Riforma pensioni, ultimissime: la legge di bilancio ridia giustizia agli esclusi

Pensioni anticipate 2022-2023 e se l’assegno fosse parametrato all’aspettativa di vita?

Quando si parla di riforma pensioni i problemi che sindacati nel proporle ed il governo nell’approvarle si trovano davanti sono molteplici, tra questi: quali misure approvare affinché soddisfino il maggior numero di pensioni e risultino eque? Potranno essere misure temporanee o potranno assumere carattere strutturale? Molto dipende dal nodo risorse, si sente spesso dire che i conti devono restare in equilibrio altrimenti il sistema non reggerebbe.

Nei giorni corsi abbiamo pubblicato la proposta, certamente innovativa, del Dott. Claudio Maria Perfetto che dal canto suo ha trovato una proposta complementare all’uscita con quota 41 e con i 62 anni d’età e che permetterebbe di non gravare sullo Stato, si tratterebbe di far pagare alle macchine intelligenti, che hanno sostituito il lavoro dell’uomo, le tasse e dunque far loro versare i contributi, questo permetterebbe di poter mandare gli anziani in pensione e di far entrare i giovani nel mondo del lavoro sfruttando il turnover generazionale. La proposta, seppur definita da alcuni futuristica, ha trovato massimo accoglimento sul portale, nei prossimi giorni pubblicheremo le considerazioni dei tanti lettori che l’hanno trovata ‘geniale’ ed ‘innovativa’, nonché ‘rivoluzionaria’. Oggi vi proponiamo, invece, la proposta di Giovanni che sostiene potrebbe esistere un modo, subito spendibile, con gli strumenti attuali, per consentire alle persone di andare in pensione prima senza gravare sull’Inps. Ecco le sue linee guida.

Riforma pensioni 2023: linee guida per non gravare sull’Inps, stop quote, tutto parametrato su aspettativa di vita

Nei giorni scorsi il Signor Giovanni aveva lasciato questo commento sul sito, che ci aveva incuriosito:

“Io ho più volte suggerito le linee guida per salvare INPS e mandare tutti in pensione, anche anticipata. Vorrei che fosse considerato seriamente, dal momento che è a costo zero o quasi. Soprattutto dai Sindacalisti e operatori del settore. Riassumendo:
1) età di vecchiaia per tutti ( 67 o meno che siano);
2) pensione parametrata all’aspettativa di vita, che non è un dato astruso ma un dato statistico, approssimativo ma veritiero;
3) definizione pro quota anche per le pensioni anticipate miste (INPS – Casse private;
 ogni anno l’INPS, mette a bilancio previsioni di spesa, in base ai singoli capitali, e acconto a gli scostamenti)

Chiaro che dovrei spiegare più dettagliatamente, da perito contabile che sono, ma mi sembra già comprensibile. Il sistema è sostenibile e il Governo lo farebbe subito. Se magari qualcuno glielo illustra. E se qualcuno rinuncia all’idea balzana, di andare in pensione da giovane per sempre. Esclusi ovviamente gli usuranti”.

Abbiamo dunque deciso di contattarlo ìn privato per farci spiegare meglio cosa intendesse, ecco le sue ulteriori considerazioni inviateci via email:

Riforma pensioni 2023, una proposta a costo zero per l’INPS

Sono uno dei tanti disoccupati ultrasessantenni senza pensione. Le povertà sono triplicate dal 2006. Io avrei un’ ipotesi di riforma A COSTO ZERO, che sistemerebbe anche i conti INPS.

Ognuno va in pensione a 67 anni col l’assegno pieno, ma parametrato all’aspettativa di vita in base agli indici statistici ufficiali. Chi ci va prima, sempre col massimo contributivo, deve anch’esso essere parametrato all’attesa di vitaNessuno può pretendere di usufruire dello stesso assegno per 15 o 25 anni. Occhio di riguardo ovviamente per gli usuranti. E coefficienti benevoli per i precoci, in ragione dell’ eventuale esiguità dell’ assegno.

Per le pensioni anticipate, stesso discorso, con equiparazione pro quota delle Casse private, se del caso. L’INPS tratterebbe queste partite contabilmente, con conti previsionali ed eventuali sopravvenienze, da spesare o utilizzare nel tempo.

Il sistema è talmente semplice ed equo che spero qualcuno lo porti avanti. Vorrei anche fare notare che, allargare la platea dei pensionati ai senza reddito, implica una rinuncia ad erogazioni a fondo perduto, tipo RDC, bonus vari, esenzioni etc 

Oltretutto i nuovi pensionati tornano, CONTRIBUENTI E CONSUMATORI. Alla fine penso che l’INPS è l’Erario ci guadagnerebbero. Non pensate che si debba fare? C’è qualcuno disponibile a portare avanti un progetto di questi tipo? Lo spero vivamente e credo che il Governo lo farebbe”.

Cosa ne pensate delle considerazioni del Sign. Giovanni? Trova riscontro soprattutto tra i disoccupati che al momento non riescono ad accedere alla quiescenza e che spesso ci chiedono di intercedere per loro con i sindacati? O ritenete quella di associare l’assegno all’aspettativa di vita una modalità non proficua? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.

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24 commenti su “Pensioni anticipate 2022-2023 e se l’assegno fosse parametrato all’aspettativa di vita?

  1. Buonasera! Spero che questa terribile pandemia, che ostacola molto la crescita economica venga, al più presto, debellata definitivamente e che il conflitto tra Russia ed Ucraina termini nel tempo più breve possibile. Mi auguro, pertanto, che ci sia un ricambio generazionale (turnover) costante, per quanto riguarda il mondo del lavoro; auspico, a tal proposito, che molti lavoratori anziani ottengano l’agognato pensionamento e che molti giovani possano accedere più facilmente al mondo del lavoro. Spero, inoltre, che aumentino le nascite e che molti ragazzi non siano costretti ad emigrare all’estero. Grazie di cuore a tutti!

  2. Don62 ha pienamente Ragione,i precoci hanno già dato tanto a questo Paese,, ma chi deve avere dovrà sempre Dare non mi sembra Equo.. Per niente

  3. Disgustato.. Fatevi 43 anni di lavoro come me e poi sentitevi dire di essere penalizzati.. Perché troppo giovani.. Disgustato e pienamente in disaccordo

  4. Buongiorno! Spero che questa terribile pandemia, che ostacola molto la crescita economica venga, al più presto, definitivamente debellata e che il conflitto tra Russia ed Ucraina termini nel tempo più breve possibile. Mi auguro, pertanto, che ci sia un cambio generazionale ( turnover) costante, per quanto riguarda il mondo del lavoro; auspico, a tal proposito, che molti lavoratori anziani ottengano l’agognato pensionamento e che molti giovani possano accedere più facilmente al mondo del lavoro. Spero, inoltre, che ci siano più nascite e che molti ragazzi non siano costretti ad emigrare all’estero. Grazie di cuore a tutti!

  5. Buongiorno a tutti le ipotesi che leggo nell’articolo sembrerebbero abbastanza ragionevoli.Non credo però che il governo pensi a noi cittadini lavoratori ma bensì a come trarne profitto.Non ci credo che in tutti questi anni le casse previdenziali non abbiano trovato la possibilità e la capacità di fare cassa amministrando bene i nostri versamenti, vuol dire che il sistema è mal gestito.Grazie per darci la possibilità di confronto

  6. Io lavoro dal 1980 primo ottobre a giugno 2022 faccio 41 di lavoro e sono magazziniere è vergognoso un.Devo lavorare altri 2 anni per una misera pensione che forse non arriva neanche a 1200 euro con 43 anni e un mese di lavoro e io sarei privilegiato,con moglie e due figli che studiano all università ,io i miei contributi me li sono versati non me li ha regalati il governo io vado con il misto e retributivo e mi volete anche penalizzare vi dovete solo vergognare per non dire altro,provate voi a lavorare a quattordici anni fino alla mia eta 56 anni e sollevare e spostare colli pesanti da scafalare a tre metri da terra sopra una scala col rischio di cadere ogni momento,dovreste premiarci anziché penalizarci.

  7. cosa volete che vi dica? tra poche settimane finisce l’anno scolastico e poi devo anche farmi gli esami di maturità come prof. di ginnastica; tanto abbiamo capito che fanno quello che vogliono ; come detto: perfetto ministro; glielo vada a spiegare a quei 4 ……………………………………..che ci comandano; saluti a gestori del sito

  8. Buonasera a tutti. Premetto che rispetto ogni commento descritto perché dietro al commento c’è una persona e le persone vanno rispettate ,se , lo meritano.Fatta questa premessa io dico ,ma dietro a tutto questo c’è rispetto per i Lavoratori? Qua si considerano solo numeri, eppure stiamo parlando di numeri significativi, tipo 40,41,42,43,44 anni di servizio,quindi?Anticipata?con questi numeri? Le persone che hanno fatto le innumerevoli riforme, proposte,chi dopo una legislatura prende la pensione,hanno lavorato e accumulato contributi per i numeri sopra descritti?Io credo che le persone che continuano a ragionare e girare intorno alla cosa non hanno il minimo rispetto della gente e se ne fregano altamente, probabilmente dettato anche dal fatto che non hanno bisogno.Concludo , è tutto una vergogna.
    Buon Lavoro

  9. Io continuo a non capire che cosa di innovativo stia dicendo Giovanni.
    A me sembra che attualmente le pensioni vengano erogate già tenendo conto dell’aspettativa di vita e quindi a parità di contributi versati sono tanto più basse quanto più si è giovani (almeno per i contributi versati dal 1996 in avanti).
    La riforma Fornero ha proprio voluto accelerare questa transizione tra il metodo retributivo e il “tutto contributivo” che coincide con quello auspicato da Giovanni, senza prevederlo, per fortuna aggiungo io, in maniera netta già da 2012
    Quindi quello che dice Giovanni è esattamente quello che ha proposto il Governo: “vuoi andare in pensione prima dei 67 anni previsti attualmente per la vecchiaia? ci puoi andare se accetti la liquidazione della pensione tutta contributiva.
    A tale riguardo il governo stesso ha delle remore a concedere l’uscita con tale metodo al di sotto dei diciamo 64 anni perchè sa che liquidare una pensione con i coefficienti legati all’aspettativa di vita e con magari pochi anni di contributi versati (diciamo anche 30) quel pensionato farà la fame.

  10. Sig. Giovanni, tutte le proposte sulle pensioni (tra cui la sua) meritano la nostra attenzione. Soprattutto quando tali proposte emergono dalle proprie conoscenze e competenze nonché dalla propria attività lavorativa.

    Lei vede le pensioni dal suo punto di vista, quello contabile.

    Io vedo le pensioni dal mio punto di vista, quello economico.

    Dal suo punto di vista contabile, è come dice lei: “Nessuno può pretendere di usufruire dello stesso assegno per 15 o 25 anni”.

    Dal mio punto di vista economico io dico che nessuno potrà avere la pensione se non c’è un lavoratore che la finanzia. In altre parole, il lavoro “produce” la pensione.

    L’aspetto contabile è importante, perché le uscite (pensioni) non devono superare le entrate (contributi da lavoro). Qui l’attenzione è riposta sulle uscite (pensioni in base ai contributi versati).

    L’aspetto economico è altrettanto importante, perché permette di aumentare le entrate (aumentando l’occupazione) a fronte delle quali è possibile aumentare le uscite (pensioni). Qui l’attenzione è riposta sulle entrate (contributi da lavoro).

    A suo tempo, quando spiegò la Riforma delle pensioni in televisione nel 2011, la Prof.ssa Fornero tenne a precisare che la Riforma pensioni era il primo passo a cui sarebbe seguita la Riforma del lavoro.

    Sono passati dodici anni. Stiamo ancora discutendo della Riforma Fornero. Su come renderla “flessibile”.

    Io suggerirei che è ormai tempo di discutere della Riforma del lavoro da far seguire alla Riforma pensioni della Prof.ssa Fornero. Una Riforma del lavoro basata su un programma di lavoro garantito, pagato bene (con salario minimo di 12 euro l’ora) e non sottopagato, stabile e non precario (mini job, o lavori a chiamata), con il vincolo che un pensionato non può lavorare a meno che non rinunci alla pensione.

    Mi riferisco non già al “Jobs Act” del Governo Renzi, ma ad una Riforma del lavoro dello stesso calibro della Riforma Fornero. Una Riforma del lavoro che sia di complemento alla Riforma delle pensioni e che renda “flessibile” la Riforma Fornero.

    In altre parole, la “flessibilità” che si sta cercando di applicare alla Riforma Fornero è a tutti gli effetti la Riforma del lavoro.

      1. Grazie Dott. Perfetto! Finalmente una proposta innovativa capace di una visione complessiva in grado di ridare dignità a lavoratori ormai anziani e usurati con una flessibilità in uscita e una speranza a giovani motivati e capaci ma ai quali il mercato del lavoro nel nostro Paese è di fatto precluso. Se decidesse di affrontare politicamente gli attuali dinosauri al Governo sono sicuro che saremmo davvero in tanti a sostenerla!

    1. La ringrazio dell’attenzione. Io mi sono limitato a “far quadrare” i conti INPS. Che il lavoro precario sia una vergogna enorme è un dato di fatto. Quando ho cominciato a fare il consulente, facevo pure le paghe. E non esisteva lavoro a tempo determinato che non fosse stagionale. Purtroppo ciò si lega al fatto che dovrebbe essere anche più facile licenziare, magari con congruo indennizzo.
      Purtroppo l’art. 1 della Costituzione non è mai stato applicato. Sconfitto giustamente il comunismo, purtroppo però ha vinto il liberismo più iniquo. La ringrazio ancora dell’attenzione.

  11. Non sono d’accordo sui precoci.
    Chi ha iniziato a lavorare a 20 anni o prima, ha speso la sua gioventù lavorando, altri no.
    Perciò non devono essere penalizzati su niente!
    Chi invece è disoccupato dopo i 60 deve poter accedere facilmente alla pensione per quanto versato.

    1. Qui si parla di sostenibilità dei conti. Infatti nel progetto di Giovanni, i precoci devono essere solo lievemente penalizzati. Non si può pensare di prendere lo stesso assegno se si va in pensione per 15-20-30 anni. Non deve essere troppo penalizzato nessuno. Ma nemmeno chi ha studiato e cominciato dopo.
      È un fatto inconfutabile economico-finanziario.
      Se poi si decide POLITICAMENTE che i precoci non devono essere in alcun modo penalizzati, allora bisogna trovare le risorse. Per me sarebbe giusto usare dei coefficienti a scalare per fascia di età.

      1. Chi ha studiato e cominciato dopo, e stiamo parlando di un’altra epoca, in grande maggioranza ha trovato lavori confacenti con stipendi confacenti. Nel pubblico impiego per esempio ci si trovava subito inseriti almeno nel V livello con crescita professionale e stipendiale che poteva portarti a fine carriera all’ VIII livello. Io per esempio sono arrivato al V livello dopo 35 anni di lavoro, prima sempre IV livello. Quelle 500.000 lire facevano la differenza tra un impiegato e un operaio e oggi probabilmente anche l’assegno pensionistico è differente. Questo ha consentito una vita leggermente più agiata e uno stato fisico più sano. Mentre un impiegato stava in un ufficio con aria condizionata io stavo in una officina tipolitografica, inalando vapori di vernici, acidi e sostanze quali acquaragia e petrolio. Chiudo ricordando che mi sono pensionato con 43,2 della Fornero. Niente quota 100, niente quota 102, niente di niente. Quando si parla di sostenibilità dei conti chiedete a Salvini e Durigon quanto gliene fregasse a loro della sostenibilità dell’INPS e dell’equità tra lavoratori.

      2. Io lavoro dal 1980 primo ottobre a giugno 2022 faccio 41 di lavoro e sono magazziniere è vergognoso .Devo lavorare altri 2 anni per una misera pensione che forse non arriva neanche a 1200 euro con 43 anni e un mese di lavoro e io sarei privilegiato,con moglie e due figli che studiano all università ,io i miei contributi me li sono versati non me li ha regalati il governo io vado con il misto e retributivo e mi volete anche penalizzare vi dovete solo vergognare per non dire altro,provate voi a lavorare a quattordici anni fino alla mia eta 56 anni e sollevare e spostare colli pesanti da scafalare a tre metri da terra sopra una scala col rischio di cadere ogni momento,dovreste premiarci anziché penalizarci.

  12. Vorrei chiarire che il mio progetto, da Voi bene illustrato, è un tentativo di rendere flessibile il sistema salvaguardando i conti INPS. In ogni Ente o Società che si rispetti, ogni voce di spesa deve essere budgetata, cioè prevista e accantonata. L’unico parametro che abbiamo è l’aspettativa di vita statistica. Non importa se non è esatto, ma ci permette di fare una previsione di costo. Qualcuno vivrà 100 anni e saranno finanziati da chi sarà meno fortunato. Molti non hanno compreso e hanno fatto dell’ironia fuori luogo. Del tipo ..solo Dio sa quanto viviamo….ci vorrebbe il mago Otelma e altre amenità del genere. Io sono una persona seria, che ha presentato un progetto, buono o meno che sia, che permetta a tutti di andare in pensione anticipata, nei limiti del capitale accumulato. Chi non è d’accordo presenti un progetto alternativo che sia sostenibile dall’INPS e accettabile dai Governi.
    Se tutti vogliamo tutto, siamo dei lupi che ululano alla luna. Ringrazio i gestori che mi hanno dedicato così tanto spazio, forse intuendo la mia buona volontà, che è poi l’arte del possibile.

    1. Il problema è l’accettabilità del governo!
      Accettano solo se ci guadagnano, perché poi li devono girare alle varie lobby delle armi, banche ecc. dove ci mettono pochi secondi a decidere. a prescindere dalla sostenibilità o meno.
      Perciò la questione non è che deve essere sostenibile dal governo, ma è solo di volontà politica che non c’è, perché, ripeto, dove conviene a loro, non si fanno tutti sti problemi.
      Adesso è ora che diano anche a noi!

    2. Una soluzione sarebbe, prima di tutto, eliminare tutti i benefici dei nostri governanti (vitalizio, agevolazioni su qualsiasi cosa, stipendi esorbitanti etc..etc..) perchè loro possono andare in pensione dopo 4 anni e 6 mesi (la prendono a 65 anni) oppure dopo 9 anni (la prendono a 60 anni) e noi dobbiamo aspettare 43 anni di lavoro oppure 67 anni di età?
      Già questo produrrebbe un bel tesoretto da mettere sulle ns. pensioni.
      Poi faccio presente che i lavoratori precoci andranno in pensione dopo 43 anni con una pensione che arriva a poco più del 60% quanto ancora li volete penalizzare?
      Mi sembra che noi abbiamo già dato abbastanza visto che non tutti riusciranno ad arrivare a 43 anni di contributi, a forza di penalizzazioni va a finire che, chi ha lavorato 43 anni ed ha iniziato presto prenderà una pensione più bassa di chi ha lavorato 30 anni e va in pensione magari a 65 anni.
      E’ ora di finirla di penalizzare sempre quelli che hanno iniziato a lavorare a 15/16 anni altrimenti qualcuno potrebbe anche arrabbiarsi veramente

  13. Saluti, ho fatto richiesta di autorizzazione ai versamenti volontari in data 11/1/2022 e ad oggi non ho avuto risposta. Dopo tre appuntamenti alla sede dell’ INPS territoriale (OLBIA) due solleciti e un appuntamento telefonico, stamattina 22/4/2022 mi hanno detto che non possono evadere la mia pratica in quanto l’ INPS non ha ancora aggiornato i coefficienti di calcolo per il 2022 e quindi devo aspettare. Vi risulta corretta questa informazione ? Dato che già dal 1/4/2022 avrei dovuto versare i primi tre mesi e non posso farlo, cosa succede al mio diritto di assegno pensionistico che dovrebbe decorrere dal 1/8/2022 ?
    Grato per una cortese risposta! Buona Giornata!

  14. La vera riforma delle pensioni? 65 ANNI PER TUTTI, CONTRIBUTIVO X TUTTI CON COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE DEL MONTANTE AL 7,5% SENZA REVERSIBILITA’ E 6,5% CON, MANTENIMENTO DELL’APE SOCIAL PER LE “CATEGORIE PROTETTE”. Tempo di realizzazione della riforma: circa mezzora.

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