Come vi avevamo anticipato nella giornata di ieri, quest’oggi pubblichiamo la seconda parte dell’elaborato del Dott. Claudio Maria Perfetto che sostiene esista il modo per poter iniziare seriamente a parlare di riforma pensioni dal 2023 e superare la Riforma Fornero dal 2024 se vi fosse la volontà politica per farlo. Egli analizza nel dettaglio e a livello demografico la situazione italiana ed in seguito propone un modus operandi che permetterebbe, se attuato, di superare l’empasse odierno. Il Dott. Perfetto spiega: ‘Si tratta di una Proposta di Riforma Lavoro-Pensioni a carattere strutturale che tiene conto sia dell’andamento demografico della popolazione italiana che della sostenibilità finanziaria del Sistema Previdenziale (perché si autosostiene)‘.
Inoltre egli ribadisce un concetto già chiaramente espresso dal segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, ossia che Una Riforma Pensioni non può in alcun modo prescindere da una Riforma Lavoro, le due Riforme vanno affrontate necessariamente insieme e, rafforza il Dott.Perfetto, integrate in un’unica Riforma Lavoro-Pensioni‘. Inoltre conclude ricordando che un’idea simile (ma non uguale) a quella presentata nella sua proposta, specie riguardo alla tassazione dei robot, fu presentata alla Camera dei Deputati in data 3 agosto 2017, dunque, se si volesse cambiare davvero: “le linee guida, le raccomandazioni per una Riforma Previdenziale fondata sul Lavoro, che sia sostenibile, strutturale, e adeguata all’economia digitale sono tracciate. Nel 2023, sarebbero da discutere” . Le sue parole in questo elaborato:
Pensioni anticipate, ultime: un modo per superare la Riforma Fornero c’é
La dinamica della popolazione italiana continua ad avere un trend negativo: 60.626.442 di abitanti del 2011 a 59.236.213 di abitanti nel 2021, con la riduzione di 1.390.229 abitanti nell’arco di 10 anni.
Le piramidi demografiche della popolazione italiana relative al 2011 e al 2021 (rappresentate nei grafici sottostanti) evidenziano visivamente due elementi che interessano la Riforma Previdenziale: il restringimento della fascia di età 0-4 anni (calo delle nascite), l’allargamento delle fasce di età dai 65 anni in su (allungamento della vita). Inoltre, le fasce di età che hanno subìto la contrazione maggiore della popolazione sono: 30-34 (-836.033), 35-39 (-1.304.917), 40-44 (-941.829). Le fasce di età che hanno registrato l’aumento maggiore della popolazione sono: 50-54 (+674.475) e 55-59 (+896.649).
Il calo delle nascite ha come effetto la minore disponibilità di potenziali lavoratori che potranno finanziare le pensioni. L’allungamento della vita ha come effetto l’erogazione della pensione per un tempo maggiore. La combinazione dei due effetti produce come effetto risultante la necessità di restare al lavoro sempre più a lungo, e quindi l’innalzamento progressivo dell’età anagrafica per andare in pensione.
Ci sono diverse soluzioni per tentare di invertire il trend negativo della dinamica demografica, tra cui:
─ fornire incentivi economici alle famiglie per favorire la natalità;
─ favorire una maggiore integrazione tra la popolazione italiana e la popolazione straniera che vive in Italia, conferendo loro la cittadinanza italiana;
─ favorire l’accesso al mondo del lavoro di giovani disoccupati in modo che possano formarsi una famiglia ed allevare figli.
Alcuni di questi punti sono presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; altri sono presenti nei programmi elettorali che i partiti hanno presentato in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre.
Oltre alle soluzioni prospettate, ce ne potrebbe essere un’altra che è più in linea con la trasformazione digitale in corso, e che proprio per questo ha carattere innovativo.
Riforma pensioni e del lavoro: da affrontare insieme, ecco come
Si tratta di una Proposta di Riforma Lavoro-Pensioni a carattere strutturale che tiene conto sia dell’andamento demografico della popolazione italiana che della sostenibilità finanziaria del Sistema Previdenziale (perché si autosostiene).
Tale Proposta affonda le sue radici nell’economia digitale. Nel 2023 ci sarebbe il tempo necessario per poterla esaminare e discuterla, in modo da poterla attuare già nel 2024.
La Proposta verte sulla considerazione che, come gli organi artificiali possono sostituire gli organi naturali mancanti in persone affette da deficit organici, le macchine potranno sostituire la popolazione mancante in nazioni con deficit demografici (provvedendo ad allungare le basi della piramide demografica, in particolare per l’Italia le basi piramidali relative alle fasce di età che si sono più accorciate: 30-34, 35-39, 40-44):
- Le macchine che sostituiscono l’uomo, svolgendo le stesse funzioni lavorative degli umani, in maniera autonoma, vanno equiparate alla forza lavoro umana;
- Le macchine autonome che producono reddito con il loro lavoro vanno soggette al versamento di una imposta sul reddito da lavoro (come già avviene per la forza lavoro umana);
- I contributi versati dalle macchine autonome serviranno a finanziare le pensioni di lavoratori che potranno accedere alla pensione a partire dai 59 anni di età anagrafica, nonché a coprire vuoti contributivi di lavoratori che a causa dell’automazione vanno soggetti a periodi di disoccupazione;
- La dismissione di forza lavoro anziana, non più in linea con i requisiti dell’economia digitale, procurerà alle aziende un ritorno in termini di redditività;
- Con la maggiore redditività le aziende potranno investire sui giovani (ricambio generazionale);
- I giovani potranno contare su un lavoro stabile e adeguatamente retribuito, potranno formarsi una famiglia, e avere dei figli;
- La nuova domanda di consumi indotta dai giovani occupati stimolerà la produzione e quindi gli investimenti e quindi nuova occupazione, alimentando un circolo virtuoso;
- In presenza di crescita economica, sostenuta da una politica sociale orientata alla formazione e allo sviluppo della famiglia, si potrà colmare il deficit demografico in maniera strutturale;
- Con un nuovo “baby boom” non si renderebbe necessario “superare” la Riforma Fornero, la quale diventerebbe obsoleta e si estinguerebbe da sola in quanto verrebbe a mancare il seguente meccanismo sul quale si fonda: calo delle nascite, mancanza di futuri lavoratori, pensione a 67 anni, posti di lavoro occupati da anziani, giovani bloccati e senza lavoro, matrimoni in calo, calo delle nascite, mancanza di futuri lavoratori, pensione a 68, a 69, a 70 anni, e così via, alimentando un circolo vizioso.
Una Riforma Pensioni non può in alcun modo prescindere da una Riforma Lavoro, le due Riforme vanno affrontate necessariamente insieme e integrate in un’unica Riforma Lavoro-Pensioni, perché pensioni e lavoro sono due facce della stessa medaglia, e ciò è dimostrato dal fatto che il Sistema Previdenziale italiano è a ripartizione, ovvero le pensioni correnti (cioè di chi oggi è in pensione) vengono pagate con i contributi versati dai lavoratori attivi (cioè da coloro che oggi svolgono un’attività lavorativa).
Pensioni anticipate e misure innovative: idea analoga già presentata nel 2017
Un’idea simile (ma non uguale) a quella presentata nella Proposta appena esposta, in particolare riguardo alla tassazione dei robot, è stata presentata alla Camera dei Deputati in data 3 agosto 2017 su iniziativa dell’allora deputato socialista Oreste Pastorelli assieme alla deputata Pia Locatelli, capogruppo del Psi alla Camera, e Michela Marzano, deputata indipendente. La Proposta di Legge dei tre deputati è denominata “ “Agevolazioni fiscali per l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale nella produzione di beni”.
Una breve descrizione di cosa prevede la suddetta Proposta di Legge viene fornita dall’On. Oreste Pastorelli stesso in una intervista rilasciata il 2 ottobre 2017 al quotidiano online Key4biz.
In conclusione, le linee guida, le raccomandazioni per una Riforma Previdenziale fondata sul Lavoro, che sia sostenibile, strutturale, e adeguata all’economia digitale sono tracciate. Nel 2023, sarebbero da discutere“.
Ringraziano il Dott. Claudio Maria Perfetto per averci fornito questa ‘soluzione’ al superamento della Legge Fornero, che avverrebbe, se si seguisse la sua idea innovativa praticamente come conseguenza. Ricordiamo a chi si fosse perso la prima parte del suo elabortao che può leggerlo qui e vi chiediamo di scriverci nell’apposita sezione commenti del sito cosa ne pensate oppure quale potrebbe essere la vostra ‘soluzione’ per superare la Riforma Fornero.
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Buonasera a tutti. Siamo arrivati al periodo epico. Il signor Orlando ministro del lavoro del PD non ha alzato un dito per difendere i lavoratori. Il signor Salvini propone quota 41. Ma la domanda è questa: questi signori dove stavano?? Oltre a conservare le poltrone ubbidendo agli ordini del supremo che facevano?? I sindacalisti cosa facevano dove stavano?? Il problema è sempre lo stesso, una persona che ha conseguito una laurea per dare un servizio a questo stato per riscattarla deve versare circa 100.000,00€ (quinquennale) sembra normale che non arrivi a 41 di contributi se non a 80 anni. Quota 41 forse è pensata per il nord? Ma io dico cosa cresce dentro certi cranii. Eppure dovrebbero essere pensanti. Ed adesso tutti in fila per recarsi al voto e rieleggere sempre gli stessi. Auguri a tutti
59 anni età. anagrafica minima ??? Quindi ci saranno lavoratori che andranno in pensione con 45 anni di contributi ????
Ma per favore !!!
mi rivolgo al dott. Perfetto; stavo per chiedere: e per il 2023 quale la proposta e mi ha risposto: proposta tridico sempre che la nuova compagine che vincerà le elezioni la accetti: appunto questo è il problema ; anzi: debito pubblico e quello che dice l’UE: ti do i soldi del pnrr se non tocchi la legge fornero; riepilogando: noi del 1960 passeremo alla storia come i più inc. tra gli inc. saluti a lei e ai gestori del sito
Il problema gigante in Italia è l’evasione fiscale, imprese, partite iva, commercianti e grandi multinazionali che evadono centinaia di milioni di euro, che potrebbero servire a pagare chi si è spaccato la schiena per 40 anni. Invece purtroppo la politica tutela i grandi evasori. Conte col M5S da premier aveva avviato un percorso che stroncava l’evasione fiscale. Tutti abbiamo visto che fine gli hanno fatto fare, perché troppo scomodo.
Sono basito da queste proposte che parlano di quello che sarà il mondo domani.Si vive una volta sola e si deve vivere giorno dopo giorno.
Oggi ho letto che due signore ex sindacaliste Furlan e Camusso sono nelle liste del PD.Dottore legga su http://www.lafionda.it l articolo di come si sono vendute. Mi dica se uno dell’ 1966 con 40 di contributi cosa può interessare quello che sarà quando ieri e oggi i finti politici i finti sindacalisti cancellano la costituzione cancellano i diritti.Mi scusi Dottore ma noto in lei un certa massa celebrale molto elevata le chiedo da domani
Di pensare a qualcosa per il 2023 Grazie
Dite che non ci sono soldi?Il reddito di cittadinanza sono soldi a Fondo perduto e poi non volete dare la pensione ha chi veramente a lavorato! Ma qui ci vuole una Guerra civile!
Personalmente riconoscerei la possibilità di godere della pensione anticipata prima dei 42 anni e 10 mesi a quelle persone che hanno messo al mondo più figli.
Chi ha scelto di crescere una famiglia “numerosa” (4 e più figli) di regola lo ha fatto a costo di enormi sacrifici. Quei figli oggi contribuiscono a sostenere il sistema previdenziale.
Secondo me sarebbe non solo una misura equa, ma anche un incentivo alla natalità tanto importante per il futuro di questo Paese.
Per l’evasione credo basterebbe far sparire il contante. Pagamento solo rintracciabile
…Errata corrige… Buon pomeriggio! Credo che gli italiani, siano preoccupati per l’aumento del costo della vita e per gli stipendi bassi; ciò a cui assistiamo, di conseguenza, è il calo delle nascite. Grazie mille!
Buon pomeriggio! Credo che gli italiani, siano preoccupati dell’aumento del costo della vita e degli stipendi bassi; ciò a cui assistiamo, di conseguenza, è il calo delle nascite. Grazie mille!
Gent.le Sig.ra Teodora Moira, lei ci sorprende per la semplicità con cui dice le cose semplici. E proprio perché le sue parole sono semplici sono anche vere. La verità è nella semplicità.
Buon pomeriggio! Illustrissimo Dott. Perfetto, ringrazio infinitamente Lei per la sua gentilezza e sapienza e la Redazione di Pensioni per Tutti per la professionalità e per la pubblicazione puntuale dei nostri commenti. Spero tanto, Dott. Perfetto che la sua ” soluzione” al superamento della Legge Fornero”, si traduca, al più presto in legge. Grazie di cuore!
… Errata corrige… Buon pomeriggio! Illustrissimo Dott. Perfetto, ringrazio infinitamente Lei, per la sua gentilezza e sapienza, e la Redazione di Pensioni per Tutti, per la professionalità e per la pubblicazione puntuale dei nostri commenti. Spero tanto, Dott. Perfetto, che la sua” soluzione” al superamento della Legge Fornero, venga recepita, al più presto, dal Parlamento Italiano e mutata in Legge. Grazie di cuore!
Siamo in periodo di elezioni come lo eravamo nel 2018 e molti discorsi e proposte di quel periodo ritornano da parte delle diverse parti politiche in campo.
In particolare, rifacendomi al pensiero del dottor Perfetto fervente sostenitore della necessità di una presa di coscienza della trasformazione digitale in corso in un futuro che potrebbe vedere l’ineluttabilità di una “imposizione fiscale sulle macchine” che potrebbero sostituire molta parte della forza lavoro in una nazione a elevato deficit demografico.
Riporto il virgolettato rintracciato all’interno di un articolo dell’epoca a nome di Federica Meta apparso su Corcom dal titolo: “Tassa sui robot, si riapre il dibattito. Salvini: “Imposta a tutela del lavoro””.
In sintesi Salvini affermava: …“è utile tassare le imprese che impiegano robot per tutelare i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro … investi, fai ricerca, mi va benissimo però il futuro va accompagnato”.
Un pensiero che si scontrava col parere dell’allora ministro dello Sviluppo economico Calenda che, quale promotore dell’Industria 4.0, sosteneva assurda l’idea di immaginare “dazi e tasse sui robot sono una ricetta suicida”.
Ora che i due contendenti con i loro pensieri contrari quasi in tutto sono di nuovo in campo, fatico a immaginare che una presa di posizione cosi difficile e cosi globale possa venire alla luce nel 2024 nell’abito di una auspicata riforma Lavoro-Pensioni quando, la nostra controparte, basa il suo mondo solo sulla produttività e sui ricavi.
Fatemi lavorare a tempo indeterminato, tanto non produco niente di utile alla collettiva’, mi pagate pure un bene, siamo in tanti gli ultrasessantenni a non volere lasciare: visto che ci siete continuate a pagare affitti salati e consumi di energia, e tutti gli accessori.Teneteci, teneteci, teneteci. Grazie Dr.ssa Fornirò, non cambi mai idea, continuassero a emigrare i giovani più qualificati all’estero e lasci i vecchi a riposarsi le ossa
Ho letto la proposta del dr. Perfetto che ha sicuramente molti punti validi. Mi domando però: se una proposta analoga era già stata presentata nel 2017, che cosa è accaduto in tutto questo tempo? Parliamoci bene 5 anni in cui nessuno ha fatto niente in proposito. Il problema si pone per me e per tanti come me che sono del ’60 e sono rimasti fuori per pochi mesi da tutte le riforme tampone e agevolazioni varie nel tentativo di aggirare la Fornero. Si dice nell’intervista che la proposta di tassare i robot potrebbe essere discussa nel 2023 e, bene che vada, adottata nel 2024. E nel frattempo si torna alla Fornero? Io dico che va tutto molto bene: una proposta così innovativa e che, almeno sulla carta, potrebbe risolvere tante situazioni critiche va sicuramente vagliata con ogni serietà. Però guardiamo al presente, anche. Il problema più urgente è trovare una soluzione valida nel frattempo. Se in cinque anni nulla è stato fatto in proposito, io direi che ad oggi gli addetti ai lavori dovrebbero concentrarsi innanzi tutto su una soluzione immediatamente attuabile per evitare il famoso scalone. E poi, certamente, anche ragionare su quanto possa ulteriormente migliorare la situazione lavoro/pensioni italiana.
Si parla del problema del calo demografico, tuttavia c’è il Presidente dell’INPS Tridico che, conti alla mano, ha detto che la proposta che porta il suo nome sarebbe attuabile anche per le risorse italiane al presente. Mi domandavo quindi se non si potrebbe adottare questa soluzione o qualcosa di analogo nel frattempo, piuttosto che lasciare che alla fine 2022 la Fornero torni popolare i nostri incubi?
Sig.ra Cristina, le trasformazioni profonde richiedono tempo per essere studiate e, soprattutto, applicate. Questo vale sia per la riforma delle pensioni che per la riforma del lavoro.
Il fatto che l’idea della tassazione dei robot risalente al 2017 non sia oggi un tema di attualità, non significa che non la si possa “rispolverare” e portarla ai nostri tempi 2022. Anzi, è una buona cosa recuperare le idee del passato, soprattutto quelle che hanno anticipato i nostri tempi. La tematica della tassazione sui robot è stata anche discussa al Parlamento europeo nel 2016.
Nel 2017, per esempio, non si vedevano in giro robot-infermieri (simili a quelli che abbiamo visto prendere la temperatura ai ricoverati Covid). Non si vedevano robot-baristi nei bar e robot-camerieri nei ristoranti. Non si vedeva il farmacista robot all’Ospedale Mauriziano di Torino. Oggi si vedono ancora pochi robot in giro, è vero; ma pochi erano anche i computer e i cellulari negli anni 1990-2000. Poi, i PC e i cellulari sono diventati di massa e si sono diffusi dappertutto, entrando in maniera profondamente radicata nelle nostre case e nella nostra vita. Così sarà per i robot (ma questo forse, sig.ra Cristina, lei già lo sa, perché forse anche lei utilizzerà in casa sua il robot-aspirapolvere).
Tra poco a Milano si vedrà in circolazione (in fase sperimentale) il primo robot-postino, chiamato YAPE, acronimo di Your Autonomous Pony Express. Non sarebbe forse il caso di riflettere in che misura i robot-postini, robot-baristi, robot-camerieri, robot-infermieri, robot-autisti, robot-traduttori, robot-attori, ed altri robot di altre categorie professionali impattano sull’occupazione umana? Ebbene, qualcuno ha già pensato a questo nel 2016 e 2017. Ebbene, io dico: partiamo da lì per costruire una Riforma Lavoro-Pensioni da attuare nel 2024.
“Però guardiamo al presente, anche. Il problema più urgente è trovare una soluzione valida nel frattempo” (sue parole, sig.ra Cristina). Giustissimo. Guardiamo al presente.
Problemi urgenti richiedono tempi stringenti per essere risolti. Quando il tempo manca si ricorre a “proroghe” (come per Ape sociale e Opzione Donna), oppure a qualcosa di nuovo ma a termine (come Quota 100 per il triennio 2019-2021 e Quota 102 per l’anno 2022).
Quest’anno si è parlato molto della Proposta Tridico. A mio avviso la Proposta Tridico avrebbe buone possibilità di essere approvata nel 2022 e attuata nel 2023. Ma dipenderà molto dalla nuova coalizione di Governo.
In conclusione: o si attinge ad idee già maturate nel passato (per recuperare tempo) e si attualizzano al tempo presente (2022) in modo da portarle allo stesso livello di credibilità di cui gode la Riforma Fornero e quindi sostituirle ad essa; oppure (perché manca il tempo), continuare con la Riforma Fornero affiancandole altre Opzioni di uscita anticipata dal mondo del lavoro (Ape Sociale, Opzione Donna, Proposta Tridico).
Grazie mille per il chiarimento, dr. Perfetto. Mi sembra di capire che concordiamo sul fatto che entrambi gli aspetti di una riforma delle pensioni veramente efficace, vale a dire un intervento dai tempi più lenti ma strutturale e un altro più immediato per risolvere le problematiche urgenti, dovrebbero partire dallo stesso impulso e andare di pari passo. Dunque siamo senz’altro sulla stessa lunghezza d’onda
Proprio così, sig.ra Cristiana (questa volta non sbaglio a scrivere il suo nome), sono due percorsi paralleli: 1) un intervento dai tempi più lunghi per una riforma strutturale che si sostituisca alla Riforma Fornero (e per farlo ci sarebbe bisogno di avere tempo a disposizione, tempo che attualmente non c’è), e 2) un altro intervento più immediato per risolvere le problematiche urgenti (proprio perché il tempo a disposizione è poco) che lascia, però, in vigore la Riforma Fornero.
Sono quindi due percorsi paralleli che andrebbero seguiti entrambi, in parallelo.
Tuttavia, sarebbe anche possibile, a mio avviso, realizzare, in questo poco tempo che rimane, una Riforma Previdenziale in sostituzione della Riforma Fornero attingendo a piene mani alle proposte che furono avanzate nel 2013 quando si cercava di introdurre modifiche alla Riforma Fornero che consentissero una maggiore flessibilità di uscita dal mondo del lavoro.
Mi riferisco in particolare alla Proposta di Legge Damiano-Baretta-Gnecchi (Ddl 857) del 2013, che sembra stia nuovamente polarizzando la nostra attenzione e che potrebbe essere “rivitalizzata” (per così dire) attualizzandola al 2022 e arricchendola delle esperienze (ed esperimenti) maturate in tema pensionistico nell’arco di 10 anni (2012-2022).
Ma di che state parlando? 20 giorni e la riforma “strutturale” Fornero si è compiuta per il decimo anno! Non venitemi a dire che ci vuole tempo. Il tempo è quello che non ho più!
Sig.ra Minerva, stiamo parlando del fatto che per attuare una “Opzione” pensionistica (del tipo Quota 100 o Quota 102) da affiancare alla Riforma Fornero ci vuole poco tempo, e potrebbe entrare in vigore già nel 2023; mentre per attuare una “Riforma” che prenda il posto della Riforma Fornero ci vuole un tempo maggiore di quello della “Opzione”, e non potrebbe entrare in vigore già nel 2023.
Se la Riforma Fornero è stata fatta in poco tempo è perché è la risultante delle riforme pensionistiche dei Governi precedenti. Nel 2011 c’era già materiale su cui lavorare (finestre e aggancio all’aspettativa di vita ereditati dai precedenti Governi, messi un po’ in ordine sparso), e la Riforma Fornero ha solo messo ordine laddove regnava disordine.
Se la Riforma Fornero è in vigore da 10 anni, significa che è una Riforma valida e che ancora nessuno è riuscito a trovare una Riforma altrettanto valida da poter sostituire la Riforma Fornero.
Qui non si tratta di costruire una Opzione, una scialuppa di salvataggio (Quota 100, Quota 102, Quota 41). Qui si tratta di costruire una nave (una nuova Riforma). E come lei può immaginare, costruire una nave richiede più tempo che costruire una scialuppa.
Ho 45 anni di contributi e 62 anni età. Chiedo se devo andare obbligatoriamente in pensione a fine 2022 oppure l opzione pensione anticipata vale anche per il prossimo anno? Chiedo ancora se io andassi in pensione nel 2022 , potrei continuare a fare altro lavoro ? Graxie mille siete molto di aiuto
SE FOSSE PER ME TI MANDEREI OBBLIGATORIAMENTE IN PENSIONE, LASCIA IL POSTO DI LAVORO AI GIOVANI
carmelo , senza offenderti, sei il classico personaggio che non smetterebbe mai di lavorare; si vede che non hai sofferto a sufficienza nel corso della tua vita lavorativa; pensa un attimo a quelle cose che non puoi fare attualmente perchè lavori; se proprio non sai cosa fare in alternativa al lavoro vai a fare volontariato e libera posti ad altri che magari hanno necessità di quel posto e liberano a loro volta altri posti per altri ancora; io sono contento di terminare tra meno di 2 settimane; anche se avevo il partime qualcuno mi ringrazierà perchè libero un posto di lavoro; saluti a te e ai gestori del sito
Sig. Giannini Carmelo, con 45 anni di contributi e 62 anni di età lei può senz’altro andare in pensione anticipata ordinaria (che si ottiene già con 42 anni e 10 mesi più 3 mesi di finestra).
Anche se dovessero modificare la legge sulle pensioni, i suoi diritti acquisiti non verranno toccati, potrà andare comunque in pensione.
Se proprio lo desidera, nel 2022 potrà sia andare in pensione che continuare a lavorare, senza che l’INPS le riduca la pensione.
Ad ogni modo, le consiglio vivamente di andare da un Patronato per verificare l’effettivo versamento dei contributi.
Ma come hai fatto solo 45 anni di contributi a 62 anni, Personalmente la manderei a lavorare fino almeno ai 55 anni di contributi. Lei è troppo giovane per aspirare alla pensione, continui a lavorare almeno fino a 70 anni, la prego, mi ascolti!
Le pensioni non dovrebbero essere ogni volta argomento di promesse elettorali e un cavallo di battaglia dell’ onorevole Salvini,fautore tra l’ altro di quota 100.Se con 41 anni di contributi e 62 anni di età non basta per andare in pensione, allora di cosa parliamo?
Già la destra vuole abolire l’RDC, unico mezzo di sussistenza per noi ultra60enni. Inoltre noi che abbiamo i sistemi misti siamo esclusi da ogni ipotesi di pensione anticipata (io Cassa dei Ragionieri obbligatoria + INPS).
Ho 64 anni e sono di fatto inabile per lavori continuativi. Meglio morire. Preferiscono aiutare gli extracomunitari e gli Ucraini che gli italiani. E mandare le armi. Siamo alla follia.
Che dire.. Ho 62anni 41 versati disoccupato Senza reddito e
Ho beccato lo scalone draghi la riforma Fornero niente bonus
Eppure non ho ammazzato nessuno solo lavorato per 41nni Pagando sempre le tasse
Anche Lei che è del 60′ non può andare in pensione con 41 anni di contributi. Deve lavorare per la collettività in silenzio senza lamentarsi fino almeno ai 55 anni di contributi o 70 anni di età, non importa se al lavoro andrà con la carrozzina elettrica sarà Green e se poi si sosterrà con le stampelle pensi che avrà fatto del bene al suo paese servendolo fedelmente, ricevendo in cambio un bel……….. nel……..! Cordiali saluti!
1° articolo della Costituzione
… l’Italia è fondata sul lavoro ….come è giusto che sia per una nazione che si rispetti …..purtroppo la troppa burocrazia, la tassazione e le leggi che vengono partorite dall’oggi al domani senza pensare agli effetti collaterali che a lungo andare ne conseguono ….le finanze pubbliche che vengono sprecate e qui ne avrei da dire, appalti pubblici su progetti fantasma …tutto ciò deve essere corretto … è venuto il momento di cambiare… più aiuti alle imprese di tutte le categorie…meno tasse….. più controlli con supervisori competenti e affidabili all’interno dei vari ministeri. Più autonomia alle regioni ….. E forse l’Italia fondata sul lavoro rinascerà….
Condivido, pienamente d:accordo, mentre il mega discirso del dr. Prefetto mi sembra assurdo ed utopico.
Mettiamo i robot al lavoro con tassazione, facciamo andare in pensione gli anziani ed i giovani dove trovano lavoro???
Anni fa i lavori stavano per tutti
Non si può lavorare in eterno…..devono pagare i ricchi che guadagnano molto…..non vedo altre strade.
Il Dott. Perfetto è senza dubbio una persona con un QI altissimo e le sue proposte sono certamente realizzabili in uno Stato serio, ma il problema rimane “il tempo”. Se la tassazione dei robot è una cosa fattibile con una legge sprint, lo studio avrebbe invece dei tempi lunghissimi: Cosa tassare, chi tassare e dove tassare. Mi resta un ulteriore dubbio: ” Ma queste nuove leggi chi dovrebbe farle, il centrodestra filo-industriale ?” Mi perdoni la risata, ma proprio non ce le vedo fare. Nel frattempo i prossimi pensionati possono attaccarsi alla speranza non di un diritto ma di un regalo tipo quota 100. Chi sarà il vincitore del biglietto vincente questa volta ? Chi ha lavorato e versato di più o chi ha lavorato meno ? Chiedetelo ai cartomanti Salvini e Durigon, tanto vi risponderanno soltanto dopo le elezioni e quasi sicuramente la risposta non vi piacerà e non vi assicurerà nessuna pensione. Forse a pochi ma non sarete voi.
vedo carissimo Franco Giuseppe che ti rode ancora perchè qualcuno ti ha detto a suo tempo: io con 38 anni vado in pensione e tu devi continuare a lavorare; parli di regalo quota 100? se fosse stato un regalo tutti ne avrebbero approfittato ma non è così e le motivazioni sono tantissime: c’è chi non poteva perchè anche 200 euro al mese fanno la differenza; chi ha detto: io sono forte e tengo duro; se poi vado in pensione che cosa faccio? se vado in pensione io poi muoio; se vado in pensione non sono più nessuno; una cosa è certa: noi del 1960 non abbiamo potuto usufruirne e poi è arrivata quota 102 con i 64 anni; magari era un regalo prima del 1995 quando persone di 40 anni di età andavano in pensione; pensa a chi ha fatto lavori durissimi e aveva la prospettiva di dover lavorare molti anni in più; quota 100 li ha salvati; poi è chiaro che ogni legge ha i suoi aspetti negativi; tu dici: potevano abbassare gli anni di contribuzione? sogni; ma quota 100 ha bloccato l’aspettativa di vita a 42 anni e 10 mesi + finestra; era già salita a 43 anni e 3 mesi per il 2019; fatti i tuoi calcoli; forse grazie a quota 100, e solo tu puoi saperlo, hai risparmiato 6 mesi; il dato di fatto è che adesso vedremo le evoluzioni future e saranno una peggiore dell’altra; io fra 9 giorni concludo e la pensione ufficiale la vedrò nel 2027; sarà durissima con la RITA ma se io devo soffrire io soffro; speriamo che la proposta tridico passi così tra qualche anno magari una parte me la riconoscono ; saluti a te e ai gestori del sito
Ma è così difficile fissare un’età massima a 62/63 anni ed una quota di almeno 35 di contributi e dare la possibilità a chi raggiunge queste quote di decidere se uscire o rimanere a lavorare e prendere la pensione in base a quanto versato? Se uno raggiunge i 62/63 anni ma ha pochi anni di contributi e decide di continuare a lavorare, può farlo benissimo ma se uno ha versato contributi per 40 anni e passa, ha il diritto – se vuole – di andare in pensione, così come lo Stato ha il dovere di farlo andare. E’ solo una questione di civiltà che, in Italia, manca a prescindere.
Sono pienamente d’accordo, parole sante.
Se tornassimo indietro, qualche rotula ,con protesi le farei saltare,basta, chi sbaglia deve pagare.
Buongiorno a tutti. Saro’ brevissimo. Tutto il mio rispetto per I tecnici bravissimi nelle previsioni ,calcoli e come cercare di risolvere la cosa.Da Lavoratore che sono ,prossimo alla pensione e come me molti altri ,interessa solo una cosa ,andare dopo tanti anni di sacrifici e rinunce ,in pensione ,dignitosamente ,senza perdere niente e sopratutto quando prima.Le problematiche a monte le devono risolvere chi le ha create senza fregarsene di chi ha Lavorato rinpinguendo sempre di più senza ritegno i propri interessi,vedi vitalizi, superstipendi,pensioni da capogiro e privilegi vari tipo macchine ,barbieri e quant’altro pagati a fior di stipendi dalla collettività. Dovremo noi Lavoratori dopo 41,42,43 anni di lavoro capire che cosa.
Buon Lavoro e un saluto ai Sig del Sito.
Saluti a lei Raffaele
Proposta di superamento della Legge Fornero innovativa ed intelligente che dovrebbe essere la bandiera dei partiti cosiddetti progressisti che invece affideranno all’economista pensionato 59enne Cottarelli le loro future proposte: in pensione a 71anni e tagli feroci allo stato sociale!! Mi permetto solo di aggiungere che occorrerebbe uscire al più presto dalla visione economicista miope della finanza che sta portando il mondo all’autodistruzione e considerare che un rapido calo demografico sarebbe auspicabile, una vera benedizione: i paesi con qualità della vita più alta infatti sono quelli con poca popolazione in rapporto alla loro superficie (Australia, Canada, Nuova Zelanda, Paesi Scandinavi ecc.). I Paesi come il nostro, sovrappopolato, superinquinato (e sempre più in mano alla delinquenza organizzata!) hanno un solo futuro: essere orgogliosamente e felicemente parte del terzo mondo tra grida scomposte di giubilo di politici, imprenditori e finanzieri!
Sig. Matteo, il confronto con altri Paesi lo trovo sempre fuorviante.
Paesi differenti hanno differenti risorse, differenti culture, differenti conoscenze, differenti esperienze, differenti capacità, differente morale, differente etica. Comunque, a parte questo, le piramidi demografiche dei Paesi che ha elencato sono differenti dalla piramide demografica della popolazione italiana.
Prendiamo come riferimento l’anno 2019. Consideriamo “anziana” la popolazione nella fascia 65-99 anni (maschi e femmine). Ebbene in base ai dati reperibili dal sito https://www.populationpyramid.net/it/italia/2019/, risulta che gli anziani, in percentuale rispetto all’intera popolazione, sono:
– Italia: 23,1%
– Australia: 15,9%
– Canada: 17,5%
– Nuova Zelanda: 16,1%
Come può osservare, sig. Matteo, tra i Paesi che lei mi ha citato l’Italia è il Paese con la popolazione più anziana. Questo significa per l’Italia maggiore spesa pubblica per Previdenza e Sanità.
Lei auspica un rapido calo demografico, che porti la percentuale di popolazione anziana ai livelli dei Paesi che mi ha citato. E questo calo demografico dovrebbe riguardare per l’Italia la fascia di popolazione 65-99 anni.
Eccetto il Covid, credo che non esista altra possibilità per ottenere il calo demografico della popolazione anziana.
Gentilissimo Dott. Perfetto, premesso che sono un convinto sostenitore della sua innovativa ed intelligente proposta di riforma previdenziale e aggiungo che se lei si candidasse alle prossime elezioni sarebbe un piacere poterle dare il mio voto, mi permetto solo di aggiungere che per l’auspicabile calo demografico in Italia è solo questione di tempo: noi anziani (ho 63 anni e lavoro da una vita) vediamo allontanarsi la pensione ma l’appuntamento con la morte no, è sempre più vicino appena dietro l’angolo causa, inquinamento, stress, malattie degenerative, limiti genetici, covid ecc. Lasceremo così presto ai nostri figli ed ai nostri nipoti un Paese sempre meno popolato e quindi meno inquinato e più vivibile. Questo è l’obiettivo a cui puntare. Non dobbiamo distruggere il Paese con un consumo insostenibile di risorse e una natalità da terzo mondo per compiacere una finanza rapace ed un sistema economico incapace di vedere, con la complicità dei nostri impresentabili politici, oltre il proprio immediato profitto.
Nessuno mi spiega perché gli artigiani non li aiuta nessuno eppure loro potrebbero dare tanto soprattutto ai giovani. Basta una legge ok di stenby per la pensione ma affiancamenti dei giovani in maniera tale che possano imparare qualcosa ,ma stop alle tasse e agevolate il versamento dei contributi.Da soli non c’è la si fa più a una certa eta’ ma con l affiancamento di braccia giovani si può pure andare avanti un altro po” così si unisce l utile al dilettevole.Ma possibile che nessuno ci pensi?
Mi perdoni Erica ma ho difficoltà a capire il ragionamento sul calo delle nascite cosa vuol dire che se nei prossimi quindici anni si registrerà un ulteriore decremento i lavoratori dovranno arrivare alla veneranda età di circa settantacinque ottant’anni per poter riposare le ossa? Non sarebbe opportuno trovare le risorse altrove per rimpinguare le casse dello stato diminuendo un po’ il debito pubblico ed evitare sprechi come bonus vacanze e altri bonus elargiti senza cognizione di causa? I politici sono pagati lautamente per pensare e risolvere problemi non solo per scaldare le sedie di palazzo Chigi o sbaglio? Grazie per la vostra informazione a prescindere da eventuali diversità di vedute
Mi pare Luigi che il Dott Perfetto abbia prima inserito oggettivamente i dati ed il trend a cui andreo incontro se le cose non cambieranno, ma poi anche le modalità per far sì che il trend inverta e la riforma Fornero si superi da sola praticamente. La riforma proposta é certamente innovativa, ma non impossibile se si aprissero le vedute, a mio avviso chiaramente.
Sig. Luigi, il ragionamento l’ha compreso bene: se le nascite continuano a calare, i lavoratori dovranno continuare a lavorare sempre più a lungo.
Già dal 2035 (quindi nei prossimi quindici anni) l’età anagrafica per la pensione di anzianità Fornero si eleverà (stando alle previsioni INPS) dagli attuali 67 anni a 68 anni e 4 mesi, con un incremento di 1 anno e 4 mesi.
Sempre nel 2035, il requisito contributivo per gli uomini per accedere alla pensione anticipata Fornero si eleverà dagli attuali 42 anni e 10 mesi (di contributi versati) a 44 anni, con un incremento di 1 anno e 2 mesi di contribuzione in più (e questo comporterà ovviamente anche un incremento dell’età anagrafica).
Ridurre il debito pubblico, evitare sprechi finanziari erogando bonus sotto stretti controlli, è, come si suole dire nel linguaggio parlato, “a prescindere”, cioè sono interventi che vanno comunque fatti indipendentemente dalla messa a punto di una Riforma Previdenziale rispondente alle aspettative dei lavoratori.
Sarebbe opportuno trovare risorse altrove? Certamente sì: dall’evasione contributiva. Ma occorrerebbe fare emergere il lavoro sommerso, il lavoro nero. Il Governo ci prova, ma con risultati non proprio aderenti alle attese.
È importante ricordare le parole che la Prof.ssa Fornero espresse alla conferenza stampa di dicembre 2011 quando presentò assieme a Mario Monti la Riforma Previdenziale:
“tutti, ma proprio tutti, devono capire che il principale meccanismo per fare pensioni è il lavoro. Quindi questa è la riforma delle pensioni, ma la riforma del mercato del lavoro completerà questo primo pezzo, (che) viene prima per necessità, per vincoli finanziari”.
Cosa significa questo? Significa che se anche si recuperassero i miliardi annui dall’evasione fiscale, se questi miliardi non derivano dall’evasione contributiva inerente il lavoro, non potranno essere utilizzati per le pensioni, a meno che non si decidesse di finanziare anche le pensioni di vecchiaia e anticipate (oltre alle pensioni di invalidità) con la fiscalità generale. Ma in tale caso, attenzione! Se la lotta all’evasione fiscale non dovesse portare i risultati attesi la sola via percorribile sarebbe l’innalzamento delle tasse.
A mio avviso, tutti i problemi che l’Italia ha, ma davvero tutti, si risolverebbero risolvendo un solo problema: la disoccupazione.
È quindi sul lavoro, sul problema disoccupazione, sull’aumento del numero di lavoratori attivi che occorre concentrarsi. Le soluzioni per le pensioni ne deriverebbero come conseguenza diretta.
Come si fa a risolvere il problema della disoccupazione quando si sono spalancate le porte alle aziende per delocalizzare all’estero e alle multinazionali si è data la possibilità di fare profitti pagando una quota più bassa del dovuto di tasse?
E vogliamo parlare del lavoro nero, piaga presente in tutta Italia ma nel Sud in particolare e perché no anche di Reddito di Cittadinanza elargito a zingari, pregiudicati, camorristi e fancazzisti in generale, senza controlli e senza far rispettare quel minimo di regole per le quali il RdC avrebbe forse trovato la propria ragione di esistere?
E vogliamo parlare di immigrazione clandestina e di residenzialità incontrollata per la quale anche certi Paesi UE esportano povertà e criminalità in Italia grazie a un potere giudiziario che, per essere buoni, è poco funzionante?
E perché non parlare di false invalidità, medici compiacenti, false attestazioni e allegre concessioni per la legge 104/92?
E i “favori” concessi agli amici degli amici? Alitalia, A21, MpS, etc.. etc…?
Mi dispiace dottor Perfetto, ma finché rimane una Italia da barzelletta non ci sarà soluzione alcuna!
Non ci posso credere Salvatore !!!! Per una volta ha smesso di fare propaganda politica. Vede che se vuole ci riesce ? Pensi un po che addirittura quello che ha scritto lo condivido. Non le sono contrario a prescindere.
La cosa mi rende felice: io scrivo per farmi apprezzare da Lei 🙂
Buongiorno
tutti sanno i problemi dell’Italia (evasione fiscale,truffe, non c’è la certezza della pena, sistema politico troppo costoso e senza nessuna responsabilità, sprechi etc…..) il problema è che chi è preposto a risolvere queste cose ne fa parte e non le risolverà mai altrimenti non mi sembra che sia molto difficile trovare la soluzione, esempio 1) evasione fiscale? prima paghi tutto senza sconti e poi finisci in galera
2) sprechi? chi a sbagliato paga il danno e poi va in galera 3)certezza della pena? se sei condannato ti fai tutta la galera che ti sei beccato 4) sistema politico? riduzione dello stipendio (che è il più alto nel mondo) eliminazione del vitalizio e vai in pensione come tutti noi, se sbagli paghi come tutti etc…..
poche cose ma chiare