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Pensioni, da Quota 41 a opzione donna: riforma possibile? L’intervista al Prof. Cazzola

Il dibattito sulla riforma pensioni e sulle possibili misure di uscita anticipata continua ad essere molto attivo sui social e non solo, specie dopo l’ultimo incontro tra Governi e sindacati che pare aver lasciato l’amaro in bocca sia a Landini, CGIL, che a Bombardieri, UIL, l’unico più ottimista è parso essere Sbarra, CISL. A tal riguardo abbiamo deciso di intervistare il Professor Giuliano Cazzola, giuslavorista ed esperto previdenziale, che dalla sua, nel bene e nel male, ha sempre offerto una sua analisi lucida ed oggettiva senza mai voler illudere i lavoratori su eventuali possibilità di superamento della Legge Fornero. Vi lasciamo alle sue parole e lo ringraziamo come sempre per il tempo dedicatoci:

Pensioni 2023, che ne sarà della riforma pensioni? L’intervista al Prof. Giuliano Cazzola

Pensionipertutti: Professor Cazzola che idea si è fatto in materia di riforma pensioni a seguito dell’ultimo incontro tra Governo e sindacati voluto dalla Ministra Calderone?

Prof Giuliano Cazzola:Pare ormai evidente che in materia di pensioni si arriverà a qualche misura di aggiustamento nella legge di bilancio. Calderone ha già fatto qualche anticipo nell’ultimo incontro suscitando le critiche di Landini e Bombardieri (ormai sono i fratelli De Rege del sindacalismo italiano) mentre Sbarra è stato più prudente e fiducioso nel prosieguo del confronto. E’ mia opinione che il maggior punto di forza  dei sindacati  derivi dall’asse con la Lega con cui vi sono posizioni comuni. Il governo deve mettere in circolazione di tanto in tanto quota 41, salvo aggiungere che non vi sono risorse adeguate disponibili.

Pensionipertutti: Ma a suo avviso i sindacati relativamente al superamento della riforma Fornero stanno portando avanti delle proposte sostenibili, lei le condivide?

Prof. Giuliano Cazzola:Ma guardi Erica, la cosa che offende nella linea di condotta dei sindacati è la protervia con la quale difendono delle rivendicazioni che non sono solo insostenibili sul piano economico. E’ uscito di recente uno studio di Unimprese che fornisce dei dati preoccupanti a legislazione invariata ovvero con tutto il ciarpame delle quote che sono servite a ben poco. Secondo il rapporto la spesa pensionistica è destinata a crescere di quasi 65 miliardi di euro, nei prossimi quattro anni. In sostanza da oggi al 2026, vi sarà un aumento del 22% rispetto al 2022. Il costo totale degli assegni pensionistici si attesterà a 318 miliardi nel 2023, in crescita di 21 miliardi (+7%) sullo scorso anno e il saldo salirà sistematicamente nei tre anni successivi, rispettivamente di 22 miliardi, 10 miliardi e 11 miliardi, per arrivare a quota 362 miliardi a fine 2026. Complessivamente, la spesa per le pensioni, che nel 2022 valeva il 15,6% del prodotto interno lordo, attesa al 15,8% quest’anno, arriverà al 16,1% del pil a fine 2026. In sostanza verranno cestinati gli effetti di importanti riforme. Come nel gioco dell’oca torneremo alla casella di partenza“.

Pensionipertutti: Quindi il ‘mantra’ non ci sono risorse per le pensioni, sempre adottato dal Governo per rimandare qualsiasi tipo di scelta immediata, vedi ripristino vecchi requisiti Opzione donna o Quota 41 o altro, se analizziamo i dati di cui sopra a conti fatti, se intendo bene, cela la verità, se si dovessero adottare misure strutturali ‘importanti’ vi sarebbe dunque un danno finanziario?

Prof. Giuliano Cazzola:Ma gli aspetti finanziari, pur essendo gravi non sono quelli che faranno più danno. La pretesa inaccettabile è definire strutturale una riforma pensata solo per le esigenze dei baby boomers  che andranno in pensione nei prossimi anni. Come si fa a pensare che un giovane che entra oggi nel mercato del lavoro possa usufruire delle medesime regole di un lavoratore appartenente ad un mondo e ad un mercato del lavoro profondamente cambiato. Nei prossimi anni andranno in pensione ad un’età di anziani/giovani lavoratori appartenenti a generazioni numerose con storie contributive lunghe e trattamenti discreti, riscossi per molti anni. Mentre a pagare saranno lavoratori di coorti colpite dalla denatalità. Tra venti anni entreranno nel mercato del lavoro i 399mila nati nel 2022, mentre saranno ancora lì a percepire l’assegno i nati in numero di più di un milione del 1964“.

Pensioni 2023, ha ancora senso parlare di pensioni anticipate?

Pensionipertutti: Quindi il problema è che si continua a parlare di pensioni, di uscite anticipate senza pensare che non vi sarà ricambio generazionale nel mondo del lavoro, per effetto anche del calo demografico, e che dunque nessuno sarà in grado ‘in soldoni’ di pagarle quelle pensioni?

Prof. Giuliano Cazzola: Beh, consideri che Landini e Bombardieri erano seduti nelle prime file il 31 maggio scorso quando Ignazio Visco ha letto le Considerazioni finali della relazione della Banca d’Italia. Rileggiamola insieme: ‘’In soli tre anni, dal 2019 – ha detto il Governatore – il numero di persone convenzionalmente definite in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) è diminuito di quasi 800.000 unità. Secondo le proiezioni demografiche dell’Istat, nello scenario centrale entro il 2040 la popolazione residente si dovrebbe ridurre di due milioni e mezzo di persone; quella tra i 15 e i 64 anni di oltre sei. Il miglioramento delle condizioni di vita e di salute conseguito negli ultimi decenni – aggiungeva – potrà consentire a non poche persone di lavorare oltre il limite convenzionale dei 64 anni, in linea con le tendenze già in atto, sostenute anche dalle riforme pensionistiche. Sicuramente – ha proseguito – occorrerà accrescere la capacità di impiegare i giovani e le donne, i cui tassi di partecipazione in tutte le aree del Paese sono davvero modesti, e nel Mezzogiorno i più bassi d’Europa.

Anche nell’ipotesi molto favorevole di un progressivo innalzamento dei tassi di attività dei giovani e delle donne fino ai valori medi dell’Unione europea, nei prossimi venti anni la crescita economica non potrà contare su un aumento endogeno delle forze di lavoro: gli effetti del calo della popolazione nelle età centrali potranno essere mitigati nel medio periodo, oltre che da un allungamento dell’età lavorativa, solo da un aumento del saldo migratorio (che pure nello scenario di base l’Istat prefigura pari a 135.000 persone all’anno, più del doppio degli ultimi dieci anni, dopo una media di oltre 300.000 nel precedente decennio)’’. Dove sbaglia Visco? C’è qualcuno che è in grado di confutare questi dati?“.

Pensionipertutti: Quindi altro che anticipare la pensioni e proseguire con riforme tampone, stile le quote, lei fa intendere che occorrerebbe ben altro se ci fermiamo alle dichiarazioni di Visco, ho inteso bene? I lavoratori sono certa che non prenderanno di buon grado queste ultime osservazioni, specie quelli più prossimi alla pensione.

Prof. Giuliano Cazzola:Non lo dice mica solo lui, Non vogliamo fidarci di Visco, uomo dell’establisment? Ci fideremo almeno della Fondazione Di Vittorio che arriva alle medesime conclusioni ? E la Corte dei Conti va difesa solo quando litiga col governo? E non quando scrive nel RCFP 2023: ‘’ Per il comparto previdenziale, è necessario ridare certezza e stabilità al quadro normativo, dopo gli interventi temporanei che lo hanno contrassegnato negli ultimi cinque anni. È un punto, questo, su cui il DEF 2023 non sembra fornire informazioni adeguate; e ciò proprio quando l’aggiornamento delle analisi circa le prospettive di lungo periodo della spesa legata all’invecchiamento della popolazione conferma le forti pressioni che la crescita del tasso di dipendenza degli anziani eserciterà sulla spesa per pensioni. È da condividere un approccio che consideri la sostenibilità di lungo termine del sistema previdenziale tanto sotto il profilo finanziario quanto dal punto di vista sociale’’.

Pensionipertutti: Ma quindi siamo destinati ad andare in pensione sempre più tardi per buona pace di chi sperava in misure a favore delle pensioni anticipate?

Prof. Giuliano Cazzola: “In realtà dovrebbe essere così ma sa invece qual è l’età media alla decorrenza delle pensione che si chiede ancora di anticipare? Quanto all’età effettiva media alla decorrenza del pensionamento ci sono i dati dell’Ocse, l’organizzazione che raggruppa i Paesi sviluppati:Giovi infine ricordare che secondo i confronti che l’Ocse effettua periodicamente (Pensions at a glance) sulla base di una metodologia omogenea tra i paesi dell’organizzazione, nell’ultima edizione dell’indagine (2021), l’età media effettiva di uscita dal mercato del lavoro è risultata pari, nel 2020 in Italia, a 61,3 anni per le donne e 62,3 anni per gli uomini. Cosa dobbiamo ancora anticipare?

Ringraziamo il Prof Giuliano Cazzola per il piacevole confronto e ricordiamo a chiunque desideri riprendere le sue parole che trattandosi di esclusiva è tenuto a citare la fonte.

38 commenti su “Pensioni, da Quota 41 a opzione donna: riforma possibile? L’intervista al Prof. Cazzola”

  1. Prof. Cazzola; bella questa sua analisi ma…………………………………….; e adesso le dico perchè è ma: parla dei nati del 1964 che tra 20 anni avranno delle pensioni generose? ma quando mai? con il sistema misto che ora vogliono togliere se una persona non raggiunge i 41 anni e vuole uscire? e quelli del sistema tutto retributivo? e dei baby pensionati cosa diciamo? ah prof Cazzola, non la conta giusta; che cosa pretendono questi qua? magari con quasi 41 di contributi avremmo anche il diritto di avere un minimo di pensione e non doverci mangiare quella integrativa (proposta tridico); ma va bene così per quanto mi riguarda; saluti al prof. Cazzola e ai gestori del sito

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  2. Tra i politici e sindacati e i media anni di ripetizioni di solite stronzate e non si stancano di continuare a dirle.dicano che fine hanno fatto i miliardi rubati ai lavoratori dal 2011.

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  3. Pensiamo tutti che isola serena sarebbe se questi esperti riuscissero a guardarsi dentro veramente a fondo e riconoscessero l’enorme fortuna di essere dei privilegiati con tutti i loro sacro santi diritti acquisiti e riuscissero a creare meno danni negli animi dei lavoratori con quelle loro parole o, meglio , ma certamente enormemente più impossibile, lottassero nelle loro proposte e nei discorsi per cercare di eliminare quei diritti acquisiti e contribuire loro stessi, a fatti, nel fare sacrifici, non nel chiederli solo agli altri.
    E’ proprio l’isola che non c’è.

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  4. Sempre gli stessi personaggi.le stesse inutile tiritere e melasse…ma anche basta serve solo a farci avvelenare di più! stavolta e l’ultima volta che ho votato sti personaggi devono andare tutti af……

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  5. Supponiamo che stando ai numeri l’ analisi del prof. Cazzola sia corretta. Bene allora ai prossimi tavoli tecnici con i sindacati che la Calderone e soci del governo dicano la verità e non vengano portate avanti promesse di riforma con il solo scopo di prendere voti alle europee e alle elezioni seguenti . Riforme che non si faranno mai . Che la piantino con la quota 41 senza se e senza ma entro la fine della legislatura .. si ma occhio ! contributiva se va bene . Che la smettano di dire che OD esiste ancora si ma con paletti tali che non ha + senso chiamarla così. Che la smettano di pagare un osservatorio previdenziale di dotti medici e sapienti al solo scopo di certificare che non ci sono le risorse , lo sappiamo già; è un mantra. I sindacati che la smettano di portare avanti proposte 62 anni o 41 senza penalità e poi si accontentano di essere chiamati ai tavoli così passano le giornate a fare “qualcosa”. Abbiamo il torto di essere tra i babyboomers che hanno portato avanti il mangiamangia per 40 anni e lo portiamo avanti anche ora. Bene basta!!! Vogliamo metterci il cuore in pace , diteci quanto dobbiamo lavorare e non prometteteci più nulla; per favore non prendeteci più in giro. Grazie.

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  6. Premesso che non ho nessuna considerazione per questa persona e per capirne il motivo basta guardare la sua carriera politica e la sua coerenza in tal senso,l’unica cosa in cui è stato sempre coerente è nell’innalzamento dell’età pensionabile e nella difesa della legge fornero ed il motivo è semplice siamo noi che abbiamo pagato i suoi lauti stipendi da parlamentere e paghiamo oggi i quasi 9000 euro al mese che prende tra pensione e vitalizio e vorrei ricordare anche che è stato uno di quelli che fece ricorso contro il taglio dei vitalizi e poi viene a fare la morale a chi ha 40 anni e più di lavoro sulle spalle con una prospettiva di pensione che con il sistema misto potrà arrivare si eno a 1300/1400 euro.Saluti

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  7. il Prof.Cazzola ha esposto quello che oramai è conosciuto…ovvero una sequenza di non si può fare… tanto vale intervistare la Prof.ssa Fornero…se tutti questi esperti si sforzassero invece di individuare delle misure magari limitate e ovviamente sostenibili, che potessero permettere un’uscita anticipata dal mercato del lavoro ? ad esempio la proposta dell’ex Presidente Tridico di un’uscita a 63/64 anni solo col sistema contributivo e poi a 67/68 ricevere anche la parte retributiva (per chi ce l’ha) non sembrava un’idea peregrina e tuttavia non è stata nemmeno presa in considerazione
    suvvia Espertoni sforzateVi e fateVi venire qualche idea alternativa ai no, non si può, grazie

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    • Sig.ra Ivana, lei potrà anche avere ragione al 100%. E probabilmente l’avrà, considerando l’intensa energia negativa che ha espresso nel suo commento.

      Ma tenga presente che, se si affermano le proprie ragioni ricorrendo ad espressioni che mirano a dequalificare la persona (di qualsiasi persona si tratti), si passa dall’avere ragione al 100% all’avere torto al 100%.

      Inoltre, ci si abbassa allo stesso livello dialettico dei nostri politici che mirano a dequalificare gli avversari anziché sostenere le ragioni del proprio programma elettorale. Vuole davvero, sig.ra Ivana, abbassarsi allo stesso livello dei nostri politici?

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      • Chiedo scusa in anticipo, ma a me non interessa di abbassarmi ad un livello ancora più basso, io sono già abbassata, annientata e prostrata al livello più basso, dai commenti di questi politici, sindacalisti ed opinionisti che non si fanno scrupolo di sindacare sull’età giusta per andare in pensione .. quella degli altri e non la propria ovviamente.
        Stanno sottovalutando le arrabbiature delle donne

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        • Sig.ra Anna, le posso assicurare che non ha proprio nulla di cui scusarsi. Lei semplicemente dice ciò che pensa, e da come ha strutturato le sue frasi certamente pensa a ciò che dice.

          Se i commenti di politici, di sindacalisti e di opinionisti (e anche quelli miei, voglio aggiungere) proprio la infastidiscono, ebbene, li accolga per quelli che sono: sono solo opinioni, e come tali sono “opinabili”, cioè soggettive, discutibili, senza certezza assoluta. E allora, perché lasciarsi abbattere, lasciarsi “prostrare al livello più basso” (per usare le sue parole) da tali opinioni?

          Le opinioni non contano proprio nulla. Contano invece i dati, i numeri.

          Ha notato, sig.ra Anna, l’osservazione del Prof. Cazzola? Mi permetta di riproporgliela: “Dove sbaglia Visco? C’è qualcuno che è in grado di confutare questi dati?”. Il riferimento del Prof. Cazzola è alla seguente affermazione del Governatore Visco: “In soli tre anni, dal 2019 il numero di persone convenzionalmente definite in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) è diminuito di quasi 800.000 unità”.

          Ecco il dato che più conta: il rapporto attivi/pensionati. Se non aumentano i lavoratori attivi – o il loro salario – non può nemmeno aumentare il numero dei pensionati – o il loro importo pensionistico – (a meno che non si faccia ricorso, oltre al versamento dei contributi, anche alla fiscalità generale, cosa che, a mio avviso, è assolutamente da evitare).

          Ma come spiegare ai lavoratori tormentati, sfiniti, avviliti, mortificati, che potranno essere liberati dalle catene che li legano al lavoro solo se si riuscirà ad incatenare al loro posto giovani disoccupati abili, prestanti, energici?

          Vede, sig.ra Anna, è vero che il lavoro nobilita l’uomo, poiché lo eleva al rango di essere umano che comprende il proprio valore racchiuso nel lavoro che svolge, e comprende il valore del lavoro degli altri. Ma, nonostante il progresso tecnologico di cui così ampiamente ci vantiamo, siamo riusciti a trasformare il lavoro in fatica, denobilitando l’uomo al rango di bestia.

          Quando il Governo dice che non ci sono soldi per le pensioni, sta solo esprimendo con parole semplici, comprensibili a tutti, ciò che non può o non riesce a spiegare in termini differenti.

          Le soluzioni per mandare in pensioni i lavoratori anziani e inserire al loro posto giovani disoccupati ci sono. Ma né il Governo, né il Governatore della Banca d’Italia, né il Legislatore (Senatori e Deputati), né Politici, né Sindacalisti, né Professori riescono ancora a vedere tali soluzioni.

          Per quanto riguarda, invece, l’arrabbiatura delle donne che cita nella frase finale del suo commento, sono d’accordo con lei, sig.ra Anna. Non bisogna sottovalutare l’arrabbiatura delle donne. Le donne sanno essere più determinate e più forti degli uomini. Specie quando sono al potere.

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          • Certo che ci sono problemi con le pensioni e sappiamo come funziona tutto il meccanismo, ma spero che i politici, per risolverli , non arrivino ad obbligare i lavoratori attuali ad andare in pensione a 70 anni o più.
            Spero invece che si passi ad un sistema più equo per tutti: giovani e vecchi, uomini e donne con salari equi e quindi con pensioni eque (OVVIAMENTE RIBASSATE PER CHI NON HA VERSATO I CONTRIBUTI NECESSARI), separando previdenza da assistenza e magari all’inizio attingendo anche alla fiscalità generale, volendo anche tassando la robotizzazione come auspica lei.
            Da qualche parte devono però cominciare, non posso pensare che fra cinquanta anni i problemi saranno ancora questi (anche se ci sarà il contributivo per tutti ma non ci saranno nascite, il problema non sarà risolto). Grazie e saluti

  8. E quindi,vista la tragica situazione descritta dal prof. Cazzola,quale sarebbe la sua ricetta ? Abolire la pensione ai boomers affinché continuino a versare contributi per pagare la pensione a lui (retributiva ovviamente) e a tutti quelli che negli ultimi 40 anni hanno creato questo sfascio nei conti Inps?

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  9. Pretesa inaccettabile definire una riforma strutturale per le esigenze dei baby boomers. Testuali parole rilasciate nell’intervista dal Professore. Vergognati che se si palesasse solo un accenno a ridurre di pochi euro le rendite pensionistiche d’oro, come probabilmente percepisce questo luminare gli eletti si appellerebbero alla Corte del Consiglio Europeo. Vergogna

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    • D’accordo in tutto con te Luciano, questa è gente che se ne strafega delle pene altrui , basta che non metti le mani nelle loro tasche piene , gli altri, cioè noi specialmente vicino ai 67 anni, possiamo pure crepare- provi qualche governante a toccare i loro belli diritti acquisiti e vedrai la rivoluzione che scoppia- ed è questa la nota dolente…..perché noi che manteniamo i loro diritti acquisiti, la dovremmo far scoppiare noi la rivoluzione….. ma al livello francese, ed invece incassiamo tutto e come pugili suonati non reagiamo per niente.

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  10. Non esiste più legame tra le elettori ed eletti.
    Il governo fa esattamente il contrario del volere degli italiani. Siamo senza speranza. Il caso Santanchè è solo la punta di un iceberg.

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  11. Mi scusi Erica ma davvero intervistare il “caro” Cazzola vi crea così tanto entusiasmo? Quando dice certe cose da interlocutrice perché non risponde a tono dicendo che i soldi per mandare in pensione non ci sono mentre per un parlamentare che dopo una legislatura matura già i requisiti in questo caso si? Mi creda non è presunzione ma intervistare questi personaggi non porta a tutti noi nessun accrescimento ma solo tanta rabbia nel vedersi sempre ripetere certi concetti alcuni pieni di contraddizioni. Una domanda se può rispondere perché non cambiare interlocutori visti e considerati i commenti molto negativi nei confronti di alcuni citati da Cazzola a Ghiselli ecc.ecc.? Le critiche e i “complimenti”di tutti i commentatori del sito credo siano il miglior termometro o un dato oggettivo inconfutabile.

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    • Assolutamente d’accordo con la tua linea di pensiero. Sarebbe l’ora che cancellassero le “pensioni d’oro” e tutte le agevolazioni che hanno, anche solo dopo un mandato!!! E’ una vergogna che continuino a sbandierare la solita solfa che non ci sono i soldi!!! Ma con tutti i morti del Covid, dei quali, la maggior parte erano pensionati, non hanno colmato buona parte del “buco” che hanno creato con gli anni, anche grazie alle baby pensioni, ecc ecc…..??? Ne vogliamo parlare???
      Ma smettetela di prendere in giro il popolo voi che con le vostre mega pensioni gozzovigliate quanto volete alla faccia nostra che dovremo campare con pensioni da fame e percepite per un breve lasso di vita, se va bene, visto che l’avremo in tarda età????

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    • Sig. Luigi, mettiamola così: la Dott.ssa Venditti ci mostra due pillole, una azzurra che tiene nella mano destra e una rossa che tiene nella mano sinistra.

      La pillola azzurra è stata data alla Dott.ssa Venditti dall’On. Durigon, mentre la pillola rossa le è stata data dal Prof. Cazzola.

      La pillola azzurra è rassicurante, fa credere ciò che si desidera credere, fa sperare, persino sognare…

      La pillola rossa fa rifiutare gli inganni, mostra la realtà così com’è e non come si vorrebbe che fosse, una realtà amara, persino triste…

      Ecco, sig. Luigi, non ci sono né l’On. Durigon, né il prof. Cazzola, ma ci sono solo la pillola blu e la pillola rossa che la Dott.ssa Venditti tiene nelle sue mani.

      Sta solo a lei, sig. Luigi, scegliere la pillola blu tenuta nella mano destra e vivere una realtà piacevole, ma virtuale; oppure scegliere la pillola rossa tenuta nella mano sinistra, e vivere una realtà, per quanto amara, tuttavia autentica.

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  12. L’analisi di Cazzola è sempre sulla stessa linea governativa e dice chiaramente che noi poveracci che abbiamo superato da tempo i 60 anni e che non abbiamo potuto approfittare delle quote , per impossibilità di arrivare a 38 ed ora a 41, dobbiamo rimanere lì incollati a soffrire- in parole povere, tireremo la carretta fino a 67 anni perché dobbiamo mantenere i diritti acquisiti altrui, cioè di gente che si gode la pensione da 40 anni- a questo punto visto che la Meloni non ha paura di colpire noi, colpisca anche i fortunati coi diritti acquisiti dei miei stivali…….acquisiti de che ? Dove sono i contributi di questa gente? Dove sta scritto che li dobbiamo mantenere noi con il nostro sangue? Dove sta la giustizia sociale eh caro Cazzola! I poveri fessi se so’ stufati e perciò la Meloni tirasse fuori i soldi e aprisse finalmente una strada di salvezza, una valvola di sfogo, un’apertura di giustizia sociale, che non può essere altro che la quota 103 senza gli assurdi paletti e la proposta Tridico che da piena libertà di uscire con la propria testa e la propria tasca- come disse Papà Woitila……un giorno verrà il giudizio divino……e questi politici carnefici la pagheranno a caro prezzo per la loro ferocia e crudeltà nei confronti dei deboli!!!!!!!

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  13. Per invece quelli che hanno pensioni, anche più di una, con importi fuori da ogni logica non coperti da contributi vogliamo una volta per tutte fare qualcosa?
    Saranno una goccia nell’acqua? Può essere, ma in tutti i casi comincino da loro e non vengano a dire diritto acquisito, se si è in crisi finanziaria contribuiscano soprattutto costoro.
    E insopportabile che queste persone abbiano ancora dei privilegi vergognosi!
    Il deficit è assistenziale non pensionistico dividessero le 2 cose.

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    • Caro Don,
      e che dire delle pensioni dei politici e dei manager del pubblico impiego.
      – Iniziamo a ricalcolare tutte le pensioni superiori a 5.000 euro mese lordi verificandone la congruità con i versamenti.
      – Inalziamo da subito il requisito per la pensione per tutta la “casta” equiparandolo agli anni richiesti ai dipendenti.
      – Eliminiamo immediatamente tutti i benefit alla Casta e con essi anche i porta borse che a mio parere, devono essere stipendiati dal politico a cui portano le borse, costo già abbondantemente compreso nello stipendio.
      – Eliminiamo tutte le inutili commissioni che vengono istituite per perdere tempo, chi sostiene quei costi?
      – obbligare tutta la classe politica a lavorare per un mese nel privato in fabbrica perchè capiscano e vivano la realtà. (come si faceva una volta il servizio militare) – come se fosse una sorta di apprendistato
      – obbligare tutta la classe sindacale a lavorare per 6 mesi nel privato in fabbrica perchè capiscano e vivano la realtà. (come si faceva una volta il servizio militare) – come se fosse una sorta di tirocinio.

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    • Pienamente d’accordo, comincino a decurtare le pensioni di chi non ha versato i contributi corrispondenti.
      Spero non arrivino a dire di eliminare un po’ di gente nata nel 1964 …

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  14. Non si capisce perchè il conto della mala gestione viene sempre presentato ai Lavoratori, gli unici che pagano interamente le tasse, che debbono versare contributi per oltre 43 anni e per una misera pensione, sicuramente non in linea con quanto versato.
    E la scusa è sempre la stessa:
    – mancano le risorse
    ora però se ne aggiunge un altra suffragata da dati statistici:
    che da qui al 2026 la spesa pensionistica è destinata a crescere di quasi 65 miliardi di euro, un aumento del 22%.
    Mi chiedo dove stà la novità, questi costi si conosco da tempo e rimandando il pensionamento non facciamo altro che spostarli un tantino più in la’.
    A voler pensar male mi verrebe da dire che il governo punta a non pagare per niente le pensioni, sperando in una dipartita anticipata dei lavoratori prossimi alla pensione, in modo tale da risolvere il problema finanze INPS.
    Ma noi lavoratori non siamo abituati a pensar male….

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    • Sono pienamente d’accordo Eustachio, a furia di alzare l’asticella, questi maledetti faranno in modo che ne usciremo bastonati a dovere a 67 anni, sperando di non passare a miglior vita subito dopo- e tutto questo perché dobbiamo mantenere lor signori che sono usciti intorno ai 57 anni e gli altri baby pensionati che se la godono da 40 e più anni- basta con questo sperpetuo, è arrivato il momento di mettere le mani in tasca ai 400 mila che intascano la pensione da 40 anni e più…. perché anche noi abbiamo il diritto di venirne fuori ad età accettabili , non come matusalemme che se la fanno sulle scarpe- eh Landini che ne pensi? Vogliamo sfoderare la sciabola e combattere questi nemici sanguinari…… come facevi alla Fiom ? …. te ne ricordi o ti sei arrugginito? Il tempo delle chiacchiere è finito, è arrivato il tempo dei fatti, altrimenti la situazione attuale procurerà una deriva pericolosissima , perché la gente sta con l’acqua alla gola e se qualcuno perderà la testa , ha tutte le scuse di sto mondo.

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  15. E’ un dato di fatto che con l’aumento dell’aspettativa di vita il rapporto lavoratori/pensionati è destinato a diminuire a discapito della contribuzione necessaria a pagare le pensioni in essere, ma è altrettanto vero che le future pensioni calcolate con il sistema contributivo saranno di importi nettamente più bassi. Quindi in qualche modo una sorta di compensazione tra entrate e uscite ci sarà, anche se non nell’immediato. Nell’intervista all’esimio Prof. Cazzola il passaggio che mi sembra assolutamente fuori luogo è “….. gli effetti del calo della popolazione nelle età centrali potranno essere mitigati nel medio periodo, oltre che da un allungamento dell’età lavorativa, solo da un aumento del saldo migratorio…..”. Chiederei al nostro luminare l’ammontare in soldoni di quanto ha affermato. Saluti.

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