauti guadagni nelle tasche di pochi a scapito di altri, tra cui la: “fu” classe media.

    Pertanto, su quanto esposto, confermata la stima nel dottor Perfetto e nella sua idea che sia giunto il tempo nel quale: automi, il software di cui sono impregnati e l’intelligenza artificiale che, non di rado, sono fiscalmente incentivati o deducibili, siano da annoverare tra i possibili nuovi contributori di oneri sociali e previdenziali.
    Di agire in qualche modo sulla moneta.
    E, per chi si considera invece difensore del mondo del lavoro, dei suoi addetti; ho trovato una citazione che leggo essere posta alla base del monumento dedicato a: Samuel Gompers (fondatore e leader sindacale americano dell’inizio del secolo trascorso).

    “Che cosa vogliono i lavoratori?
    Noi vogliamo più scuole e meno prigioni,
    più libri e meno armi,
    più insegnamento e meno vizi,
    più tempo libero e meno avidità, più giustizia e meno vendetta.
    Vogliamo più opportunità per coltivare la nostra natura migliore,”

    Oggi …“In una società senza giustizia sociale e con un’ideologia del libero mercato, le armi, l’avidità e le prigioni sono destinati a vincere” – da: Lo scienziato Ribelle di F.Dyson – 2006 ed. Longanesi.

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  16. Giorgio, la sua citazione del Tommasi di Lampedusa non è completamente fuori luogo, anzi: “tutto cambi perchè nulla cambi” mi sembra appropriata.

    Se si vuole realmente ‘cambiare tutto’ bisogna pensare fuori dagli schemi e proporre un qualcosa di rivoluzionario, profondamente innovatore.

    Sarebbe anche importante che alla fine ‘nulla cambi’: ovverosia continuare a prendere una pensione sicura e dignitosa con hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni. Tutto sommato mi sembra che negli ultimi anni le cose siano cambiate…. ma in peggio! Cosa abbiamo più da difendere?

    D’altronde, per rimanere in tema, anche quei ‘pazzi’ garibaldini quando sbarcarono a Marsala, credevano nel cambiamento e alla fine della loro coraggiosa spedizione, si è fatta l’Unità d’Italia.
    grazie, saluti

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  17. Grazie infinite alle tre menti che hanno elaborato questo progetto, che sembra altamente sensato e in linea con i tempi, per quanto riguarda i robot. Grazie a questo prezioso portale, che ci dà speranze. Proviamoci, il fatto che si parli di riforma strutturale è un ottimo inizio per iniziare una discussione seria tra le parti sociali.

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  18. Tutto molto bello. Sappiamo però con certezza che i farabutti al governo per mantenere il loro culo al caldo continueranno ad obbedire ai loro padroni e non faranno nulla se non peggiorare l’esistente. Continuo a maledirli nella speranza che spariscano al più presto!

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    • Sig. Marco, con nuove idee c’è almeno la probabilità che si arrivi ad una nuova Riforma Previdenziale flessibile e strutturale. Ma non si sa quando.
      Senza nuove idee c’è la certezza che non si arriverà ad una nuova Riforma Previdenziale flessibile e strutturale. E si sa quando: mai.
      Mi fa piacere che la Proposta la faccia ridere.
      Ricordo che un clown del circo una volta disse: “Mi piace far ridere la gente. Perché quando la gente ride, non può essere triste”.

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      • Sig.Perfetto buongiorno.Io rido per non piangere.E Le garantisco che sto veramente piangendo.Comunque bene alle varie proposte anche se considero la propostaTridico ancora la più appropriata per gli over 63/64 anni.Buona sera.Marco

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        • Sig. Marco, la proposta Tridico va bene, ok.
          Ma rimane pur sempre la proposta da “ultima spiaggia”, quella che a Bergamo sintetizzano con la frase “Piötost de negót, l’è mej piötost!” (“Piuttosto di niente, meglio piuttosto!”).
          Tridico ha elaborato la proposta sulla base di determinati vincoli finanziari.
          La Proposta di Riforma Previdenziale qui descritta, si libera dei vincoli finanziari cui va soggetta la proposta Tridico, e quindi può aspirare al raggiungimento di obiettivi più elevati e più dignitosi.
          La proposta Tridico, peraltro, non è una Riforma. In essa sono ancora presenti i punti di debolezza relativi alla denatalità e all’invecchiamento della popolazione. Nella proposta Tridico sono ancora presenti i punti sui quali insisterebbero le Istituzioni europee per demolire la proposta Tridico.
          La Proposta di Riforma Previdenziale qui descritta ingloba la Proposta di Damiano-Baretta-Gnecchi, la Proposta di Rizzetto, la Proposta di Durigon, la Proposta di Serracchiani, la Proposta di Tridico, la proposta di CODS, la Proposta di UTP, e le MIGLIORA TUTTE. Ma cosa si vuole di più?
          A questo punto, sig. Marco, sa qual è il vero problema? Sa qual è il vero rischio della mancata attuazione di questa Proposta di Riforma Previdenziale?
          Il vero rischio che io vedo non è nel Governo, ma nei lavoratori stessi.
          Sì, perché i lavoratori hanno già accettato a rassegnarsi alla pensione interamente contributiva, alla pensione con penalizzazioni, alla Opzione Donna che umilia, offende e degrada la Donna al punto da farle accettare anche le briciole che cadono dal tavolo del Governo (proprio come quella donna cananea che disse “Sì, o Signore, ma anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla mensa dei loro padroni” (Vangelo secondo Matteo, capitolo 15 versetto 27)).
          Ecco, sig. Marco, che veniamo al dunque.
          Se il Governo dovesse domandarmi: “Sig. Perfetto, il popolo ha già accettato quello che loro offriamo. Perché mai dovremmo offrire loro di più?”
          Ed io averi una sola risposta da dare al Governo: “date al popolo ciò che al popolo avete offerto”.
          E lei sig. Marco potrebbe rispondermi: “ma noi faremo come hanno fatto i francesi”.
          Lei, sig. Marco, lei e tutte le persone che come lei sono disposte ad accettare decurtazioni, penalizzazioni, iniquità, ingiustizie, umiliazioni, disonori, lei e tutti gli altri avreste davvero il coraggio e la forza di “fare come hanno fatto o fanno i francesi”?
          A questo punto, sig. Marco, sono io a ridere al posto suo.

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      • Non si preoccupi di chi ride….la disperazione e la rassegnazione si possono vincere solo con nuove idee e qui mi sembra ci siano a 360 gradi….complimenti e speriamo che qualcuno si faccia carico di questa proposta

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      • Caro Claudio credo che ci servirebbero parecchi clown per essere meno tristi in questo mondo, farei volentieri parte anch’io del vostro gruppo. Ad avercene persone che fanno ridere come voi con le vostre competenze!

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    • Vuole fare ridere anche me Marco? Ad esempio preparandomi un elaborato di tale spessore da proporre al Governo? Grazie per la sua collaborazione, almemo avremo modo di proporrela sua versione e di ridere meno. Erica

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  19. Ok ma è indispensabile che valga il cumulo di tutte le casse e non si tocchi il minimo dei 20 anni. I 62 anni con 35 è discriminatorio. Ognuno vada quando vuole a partire dai 62 con eque penalizzazioni. Lo dice un quasi 66enne che deve aspettare i 67.

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  20. Intanto un ringraziamento agli autori della proposta, hanno speso il loro tempo per cercare soluzioni fattibili da proporre a chi di dovere.
    Nel merito sono d’accordo su quanto loro propongono, bisogna dare soluzioni di questo tipo a chi deve decidere, altrimenti non cambierà mai nulla, bravi!

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  21. veramente molto interessante; arriverà a chi di dovere? sicuramente; ne uscirà qualcosa di buono? speriamo in bene; saluti ai gestori del sito

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  22. Ho esaminato i punti della contro riforma che andrebbe a sostituire la L. Forner con la sua rigidità. Purtroppo è fatta molto bene ed è argomentata in modo esatto e puntuale per questo motivo non sarà presa in considerazione dai nostri Politici e Sindacati. Però bisogna far in modo che raggiunga le alte sfere….non si sA mai in un loro ravvedimento sulla via di Damasco. Proviamoci…

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    • Vede, sig. Stefano, tutte le Riforme sono buone, perché sono figlie del loro tempo. E ad una Riforma ne succede un’altra, per adeguare le leggi al nuovo assetto della società.
      La Riforma Fornero è figlia di un tempo passato, quando i robot e l’intelligenza artificiale non erano così popolari come lo sono oggi. La Riforma Fornero non è figlia di questo tempo, e pertanto “NON VA” superata. La Riforma Fornero “È” superata.
      Se la Riforma Fornero è superata, quale Riforma potrà prendere il suo posto? Parliamo di “Riforma”, non di “accrocchi”, di leggine della durata di appena un anno.
      La Proposta di Riforma Previdenziale, come viene precisato dalla Dott.ssa Venditti nell’articolo, è appunto una “Proposta” di Riforma, un invito a Governo e Sindacati a sedersi attorno ad un Tavolo e ad esaminare una idea che affonda le sue radici in Atti parlamentari rivisti alla luce di quel rischio che il Presidente Meloni, durante la sua recente visita a Tokio, ha evocato in merito alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale: “Siamo di fronte alla reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente rimpiazzate da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri” (Lorenzo De Cicco su Repubblica del 7 febbraio 2024).
      E se anche i lavoratori altamente qualificati (e non solo quelli meno qualificati) verranno rimpiazzati, chi pagherà le nostre pensioni?

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      • Dott.Perfetto condivido pienamente quanto da lei affermato, quindi spingete per essere sentiti dal Governo almeno per avere una possibilità di riuscita.
        In bocca al lupo e incrociamo le dita.

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      • Grazie di cuore.
        Ps pensavo divertita che se l intelligenza artificiale sostituisse questi individui che sono al governo staremmo benissimo.

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    • Stefano, se, come mi sembra, le argomentazioni sono giuste ed ineccepibili, sarà difficile che i politici non le tengano in considerazione, pena la loro stessa pubblica reputazione.

      Se un robot produce come e forse più di un lavoratore, perchè non si dovrebbe prendere una parte di quei profitti per sostenere i lavoratori ai quali ha portato via il posto di lavoro?

      L’importante è che la proposta di riforma contenga le linee guida perchè sia sostenibile anche dal punto di vista economico.

      Vorrei concludere con le tue parole: proviamoci…

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      • Cert, ma soluzioni che prevedono 15 punti con opzioni, anticipi, differenze uomini/donne, occupati/disoccupati, contributivo, misto….. sarà dura da far passare

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        • Quando si saprà da dove prendere i soldi necessari per coprire i 15 punti (non evocando evasione fiscale, separazione tra previdenza e assistenza, pensioni d’oro, pensioni dei parlamentari, spese militari), sarà facile da far passare.

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    • E chi ha a 62 anni 42 o più anni di contribuzione vuoi pure penalizzarli? Un limite massimo di contributi ci deve essere e 41 è un numero corretto come correttamente è presente nella proposta.

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  23. Mi sembra una proposta gattopardesca: cambiare tutto affinché non cambi nulla. Questi invece vogliono realmente cambiare tutto sulla pelle di tutti. Un giorno si capirà che le risorse vanno pescate laddove ce ne sono in abbondanza. Occorrerebbe dunque una nuova rivoluzione francese

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    • Sig. Giorgio, lei ha ragione: plus ça change, plus c’est la même chose (più le cose cambiano, più restano le stesse). Più i Governi cambiano, più la Riforma Fornero resta la stessa.
      Le risorse possono anche essere pescate altrove, ma il pescaggio deve essere continuo, strutturale, e questo può essere garantito solo se in futuro ci saranno giovani lavoratori ad alimentare le pensioni. E i giovani lavoratori ci saranno in futuro se ci saranno le nascite o se ci saranno i robot. È su questo chiodo che occorre battere.
      Infine, non serve una nuova rivoluzione francese. Abbiamo già la rivoluzione tecnologica di robot e AI che risolve il problema pensioni.

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