Pensioni anticipate 2024: opzione donna non basta, serve riconoscere il lavoro di cura

Nell’ambito della riflessione sulle dinamiche di genere e sulle disparità che permeano la nostra società, emerge un tema cruciale ma spesso trascurato: il lavoro di cura. I dati forniti dall’Istat evidenziano un divario significativo tra uomini e donne nell’assunzione di queste responsabilità, confermando una disuguaglianza profondamente radicata e spesso sottovalutata. Vediamo insieme le parole di Orietta Armiliato, fondatrice del Comitato Opzione donna Social, pubblicate questa mattina sul gruppo facebook dedicato.

Riforma Pensioni e lavoro di cura: divario tra Donne e uomini

Rispetto allo svolgimento delle faccende domestiche, i dati rilevano che l’81% delle donne svolge quotidianamente queste attività, contro il 20% degli uomini. (fonte report Istat) Ecco il commento e le riflessioni di Orietta Armiliato, che partono proprio da questo dato.

“Il CODS si é dato da tempo l’obiettivo di sensibilizzare il legislatore a riconoscere quello che normalmente viene definito “lavoro di cura”. Il percorso però é lungo e faticoso, proprio perché il sobbarcarsi del lavoro domestico é stato storicamente assegnato alle donne, ed é talmente radicato al punto che persino le donne stesse che ne sono le indiscusse protagoniste, non se ne rendono neanche conto e danno per dovuto/scontato il doppio, triplo spesso quadruplo lavoro che si sobbarcano quotidianamente.

Purtroppo negli anni e nella fretta di conquistare un posto nella vita lavorativa, le donne hanno sommato i compiti da svolgere piuttosto che dividerli equamente lasciando inalterati quei comodi equilibri che piacciono e servono in primis al nostro sistema di welfare. Tant’é che, sebbene un numero maggiore di donne sia impegnato nel lavoro fuori casa rispetto agli anni 50/60, non è aumentato proporzionalmente il numero degli uomini che si fanno carico delle faccende domestiche e la causa, molto più spesso di quel che si potrebbe pensare, sono proprio le donne esattamente coloro che ne subiscono l’effetto: non è forse vero che se le donne debbono delegare un lavoro domestico e di cura a qualcuno si affidano preferibilmente ad altre donne, collaboratrici domestiche, badanti, babysitter? E sono tutte attività che si percepiscono sempre e solo declinate al femminile….”

Pensioni anticipate 2024 e Opzione Donna: servono altre misure

Ancora Armiliato: “È condivisibile il pensiero di chi denuncia la necessità di andare oltre la conciliazione rispetto al concetto casa/lavoro ma, é altrettanto vero che da qualcosa bisogna pur incominciare; dunque, cosa c’è di meglio di un manifesto e tangibile riconoscimento economico sostanziabile in termini di anni di contribuzione o di abbassamento dell’età in modo che le lavoratrici possano raggiungere più agevolmente la quiescenza?

Abbiamo ben chiaro che anche le misure appena varate, non corrispondono affatto ai bisogni reali: Opzione Donna é troppo riduttiva e le varie Quote 100/2/3 hanno requisiti inaccessibili per la platea femminile. È necessario dunque che si interrompa questo flusso che fa accumulare credito ma che poi risulta essere inesigibile e che in ogni caso coinvolge tutta la platea femminile.

Incominciamo a lavorare non solo “pro domo mea” come per esempio fa chi enuncia “urbi et orbi” di volere solo una fettina della potenziale torta (e per carità ben si comprende che quando si ha fame anche una briciola può far la differenza…) perché, oltre ad accontentarsi di quella mini-fetta e con l’impegno di tutti, si può e si deve arrivare ad ottenerla fetta dopo fetta, tutta intera e non solo per un manipolo di lavoratrici oggi, ed uno uguale domani (forse), che anela al giusto riconoscimento pensionistico ma, per TUTTE, figlie, nipoti, cugine, sorelle insomma: #perledonnedioggiedidomani.

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26 commenti su “Pensioni anticipate 2024: opzione donna non basta, serve riconoscere il lavoro di cura

  1. Mia sorella ha svolto il lavoro di cura dei genitori, legge 104 per la mamma dopo ictus, allettata per 7 anni, di cui gli ultimi tre anni anche disfagica. Per il papà legge 104 per tre anni, cancro e altre patologie. Il papà è morto sette mesi prima della mamma. Però per mia sorella tutto questo non vale, i genitori deceduti prima del raggiungimento dei 35 anni di contributi. Penso sia ingiusto non tenerne conto. Grazie

  2. Occorrerebbe entrare nel merito di una proposta concreta per questo ” riconoscimento del lavoro di cura”: quale il requisito anagrafico e quale il requisito contributivo per le donne? Per tutte le donne o per alcune categorie di donne?
    In assenza di queste specifiche l’ istanza rimane vaga.
    Opzione Donna senza paletti, con eventuale ridefinizione del requisito anagrafico, rimane a mio avviso una istanza sensata e condivisibile.

    1. Sig.ra Sara, le sue domande mi danno l’opportunità di intervenire nel dibattito e di poterle rispondere.

      Nella Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale a firma di Perfetto, Armiliato, Gibbin (che la Redazione di Pensionipertutti ha consegnato ai Sindacati in modo che venga presentata al Governo), è presente il paragrafo 7.6 dal titolo “Riconoscimento e valorizzazione del lavoro di cura” in cui si dice testualmente:

      “Nel rispetto del principio di giustizia, ovvero di pratica sociale giusta, la nostra Proposta Previdenziale riconosce e valorizza il lavoro di cura domestico dedicato alla propria famiglia e all’assistenza di genitori e di parenti bisognosi di assistenza. Nel rispetto del principio di equità, ovvero nessuna differenza tra lavoratori e lavoratrici, la nostra Proposta Previdenziale riconosce e valorizza il lavoro di cura egualmente per lavoratori e per lavoratrici”.

      Nel paragrafo 7.7 dal titolo “Opzione Donna” viene indicato il requisito minimo di 58 anni di età, il requisito minimo di versamento contributi pari a 35 anni, applicazione del sistema di calcolo misto qualora vi si rientrasse, e senza finestra mobile.

      Viene inoltre specificato che nel rispetto del principio di equità, ovvero nessuna differenza tra le lavoratrici, la nostra Proposta Previdenziale:

      ─ applica gli stessi requisiti di pensionamento a dipendenti private, dipendenti pubbliche, autonome.
      ─ non fa differenza tra madri e non madri
      ─ non fa differenza tra lavoratrici licenziate da aziende in crisi, e lavoratrici licenziate da aziende non in crisi
      ─ non fa differenza tra lavoratrici licenziate e lavoratici non licenziate

      La nostra Proposta Previdenziale comporta che per il perfezionamento del requisito dei 35 anni di contribuzione venga inclusa la contribuzione figurativa per disoccupazione o equiparati (NASpI, ASpI, mini-ASpI).

      Viene inoltre ancora specificato che la nostra Proposta Previdenziale riconosce, oggettivamente, che la donna svolge più lavori rispetto agli uomini: lavori fuori casa (remunerati) e lavori in casa (non remunerati, lavoro di cura per assistenza alla famiglia). Per questo “doppio lavoro”, la nostra Proposta Previdenziale riconosce alle donne, oggettivamente, una opzione in più da poter utilizzare per l’acceso al trattamento pensionistico.

      Mi auguro, sig.ra Sara, di essere riuscito a rispondere alle sue domande.

        1. Sig.ra Lucia, tali domande è opportuno indirizzarle ad un Patronato, che ha l’accesso a procedure aggiornate alle leggi vigenti e al suo estratto conto previdenziale.

          Per sua informazione, con la Legge di Bilancio valida per il 2024 (cioè per quest’anno) i requisiti per Opzione Donna sono i seguenti:

          – Requisito contributivo: raggiungimento di 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023

          – Requisito anagrafico: compimento, entro il 31 dicembre 2023, di 61 anni di età. Il requisito anagrafico è ridotto a 60 anni di età se si ha un figlio, ed a 59 anni se si hanno 2 o più figli

          – Requisiti “soggettivi”: essere lavoratrice licenziata da azienda in crisi

          Ci sono altri requisiti “soggettivi”, che però non è necessario che siano posseduti tutti, è sufficiente almeno uno (per esempio quello che lei cita, essere stata licenziata da un’azienda; ma, attenzione, licenziata da un’azienda che verte in uno stato di crisi). Mi sono limitato quindi a descrivere il requisito soggettivo che lei ha elencato nella sua domanda, e cioè il licenziamento.

          Qualora si posseggano i requisiti per accedere ad Opzione Donna, la pensione (che sarà calcolata con il sistema di calcolo contributivo) verrà erogata dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti (ma sono 18 mesi per le autonome).

          Nella sua domanda lei non specifica quando ha raggiunto il requisito di 35 anni di contributi (se entro la fine del 2023 o nel 2024). Lei non specifica se è stata licenziata da un’azienda che verte in stato di crisi oppure no. Lei non specifica quanti anni ha e se ha figli oppure no.

          Tuttavia, desidero ripeterlo, sig.ra Lucia: alla sua domanda potrà risponderle con certezza il Patronato (oppure un ufficio INPS).

      1. Chi ha contributi previdenziali in più casse pensionistiche( Inps e ex Inpdap) con questa proposta può sommare i contributi per il raggiungere il requisito per andare in pensione? Grazie.

  3. Ci raccontano quello che vogliono e gli fa comodo, non è sicuramente aumentato il costo delle pensioni. Devono finire di prendere i soldi del PNRR, e di conseguenza l’Europa non permette di andare in pensione come ci avevano promesso altrimenti il resto d’Europa ci seguirebbe, e non come da noi con sindacati e lavoratori che non hanno il coraggio di scendere in piazza

  4. Cos’hanno in comune il CODS e il Presidente Meloni?

    L’acqua e la pietra.

    Ho letto sui giornali che il Presidente Meloni ha scritto un post in cui dice: “Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”.

    Non so quanti siano i lettori capaci di intendere, in profondità, la profonda verità che consapevolmente o inconsapevolmente (non saprei dirlo) il Presidente Meloni ha espresso.

    Certamente nessun giornale ha capito la profondità di pensiero che si cela nell’espressione del Presidente Meloni, tanto è vero che si sono subito precipitati sull’aforisma latino “Gutta cavat lapidem” (che significa “La gocciolina scava la pietra” come viene riportato nel mio vocabolario latino-italiano di Campanini_Carboni che usai in terza liceo scientifico nel 1972).

    In altre parole, se interpreto bene quello che hanno scritto i giornali, sembrerebbe che il Presidente Meloni abbia interpretato in modo contrario l’aforisma latino. Ma per me, non è così.

    La profonda verità che io colgo nell’espressione del Presidente Meloni – ma forse sono il solo a coglierla – è la seguente: prima di un’esperienza, l’acqua è l’acqua, e la pietra è la pietra; durante l’esperienza, l’acqua è la pietra e la pietra è l’acqua; dopo l’esperienza, la pietra ritorna pietra e l’acqua ritorna acqua.

    L’esperienza non muta l’essenza delle cose (la pietra è pietra, e l’acqua è acqua). L’esperienza muta la visione che noi abbiamo delle cose (la pietra è pietra, e l’acqua è acqua, ma in un modo diverso da come le vedevo prima). In altre parole, il mondo non è così com’è, ma è così come io lo vedo. Questo l’ho appreso durante i miei trent’anni di Ricerca.

    All’inizio per me l’economia era economia e l’informatica era informatica. Mi ci sono voluti trent’anni per vedere l’economia come economia e l’informatica come informatica nella Economia Informatica.

    E cos’ha a che vedere, invece, il CODS con l’acqua e la pietra?

    Qui sì che vale il detto “Gutta cavat lapidem”, ovvero “l’acqua scava la pietra”, e corrisponde al nostro proverbio “chi la dura la vince”.

    Il CODS non demorde, non si arrende, va avanti nel suo percorso di sensibilizzazione delle Istituzioni perché crede in ciò che dice, ed è proprio il credere in ciò che si dice che si trova la forza di continuare nonostante le palesi evidenze delle avversità. Nell’atteggiamento del CODS io rivedo riflesso il mio stesso atteggiamento, quello che ho verso le Istituzioni pubbliche e le Università alle quali mi rivolgo, anche se talvolta mi sorge il legittimo dubbio di non essere ascoltato.

    I nostri lettori, invece, che invocano di lasciare la legge Fornero così com’è hanno già perso.

    Il Consigliere del Presidente del Consiglio potrebbe dire: “Sig. Presidente, i lavoratori sono disposti ad accettare la Riforma Fornero perché temono che possa entrare in vigore una Riforma più restrittiva della già restrittiva Riforma Fornero. Possiamo tirare la corda ancora un po’ di più”.

      1. Carissimi Marco B, Marco e Don, ma cosa dite: speriamo che non tocchino la legge Fornero? Hanno semplicemente operato scientificamente perchè la gente dicesse: speriamo che non tocchino la legge Fornero; non un grande sforzo; speriamo invece che passi la proposta Perfetto e altri firmatari adesso per la prossima finanziaria; questo è il giusto auspicio; saluti a voi , al dott. Perfetto e ai gestori del sito

  5. Io faccio parte di quel 20%, in casa ci siamo divisi i lavori. Io faccio le pulizie e cucino tutte le sere e nei giorni di festa.Ho il figlio maggiore medico appena laureato e lui sa anche stirare e lavare. Trovo giusto dividire equamente i lavori di casa e trovo giusto comunque che le donne abbiamo un vantaggio per andare in pensione prima degli uomini sia che siano mamme o no. Anche se la vita media delle donne è più alta rispetto a noi maschietti. L’ideale sarebbe che l’età pensionabile fosse più bassa per tutti. Mel mio caso andrò in pensione solo con la vecchiaia a 67 anni (non toccate Fornero e non aumentate l’aspettativa di vita) e se guardo le statistiche potrò incassare la pensione solo per 15 a fronte di contributi per 40 anni (mi auguro che siano di più) per questo no trovo giusto che l’età sia cosi elevata anche perchè pur facendo un lavoro non faticoso dal punto di vista fisico lo è dal punto di vista mentale 3ed in più come fanno i nostri figli a farsi una famiglia se non hanno un lavoro stabile. Ci toccherà morire al lavoro invece di fare i nonni aiutando i figli visto che non ci sono asili nido per tutti. Condivido pienamento la proposta del dott. Perfetto. un saluto ai gestori del sito

    1. Buona sera Stefano.
      Lasciamo perdere per un attimo il debito pubblico.
      Leggendo qua e la ne ricavo che tutte le nazioni stanno, chi più chi meno, intervenendo in peggio sul Welfare State.
      Il dott. Perfetto ci ha fatto presente, se ho ben compreso, che la previdenza qualora
      fosse privata dell’assistenza, non reggerebbe ai costi attuali e alla luce del rapporto numerico lavoratori/pensionati esistente.
      Cazzola, in due parole, ha ribadito: non c’è trippa per gatti.
      Non mi pare di vedere vie d’uscita ne per le donne ne per gli uomini.
      Tra un po si vota e in Europa sono ripresi i soliti discorsi interessati di sempre; tutti desiderano restare padroni in casa propria.
      Perché poi siano spuntati e crescano tutti questi nazionalismi te lo riassumo in due parole: i progressisti hanno pensato per anni agli ultimi dimenticandosi che esistevano anche i penultimi e così, nel buio dell’urna, il voto è migrato.
      Saluti.

    2. Buona sera Stefano.
      Lascio perdere per un attimo il debito pubblico perché leggendo qua e la ne ricavo che tutte le nazioni stanno, chi più chi meno, intervenendo in peggio sul Welfare State.
      Il dott. Perfetto, se ho ben compreso, ci dice che la previdenza, deprivata dell’assistenza, non reggerebbe ai costi alla luce del rapporto numerico lavoratori/pensionati esistente.
      Cazzola, in due parole, ha ribadito: non c’è trippa per gatti.
      Non mi pare di vedere vie d’uscita ne per le donne ne per gli uomini.
      Tra un po si vota e in Europa riprendono i soliti discorsi interessati di sempre; tutti desiderano restare padroni in casa propria.
      Perché siano spuntati e cresciuti tutti questi nazionalismi ormai è evidente; io lo riassumo in due righe: qualcuno ha pensato per anni solo agli ultimi non accorgendosi che nel frattempo in casa crescevano i penultimi i quali, nel buio dell’urna, hanno cercato di dare un senso al loro voto … migrato.

      Saluti.

  6. Buonasera! Anch’io ritengo che anche gli uomini, come le donne, debbano farsi carico delle faccende domestiche, e penso che il Governo Italiano debba aiutare le lavoratrici a raggiungere più agevolmente la quiescenza. Ringrazio tutti immensamente.

  7. 41-10 donna (misto)
    42-10 uomo (misto)
    opz donna 35 contr.. 60 età (contributiva )
    ape social 30 contr.. 63 età fino ai 67
    67 vecchiaia x tutti (misto)
    e facciamola finita.

  8. Chi segue i propri genitori ultra ottantenni disabili, che sia donna o uomo, dovrebbe avere qualche anno di sconto sulla pensione

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