Le ultime considerazioni in merito alle pensioni anticipate giungono da differenti commenti lasciati al nostro articolo di ieri in cui presentavamo le tre vie del Professor Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, per uscire da quota 100 garantendo, a suo dire, un buon compromesso tra flessibilità e tenuta dei conti.
Molti i lavoratori che hanno aperto il dibattito, vi presentiamo qui le proposte più articolate, in cui emerge un pensiero comune, per superare equamente la riforma Fornero con una riforma che sia degna di questo nome occorrerebbero almeno 2 pilastri. Mandare in pensione prima chi ha lavorato e versato di più, ossia i quota 41, indipendetentemente dall’età anagrafica e permettere al lavoratore, stabilito un minimo contributivo ed un ‘età dai 60/62 anni di poter scegliere liberamente, consapevole al più di prendere meno, quando poter accedere alla pensione. Eccovi le proposte al Governo ed ai sindacati di Franco Giuseppe, Massimo ed Emilio.
Riforma pensioni, quota 100 iniqua, via prima chi ha lavorato di più
Così il Signor Franco Giuseppe: “Se anche Brambilla, come già il Presidente INPS Tridico, notoriamente personaggi legati alla Lega, dicono che bisogna riportare equità nella legge sulle pensioni vuol dire che attualmente questa equità manca. Purtroppo lo sappiamo tutti e lo ripetono tutti che dipende dalle risorse e a meno che non si faccia tutto a debito pubblico come la volta scorsa, fare miracoli è impossibile. Per riportare una sorta di equità quindi, bisogna mettere dei punti fermi.
Eccoli, ve ne sono almeno due, spiega Franco Giuseppe: “1) In pensione ci deve andare chi ha lavorato di più e versato più contributi e non l’inverso; 2) Compiuta una certa età, il lavoratore può, a scelta, scegliere se restare e aumentare il reddito o se andarsene con i contributi che ha e di conseguenza con un reddito minore che non deve comunque essere inferiore al minimo di sopravvivenza ( reddito di cittadinanza ? ). Sulla base di quanto sopra esposto, si potrebbe ipotizzare in linea di massima, 40 anni di contributi, raggiunti i quali il lavoratore, indipendentemente dall’età che ha, può scegliere liberamente della sua sorte. Rimanere sul lavoro con un aumento in percentuale x per ogni anno in più o accontentarsi del dovuto. Come età di scelta si può ipotizzare tra i 60 e i 62 anni. In questo modo equo si da ampio respiro e responsabilità ad ogni lavoratore del proprio futuro e non ci sarebbero ingiustizie. Poi conclude, aggaiugendo che servirebbe un forte deterrente per evitare il proliferare del lavoro nero: “Dimenticavo: Chi viene beccato a lavorare in nero, sei mesi di sospensione della pensione. “Era solo una settimana che lavoravi in nero ? ” Mi dispiace, ma l’ignoranza in Italia non è più ammessa da tempo.
Pensioni anticipate: Basta quote fisse, si guardi lavoro svolo e anni versati in primis
Massimo: “E’ tempo di finirla con l’indicazione dei 64 anni d’età minima e di 38 di contributzione, occorre innanzitutto differenziale l’età anagrafica per l’uscita dal mondo del lavoro in base al lavoro svolto e logicamente considerare anche gli anni di contributi”.
Poi Massimo ricorda come la proposta più sensata che teneva conto della flessibilità in uscita a fronte di una piccola penalizzazione e teneva in giusta considerazione la quota 41 era il DDl 857 presentato dall’onorevole Damiano: “Continuo a sostenere che la prima proposta di Cesare Damiano riguardo la possinbilità di poter accedere alla pensone alla pensione con 62 anni di età ( e non con 63 come si sta ipotizzando ultimamente) pur prevedendo delle penalizzazioni sia la più equa. Continuo a non capire come mai il Governo attale non prenda in considerazione tale decreto legge oltretutto proposto da un autorevole esponente del partito democratico”. Infine vi riportiamo il parere di Emilio che sostiene che il blocco fino al 2026 dell’aspettativa di vita per le pensioni anticipate sia certamente un primo passo, ma non risolva il ‘dramma’ dei precoci e dei quarantunisti a cui tocca aspettare tra finestre e requisiti 43 anni ed 1 mese per poter accedere alla queiscenza.
Pensioni, ultime: quota 41 per tutti + quota 100 vera
Così il Signor Emilio: “Partiamo dal blocco dell’adeguamento alla speranza di vita che senz’altro è sacrosanto, ma è del tutto insufficiente. Già ora la legge blocca l’aspettativa di vita fino al 2026 quindi fino a questa data non cambierebbe nulla e soprattutto non da risposta a chi chiede quota 41 per tutti. Infatti bloccando l’aspettativa di vita vuol dire lasciare inalterato il requisito di 42 anni e 10 mesi più un’ulteriore finestra di 3 mesi per andare in pensione come succede ora, e questo provvedimento sarebbe un superamento della fornero? Brambilla ha certamente voglia di scherzare, i lavoratori credo proprio di no, però. Si vuole poi superare la finestra 100 che prevede l’accesso a partire dai 62 anni alla pensione ipotizzando l’accesso a 64, come se tutte le persone hanno iniziato a lavorare dopo i 25 anni, mentre un buon 50% a quell’età aveva già 10 anni di contributi versati e un ulteriore 35% almeno 5. Quindi 64 anni taglierebbe fuori dai giochi almeno l’80/85% dei lavoratori, quindi della serie faccio finta di ascoltare i lavoratori ma poi in realtà gli peggioro la situazione.
Una proposta seria, conclude, sarebbe quella di istituire quota 41 per tutti senza se e senza ma ed in aggiunta trasformare la finestra 100 (62+38) in una quota 100 vera, ovvero 60+40, 61+39 e così via e a partire dai 64 anni vai in pensione per vecchiaia con i versamenti che hai e in base a quelli prendi la pensione che ti spetta.
Quale tra queste considerazioni ritenete più in linea con il vostro pensiero, o cosa proporreste voi per arrivare ad una ‘vera riforma delle pensioni’? Fatecelo sapere come sempre nell’apposita sezione commenti del sito.
Logicamente non si può solo fissare un’eta per andare in pensione (62/63 o 64), perché ci sono lavoratori che hanno iniziato dopo la scuola dell’obbligo e altri che iniziano dopo la laurea. Quindi fissare un’età significa costringere alcuni a lavorare più di 45 anni !!
Pertanto una riforma intelligente deve tener conto delle 2 diverse esigenze :
1) 40-41 anni di contributi senza limiti di età
2) Un’età massima (esempio 62 o 63) per chi ha iniziato tardi indipendentemente dal nr. di contributi
Penso che abbia ragione, tanti hanno iniziato a lavorare a 14 anni e non è giusto farli lavorare 45 anni per andare in pensione. Quando si ha lavorato 40 /41 anni si va in pensione a prescindere dal età. Si ha maturato tale diritto e stop lavoro.
62 63 anni di età, decidere liberamente se andare in pensione, senza vincoli e senza decurtazione, tot anni pagati tot pensione
Buongiorno, credo che prima di tutto occorra fissare un’età dalla quale poter andare in pensione senza penalizzazioni. Se vogliamo migliorare la Legge Fornero si potrebbe iniziare con fissare un’età massima a 64 anni SENZA PENALIZZAZIONI, oppure 41 anni di contributi SENZA PENALIZZAZIONI. Quindi si eliminerebbe l’aspettativa di vita e si migliorerebbe la Legge Fornero. Si potrebbe anche dare la possibilità di andare prima in pensione con meno di 41 anni di servizio o con meno di 64 anni di età fissando delle penalizzazioni pari ad esempio al massimo all’1,5% per ogni anno. L’ALTRO PROBLEMA è quello del TASSO DI SOSTITUZIONE: dev’essere per TUTTI al 75%, perché per l’INPS più si anticipa l’età della pensione più si riduce il TASSO DI SOSTITUZIONE che si aggiungerebbe all’eventuale penale (ECCO perché CON QUOTA 100 la pensione è molto più BASSA).
Senza entrare in meriti “politici”, vorrei far notare a chiunque si occupi di pensione che, come al solito, qualsiasi modifiche al trattamento pensionistico hanno colpito (e per inciso fatto pagare pensioni baby elargite a piene mani negli anni in cui Berta filava), senza pietà i contribuenti nati dal 1955 al 1965; i quali si trovano molto spesso ad aver lavorato 38/40 anni ininterrottamente (è il mio caso) ma non avere l’età anagrafica per poter accedere ad un meritato riposo. Questo in un paese dove ancora i privilegi abbondano e dilagano e continuiamo sentire sermoni da chi pensioni ne ha diverse e magari qualcuna presa in tenera età. La domanda che mi faccio è: se io che lavoro ininterrottamente dall’età di 19 anni e a 60 anni ne devo lavorare ancora 3 circa, quale speranza ha di ricevere la pensione un ragazzo che cambia lavoro 3/4 volte a lustro?
Concordo pienamente con la proposta del Signor Emilio mi sembra una proposta equa ed equilibrata tiene conto sia dei versamenti effettuati, 41 anni per coloro che versano quindi lavorano da tempo , in alternativa dell’età 64 anni indipendentemente dai versamenti per coloro che non hanno magari potuto versare in alcuni periodi e ancora della combinazione tra età e contribuzione quota 100 vera 60+40, 61+39, 62+38.
Sono per i 41 anni in pensione ! E vista come vecchiaia! Perché i versamenti fatti sono molti rispetto ad “ALTRI “ che decurtazione non ne hanno avuto ,hanno preso quello di “ DIRITTO “ e a noi questo ” diritto “ viene penalizzato . 41 come pensione di vecchiaia INTERA , Deve essere una pensione dignitosa che ci spetta dopo aver lavorato In posti più difficili, pericolosi e umilianti.
Continuano a parlare di quote 100-101-102, vitalizi, ecc…, coprono una minoranza di persone, per cui occorre che sindacati, una parte politica seria si prenda carico di una vera riforma delle pensioni che copra la maggior parte dei lavoratori che arrivano a 60 di eta’ e che hanno alle spalle 40 e piu’ anni di contributi alle spalle, senza che pero’ un eventuale accesso dimezzi l’ entita’ della retribuzione…
Completamente d’accordo con il sig. Massimo: la proposta Damiano, o almeno stile-Damiano, è la più sensata.
2% di penalizzazione per ogni anno di anticipo, con nessuna perdita di calcolo retributivo.
Perfino Tito Boeri ha fatto una proposta simile anzi addirittura migliorativa (-1.5% all’anno), quindi è sostenibile per l’INPS.
Resta da vedere a partire da quale anno (62? 63?) e se con un numero minimo di anni di contribuzione (34? 35?).
Ma temo che non verrà adottata: … TROPPO EQUA!
Devo invece censurare ogni proposta che preveda un minimo di anni di contribuzione pari o addirittura superiore ai 38 anni di Quota 100, che sono già quasi inavvicinabili a chi ha carriere con buchi di lavoro, comunissimi negli ultimi decenni, e/o ha cominciato a lavorare dopo l’Università.
Chi fa proposte assurde di questo tipo (leggo addirittura di “40 anni minimi”!) non ha evidentemente ben meditato e non ha assimilato la lezione di Quota 100, che è molto meno sfruttata del previsto perchè è già difficile arrivare ai 38 anni, figuriamoci oltre …
Un conto è la Quota 41 per i lavoratori precoci, qualunque sia l’età, ALTRO è la riforma delle pensioni per il resto dei lavoratori, la grande maggioranza, che non possono trovarsi con una soluzione pensata ed applicabile solo per i precoci.
A volte mi chiedo quale forma mentale di autolesionismo ispiri certe proposte, che potrebbero essere idee partorite dalla fervida mente della Fornero …
Prima mandare in pensione chi ha lavorato di più 41 anni di contributi senza finestre di uscita senza limiti di età e niente penalizzazioni(41 BASTANO E AVANZANO) poi si può anche fare la quota 100. È inaccettabile che x andare in pensione devo fare 43 anni e un mese di lavoro.
Se non cade questo Governo con il PD dominante non si andrà mai in pensione!!!!! Loro pensano solo a loro stessi e alle loro Poltrone,,,,,,poi un’altro pensiero devo esprimere Per i lavoratori privati c’è la “Cassa integrazione” e per i lavoratori pubblici c’è la “Cassa da Morto!!!”
Concordo.
A parte Damiano, che è una delle poche persone sensate del PD (e che infatti ha una proposta di riforma dell’età pensionabile molto sensata, che mi pare venga pressochè ignorata e non a caso), temo che tutti gli altri in quel partito pensino semplicemente a come cancellare Quota 100 ma non per sostituirla con qualcosa di meglio (più flessibile, magari con qualche penalizzazione) bensì di PEGGIO (“Quota 102”, un’autentica presa in giro; ricalcolo tutto a contributivo, un autentico FURTO del 30% dell’assegno ecc. ecc.).
Sarei felice di essere piacevolmente sorpreso, fra qualche mese, quando faranno la riforma ma non credo che accadrà.
Buongiorno
Quota100 vera, e 41 per tutti senza vincoli va benissimo purché sia approvata in questo anno.
Oppure affiancare 41 da subito
a quota 100 fino alla scadenza.
Non capisco come si possa andare con 38 anni di contributi e non con 42 e passa . Subito 41.
Finalmente ho letto delle buone proposte sulle Pensioni. Una cosa che non ho letto e’ il bonus Bebe’ .Spero si a dato a tutte le DONNE,non solo chi aderisce a queste API . Ma chi e’ stata quella mente Fertile a fare questa Trovata . Non venga fatto il solito errore a certe persone si ,a certe no. Donne di prima ,Donne di seconda classe. Spero vivamente che queste leggi siano approvate il prima possibile .Abolite l’attuale quota 100 , e date vita a queste due belle proposte
Si continua a parlare di scelta del lavoratore…ma cosa succede se un lavoratore viene licenziato a 60 anni con 40 di contributi e non trova un altro lavoro ? Ci vuole una legge equa che tuteli chi ga versato almeno 40 anni ed e’ disoccupato.
La rabbia e non l’invidia mi ha costretto, nell’ultimo anno, ad essere uno dei più accaniti critici della norma chiamata quota 100. In passato, alcuni governi, hanno emanato opzioni che non mi hanno visto contrario, in via di principio, come nel caso dei lavori gravosi. Ho accettato la cosa come un giusto riconoscimento verso quei lavoratori che hanno passato la vita lavorativa in condizioni di sacrificio fisico e mentale.
Riesco ad accettare anche la quota 100 in quella parte che permette a chi, ultrasessantenne, disoccupato da tempo e di difficile reinserimento nel mondo del lavoro per qualifiche professionali non più richieste, di essere accompagnato in pensione.
Quello che della quota 100 non ho potuto sopportare, è che è stata data l’opportunità a chi un lavoro lo aveva ancora e anche un reddito sicuro, di pensionarsi con meno anni di lavoro sulle spalle e versando meno contributi.
Non posso sopportare chi difende la quota 100 dichiarando che 62 anni sono tanti, quando intanto ci sono lavoratori che sono costretti ad arrivare ai 67 della vecchiaia.
Non posso sopportare chi dice che 38 anni di lavoro sono già tanti quando c’è ancora chi con 42 è costretto a continuare.
Non posso sopportare chi teme di diventare esodato quando ci sono persone che lo sono da anni e che vivono senza stipendio e senza pensione.
Non posso sopportare che i quota 100 dicano che soffrono di ansia e preoccupazione e che si erano programmati la vita, quando da sempre, ad ogni nuova riforma, ci sono stati lavoratori che la stessa ansia e preoccupazione l’hanno vissuta appieno. Cosa credono, che quando è stata approvata la Fornero non c’erano lavoratori in procinto di presentare domanda e si sono invece trovati improvvisamente anni in più di lavoro ? Non si erano anche loro già programmati la vita ? Non hanno anche loro provato rabbia e frustrazione ? Dite la verità : Se vi avessero detto che invece di arrivare ai 67 della vecchiaia o ai 43,3 della Fornero vi avessero regalato solo tre anni, non vi sareste leccati i baffi, le dita e le orecchie ?
La quota 100, per chi un lavoro lo aveva ancora, è e resterà la più grande ingiustizia creata tra lavoratori.
Io sono uno di quelli che ai requisiti di Quota 100 non possono arrivare (ho dei buchi contributivi, per malattie ed altro) ma non per questo “odio” quel provvedimento e certo non capisco l’accanimento verso Quota 100, UNICO provvedimento che ha rimesso in moto la discussione sulle pensioni ed oggi COSTRINGE il governo attuale a fare qualcosa per evitare lo “scalone”!
Quota 100 è stata fatta male? Certamente SI.
E’ stato opportuno che sia stata fatta, anche se male? Certamente SI.
E’ Quota 100 il bersaglio contro cui accanirsi, da parte dei pensionandi? Certamente NO! I bersagli sono ben altri.
Spesso mi chiedo se gli italiani, pensionandi e no, non si MERITINO le prese per i fondelli che il 90% dei governi sistematicamente riservano loro, dato che spesso non sanno neppure individuare chi è “nemico” e chi no, quale è il problema e quale non lo è.
Gentile Carlo, anche a lei, dopo il suo commento, dove in pratica conferma l’illogicità della norma, rivolgo la stessa domanda che ho sempre rivolto a chi difende la quota 100.
Lei ammette che la quota 100 è stata fatta male ma perlomeno rimette in moto la discussione, ok. Ma cosa si sente di rispondere a quelle migliaia di lavoratori che già oggi si vedono scavalcati da chi ha lavorato meno e versato meno e il tutto mentre si sorbiscono la fornero fino in fondo ?
Vuole un aiutino? Risponda cosi: ” Mi dispiace, ma c’è sempre qualcuno che lo deve prendere nel c…”
A quei lavoratori, non frega nulla se la discussione viene rimessa in moto se intanto devono continuare a lavorare. Nel frattempo, anno 2019,2020 e forse anche 2021 in migliaia si collocheranno a riposo con 67 anni o con 43,1 di servizio OBBLIGATORI ” e certamente non saranno contenti di sapere che perlomeno si è riaperta la discussione.
40 anni di lavoro in fabbrica non bastano ?ma la formerò ha mai lavorato ?..
con forza………la proposta del sig Emilio = sacrosanta