Pensioni anticipate 2023, ultime: Se si uscisse dal sistema Quote?

In molti sul sito si chiedono quando parliamo di ipotesi di riforma pensioni 2023 e di pensioni anticipate, ora che sembrerebbero essere ripresi gli incontri tra Governo e sindacati, se la soluzione migliore da presentare al Governo siano davvero le quote. Croce e delizia dei pensionati, alcuni nella quota 100 hanno visto un’ ancora di salvataggio, altri l’hanno detestata  perché pur avendo più anni di contributi rispetto ai requisiti richiesti non hanno potuto usufruirne a causa del paletto anagrafico. Dunque cosa fare per la riforma pensioni 2023, quali le misure da adottare per anticipare l’uscita?

Molti temono che non vi sia proprio la volontà politica di optare per la quota 41 senza limiti anagrafici chiesta da tempo dai lavoratori specie precoci, ed è per questo, sostengono altri, si sia arrivati alla quota 102 per il 2022. Prossimo Step quota 103? Non sarebbe meglio, scrivono in diversi, eliminare proprio l’idea delle quote, che per giunta, sottolineano, sono ‘finte’ nel senso che non sono la somma di età e contributi, a cui molti potrebbero accedere, ma sono un ‘ambo secco’ tra anni contributivi imposti e età prefissata. Ecco le considerazioni di alcuni lettori, quelle che riportiamo sono semplicemente state scelte per lunghezza e chiarezza nei contenuti, ma diversi sono stati i riferimenti in tal senso. il nostro fine, come sempre, aprire un dibattito con i nostri lettori.

Riforma pensioni 2023: stop quote, sono sbagliate ed ingiuste

Giovanni, ci scrive: “Le quote sono sbagliate. Un sacco di gente non ci rientra per un nonnulla. La riforma deve essere basata su un’ età pensionabile per tutti, e una per la pensione anticipata e lavori usuranti. Tutte le pensioni devono essere calcolate sull’ aspettativa di vita. Che non è una cosa campata per aria, come molti sostengono, ma basata su statistiche reali. Viene valutato anche il lavoro e lo stile di vita.

Poi pensando anche al bilancio Inps, che sempre viene citato quando si parla di riforme e di aggiustamenti alla Fornero, Giovanni aggiunge: !COSÌ FACENDO, L’ INPS TROVEREBBE UN SOSTANZIALE PAREGGIO DEI CONTI E TUTTI POTREBBERO ANDARE IN PENSIONE PRIMA. IL GOVERNO ACCETTEREBBE DI SICURO.
Certo che se tutti vogliono andare in pensione prima dei 65/67 anni che siano, e pretendere l’assegno per intero, possiamo anche chiudere l’INPS.

Pensioni anticipate 2023, unico parametro da considerare: l’aspettativa di vita

Anche Gio dalla sua sposa il concetto espresso da Giovanni, ossia si dice contrario alle Quote, e spiega le ragioni, il principio cardine da rispettare per poter accedere alla quiescenza dovrebbe ruotare  sull’aspettativa di vita: “Io sono contrario alla quote, sono discriminanti. Un conto è fare 41 anno per tutti. Dobbiamo però renderci conto che, se uno va in pensione prima deve prendere di meno. INPS non può sostenere di pagare una pensione piena a uno che ha meno di 60 anni. O entriamo dell’idea di utilizzare coefficienti o stiamo qui a parlare del nulla. Ogni individuo ha un capitale e con quello bisogna fare.
Sono d’,accordo con Giovanni con l’aspettativa di vita. Ci sono tabelle statistiche precise. E se uno vive di più o di meno le risorse saranno riequilibrate nel bilancio. Se tutti accettassimo l’ idea di andare prima e prendere meno, ci sarebbe un riequilibrio dei conti. Anche per le pensioni anticipate. A mio avviso il Governo, di fronte ad un cambiamento a costò zero o quasi, sarebbe disponibile alla riforma. Ma tutti vogliono tutto e non si farà niente.

Poi aggiunge: “Le pensioni anticipate devono essere uguali per tutti, INPS e Casse Private obbligatorie comprese. A parte le categorie dei lavori usuranti e poche altre eccezioni. L’ egualitarismo è un principio costituzionale irrinunciabile. Il resto sono solo chiacchere inutili. Dovremmo inondare di lettere e messaggi Governo, Parlamento e Presidente per far rispettare la Costituzione. Invito tutti a leggerne i principi fondamentali. C’è tutto scritto lì. Non bisogna inventarsi niente”.

Siete concordi con il parere di questi lavoratori o le quote sono comunque state e potrebbero essere anche per la riforma pensioni 2023 una buona opzione per uscire prima dal mondo del lavoro? Fatecelo sapere come sempre, se vi va, nell’apposita sezione commenti del sito.

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72 commenti su “Pensioni anticipate 2023, ultime: Se si uscisse dal sistema Quote?

  1. buongiorno non sarebbe anche il caso di aumentare queste benedette pensioni? oppure fateci lavorare fino a 90-100 anni , almeno possiamo avere una vita decente e non da miserabile pensionato.

  2. 66 anni, 36,5 anni di contribuzione, fermo da tre per vari motivi, fatemi i conti e datemi la pensione per quello che ho versato. Punto.
    Chiedo troppo?A

  3. L’ho scritto tantissime volte che le quote sono la cosa più ingiusta che potessero fare, persone che vanno in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi mentre chi ne ha 60 con 41 di contributi non ci può andare.
    Sono più che d’accordo con Isaia, prima togliamo tutti i benefici della casta (vitalizi, megapensioni dopo 5 anni di parlamento etc….) e poi vedrete che i soldi ci sono.
    Posso anche capire che adesso non ci sono soldi perchè sono stati sperperati prima e non è possibile fare quota 41 per tutti ma si potrebbe trovare un’accordo a metà strada visto che in molti e soprattutto i giovani non ci arriveranno mai a 43 anni di contributi, si potrebbe dare la possibilità di andare in pensione con 62-63-64 anni e ,come ho scritto prima, togliendo tutti i privilegi della casta si potrebbero dare delle pensioni non da morti di fame.
    Faccio per scrivere qualcosa perchè tanto, come diceva il marchese del Grillo, loro dentro di se diranno sempre “IO SO IO E VOI NON SIETE UN …….” fino a che qualcuno non si arrabbia veramente ed allora saranno veramente c…..zi della casta

  4. Buongiorno io ho visto tanti commenti ma dopo che una persona abbia lavorato per 41anni continui e ha pagato allo stato 41 anni di contributi abbia diritto di andare in pensione seza limite di età anche perché andrebbe in pensione a 60 anni. Io non vedo giusto che tantissime persone che x età vanno in pensione con una mangiata di contributi, ho perché il lavoro non la trovato o perché il lavoro non gli piace vada in pensione con gli stessi emolumenti di una che ha lavorato una vita…

  5. L’aspettativa è l’ennesima trovata della politica…se ho lavorato 40 anni devo poter accedere alla pensione indipendentemente da tutti i parametri che ogni volta vengono trovati…se un lavoratore va in pensione con età inferiore rispetto ad un altro ha sicuramente iniziato a lavorare prima, quando era pi6 giovane. Possibile che con 61 anni di età e 40 di contributi non è possibile andare in pensione ma con 62 e 38 si!! Per favore non parlatemi di aspettativa di vita…

  6. Io come scritto ormai quasi 2 anni fa visto la poco competenza di chi governa meglio riprendere la storia e vedere che in pensione si va con un numero di contributi.Bene prima erano 35 poi sono passati a 36 poi ai 38 poi 40 e oggi vive la Fornero
    Penso che dopo oltre un decennio la Fornero sonno troppi i Maroni sono pochi perché questa benedetta quota 41 non soddisfa

  7. Non sono proprio d’accordo con i sindacati non è possibile proporre quota 41 per tutti perché soprattutto al sud pochissime persone hanno iniziato a lavorare a 20 21 anni. Per non parlare delle donne che fino agli anni 80 erano pochissime quelle che lavoravano prima .Quindi sono per la proposta di Tridico per le donne uscire a 65 anni di età con 35 anni di servizio continuativo .

  8. tanti commenti, ma trovatemi voi chi in futuro lavorerà per 43 anni consecutivi a parlare e facile ma io vedo che chi si sporca le mani lavorando sono sempre di meno…

  9. Quando vai in pensione a 62anni è già sufficiente dovete capire che la gente anziana non c’è la fa più ha le ossa rotte c’è gente che ha problemi fisici e non gliene frega a nessuno poi diciamo la verità bisogna fare lavorare i giovani per farsi una famiglia 👪 usiamo il cervello non trovate sempre la scusa dell’INPS non ci crede più nessuno noi anziani stiamo pagando cose che non abbiamo fatto ripeto date lavoro ai giovani non sperate che muoia qualche anziano per non dargli la pensione strameritata.

  10. Scusami Giovanni, certamente è colpa mia, vista l’età sarò un poco rintontito.

    Ma cosa ci dicono di nuovo le parole di Giovanni se non che:
    Le quote sono sbagliate. Un sacco di gente non ci rientra per un nonnulla. Cosa vera se le quote si fanno di giorno e di notte si tolgono a secondo dei governi e delle relative “promesse”.
    La riforma deve essere basata su un’età pensionabile per tutti, e una per la pensione anticipata e lavori usuranti! Bene … ma a me pare sia la Fornero.
    Tutte la pensioni devono essere calcolate sulla aspettativa di vita! Bene ancora … ma sempre di Fornero si tratta.
    La postilla “Viene valutato anche il lavoro e lo stile di vita” la capisco poco mi sa tanto di geroglifico.
    La base matematica attuariale, almeno se vista in forma PREVIDENZIALE, credo sia semplice, non servono scienziati, esiste da un secolo e si basa su di calcolo probabilistico del verificarsi di certi eventi.
    Per i: PROGETTI FATTIBILI E SOSTENIBILI di cui parli non è necessario costringere il governo, ci pensa da solo.
    Se siamo d’accordo con Giovanni … direi che va bene la Fornero … in fin dei conti.

    Se mi sfugge qualcosa sempre pronto a discuterne con calma.

    1. Salve Wal52, se non capisco male, Giovanni va oltre la Fornero e sposa esattamente quello a cui è disposto a concludere il Governo ciòè consentire l’eventuale anticipo pensionistico solo a fronte del calcolo contributivo totale. Come dici tu per questo non c’è bisogno di trattare perchè meno di così il Governo non ti può dare.

    2. C’è molta differenza con la Fornero. Prima di tutto la pensione anticipata è aperta a tutti, Secondo, gli assegni sono equiparati all’aspettativa di vita. Terzo, sono equiparate casse private e INPS per l’accesso alle anticipazioni. Quarto, le quote non esistono più. C’è solo un età pensionabile, un max contributivo, e un età per l’anticipazione.
      Il sistema sarebbe flessibile ed egualitario.
      Sono partito dalla Fornero perché è da lì che bisogna valutare le modifiche da introdurre.

    3. ti spiego io sulla postilla va valutato il lavoro e lo stile di vita; sul lavoro potremmo scrivere un poema ; sullo stile di vita ti faccio alcuni esempi: la persona sportiva e quella che non lo è; la persona che fuma e quella che non fuma; la persona che cerca di gestirsi al meglio con il mangiare e gli altri; perchè magari a 20 anni mangi anche i sassi, a 60 devi stare molto attento a quello che mangi, a quanto mangi; es: si sa che le bibite gassate sono piene di anidride carbonica; ultima cosa: io ai miei alunni dico sempre (ancora per un po di settimane); il vostro prof se riesce a fare le cose molto sportive è perchè è motivato, non fuma e non esiste stare 3 mesi senza far nulla perchè ci sono le vacanze estive; saluti a te e ai gestori del sito e buon venerdì santo a tutti

      1. Ma Paolo prof !
        Scusami non riusciamo ad accordarci sugli anni o sui contributi e dovremmo concepire un sistema in cui valutare le “postille”?
        Altro che separare contribuzione da assistenza se sul lavoro scriviamo un poema sulle postille dovremo usare Wikipedia!
        Saluti

        1. visto che trovavi strano il discorso sul lavoro e lo stile di vita ti ho semplicemente spiegato l’argomento riguardante lo stile di vita; spero che il tuo stile di vita sia ottimale; saluti

  11. Per le donne si dovrebbero considerare due cose: la prima che ogni donna ha svolto per decenni due lavori uno in casa e uno fuori e quindi altro che lavoro gravoso! E la seconda che il sistema quote ha dimostrato che penalizza fortemente le donne perchè difficilmente raggiungono il requisito dei contributi richiesti (e questo quasi mai per loro volontà) In totale le donne sono quelle che sono sempre state più sfruttate e più penalizzate.A 60 anni sono stremate e consumate. Sarebbe ora di riconoscere loro un vantaggio, almeno a fine carriera lavorativa, consentendo loro di accedere prima e con meno contributi al meritato riposo.

      1. Non capisco; già ora le donne accedono alla pensione anticipata o di vecchiaia prima degli uomini pur avendo un’aspettativa di vita molto superiore (circa 5 anni); inoltre in quasi tutti i paesi occidentali l’età di pensionamento è la stessa per uomini e donne e solo nei paesi del terzo mondo l’età della pensione è differente. E’ il sistema di welfare che deve cambiare e supportare le donne! Chiedendo trattamenti diversi si finisce con il giustificare le carenze drammatiche di un sistema politico e sindacale che alimenta le discriminazioni! Invece di spendere risorse in armamenti miglioriamo il welfare! (scuola, assistenza ecc)

  12. Buongiorno non sono d’accordo ad abolire le quote ma modificarle in quanto se si tiene conto solo dell’aspettativa di vita si rischia, per chi ha cominciato a lavorare molto giovane, di andare in pensione in età avanzata avendo versato anche cinquant’anni di contributi, questo non mi sembra giusto. Vedrei meglio delle quote senza paletti es. Quota 102 (età+contributi) e vai in pensione indifferente da quanti anni hai e quanti anni di contributi hai versato, chiaramente senza penalizzazioni. Poi bisognerebbe prevedere uscite anticipate dal mondo del lavoro per alcune categorie, faccio il mio esempio: sto per compiere 62 anni ed ho 41 di contributi e usufruisco della legge 104, qualcuno mi ha detto che posso andare in pensione, mi sono informato ma anche in questo caso c’è un paletto, bisogna avere un anno di contributi prima dei 19 anni di età, io ho sei mesi, tutto questo mi sembra assurdo! Perché devo essere un lavoratore precoce per assistere un familiare con una grave disabilità??? Grazie

      1. L’aspettativa è l’ennesima trovata della politica…se ho lavorato 40 anni devo poter accedere alla pensione indipendentemente da tutti i parametri che ogni volta vengono trovati…se un lavoratore va in pensione con età inferiore rispetto ad un altro ha sicuramente iniziato a lavorare prima, quando era pi6 giovane. Possibile che con 61 anni di età e 40 di contributi non è possibile andare in pensione ma con 62 e 38 si!! Per favore non parlatemi di aspettativa di vita…

  13. Sono d’accordo ad andare in pensione con 41 anni di servizio, anche perché noi del ’60 che abbiamo cominciato a lavorare a 20/21 anni di età ormai siamo esausti. Speriamo che il governo opti per questa soluzione.

  14. I sindacati vogliono 41 o 62anni lo stato vuole 43 o 67 anni perché non fare una via di mezzo e andare da accordo una volta per tutte si fa 42 o 65 così a qualcuno forse andrà bene e così almeno si può capire quando uno andrà in pensione

    1. Concordo e già proposto in passato.
      Basterebbe voler trovare una soluzione e questa “MEDIAZIONE” sarebbe una possibilità accettabile, si cede qualcosa e si ottine qualcosa da ambedue le parti.
      DARE e AVERE !
      Saluti a tutti!

  15. A mio modesto parere,41 per tutti a qualsiasi età senza penalizzazioni è la migliore in assoluto, insieme a 62 anni con minimo 20 anni di contributi Poi ognuno farà i suoi Conti al da farsi e naturale Meno contributi avrai Meno prenderai

  16. Buongiorno, d’accordo nell’abolire le quote, ma a mio avviso il problema sta a monte, ovvero bisognerebbe dividere la previdenza dall’assistenzialismo e fissare una età uguale per tutti per la pensione anticipata, rivedere l’età per quella di vecchiaia, e dare delle agevolazioni per i lavori usuranti.

  17. Mi dispiace ma non sono per niente d’accordo. Le quote devono restare e non dev’essere messo in discussione il diritto di andare in pensione prima da parte di chi ha iniziato a lavorare più giovane rispetto ad altri; per cui le pensioni anticipate devono restare (anche la Fornero in forma attuale, piuttosto che niente).
    In quanto alla valutazione del lavoro e dello stile di vita di cui parla Giovanni, chiedo come si possa ragionare per categorie generali. Ci si è mai chiesti, ad esempio, quanto incida lo stress su un semplice impiegato che deve viaggiare 3/4 ore al giorno per raggiungere l’ufficio e poi tornare a casa e lavorare tutto il tempo in mezzo a carte cercando di interpretare leggi incomprensibili scritte da burocrati analfabeti ? Come si può valutare il lavoro altrui in questo modo? Ripeto chi ha dato di più in termini contributivi è sacrosanto che possa lasciare il lavoro prima. C’è tanta gente che a 65 anni avrà 44/45 anni di lavoro sul groppone e per altrettanti anni avrà contribuito alle casse dell’Inps (faccio presente che il signor Draghi ha cominciato a riscuotere la pensione a 59 anni con 40 anni di contributi). E’ normale che chi si trova in queste condizioni debba andare in pensione alla stessa età di chi ha lavorato molto meno, in nome di una presunta eguaglianza fondata solo sull’aspettativa di vita? Ma per favore….

    1. L’aspettativa di vita serve solo per calcolare la pensione. Dato un capitale che eroga un vitalizio, bisogna prevedere la spesa. Sono stato un ragioniere perito contabile. Le cose funzionano così.

      1. Capisco, ma non ci si può basare solo sull’aspettativa di vita, bisogna considerare anche il periodo durante il quale il capitale è stato versato e non è giusto prescindere da questo dato. Chi lavora tanti anni contribuisce in misura maggiore rispetto a chi ne lavora pochi, per cui ha diritto ad anticipare il periodo in cui comincerà a godere del beneficio della pensione rispetto a chi ha versato per periodi più brevi.

      2. Buongiorno ho ad Ottobre 64 anni con 29 anni di contributi lavoro da 26 anni come Ausiliaria faccio le pulizie….non penso di arrivare ai 67sono x l’abbassamento dell’età x le donne e x il tipo di lavoro che fanno grazie

  18. Le 10 occasioni mancate
    1) – fissare un tetto massimo di contributi x tutti (politici compresi) direi che 40 anni di versamenti sono sufficienti.
    2) – stabilire un tetto massimo di pensione (3.500 euro mese netti son già troppi)
    3) – eliminare tutte le agevolazioni di categoria (esempio militari, esercito, aeronautica, pompieri, vigili, inps, tranvieri, ecc. ecc.)
    4) – eliminare tutti i privilegi della casta.
    5) – separare la gestione previdenza dall’assistenza.
    6) – Ridurre lo stipendio dei politici e di tutto il settore pubblico fissando un tetto massimo che non può essere superiore a di 5 volte lo stipendio di un operaio specializzato (comprensivo di ogni altro benefits di qualsiasi genere) .
    7) – Ridurre il numero dei politici del 75%.
    8) – Vigilare sull’operato della politica e della magistratura introducendo delle penali economiche per chi sbaglia. (esempio scellerata scelta dell’acquisto dei banchi e sedie con rotelle, i ministri che hanno appoggiato tale scelte pagano di tasca loro) (idem per navigator – e altre scelte fatte a spese della comunità)
    9) – ridurre il numero dei partiti a 3 ed eliminare la possibilità di cambiare orientamento politico in corsa. Sei stato eletto in una lista e per qualche ragione non ti ci ritrovi, ti dimetti. Non entri in un altro schieramento.
    10) impedire ai politici di restare per piu di 2 mandati. Dopo devono ritirarsi dalla politica almeno per 6 anni.

  19. Bisogna smettere di fare propaganda e demagogia. Dopo i 60anni si aprono le porte degli inferi, specialmente per i lavoratori che hanno subito stress e patologie varie. La pensione è un “concetto vitale e universale” e deve valere per tutti. Non si tratta di togliere ai ricchi per dare ai poveri. Per la pensione deve valere un concetto cristallino, nessun anticipo, nessuna quota. Se si va in pensione con 35 anni di contributi si prenderà la pensione per gli anni effettivamente maturati. Se si va con 38 oppure 39 o 40 anni si prenderà la pensione per i contributi maturati.
    Niente quote, niente anticipi niente demagogia. Abbiamo studiosi e ricercatori seri in Italia facciamoli lavorare per un obiettivo reale. Se invece coloro che succhiano privilegi tra una lacrima e l’altra vogliono fare ancora la burrata… a voi le conclusioni. Chi scrive si sente come un corridore che mentre sta per raggiungere il traguardo arrivano i soliti noti e allontanano il traguardo. Troppi privilegi e troppa cattiva amministrazione politica economica e finanziaria che intende imprigionare i lavoratori incatenandoli al posto di lavoro prima che arrivi l’ora del gran finale dell’esistenza terrena. Viva la pace e le persone serie e perbene.

  20. Se vogliamo parlare di pensione con l aspettativa di vita non si può fare di un erba un fascio,per esempio la mia città ( Brescia ) e una delle più colpite di casi di tumori.quando si tratta di aumentare gli anni di aspettativa di vita è un attimo per calarla non succede mai,esempio quando si vociferava di due anni persi per colpa della pandemia non rientra nelle statistiche per il calcolo,guarda caso nel 2012 con la legge Fornero siamo diventati tutti longevi,o forse servivano subito soldi in cassa,dove prenderli se non dal fondo pensionistico, più anni di lavoro meno uscite,nel frattempo se ci scappa qualche decesso sono altri soldi risparmiati come i i miliardi risparmiati dall’ INPS per il caso pandemia,ma nonostante tutto l INPS è sempre in difficoltà per pagare quei quattro soldi di pensione che percepisce un semplice lavoratore, ma non per pensioni dove si parla di migliaia di euro

    1. L’aspettativa di vita è solo un parametro per calcolare la pensione. Non serve un dato certo ma statistico per poter fare una previsione di spesa. Eliminando privilegi e discriminazioni, l”INPS non può comunque reggere senza criteri matematici e finanziari.

    2. Appunto per questo dovrebbero esserci degli organi che vigilano sul buon operato di questi enti, con penali se non svolgono al meglio il loro lavoro e che soprattutto non siano collusi. So per certo che l’ INPS detiene numerosi edifici chiusi, che invece potrebbero essere utilizzati come scuole , università oppure centri riabilitativi, per anziani

  21. Sono d’accordo sul fatto che le quote previste a mo’ di lotteria sono assolutamente ingiuste.
    Sulla questione, invece, sel “Se uno va in pensione prima deve prendere di meno” ritengo che per la quota di anni che va dal 1996 ad oggi è già così il conteggio della pensione è parametrato ai contributi versati (contributivo) ed inoltre il risultato finale è funzione dell’applicazione di un coefficiente che tanto più basso quanto più bassa è l’età anagrafica proprio in ragione dell’aspettativa di vita (salvo non adeguarlo in aumento quando questa diminuisce!?). Forzare questo meccanismo vorrebbe dire il contributivo totale sul quale non sono d’accordo perchè andrebbe a cambiare le regole pregresse che non sono mai state intaccate il regime previdenziale è sempre cambiato dal momento dell’introduzione della norma in avanti (1996 e 2012).
    Non capisco bene quale sia il “costo zero” per il Governo con il meccanismo prospettato da Giovanni che mi sembra (ma potrei non aver capito) quello del contributivo totale c’è un marcato risparmio (almeno un 30% su ogni posizione), prova ne sia che rispetto all’opzione donna fa finta di fare il difficile ma poi la proroga sempre perchè appunto per loro è un risparmio.

    1. Non ho idea di quale sia il calcolo della pensione oggi. Il mio è un progetto ex novo.
      Sicuramente per non far fallire l’INPS, dobbiamo tenere conto del capitale versato e della possibile durata del vitalizio. Vedi previdenza integrativa (RITA).

      1. E’ già così; per la quota contributiva delle pensioni che, con i tempi previsti dalla Fornero, andrà a coprire tutto la vita lavorativa e contributiva dei lavoratori.
        Il dibattito attuale è se ridurre l’età prevista dalla Fornero per la vecchiaia (67 anni) e gli anni di contributi necessari per godere dell’anticipata (attualmente 41 e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini) senza penalizzazioni visto che già la quota contributiva di queste pensioni tiene conto di riduzioni automatiche dovute, per chi esce in anticipo, alla minore contribuzione versata e anche al coefficiette ridotto per l’età anagrafica di uscita ( cosa che rispecchia proprio la speranza di vita).
        Le penalizzazioni che invece vorrebbe introdurre il governo sono relative alla decurtazione della perte retributiva che a mio avviso invece non dovrebbe essere toccata.
        Al massimo può avere una certa ragion d’essere la proposta di TRIDICO che dice che se proprio vuoi uscire prima di quando previsto dalla Fornero posso darti la pensione calcolata in maniera contributiva (sui contributi versati nell’arco di tutta la tua vita lavorativa) fino a quando non maturi la tempistica prevista attualmente dalla Fornero solo allora avrai l’integrazione al misto. Ma anche in quest’ultimo caso, immagino, il conteggio della parte contributiva della pensione rimarrebbe fermo ai contributi versati e al “coefficiente età” maturati al momento della cessazione dell’attività lavorativa, salvagurdando appunto il principio della speranza di vità di cui tenere conto nel calcolo della pensione.

  22. sono completamente d’accordo con Giovanni, le quote sono sbagliate.
    Un saluto ai gestori del sito e grazie per quello che state facendo.

  23. Basta con queste quote 100 e poi 102 con 38 anni di contributi, che avvantaggiano solo chi ha iniziato prima e svantaggiano chi è entrato dopo al lavoro o, ha periodi scoperti- questi ambi secchi vanno eliminati cosi come sono, ma va inserito quanto prima un anticipo pensionistico da 62/ 63 anni con al massimo 35 anni di contribuzione per tutti , a cominciare dai misti, e privilegiando gli invalidi con uscite agevolate senza penalità -mettessero pure delle penalizzazioni minime per l’uscita anticipata, basta che non ritorni la Fornero- è assurdo che chi è entrato dopo il 1995 può uscire con 20 anni di contribuzione e chi è entrato prima del 1996 non può farlo, nemmeno con la pace contributiva riscattando anni vuoti- visto che il Governo ormai prende tempo , con il Sindacato che fa finta di niente, mentre potrebbe almeno proclamare da subito scioperi e manifestazioni per dare un segnale forte, siamo veramente senza speranza, quando sembrava che con gli incontri di gennaio e febbraio qualcosa si muovesse- ma poi con la scusa della guerra e della crisi energetica, bollette e via dicendo, tutto si è fermato e non si affronta più il problema rimandandolo ancora, tirando fuori però miliardi per le armi e altre riforme e nascondendo però sotto il tappeto una urgente riforma pensionistica -ripeto fino alla noia che la proposta Tridico e Raitano costano pochi soldi alle casse statali e Draghi le ostacola per chissa quale capriccio- in Francia si sta discutendo di alzare a 65 anni l’uscita e già i lavoratori sono pronti a scendere di nuovo in piazza, probabilmente si farà un referendum per la riforma- sarebbe cosa buona e giusta che anche da noi si facesse un referendum, ma appoggiati da chi? la situazione è talmente grave che penso che solo con un referendum potremmo tentare di spuntarla, magari questo sito potrebbe fare da apripista.

  24. Le quote sono ingiuste perché non tengono conto delle diversità di genere, di formazione e di percorso lavorativo. Una donna che ha studiato fino a 25 anni e che ha subito anni ed anni precarietà, ha il sacrosanto diritto di scegliere di andare in pensione a 64 anni, checché ne dica il “totalizzatore”.

  25. L’aspettativa di vita è aleatoria come ci ha ampiamente dimostrato il covid è la qualità della vita che conta.

    1. L’aspettativa di vita è solo un parametro approssimativo per calcolare il vitalizio.
      Dobbiamo per forza avere una previsione nel bilancio INPS.

  26. Dopo 41/42 anni di lavoro non esistono quote o non quote basta pensare che un giovane oggi prima dei 25 anni non entra nel mondo del lavoro .. basta sommare contributi ed età e il gioco è fatto prima dei 65/66 anni non andrà in pensione dunque cosa continuano a raccontarci..

  27. Ma noooo basta con le quote.
    Quota 41 e basta. non prendiamoci in giro, ho la schiena rotta. Spostate voi i pallett di 600kg.
    Andrea

  28. Le quote possono anche essere fattibili ma che siano la somma algebrica, senza vincoli, degli anni di contributi con gli anni di età.
    E’ così difficile?

  29. Io sono completamente contrario alle quote, si è già visto che sono fasulle, sono invece favorevole alla massima flessibilità in uscita percependo la pensione in base ai contributi versati e con le giuste ed eque penalizzazioni, devono creare una “uscita di emergenza” e chi vuole e può permetterselo se ne va, le esigenze di ognuno di noi sono le più svariate, tu crei le condizioni e poi sarò io a decidere cosa fare. Basta una volta e per tutte dare i numeri, le quote e cavolate varie.

  30. Nel 2023 potrebbero applicare per il momento due paletti come riforma
    66 anziché 67 come eta anagrafica
    e 41 è 10 anziché 42e10 per uomini
    e 40 e10 anziché 41,10 per le donne
    senza alcuna penalizzazione.
    E poi una flessibilità in usvits dai 63 o 64 con una lieve penalizzazione massimo 2 per cento ogni anno prima dei 66.
    Che ne pensate??

  31. Io, come molti altri, sono invece favorevole, anzi credo sia necessario dare più flessibilità ( con le quote o opzioni) non tutti i lavoratori riescono a raggiungere nella loro vita 41 anni di lavoro per vari motivi personali, di salute di carriere saltuarie…

  32. Salve non concordo, occorre vedere gli anni di versamento e non l’età, non tutti iniziano a lavorare tardi, 41 per tutti a prescindere dall’età mi sembra sostenibile, al massimo si può togliere qualcosa solo per gli anni antecedenti ai 62, e lasciare opzione donna per sempre

  33. Per me le quote sono sbagliate perché non possono essere sfruttate da tutti per via dei paletti , io ne sono l’esempio per via dei famosi paletti non ho potuto sfruttare la quota 100 e nemmeno potrò sfruttare la quota 102 per i famosi paletti, mi toccherà arrivare ai famosi 42 anni e 10 mesi più I 3 mesi della finestra per andare in pensione . Mentre senza i paletti già quest’anno sarei potuto andare con la quota 102 avendo 41 anni di contributi e 61 anni d’età.

  34. più che di quote parlerei del minimo d’età; che mi mettono quota 100 ma mettono il minimo ai 62 anni è per fregare la gente; che mi mettono quota 102 con i 64 anni è un’altra fregatura; come dire: non me ne frega niente se raggiungi la quota, devi avere 64 anni; vedremo le evoluzioni a breve o alla lunga; saluti ai gestori del sito e buone feste pasquali

  35. Si io sarei d’accordo sul sistema di entrata in pensione ad una età prefissata …che sia 60 oppure 62 anni max….poi si calcolerebbero le contribuzioni versate e da lì si fa al pensionante una proposta…se non gli conviene continua a lavorare…mi pare che in Francia e Canada sia così che funziona…..

  36. In pensione a 67 anni con 46 anni di contributi?
    Facciamo che l’inps mi restituisce subito i 360000 euro di contributi versati (anche senza rivalutazione), che mi arrangio da solo.

  37. Grazie per avermi pubblicato. La mia è una riforma a costo zero che il Governo potrebbe accettare. Si considerano ovviamente critiche ma nell’ambito di progetti alternativi, pure a costo zero. NON C’È PIÙ TEMPO PER LE CHIACCHERE. CI VOGLIONO PROGETTI FATTIBILI E SOSTENIBILI CHE IL GOVERNO SIA COSTRETTO AD ACCETTARE SIN DAL 2023. LA POVERTÀ DILAGA E BISOGNA DARSI DA FARE. Proposte costose e strampalate ci fanno solo perdere tempo. E fanno il gioco di Draghi.
    Ringrazio la Dott. Erica Venditti.

  38. Andate a raccontare queste riflessioni a un lavoratore turnista a ciclo continuo con più di quarant’anni di lavoro che svolge un lavoro gravoso considerata usurante solo nell’ape social !!!! Vogliamo parlare di equità contributiva…aspettativa di vita a chi da una vita lavora notte e giorno festività comprese ??? Vogliamo fargli anche la morale perché con 43 anni e 1 mese si può permettere di andare in pensione con meno di 60 anni ??? Mie cari moralisti io a 14 anni ho iniziato a spezzarmi la schiena e ho sempre versato i contributi chiesti dalla legge italiana !!!! Ora non mi si può dire che sono troppo giovane per andare in pensione con 43 anni di lavoro, che svolgo un lavoro usurante ma che non è usurante e che da una pensione di 1500 euro netti passerò a 1100 euro perché esiste un finto calcolo sull’aspettativa di vita e i poveri giovani come faranno a sopravvivere quando avranno sessant’anni !!!! Ma ci pigliamo per i fondelli ??? Quando una pensione minima sono 650 euro al mese e un lavoratore dopo 43 anni di versamenti si ritrova con un assegno previdenziale che sfiora la soglia di povertà ?!??! Mie cari riformisti prendetevela con chi percepisce pensioni da nababbo e imparate a non fare la guerra tra poveri !!!

    1. Infatti nel mio progetto, l’assegno viene calcolato sull’aspettativa di vita. Ma per i precoci ci deve essere un occhio di riguardo, ossia coefficienti di taglio benevoli a scalare progressivamente. Gli usuranti salvi comunque.

  39. Io dico sempre le donne 58 uomini 63 poi chi vuole lavorare ancora lo faccia prenderà di più ma date la possibilità a chi vuole andare via

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