Intervista esclusiva a Giuliano Cazzola

Pensioni anticipate 2021, chieste dimissioni del padre di Quota 100: Cazzola lo difende

Pensioni per tutti: Professor Cazzola, lei è giusvalorista ed esperto di pensioni, in questi giorni si fa un gran parlare delle dimissioni del sottosegretario al Mef l’onorevole Claudio Durigon, per Letta l’apologia di fascismo è incompatibile con il ruolo di Durigon , mentre Salvini, dalla sua cerca di difenderlo , dicendo anche a Rai3: “E’ in gambissima, è l’ultimo a poter essere accusato di fascismo” ed “è il papà di Quota 100”, poi assicura che lo incontrerà nei prossimi giorni. E conclude dicendo: “Vedremo come andare avanti per il governo e il paese” ma promette: “Lo faremo in totale serenità”. Poi a il Giornale.it nel corso di un’intervista ha fatto presente che con Claudio Durigon sta lavorando alla nuova riforma delle pensioni, che interessa milioni di italiani. Ed ha aggiunto come a voler chiudere le polemiche: “ la storia ha già condannato fascismo e comunismo, quasi tutti gli estremisti tranne quelli islamici”. Infine Interrogato sui suoi timori relativamente alla rimozione del sottosegretario dal suo ruolo, ha detto con fermezza di essere “preoccupato zero’. Lei cosa ne pensa di tutta questa situazione anche alla luce della scadenza di quota 100 e dunque della necessità di procedere speditamente, una volta risolta questa questione, sulla nuova riforma pensioni, potrà la Lega insieme a Durigon ancora dare un contributo in tal senso?

Prof. Giuliano Cazzola: “Cara Erica, immagino che lei e i lettori che hanno avuto la cortesia di leggere i miei tanti articoli sulle pensioni che Pensionipertutti mi ospita, si saranno accorti che non ho nulla da spartire – tanto sul piano politico, quanto su quello umano – con l’on. Claudio Durigon attualmente al centro di una vicenda che potrebbe portarlo a rassegnare le dimissioni dalla carica di vice ministro dell’Economia. Ci siamo confrontati ‘’a distanza’’ anche su questo sito, ai tempi di quota 100, una misura di cui riconoscono la paternità proprio a Durigon allora sottosegretario al Lavoro.  Quello che ci divide è anche la militanza sindacale. Peraltro – essendo io molto più anziano di Durigon – non ha mai avuto occasione di incontrarlo nel lavoro sindacale che per me è terminato nel 1994 (quando probabilmente è iniziato per lui). A me avevano insegnato di non sedere mai allo stesso tavolo di trattativa con rappresentanti della Cisnal, il sindacato che è la capostipite dell’Ugl. Certo, con gli anni le situazioni si affievoliscono e cambiano, ma nel caso della Ugl (di cui Durigon è stato segretario generale aggiunto) la mia opinione è rimasta la stessa. Non mi stupisco così che  – al di là della  materia di pensioni – Durigon possa avere giudizi diversi dai miei sulla storia della prima metà del secolo scorso.

Tuttavia, nel momento in cui il suo leader si appresta ad abbandonarlo al suo destino, mi sento quasi di spendere qualche parola in sua difesa, perché mi sono stancato di un contesto in cui una persona viene appeso ad un lampione per una frase incauta, magari di cattivo gusto. Io non credo che Durigon ce l’avesse con Falcone e Borsellino alla cui memoria è stato dedicato il Parco di Latina che fu intestato ad Arnaldo Mussolini, il fratello del Duce. Probabilmente ha inteso dissentire da quella culture cancel, che io giudico deleteria, che induce a prendere a calci la storia, giudicando i fatti di ieri alla luce dei valori di oggi. Per fortuna in Italia non siamo ancora arrivati alle pagliacciate dei Paesi anglosassoni.

Vi fu qualche conato nei confronti della statua di Indro Montanelli in un giardino a Milano che tuttavia non ha impedito solenni celebrazioni alla ricorrenza della sua morte in tempi più recenti. Certo non fu una buona azione convivere con una bambina in Etiopia senza rendersi conto di esercitare la violenza di un dominatore. Ma è bene ricordare che gli italiani , quando furono cacciati dall’Impero, lasciarono dietro di sé circa 300mila bambini avuti in seguito ad un rapporto di ‘’madamato’’ (così si chiamava allora, anche in termini giuridici, la convivenza con una donna nativa).

Tornando a Durigon egli potrebbe far notare che un libro intitolato ‘’Canale Mussolini’’ di Antonio Pennacchi vinse il Premio Strega, anche se usava quelle definizioni che a Latina si sono tramandate nel linguaggio comune, senza per questo voler fare apologia. Magari a Latina era invalsa l’abitudine di darsi appuntamento al Parco Mussolini, senza malizie e  nostalgie perché si era sempre fatto così.

Oltre ad un danno  per le finanze pubbliche e per il sistema pensionistico con quota  100, anche a Latina Claudio Durigon ha commesso un errore: stavolta di carattere storico.  Arnaldo Mussolini non meritava che gli venisse intestato un Parco neppure durante il regime fascista, se non per un atto di sguaiato  nepotismo. Personaggio ambiguo, in rapporti poco chiari con la Standard Oil (si dice che l’assassinio di Giacomo Matteotti  fosse dovuto alle prove da lui raccolte in Inghilterra su questo traffico che avrebbero potuto creare maggiori problemi  al regime di un discorso critico pronunciato alla Camera da un esponente di un partito sconfitto).

Per concludere, che fare della richiesta di dimissioni di Durigon? Io ho una proposta: visto che con la riforma Cartabia saranno rafforzate le pene alternative si dovrebbe condannare Durigon ad assistere ad una lezione di storia sulla figura di Arnaldo Mussolini, magari affidando il compito ad Alessandro Barbero che è un felice e colto narratore.

Per quanto riguarda invece il supporto della Lega nella prossima riforma pensioni, direi che, non me ne voglia il ‘padre di Quota 100’, ma sono stati fatti già abbastanza danni con questa misura, ora si pensi a potenziare l’Ape sociale e a ragionare in altri termini“.

Pensionipertutti: Grazie molte Professor Cazzola per il tempo che ci ha dedicato

Prof. Cazzola: “Grazie a lei Erica per l’ospitalità ed alla prossima”:

Voi cosa ne pensate delle considerazioni del Prof Cazzola relativamente alle dimissioni dell’onorevole Claudio Durigon e al destino di Quota 100? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.

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24 commenti su “Pensioni anticipate 2021, chieste dimissioni del padre di Quota 100: Cazzola lo difende

  1. Al Sig. Salvatore (primo)
    Gentile Sig. Salvatore, io vivo in un piccolo paese di circa 3000 abitanti, dove di solito tutti sanno uno dell’altro. Questo per dire che io conosco una decina di persone che svolgono un attività di impresa che, non comparendo né come proprietari, né come dipendenti percepiscono circa 580 euro al mese. Non si trova una donna per le pulizie o una badante nemmeno se la paghi e la metti in regola, perché non vogliono perdere il reddito di cittadinanza.
    Solo lavori a nero altrimenti rifiutano.
    Questo perché non si aiutano persone in particolare che hanno bisogno di un sostegno, ma bensì solo chi è furbo italiano, romeno o altro che sappia ingannare la legge. Di questi casi se ne trovano tanti purtroppo e alla fine quello che ne ha veramente diritto probabilmente non lo percepisce.
    Si deve controllare subito e non lasciare tutto così. Quindi regaliamo ai ricchi e togliamo ai poveri.

  2. Buongiorno a tutti, sinceramente credo di aver capito che il Prof. Cazzola sia molto vicino alla legge Fornero, un operaio quado ha dato 41 anni di contributi deve andare in pensione e AGGIUNGO non si può ascoltare da qualsiasi voce politica che non ci sono soldi per Quota 41 sacrosanta, invece di gettare soldi per il reddito ci cittadinanza dato in modo inappropriato . Grazie.

  3. Se ne poteva fare tranquillamente a meno di questi ennesimo intervento del sig cazzolla. E come un disco rotto, ad ogni giro comincia d’accapo, sempre cose senza senso , senza logica, contro quota 100 :costi insostenibili …!!!??? E i 130 miliardi di evasione che permetterebbero non solo quota 100 ma anche quota 90, gli sfuggono? In quale Paese vive? In quale università insegna? (professore A CO N T R A T TO ovvero , salvo prove contrarie, no ha mai sostenuto e vinto un concorso ,IO SIIII). Cari saluti esimio collega ! per Durigon: al netto delle parole a vanvera a Latina. UNICA VOCE SUL FRONTE PENSIONI NEL PANORAMA N A Z I O N A L E M5S : SVEGLIAAAAAA

  4. Condivido i pensieri di Cipriani , Roberto, De Viti e di Umberto che brevemente hanno delineato in maniera sommaria il profilo del super genio Cazzola.
    Ma mi domando: ma i lavoratori che male gli hanno fatto, se non a mantenerlo nelle file del sindacato. In pratica dovrebbe essere con i lavoratori e non scagliarsi contro.
    Mah….. Mi viene un atroce dubbio: forse cerca quella visibilità per entrare nelle grazie dell’altra genio Fornero.. Chissà…

  5. credo che a 63 anni poter andare in pensione di vecchiaia sia un Diritto. Abrogare la legge in vigore e già dichiarata in incostituzionale è il minimo che il Parlamento possa fare.
    Basta lezioni dai pulpiti di chi è magari andato in pensione a 50 anni o poco più.
    I lavoratori aspettano risposte rapide ed il giudizio sarà dato alle elezioni di ottobre e tra meno di due anni.
    Grazie per lo spazio

  6. sul discorso riguardo all’intitolazione del parco al fratello di mussolini non ho un’opinione molto approfondita in proposito ma mi par di ricordare che in quelle zone , se non ricordo male, la destra ha avuto tantissimi elettori e ne ha tuttora; riguardo la quota 100 qualcuno dice che ha prodotto danni ; e la legge Fornero no? la quota 100 è stata una cosa valida per molti ma non per me; perfetta sarebbe stata pura così chi la raggiungeva a 60 anni andava in pensione a 60 anni; io, da insegnante, andrei in pensione tra 5 giorni con i 61 anni e alcuni mesi; peccato che , per incularci, hanno messo il minimo d’età; così devo aspettare chissà quanto tempo; 1 anno intaccando pensione integrativa accumulata faticosamente da una vita con grandissimi sacrifici? o anche di più? un bello sciopero alla francese ci vuole; 18 settembre duri, massicci e incazzati; grazie ai gestori del sito per lo spazio concesso

  7. Cazzola deve solo tacere e vergognarsi e con lui la Fornero e tutti i detrattori di quota 100 …che venga lui al mio posto sulle Prealpi Orobie dove mi trovo ora a quasi 2000 metri di quota tutto il giorno sotto il sole con piccone e pala (sentieristica di alta quota) a 61 anni di età e 42 di contributi !!! Prego sig. CAZZOLA si accomodi al posto mio…le farebbe pure bene per la sua forma fisica….attualmente non di certo invidiabile!!!

  8. Com’è che i soldi per ALI (la nuova alitalia che manteniamo ormai da 30 anni) si trovano, mentre per i lavoratori 41 anni non ci sono??
    Siamo stanchi di pagare per gli altri….. per i sprechi, per i privilegi dei politici, per la casta. C’è un limite a tutto……

    1. Beh alla sua età e con il retribuito e con i suoi anni lavorativi chi non sarebbe andato in pensione oltretutto buon per lui gode di ottima salute che tanti ormai dai 50 e over non hanno piu

  9. L’aria fritta e’ di competenza di certi palazzi e salotti …
    Per il contesto pensioni invece, mi rendo invece sempre piu’ conto che:
    Le pance “piene” sono sempre piu’ lontane dalle pance “vuote” e … chi vuol capire … CAPISCA!!
    Probabilmente, dai tempi dell’Antica Roma, le cose non sono molto cambiate …

  10. Con tutto il rispetto, non pensa il Signor Cazzola che ha per tantissimi anni discriminato i lavoratori rappresentati dalla Cisnal, poi UGL??? Non può essere accusato di atteggiamento “fascista”???

      1. Io proprio no è come quando in ufficio si presentavano come ex delle varie armate. APPUNTO EX E BASTA. LARGO AI GIOVANI E NON SOLO PERCHÉ I 50ENNI stanno sparendo in un modo o nell’altro

  11. Buonasera, io penso in questo momento particolare che l’Italia sta attraversando,
    dovremmo spendere molte più energie mentali e fisiche a cercare di uscire da
    questa pandemia divenendo un popolo più civile e ubbidiente per rispettare le normative sanitarie in atto, invece stiamo perdendo giorni e tempo, pagato dai contribuenti italiani, per la rintitolazione di una piazza a Latina ad Arnaldo Mussolini, spodestando Falcone e Borsellino.
    Con tutto il rispetto per questi due uomini che hanno pagato con la vita la loro devozione alla loro professione, penso che se fossero in vita a tutti i politici e a tutti gli amministratori direbbero “vi state preoccupando della pagliuzza mentre ingoiate un trave”. Durigon pensasse a mantenere ciò che promisero in campagna elettorale, dopo quota 100 si farà quota 41 per tutti. Togliamo i vitalizi che si trasmettono per dinastie e diamo una giusta pensione a tutti coloro che per 40 anni hanno pagato i contributi, togliendo questi gloriosi privilegi a coloro che stando a certi livelli, ne hanno già avuti tanti in servizio. Non devono esistere pensioni da 40.000 euro al mese e un autonomo dopo 40 anni 700,00 euro.
    Poi ci meravigliamo che i percettori del reddito di cittadinanza non vadano a lavorare. Chi lo farebbe… Ne prendono 780 senza fare nulla.
    Cancelliamo l’assistenzialismo generalizzato e premiamo tutti coloro che negli anni hanno versato con fatica i loro contributi, facendogli vivere una vecchiaia dignitosa, lasciando ad altri le scelte scellerate come quella del governo Monti.

    1. Signor Bruno, ha ragione su molti punti ma attenzione a non cadere nello stereotipo qualunquista secondo il quale chi prende il reddito di cittadinanza si mette in tasca 780 Euro/mese.
      Per raggiungere quella cifra bisogna essere disoccupati, avere quattro figli e la moglie a carico… Vorrei conoscere qualcuno che con 780 Euro ce la fa in queste condizioni.

  12. Una delle cose che andrebbe fatta (a mio avviso, si intende) è quella di non formarsi alcun giudizio sulla Storia.

    La Storia non può essere sottoposta a giudizio, non può essere giudicata. Ma solo analizzata.

    La Storia va analizzata in termini di causa ed effetto, seguendo la progressiva successione degli eventi.

    Il Fascismo, per esempio, è la Tesi. L’Antifascismo è l’Antìtesi. La Repubblica italiana è la Sintesi

    Davvero la storia ha già condannato il fascismo e il comunismo? Forse sì, la storia scritta con la “s” minuscola, quella che viene adattata di volta in volta alle circostanze contingenti per raggiungere il proprio scopo. Ma la Storia, quella scritta con la “S” maiuscola, quella no, quella non giudica e non condanna.

    A chiedere le dimissioni dell’onorevole di Claudio Durigon sono proprio quelle persone che conoscono la storia con la “s” minuscola. Sono quelle persone che non conoscono la Storia.

    No. Non si può prendere a calci la Storia. Non si possono giudicare “i fatti di ieri alla luce dei valori di oggi”.

    Quale destino per Quota 100?

    Quota 100 appartiene oramai alla Storia. Come la Storia, anche Quota 100 non va giudicata. Ha fatto dei danni? Aspettiamo che giunga alla sua naturale conclusione prima di affermare ciò, perché non abbiamo ancora toccato il fondo con la Riforma Fornero!

    E allora si vedrà se avrà fatto più danni Quota 100 che ha permesso l’uscita solo di pochi lavoratori la cui assenza dal lavoro non pregiudica affatto la crescita economica in quanto sono solo degli esuberi, oppure avrà fatto più danni la Riforma Fornero che ha ingabbiato molti lavoratori stanchi, demotivati, obsoleti, improduttivi che pregiudicano invece la crescita economica!

    Per ora, una cosa sola è certa su Quota 100: è stata come un breve squarcio di sole nel cielo plumbeo della Riforma Fornero!

    1. Tutti noi, la “Storia” del fascismo non l’abbiamo conosciuta veramente durante tutta la nostra vita e quindi ci rifacciamo ai racconti dei più anziani o dalle letture storiche sull’argomento. La storia la scrive il vincitore a posteriori magari dopo qualche anno, mentre la “Storia” è quella che è stata vissuta proprio in quel momento. Ho interpretato così il suo commento Sig Perfetto, spero sia corretto. Io però, povero ignorante con la sola licenza media, qualcosa di certo lo so : In Italia il comunismo come dittatura non c’è mai stato, mentre il fascismo come avventura politica e sociale sì. Fatti storicamente provati sono il disastro economico, delitti impuniti dei fascisti, una guerra civile, la voglia di potenza coloniale, perdita di territori storicamente italiani e le leggi razziali. Non sono certo un bel biglietto da visita per riavere voglia di una qualche nostalgia alla Durigon. Quota 100 invece appartiene alla nostra Storia vissuta e non c’è bisogno di aspettare che giunga alla sua naturale conclusione per capire gli effetti devastanti che ha provocato e quindi possiamo tranquillamente già oggi giudicarla. E’ stata una porcata politica per milioni di lavoratori che sono stati sopravvanzati da chi aveva meno anni di lavoro e meno contributi. Una norma che è stata divisiva, non equa e che ha creato quel famoso scalone che oggi tutti vogliono cancellare. Una norma talmente inutile che persino chi poteva usufruirne ha preferito non utilizzare al punto che si parla di un mezzo flop. Che fossero solo dei lavoratori in esubero è una cosa che si è inventato Lei Sig. Perfetto, nessun mezzo di informazione ne ha mai solo accennato infatti la fuga di insegnanti o di medici, paramedici e infermieri ha creato problemi e pregiudicato il funzionamento di interi reparti ospedalieri in tutta italia e pregiudicato l’inizio dell’anno scolastico con cattedre vuote . Più che esuberi si potrebbe parlare di facilitazione per gli imprenditori di smaltire personale non licenziabile invitandolo con le buone o con le cattive ad accettare la quota 100.
      Le ricordo inoltre che anche chi è rimasto obbligato e costretto alla legge Fornero è un lavoratore stanco, demotivato, obsoleto, improduttivo forse anche maggiormente di un quota 100 visto che ha più anni di lavoro sulle spalle o più anni di età. Bellissima la licenza poetica finale: ” Quota 100 è stata come un breve squarcio di sole nel cielo plumbeo della Legge Fornero”. Peccato che è stato riduttivo e non ci ha spiegato precisamente “PER CHI ” è stata un breve squarcio di sole ….. Chi deve forzatamente arrivare ai 67 della vecchiaia o ai 43 della Fornero hanno visto con la quota 100 solo grandine e tempesta. Gentile Dott. Perfetto, le confesso che con questo suo commento mi ha un po’ deluso, per quanto poco le possa interessare.

      1. Sig. Franco Giuseppe, non si preoccupi se il mio commento l’ha un po’ deluso. La sua delusione nasce dal fatto che nutre verso le mie idee delle aspettative. Io non mi preoccupo di deludere alcuno, non nutro aspettative nei confronti di alcuno. Per questo non rimango deluso.

        Le sue osservazioni mi interessano. Sono per me sempre stimolanti.

        Non credo di essermi inventati gli esuberi a proposito di chi ha aderito a Quota 100. Se un’azienda lascia andare via il proprio personale e non tenta nemmeno di trattenerlo con promozioni, gratifiche economiche e quant’altro, vuol dire che quel personale non serve all’azienda.

        Le svelo un segreto, sig. Franco Giuseppe, che forse lei già saprà. Sa di cosa hanno bisogno le aziende di oggi? Di persone che oggi fanno una cosa, domani fanno un’altra cosa e dopodomani fanno una cosa ancora diversa. Le aziende oggi hanno bisogno di personale capace di cambiare mansione dall’oggi al domani. Le aziende vanno incontro a continue ristrutturazioni per adeguarsi al mercato che è estremamente variabile, e per adeguarsi a nuove organizzazioni aziendali derivanti da cessioni e acquisizioni.

        Nella mia vita non ho mai incontrato un 50enne in grado di cambiare mansione dall’oggi al domani. I 50enni sono ritenuti “vecchi” dall’azienda perché non sono ricettivi al cambiamento. I 50enni sono vecchi non tanto per età anagrafica, ma perché hanno smesso di imparare.

        Io mi sono sempre salvato dalla rottamazione perché ho sempre seguito il consiglio del mio Maestro: “appena diventi maestro in qualcosa, diventa subito discepolo in qualche altra cosa”.

        Quando lei afferma: “Più che esuberi si potrebbe parlare di facilitazione per gli imprenditori di smaltire personale non licenziabile invitandolo con le buone o con le cattive ad accettare la quota 100”, è proprio ciò che io chiamo “esuberi”, personale in sovrappiù, che non serve, che è solo un peso aziendale e non appena si presenta l’occasione per l’imprenditore di liberarsi di loro, lo si fa con le buone o con le cattive (ma più con le cattive).

  13. Cazzola, oggi felicemente in pensione, si è spostato nelle barricate che un tempo erano i suoi avversari di campo. L’uomo incarna il saggio che ne ha per tutti, ma dimentica che una quota 100 o similare sarebbe ancora necessaria come il pane e che interromperla crea le inevitabili ingiustizie sotto gli occhi di tutti.

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