Le ultime novità all’11 marzo 2019 arrivano dall’Inps e non sono delle migliori per milioni di pensionati. Infatti ad Aprile l’istituto di previdenza invierà le lettere relative al conguaglio sulle rivalutazioni, che daranno purtroppo al via al taglio delle pensioni, i pensionati che avevano ricevuto l’aumento relativo ai mesi di gennaio , febbraio e marzo, se lo vedranno chiedere indietro. O meglio i pensionati si troveranno a dover fare i conti con un prelievo ‘forzoso’. I dettagli e le ragioni dello stesso.
Pensioni 2019, scattano i tagli da aprile
La legge di Bilancio é stata modificata dal Parlamento nel mese di dicembre ed é stata approvata alla vigilia di Capodanno, ragione per cui l’Inps non ha avuto modo di adeguare gli assegni in pagamento a gennaio con il nuovo schema, meno favorevole rispetto alla normativa in vigore, giusto in questi giorni sta entrando nel vivo la norma che riduce per il 2019, fino al 2021, la rivalutazione riconosciuta alle pensioni per adeguarle all’aumento del costo della vita.
Per questa ragione i pensionati, diversi milioni, che hanno ricevuto assegni più ‘generosi’, rispetto a quanto previsto dall’attuale norma, stanno per ricevere la temuta lettera da parte dell’Inps che così cita: “La informo che la pensioni a lei intestatata é stata ricalcolata a decorrere dal 1 gennaio 2019, in apllicazione dell’art 1, comma 260 della legge30 dicembre 2018, n°145″. Nel testo sono poi inserite le tabelle che contengono vecchio e nuovo importo del trattamento previdenziale e il conguaglio, che l’Inps specifica ‘verrà trattenuto sulle successive rate di pensione”.
Pensioni e tagli: per chi cambia?
Con la nuova perequazione nulla cambia per le pensioni che si aggirano sui 1.500 euro lordi- circa 1.200 netti-quelle che arrivano fino a tre volte il trattamento minimo Inps, ove l’incremento del costo della vita pari al 1.1% viene riconosciuto in toto. I ritocchi saranno del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. Nei prossimi tre anni, con questa mossa, entreranno nelle casse dello Stato 2,29 miliardi di euro.
Nei primi mesi del 2019 gli assegni dei pensionati sono stati rivalutati con i parametri previsti nel 2000, da aprile come ha spiegato Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Istituto, la rata pensionistica verrà invece calcolata con i criteri aggiornati e poi si procederà ai conguagli. La differenza per molti sarà di pochi euro, molto dipenderà dall’importo della pensione, ma dal momento che é probabile che molti interessati non ne siano a conoscenza ci sembrava doveroso aggiornarvi in tal senso per evitare spiacevoli sorprese.
SCUSATE, MA “TRE VOLTE IL MINIMO” NON DOVREBBE ESSERE, ORA “TRE VOLTE 780 EURO” (E NON QUELL’IMPORTO DA CUI L’INPS PER LEGGE PARTE PER TAGLIARE LA PEREQUAZIONE) DATO CHE, QUESTO, PER L’ISTITUZIONE DELLA A PENSIONE DI CITTADINANZA, ORA COSTITUISCE IL NUOVO MINIMO?
MA UNA RECENTE SENTENZA DELLA CONSULTA NON AVEVA DICHIARATO INCOSTITUZIONALE LA PENULTIMA “PATRIMONIALE” IMPOSTA SULLE PENSIONI, ANCHE SE IL GOVERNO RENZI HA RESTITUITO SOLO IN MINIMA PARTE IL DOVUTO? COME FUNZIONA IL SISTEMA DI PESI E CONTRAPPESI DEL NOSTRO SISTEMA ISTITUZIONALE SE OGNI GOVERNO RIPROPONE CIO’ CHE GIA’ E’ STATO DICHIARATO INCOSTITUZIONALE PER IL PRECEDENTE?
IO NE ERO A CONOSCENZA ED HO GIA’ CALCOLATO QUALE SARA’ IL MIO NUOVO LORDO E QUANTI CENTESIMI DOVRO’ RESTITUIRE (LA MIA PENSIONE E’ DI POCO SUPERIORE A TRE VOLTE IL MINIMO) A CONGUAGLIO PER OGNI MENSILITA’ RICEVUTA CON L’ALTRA LEGGE; STIAMO PAGANDO FORSE L’ASSISTENZA, PENSIONI E REDDITO DI CITTADINANZA NOI PENSIONATI CON QUELLA CHE, DI FATTO, E’ L’ENNESIMA “PATRIMONIALE” SULLE PENSIONI, OVVERO IL TAGLIO DELLA NOSTRA PEREQUAZIONE, INVECE CHE FARLA PAGARE A TUTTI, OVVERO ALLA FISCALITA’ GENERALE, COME ACCADE NEGLI ALTRI PAESI CIVILI?