Dopo l’approvazione del decretone sulle Pensioni anticipate 2019, continuano i dubbi e le proteste da parte delle parti sociali e di molti lavoratori. Annamaria Furlan, Segretaria Generale della CISL ha lanciato in un lungo post su facebook una mobilitazione contro la manovra, per “cambiare insieme le scelte economiche del Governo”.
Ovviamente tra i punti c’è anche la quota 100 che per il sindacato non aiuta le donne e chi ha avuto difficoltà a raggiungere i 38 anni di contributi a causa di carriere discontinue. Per questo viene chiesto il riconoscimento del lavoro di cura e della maternità. Vediamo l’appello della Furlan, che vi riportiamo qui integralmente.
Ultimissime novità Pensioni e quota 100, mobilitazione della CISL
Care Amiche e Cari Amici, il 9 febbraio sarà una data importante per la Cisl e per tutto il movimento sindacale italiano. Abbiamo deciso di organizzare una giornata di mobilitazione nazionale ed un momento di rinnovata unità del mondo del lavoro, con la quale, assieme a Cgil e Uil, faremo sentire a Roma la voce di tredici milioni di iscritti ai sindacati confederali: lavoratori, pensionati, giovani, donne, immigrati che sono il cuore pulsante del nostro Paese. Non scendiamo in piazza per motivazioni politiche ma esclusivamente sindacali: per cambiare le scelte del Governo e sollecitare un confronto vero, per difendere gli interessi generali dell’Italia e delle persone che rappresentiamo, a partire dai più deboli e bisognosi. Siamo molto delusi e preoccupati dai provvedimenti economici e sociali annunciati dal Governo Conte.
I venti della recessione sono di nuovo alle porte in tutta Europa ed anche in Italia si susseguono segnali negativi, con tante aziende che rischiano di chiudere, tante vertenze nazionali e locali aperte, con un calo continuo dell’occupazione stabile e della produzione industriale. Doveva essere questo il momento di decisioni nette, più eque, concrete, dopo tanti anni di sacrifici enormi fatti dalle famiglie italiane per uscire definitivamente dalla crisi. Ed invece c’è il rischio fondato di una minore crescita, di un aumento del divario tra Nord e Sud e delle diseguaglianze sociali, per di più con una ipoteca di ben 52 miliardi sulle tasche degli italiani per far quadrare i conti nelle prossime leggi di bilancio. Si è deciso di tagliare gli investimenti in innovazione, ricerca, alternanza scuola-lavoro. Si continuano a tenere fermi i cantieri delle infrastrutture che sono un volano per lo sviluppo, bloccando decine di opere pubbliche, la costruzione di tante importanti autostrade, ferrovie, viadotti, ponti, che servono ad unire le varie aree del Paese, a collegarlo meglio all’Europa, oltre che a dare lavoro a migliaia di persone. Ancora una volta si rinviano le assunzioni nella pubblica amministrazione, nelle scuole, negli ospedali, nei servizi sociali, oltre a non prevedere risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e non parificare i tempi di erogazione del Tfr con il settore privato. Si usano le pensioni come un bancomat, bloccando nuovamente la giusta rivalutazione per tante donne e uomini che hanno fatto grande l’Italia con la loro umiltà, la loro creatività, la loro generosità nell’ accudire anche i nostri figli e nipoti dopo tanti anni di dura fatica nelle fabbriche ed in altri luoghi di lavoro.
Pensioni anticipate e quota 100, Furlan su lavoro di cura e giovani
La quota 100 rappresenta sicuramente un ulteriore canale più flessibile di uscita dal lavoro, ma non risolve, purtroppo, il problema di tante donne che difficilmente raggiungono i 38 anni di contributi, visto che non viene riconosciuto il lavoro di cura e la maternità che spesso costringe molte donne ad abbandonare il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Il reddito di cittadinanza può essere uno strumento assistenziale utile per affrontare il grave livello di povertà presente nel Paese, ma una cosa è certa: non creerà alcun posto di lavoro. L’occupazione per i giovani e per chi perde la sicurezza lavorativa viene solo da più investimenti privati e pubblici, con vere politiche attive, formazione delle nuove competenze, sgravi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato, incentivi per la digitalizzazione, una pubblica amministrazione moderna. Senza, inoltre, una vera riforma organica ed equa del fisco, c’è ora il rischio fondato di un aumento della pressione fiscale, in particolare a livello locale, un fatto che rischia di penalizzare i redditi già tartassati di lavoratori, pensionati e famiglie. Oggi è per noi cruciale rispondere anche alle esigenze della terza età, delle persone non autosufficienti e di tutti i cittadini italiani, con un nuovo e moderno sistema socio-sanitario ed assistenziale, con interventi che garantiscano il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni in ogni regione e territorio, aumentando le coperture finanziarie del Servizio Sanitario Nazionale in modo da assicurare prestazioni di qualità in tutto il Paese. Ecco perché vi chiediamo di sostenere la nostra decisione di scendere in piazza il 9 febbraio: bisogna mobilitarsi insieme, convintamente, perché solo uniti si vince questa battaglia di equità e solidarietà tra le generazioni e tra le varie aree del paese.
Noi non vogliamo far cadere i governi perché rispettiamo da sempre la volontà popolare. Ma con il vostro contributo vogliamo cambiare profondamente le scelte economiche del Governo, come sempre partecipare ad un confronto costruttivo su una vera politica di crescita, di diritti essenziali per tutti, rimettendo al centro la persona umana, la dignità del lavoro, la sua sicurezza, la necessità di rilanciare il progetto di una Europa politica senza nuovi muri, barriere economiche o sociali. Il nostro tesoro di entusiasmo, di energie, di competenze rappresenta la base per costruire una società dove la giustizia sociale, l’opportunità di una formazione per tutti, il dovere umanitario all’accoglienza ed alla inclusione sociale, sono gli strumenti per un nuovo modello alternativo al populismo, valorizzando la partecipazione dei lavoratori ed il ruolo dei corpi sociali che sono indispensabili, come ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, Mattarella, per favorire la coesione sociale, l’equità ed il progresso economico del nostro Paese”.
MASSIMO IL TEST IN SARDEGNA NON DICE PROPRIO NIENTE PER LA LEGA IN QUANTO REGIONE DI SX DA SECOLI. IN QUANTO I POTENZIALI ELETTORI DELLA LEGA SIANO DEGLI ANNI 60 IN POI SONO TUE CONSIDERAZIONI E SU QUALI BASI. SE IL GOVERNO ASCOLTEREBBE TUTTE LE NS. VERSIONI DOVREMMO ANDARE IN QUIESCENZA TUTTI. PRIMA CI SONO QUELLI DEGLI ANNI 50 IN POI CHE ASPETTANO POI SE C’E’ TRIPPA X GATTI ANCHE VOI DEL 60 IN POI
VORREI PORRE AL DOTTOR STEFANO RODINO’ IL SEGUENTE QUESITO:
COSA SIGNIFICA L’ESPRESSIONE ” NON E’ PREVISTA LA POSSIBILITA’ DI CONSEGUIRE LA PENSIONE QUOTA 100 CON RICORSO AD ALTRI ISTITUTI , COME AD ESEMPIO LA TOTALIZZAZIONE.
NON VORREI SIGNIFICASSE PER ESEMPIO CHE UN LAVORATORE CON 30 ANNI DI CONTRIBUTI COME DIPENDENTE E 8 ANNI DI GESTIONE SEPARATA CON 62 ANNI DI ETA’ NON POSSA USUFRUIRE DELLA QUOTA 100.
SE COSI’ FOSSE SAREBBE UN ULTERIORE FREGATURA OLTRE CHE UN TRADIMENTO DI QUANTO DETTO IN CAMPAGNA ELETTORALE
il divieto di cumulo riguarda il cumulo di reddito (quindi altri lavori dopo aver avuto accesso a quota 100), il cumulo di contributi dovrebbe esser possibile per raggiungere i 38 anni necessari per aderire a quota 100…
GRAZIE PER LA RISPOSTA: NOTO PERO’ CHE HA USATO IL CONDIZIONALE: ” DOVREBBE” IL CHE MI LASCIA MOLTO PERPLESSO.
Massimo nella slide sintetica presentata in Cdm da Salvini per spiegare quota 100 leggo: “é possibile cumulare periodi assicurativi presenti su più gestioni”.
E INTANTO NEL PRIMO TEST ELETTORALE IN SARDEGNA (PER QUANTO NON MOLTO INDICATIVO A CAUSA DELLA SCARSA AFFLUENZA) IL CENTRO DESTRA E’ ARRIVATO TERZO. VOGLIO AVVISARE SALVINI E DURIGON CHE GLI ANNI 1960/1961/1962/1963 SONO STATI TRA GLI ANNI CON MAGGIOR TASSO DI NATALITA’. DI CONSEGUENZA TUTTI I LAVORATORI NATI IN QUESTI ANNI MOLTI DEI QUALI POTENZIALI ELETTORI DELLA LEGA SONO ABBASTANZA ADIRATI( PER NON USARE UN ALTRO TERMINE) IN QUANTO ESCLUSI DALLA QUOTA 100 ESSENDO QUESTA SPERIMENTALE PER UN TRIENNIO.
FOSSI SALVINI, IN BASE A QUESTE CONSIDERAZIONI,RIFLETTEREI SULLE POSSIBILI CONSEGUENZE ALLE PROSSIME CONSULTAZIONI ELETTORALI
Ma della nona salvaguardia che tenga conto di tutti i contributi versati e non solo quelli da lavoro dipendente non se ne parla più?
Silenzio la vostra tessera l’ho stracciata 4 anni fa, soldi buttati al vento. In silenzio con la fornero, ape social e il Criminal act di renzi. Zitti pagliacci!!!!!
Innanzitutto ringrazio Erica per aver portato avanti in questi mesi un sito di informazioni che è stato l unico privo di fake news. Poi concordo con i commenti sotto. ..i sindacati dov erano quando è stata varata in 15 giorni la nefanda riforma Fornero.? Basta. Ormai nessuno crede più nei sindacalisti tesi solo a tutelare le loro poltrone come quelle dei politici che li sostengono.
grazie annamaria, facciamo del nostro meglio per informare in maniera chiara e precisa 🙂
Grazie Annamaria di cuore, con il collega Stefano cerchiamo proprio di fare questo :-), siamo contenti taluni apprezzino il grande lavoro quotidiano che vi é dietro alla stesura degli articoli.
Ma quando è stata varata la legge Fornero voi dove eravate?
Dopo 8 revisioni negative alla mia futura pensione questo governo perlomeno ha cercato di fare qualcosa
Ecco che ora arrivano questi sciacalli dei sindacati che non gli va bene mai niente …….in piazza con gli immigrati cuore pulsante del nostro paese……..spero furlan che a roma sarai sola ……..vergogna non avete fatto nulla anni prima!