Pensioni anticipate

Pensioni anticipate 2019, ultime da Colla: post quota 100 l’unica é rispolverare Ddl 857

Interessante l’intervista concessa a Cesare Damiano nella puntata del 18 novembre da Vincenzo Colla , Vicesegretario Generale della Cgil. Ospite in studio per l’Approfondimento su Retesole, ha affrontato a 360° i punti cardine della Legge di Bilancio 2020, fornendo molti spunti di riflessione anche in campo previdenziale.

Due le domande poste da dirigente del Partito dem che qui vogliamo riportarvi che ben delinano il pensiero di Colla su quella che avrebbe dovuto essere una seria riforma previdenziale in risposta alla Legge Fornero. A suo dire la Quota 100 non ha creato lavoro e creerà un gradone alla naturale scadenza, molto meglio, trattandosi di proposta di flessibilità seria, per chi intendeva anticipare l’uscita, sarebbe stato approvare il Ddl 857 di Damiano-Gnecchi-Baretta, depositato e ancora in standby. L’unica proposta che, prosegue Colla, teneva conto anche delle condizioni di lavoro, giacché non siamo tutti uguali. Le sue parole, che qui abbiamo deciso di ‘sbobinare’ per voi.

Pensioni 2019 ultime novità: Colla su emendamenti alla Ldb 2020 e su quota 100

Damiano fa notare come siano stati presentati moltissimi emendamenti alla Manovra, spero, dice Colla, di cui sintetizziamo il pensiero sui punti focali, se ne tengano in considerazioni pochi, non vorrei diventasse il Vietnam degli emendamenti alla manovra, non vi é più spazio, risorse non ce ne sono più. Sarebbe stato importante dare una risposta agli incapienti ed anche ai pensionati, che hanno ragione da vendere. Noi ad esempio avevamo proposto di mantenere l’Iva per i beni di lusso, dentro la crisi si é polarizzata la ricchezza, i beni di lusso sono incrementati come non mai. Sarebbe stato un segnale importante, trovavi 2/ 3 mld e li spalmavi su altri versanti, ma non si é fatto perché vi era chi gridava ‘guai a chi tocca l’Iva”. Non va bene, Sarebbe importante registrare contenuto politico politico su come si fa una legge di stabilità per giustizia sociale. Il tavolo su fisco deve avere questa traiettoria.

A tal proposito Damiano chiede, molti hanno gridato oltre a non si tocca l’Iva anche ‘Non si tocca Quota 100 e Reddito di cittadinanza’, andavano toccati o no?

Quota 100 io la vedo così, posso sembrare blasfemo, faccio sindacalista, se un lavoratore riesce ad andare in pensione dico va bene. Ma questa è l’epoca della discontinuità, se avevamo risorse il tema non era di risparmiare, ma di dare risposta a donne e giovani, figure più deboli per rifare il patto generazione e per rifare il welfare. Il welfare e quanto di più condizione per un pensiero lungo, perché so che c’è una generazione che mi aiuta per arrivare nel momento del bisogno. Li il tema non era tanto il risparmio, se volevamo toccare le finestre per dare risposta forse, per spostare un po’ di risorse si poteva toccare, non lo so . Anche sul reddito di cittadinanza, non vorrei fossimo di fronte allo sgocciolamento di Friedman, non si toccano le ricchezze, un po’ di sgocciolamento e non si crea lavoro. Questi 2 provvedimenti quota 100 e reddito di cittadinanza che dovevano creare lavoro non lo stanno creando, perché vanno fuori con quota 100 magari anche professionisti del pubblico che hanno anche studio privato e continuano dopo essere usciti con quota 100 ad esercitare nel privato, non entrano i giovani né con reddito di cittadinanza né con quota 100. La povertà se voglio dare risposta devo prendere a carico il soggetto, la povertà si sta allargando non è solo un problema economico, ma fisico, psicologica, di competenze, che non riesci ad incrociare con domanda ed offerta. Se c’é un soggeto che beve e gli si dà 500 euro, a prescindere dal soggetto, perché non ha reddito, si sa cosa succede, se si prende a carico il soggetto è diverso, lo si inserisce con politiche del lavoro.

Poi Damiano prosegue facendo notare che nonostante i limiti di quota 100 egli sia per preservarla, perché lo Stato ha fatto un patto con i cittadini e questo é giusto che venga rispettato, ma allora dopo la quota 100 come si potrebbe agire, ecco la domanda fatta dal dirigente dem e la risposta di Colla su quale potrebbe essere la strada per arrivare alla migliore flessibilità previdenziale.

Pensioni anticipate 2019, post quota 100 unica proposta seria Ddl 857

Damiano spiega parlando di quota 100: ” Io, nonostante i limiti della misura, sono per mantenerla, basta fare patti col cittadino che l’ultimo governo che arriva mette in discussione, le persone non sono numeri. Premesso questo, al 31/12/2021 quota 100 cessa, si torna alla Monti/Fornero. A tuo avviso ci vuole uno strumento di flessibilità strutturale nel sistema pensionistico o siamo costretti ad uscire a 67/70 anni? “

Così Colla, “Qui Io ti dò una sviolinata, avrei preso la tua proposta di flessibilità e ape sociale, quella ancora lì depositata, la 857( Damiano –Baretta- Gnecchi), perché quella era una proposta seria. Perché guardava anche le condizioni di lavoro, non siamo tutti uguali, anzi la tecnologia rende ancora più disuguali, il tema riguardava anche la flessibilità. Una condizioni famigliare positiva mi permette di uscire prima, se non ho quella condizione, non devo essere abbandonato, specie se faccio lavori gravosi, giusto vi sia uno strumento che mi permette di uscire, non conta tanto un euro in più uno in meno, ma la condizione di uno stato di diritto certo che mi permette di uscire. Quella proposta era giusta, ora ci sono i gradoni, smette quota 100, altro gradone, di 5 anni, non può essere questo un Paese che progetta così. Perché il sistema pensionistico è un’idea di sistema economico, non solo pensionati, come gestico il paese, se guardiamo solo campagna elettorale prima o poi qualcuno ci mostrerà il conto.

Fateci sapere se vi trovate in sintonia o meno con le affermazioni fatte dal vicepresidente della Cgil Colla, il Ddl 857 potrebbe essere la proposta più giusta per una più equa flessibilità in uscita post quota 100?

14 commenti su “Pensioni anticipate 2019, ultime da Colla: post quota 100 l’unica é rispolverare Ddl 857

  1. Cuppi Cristian
    IL BONUS RENZI QUANTI POSTI DI LAVORO HA CREATO? COSTA 10 MILIARDI DI € L’ANNO.
    LA RIFORMA FORNERO QUANTI ESODATI HA CREATO?…. MIGLIAIA
    QUOTA 100 NON E’ INGIUSTA E SOLTANTO VISTA MALE DI CHI PURTROPPO NON CI PUO’ ANDARE
    GLI STESSI CHE OGGI LA CRITICANO MAGARI HANNO PERMESSO E SONO STATI IN SILENZIO QUANTO SI CI ANDAVA CON SOLAMENTE 15 ANNI DI CONTRIBUTI

    1. Signora Mara, chapeau (tanto di cappello)!
      “Quota 100 non è ingiusta, è soltanto vista male da chi purtroppo non ci può andare” (sue parole).
      È un questione di prospettiva. È vero.
      Lei è risuscita a cogliere questa semplice verità.

  2. Buon giorno , alcune riflessioni , nel pubblico se non ci sono sostituzioni da chi và in pensione con quota 100 (o anche altra modalità) , i casi sono 2 , il pubblico non assume (quindi è lo stato che non assume) , oppure quella persona che lavorava non serviva.
    In modo similare nel privato , se al posto di una persona che esce non ne viene assunta un’ altra , o quella persona era inutile , e quindi un aggravio per la ditta , o non ci sono condizioni economiche per assumere . In merito ai lavori usuranti e gravosi , alcuni lavori non sono ritenuti usuranti e farei vedere le condizioni REALI che alcuni operai si trovano ad affrontare. Per certi versi anche l’ IMPIEGATO non è considerato lavoro usurante , ma spesso questo lavoro non è di sola “timbratura di carte ” , nel senso , io mi occupo di progettazione e mi accorgo che la mente non è più reattiva come anni fà , diverse cose le devo rileggere più volte per capirle , e per forza di cose sono meno “produttivo” . Secondo me il concetto di lavoro usurante e pesante andrebbe molto rivisto alla luce dei tempi moderni.

  3. L’articolo si conclude con “il Ddl 857 potrebbe essere la proposta più giusta per una più equa flessibilità in uscita post quota 100”, secondo me la risposta è: non del tutto. Sono più che d’accordo con la parte che dice che con 41 anni di contributi si può lasciare il lavoro indipendentemente dall’età e senza nessuna penalizzazione, mentre per quanto riguarda le varie combinazioni di età e contributi con relative percentuali di penalizzazione non mi convincono. Ad esempio oggi con la quota “62+38” si può lasciare il lavoro senza penalizzazione con la proposta Damiano ci sarebbe un taglio dell’assegno del 6,9%, o ancora con la proposta Damiano a 64 anni e 36 di contributi si avrebbe un taglio del 3,7%, sinceramente non capisco la logica. Io credo che la quota “62+38” al suo naturale scadere ovvero al 31/12/2021 debba essere sostituita con le seguenti misure:
    1) Abolizione per sempre dell’aspettativa di vita (la si tiene solamente per calcolare il coefficiente di trasformazione del montante contributivo)
    2) Abolizione delle finestre di 3/6 mesi, quando una PERSONA raggiunge il requisito richiesto HA DIRITTO A VEDERSI RICONOSCIUTO DETTO DIRITTO
    3) Quota 41 per tutti, peraltro questa opzione è contemplata nel suddetto DL 857
    4) Quota 100 vera ossia tutte le combinazioni che danno come somma 100 tra età anagrafica e contributi versati senza nessuna penalizzazione dell’assegno
    5) Quota 93 CONTRIBUTIVA con un minimo di 58 anni (che assorbirebbe di fatto l’opzione donna), per coloro che accettano il calcolo contributivo dell’assegno.
    6) Penalizzazione proporzionale per chi si trova in situazioni intermedie tra la proposta 4 e 5, ad esempio poniamo un lavoratore che ha 60 anni e 37 di contributi, ovviamente non può aderire a quota 100 perché non ha i requisiti ma ha superato i requisiti per quota 93 contributiva (60+37=97), quindi ipotizzando che col calcolo contributivo abbia un assegno pensionistico di 1300€ mentre col sistema misto di 1370€. La differenza 70€ divisa per la differenza delle quote (100-93=7) farebbe si che ogni punto di quota vale 70€/7=10€ e avendo raggiunto quota 97 cioè 4 punti in più del minimo (93) avrebbe comunque la possibilità di pensionarsi con un assegno di 4*10€+1300=1340€.

  4. Io penso che con quota 100 va un po’ rivista
    e modificata bisogna poter andare in pensione con i contributi versati 41, oppure con 102 ma per tutti senza vincoli di età o di contributi .
    Non possono mandare in pensione lavoratori con 38 /62 e non mandare lavoratori con 42.5 /61 , quattro anni e mezzo di contributi in più ma si sta scherzando , e vergognoso.
    Se quota 100 va a scadenza all’ora da gennaio 2020 fino a dicembre 2021 subito anche quota 41per tutti, questo per la massa del pari.

  5. Con tutta sincerità, qualunque cosa possa dire Vincenzo Colla, Vicesegretario Generale della Cgil, non ha alcuna importanza. Almeno per me.
    I sindacati un tempo erano al fianco dei lavoratori che uscivano tossicchiando con la faccia nera dalle miniere. Oggi i lavoratori non hanno più la faccia nera dei minatori.
    Però ci sono i pensionati. Quelli che hanno la faccia bianca per effetto del poco mangiare. Oggi i sindacati sono al fianco dei pensionati, dei 16 milioni di pensionati che ricevono in media 1500 euro lordi al mese (1200 euro netti) e ai quali viene proposto l’aumento di 3 euro (non ho capito bene se al mese o all’anno!) Alcuni pensionati sono costretti persino a espatriare per poter vivere una vita vivibile.
    I sindacati!
    Quelli che prendono soldi dai loro iscritti per far valere le loro istanze negli uffici del personale di medie e grandi aziende, o nelle stanze governative bellamente decorate, o nelle grandi piazze delle grandi città quando c’è acqua alta (non mi riferisco a piazza San Marco di cui ho grande rispetto, ma a quelle piazze in cui si radunano le sardine spiaggiate quando c’è acqua bassa, e quindi quando non ci sono i sindacati – ci mancavano pure le sardine!).
    Ma i lavoratori continuano a stare male. I pensionati continuano a stare peggio.
    Il Governo dice ai sindacati “sì, sì, va bene…”, ma poi fa la sua strada.
    Pensioni, pensioni, pensioni è il grido nelle piazze. Ma anche lavoro, lavoro, lavoro, è il mio grido nel deserto (quello digitale, per intenderci).
    Landini, più di tutti gli altri suoi colleghi, è quello che mi sembra abbia capito ciò che veramente c’è da fare: “la garanzia maggiore delle pensioni è che tutte le persone possano lavorare, perché se c’è la disoccupazione, se salta il sistema industriale, salta anche il sistema sociale” (https://www.pensionipertutti.it/riforma-pensioni-2020-ultimissime-cottarelli-tuona-no-a-quota-100-e-41).

  6. Ma come è facile parlare,vorrei vedere tutti questi lavoratori da salotto spaccarsi la schiena 30 giorni su 30 per 12 ore al giorno con la sola speranza che la fine del mese possa prendere uno stipendio,tutto questo giorno per giorno,mese per mese ,anno per anno, e dopo 40 anni di lavoro di senti dire,no non si può andare in pensione ! Ma come fate a non vergognarvi?

  7. Quota 100 una vergogna. I sindacati silenti un anno fa, ora tergiversano, dicono e non dicono.
    Questa misura l’ha voluta una parte politica del Governo precedente. Avvallata dal premier uscente ed entrante, con placet dei 5S. Non crea occupazione. È iniqua, inutile che Colla dica che mandare a casa le persone per lui non è ostativa. Ma dipende come le mandi e chi mandi. A quota 40/41 occorre arrivare a 43e1. Poi parliamo di flessibilità. Che significa; ti mando a casa prima e ti tolgo un pezzo di pensione. A 41 anni parlano di mandare a casa con la flessibilità? No. Non ci siamo. Con gli appunti arrivati oggi da Bruxelles sul conto economico dell’anno corrente, dove si indicano sostanziali scostamenti al bilancio in corso, dopo tutto questo si difende ancora questa quota 100? Con le spese da contenere, si parla che questo quota 100 c’è la dobbiamo tenere per altri 2 anni? Ma fate un calcolo della spesa diviso il numero di quelli a cui è stata data questa possibilità!!! Sono decine di migliaia di euro per ogni singolo lavoratore, spesa a carico dello Stato. Ma per favore, smettetela di difendere questa quota 100 e cercate di dare risposte a chi lavora da più anni, senza quella parola “flessibilità”. Dopo 41 anni e oltre cosa volete rendere flessibile??? Dovevate pensare ai coefficenti di trasformazione delle rendite mensili, un’altra misura che penalizza i precoci. I sindacati non parlano più dei precoci e dei loro 41 anni. Il Ddl 857 andava impostato ora. Tra due anni cosa pensate ci sia ancora di precoci al lavoro? No. Non ci siamo. Su questa quota 100 non ci siamo.
    Pure io sono contento del vedere lavoratori che vanno a casa. Ma ci sono alcuni punti da chiarire. Quota 100 andava indirizzata a lavori usuranti e gravosi, oppure a chi aveva avuto problemi nell’arco della propria vita lavorativa.
    Chi si trova a 62 anni e 38 di contributi, con buchi contributivi di 4 /5:anni, chiaramente ha fatto del nero. Con questa quota 109 va a casa il buono il brutto e il cattivo. E il lavoratore precoce con 58/59/60/61 anni e più contributi versato, rimane al palo. Ma per favore, svegliatevi, siete sotto un effetto soporifero? Basta , non se ne può più di sentire il sindacato che difende questa quota 100 così male impostata. Avreste potuto dovuto studiare un percorso su questa quota 100 che comprendesse anche i lavoratori precoci. Oramai siamo sfiniti. Andate a sentire persone titolate autorevoli economisti; la stessa Fornero. Tutti dicono che questa quota 109 così impostata, non va. E voi la difendete? No. Non ci siamo. Chi vi scrive è oltre i 41 anni e uscirà con la legge Fornero, con 43 anni e 1 mese. E sono iscritto al sindacato da oltre 41 ann!!! Ma se c’è una cosa che non sopporto, sono le continue ingiustizie che vengono perpetrate a carico di intere fasce di lavoratori.

    1. Signor Cuppi Cristian, lei è una persona rispettabile.
      Esprime il suo punto di vista in maniera energica, perché vive sulla sua pelle l’iniquità, l’ingiustizia della classe dirigente politica e sindacale del nostro Paese.
      Leggo i suoi commenti, Sig. Cuppi, e non posso non condividerli.
      1) Dovevate pensare ai coefficenti di trasformazione delle rendite mensili, un’altra misura che penalizza i precoci”, dice lei. Ma così non è stato.
      2) Quota 100 andava indirizzata a lavori usuranti e gravosi, oppure a chi aveva avuto problemi nell’arco della propria vita lavorativa”, dice lei. Ma così non è stato.
      3) “Avreste potuto dovuto studiare un percorso su questa quota 100 che comprendesse anche i lavoratori precoci”, dice lei. Ma così non è stato.
      Sig. Cuppi, non possiamo cambiare il passato. Ma possiamo (lei può) cambiare il futuro.
      4) “I sindacati non parlano più dei precoci e dei loro 41 anni”, dice lei. Abbandoni il sindacato!
      5) “E sono iscritto al sindacato da oltre 41 anni!!!”, dice lei. Non si iscriva più al sindacato!
      6) “Ma se c’è una cosa che non sopporto, sono le continue ingiustizie che vengono perpetrate a carico di intere fasce di lavoratori”, dice lei. Mi delude, sig. Cuppi. 41 anni di lavoro come si è fatto lei devono averle anche irrobustito le spalle, al punto da poter sopportare le continue ingiustizie di cui parla.
      Ma, nonostante i suoi anni di lavoro, nonostante le continue ingiustizie che lei riscontra, nutre ancora (lo so) il senso di giustizia e di equità (che è, in fondo, in ognuno di noi).
      Faccio appello a questo suo senso di giustizia (interiore) per poter accettare alcune forme di “ingiustizia” (esteriore), quella di altri che le passano ingiustamente avanti (“Pure io sono contento del vedere lavoratori che vanno a casa”, dice lei, e questo conferma che sotto sotto lei è una persona comprensiva).
      Quota 100 non è una vergogna. Quota 100 non è iniqua. Quota 100 va difesa.
      Io la difenderei a costo di far cadere il Governo.
      È la mancata attuazione di Quota 41 che è una vergogna, che è iniqua. È l’attuazione di Quota 41 che va difesa, ma non a scapito di altre leggi.
      Sono certo che lei saprà comprendermi, Sig. Cuppi, perché lei è una persona rispettabile.

      1. Sig. Claudio Maria Perfetto,
        La ringrazio della sua risposta. Lei pensi che quando scrivo non rileggo mai e vado a ruota libera . Sa quante volte le cose dette e riscritte. Anche un po’ frustrato a forza di ripetere le stesse cose. Lei mi ha certamente con il suo garbo dato la sveglia. I miei ragionamenti partono dal presupposto che stante le condizioni economiche attuali occorre con quelle confrontarsi. Se da una parte escono risorse senza un dovuto controllo di pari passo mancano dall’altra parte. E si scatena quella che potrebbe banalmente essere chiamata la “guerra tra poveri”.; In un sistema economico autosufficiente chi avrebbe mai guardato quwata quota 100. Ma nel mercato delle pulci..si spulxia su tutto e tutti. Lei comprende bene in quale campo di stiamo muovendo e gli spazi ridotti favoriscono, appunto, anche le mie esternazioni. Una cosa è certa, che condivido in toto e mi conceda una battuta:
        per quella quota 41, dove mi sono speso in diversi presidi davanti a Montecitorio con altri lavoratori precoci, sono mancate “parecchie sardine”. E quindi oggi, i precoci, non hanno interlocutori ne politici ne sindacali. Chi le scrive, forse, un “pesce fuori dall’acqua”. La ringrazio Sig. Perfetto e La saluto cordialmente.

      2. Quota 100 Si. Va mantenuta anche se non comprensiva dei lavoratori precoci. Purtroppo ogni riforma trova scontenti, ma una volta tanto va a favore dei lavoratori. L’ idea del precedente governo era di arrivare a Q 41 per tutti. Perché il governo giallo rosso non propone quota 41 per tutti dal 2021? Perché si parla ancora di DdL 857 quando é stato tenuto nel cassetto ? Solo per farci infuriare? Il sottosegretario Baretta già presente nel governo Letta e Renzi e firmatario allora insieme al sen Damiano e Ghecci non si è prodigato al superamento della Legge Monti /Fornero. Oggi lui propone, in altra testata giornalistica, la rivisitazione di quota 100 nel 2020 trasferendo ansia e preoccupazioni a chi è in procinto di aderirvi. Allora riproponga, se coerente, ,il DdL 857 ! Cari signori poveri noi lavoratori che con 40 e 41 ANNI di contributi siamo ancora qui a sentirci raccontare storielle. Buon lavoro a tutti.

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