Riforma 2024, l’editoriale: a rischio il futuro delle pensioni in Italia

Quello che faccio a fatica a comprendere è che con una situazione previdenziale che in Italia da qualunque parte si analizzano i dati sta andando verso un futuro di non ritorno ci sia da parte della nostra classe dirigente politica poca conoscenza della problematica e scarso interesse a cercare di risolverla. Ogni qualvolta vengono pubblicati dei dati che riguardano le pensioni in Italia si assiste ad una mera esposizione di numeri che presentano una situazione molto compromessa a cui non corrispondono mai adeguati interventi significativi.

Riforma Pensioni 2024, costi elevati, e quota 102/103 fallimentari

Sia che si osservi il costo complessivo delle pensioni che aumenta in maniera esponenziale e che raggiungerà addirittura i 368 miliardi nell’anno 2027, sia che si guardi al numero degli assegni previdenziali ormai arrivati a ben oltre i ventidue milioni, sia che si guardi agli importi medi delle pensioni stesse che sono sotto i 1.200 euro lordi al mese, sia che si osservi l’incidenza del costo della previdenza sul PIL, ben sopra il 15% e che arriverà nel 2040 al 17%, sia che si guardi alla grossa differenza di importi tra uomini e donne, sia che si dia un’occhiata al rapporto lavoratori/pensionati che sta scendendo pericolosamente verso il rapporto di 1 a 1 e che in alcune regioni del sud Italia ha già raggiunto tali valori, sia che si guardi all’aumento dell’aspettativa di vita la cui media è stata nel 2023 di 83,1 anni, seconda al mondo, sia che si guardi ai continui record sulla denatalità del Bel paese, sia che si guardi ai giovani che saranno costretti a lavorare fino a 71 anni e con un assegno che sarà il 50% di quanto percepito di stipendio, questi sono tutti elementi che farebbero drizzare i capelli in testa ai nostri politici che dovrebbero farsi carico immediatamente di una problematica che rischia di sfociare nei prossimi anni in una vera e propria bomba sociale dalle conseguenze imprevedibili.

Eppure, nessun Governo si mette con impegno seriamente a studiare questo aspetto con il risultato pratico che in questi ultimi dieci anni si sono solo approvati dei provvedimenti spot come le varie Quote 100, 102, 103 sempre con interventi di durata temporale, si sono irrigidite le norme per poter anticipare la pensione e si sono aumentate le finestre d’uscita.

I tentativi fatti fino ad ora si sono rivelati del tutto palliativi e non si può pensare all’aumento continuo degli anni in cui bisogna restare al lavoro che non può essere prorogato all’infinito, né immaginare che i pochi incentivi dati alle famiglie per far figli possono essere risolutivi primo perché, se si facessero molti figli questi entrerebbero nel mondo del lavoro non prima del 2050 e poi perché si è visto che in tutta la società occidentale in ogni caso il numero complessivo delle persone diminuisce in maniera costante. Non è possibile vivere in Italia in una costante campagna elettorale, dove si passano intere settimane a sapere chi si candiderà o meno, se ci sarà quello o quell’altro e dove i politici vedono solo la situazione attuale, sempre in emergenza, e non ci sia mai uno sguardo al futuro, al dopo, a quello che succederà nei decenni futuri.

Pensioni 2024 ultime news: previdenza deve esser priorità del Governo

Ormai il problema previdenziale va inserito nelle priorità del Governo e non come avvenuto ultimamente relegato a pochi insignificanti interventi inseriti nella Legge di Bilancio. Va istituita una Commissione permanente composta soprattutto da esperti economici, informatici, attuariali, che con la presenza anche delle organizzazioni sindacali e datoriali con incontri serrati e costruttivi dia in sei/otto mesi risposte chiare e definite così da riferire in Parlamento delle possibili soluzioni da adottare.

Vanno fatte delle proiezioni economiche sulla situazione previdenziale in Italia e valutare se mettere in discussione l’attuale sistema a ripartizione o se non sia più efficace, moderno e che possa dare benefici in termini di assegni previdenziali, passare ad un sistema misto ripartizione/capitalizzazione che assicuri a tutti una pensione minima pubblica a cui poi aggiungere una parte di assegno a capitalizzazione, perché è impensabile che l’enorme massa di contributi versati non venga valorizzata ed implementata.

A mio parere va poi divisa l’assistenza dalla previdenza mettendo in atto una serie di controlli per verificare l’effettivo diritto dei beneficiari. Il costo dell’assistenza deve gravare sulla fiscalità generale e deve essere finanziato con le tasse e imposte che pagano tutti i cittadini e implementando le risorse da destinare alla lotta all’evasione fiscale e contributiva. Ma non sono io che devo dare queste soluzioni, queste vanno cercate da chi è molto più esperto in materia economico/sociale del sottoscritto e si occupa da anni di questo problema. Quello che è certo è che non si può più aspettare, è necessario agire immediatamente perché non si può più sopportare interventi inutili, non duraturi e senza la certezza del diritto. Non se lo può permettere uno Stato occidentale moderno e soprattutto non se lo possono permettere i lavoratori, in particolare i giovani a cui stiamo rubando il futuro previdenziale.

22 commenti su “Riforma 2024, l’editoriale: a rischio il futuro delle pensioni in Italia”

  1. Ottima analisi che parte in ultima analisi da un concetto di efficienza nel perseguire il bene comune. Ma per i politici il bene comune quando va bene è una necessità se non un concetto per captazio benevolentia ma deliberatamente inconsistente. E non solo per gli attuali. Comunque è importantissimo travolgerli con analisi come quella dell’articolo. Avessero l’idea di una diffusa rassegnazione comunque motivata, farebbero di assai peggio.

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  2. La questione con la Q maiuscola è detta nell’ultimo paragrafo dell’articolo: separare assistenza (=fiscalità generale=solidarietà fra tutti i cittadini) da previdenza (=versamenti di chi lavora), come nel resto dei paesi che hanno un qualche tipo di sistema di welfare. Magicamente, a quel punto, i fondi salterebbero fuori. Già il fatto che i partiti tacciano sistematicamente su questo tema, è per me, è già la risposta che è la strada maestra,

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  3. Si avvicinano le elezioni europee e mi sembra che Durigon stia ricominciando a parlare di Quota 41, ora mi aspetto che si aggiunga il suo segretario con altre promesse…a mio avviso pensano di avere ancora un po’ di credibilità …

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  4. Basta considerare il capitolo pensioni con la stessa priorità del capitolo armamenti e spese militari e i soldi si trovano subito senza troppi problemi.
    E’ stata fatta una proposta seria e sostenibile su questo sitoweb da parte di persone competenti, è stata spedita a tutti gli attori mi sembra, e il risultato quale è stato ad oggi? Neppure una risposta credo.
    Poi salterà fuori il Ministro dell’economia di turno a ottobre 2024 nel dire che non può certo leggere le numerose proposte che compaiono sui siti web tematici.
    Per aumentare la spesa militare al 3% è bastata forse un’oretta di incontro e si tratta di milioni di euro.
    Rassegnamoci perchè non ci sarà soluzione al capitolo pensione in Italia se non attendere i 71 anni e oltre con il 50% dell’ultimo stipendio, e anche lì la politica troverà il solito problema di risorse.

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    • Piuttosto che le spese del Ministero della Difesa prenderei a paragone la facilità con cui si sono reperiti i fondi per il Superbonus 110 (130 mld fino ad oggi), il Redditi di Cittadinanza (circa 29 mld fino ad oggi), e, dulcis in fundo, le spese per l’accoglienza dei clandestini, che ci costa 5 mld all’anno.

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  5. Buonasera Marino, mi sono particolarmente piaciute quelle 4 righe che cominciano con : ” Eppure, nessun governo ……..” etc etc.
    Ma Lei conoscerà bene la legge di Murphi che dice “Se una cosa deve andare male ……… finirà sicuramente male “. Un unico appunto. Il PD, dalla nascita della Fornero, in cui ha contribuito con la sua firma, in una grave situazione economica provocata da un disastroso governo di dx, NON ha mai rinnegato quella firma, anzi ricordo che alle politiche del 2013, il suo segretario Enrico Letta, aveva confermato quel provvedimento e aveva addirittura candidato proprio la signora. Certo, al suo interno esistevano varie voci, in primis quella di Damiano con la sua discreta proposta di una nuova legge per tutti. E poi ………. è arrivato Durigon e la legge di Murphi.

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  6. Vitalizi : arriva la sentenza che evitera’ i tagli…
    Finalmente una buona notizia per i pensionati ! Alcuni… piu’ uguale degl’ altri ! “La Fattoria degli Animali” docet

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  7. Dal ”Fatto Quotidiano”
    Bentornati, cari vitalizi: ora tutto è restaurato
    Fine dei giochi – Attesa la sentenza della Camera che (come al Senato) cancellerà i tagli dei 5 Stelle. Pensioni d’oro, gli ex parlamentari hanno già vinto una battaglia sugli arretrati. Poi è arrivata la riabilitazione dei condannati (vedi Mose).
    Ecco la realta’….
    A noi tagliano, riducono, eccc
    tassiamo i robot, intanto ecco cosa fanno quelli che sono li’ a cercare soluzioni per noi

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  8. Buongiorno Marino.

    Correggo il copia incolla iniziale postato in precedenza.

    Di certo non si può contestare il contenuto dell’articolo; resta il fatto che il mettere assieme i soliti ingredienti significa scontrarsi con l’esperienza maturata. Si resterebbe nel campo della solita improbabile amalgama incapace della riuscita di una buona ricetta, anche se non solo per loro colpa.
    Limitandomi al tema della: “previdenza sociale” ci vedo le solite difficoltà che cito.
    La prima è quella che riguarda il pensiero degli economisti coinvolti e di possibile diversa estrazione; li sintetizzo in tre nomi: (Beveridge, Keynes o Hayek?).
    La seconda, la più semplice da risolversi, è quella dei matematici o attuariali che potremmo liberare da eventuali pregiudizi attraverso il ricorso all’uso di Intelligenza Artificiale dotata di un “algoritmo certificato!”. La terza è quella storica che contrapponeva sindacati-imprenditori. Peccato che questi ultimi nel frattempo si siano “geneticamente modificati” in quanto ora intrisi di una imprenditorialità multinazionale per la quale la de localizzazione ci ha costretto, da tempo, al ribasso degli stipendi quale regola o minaccia.
    Adeguarci al concetto di pensioni a capitalizzazione sembra quasi sostenere una equivalenza; l’essere dei “soci di minoranza”, ovvero giocare la parte di quelli che non contano nulla nella gestione del loro capitale.
    Per quanto attiene al potere politico a cui spetta la discussione e il giudizio finale, io mi soffermerei su quello sovranazionale per il quale, il prossimo mese, saremo chiamati a votare; qualunque esso sia o sarà, resterà il governo dei più forti e soprattutto un governo di etero diretti.
    Se tutto questo è per certificare che lo “Stato Nazionale” ha fallito e che per questo si deve pensare solo a qualcosa “che assicuri a tutti una pensione minima pubblica a cui poi aggiungere una parte di assegno a capitalizzazione”,No!
    Esimio Marino, a mio parere, non ci siamo, e dunque non possiamo certamente dare soluzione ai “9 sia” che lei cita seguendo la direzione proposta.
    PS. Per rendere chiaro dove siamo; riferendomi alla politica degli attuali “potenti”, presenti in UE, già si vocifera che: il Next Generation EU per come concepito e soprattutto finanziato, ovvero con l’indebitamento comune non avrà un futuro! E allora di che parliamo, dove stanno di casa questi benedetti “Stati Uniti d’Europa”.
    Serve dare loro un scossa col voto altro che “mancate promesse”.

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  9. 1/2 Italia percepisce la pensione senza aver mai lavorato.e il problema sono i ” fortunati” che hanno versato per pu’ di 40 anni.e allora ok il contributivo subito per tutti.ma senza dare 1 centesimo a chi non ha mai versato ( o lavorato in nero).

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  10. Inappuntabile e chiara, come sempre, l’analisi del dott. Marino.
    Purtroppo è da anni che quando si parla di riforma strutturale della previdenza si rimbalza contro un muro di gomma, fatto di silenzi, rinvii e, soprattutto contro una ostinata e pervicace volontà di ignorare il problema, mantenendo la situazione attuale con al più qualche leggero ritocco. Anche proposte intelligenti e ben studiate predisposte da esperti come il dott. Perfetto e il dott. Marino al momento, a quanto ne so, non trovano adeguati riscontri.
    Concordo pienamente con le conclusioni dell’editoriale: “è necessario agire immediatamente perché non si può più sopportare interventi inutili, non duraturi e senza la certezza del diritto”. Lo chiedono con dignità i lavoratori e le lavoratrici che da decenni hanno dato e stanno dando tanti sacrifici per il bene del Paese.

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  11. Stamattina ho sentito che stanno facendo verifiche sull’esistenza in vita dei pensionati residenti all’estero.
    Possiamo permetterci di pagare la pensione anche ai morti…tranne che a quelli che versano da oltre 40 anni.
    Che colabrodo di nazione

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    • Non mi pare una notizia sconvolgente, ben vengano i controlli che comunque sono una regola in quanto esistono annualmente; in fin dei conti anche costoro potrebbero aver lavorato in Italia per più di 40 anni, o no!

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      • Chiedo scusa Wal, leggo solo ora.
        Il senso del mio commento è che trovo ignobile che ci sia la necessità di verificare l’esistenza in vita di pensionati, siano essi residenti in Italia oppure altrove. L’onestà prevede che se una persona viene a mancare cessano anche i suoi diritti, reversibilità esclusa.
        Buona giornata

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  12. Analisi come sempre lucida e condivisibile del dott. Marino. Credo che il mondo politico e sindacale che vede solo l’immediato abbia già deciso di passare da subito ad un sistema totalmente contributivo scambiando lo specchietto per le allodole di quota 41 con la forte disincentivazione o abolizione della cosiddetta anticipata Fornero. In merito all’ aspettativa di vita in Europa l’Italia è al terzo posto dietro Spagna e Svezia ma recenti studi approfonditi hanno evidenziato che siamo tra gli ultimi posti per qualità della vita dai 70 anni in su a causa dell’incremento di gravi malattie croniche invalidanti quali diabete, Alzheimer, tumori con un sistema sanitario in grave crisi che non è più in grado di garantire cure adeguate e tempestive per tutti.

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  13. per loro (chi comanda) la priorità attuale sono le elezioni europee; il problema è che , invece di parlarne da …. aprile è da gennaio che ne parlano:; a loro interessa il discorso del premierato per cui il loro impegno attuale è anche su questo; per le pensioni? non è una priorità, tanto c’è la legge Fornero e a loro quella va bene così; quindi? stendiamo un velo pietoso; saluti ai gestori del sito e al dott. Marino che ci illustra la situazione

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  14. Condivido pienamente l’analisi del Dott. Marino, la questione pensionistica dovrebbe avere una priorità alta in agenda del governo ed invece è relegata a cosa marginale sottovalutando le possibili ripercussioni sociali gravi in futuro. La verità è che adesso a loro sta più che bene la Fornero, sperando che addirittura non la peggiorino!

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