Nell’articolo di oggi 11 agosto 2018 sulla riforma delle pensioni, vediamo le ultimissime notizie grazie ad una interessante riflessione scritta dall’On. Anna Giacobbe, che nella scorsa legislatura ha fatto parte della Ha fatto parte della XI commissione lavoro e che da sempre è attenta al tema delle pensioni. La domanda che l’ Onorevole si pone è a che punto siamo rispetto alla promessa abolizione della legge Fornero, e prova a capire cosa sarà incluso nella prossima legge di bilancio 2019.
Riforma Pensioni, ultimissime novità oggi 11 agosto
Ecco di seguito quanto ha scritto l’On. Giacobbe su faceebok: “Abolizione della Fornero! A che punto siamo….? Tra anticipazioni e smentite, si profilano i contenuti concreti degli interventi che saranno inseriti nella legge di Bilancio. Per quanto riguarda la previdenza, l’unico punto confermato pare essere questo: quota 100 (somma tra età anagrafica e anzianità contributiva), con minimo 64 anni di età, e non più di due anni di contributi figurativi. Anticipazione non smentita. Non è chiaro se verrà prorogata l’”Ape sociale”. E non è un dettaglio.
Viene dato per scontato il rinvio della cosiddetta “quota 41”, che “quota” non è, e non sono nemmeno 41, perché tutti ormai scrivono 41 e mezzo, (e nessuno smentisce). Come al solito, è bene attendere i testi dei provvedimenti, ma si possono già fare un po’ di considerazioni”.
Ultimissime su Riforma Pensioni 2018: il problema dei contributi figurativi
Il post continua poi: “I destinatari dell’unico intervento previsto con qualche certezza sono persone che hanno avuto carriere sostanzialmente stabili, prevalentemente uomini, che non hanno cominciato a lavorare tanto presto (64 anni per loro sarebbero tanti), con pochi contributi figurativi. Vale la pena ricordare a quali eventi siano legati i contributi figurativi: (dal sito INPS)
- servizio militare;
- malattia e infortunio;
- assenza dal lavoro per donazione sangue;
- congedo per maternità durante il rapporto di lavoro (ex astensione obbligatoria per gravidanza e puerperio);
- maternità al di fuori del rapporto di lavoro corrispondente al congedo per maternità;
- congedo parentale durante il rapporto di lavoro (ex assenza facoltativa post partum);
- riposi giornalieri (ex per messi per allattamento);
- assenze dal lavoro per malattia del bambino;
- congedo per gravi motivi familiari;
- permesso retribuito ai sensi della Legge 104/92 (handicap grave);
- congedo straordinario ai sensi della Legge 388/2000 (handicap grave);
- periodi di aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.
- cassa integrazione guadagni straordinaria;
- contratto di solidarietà
- lavori socialmente utili
- indennità di mobilità;
- indennità di disoccupazione;
- assistenza antitubercolare a carico dell’Inps.
E dunque, tante donne e tanti lavoratori che hanno vissuto crisi aziendali e interruzioni del lavoro, saranno tra gli esclusi. E’ anche così che si fanno tornare i conti. Complimenti! Se non dovesse essere confermata l’Ape sociale le cose andrebbero anche peggio, per alcuni ed alcune sarebbero davvero tragiche: con “Ape sociale” un disoccupato o una persona che assiste un figlio disabile grave, ad esempio, può avere un reddito -pari alla pensione, sino a 1500 euro mensili- a “quota 93”, una donna a “quota 91” se ha due figli.
Per fortuna è già una norma a regime (e c’è da augurarsi che non venga toccata) la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi per i lavoratori precoci che sono disoccupati o fanno lavori gravosi o hanno familiari con gravi disabilità, o hanno una invalidità del 74% o più.”
Riforma Pensioni 2018: la questione delle Pensioni d’oro
Nell’ultima parte del posto, l’On Giacobbe passa poi a parlare delle Pensioni d’oro: “Ci sono poi le pensioni d’oro: e qui abbiamo i testi. Dopo le dichiarazioni del prof. Brambilla sulla possibilità che il taglio delle pensioni (da 2000 euro mensili lordi in su diceva lui) avvenisse con un contributo di solidarietà anziché con il ricalcolo contributivo, le forze politiche di governo sembrano avere trovato una intesa, con la proposta di legge D’Uva-Molinari depositata il 6 agosto “Disposizioni per favorire l’equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dei trattamenti pensionistici superiori a 4.000 euro mensili” (1071), titolo che, intanto, non corrisponde al contenuto (cominciamo bene). Ma ci sarà modo di tornare sull’argomento”.
Voi cosa ne pensate? Vi trovate d’accordo con le parole dell’Onorevole? Quale sarebbe la riforma delle Pensioni ideale per superare la legge Fornero? Come sempre troverete spazio ai vostri commenti qui sotto, fateci sapere e ricordatevi di seguirci sulla pagina facebook e qui sul sito per esser sempre aggiornati sul mondo della previdenza!
Come 7 anni fa Monti e Fornero , ora Salvini e Di Maio ci stanno fottendo. Solo che allora era per salvare l’Italia quasi in default ora invece li abbiamo votati noi in seguito alle l’ore promesse,ma i soldi li fottono ancora a noi operai ma stavolta per regalarli a gente ozia a casa e tanti che mai hanno lavorato. Si fanno belli con i nostri soldi e ci lasciano a lavorare per poterglieli fornire ( ci calcoleranno 43 anni con il sistema contributivo). Spalmiamoci un bel po’ di vaselina perché farà molto male
E,questa CONFUSIONE, tra Previdenza e Assistenza, può essere dovuta a non conoscenza della differenza che c’è tra le due cose? O, come è mia impressione, che può essere sbagliata ma è la mia impressione, tali dichiarazioni vengono fatte per ingraziarsi il favore dei poveri in una continua campagna elettorale basata sul calcolo della quantità di persone in una situazione invece che in un altra?
Se i poveri sono tanti, più dei pensionati?, i consensi elettorali saranno altrettanto tanti. Ma, allora, se così fosse, spero di no, i problemi della gente, se la mia impressione fosse giusta, SI VOGLIONO RISOLVERE O SI VOGLIONO USARE?
Spero di sbagliare perché, altrimenti, tale modo di fare, lo chiamerei “POPULISMO BUE”.
Temo che si siano accorti che tagliando poche pensioni da 4.000 euro, ingiustamente e, a me sembra, incostituzionalmente, entrerebbe ben poco; invece, se la mia impressione, posso sbagliare ma è la mia impressione e la mia paura, è che provino a far passare un precedente che apra poi, come un cavallo di Troia, la strada per poterlo fare, il ricalcolo da retributivo a contributivo, per tutte le pensioni, soprattutto le tantissime basse e medie che, pur essendo basse, per l’enorme numero, darebbe un gettito altissimo!
Con quella che a me sembra, posso sbagliare ma ho questa impressione, LA SCUSA di alzare le pensioni minime, le sociali di chi non ha mai versato contributi, che andrebbero si aumentate, ma non dichiarando di togliere soldi agli altri pensionati ma, come assistenza, dovuta, a carico della fiscalità generale, come negli a altri Paesi.
Separare la PrevIdenza dall’Assistenza e BASTA FARE CONFUSIONE tra due cose diversissime tra loro.
In questi giorni si legge di anticipi pensioni grazie alla deroga della legge Amato e sembra che,
– con 57 anni d’età alla data del 31 dicembre 2017
– con minimo 20 anni di contributi
– con autorizzazione ai versamenti volontari rilasciata entro il 31 dicembre 1992
si possa andare in pensione anticipatamente ma non ho capito a quanti anni .
Voi sapete qualcosa in merito ?
Siamo alla follia pura, con 42 anni e 10 mesi di versamenti 2000 € stiamo parlando di un operaio specializzato, 3000 € sempre lordi si tratterebbe di un impiegato di livello medio-medio/alto. Si tratta di persone che si sono fatte un mazzo tanto per una vita lavorativa , e queste sarebbero PENSIONI D’ORO. Se pensano di rivedere pensioni di queste entità, bisogna prenderli e mandarli non a CASA ma al MANICOMIO DRITTI. Continuo a ripetermi ma questi sono pericolosi
LO RIPETO FINO ALLA NAUSEA. IN ITALIA C’E’ BISOGNO DI UN PIANO STRAORDINARIO DI LAVORO ATTRAVERSO IL RICAMBIO GENERAZIONALE. QUESTO PIANO SE ATTUATO DOPO UN PERIODO DI ASSESTAMENTO PRODURRA’ DEI BENEFICI IN TERMINI DI CRESCITA E RICCHEZZA.
PERTANTO APPLICARE IMMEDIATAMENTE LA QUOTA 100 SENZA LITITAZIONI DI ETA’ ANAGRAFICA;
POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE SE ANDARE IN PENSIONE CON 41 ANNI DI CONTRIBUTI.
PER LE DONNE INVECE APPLICHEREI UN TRATTAMENTO DIVERSO:
QUOTA 95 SENZA LIMITAZIONI DI ETA’ ANAGRAFICA;
POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE SE ANDARE IN PENSIONE CON 36 ANNI DI CONTRIBUTI.
SIETE D’ACCORDO?
Rispetto alla domanda “quale sarebbe la riforma delle pensioni ideale per superare la legge Fornero” rispondo con due ipotesi:
1) tornare al regime pre Dini; in questo caso la riforma funzionerebbe bene se i Governi riuscissero a creare le premesse per opportunità di lavoro (e sviluppo) che permettessero posti di lavoro a tempo indeterminato e ben retribuiti per avere alta contribuzione, continua, e relative future pensioni dignitose.
2) prevedere un nuovo concetto di pensione che si basi su una cifra di pensione, da individuare, dignitosa e UGUALE PER TUTTI, magari anche per i “veri” disoccupati, che elimini le trattenute per i contributi pensionistici sugli stipendi e che preveda una trattenuta, UNICA, in sede di dichiarazione dei redditi, molto progressiva (ovvero progressivamente, e non proporzionalmente, più alta per i redditi alti e più bassa per i bassi) che serva, in generale, come trattenuta quindi di fiscalità generale, per pagare lo Stato sociale in generale, pensioni come su descritte comprese. L’età di pensionamento e la anzianità di servizio, uguali per tutti i lavori, andrebbero individuate in una età pensionabile decente che permettesse di godere dei frutti del proprio passato lavoro fintantoché si sia ancora in grado di avere vitalità per realizzare i progetti di vita e passioni che non potevano essere realizzati durante il periodo lavorativo. Quindi gli attuali 67 anni sono spropositati. L’alta progressività dell’imposta unica sul reddito servirebbe a garantire il rispetto della norma della Costituzione che prevede che i cittadini debbano contribuire in base alle loro possibilità.
NATURALMENTE TALE NUOVO CONCETTO DI PENSIONE A CIFRA UGUALE PER TUTTI ANDREBBE APPLICATO SOLAMENTE, PER COSTITUZIONALITA’, A CHI INIZI A LAVORARE DAL GIORNO DELL’EMANAZIONE DI TALE EVENTUALE NUOVA LEGGE IN POI, SENZA RETROATTIVITA’. Lo Stato continuerebbe a garantire agli altri lavoratori lo stesso regime precedentemente in vigore, sperando non sia quello della legge Fornero, nel frattempo auspicabilmente rivista, NATURALMENTE “IN MEGLIO”.
Certo massimo, anche questa è una possibilità migliore delle attuali.
D’accordissimo che, senza lavoro e sviluppo, tutto sarà inutile perché un Paese non può vivere di Assistenza, l’Italia è una Repubblica democratica FONDATA SUL LAVORO, NON SULL’ASSISTENZA, non entreranno più nuovi contributi pensionistici dei lavoratori e l’INPS sarà trasformata in un ente di assistenza pubblica invece che di previdenza.
Naturalmente se gli anziani non vengono lasciati liberi di andare in pensione da vivi, il turn over per assumere i giovani, si fa per dire “giovani”, non si avvierà.
E avremo chi lavora a vita pagando una inutile tassa per la sua presunta? virtuale? pensione che viene continuamente rimandata e giovani che vivranno dai tagli che i Governi dichiarano di voler fare alle pensioni in essere e con sussidi dati senza lavorare, fino a che arriveranno alla pensione sociale senza aver mai versato un contributo.
Domanda: quali pensioni tartasseranno per mantenere giovani disoccupati e pensionati sociali, i Governi, quando, speriamo più tardi possibile, tutti i pensionati e i lavoratori eternamente in attesa di una pensione che non arriva mai per il gioco dell’oca combinato di più penalizzazioni aggiunte all’aspettativa di vita, anzi di morte, saranno deceduti?
Ricevo l’impressione, certamente sbaglierò, ma ho questa impressione, che tutto sia fatto per distruggere la Previdenza pubblica.
Ma con quali soldi un Paese di pensionati sociali e percettori di redditi solidali si pagheranno le pensioni provate?
Concordo pienamente con Massimo. Occorre un ricambio generazionale accelerato per riportare l’Italia ad essere competitiva nel mondo del lavoro. Penso che quando una persona ha lavorato 41 anni pieni, abbia tutti i diritti di ricevere la pensione per i prossimi anni anche se saranno 20-25. E le donne, che sono da sempre una doppia o tripla risorsa sociale, devomo avere il diritto di poter accedere alla Opzione donna senza una così pesante decirtazione della pensione. Pongo una nota di riflessione inoltre per chi ha messo al mondo più di 2 figli: a parte i sacrifici fatti, questi hanno contribuito ad abbassare il calo delle nascite. Quindi devono essere premiati anche da un punto di vista pensionistico, soprattutto se non hanno goduto di agevolazioni facoltative nel periodo di infazia dei figli
Se ciò che leggo nel post è vero, e ho ben capito, non mi trovo d’accordo: il ricalcolo di pensioni già in essere, di qualsiasi importo (addirittura si parlava di 2.000 euro lordi) lo ritengo incostituzionale. Perlomeno in uno Stato di diritto. Rinvio alla lettura di un libro di diritto al capitolo : “Diritto quesito”.
Comincio ad avere un po’ paura di certi Governi come questo: dicevano di temere il Governo tecnico ma… Un Governo tecnico agisce in conformità al diritto, almeno. La mia impressione, posso sbagliare ma è la mia impressione, è che si stia prendendo una strada un po’ troppo autoritaria, in una situazione, poi, in cui una maggioranza schiacciante, ma solo del 50%degli elettori circa, possa compiere qualsiasi cosa senza neanche dover ricorrere al voto di fiducia che, poi, sarebbe probabilmente dato per non perdere la poltrona. Comunque sia, la maggioranza, anche se fosse dell’unanimità dei cittadini, dovrebbe comunque, per considerarsi Democratica, rispettare le regole della democrazia istituzionale e dl diritto e dello Stato di diritto. Come certamente poi, al di là delle dichiarazioni, avverrà.
Certo esiste la garanzia del Capo dello Stato e della Corte Costituzionale… ma, intanto, è la mia impressione posso sbagliare, si prova a operare a limite della costituzionalità: pericoloso; perlomeno io ho questa impressione e, in uno Stato di diritto, si ha il diritto, e il dovere, di esprimere, se con termini educati, la propria impressione, soprattutto se argomentata. Accetto e attendo argomentazioni, e non tweet, che contestino le mie; spero di aver torto e anzi, ne sarei rassicurato.
Errata corrige:
nel mio commento dell’11 agosto 2008 alle ore 19.01 volevo scrivere :
“Ma con quali soldi, in un Paese di pensionati sociali e percettori di redditi solidali, questi si pagheranno le pensioni private?”
e non : “Ma con quali soldi un Paese di pensionati sociali e percettori di redditi solidali si pagheranno le pensioni provate?”.
Scusate l’occorso.
Errata corrige:
nel mio commento dell’11 agosto 2008 alle ore 19.01 volevo scrivere :
“Ma con quali soldi, in un Paese di pensionati sociali e percettori di redditi solidali, questi si pagheranno le pensioni private?”
e non : “Ma con quali soldi un Paese di pensionati sociali e percettori di redditi solidali si pagheranno le pensioni provate?”.
Scusate l’occorso…