Pensioni anticipate 2018 donne ed esodati, Ghiselli: ‘Dal Governo risposte concrete’

Le ultime novità sulle pensioni anticipate 2018 al 4 luglio e su quella che dovrebbe essere la controriforma delle pensioni arrivano da Ghiselli, Segretario Confederale CGIL, che è tornato a chiedere con insistenza al Governo risposte concrete e la riapertura al dialogo con i sindacati. Le proposte fin qui emerse sono insufficienti e in taluni case perfino peggiorative, come la quota 100 dai 64 anni o la quota 41.6 entrambe con ricalcolo contributivo e con il limite dei 2/3 anni figurativi, o l’abolizione dell’Ape social che andrebbe a danneggiare le fasce più deboli della popolazione.

Pensioni 2018, queste devono essere le priorità da cui ripartire

La Cgil in coerenza con le iniziative sindacali avviate con la precedente legislatura, torna ad invitare, attraverso una sorta di manifesto che sta girando sui social, il Governo ed il Parlamento a fornire risposte concrete in tema di pensioni, nella direzione indicata dalla piattaforma sindacale unitaria già discussa e sostenuta dai lavoratori e dai pensionati. Una direzione che non può essere ignorata dal nuovo Governo e che vede la necessità di superare l’impianto rigido della riforma Fornero attraverso dei punti prioritari, questi quelli indicati da Ghiselli:

  • Ampliare la flessibilità in uscita per consentire una maggiore libertà ai lavoratori nell’accesso al pensionamento, con la possibilità di uscire a 62 anni, anche con un sistema di quote, e con i 41 anni di contributi senza vincoli
  • Rimuovere nel sistema contributivo i vincoli del 2.8 e del 1.5 volte l’assegno sociale, che penalizzano i salari bassi e le carriere discontinue
  • Introdurre una pensione contributiva di garanzia per permettere ai giovani e a coloro che hanno rapporto di lavoro discontinuo con basso reddito o bassa contribuzione, di poter raggiungere una pensione dignitosa
  • Superare la disparità di genere che penalizza le donne, valorizzare il lavoro di cura, prorogare ‘opzione donna
  • Superare l’attuale meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita per quanto concerne il diritto alla pensione e il calcolo dei coefficienti di trasformazione tenendo conto anche delle diversità dei lavoratori
  • Riconoscere, in maniera più estesa ed efficace, la diversa gravosità dei lavori
  • Separare la spesa pensionistica da quella assistenziale anche ai fini di una corretta valutazione e comparazione dell’incidenza della spesa pensionistica a livello comunitario ed internazionale
  • Rafforzare la previdenza complementare e rilanciare le adesioni, anche garantendo l’effettiva libertà di scelta dei lavoratori
  • Tutelare il potere di acquisto delle pensioni in essere.

Cosa si è raggiunto e cosa resta da fare?

Poi viene tracciato un elenco delle cose fatte dalla passata legislature ed il punto ad oggi grazie all’iniziativa sindacale. Grazie all’iniziativa sindacale qualcosa è stato già fatto nella direzione di modifica della Legge Monti -Fornero, come le salvaguardia per superare il pasticcio determinato a danno dei lavoratori esodati, problema, si legge, non ancora completamente risolto. Buono i risultati ottenuti a seguito della Fase 1: la pensione anticipata per i lavoratori precoci, l’Ape sociale, il cumulo gratuito dei contributi, , la semplificazione della normativa per i lavori usuranti, l’eliminazione delle penalizzazione per chi può accedere alla pensione anticipata prima dei 62 anni, lo stop dell’adv per il 2019 per i lavoratori gravosi, l’estensione della quattordicesima per i pensionati, e l’aumento dell’esenzione fiscale fino a 8.125 euro.

Poi una critica nei confronti della Fase 2 conclusasi lo scorso novembre: ‘ Il Governo non ha portato proposte coerenti con gli impegni che si era assunto sottoscrivendo il verbale del 28/9/2016, e la Cgil, infatti, dopo aver espresso giudizio insufficiente ha promosso la manifestazione  del 2/12/2017, ora prosegue il manifesto della Cgil: è importante dare continuità all’iniziativa sindacale, che anche in questa fase col nuovo Governo resta la base di partenza per il confronto.

Pensioni anticipate 2018: gli errori che il nuovo Governo non deve commettere

Infine feedback negativi in chiusura del manifesto si leggono nei confronti di quelle che potrebbero essere le prime mosse del nuovo Governo quota 100 da 64 anni, quota 41.5 e eliminazione dell’Ape sociale non vanno nella direzione di modifica che il sindacato aveva in mente, anzi rischiano di essere peggiorative e danneggiare le fasce già più deboli della popolazione, donne e lavoratori con carriere discontinue. Errato – si legge – eliminare l’ape sociale, introdurre la quota 100 ma dai 64 anni e mettere i paletti del ricalcolo contributivo e dei soli due anni figurativi. Le pensioni per taluni rischiano di allontanarsi ed essere più basse.

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