Il tema delle pensioni anticipate continua a tener banco sui social, in quanto é ormai evidente che il Governo a stretto giro dovrà scoprire le carte giacché alla scadenza di quota 100 manca ormai pochissimo. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di intervistare sia Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, quanto Domenico Proietti, Segretario confederale della Uil, ed entrambi hanno ribadito l’importanza di concedere una maggiore flessibilità in uscita a partire dai 62 anni così come l’importanza di accedere alla quiescenza dopo 41 anni di lavoro.
Si è parlato altresì della pensione di garanzia per i giovani, dei lavori gravosi, e della valorizzazione dei lavori di cura. Tra le varie proposte espresse una, tra i nostri lettori, pare aver trovato maggiori consensi ossia la quota 41. Vi riportiamo alcuni dei commenti a seguito dell’ultima intervista in esclusiva che ci ha rilasciato Proietti.
Pensioni anticipate 2021: dopo 41 anni di lavoro, giusto andare in Pensione
Lorenzo, scrive: “Dopo 41 anni di lavoro è giusto andare in pensione, una persona invecchia sia che fa il muratore o l’impiegato, poi è giusto anche considerare i lavori più gravosi e mandarli in pensione prima, ma non a 63 anni. Consideriamo anche il rendimento di un giovane rispetto a un anziano di 60 anni, lo stato di salute, la probabilità di infortunio. Insomma ci sono tutti gli elementi per un pensionamento dopo 41 anni di contributi.
Elia: “Io credo sia giusto che con 41 anni di contributi senza minimo anagrafico o 62 etá con almeno 35 anni di contributi si possa andare in pensione! Spero solo che il sindacato faccia il proprio dovere e una volta ogni tanto stiano dalla parte dei lavoratori. 41 contributi o 62 anni è un sistema che accontenta tutti… i precoci come me e i ritardatari come tanti altri ( per questioni di studio o carriere discontinue)… di soldi ce ne sono anche se draghi e compagnia varia x convenienza ci dicono di no!.
Riforma pensioni 2021: i lavoratori sono d’accordo con Proietti
Foghesu, sostenendo in pieno quanto detto da Proietti nel corso della nostra intervista in esclusiva: “Concordo appieno con Proietti! Punto fermo 41 anni di contributi senza vincoli anagrafici e senza penalizzazioni, bastano e avanzano. Poi se si vuol venire incontro ai precoci, ai lavori usuranti a chi ha carriere discontinue , alle mamme, ben vengano. Ma il perno deve essere 41 anni o l’età. .. Anche chi ha iniziato a entro i 19 anni è da ritenersi un precoce senza dover avere almeno 12 mesi di contributi, altrimenti andiamo a 18 anni…
Nico, aggiunge: “E giusto dare il dovuto ai lavoratori che hanno 41 di contributi ,e fare spazio x le nuove leve”
Paolo, avvalora la richiesta della quota 41: “Precocità, 41 anni a prescindere da età anagrafica, non c’è più tempo da perdere, basta parole, sono un classe 1965, miei conoscenti che lavoravano nelle forze dell’ordine classe 1966 sono già in pensione da un anno, scivoli, contro scivoli, con 35 anni hanno già risolto, ma questa è equità?”
Salvatore: “Sarebbe giusto andare in pensione con 41 anni in prospettiva anche alla speranza di goderla per alcuni anni dopo aver versato un sacco un sacco di contributi specialmente per i lavori usuranti”.
Luca: “41 per tutti!!! Quanti di chi decide sulle nostre teste conoscono quante tribolazioni affronta un lavoratore in 40 anni in una fabbrica, in officina, su un camion o su un cantiere? Quanti giovani a aspettare il ricambio generazionale raggiungeranno 40 anni di lavoro? Facciamo le cose giuste una volta per tutte!“
Luciano, il mantra dei ‘quota 41 per tutti si ripete’: Buonasera a tutti ritengo che chi ha raggiunto 41 anni di Contributi abbia tutto il Diritto di andare in Pensione, anche perché è un contribuente che come minimo ha 60 anni. Questo comporterebbe di conseguenza lasciare il posto di lavoro magari proprio al Figlio o la Figlia dello stesso Pensionato/a. Che magari è a casa a prende il Reddito di Cittadinanza”.
Piero: “Cari ministri, 41anni di lavoro a prescindere dall’età, sono abbastanza, anche perché come me che ho iniziato a 15 anni, come i più tanti non ho tutti gli anni di lavoro, perciò in automatico l’età pensionabile si allunga da sola, già io arrivo a 43 44 anni per andare in pensione, e come me la maggior parte che ha iniziato presto.
Ezechiele, invece, e con questo commento chiudiamo sembra invitare i sindacalisti ad andare oltre le parole se il Governo non prenderà in seria considerazione le loro rimostranze, giacché loro dovrebbero essere i portavoci delle istanze dei cittadini, e così scrive: Perché non ci si mobilità per la riforma pensioni?: “Scusate ma non capisco per quale motivo il sindacato si mobilità per diverse questioni ma per le pensioni non si fa nulla. Sono anni che da questo orecchio non ci sente. Si si vedono molte richieste sulla carta ma alla fine nessuna mobilitazione, nessuna concretezza. Non è forse il momento di darsi una mossa. O vogliamo aspettare nuovamente la solita risposta del governo, “non abbiamo tempo per una riforma organica” e intanto gli anni passano”.
E voi cosa ne pensate? Il Governo approverà mai la quota 41 per tutti?
Un lavoro usurante lo è sia che avvenga a inizio attività sia durante e sia dopo al termine. Si riconosca che una persona ha svolto 7 anni della propria vita come usuranti e la si faccia finita. questo permetterebbe un corretto ricambio generazionale dopo 35 anni di contributi versati. poi per gli altri, 41 o dai 62. Proroga strutturale di opzione donna, per tutte quelle che hanno iniziato prima del 1995 (retributivo) con pensione dai 58 dipendenti o 59 autonome come ora. Decurtazione minima derivante dal riconoscimento del lavoro di cura per la famiglia (figli, genitori vivi o che non ci siano più ma che si possa provare di aver svolto il lavoro di cura. welfare di stato inesistente e allora? lottiamo per i diritti e parità di salario.
Ho 60 anni e sono un precoce 41 anni 6 mesi di contributi sono disoccupato da 2 anni in naspi e gli ultimi contratti di 7 anni innumerevoli sono stati solo contratti a termine,adesso chiedo perché non posso andare il pensione per un cavillo burocratico in quanto non sono stato licenziato ma termine fi contratto,ma è ingiusto e discriminatorio chi è al gg d’oggi che ti assume?
Sarebbe bello, anzi doveroso nel rispetto dei lavoratori che hanno sulle spalle 41 anni di “vita lavorativa”. Ma non succederà. Non succederà perché oggi (vedi legge Fornero) il “paletto” è 42 e 10 mesi (uomini) oppure 41 e 10 mesi (donne). Non scenderanno mai sotto questi valori, valori che oggi sono di riferimento per il riconoscimento di una pensione “anticipata” (che a dir del vero “anticipata” non è, ma è una pensione “di diritto” strameritata). Se verrà fissato un numero di anni sarà da 43 a salire (purtroppo). E comunque, giocheranno ancora, facendo leva sulla data anagrafica della persona che vuole andare in pensione (fregandosene altamente della “vita lavorativa” di questa persona). Parlano di “scalone” di 5 anni di età anagrafica (dai 62 di quota 100 ai 67 di quella di vecchiaia della Fornero). Si metteranno a tavolino, diranno che l’età anagrafica sarà 65 (a metà strada tra 62 e 67) e se ne fregheranno se una persona a 65 anni ne avrà fatti 45 di “vita lavorativa” (ipotizzando che abbia iniziato a lavorare giovane a 20 anni).
Dopo una vita di lavoro, e di contributi versati, è giusto poter vivere un po’ serenamente quel poco che ci resta da vivere, visto che subentrano purtroppo anche tanti problemi di salute e noi donne si lavora il doppio tirando avanti la baracca di casa e famiglia!!!Mi raccomando non pensateci troppo!! Io aspetto opzione donna, la proroga, vi pregooo, Roberta 63