Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di interfacciarci con l’onorevole Claudio Durigon, sottosegretario al MEF, con Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, relativamente alla Rapporto della Corte dei Conti sul sistema previdenziale italiano, oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare Domenico Proietti, segretario confederale della Uil.
Eccovi le sue parole sul post quota 100 che indicano anche verso quali misure sarebbe bene ambire per poter parlare di ‘vera’ riforma delle pensioni. Ringraziamo fin da subito Domenico Proietti per la solita disponibilità al confronto.
Riforma pensioni 2021, l’intervista esclusiva a Proietti: quota 41 e uscita dai 62 anni, ma non solo
Pensionipertutti: La tematica previdenziale continua a far discutere specie in vista della scadenza di quota 100 e dell’ultimo Rapporto stilato dalla Corte dei Conti, la Uil sulla questione che idea si è fatta?
Domenico Proietti: Il tema previdenziale è complesso, coinvolge le politiche di bilancio, le politiche del lavoro, ma soprattutto il futuro dei cittadini italiani, giovani e meno giovani. Questa complessità ci impone quindi di agire con lungimiranza varando una riforma che riporti equità sociale nel sistema. Per troppo tempo la previdenza è stata vista solo come una spesa o, peggio, come una cassa alla quale attingere per far quadrare i conti del bilancio dello Stato. La riforma Monti Fornero è stata forse l’intervento più eclatante in tal senso, ma non l’unico. Per la UIL è il momento di invertire la rotta, di cambiare atteggiamento sulle pensioni, bisogna vederle per quello che sono: un diritto dei lavoratori e un investimento sociale per lo stato.
Pensionipertutti: Cosa state chiedendo al Governo affinché si inverta la rotta?
Domenico Proietti: Stiamo quindi chiedendo con forza che venga ripreso il confronto tra Governo e sindacati per progettare una vera riforma del sistema previdenziale che parta dalla reintroduzione di una piena flessibilità di accesso che si articoli su due canali paralleli o con il criterio anagrafico fissando intorno ai 62 anni di età l’età di accesso alla pensione, come mediamente avviene in Europa, o con il solo requisito contributivo, stabilendo che 41 anni di contributi versati sono sufficienti per accedere alla pensione.
Pensionipertutti: Quanto conta per poter arrivare ad un’ equa riforma delle pensioni il lavoro che stanno svolgendo le due Commissioni istituite, quelle per separare assistenza e previdenza e quella relativa alla valutazione sui lavori gravosi?
Domenico Proietti: Preliminare per questo processo di riforma sarà proprio il lavoro delle due commissioni istituzionali che hanno il compito di valutare l’usura e la gravosità delle differenti mansioni e separare la spesa assistenziale da quella previdenziale. Separare assistenza e previdenza non è solo un fatto contabile, ma una necessità per valutare con attenzione e precisione qual è l’impatto delle singole misure troppo spesso i numeri sulla previdenza sono stati usati in modo arbitrario per giustificare tagli o inasprimenti del sistema, allo stesso tempo, è necessario modificare il modo in cui questi dati vengono rappresentati in Europa, dimostrando che la nostra spesa pensionistica è perfettamente in linea con la media europea. Altrettanto importante è valutare la diversa gravosità dei lavori così da poter agire sul sistema differenziando l’accesso alla pensione in relazione al rischio e l’usura, perché è un fatto che i lavori non sono tutti uguali non possiamo quindi avere un sistema che ponga una misura unica per tutti. I lavori di questa commissione dovranno darci un metodo scientifico per ampliare le categorie di lavori gravosi e usuranti, superando anche le difficoltà tecniche che finora hanno depotenziato le misure esistenti.
Pensioni anticipate 2021, Proietti: resta fondamentale il confronto Governo-sindacati
Pensionipertutti: Dunque resta fondamentale il confronto tra Sindacati e Governo?
Domenico Proietti: Certo é necessario quanto prima un confronto tra sindacati e Governo che affronti questi temi, che sia utile alla predisposizione di misure che riportino flessibilità, che intervengano per garantire future pensione adeguate ai giovani, colmando la discontinuità lavorativa, che superino ogni disparità di genere con interventi, ad esempio, che valorizzino la maternità ed il lavoro di cura anche fuori dal rapporto di lavoro.
Pensionipertutti: Cosa si potrebbe fare a suo avviso per prevenire il rischio di pensioni ‘povere’ in futuro, visto che si sta andando verso il contributivo puro?
Domenico Proietti: Per prevenire il rischio di pensioni “povere” molto alto nel sistema contributivo, è necessario sostenere la previdenza complementare. In Italia abbiamo uno dei sistemi migliori a livello europeo eppure le adesioni stentano a decollare proprio tra i giovani e tra le lavoratrici, soprattutto nella piccola e media impresa. Per questo chiediamo un concreto sostegno da parte del Governo con l’avvio di un nuovo semestre di silenzio assenso che sia accompagnato da un’importante campagna istituzionale di informazione. Interventi articolati che necessitano di un confronto serio e di ampio respiro, per questo come sindacati ci impegneremo affinché il tema previdenziale deve quindi tornare al centro del dibattito politico.
Ringraziamo Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, per l’interessante intervista che ci ha rilasciato, e ricordiamo a chiunque volesse prendere parte dell’intervento che è tenuto a citare la fonte.
È già tanto arrivare a 63 anni!!!!!!!Che prendessero una decisione!!!
pinuccio serra: sono 41 e 10 mesi per le donne; per gli uomini sono 42 e 10 mesi; alla fine con 41 anni ti diranno che è quella anticipata; non hanno neanche il coraggio di ammettere che sono vergognosi; anzi peggio; ci rassegnamo? tutti a roma farò l’impossibile per esserci;
Tranquilli si aggiusta tutto come al solito si passano la palla al piede e tutti si lavano le mami come a Pilato. Ma i siete accorti nei programmi TV nessuno ne parla. Se ne fregano tutti. X cui 67 anni oppure 41 e10 mesi mettetevi l’anima in pace.
A 62 anni si deve poter andare in pensione. Condivido, basta rinvii, i soldi per i sussidi li prendessero da altre entrate. Basta bonus
Bisogna fare equità sulle pensioni non è possibile che chi a lavorato 43 anni prenda dai 500 a800 € in meno di chi ne alavorati 35 o 37 noi in pensione dobbiamo vivere no sopravvivere ,le regole di calcolo devono essere eliminate non è possibile ad oggi che chi a versato 20 anni prenda di più di chi ne a versati 43
Perfetto faceva notare come nelle pagine del def, dalla 122 si parla chiaramente che non vogliono mettere mano alle pensioni. Vedo tutti i sindacati chiedere quota 41 o 62 anni ma il governo che dice ?
Non capisco cosa c’entra la previdenza complementare.
La previdenza pubblica si basa sul criterio di “mutualità” per cui tutti contribuiscono, chi vive più a lungo continuerà a percepire la pensione senza finire in povertà e chi vive di meno avrà contribuito a non far finire in povertà chi ha vissuto più a lungo.
La previdenza complementare è equivalente a mettere i soldi da parte e perché un lavoratore lo deve fare mettendo dei soldi in un fondo quando lo può fare da solo, visto anche che raramente questi fondi rendono più dei titoli di Stato?
La previdenza complementare non serve ai lavoratori, serve solo ai gestori dei fondi.
Osservazioni più che corrette, sig. Valerio.
Sono d’accordo, anzi posso affermare per esperienza di diretta che molti P.I.P. a gestione bancaria, sono costantemente in perdita anche per gli alti costi di gestione, l’unica convenienza è la deducibilità fiscale. Detto questo, con gli stipendi di impiegati e operai, chi si può permettersi di togliersi una cospicua parte dello stipendio per ritrovarsela forse dopo alcuni decenni in pensione. Forse sarebbe meno ipocrita che eliminassero tfs/tfr dandoci stipendi più decenti e possibilità di andare in pensione prima.
Non vorrei che alla fine si arrivasse a quota 41 ma con penalità. Sarebbe veramente una bella presa per il culo. Chi ha lavorato 35 anni prende di più di chi ne lavorerebbe 41. Ma essendo nel paese delle ingiustizie tutto è possibile.
Ha detto tutto di niente. Non sanno che pesci prendere. La legge Fornero è stata fatta per sistemare i conti della sussistenza. Sono stati presi dalla previdenza. Bene è ora di rimettere a posto i conti separando le due cose . È un diritto di chi ha versato i contributi riaverli da vivo e potersi godere , nel limite del possibile, un po’ di pace e serenità.
Basta col terrorismo Europa , casse inps vuote e ci si mette anche la corte dei conti . Abbiamo dei BUCHI ENORMI , il problema sono le pensioni. Ma va .
Bisogna fare una riforma pensionistica giusta , equa e sostenibile per i lavoratori che stanno pagando un prezzo alto in termini di sacrifici. Soprattutto le Donne .
La verità, tutti parlano , ma nessuno vuole mettere mano .
Alla fine il Sig. Draghi , deciderà lui . Ma se crolla il sistema contributivo, perché l’assistenzialismo non può essere eterno , vorrei capire da dove possano prendere i loro lauti stipendi………..
Giusto cambiare atteggiamento sulle pensioni ma dovete pensare anche ai disoccupati ultrasessantenni che chiedono solo di andare in pensione a 62/63 anni utilizzando i contributi versati (minimo 20 anni). Soddisfacendo la loro richiesta si ridurranno molti errori sui sussidi .
Parole, parole, Parole! Si ha il coraggio di essere chiari e precisi?
Eppure sarebbe semplice…
Proposta di Decreto Legge:
“È consentita l’uscita dal lavoro, ed il conseguente collocamento in pensione, al compimento del 62^ anno di età e/o al raggiungimento di 41 anni di versamenti contributivi. Il trattamento economico dovrà essere calcolato col sistema misto, secondo le attuali normative e senza penalizzazioni.
In conformità agli art 1, 35,36,37,38 della Costituzione è altresì previsto il collocamento in pensione dei cittadini con oltre 58 anni di età, disoccupati di lungo periodo, ovvero è previsto l’obbligo dello Stato di ricollocare i medesimi in lavori socialmente utili, con retribuzioni e contributi relativi, fino al raggiungimento delle condizioni di cui al primo comma del presente decreto.”
Non rigiriamoci troppo intorno!
Altrimenti si dice tanto per dire.
Sindacati: chiari e sintetici! Basta con scenette temporeggiatrici! Per poi sentirsi dire ” noi ci avevamo provato…ma è stato impossibile”
E, altra cosa: il bilancio dello stato è suddiviso per capitoli di spesa. Possibile che nell’era digitale non si riesca in mezza giornata a separare previdenza e assistenza? Altro che commissioni ad oc! Se non lo si sa fare,: tutti a casa per incapacità! Se non lo si vuole fare, tutti a casa per malafede!
I sindacati continuano a chiedere un incontro a orlando ma a me piacerebbe sapere i singoli partiti che sostengono questo governo chi è per la riforma chiesta dai sindacati e chi è contro.
I lavoratori vogliono quello che dice il sindacato ,visto che il governo ne ne infischia che facciamo aspettiamo con le mani in mano che la politica rinsavisca?
ANCORA TANTE BELLE PAROLE MA LE NOTIZIE CHE ARRIVANO SONO CHE IL GOVERNO NON FARA’ NIENTE ED I SINDACATI NON STANNO FACENDO NIENTE NEANCHE LORO.
E COME AL SOLITO SIAMO NOI CHE CI RIMETTIAMO TANTO LORO IL SUO BELLO STIPENDIO SE LO PRENDONO E CI VANNO IN CU…….