Pensioni anticipate, news 20/7: Salvini rassicura, lavoratori ‘ teniamoci la Fornero’

Le ultime novità sulle pensioni anticipate al 20 luglio 2018 giungono su più fronti, da un lato arrivano da Matteo Salvini che intervistato dal Tg5 ha ribadito l’intenzione di rispettare il contratto di Governo stilato con il M5S e dunque di smontare la Fornero, sui social invece, i cittadini, futuri pensionandi si confrontano e trovano sempre più allarmanti le indiscrezioni che emergono sui media e la non chiarezza sulle linee programmatiche previdenziali che l’esecutivo intende seguire. Smonteremo la Fornero, dicono i lavoratori esausti, vuol dire tutto e niente, ora le domande che si pongono sono : in che modo cambierà la Fornero dal 2019? per uscire prima, Quota 100 e 41, occorrerà subire una penalizzazione dell’assegno? Vi saranno dei paletti anagrafici da rispettare per poter uscire prima dal mondo del lavoro? Sono confermati i tempi di realizzazioni uditi nelle ultime indiscrezioni ossia subito quota 100 per poi arrivare alla quota 41, forse 42, nel 2020?

Ultime novità al 20/7, torna a rassicurare Salvini: smonteremo la Fornero

C’è un contratto – ha detto il ministro dell’Interno in un’intervista rilasciata ieri al Tg 5che abbiamo sottoscritto e che prevede – ha sottolineato – che smonteremo la legge Fornero, ridurremo le tasse, chiuderemo le liti con Equitalia”. Ma nel corso dell’intervista la rassicurazione ai lavoratori è parsa troppo generica, non è stata spesa nessuna parola sui tempi e sulle misure verso cui intende propendere il Governo per quanto concerne la pensione anticipata. In che modo dunque si intende smontare la Fornero si chiedono preoccupati in tanti? Il Ministro del Lavoro nel suo ultimo intervento ufficiale in audizione a Camera e Senato parlando delle linee programmatiche del Governo in campo previdenziale aveva parlato di quota 41 per tutti e di quota 100 in valutazione per alcuni: ‘valutiamo le combinazioni possibili in base ai costi ‘ .

Poi nuovamente il silenzio. I giorni passano, la Legge di Bilancio si avvicina e non vi è nulla di definito. I lavoratori, dicono sui social in massa, iniziano ad essere stufi di tutto questo pressapochismo e di tutti questi rinvii, a 50 giorni dall’insediamento del nuovo Governo non hanno ancora compreso verso cosa/chi vi sarà il famoso ‘cambiamento’ annunciato. Dal canto suo Salvini nel corso dell’Intervista non solo dice al giornalista di andare d’accordo con Di Maio, ma è certo di essere in sintonia con quanti gli hanno dato fiducia, e dice fiero alle telecamere: “ Soprattutto andiamo d’accordo con gli italiani. Siamo qua da 49 giorni e penso che stiamo facendo tante cose che altri – ha sottolineato – non hanno fatto in anni ” . Il nostro sito ha raccolto, al contrario, moltissime lamentele sull’operato del Governo, ci pare doveroso rendere pubblici i commenti più significativi che dimostrano l’amarezza dei lavoratori, almeno in campo previdenziale. Sono molti quelli che temono, paradossalmente, che tra qualche mese dovranno in scendere in piazza per difendere la Fornero.

Pensioni anticipate 2018, lavoratori: scenderemo in piazza per difendere la Fornero

Pierantonio scrive indignato: “La cosa più divertente, si fa’ per dire, e’ che tanti si troveranno a pochi mesi dal pensionamento in base alla fornero e l assurdo e’ che a quel punto sarà la cosa migliore per non rimetterci. Con la quota 100 che vogliono fare come prima misura, partono dal presupposto, da malati di mente, che prima si manda in pensione chi ha 34,35,36 anni di contributi, chi invece si e’ giocato la giovinezza lavorando e adesso ha 40,41,42 anni di contributi deve lavorare ancora e aspettare magari il 2020. Ma la logica dovrebbe dire il contrario. Ma evidentemente il mondo si vive al rovescio. Se le varie illazioni su ciò che si vorra’ fare venissero confermate, scendo in piazza a difendere la Fornero!!! che almeno con la sua riforma tanti precoci non ci rimetteranno economicamente visto che i nostri fenomeni voglio per tutti indistintamente il contributivo. Il paradosso: hai 36 anni di contributi? bravo ti mandiamo in pensione. Hai 41 o 42 anni di contributi? Troppo pochi aspetta il 2020, prima vengono quelli che hanno lavorato meno anni”

Anna Maria aggiunge: “Spero non sia vero ciò che si legge sulla stampa in merito al fatto che le ingiustizie e storture prodotte dalla Legge Fornero verranno sanate introducendo – per l’uscita dal lavoro – la cosiddetta quota 100 (36 anni di contributi e 64 di età oppure 41 anni di contributi, il tutto con ricalcolo dei contributi versati dal 1996 al 2011 con il sistema contributivo. Se fosse vero teniamoci la Fornero, con la quale attualmente gli uomini vanno in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi e le donne con 41 e 10 mesi senza le forti penalizzazioni che si intendono introdurre e di cui non si è mai parlato in campagna elettorale. Se fosse vero, viva la Legge Fornero, perché equamente ha fatto decorrere il contributivo per il futuro e non per il passato. Il passato non si può toccare perché nel passato ognuno di noi ha fatto delle scelte basandosi su quelle che erano le leggi del tempo, scelte che con il senno del poi probabilmente non si sarebbero fatte in egual modo”

Paolo stanco dei continui rinvii, aggiunge esausto: “5S e Lega torneranno al loro quoziente elettorale del 2016-2017. Navigando sui vari siti che riguardano le “pensioni” vedo che la maggior parte dei commenti (circa il 90%) è stufa nel non apprendere da fonti ufficiali quale sia l’orientamento di questo governo nel tema. Alcuni scrivono “lasciamoli lavorare” ma il “lasciamoli lavorare” da quattro anni a questa parte pare sia un “refrain” che giustifichi/consenta ai Ministri preposti di rimandare all’anno dopo il problema (dl Damiano, Poletti, ecc.) e così via.”

Voi  concordate con i lavoratori affranti o siete tra quelli più che soddisfatti dell’operato del Governo? Fatecelo sapere attraverso un vostro commento nell’apposita sezione.

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