La guerra tra Russia e Ucraina che sta squassando l’Europa come mai negli ultimi decenni, sta mettendo in disparte uno degli argomenti più importanti nell’agenda di Governo in questi primi mesi del 2022, quello delle pensioni anticipate. Dopo i primi incontri tecnici che si sono avuti già nel mese di gennaio si aspettava con ansia la prima verifica politica che doveva esserci nel mese di febbraio per entrare nel merito di una riforma che gli italiani aspettano da oltre dieci anni in sostituzione della ormai datata e non più attuale legge Fornero.
Pensioni anticipate 2022-2023: quota 102 non basta, il Governo non ha agito
Tutti i protagonisti in questa difficilissima partita sono, a parole, dell’idea di superare le rigidità imposte dalla sopra citata legge ma poi al momento di affrontare veramente le problematiche e di entrare nel merito della discussione il tutto evapora come neve al sole
Draghi, vorrebbe concludere il tutto entro poche settimane per poi inserire le linee guida nel DEF che lui vorrebbe anticipare a marzo ma, sostanzialmente, la volontà del Governo in oltre dodici mesi non è mai stata espressa chiaramente, non è ancora stato presentato un testo scritto su cui le OO.SS., i lavoratori e tutti quanti hanno interesse in questa tematica possano fare dei ragionamenti. Il Governo dopo aver per mesi procrastinato l’argomento nascondendosi dietro altre tematiche che sembravano di volta in volta più importanti, è arrivato alla fine dell’anno 2021 senza presentare alcuna proposta concreta , oltre alla rigida quota 102, ha poi parlato, ma senza mai presentare un testo scritto, di una generica ipotesi di flessibilità in uscita ma senza mai entrare nel dettaglio causando soltanto incertezza, malumore e sfinimento nei lavoratori, ormai esasperati da un continuo tira e molla non degno di un Paese civile.
Dapprima la pandemia, con tutti i problemi relativi all’aspetto sanitario, economico e sociale, poi la crisi tra Russia e Ucraina sfociata nella guerra che sta causando a cittadini ed aziende costi dell’energia raddoppiati in pochi mesi, quindi un’ inflazione schizzata a livelli che non si vedevano da 25 anni, inoltre lo spread quasi raddoppiato hanno messo in disparte un argomento, che pur se interessa milioni di cittadini italiani, non è più al primo posto sulle priorità dell’esecutivo.
Pensioni 2022 la situazione tra proposta Tridico e Raitano
Rinvii continui, pretesti, proposte non ben definite fatte filtrare ad arte per confondere, illudere o semplicemente per vedere la reazione che suscitano. Per cui il Presidente dell’Inps Tridico presenta la sua proposta di flessibilità che in un primo momento prevedeva un ‘uscita dal mondo del lavoro a 62/63 anni prendendo subito la parte calcolata col metodo contributivo e poi a 67 anni di età ottenere anche la parte di retributivo, ma che poi, in un attimo sposta l’uscita a 64 anni come se uno o due anni in più fossero ininfluenti. La proposta Raitano che parla di flessibilità con penalizzazione del 3% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni ma che non specifica da che età è possibile il pensionamento, oppure la proposta chiamata Opzione Tutti anche essa nebulosa, poco chiara non ben definita.
Intanto viene certificato che l’aspettativa di vita nel 2020 è diminuita di 1,2 anni, e nel 2021 si prevede un’altra riduzione, non è all’ordine del giorno alcuna riduzione sull’età ordinaria del pensionamento, le nuove pensioni per effetto degli ormai 27 anni di sistema contributivo sono sempre più basse, non si vuole in nessun modo separare la previdenza dall’assistenza adducendo motivazioni pretestuose e si rimanda e ritarda una legge necessaria che abbracci tutte le problematiche connesse e che deve essere equa, giusta e duratura.
Ora c’è anche la guerra in Europa con tutto quello che comporta in termini di vite umane, danni enormi ed economie squassate. Prima avevamo la pandemia, prima avevamo la nomina del nuovo Presidente della Repubblica, prima avevamo la crisi di governo. In quest’epoca così difficile da vivere c’è sempre un qualcosa che succede ma questo non vuol dire che non si possa comunque attuare quello che serve ad un Paese. Per predisporre e votare una legge sulle pensioni bastano poche settimane se solo esiste la volontà di farlo, tutto il resto sono pretesti, scuse, rimandi, tanto la legge Fornero c’è, esiste, e sotto sotto va bene a tutti i partiti.
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L’ età media è stato certificato che si è abbassata di 1 ANNO E 2 MESI !!! Perché dobbiamo continuare ad andare in pensione dopo 43 anni e 1 mese ??? Perchè ora le pensioni non si adeguano ALLA VERA SPERANZA DI VITA !!! Questo è un furto indecente e vergognoso !!! SINDACATI DOVE SIETEEEE ???
Perfetta sintesi quella del Dott. Marino.
Come sempre molto chiaro ed esaustivo nelle spiegazioni.
Purtroppo i continui rinvii (per cause di forza maggiore ma non solo…) non fanno altro che esasperare gli animi dei lavoratori.
Non parliamo poi dei più sfortunati di 55/60 anni di età che per vari motivi si trovano nella peggior condizione di non essere più lavoratori e ancora lontani dalla pensione.
Un saluto a tutti e complimenti ai responsabili del sito
Grazie Tiziano!
Grazie
vedo che qualcuno ancora non afferra le situazioni; farò un estremo tentativo e poi , come diceva mia madre (pace all’anima sua) : paolo, rassegnati, un quadro non può diventare tondo; partiamo da un dato: le leggi non le fa un partito da solo; magari un partito le propone ma se non sono tutti o molti d’accordo non se ne fa niente; diciamo che su quota 100 nel 2019 c’era una convergenza di idee; non hanno avuto il coraggio di abolire la fornero (legge)? non è questione di avere coraggio o meno, ci sono sempre i burocrati a livello italiano ed europeo che dicono cosa si può fare e cosa non si può fare; su una platea potenziale di 800.000 persone qualcuno pensa che sarebbe stato possibile mandare in pensione 2 milioni di lavoratori nell’arco di 3 anni? se qualcuno è convinto di si beato lui; parliamo di quote: sono state inventate 3 anni fa? se qualcuno crede alle favolette beato lui; ricordo , senza andare a quasi 30 anni fa quando si permetteva ai 40 anni (di età, non di contributi) di andare in pensione ricordo una accoppiata 35-57e credo che eravamo agli inizi degli anni 2000; poi l’età aumentava e lasciavano fermi i contributi, nel 2009 se non sbaglio erano i 58 anni; poi nel 2010 erano i 35 e 59 ( ricordo un segretario di scuola che andò in pensione nel 2010); e nel 2011 c’erano i 60 anni; poi è arrivata la legge fornero; anzi dimenticavo: c’era un bel numero : 40; se non sbaglio berlusconi introdusse la finestra dell’anno successivo, la fornero ha semplicemente detto: tolgo la finestra, ma diventano 42; senza quota 100 adesso avremmo quasi 44 anni di contributi; finisco: e adesso: semplicemente gli stessi burocrati stanno semplicemente richiudendo il tutto: come nel 2011 ci fu la classe 1951 (non ne sono sicuro) inc. adesso a chi tocca: gli (noi ) inc. del 1960 che con 62 anni e 41 di contributi ci dicono: non hai i requisiti; mangiati la pensione integrativa se vuoi andare in pensione saluti ai gestori del sito
Complimenti dott. Marino, analisi puntuale e precisa che rispecchia perfettamente la realtà. Purtroppo assistiamo passivamente a continui rinvii da mesi (per non dire anni) e i nostri politici e sindacalisti ci sguazzano in questo. Nessuno di loro ha veramente a cuore il destino die lavoratori e siccome si sa’ che non è una scelta facile, nessuno vuole affrontare seriamente l’argomento e si rimanda. Fino a quando??
Io dico che IL TEMPO E’ SCADUTO !!. E che i lavoratori devono organizzarsi e scendere in piazza CON o SENZA i sindacati. Aspettiamo qualche settimana che la guerra finisca e poi ci si organizza a dovere. Solo così si può ottenere qualcosa.
Grazie
Chissà se i sindacati riusciranno a far togliere ALMENO la finestra “FURTO” dei tre mesi .. DOPO 42 ANNI E 10 MESI ? CHE SIA CHIEDERE TROPPO ?
L’ho scritto e lo riscrivo, la legge Fornero va bene a tutti anche ai sindacati, così avranno sempre un nemico (finto) da combattere.
Ne Tridico ne Raitano! I diritti acquisti come d’altronde come quelli dei nostri (cari) politici e sindacalisti non si toccano! Dopo 41 anni di duro lavoro come di fa a dire pensione anticipata, e poi quelli con 41 anni se continua così dovranno lavorare chissà quanto per la tanto agognata pensione. Ogni scusa é buona per togliere ai lavoratori guarda la rimodulazione dell’IRPEF hanno diminuito le detrazioni al lavoro dipendente su una certa fascia per ridarlo ai redditi alti. Draghi un Robin Hood al contrario, questo non ne vuole scuse ( poveri ucraini ) per non fare la riforma previdenziale. Dico ai sindacalisti: ma tuttiiiii questiiiii anniiiiii ma dove stavate sulla lunaaaa!
Al dragone interessa poco o nulla del futuro degli italiani che hanno tirato la carretta dell’economia per 40 anni ed oltre, sacrificando tempo, affetti e salute sull’altare dell’Art. 1 della Costituzione repubblicana. Costui siede sullo scranno più alto dell’esecutivo per assicurare principalmente gli interessi economici che con la gente semplice ed umile non hanno nulla di cui spartire. Il suo silenzio tombale sul tema previdenza durante l’intero anno 2021 doveva essere di monito e di allarme soprattutto per le rappresentanze sindacali, di cui ormai se ne fa beffe, e che reputa non più di uno straccio da pavimento. Rappresentanze che tra poco, se non cambieranno atteggiamento in modo radicale, si troveranno di fronte in modo assolutamente meritato ad una prevedibile estinzione delle tessere sindacali. L’esecutivo non sottovaluti l’impatto di questo trend al massacro dei diritti di soggetti assolutamente meritevoli di considerazione economica e sociale quali i lavoratori di lungo corso. La rabbia che cova tra intere fasce di cittadini è tanta ed è destinata, viste le poche o scarse considerazioni ricevute, ad aumentare ulteriormente. Non tenerne conto è una mancanza totale di senso civico.
Concordo su tutto quanto esposto da Marino , purtroppo ogni scusa è buona per procrastinare la riforma che sta a cuore a migliaia di persone- è una vergogna, stiamo assistendo a continui rinvii da mesi ed ora ci mancava pure la guerra- che non si trovi come scusa anche questa per prendere e farci perdere altro tempo….. Signori miei ….IL TEMPO E’ SCADUTO !!!! Si tirano fuori i soldi per tutte le cose e per una cosa così seria come la riforma con una flessibilità in uscita non più rimandabile…. NULLA – è tempo di scendere in piazza ad oltranza, ne abbiamo le tasche piene di Draghi e compagnia.
Mi sa che sul tema pensioni questo governo ci sta prendendo in giro. Ogni scusa è buona per rinviare. Intanto noi viviamo con l’ansia e non sappiamo nulla su come andrà a finire. Ma se lo sono chiesto come fa la gente a 62 anni che ha perso il lavoro e sta per finire i risparmi dopo 39 anni di contributi versati? Andiamo sotto i ponti? Adesso c’è la scusa della guerra, prima della pandemia. Che scusa troveranno dopo? Ma siamo seri.
analisi perfetta, dott. Marino; come detto in un altro commento la patata è talmente bollente che nessuno vuole prenderla in mano; come dice lei tante ipotesi per vedere anche la reazione delle persone; poi in vicinanza delle elezioni che potrebbero essere anche prima di 1 anno le ipotesi più bizzarre; quota 41 indipendentemente dall’età; quota 103 con 63 e 40 così per accontentare gli (noi inc. del 1960); chiaramente tale ipotesi naufragherà dopo le elezioni; ma intanto molti del 1960 (io no) avranno creduto alla favoletta; riassumendo: altro che k2 (ora la montagna è proprio l’everest che ci sommerge); tra poco passerò agli abissi marini ma mi risulta che ci siano montagne anche più alte (non sulla terra) ; saluti a lei e alla dott. ssa Venditti
Saluti Paolo!
grazie; anche a lei e famiglia e grazie per gli spazi che ci date per sfogarci
Grazie a voi che ci leggete quotidianamente e che grazie ai vostri commenti rendete possibile questo bel dibattito su un tema per nulla banale!
Purtroppo non ho fatto altro che evidenziare quella che è la realtà.
Saluti a te.
Governo di pagliacci connivente con sindacalisti buffoni
Mi fa’ comodo pure a mè!!!!! a inizio gennaio esattamente il 13 ho le fatidiche 2227 settimane… se cambiano lo prendo in quel posto… e allora??????? Fornero per tutti,
L’articolo di Mauro Marino rende perfettamente l’idea di come stanno le cose, non c’è niente da aggiungere, dovrebbero leggerlo anche i politici e i sindacati
Grazie Elisabetta.
Ti assicuro che politici e sindacati lo leggono ma poi difficilmente fanno qualcosa.
Un saluto
Purtroppo chi ha scritto l’articolo ha ragione da vendere visto che dopo 2 anni non c’é ancora un testo scritto su cui ragionare e programmare l’uscita dal lavoro! Speravo che almeno per i lavoratori fragili come i caregiver ci fosse un occhio di riguardo anticipando le agevolazioni necessarie alla maggior parte di questi lavoratori perché per ora le agevolazioni riguardano solo i precoci e gli ultra sessantatreenni!
Grazie Alberto
Un saluto
Tutto giusto quello che il Dott. Marino scrive, al punto che oggi è dimostrato ampiamente quello che sostengo da tre anni a questa parte: Non si possono fare norme temporanee adducendo che ” poi ” si vedrà a fine sperimentazione. Bisogna ricordare che intanto negli anni della sperimentazione moltissimi lavoratori hanno continuato a sorbirsi la Fornero. Abbiamo politici che invece di usare la logica hanno usato la sfera di cristallo e quello che loro hanno visto era un futuro radioso e meraviglioso. Invece, come fa notare Marino, abbiamo avuto la caduta del governo gialloverde, la pandemia, una guerra alle porte dell’Europa, crisi economica e inflazione altissima. Se oggi ci troviamo in questo caos pensionistico è perchè in un periodo di relativa tranquillità non si è avuto il coraggio di fare quello che i lavoratori si aspettavano: Cancellare la Fornero con una graduale diminuzione dei requisiti negli anni. Si è preferito regalare molto a qualcuno subito e nulla alla restante platea di milioni di lavoratori. I primi hanno lavorato meno, versato meno, prendono già la pensione e per giunta senza penalizzazioni. I secondi hanno lavorato e lavoreranno di più, versato più contributi, sono ancora in attesa di capire quando potranno andare in pensione e per giunta rischiano pesanti penalizzazioni. Alla luce di tutto questo, che senso ha avuto inventare delle quote ? Cosa hanno portato ai lavoratori queste quote ? Solo iniquità, ingiustizia, caos e probabilmente un assegno più basso. Non me ne vogliano i quota 100 ma questa è la verità.
Se leggi quanto scrivevo l’anno scorso evidenziavo come era il 2021 l’anno in cui bisognava fare la riforma ma il Governo ha procrastinato il tutto fino alla legge d bilancio senza possibilità di alcuna discussione.
Un saluto
Sono d’accordo con Marino, non si può sempre rimandare la riforma delle pensioni a tempi biblici.
E’ mancanza di volontà da parte del governo, e prima la pandemia, e poi l’elezione del presidente, adesso la folle guerra in Ucraina, ma questo non esenta il governo di portare avanti la riforma attesa da milioni di persone.
Io mi sento preso in giro, fanno riunioni dove decidono di decedere la prossima volta, che poi fanno attendere all’infinito.
Piuttosto dicano chiaramente, e senza ombra di dubbio, non vogliamo fare niente, è più onesto da parte loro.
Grazie
Un saluto
Mi costa tanto dire questo,la legge Fornero almeno fino al 2026 non verrà minimamente sfiorata….va” no bene ai partiti ma benissimo, la generazione del 1960-70 sarà quella penalizzata in assoluto, l’Italia e un grande Paese che non si merita questa classe politica….senza rispetto dei lavoratori…