Pensioni anticipate e lavoro: due facce della stessa medaglia, parla Ferrari (Cgil)

Per Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, la riforma delle pensioni in realtà dipende da un altro drammatico problema tutto italiano, la mancanza di lavoro nelle nuove generazioni, si sa bene che il nostro sistema pensionistico é a ripartizione, dunque le pensioni di oggi vengono pagate anche dai lavoratori attivi e dal versamento dei loro contributi, ragion per cui investire nel mondo del lavoro é fondamentale per poter garantire non solo per le pensioni, ma anche che quelle di domani non portino a nuovi poveri.

Come si può parlare di riforma pensioni senza investire nel mondo del lavoro? Così Ferrari ‘senza lavoro stabile e retribuito il giusto, senza il versamento di contributi adeguati, nessuna riforma delle pensioni potrà evitare un futuro previdenziale povero alle giovani generazioni‘. Di seguito le sue parole, ricordiamo anche che nella giornata di ieri abbiamo pubblicato la prima parte della sua intervista in cui non solo evidenziava i limiti delle ultime misure previdenziali approvate, ma menziovava quelle contenute nella piattaforma unitaria che verranno ripresentate anche al nuovo Governo post elezioni, tra le misure cardine restano la quota 41 da associare ad una flessibilità in uscita dai 62 anni, la prima da sola non sarebbe sufficiente a colmare le attuali iniquità.

Riforma pensioni 2023 impossibile senza investire nel lavoro: intervista a Ferrari (Cgil)

Pensionipertutti: Esistono altre tematiche, oltre a quelle previdenziali, su cui non si può più temporeggiare e su cui bisognerebbe agire subito per il bene degli italiani?

Christian Ferrari: C’è, in Italia, una questione sociale grande come una casa. Metto in fila qualche numero per dare l’idea di ciò di cui stiamo parlando. Il 23% dei lavoratori non supera i 780 euro al mese. In 10 anni l’occupazione giovanile, già bassa, si è dimezzata. Abbiamo raggiunto il record storico del lavoro a termine, che coinvolge 3,2 milioni di lavoratori.

Record raggiunto anche nel part time involontario, che coinvolge 3 milioni di lavoratori, 2/3 dei quali sono donne. I salari reali – unico caso in Europa – sono diminuiti del 2,9% negli ultimi trent’anni. La povertà assoluta ha ormai colpito 5,6 milioni di persone (9,4% della popolazione), di cui 1,4 milioni sono bambini e ragazzi. Questo dato è triplicato negli ultimi 15 anni.

Secondo noi, dunque, non si può che partire dal contrasto al lavoro povero e alla precarietà, che poi è l’altra faccia anche della “medaglia previdenziale”: senza lavoro stabile e retribuito il giusto, senza il versamento di contributi adeguati, nessuna riforma delle pensioni potrà evitare un futuro previdenziale povero alle giovani generazioni. Va poi tutelato senza se e senza ma il potere di acquisto di salari e pensioni, di fronte ad una fiammata inflattiva drammatica che si sta tutta scaricando solo sui redditi fissi e che costerà una, se non due mensilità a lavoratori e pensionati.

Riforma fiscale e del lavoro per una riforma pensioni strutturale, no flat tax

Pensionipertutti: Vi é altro, la riforma fiscale é altresì importante?

Christian Ferrari: “Sì, la riforma fiscale, deve avere il segno della progressività e dell’equità, contrastando l’evasione e facendo pagare di più a chi ha di più. Solo così riusciremo a sostenere un welfare pubblico e universale, a partire da sanità e scuola pubblica. Con la flat tax, che alcuni propongono, oltre ad un regalo ingiustificato ai redditi più alti a scapito degli altri, si smantellerebbe definitivamente lo stato sociale, lasciando le fasce popolari senza protezione.

Infine, ma non certo per ordine di importanza, le politiche industriali e di sviluppo, che vanno messe in campo all’insegna della conversione ecologica (che non può prescindere dall’implementazione delle energie rinnovabili) e della trasformazione digitale, riportando al centro il lavoro stabile e di qualità soprattutto per le nuove generazioni.

C’’è però una precondizione affinché tutto questo sia fattibile ed efficace: la pace. Serve da parte dell’Unione europea un impegno serio, incessante, sul piano diplomatico, per trovare il prima possibile una soluzione politica alla guerra in Ucraina. Va fatto innanzitutto per salvare la popolazione civile di quel martoriato Paese, che sta subendo sofferenze indicibili, e poi per i lavoratori europei, che rischiano di pagare un prezzo salatissimo al procrastinarsi delle ostilità.

Senza agire in questa direzione, saremo sempre all’inseguimento della crisi energetica, economica e sociale e non riusciremo mai ad affrontarla e risolverla. Rassegnarsi a una soluzione militare del conflitto, riprendere la corsa alle armi, accettare una nuova divisione del mondo in blocchi contrapposti sarebbe esiziale non solo per l’Italia, ma per tutto il Vecchio continente”.

Ringraziamo di cuore il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, per il tempo dedicatoci e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte dell’intervista che, trattandosi di esclusiva, é tenuto a citare la fonte.

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24 commenti su “Pensioni anticipate e lavoro: due facce della stessa medaglia, parla Ferrari (Cgil)

  1. Sì arriverà a dare la pensione solidale,calcolata solo con il periodo effettivo di lavoro e non tenendo conto dei soldi versati perché la pensione dovrà essere considerata una conquista sociale un benessere per tutti e non solo per pochi,chi verserà tanto durante la sua vita lavorativa sarà un contribuente benefattore a beneficio di quelli che verseranno poco ma che comunque hanno contribuito alla società in egual misura a quelli che hanno versato di più.esempio : 30anni di lavoro 1500€ ,40 anni 2000 €, 20 anni 1000€ ,25 1250€ e così via chi nell’arco della sua vita ha versato tanto sarà stato solidale con chi ha versato poco,tutti hanno diritto a una vecchiaia serena.

  2. Siamo tutti scontenti….ma tranne che lamentarci non facciamo nulla di concreto contro chi governa così male ..
    I giovani saranno precari a vita..( poi si lamentano dei cervelli in fuga) e noi dopo più di 40 anni di contributi ancora a elemosinare che ci diano modo di poter riposare ..chi vuol lavorare fino a 70 (e concordo con chi ha scritto perché probabilmente non ha mai avuto il piacere del logorio ,fisico o mentale) può decidere…ma non generalizzando…vorrei vederli con stress e somatizzazioni dello stesso ….
    E basterebbe semplicemente non concedere più vitalizi a vita…la pensione va data a chi ha veramente lavorato per anni, accumulando contributi…non dopo pochi anni seduti sugli scanni…
    E basta….cosa dobbiamo ancora subire!??…
    È indegno per una popolazione civile…
    Ma qui di civile non so cosa sia rimasto..

  3. 62 anni di età 42 anni e 6 mesi di contributi cosa mi devo aspettare dal signor letta 63 anni per tutti che vada in c..o lui e chi lo ha riportato in Italia

  4. Sono d’accordo con le analisi fatte dagli amici ci vuole la riforma strutturale e il lavoro serio cioè a tempo indeterminato, che permetta così come è stato fatto negli anni 70 di garantire una pensione degna di questo nome. Dopo una VITA per chi ha la fortuna di aver lavorato in continuità per tanti anni. Inserisco la questione aspettativa di vita, dopo il covid si muore a 45 50 e 60 anni. Giusto quindi anche la proposta di Ferrari 62 e 41 parola d’ordine cambio generazionale nei fatti e non a parole.

  5. Buonasera, o sinistra o destra tutti voglio dare, fare ma L’unica cosa che ci volete far fare è lavorare fino alla morte. Io non so proprio chi votare tante novelle e promesse tutti quanti, poi arrivati alle poltrone un bel ciaone a tutti e cercare di finire la legislatura così vitalizio assicurato.

  6. Basta!! State menando il can per l’aia da troppo tempo! Anche questa Opzione Donna che “….c’è e poi non c’è, forse si proroga, forse diventa strutturale, perché le donne che oltre a lavorare fuori, hanno anche famiglia e problematiche da risolvere sempre relative all’ambito familiare,
    vanno assolutamente tutelate….” .
    Ma cosa state tutelando ? I vostri comodi state tutelando cari “onorevoli” e sindacalisti ! Oltre a non poter nemmeno sapere se possibile fare domanda per pensione opzione donna, è anche decurtata in modo vergognoso e senza possibilità di rivalutazione !! Vi riempite la bocca di “welfare” e rispetto e tutela delle donne, ma dove ????

    1. Opzione donna è veramente un affronto a noi donne. Le pensioni calcolate danno un importo che è meno del reddito di cittadinanza. I sindacati si devono solo vergognare di difendere questo canale di uscita. Vogliamo mettere tra i lavori usuranti essere madre di famiglia? Prima degli anziani abbiamo cresciuto i figli!!!

  7. Buongiorno a tutti, sono un dipendente dello stato, nek 2023 compiro’ 64 anni, e 38 di contributi, non si parla piu di flessibilita’ in uscita, oltre al danno anche la beffa, in quanto molti colleghi sono scappati con quota 100 e 102 e nou del 1959 e 1960 rischiamo di lavorare fino a 67 68 anni se questa e giustizia!!

    1. Io sono stanca di andare avanti con 500€ al mese e 291€ di invalidità nn arrivo x niente a fine mese ,poi danno gli aumenti sempre a chi ne ha già tanti ,dovrebbero mettersi nei panni di chi campa con poco, loro si suiciderebbero a campare con poco come noi …hanno aumentato tutto ma le pensione sono troppo basse x poter andare avanti ,si mettessero una mano sulla coscienza se ne hanno una ,devono aumentare le pensioniiiiii!!!!se no è un vero e proprio casino vivere !!!!diciamo quasi impossibile ,poi ho un figlio a mio carico e nn ce la posso proprio fare !!!!!!!🤦😔

    2. Benvenuto nel club “inc… 59 e 60”! Ma cosa aspettiamo a fondare un movimento/partito “No Fornero” in grado di sottrarre un sacco di voti a tutti i partiti attuali che non hanno alcuna intenzione di modificare la Legge Fornero; questo partito potrebbe appoggiare dopo le elezioni solo governi che garantiscano in tempi rapidi una equa modifica della Legge Fornero introducendo la flessibilità in uscita. Basta attese e prese in giro, passiamo all’azione!!

  8. Le parole sono belle ma ci vogliono i fatti, i fatti!!!! La società è sempre più sbilanciata a favore delle fasce più ricche. Tutte le forze politiche e sociali sono responsabili di tutto ciò. La pensione ce la stiamo pagando con i contributi che versiamo. Chiediamo solo ciò che ci appartiene sopratutto la pensione da VIVI!!!!

    1. Dai , devi dire la verità…….
      Gli equilibri sono saltati, perché in passato in Italia non si è avuto una razionale e sana gestione finanziaria.
      Abbiamo concesso troppo senza tenere conto delle coperture.
      Oggi quelli che producono ricchezza per mantenere il sistema sono troppo pochi.

      I giovani sulla pensione hanno (se invalidi) e avranno dopo un destino economico segnato dalla povertà.

      Voi non potete fare niente…….. Siete costretti a mantenere il sistema delle tessere che vi consente di campare e mantenere così insieme a voi i lavoratori di prima.
      È una situazione da dove non se ne esce.

      Forse se fosse possibile bisognerebbe agire su 2 percorsi. 1) Quello scolastico insegnando cose che siano utili a lavorare e a leggere il presente. 2) introdurre per tutti il reddito variabile sia sulla pensione sopra un certo importo che sui redditi di lavoro dipendente.. con tutti gli accorgimenti del caso.

      Cercarsi idee senza rimanere prigionieri di errori di spesa del passato oggi non più sostenibile.
      Cercasi cervelli da genio……

      Utopia.

      1. Buongiorno.
        Non è utopia è la realtà!
        Errori del passato si, può essere, che più di uno si sia fatto.

        Spero però che con il termine “concessi” non si riferisca a quelli dovuti al calcolo retributivo per la MASSA dei LAVORATORI magari con 40 e più anni di servizio ed ora a quel poco di misto che resta loro ancora per poco e con più anni di servizio.
        In questo caso io riterrei che l’errore sia stato quello di subire il metodo contributivo e/o comunque il tipo di calcolo/rivalutazione del montate.
        Perché se così fosse la informo che, fino a quasi ieri, era cosi anche a Bruxelles, la dove comminano letterine.

        In ogni caso, se ci rifacciamo al testo del sindacalista, la dove si asserisce che il 23% dei lavoratori non supera i 780 Euro al mese (ma servirebbero maggiori precisazioni) io, da ex appartenente alla categoria dei metalmeccanici 6 Livello, a memoria, non ricordo esistessero buste paga riferibili a tali infimi importi.
        Questo a meno che non sappia che in questo ultimo decennio anche nell’Italia a guida socialdemocratizzante sono arrivate: “agende 2010, riforme Hartz o Minijobs “ come è stato in Germania.
        Mi pare ci si sia fermati fortunatamente a Renzi e al sua Jobs Act, ed è già stato troppo!

        Ma sarei curioso di sentire del perché, nonostante un Italia poco virtuosa e spendacciona nella gestione della finanza questa sia stata in grado, negli ultimi 20 anni, di spendere meno di quanto ha goduto come entrate grazie ai surplus primari di bilancio statale.
        Eppure ci comminano costantemente le letterine.
        Ah… si è colpa del debito … degli interessi che ci strizza la finanza internazionale.

        Ma allora cosa che ne facciamo dell’Euro e della BCE se poi quello che sarebbe di nostro interesse è la sovranità monetaria!
        E pensare che: Giappone, Inghilterra e USA, con moneta sovrana e di riserva hanno da sempre deficit primari molto alti e nessuno fiata!

        Concludendo e concordando sulla necessità e sull’obbligo di percorsi scolatici almeno fino alla maggior età.
        Fatico a comprendere, per mia ignoranza, cosa intenda per reddito variabile; non so cosa sia. Sospetto un nuovo modo per una nuova fregatura necessaria a indirizzare i redditi sempre più verso il basso.

        Saluti

        Saluti

  9. Siamo stanchi di parole che non concludono nulla. Sono anni che sentiamo le stesse chiacchere .. sono anni che non portate a casa un risultato degno di questa parola ! Ora proprio basta cari Sindacalisti ! QUESTA È L’ULTIMA POSSIBILITA CHE VI DIAMO ! PER TUTTI NOI CHE ABBIAMO GIÀ 41 ANNI DI LAVORO ALLE SPALLE IL TEMPO DELLE PROMESSE E DELLE PAROLE AL VENTO È DEFINITIVAMENTE FINITO ! VOGLIAMO FATTI E NON PAROLE ! ATTENDIAMO ENTRO IL 31 DICEMBRE 2022 “QUOTA 41 SENZA PENALIZZAZIONI” ! È UNA VITA CHE CE LO AVETE PROMESSO !!! ATTENZIONE PERCHÈ LA PAZIENZA È FINITA E IL DISAGIO SOCIALE È A UN LIVELLO ALTISSIMO. PURTROPPO I TEMPI DELLA PACATEZZA E DELLA MODERAZIONE SONO FINITI !

    1. Bravissimo signor.Franco.condivido tutto,anch’io come Lei sono 41 anni di lavoro e sono stanco fisicamente e psicologicamente. Ma secondo me l’unica soluzione e scendere in Piazza e muovere un po’ le acque.

  10. Nel dibattito politico odierno tiene banco il tema delle alleanze, argomento assai fumoso…”con te oggi sì, con lui no…con quell’altro domani forse, ecc.”…un balletto che dà la misura del livello della nostra politica politicante. Un modo per restare al centro delle cronache, senza dire una parola sulle cose concrete. Addirittura all’interno delle stesse alleanze figurano forze politiche che sullo stesso argomento la pensano in modo diametralmente opposto (es. nucleare, rigassificatori, lotta alla povertà, lavoro, welfare, ecc.). Forse uno si è pronunciato “en passant” sulla questione della riforma previdenziale. Ma deve essere stato un incidente di percorso! A questo punto: che aspettarsi? La ragione mi dice poco e mi suggerisce soltanto di incrociare le dita! La speranza è comunque sempre l’ultima a morire! Comunque condivido l’analisi del dott. Ferrari. Continuare a battere sul connubio “62+41”, con una decisa accelerazione nella lotta alla disoccupazione giovanile, per rinforzare un percorso di sostenibilità del sistema.

  11. Fino a che verrà permesso alle aziende di assumere personale con contratti di pochi mesi o addirittura giorni non andremo da nessuna parte. Solamente le aziende a carattere stagionale dovrebbero avere questa possibilità e dovrebbero essere registrate in tal senso.
    Com’è pretendete di far girare l’economia se una persona non sa se il giorno dopo lavorerà oppure no? Questa persona cercherà di spendere il meno possibile

  12. Buongiorno,10 anni degli ultimi 10 con governo di sinistra e non si è mossa una foglia. Vergognatevi chi vi crede più i vostri giochetti li conosciamo tutti.

  13. tutto sacrosanto quello che dice lei dott. Ferrari; ma i ricchi sono sempre più ricchi e ingordi; poi, in tema di pensioni, invece di far andare la gente ad età ragionevoli si tengono sempre di più a lavorare oltre misura e così i giovani restano precari a vita; ; l’ultimissima hanno candidato Cottarelli che è il classico personaggio che dice: si può lavorare anche fino a 70 anni; sono quelli che non smetterebbero mai; si vede che nella loro vita non hanno mai faticato sul serio; saluti a lei e ai gestori del sito

    1. Ah … ecco perché tempo fa era stato proposto quale Premier … era ed è in linea con il PD!!!!!!

      Ha ragione Gio gio, quando dice che sono dieci anni che stanno al governo e ora, quando rischiano di uscirne, ci “menano il Torrone”.

      Dunque un altro economista, ovviamente scelto tra i “migliori” … per poi ritrovarsi sempre al punto di partenza!
      Gentile Cottarelli … al momento le direi che: “di Torrone preferisco quello originale di Cremona”.
      La ho ascoltata nel tempo con i suoi, seppure educati Torroni, ma li ho sempre trovati in linea con il sistema economico vigente.

      Ora mentre molti di noi tra: cassa integrazione, Naspi e licenziamenti hanno già dato, mi aspetterei che il capolista candidato del Nord per il PD (ma non solo) qualora eletto, dia una prova di “spending review”, della sua buona fede e di coerenza, magari rinunciando a pensione o a emolumento da parlamentare.

      O no!

      1. Buongiorno a tutti. Egregio Wal 52 ,ma si figuri se applicano una spending review contro i loro interessi ,sa cosa ci vuole per risolvere la cosa? Un’altra “Robespierre “.
        Buon Lavoro

        1. Anche quest’ altro sindacalista e uscito dalle polveri.Caro Cristian Ferrari sono uno che segue Pensione per tutti da qualche anno e nell’ ultimo periodo scrivo e riscrivo che io 11/11/2023 stacco i 41 anni di contributi e voglio andare in pensione. voi avete da fare una cosa sola scioperi e mobilitazioni giorno dopo giorno e poi vediamo se le cose giuste non vengono fatte se i soldi non saltano fuori.Io personalmente non ci metterei neanche un euro su di voi semplicemente perché siete peggio di chi ci governa

  14. Le riforme e le leggi sul lavoro ed il mancato controllo sulle applicazioni di quei pochi contratti di lavoro esistenti, dipendono solo da voi e dai Governi che avete appoggiato senza scendere in piazza.
    Ma mi si faccia il piacere come recitava il grande Totò. Non vogliamo sentirci anche presi per i fondelli…… dopo il danno la beffa!

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