Pensioni 2024: Quota 41, Quota 103, OD: risolverebbero la denatalità? Parla Perfetto
Un paio di giorni fa sulla correlazione pensione anticipata e denatalità abbiamo pubblicato un commento del Sign. Rino che riprendeva un’osservazione di Bankitalia, si é sollevato un bel confronto sul portale. All’interno del quale, e per questo lo ringraziamo, é intervenuto anche il nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto. Vi riportiamo dunque le sue considerazoni, che sono sempre degne di nota per i contenuti. Il Sign Rino scriveva: “Quanto sostenuto da Bankitalia sbugiarda clamorosamente la Fornero e quanti sostengono che a causa della bassa natalità occorre innalzare l’età della pensione. E’ vero esattamente il contrario: per incentivare le nascite occorre abbassare l’età della pensione. Leggete quanto sostiene Bankitalia è veramente interessante” così il Dott. Perfetto:
Riforma pensioni: età pensione e mancanza di natalità, quale nesso?
Così Perfetto: “Signor Rino
1. l’aumento dell’età della pensione è dovuto alla mancanza di natalità;
2. la mancanza di natalità è dovuta all’aumento dell’età della pensione.
Questo accade in una economia stagnante, cioè che cresce poco, dell’ordine dello zerovirgola per cento (condizione in cui si trova l’Italia da parecchi anni, oramai).
Si tratta di una “causalità circolare” nella quale la causa genera l’effetto e l’effetto retroagisce sulla causa. Detto in termini popolari, è “il cane che si morde la coda”.
In pratica, nella causalità circolare, dopo un po’ di tempo, non è più chiaro qual è la causa e qual è l’effetto.
Perciò, hanno ragione sia coloro che affermano che “l’aumento dell’età della pensione è dovuto alla mancanza di natalità”, e sia coloro che affermano che “l’aumento della mancanza di natalità è dovuto all’aumento dell’età della pensione”.
La causalità circolare di cui stiamo parlando, in un’economia con bassi tassi di crescita economica, rappresenta un circolo vizioso: quanto più si allunga l’età pensionabile, tanto meno nuovi lavoratori ci saranno, e quindi tanto meno bambini nasceranno, per cui sempre meno lavoratori ci saranno e di conseguenza sempre più a lungo i lavoratori anziani rimarranno al lavoro.
Per invertire la causalità circolare da “circolo vizioso” a “circolo virtuoso” occorre fare esattamente l’opposto di quanto si sta facendo oggi.
Quindi cosa occorre fare si staranno chiedendo i più? Perfetto prosegue:
Pensioni 2023, suggerimenti al Governo per la prossima Riforma
“Occorre, in altre parole, abbassare l’età pensionabile in modo che i lavoratori anziani possano lasciare il posto di lavoro a nuovi lavoratori (teniamo presente che facciamo l’ipotesi di economia stagnante, per cui un nuovo lavoratore potrà lavorare solo se un altro lavoratore lascia il proprio posto di lavoro). I nuovi giovani lavoratori che subentreranno ai lavoratori anziani potranno formarsi una famiglia e allevare bambini, invertendo quindi il tasso di denatalità, per cui in futuro ci potranno essere più lavoratori che potranno pagare le pensioni correnti.
Il vero problema quindi è come invertire la causalità circolare “mancanza di natalità-aumento età pensionabile e aumento età pensionabile-mancanza di natalità”.
La causalità circolare andrebbe invertita in questo modo: “diminuzione età pensionabile-aumento di natalità e aumento di natalità-diminuzione età pensionabile”.
Il Governo ci prova adottando misure orientate alla famiglia. Ma, a mio avviso, il Governo punta nella direzione sbagliata.
Infatti, la questione non è far nascere bambini nelle famiglie che già esistono, ma fare in modo che “nascano” più famiglie in modo che si abbiano più nuovi nati (in Italia, per cultura, i bambini nascono ancora all’interno di una famiglia piuttosto che fuori dalla famiglia). Ma per far “nascere” più famiglie occorre garantire lavoro ai giovani.
Per garantire lavoro ai giovani, occorre lasciare andare in pensione i lavoratori anziani“
Mi trovo sempre molto in linea con il pensiero del Dott. Perfetto quando si tratta di questioni previdenziali e di circoli viziosi che andrebbero sospesi, anche perché lo stesso Albert Einstein diceva:
” Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.
Non resta che sperare che il Governo Meloni opti per cambiare le cose, facendole diversamente, esattamente come suggerito dal Dott. Perfetto che ringraziamo per aver dedicato del tempo al nostro portale. Voi, dal canto vostro, condividete le sue parole e nello specifico questa considerazione:
“Ma per far “nascere” più famiglie occorre garantire lavoro ai giovani. Per garantire lavoro ai giovani, occorre lasciare andare in pensione i lavoratori anziani“
Fatecelo sapere nella sezione ‘commenti’ del sito.
Pensionipertutti.it grazie alla sua informazione seria e puntuale è stato selezionato dal servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.
Parlare solo ed esclusivamente di pensioni ,come ognuno di noi in base alle ns situazioni vorrebbe che fossero liquidate serve a ben poco ,il problema è molto serio perchè è inesorabilmente collegato a numerose altre criticità presenti nel ns sistema Paese e che giacciono irrisolte da decenni ,se guardiamo solo a questo problema la risposta è scontata non ci sono Soldi tuttoquà
ITALIA con enorme debito pubblico!! Certo, ma dove vogliono trovano denaro…. Vitalizi… guerra… già pensano a ricostruire Ucraina… inviare denaro ad Odessa… Per cosa abbiamo versato i contributi previdenziali? Per avere la pensione o per inviare droni in Ucraina? Governanti ricordatevi gli accordi sottoscritti coi lavoratori. Saluti. Delfina
Quota 41 è sostenibile e giusta: è da fare subito.
Quota 41 per tutti senza limiti di età e penalizzazioni. È estremamente ingiusta la legge 41 con 62 anni di età, perché io l’anno prossimo avrò 41 anni di servizio ma non 62 ed è giusto che anch’io vada in pensione senza le stramaledette penalizzazioni di cui si parla ingiustamente. La Meloni ci pensi: i politici arrivano a 41 di servizio?????E quanto prendono di pensione??? Non ci facciano arrabbiare. Si mettessero una mano sulla coscienza.
Quota 41 per tutti senza limiti di età e penalizzazioni. È estremamente ingiusta la legge 41 con 62 anni di età, perché io l’anno prossimo avrò 41 anni di servizio ma non 62 ed è giusto che anch’io vada in pensione senza le stramaledette penalizzazioni di cui si parla ingiustamente. Non ci facciano arrabbiare. Si mettessero una mano sulla coscienza.
Quota 41 per tutti senza limiti di età e penalizzazioni. È estremamente ingiusta la legge 41 con 62 anni di età, perché io l’anno prossimo avrò 41 anni di servizio ma non 62 ed è giusto che anch’io vada in pensione senza le stramaledette penalizzazioni di cui si parla ingiustamente. Non ci facciano arrabbiare. Si mettessero una mano sulla coscienza.
Continuano ad allungare gli anni e continuano a prenderci in giro ci porteranno ad un punto dove nn riusciamo nemmeno a goderci la pensione che sicuramente x come stanno parlando sarà da fame. I giovani nn trovano lavoro, fanno dei contratti assurdi. Farei provare a loro lavorare in posti dove ti spacchi x 8/9 ore al giorno.
Ho 55 anni e sono operaio edile e andro’ in pensione fra 6 anni (spero). Dot. Perfetto la stimo ma la considero fuori dal mondo quando parla di ricambio generazionale x permettere il formarsi di nuove famiglie. Quando andro’ in pensione io nessun giovane prendera’ il mio posto perche’ anche se e’ libero col cavolo che lo vogliono fare. E così x tanti altri lavori di fatica e manuali. I giovani vogliono fare lavori da coglioni quali sono (colpa dei genitori) con il piffero che ti vanno in fabbrica. E sto parlando non solo di giovani italiani…Quindi Dot. Perfetto di che caspita di ricambio parla,non siamo tutti colletti bianchi e fancazzisti e ripeto: i giovani NON vogliono piu’ fare certi lavori scordatevi il ricambio. Saluti
Sig. Roberto lei ha ampiamente ragione. Ma davvero tanta, tanta ragione. Lei con me sfonda una porta aperta (quindi, la prego, stia attento a non perdere l’equilibrio).
In un certo senso, è vero, lo riconosco: io sono “fuori” dal mondo. Ed è proprio perché sono fuori dal mondo che riesco a guardarlo in maniera globale, a 360 gradi, e non settorialmente, a pezzetti (proprio come un cosmonauta dalla sua navicella spaziale osserva la Terra nella sua globalità e non suddivisa in continenti, nazioni, regioni, città, quartieri).
Vedo lavoro e pensioni tra loro collegati. Vedo economia e società tra loro connesse. Vedo lavoro umano e lavoro robotico tra loro in cooperazione. Vedo tutti questi collegamenti, connessioni, cooperazioni, orchestrati e armonizzati tra loro.
I giovani non faranno gli operai edili. Operai edili saranno robot capaci di scalare le impalcature quasi a passi di danza.
I giovani non faranno i postini. A questo ci penseranno i postini-robot (qualcuno di questi è in via di sperimentazione proprio qui a Milano dove vivo).
I giovani non faranno gli infermieri. A fare gli infermieri ci penseranno i robot (lei, sig. Roberto, li avrà certamente notati in televisione ai tempi della pandemia).
I giovani non faranno i giornalisti, o presentatori televisivi. A fare i giornalisti e i presentatori televisivi ci penseranno l’Intelligenza Artificiale e i robot androidi dotati di intelligenza artificiale.
I giovani si occuperanno di sviluppare i servizi digitali, di ingegneria robotica, di etica robotica, di sicurezza cibernetica, di tutto quanto attiene l’economia digitale. Il problema di oggi è proprio il gestire il passaggio della società attuale verso la società digitale. Il primo impatto veramente significativo, che potremo noi tutti toccare con mano, sarà l’avvento dell’euro digitale.
La nascita dell’euro digitale (che si prevede verso la fine del 2023) sarà l’anno di nascita della vera economia digitale.
Quando lei andrà in pensione, sig. Roberto, è molto probabile che nessuno prenderà il suo posto, perché magari i palazzi saranno costruiti con la “stampa 3d” e quindi ci sarà molto meno bisogno di manodopera umana.
Quando io parlo di “ricambio generazionale” intendo qualcosa di piuttosto esteso. Intendo non solo “sostituzione di lavoratori anziani con lavoratori giovani”, ma anche (e soprattutto) “sostituzione di ‘vecchi’ lavori con ‘nuovi’ lavori’”.
E qui entra in gioco un altro binomio, Società-Istruzione, che io (stando fuori dal mondo, come lei, sig. Roberto, giustamente osserva) osservo e sto realizzando come Progetto da presentare alle Università italiane (di tale Progetto ho già messo al corrente il Prof. Giuseppe Valditara, Ministro del Merito e dell’Istruzione, inviandogli una mail in data 6 luglio 2023 dal titolo “ECONOMIA INFORMATICA – PROPOSTA per un nuovo Insegnamento universitario”).
Il mio Progetto riguarda l’inserimento nelle Università italiane (Dipartimenti di Economia e di Informatica) di una nuova disciplina alla quale ho dato il nome di “Istituzioni di Economia Informatica con esercitazioni di laboratorio”: tale Insegnamento ha la finalità di formare nuove leve di giovani da inserire nel mondo del lavoro fatto di Economia Digitale e di Società Digitale.
Ritengo (e ne sono arciconvinto) che la nuova disciplina Economia Informatica incuriosirà e attirerà molti studenti e giovani che si staccheranno dal loro comodo e rassicurante divano familiare pronti a diventare finalmente adulti.
Analfabetismo funzionale: indica l’incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura scrittura e calcolo si traduce in pratica nell’incapacità di comprendere valutare e usare le informazioni riscontrabili nella società. Dopo questo esempio giusto per rendere l’idea per quale motivo una persona dovrebbe ripetere la stessa frase lo stesso concetto più di una volta a distanza di poco tempo nonostante alla prima considerazione abbia ricevuto una risposta? Sembra un disco rotto si fissa su quel pensiero per provare a cercare una risposta che la illumini. Dai tempi di Adamo ed Eva l’essere umano non ha dimostrato (in termini di percentuale) molta considerazione verso i suoi simili quindi perchè stupirsi della deforestazione Amazzonica dell’inquinamento di cui nessuno si occupa se non a parole del probabile innalzamento dell’età pensionabile che avverrà nel corso degli anni? Ci sarebbe ancora molto da dire ma qui mi fermo sperando che queste “poche righe” vengano pubblicate. Lorenzo De Medici diceva: Del doman non vè certezza.
Meraviglioso. Ora resta da capire come rendere accessibili ruoli di governo a soli alfabetizzati funzionali. Vista la chiarezza del tuo post azzardo la domanda. Comunque grazie, ogni idea chiara e razionale è un ostacolo importante alla deriva analfabetica e un beneficio per tutti.
Ammetto di essere un “analfabeta funzionale” perché non ho ben capito cosa ha scritto. Qui tutti sono arrabbiati perché ripetono “come un disco rotto” che vogliono una riforma delle pensioni giusta. Un po’ come i francesi che continuavano a ripetere nel 1789 che volevano il pane per mangiare. Dal momento che fare una riforma su base facoltativa, che accontenti tutti e che costi poco è semplice, la gente è ancora più incazzata.
Buongiorno Guidobis vuole sapere quanto viene a costare agli Italiani la guerra Russia Ucraina? Lo scorso giugno un post di Massimiliano Di Pace ha stimato che il costo di questo stillicidio si attesta intorno al miliardo di euro. Ora si chieda il perché fare una riforma pensionistica seria e che possa essere duratura diventa sempre più complicato tenga altresì presente che questo paese ha una popolazione che si attesta intorno ai 55 milioni di abitanti di cui solo 22 milioni di occupati tra precari e non a fronte di quasi 18 milioni di pensionati aggiunga a tutto ciò i costi di Palazzo Chigi del Quirinale dei sussidi e dei servizi pubblici e le risposte non sono poi così difficili da trovare dopodiché libero arbitrio di pensarla democraticamente in maniera diversa da quella del sottoscritto.
È proprio pensarla in maniera diversa che fa funzionare la democrazia. Purtroppo siamo davvero nel 1789. Prima c’era il Re e adesso c’è un gruppo di banchieri che dettano l’agenda. Noi contiamo zero.
luigi, forse sono un “analfabeta funzionale”, ma non ho capito il significato del tuo post (commento). Posso solo dirti che dopo 40 anni di lavoro e di contributi versati, ho il sacrosanto diritto di andare in pensione. Non tutti campano 100 anni in piena salute, quindi, sarebbe “umano” godersi gli ultimi sgoccioli di vita, senza “timbrare il cartellino”… proprio perchè come da te citato, Lorenzo De Medici diceva: “del doman non v’è certezza”…. (non campiamo tutti 100 anni)
Quindi?
Questo governo sta appalesando un accanimento nei confronti dei poveri è una sostanziale impunità per gli evasori e la mafia. Einstein diceva e se si vuole un miglioramento bisogna cambiare le cose. Finché un povero andrà in galera per niente e la Santanchè resta ministro non cambierà mai nulla.
L’analisi è perfetta , lo capisce anche un bambino .
Dott. Perfetto, condivido pienamente quanto detto da lei ma, se mi permette, io però aggiungerei qualcos’altro, per esempio, altro problema correlato è quello del favorire il lavoro precario e la mancanza di politiche per il lavoro, ciò non dà di sicuro una prospettiva alle giovani generazioni. Le risorse andrebbero utilizzate per questo, anzicchè tappare i buchi agli evasori fiscali con i condoni, (vedasi legge Delega dell’attuale Governo); o sbaglio??
Grazie al Dott. Perfetto ed ai gestori del sito.
Vorrei chiarire il punto in cui affermo “Il Governo ci prova adottando misure orientate alla famiglia. Ma, a mio avviso, il Governo punta nella direzione sbagliata”.
Mi riferisco alla Proposta di Legge n. 1019 a prima firma di Tommaso Foti di Fratelli d’Italia presentata alla Camera dei Deputati in data 17 marzo 2023 con il titolo “Disposizioni per la promozione della natalità, il sostegno delle famiglie e del lavoro femminile e la sicurezza in ambito scolastico, nonché deleghe al Governo in materia di gratuità dei servizi educativi e delle scuole per l’infanzia e di revisione del trattamento tributario del reddito familiare”.
La PdL 1019 si compone di 16 Articoli, tra cui in particolare:
– Art. 1, Istituzione del reddito per l’infanzia: “Al fine di favorire la natalità e di sostenere la genitorialità, alle famiglie con un reddito familiare annuo fino a 90.000 euro è erogato un assegno per ciascun figlio fino al compimento del sesto anno di età, dell’importo di 400 euro per dodici mensilità”;
– Art. 2, Istituzione del reddito per la gioventù: “Alle famiglie di cui all’articolo 1, comma 1, su richiesta dei genitori o del genitore esercente la responsabilità genitoriale, è erogato un assegno per ciascun figlio di età compresa tra sette e venticinque anni, dell’importo di 250 euro per dodici mensilità”;
– Art. 11, Agevolazioni fiscali per le imprese che assumono neo mamme e giovani donne;
– Art. 12, Agevolazione fiscale per le imprese che istituiscono asili nido aziendali.
SI potrebbe dire che l’On. Foti e gli altri 11 firmatari della Proposta di Legge 1019, appartenendo tutti al Partito politico di Fratelli d’Italia, espongano la linea guida, la direzione verso la quale il Governo, in maggioranza costituito da Fratelli d’Italia, desidera puntare.
A mio avviso, dicevo, il Governo punta nella direzione sbagliata perché la PdL 1019 fa sostanzialmente riferimento a famiglie già formate (Art. 1 e Art. 2), mentre io ritengo che occorra puntare nella formazione di nuove famiglie.
Pare esserci un sommesso, flebile richiamo alla formazione di nuove famiglie nell’Art. 11 a proposito di assunzione di neo mamme e di giovani donne, nonché nell’Art. 12 a proposito della istituzione di asili nido aziendali. Ma è noto a tutti che le imprese (con qualche rarissima eccezione) non vedono di buon occhio le neo mamme e tanto meno pensano di costruire asili nido, anche se con agevolazioni fiscali (non siamo più nell’epoca di Adriano Olivetti).
La Proposta di Legge 1019 si propone di invertire il tasso di denatalità e di correggere lo squilibrio demografico. L’intenzione è certamente giusta. Ma la direzione è decisamente sbagliata.
Ha ragione, le imprese non vedono di buon occhio neomamme e nidi aziendali. Ma senza arrivare ad A. Olivetti ma solo fino a L. Del Vecchio, fondatore di Lux Ottica, troviamo che regalava vacanze studio ai figli dei dipendenti e i nidi aziendali ai più piccoli. Al link seguente l’elenco di questi e molti altri istituti che non piacciono in larga misura agli imprenditori nostrani. Credo comunque che tali istituti concorressero fortemente a fare di Del Vecchio il 2° uomo più ricco d’Italia e il 52° più ricco del mondo con una particolare attitudine a produrre ricchezza finanziaria e/o umana in quantità industriale. Ecco il link: http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/06/27/gli-operai-da-del-vecchio-un-welfare-innovativo_3a0aa246-5591-4afd-a977-3bca5843a819.html
Voglio il dott. Perfetto ministro del lavoro. Ci vogliono persone qualificate e capaci. Basta con i figuranti.
Sono d’accordo con quanto si dice…che il cane si morde la coda.. anche perché quest’anno farò 65 anni (OSS) sono stanca… I nipotini vorrebbero una nonna più presente.
Tutto è assolutamente corretto. Tuttavia, temo non vi sia modo di rompere il cerchio, se non attraverso un percorso più profondo, che dovrebbe necessariamente passare attraverso il generale ripensamento delle fondamenta stesse della nostra attuale cultura sociale. Cioè dei paradigmi che stanno alla base del nostro vivere e del modo stesso di pensare, un cambio che dovrà innanzitutto interessare le priorità e il modo di concepire le cose. Mi spiego meglio. La denatalità, così come la tutela del lavoro, come il poter ambire l’obiettivo di una pensione dignitosa ad un’età non inverosimile, sono tutte facce di un unico problema. Limitandoci al nostro Paese, l’evoluzione – o meglio, l’involuzione – era già percepibile sin dagli anni ottanta, ma progressivamente il solco si è allargato in maniera eclatante. Faccio un esempio. Circa trent’anni fa le banche, con l’unica eccezione se non ricordo male della Banca Commerciale e del Credito Italiano, che tuttavia erano riconducibili comunque all’Iri, erano istituti di credito di diritto pubblico, ovverossia erano in mano allo Stato, cioè al paese, quindi – sostanzialmente – facevano capo alla collettività, e in ultima analisi a noi. Un altro mondo. Progressivamente (dopo la legge Amato nel 1992) il quadro si è letteralmente sovvertito. Ora, che le banche (ma parlo delle banche – beninteso – solo a mo’ di esempio) siano oggi purtroppo ciò che sono è dato per scontato. E che in effetti il ns. Paese sia stato allineato ad un modo di “sentire” estremamente più liberista, più mercantile, e quindi purtroppo estremamente meno solidaristico, pure. Ecco. È esattamente questo che a mio avviso può far invertire la rotta: uno sforzo, purché collettivamente consapevole, per ritornare a mettere al centro i principi che leggiamo ancor’oggi nella nostra costituzione. Uno per uno. Principi di solidarietà, di prevalenza del sociale e degli interessi pubblici, in quanto collettivi, e quindi condivisi da tutti e nell’interesse superiore di tutti, rispetto a quelli privati. Eccetera. Si dirà, ma cosa centra tutto questo con la demografia, con l’economia, e in ultima analisi con la previdenza, e quindi – infine – con le pensioni. C’entra eccome. È tutto lì. Solo un consapevole sviluppo sociale può favorire l’autoconsapevolezza di sé di una comunità. E solo quest’ultima cosa può favorire la riaffermazione dell’importanza vitale che ha l’autodeterminazione nazionale. E con essa l’impulso che necessariamente non può che essere anche pubblico (ed anzi deve esserlo) nell’economia. Una riaffermazione dello Stato, e della centralità di quest’ultimo (di noi stessi, anche come comunità). L’alternativa? La vediamo tutti i giorni. Precarietà, nel lavoro, nella vita, nelle aspettative, nel “sentire” quotidiano, ed ovviamente nelle pensioni. Se non facciamo, insieme, quadrato attorno a questo ogni aspettativa di cambiamento resterà perduta. E tutto ciò andrà realizzato quantunque la resistenza a questa “inversione di tendenza” sarà ovviamente enorme. Perché sovvertirà linee di potere ormai sedimentate. E poiché le masse che traggono privato beneficio dall’attuale situazione faranno di tutto per impedire qualsiasi sovvertimento. Qualsiasi ritorno a un mondo sprezzantemente definito superato.
Continuiamo a parlare di lavoro, senza capire cos’è un lavoro. Confucio disse: se ami ciò che fai, non lavorerai un giorno della tua vita. Un Articolo di David Graeber su Internazionale in cui si dice che questo è il secolo del lavoro stupido. Dice Graeber: “È come se esistesse qualcuno che inventa lavori inutili solo per farci continuare a lavorare”. E poi: “La classe dirigente ha capito che una popolazione felice e produttiva con un sacco di tempo libero è un pericolo mortale per i suoi privilegi” Quindi se la La tecnologia e più efficiente della manodopera, è ora di massificarla invece di sentire aziende che forniscono un servizio sociale per tenere le persone impegnate, dimentichiamo il sistema paralizzante del lavoro, siamo in un paradigma diverso, possiamo crea abbondanza su questo pianeta è acceso all ‘abbondanza. E non e un problema di soldi, possiamo dare un vitalizio a tutti, una volta ripresa la sovranità monetaria, possiamo inventarci tutti i soldi che vogliamo dal nulla, informatevi. Il problema del euro è tutti qui , uno stato non può piu inventarsi il denaro.
come sempre grazie dott. Perfetto
La Palisse..se non riescono a entrare nel mondo del lavoro perché ci tengono a lavorare fino alla morte..come possono diventare nuovi consumatori,far girare l’ economia?comprare nuove case,nuove macchine,elettrodomestici e arredamenti per le loro case nuove..i vecchi…non comprano più niente!! Non ci vuole molto a capire..ma fa comodo cosi
Illustrissimo Dottor Perfetto, desidererei porle, gentilmente, una domanda, riguardo le pensioni di invalidità civile. Perché, secondo Lei, il Governo Italiano ha deciso che il reddito debba essere calcolato al lordo e non più al netto delle ritenute fiscali? La ringrazio immensamente!
Buonasera, il Dottor Perfetti ha ragione.Io ho iniziato a lavorare a 14anni, ora ho 59anni e 36anni di contributi. Quando ho iniziato dovevo andare in pensione a 52anni e 35anni di contributi, poi nel 2008 si sono inventati i 40anni di contributi, poi è arrivata la Fornero e la è stata la fine di un sogno,dopo tanti anni di lavoro non ho nulla,non rientro nemmeno in Opzione Donna. Vuol dire che andrò a mangiare dalla Fornero.
Gent.le sig.ra Teodora Moira, solitamente quando si parla di reddito lo si fa considerando l’importo lordo (si tratti di salario/stipendio, o di pensione).
Non le saprei dire in base a quali criteri il Governo possa optare per un cambiamento della procedura di calcolo (passando da importo netto a importo lordo, per esempio).
Posso solo formulare una congettura, ovvero una ipotesi che ritengo molto probabile. E la mia ipotesi è la seguente: calcolando l’importo delle pensioni di invalidità civile in termini di lordo invece che in termini di netto, e lasciando inalterata la soglia di reddito al di sotto della quale si hanno benefici, il numero degli aventi diritto diminuisce.
L’obiettivo del Governo rimane nel tempo una costante immutabile: ridurre costantemente la spesa pubblica a fronte dell’aumento costante del debito pubblico. Il debito pubblico è una vera palla al piede. Sembra scendere solo quando si fanno le previsioni.
Gentilissimo Dottor Perfetto, chiedo umilmente perdono a Lei ed alla Redazione di Pensioni Per Tutti, per gli errori grammaticali contenuti nella mia domanda precedente. Comunque, ringrazio infinitamente Lei e la Redazione di Pensioni Per Tutti, per la disponibilità e professionalità.
Ma certo che mandando in pensione noi vecchi potremmo essere d’aiuto ai nostri figli e loro famiglie aiutandoli per quanto possibile con i nipoti.
Tenere incatenati noi vecchi al posto di lavoro, demotivati stanchi e senza prospettive è inutile a dannoso per tutti.
Completamente d’accordo con Don, infatti è un disegno criminale mantenere noi anziani sul posto di lavoro fino allo sfinimento….. creando danni a non finire all’intero sistema- qualcuno lo faccia capire ai governanti…… questa storia deve finire.
Concordo, ho quasi 61 anni di età e in quest’ultimo anno mi sono venute diverse malattie che finora ho curato con permessi e ferie mentre ora sarò costretta a mandare “malattia”. E’ deprimente che i vari governi vogliano fare cassa con i pensionandi e non capiscano quanto questa incertezza influisca sul sistema immunitario.
Speriamo che il cane, oltre a mordersi la coda, non inizi a mordersi i testicoli.
Salve, nell’articolo viene evidenziato solo un aspetto del ricambio generazionale e cioè: per creare un posto di lavoro per un giovane, un lavoratore anziano lo deve liberare (nell’ipotesi di un’economia stagnante ma stabile negli occupati). Non si è accennato l’aspetto sociale e familiare. Faccio il mio esempio: mia figlia qualche anno fa è rimasta incinta di un bimbo non programmato ma accettatissimo, aveva un lavoro di collaborazione presso uno studio di professionisti e percepiva un piccolo rimborso spesa per mantenersi agli studi. Ha svolto questo lavoro fino al nono mese di gravidanza; quando è nato il bambino non ha potuto riprendere il lavoro perché non poteva permettersi la baby sitter e il compagno, anche lui con lavoro precario aggravato dal periodo Covid, non poteva sostenere l’intera nuova famiglia. Noi nonni abbiamo collaborato volentieri economicamente e con viaggi di fine settimana di 350 Km giornalieri e mettendo a disposizione ferie e festività. Ora con 66 anni e nonostante Quota 104 devo aspettare un altro anno e mia moglie altri 2 come minimo. Andando in pensione avrei più tempo per aiutarli a crescere il nipotino, purtroppo questo progetto è complicato dal fatto che stanno sorgendo problemi di salute come è naturale alla nostra età. Credo che 64 anni sia l’età giusta per la pensione di anzianità.
Pensioni flessibili e facoltative con decurtazioni ragionevoli. E risolviamo il problema.
Qualcuno lo faccia capire alla Meloni che come non ha capito nulla sul salario minimo, così non capisce nulla…o fa finta di non capire…nonostante credo che la Calderone cerchi di farglielo capire che l’unica strada è la flessibilità, essendo esperta in materia, ma purtroppo la romana è cocciuta e piena di se- l’unica via è che Perfetto e Marino si alleino , portandoci sotto i palazzi governativi a fare casino… perché solo muovendo le acque si può sperare che la ducetta inizi a ragionare e intraprenda la strada della flessibilità per portare gente all’uscita e gente all’entrata del tunnel del lavoro…. ed il resto verrà da se…. con nuovi lavoratori, nuove famiglie, nuove nascite …….e finalmente tanti di noi andranno verso la metà tanto agognata…… la pensione con la flessibilità in uscita, senza decurtazione…., con quota 103 secca o proposta Utp. Meditate gente…..meditate.
Il senso della rotazione dovrebbere essere impostata dallo stato in favore di tutti cittadini… ma la direzione viene decisa dalla finanza in favore dei pochi….
Grazie Dott. Perfetto.
Buonasera, mi chiamo Gonella Ivano avevo proprio voglia di dire la mia , ma questa signora prima di firmare questa legge non si è fatta un esame di coscienza? Ma ti vedi un sessantenne sul ponte edile per forza poi ci sono infortuni a voglia mettere caschetti , e per fare aumentare la natalità sarebbe sufficiente destinare i fondi non ai redditi di cittadinanza ma ai giovani che si dedichino agli asili con il contributo dello Stato quindi gratuiti, perché un asilo costa come uno stipendio, quindi ritorniamo a 37 anni di contributi con la media dei ultimi 5 anni,io sono autonomo con il calcolo misto, le pensioni sono da FAME per di più tassate, e forse non tutti sanno che noi Italia paghiamo penali per la tassazione sulle pensioni e sull’anticipo dell’IVA GRAZIE ITALIA.
Mi scuso se sono stato irruente in certe affermazioni. Concordo con quanto dice il dott. Perfetto.
“Per garantire lavoro ai giovani…”, oggi come oggi bisogna anche inventare nuovi lavori; non si dimentichi che digitalizzazione, automazione, intelligenza artificiale, sono destinate a soppiantare o mettere sempre più a rischio i posti di lavoro “tradizionali”. Tra le numerose conseguenze di ciò bisognerebbe, tra l’altro, impostare un sistema della “formazione” che prepari le nuove leve in tale ambito. Di sicuro è un processo certamente complesso e non breve (purtroppo). Comunque sono pienamente d’accordo col dr. Perfetto che “occorre lasciare andare in pensione i lavoratori anziani“!!!
Concordo in pieno!
Quando cominciai a lavorare molti anni fa, venni assunta con regolare contratto di apprendistato, terminato quel percorso, sufficientemente “formata”, venni automaticamente passata di livello ad un gradino più in alto, e via via fino ad oggi, acquisendo man mano maggiore professionalità e competenze.
Grazie a questa realtà, ho potuto “costruire” il mio futuro.
Oggi, mi guardo attorno e vedo tanti giovani sfruttati, con contratti improponibili e a scadenza quando gli va bene di tre mesi, diversamente di mese in mese, cosa mai possono pianificare, progettare, costruire su questi presupposti?
Senza contare che se si impegnano un mese in un settore, tre mesi in un altro e due settimane in un altro ancora, cosa potranno mai imparare davvero da poter offrire ed investire in termini di competenza nel mondo del lavoro?
Lavoro ne abbiamo poco, e sappiamo bene chi dobbiamo ringraziare per questa realtà, e quel poco, occupato o da vecchi come me, che rincorrono la quiescenza di anno in anno in un mare di incertezze e giovani che sperano come la manna che tu possa andartene in pensione (di questo passo è più probabile all’altro mondo) per prendere il tuo posto!
P. S. e ancora, eliminatela questa possibilità a chi già fruisce dell’assegno pensionistico di continuare a lavorare!
Vuoi continuare a lavorare?
Bene, per quel lasso di tempo ti sospendiamo l’assegno altroché, e vediamo se accetti!
Non vi rendete conto che questi figuri tolgono ulteriormente possibilità di inserimento di forza lavoro rappresentata dai nostri giovani?
Le considerazioni del Dott. Claudio Maria Perfetto, non fanno una piega. Ma come giustamente osserva lui il Governo va in un’altra direzione e non si accorgono che bisogna “fare in modo che “nascano” più famiglie in modo che si abbiano più nuovi nati”. Quindi il problema del cane che si morde la coda continuerà, ma con la conseguenza che ci saranno sempre meno lavoratori e quindi sempre più a lungo i lavoratori anziani rimarranno al lavoro. Auguro a questo punto che i governanti si sveglino celermente e trovino le soluzioni al più presto, ma temo che abbiano preso parecchi “sonniferi”!