In questi giorni come é normale che sia si fa un gran parlare della Manovra 2020 che é giunta alla volata finale al Senato, dove dovrebbe essere votata venerdì mattina, per poi passare, come ricorda Il Sole 24 Ore “blindata alla Camera e avere l’ok definitivo prima di Natale”. Altro tema molto sentito in questi giorni riguarda il post quota 100, ieri vi abbiamo parlato delle due proposte più dibattute sui social il restyling del Ddl 857 dell’onorevole Cesare Damiano e la Quota 92 proposta dal Senatore Tommaso Nannicini.
Per questa ragione ci siamo confrontati con il segretario confederale della Uil Domenico Proietti e con il Segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli per comprendere le proposte del sindacato al Governo atte a tutelare quanti, stando così le cose, non potranno evitare lo scalone dei 5 anni pensionandosi dal 2022.
Pensioni 2020, Proietti: proposte interessanti da valutare, no a penalizzazioni
Così Proietti: “Il tema di cosa si fa dopo quota 100 e al centro dell’azione del sindacato . Quota 100 e un ambo secco che ha permesso a molti di andare in pensione ma a molti altri no. Per questo noi proponiamo già dall’anno prossimo una flessibilità d’accesso alla pensione tra 62 e 63 anni . La proposta di Damiano é interessante ma non deve avere penalizzazioni, mentre la proposta di Nannicini va approfondita per capire a quali categorie si applicherebbe quota 92.
Quello che è certo é che grazie all’azione costante del sindacato il tema della flessibilità di accesso alla pensione è tornato centrale . Noi siamo pronti al confronto con il governo e con il parlamento è vogliamo affrontare anche il tema dei 41, delle donne e dei giovani .
Riforma pensioni 2020, Ghiselli: le nostre proposte al Governo
Così Ghiselli elencando le proposte unitarie presentate al Governo: “Cgil, Cisl e Uil propongono la possibilità di andare in pensione per tutti a 62 anni con 20 anni di contributi o con 41 anni di contributi senza alcun vincolo di età o penalizzazione. Inoltre prevedono la possibilità di veder riconosciuto un anno di contributi in più per ogni figlio o per ogni 5 anni dedicati ad un famigliare non autosufficiente.
Inoltre a chi si trova nelle condizioni di disoccupazione, invalidità o chi ha fatto lavori più pesanti, vanno riconosciuti ulteriori benefici in termini di età di pensionamento o di valore della pensione. Per chi fa lavori discontinui o a basso reddito, come i part time, va inoltre garantita una pensione di garanzia che gli consenta di raggiungere comunque una pensione dignitosa di almeno 1000 euro al mese”.
Ringraziamo per la consueta disponibilità al confronto sia Proietti quanto Ghiselli e ricordiamo a chiunque volesse estrapolare parte delle dichiarazioni che é tenuto a citare la fonte, trattandosi di un’esclusiva per il nostro sito.
È ingiusto avere equiparato il pubblico al privato,. Le ore lavorative nel privato sono 40 e non 35… Zero tutele nessuna garanzia nel lungo tempo! Cosi si penalizzano le fasce più in difficoltà! Chi perde il lavoro dopo i 50 anni diventa un disperato!
Mi rivolgo ai lavoratori che se a gennaio 2020 non viene fatta quota 41per tutti senza vincoli di età bisogna fare subito SCIOPERO come in FRANCIA.
Loro hanno risolto il problema.
Mi piacerebbe che si parlasse anche della proroga di opzione donna anche per i prossimi anni
Dovrebbero aumentare le pensioni di invalidità
In effetti le pensioni di invalidità sono ridicole: nominalmente meno del minimo. Bisognerebbe aumentarle ma contemporaneamente attivare rigorosi controlli e verifiche, anche sulle commissioni mediche compiacenti, soprattutto al Sud!