Pensioni anticipate, parla Ghiselli: Rottamazione cartelle, quota 41, uscita a 64 anni

In questi giorni su La Repubblica é uscita un’interessante intervista rilasciata da il neo Presidente Civ Inps, Roberto Ghiselli, parlando del filo rosso che lega la rottamazione delle cartelle fiscali e la sostenibilità dell’Inps, perché, spiega, nessuno ne parla mai ma i condoni danneggiano anche la previdenza. Il Bilancio dell’Inps non é a rischio per ora, perché la spesa previdenziale é cresciuta dell’1.2% in modo fisiologico, legata all’inflazione, il bilancio é solido, ma se ci fosse un condono tombale salterebbe il sistema, le pensioni in essere rischierebbero un taglio. Poi la discussione si sposta anche su quota 41, che molti partiti stanno usando come cavallo di battaglia per le prossime elezioni, e l’uscita flessibile anticipata a 64 anni, le due misure potrebbero servire per superare la Fornero o rischierebbero di aprire voragini nel nostro sistema? Le sue parole.

Pensioni anticipate 2023, quota 41 o uscita flessibile possibili strade al superamento della Fornero?

Quota 41 non apre voragini? chiede il collega di La Repubblica probabilmente facendo riferimento alla promessa più in voga in questa già iniziata campagna elettorale in cui l’uscita anticipata e la fuga della Fornero specie con la quota 41 pare una delle più gettonate. L’obiettivo é chiaramente cercare di comprendere se la proposta sarebbe fattibile o si rischierebbero buchi eccessivi.

Così Ghiselli: Ogni proposta previdenziale va fatta con equilibrio. Però quando si valuta l’impatto di misure come quota 41 o l’anticipo a 64 anni si deve prevedere che solo una quota degli aventi diritto poi aderisce: per quota 100 è stato il 40%. Per la componente contributiva di ogni anticipo non si tratta di spesa extra, ma solo di un anticipo di spesa”.

Dunque Roberto Ghiselli fa intendere che con la dovuta cautela alcune misure di flessibilità in uscita potrebbero essere comunque vagliate, visto che la quota contributiva peserà sempre di più e per i lavoratori sarà sempre meno conveniente uscire prima dal mercato del lavoro. Quel che invece si rischia di sottovalutare é la rottamazione delle cartelle fiscali, come se questo aspetto non incidesse con la previdenza. Ecco perché il Presidente del Comitato di Vigilanza Inps ci tiene a precisarlo, é meno preoccupante per la sostenibilità del sistema, sembra far intendere, concedere la quota 41 che perseguire con i condoni fiscali. Le sue parole.

Pensioni e rottamazioni cartelle: basta condoni danneggiano la previdenza, il sistema puà saltare

Così Ghiselli: “Attenzione con le proposte di rottamazione e decontribuzione. Rischiano di aprire buchi e di far saltare i conti. Ed aggiunge preoccupato: “Nessuno pensa mai che la rottamazione non riguarda solo le cartelle fiscali, ma anche quelle contributive. Nel biennio 2020-2021 l’Inps ha dovuto far cancellare 14miliardi di contributi previdenziali rottamati, dovuti per lo più ad imprese. Certo poi lo stato ripiana e nessuno perde la pensione, spiega a la Repubblica. Ma prosegue, se ci fosse un condono tombale salterebbe il sistema, le pensioni in essere rischierebbero un taglio. Anche gli sconti contributivi, aggiunge, implicano un buco per l’Inps che va ripianato con la fiscalità generale, ovvero con altre tasse” Poi conclude con un’esortazione : “Vorrei se ne parlasse di più”.

Voi cosa ne pensate delle considerazioni di Roberto Ghiselli, ex segretario confederale Cgil, il sistema previdenziale sarebbe più solido se si evitassero vari condoni. E forse, mi verrebbe da aggiungere, con maggiori risorse nel bilancio Inps sarebbe anche meno faticoso poter concedere misure di uscita anticipata che pesano sì sul bilancio ma non tanto quanto queste ‘regalie’.

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5 commenti su “Pensioni anticipate, parla Ghiselli: Rottamazione cartelle, quota 41, uscita a 64 anni

  1. Siamo alle solite! Lo scalone per i nati del ‘60 non si risolve, sempre il limite dei 64 anni a non permettere alcun cambiamento per i doppiamente beffati. Ma pensateci un po’, su…

  2. Caro Alex; certo che ti sei perso un passaggio; probabilmente il dott. ghiselli , nell’euforia della nuova attività, ha dimenticato di saper contare e 62, 63, 64 sono numeri che sono gli stessi; poi verrà fuori che a 64 si è troppo giovani per andare in pensione; saluti a te e ai gestori del sito

  3. Quando si parla di quota 41, si legge che costa 4 miliardi nel 2023, ma come li fanno questi calcoli? Cioè, in confronto a cosa? Se uno va con i 42 e 10 mesi ed 1 anno in meno le donne, la differenza, con quota 41 sono 4 miliardi in più? Ma non ci credo neanche un po’!
    Poi, in aggiunta, i pensionati non pagano le tasse? Nel calcolo bisognerebbe scalare questi importi dal costo…. In verità, secondo me, è solo una volontà politica!

  4. Secondo elementare buon senso, le cartelle retributive andrebbero riscosse e non rottamate, sia per motivi di equità sia per evitare squilibri e buchi nei conti previdenziali.
    Devo essermi perso un giro: sino a qualche settimana fa l’ex segretario confederale della Cgil non sosteneva l’uscita anticipata con la flessibilità a partire da 62 anni??…Ora col cambio di casacca, la stessa voce parla di uscita anticipata a 64 anni. Non è proprio la stessa cosa. Teniamo le dita sempre incrociate!

    1. Spero che si tratti di un refuso e che l’ex segretario confederale non abbia cambiato idea rispetto alle tante dichiarazioni del passato sulla flessibilità in uscita dai 62 anni.
      Ho sempre letto le sue interviste su questo sito e lo considero una persona impegnata e coerente

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