Ieri sera il ministro dell’Economia Giorgetti ha presentato in Commissione Bilancio gli emendamenti definitivi alla Finanziaria, gli ultimi ritocchi alla prossima legge di bilancio: cancellata la norma sul Pos, confermate le pensioni minime a 600 euro per gli over 75, Reddito di cittadinanza solo per 7 mesi nel 2023. Si attendono modifiche all’opzione donna
Pensioni anticipate 2023 e legge di bilancio: in manovra retromarcia sul POS
Il primo grande cambiamento rispetto alle previsioni è la retromarcia sul POS. Ovvero uno dei punti caratterizzanti della legge di Bilancio, che doveva introdurre la soglia di 60 euro, sotto la quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare i pagamenti elettronici. L’obbligo di accettarli «è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione Ue», aveva ammesso Giorgia Meloni. «Se non ci sono i margini, ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti», ha poi assicurato la premier, rivolgendosi alla platea degli esercenti.
Nelle ultime settimane, il governo aveva avuto sul tema un’interlocuzione con Bruxelles. E la Commissione, nel giudizio sulla legge, ha indicato la misura relativa al Pos come non in linea con le raccomandazioni specifiche per l’Italia sulla lotta all’evasione fiscale. La norma, come spiegato da Giorgetti, sarà quindi cancellata e sostituita con «forme di ristoro», per citare il ministro leghista: «Nell’emendamento che presenterà il governo è prevista l’eliminazione della normativa relativa al Pos — ha precisato Giorgetti —. Argomento che rimettiamo alla valutazione della Commissione per quanto riguarda eventuali forme, che noi caldeggiamo, di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni».
Pensioni anticipate 2023, ultime dalla legge di bilancio: pensioni minime a 600 euro, Opzione donna modificata?
Intanto, lo stesso Giorgetti, nell’illustrare le decisione del governo ieri a tarda sera, ha confermato le varie indiscrezioni trapelate nel corso della giornata sugli altri fronti, dando innanzitutto il via libera all’ampliamento delle pensioni minime di oltre 25 euro rispetto ai 574 immaginati dal testo originario della Manovra, per tutti gli over 75, «che così riceveranno un assegno da 600 euro». Una norma voluta da Forza Italia. Il ministro ha poi annunciato che «sarà elevata la percentuale delle pensioni da 4 a 5 volte la minima per 2023 e 2024, con la conseguente riduzione di quelle più elevate per quanto riguarda i redditi».
Tra gli altri nodi sulle pensioni anticipate per il 2023, comunque, c’è sempre Opzione Donna. Cioè la finestra agevolata per la pensione. L’idea iniziale di limitare l’anticipo pensionistico a tre sole categorie di lavoratrici (caregiver, disoccupate e invalide al 75%), vincolandolo ai figli, è apparsa penalizzante per le altre, con rischi di incostituzionalità. Tra le ultime ipotesi c’è quella di fissare l’età a 59 anni e 35 di contributi, consentendo l’uscita a 58 solo per chi ha i requisiti dell’Ape sociale.
Giorgietti ieri sera su opzione donna ha detto: “Il governo ha le proprie opinioni, che si scontrano con dati e circostanze di fatto e anche – nel caso di Opzione donna – con un’onerosità sul livello pluriennale significativa. Si tratta di trovare soluzioni compatibili con le raccomandazioni e le normative di riferimento anche in sede europea“. Nei prossimi giorni si deciderà tutto, e come sempre noi vi aggiorneremo qui sul sito! Aspettiamo i vostri commenti
Buongiorno, non c’è nessuno (sindacati, partiti,ecc….) che propongono che quota 103 può essere raggiunta anche a chi ha più di 62 anni sommando l’età con i contributi versati senza paletti fissi. Considerato che il 2023 deve essere un’altro anno ponte per arrivare alla fantomatica riforma strutturale della pensione……..che nessun governo farà mai…..pertanto bisogna insistere, protestare ora per ottenere almeno qualcos’altro per il prossimo anno. Il problema è che di questo non se ne parla neanche, con la complicità di tutti ……i sindacati propongono qualche sciopero all’ultimo momento come l’anno scorso e poi si accontentano dell’offerta del governo a parlarne a gennaio a legge ormai fatta.