Le ultime novità sulla riforma delle pensioni vertono sempre sul dibattito relativo ai contenuti della manovra 2020 in campo previdenziale e sulle quasi ormai quotidiane diatribe circa l’abolizione od il mantenimento della Quota 100.
Il Movimento 5 Stelle ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale Facebook un post in cui spiega dettagliatamente come non vi sia alcuna intenzione di toccare quota 100 e nemmeno l’altra misura cardine, ossia il Reddito di cittadinanza, a loro dire, anzi proprio grazie a queste misure l’Italia sta voltando pagina. Eccovi i contenuti originari del post.
Pensioni 2020, Quota 100 pilastro dell’ Italia di oggi e domani
Così il Movimento 5 Stelle sulla pagina Fb: “Quota100 è un pilastro dell’Italia di oggi e di domani: chi ha compiuto 62 anni e ha versato almeno 38 anni di contributi potrà finalmente andare in pensione“
Insieme al Reddito di Cittadinanza è stata la prima risposta alle politiche di austerità del recente passato ed era scritta nel programma elettorale del MoVimento 5 Stelle per le elezioni politiche 2018.
Pensioni 2020, M5S: Togliere Quota 100 sarebbe follia
Il post prsegue ribadendo l’importanza della misura di uscita anticipata valevole fino al 2021, ossia la Quota 100, su cui si fa un gran parlare: “Avevamo detto nei giorni passati che l’idea di rivedere o addirittura eliminare Quota 100 dopo un solo anno dalla sua entrata in vigore era folle e nei tavoli governativi abbiamo ribadito con successo la nostra posizione.
Togliere Quota 100 sarebbe stato uno sfregio non solo a decine di migliaia di lavoratori di lungo corso che vogliono aderirvi, ma anche ai giovani che a causa della Legge Fornero si sono trovati forzatamente disoccupati in questi anni di crisi e austerità”
Poi passando alla legge Fornero, che per molti politici e sindacalisti, comunque lo ricordiamo é ancora vigente e non é stata nemmeno scalfita con la Quota 100, aggiungono: “Qualcuno forse si è dimenticato cosa fu la Legge Fornero, il simbolo di una crisi scaricata interamente sui cittadini, una legge illogica e irresponsabile che in questi anni ha costretto alla disoccupazione decine di migliaia di giovani e ha ricompensato persone che hanno lavorato per oltre quarant’anni con l’incertezza più totale“. Il post conclude con una frase che ricomprende fiducia e speranza, oltreché la convinzione che le misure messe in campo siano state le migliori per permettere all’Italia di ripartire: “L’Italia sta voltando pagina”.
Voi cosa ne epnsate di tali affermazioni, le condividete? Fatecelo sapere come semrpe nell’apposita sezione commenti del sito.
Giulio Basile
condivido in pieno , grazie a quota 100 una mia collega ha potuto andare 2 anni prima in pensione e finalmente poter accudire ai suoi due nipotini e aiutare la figlia rimasta,purtroppo senza marito.
Salvatore (primo)
al più presto di informerò , in termine percentuali, di tutti i finanziamenti da Roma in su e viceversa dal 1946 ad oggi,
qua si investe solo in supermercati e centri commerciali, dove la gente lavora 14 ore al giorno.
Premesso che io ho tantissimi amici al nord che stimo e voglio bene, con figli a nord e nipotino, ed non ho alcun risentimento per nessuno
Salvatore (primo)
leggi un pò di vera storia del sud e del regno delle due Sicilie prima CHE DIVENTASSIMO CANCRO DELL’ITALIA e stranamente siamo diventati una colonia del nord, e poi magari rifletti
hai mai vissuto qua nel sud? …….. non puoi fare di tutta un erba un fascio
Poi dopo che di documenti… …. prova a dare un occhiata alla legge 15 agosto 1863, n. 1409 , il regno delle due Sicilie era secondO solo all’inghilterra come potenza militare ed economica sono stati smaltellati i porti di Palermo e Reggio Calabria IL BANCO DI SICILIA E IL BANCO DI NAPOLI … .E POI SIAMO DIVENTATI TUTTI CAMORISTI E MAFIOSI NO ………. SCUSA BRIGANTI …….e tu dici che siamo il cancro dell’italia Ma!
Dimmi i 7 miliardi del mose ? ED IL RISARCIMENTO A VENEZIA GRAZIE AL NON FUNZIONAMENTO DEL MOSE? i soldi stanziati per il ponte di Messina? E LA TAV?
rifletti prima di sparare m…….e.
MA LA SIGNORA FORNERO A CHE ETA’ E’ ANDATA IN PENSIONE?
O FORSE NO …… E NEMMENO TANTI ESODATI
Anche io non finirò di ringraziare M5S e lega per averci varato quota 100 .Una legge che va incontro ai lavoratori e non finirò mai di ringraziare l’onorevole Di Maio per difenderla da quelle nullità di IV .
quanto i lavoratori la smetteranno di farsi la guerra tra loro sara’ troppo tardi…leggo diversi commenti di gente che vorrebbe abolire quota 100 solo perche lui non puo’ usufruirne perche’ magari non ha l’eta’..ma ha piu contributi… ebbene se uno che ha 62 anni e solo 38 anni di contributi e vuole lasciare…potrebbe voler dire che NON CE LA FA PIU’…oppure potrebbe voler dire che non ha avuto la fortuna di lavorare subito in una grande azienda e quindi di ritrovarsi con contributi non versati….oppure essere disoccupato..da alcuni anni e avere solo questo treno a disposizione….quindi io dico BEN VENGA QUOTA 100..dopodiche’ dico anhe che si potrebbe migliorare certo…!!!! ma fin tanto che i lavoratori ragionano al tanto peggio tanto meglio..solo perche’ lui puo’ usire ed io no…NON ANDREMO DA NESSUNA PARTE…i diritti si estendono…non si tolgono a chili ha…saluti
Giulio Basile concordo in tutto e per tutto con il tuo pensiero
Grazie Ministro. Spero di riuscire nel 2021 e con 42 anni e 4 mesi di contributi. Anticiperei di 6 mesi la L. Fornero, ma fosse solo una settimana prima di quell’abominio del 2012, ne sarei felice comunque.
Gentile Signor Claudio Mario, non sono d’accordo. A quota 100 possono accedere poche persone. Per questo motivo la ritengo una vera ingiustizia. Molte persone sono costrette a lavorare, rispetto ad altre, 3-4 anni in più, perché non hanno raggiunto i 62 anni. Ma i lavoratori, sono o non sono tutti uguali? Signor Claudio, mi parla di budget…..il budget basta trovarlo! Come? Sconfiggendo il male della Nostra bella Italia, l’evasione fiscale. Il mio papà mi diceva…che volere è potere!!! Grazie, buona serata
Gent.le, Sig.ra Marina, i lavoratori non sono tutti uguali.
Lei, per esempio, non è uguale a me. Lei fa un lavoro senz’altro usurante (se è quella Sig.ra Marina Cavalli, che svolge il lavoro di educatrice nido da circa 39 anni, classificato gravoso, di cui si parla nel post del 22 Ottobre 2019 alle 17:50). Il mio lavoro di informatico, invece, non è per nulla usurante. Lei non potrà andare in pensione con Quota 100 (perché altrimenti non la riterrebbe ingiusta), mentre io, con 64 anni di età e 40 anni di contributi, potrò andarci. Come qui non c’entra il destino, così non c’entra l’ingiustizia.
Per me l’ingiustizia è qualcosa di ben più grave: è qualcosa che ha dell’irreparabile. Ingiustizia è quella esercitata su di un condannato a morte che, dopo avere eseguito la sentenza, si scopre essere innocente. È un caso limite, lo so. Ma è per rendere l’idea.
E torniamo al budget. Certo, basterebbe sconfiggere l’evasione fiscale. Sono più che d’accordo con lei. È la soluzione che io adotterei per recuperare almeno 35 miliardi di euro su 111 evasi per poter finanziare Quota 41, Quota 100, Quota 100 rosa, esodati.
Per recuperare una parte dell’economia sommersa io ricorrerei all’adozione della moneta digitale di Stato, gestita dallo Stato, circolante parallelamente all’euro gestito dalle banche.
Il Governo ha optato, invece, per l’utilizzo incentivato della moneta elettronica (gestita dalla banche) al fine di recuperare circa 3 miliardi (un po’ pochini, direi, e per giunta destinati a sterilizzare l’aumento dell’IVA e non al pagamento delle pensioni).
Il suo papà diceva bene “volere è potere” che suona più bello detto in inglese (la lingua di Shakespeare che ho molto apprezzato): where there’s a will there’s a way. Che, a differenza della traduzione corrente (cioè quella di “volere è potere”), a me piace tradurre nel suo senso letterale: “dove c’è una volontà c’è una via”.
La via non c’è. La via la si costruisce percorrendola. Per questo io non credo alle proiezioni che si fanno sul futuro sull’età dei pensionati e sul rapporto lavoratore-pensionato. “Nel 2050 avremo 1 lavoratore 1 pensionato” afferma Cesare Daminano nell’articolo “Riforma pensioni 2019, ultime su Quota 100 e nuova soglia d’uscita a 63 anni” dell’11 novembre 2019 a cura di Erica Venditti.
Nel 2050?! Fra 30 anni?! Il rapporto lavoratore/pensionato mi ricorda molto da vicino il rapporto risorse-naturali/popolazione di Thomas Malthus il quale sosteneva che, essendo la crescita delle risorse naturali di tipo aritmetico mentre quella della popolazione di tipo geometrico alla fine non ci sarebbe stato cibo sufficiente per tutti e ciò avrebbe portato all’immiserimento della popolazione.
No. Io non credo a Malthus (peraltro smentito dalla Storia). Nè a Damiano, che dalla Storia sarà smentito.
Io credo che si affermerà la moneta digitale di Stato, che impedirà di fatto l’evasione fiscale, che permetterà allo Stato di pagare le pensioni, che permetterà ai giovani di trovare lavoro.
Buongiorno a tutti
Mi rivolgo a quelli che le leggi le scrivono, cosa succedera delle migliaia di Meridionali immigrati fuori dall’ unione europea per colpa dei governi precedenti che non hanno mai realizzato una politica del lavoro , non hanno mai controllato quello che succedeva al sud ( a 16 anni stipendi da 50 euro settimanali, a 25 anni stipendi da 50 euro settimanale , che fine faranno quelle migliaia di Meridionali senza titolo di studi costretti a lasciare le scuole per poter apportare un aiuto economico alle proprie famiglie emigrano in paesi oltreoceano , Ho avuto il libretto di navigazione a 14 anni, non potendo trovare lavoro sulle navi , ho fatto diversi lavori come barista ( pagavo personalmente il versamento settimanale alla posta) questo per quasi 2 anni ( sono scomparsi i dati relativi a questi anni di lavoro) , il primo imbarco lo fatto a 16 anni compiuti , sono stato in contatto con l’amianto per più’ di 2 anni verificabile sul mio libretto di navigazione , Grazie ai sindacati era difficile per noi italiani poter trovare lavoro , per l’alto numero di extracomunitari , come si diceva all’epoca, hanno fatto le navi con i soldi dei contribuenti italiani , ma chi lavorava sulle navi erano: , jugoslavi, filippini, albanesi, croati, rumeni, pakistani etc etc. Questo succede ancora oggi. Sono stato vittima di discriminazione tutta la mia vita vissuta in italia, dal 2009 vivo in Ecuador ma oggi che non mi trovo in buone condizioni di salute e non essendoci in Ecuador algún tipo di sostegno, vorrei rientrare in italia , Chi ci ripaga di quello che abbiamo sofferto dal 1947 al 2017 noi Meridionali . Ci hanno obbligati a lasciare le nostre per farci emigrare al nord per subire le più’ mortificanti umiliazioni chi ci ripaga di tutto questo chi ci ridà quello che ci hanno tolto “la possibilità di poter vivere nelle terre di provenienza lasciando madre, figli, chi ci ripaga di tutte le volte che la costituzione ci veniva violata . CHI,
Chi?
Voi stessi.
Classico pianto greco dei meridionali: la colpa è sempre del Nord. Ma mi faccia il piacere!
Solo una cosa vorrei dirle in modo che rifletta sulle colpe: chi ha sempre votato governi assistenzialisti e che foraggiavano il Sud con un fiume di denaro anno dopo anno senza che si vedesse una luce di soluzione?
CHI?
Il Sud è stato ed è tuttora il cancro economico dell’Italia. Senza questa palla al piede il Nord sarebbe oggi a livello dell’Austria e della Svizzera e invece siamo ancora qui a mandare soldi su soldi nel buco infinito del nostro amato Sud e senza costrutto alcuno.
Rimboccatevi le maniche voi al Sud e sappia che qui al Nord si lavora giorno dopo giorno pagando tutte le tasse per quaranta e più anni, e senza correre dietro a pensioni di invalidità inventate e posti di lavoro di comodo dati ai fannulloni raccomandati.
Invece vede anche Lei il risultato: Lei stesso chiede favoritismi, si lamenta di come Lei stesso si è comportato in passato e chiede soldi, ovviamente a chi se li è risparmiati: il Nord!
Ovvio che non parlo esplicitamente di Lei o di una persona in particolare, ma questa è la realtà che si evidenzia dai dati e non da fantasiose interpretazioni politico-sociologiche o peggio da razzismo. So che mi prenderò le ire di moltissime persone oneste (e di quelle disoneste) che vivono al Sud e che purtroppo hanno subito e subiscono una società che definire medioevale è un complimento.
Ma ribellatevi per Dio e votate giusto una volta tanto, ma soprattutto ribellatevi, voi per primi a chi vi tiene in questa situazione spiegandovi che “tanto c’è il Nord che paga!”
Cordialmente,
Salvatore (che ha un nome del Sud ma che è nato e vive al confine con l’Austria)
Fantastico
Possono esistere nell’ordinamento italiano due leggi che regolano lo stesso argomento ? Non credo, o almeno nei miei 60 anni di vita una cosa simile non l’ho mai vista.
In questi giorni mi è capitato di leggere un articolo economico del 19 ottobre sul giornale Il Foglio.
Toccando l’argomento pensioni, in questo articolo, mai si fa riferimento alla quota 100 come una legge dello stato, ma un emendamento alla Legge di Bilancio del governo gialloverde del 2018 sul tema pensioni.
A questo punto, c’è da pensare che non esiste una legge quota 100 ma un’opzione aggiuntiva all’interno della legge Fornero, un po come l’OD o l’APE social. Infatti la Fornero è ancora valida nella sua attuazione. Ci sono lavoratori che dovranno attendere i 67 anni della vecchiaia ed esiste ancora la pensione anticipata con 43,1. Quota 100 quindi è un ‘opzione che vedrà il suo termine nel 2021 a meno che, come altre opzioni, non venga prorogata.
Cosa succederà nel 2022 ? Nel dubbio di quale governo ci troveremo, questo o un’altro, le ipotesi sono tante: Dal ritorno alla Fornero tout court, alla 41xtutti, alla proroga di tutte le opzioni esistenti.
Con il ritorno della Fornero ci sarà uno scalone improvviso, fino a 5 anni in più, per chi, avendo 38 anni sperava di anticipare l’uscita.
Con la 41xtutti, se verrà cancellata la quota 100, chi pensava di andare con 38 anni dovrà obbligatoriamente farsi 3 anni in più per arrivare a 41.
Con la 41xtutti e la proroga di anno in anno anche della quota 100, spero di no, ma si creerà una crisi economica tutta italiana pari al 2011. Chiunque si troverà al governo in quella data avrà una grande rogna da risolvere. In tutti e tre i casi, non si sarebbe dovuto arrivare a questi punti. Lo dobbiamo ai nostri figli, ai nostri giovani e a tutti i cittadini onesti di questo dannato paese. Credetemi, vorrei tanto sbagliarmi.
A MIO PARERE QUOTA 100 DEVE ESSERE STRUTTURALE E SENZA PALETTI DI VINCOLI ANAGRAFICI O CONTRIBUTIVI. UNA NORMA CHIARA; SE LA SOMMA TRA ETA’ ANAGRAFICA ED ANNI DI CONTRIBUTI E’ ALMENO 100 IL CITTADINO DEVE AVERE IL DIRITTO DI POTER SCIEGLIERE IL PROPRIO FUTURO. AGGIUNGEREI ALTRE DUE PROPOSTE: CON 41 ANNI DI CONTRIBUTI SI PUO’ SCIEGLIERE DI ANDARE IN PENSIONE A PRESCINDERE DALL’ETA’ ANAGRAFICA, MENTRE PER LE SOLE DONNE INTRODURREI LA QUOTA 95.
Quota 100 è il miglior provvedimento che un governo abbia mai varato negli ultimi vent’anni
Mi avete fatto accettare quota 100 con la convinzione di poter avere 40000€del mio tfs e poi dove è svanito? Vorrei una spiegazione, grazie
La quota cento così come è stata fatta come direbbe il rag Ugo Fantozzi ” è una cagata pazzesca”
forse perché non puoi usufruirne, o no !!!
Non ne usufruiscono perche vado in pensione prima di 62 anni! Però rimane una carogna per chi ha già lavorato 42 anni e ne ha meno di 62
Non sono d’accordo, quota 100 pilastro d’Italia!!!! Una cavolata. Chi ha 39 e 40 anni, ma non 62 anni, non può andare in pensione!!!! Un’altra ingiustizia del governo. Riflettete carissimi illuminati di questo periodo. Una vera ingiustizia.
Gent.le Sig.ra Marina, proviamo a vederla in questo modo. Tra le varie Quote 100 (59+41, 60+40, 61+39, 62+38, 63+37, 64+36, ecc.) qual è la Quota 100 che racchiude la quantità di pensioni che si può pagare con un dato budget (diciamo 8 miliardi)? Matematicamente si scopre che quella Quota 100 è 62+38 (preciso che è una mia ipotesi, non è detto che sia proprio così).
Le “Quote” sono numeri, ma le persone non lo sono. Con le persone occorre invocare giustizia più che la matematica. Ma quando bisogna far quadrare i conti è impossibile non usare la matematica.
A mio modo di vedere, “Quota 100 = 62+38” non ha a che vedere con l’ingiustizia del Governo nei confronti della popolazione, ma con la sostenibilità finanziaria del Sistema Italia (qualcuno potrebbe anche dire che è stata una scelta di partito per “scopi elettorali”. Va bene, ammettiamolo pure, ma questa affermazione andrebbe dimostrata in modo oggettivo, matematicamente (come nel ragionamento di sopra), altrimenti rimane una semplice opinione che potrebbe essere facilmente confutata).
Vede, Sig.ra Marina, la Quota 100 attuale non sarà forse un pilastro d’Italia. Sarà forse soltanto una pietra (e nemmeno tanto perfetta). Eppure, con quella pietra (assai minuta rispetto al pilastro Fornero) si potrà cominciare a costruire un “pilastro dell’Italia di oggi e di domani” (forse, Quota 41). Non crede?
Buonasera sig. Claudio. Vorrei capire innanzitutto, il presunto budget da 8 miliardi, come sarebbe nato. Visto che è stato fatto tutto a debito, potevano essere 5 o 12 indifferentemente. Con 5 la quota sarebbe stata diversa ma più sostenibile ? Con 12 meno sostenibile ? Pare che in ogni caso il sistema italia ne stia risentendo fortemente,( non solo per quota 100 e RdC) visti i dati economici che avvicinano l’Italia alla Grecia ( dati di ieri). E meno male che ci hanno pensato i lavoratori italiani a non abusare della quota 100, presentando meno domande rispetto a quelle previste. Certamente si sono fatti due conti in tasca ed hanno capito che andare in pensione con un reddito assai ridotto sarebbe stata una cosa sbagliata per il proprio futuro. Alla luce dei dati INPS, solo lo 0,6 % degli aventi diritto, circa 7000 lavoratori, hanno la quota minima richiesta, 62-38, tutti gli altri hanno più anni di età o più contributi o più di entrambi i requisiti. Paradossalmente verrebbe da dire che, se intendevano spendere 8 miliardi e accontentare più persone, hanno sbagliato quota.
Diciamolo onestamente: Hanno fatto tanta propaganda dietro questa quota 100 al solo scopo elettorale e prima delle elezioni non si sapeva nemmeno come fosse formulata. Molte persone hanno dato il loro voto a chi l’ha proposta e poi sono rimaste escluse. Complimenti, bella tattica, d’altronde questi sono i nostri politici. Purtroppo dietro ci sono appunto delle persone …….che sono state illuse. Cordiali saluti.
Credo ingiusto e/o illegale non far valere il CUMULO GRATUITO per quota 100 agli iscritti alle casse professionali. Chi era iscritto alle casse professionali e non ha lavorato, per i primi 1-2 anni, era sicuramente per mancanza di lavoro ( figuriamoci se un Professionista dopo anni di studi con sacrifici personali e familiari non avrebbe gradito guadagnare subito… . Quindi non solo, essendo iscritto per OBBLIGO, doveva pagare la TASSA ( quota ) annuale quando era costretto a chiedere i soldi per pagarla ai Genitori i quali già avevano dovuto fare sacrifici per farlo/a Laureare.
Potrebbe essere( per me è) un abuso illegale ??? altrimenti quota 100, sicuramente meglio della infame legge F., dovrebe essere chiamata 101-102-103…
Credo fortemente che quota 100 sia la giusta soluzione al problema pensioni per i prossimi 30 anni ma senza vincoli di età con un minimo di 35 anni di contributi ed un massimo di40 / 41anni di versamenti ovviamente l’assegno sarà diverso in base ai contributi versati vedi 35 o 41 anche in virtù del fatto che le prossime generazioni tribuleranno e non poco a trovare un lavoro continuativo che gli permetta di arrivare a 35 anni di contributi altro che 41
CONDIVIDO PIENAMENTE QUANTO DICE IL MIN. LUIGI DI MAIO RIGUARDO A QUOTA 100 GIA’ LEGGE(FACENTE PARTE DEL LORO PROGRAMMA E CONDIVISA E VOTATA ANCHE DA LORO), QUOTA 100 GIA’ LEGGE DEVE RIMANERE E COSI’ COME E’ FINO ALLA FINE DELLA SPERIMENTAZIONE DEI 3 ANNI COME PREVISTO 2021 COMPRESO COME DICHIARATO DAMOLTE PERSONALITA’ POLITICHE E SINDACALI , LE PERSONE DA QUANDO E’ USCITA LA LEGGE HANNO PROGRAMMATO E FATTO AFFIDAMENTO FINO AL 2021 COMPRESO, NON SI POSSONO CAMBIARE LE COSE OGNI 2 ANNI E IN CORSO , LE PERSONE COME MINIMO HANNO 62 ANNI E PROBLEMI FISICI E DI SALUTE DOVUTI ALL’ETA’ E AL LAVORO E MANCA L’ENERGIA, PRECEDENZA ALLE LEGGI GIA’ IN VIGORE DA PORTARE A TERMINE POI PER IL 2022 SI APPLICHERA’ UNA NUOVA RIFORMA PENSIONISTICA, INOLTRE LE DONNE SVOLGONO DOPPIO LAVORO ANCHE CURA DELLA FAMIGLIA E FIGLI E CONDIVIDO PIENAMENTE LA PROPOSTA DI MOLTI SINDACALISTI E PERSONALITA’ POLITICHE DI RICONOSCIMENTO CHE TROVO FINALMENTE GIUSTISSIMO (PER IL LAVORO DI CURA) DI UNO SCONTO CONTRIBUTIVO DI UN ANNO PER 1 FIGLIO COME GIA’ AVVIENE PER L’APE SOCIALE, QUOTA 100 GIA’ LEGGE NON SI DEVE TOCCARE PER NESSUN MOTIVO E DEVE RIMANERE COSI’ COME E’ FINO ALLA FINE DEI 3 ANNI DI SPERIMENTAZIONE 2021 COMPRESO , SE SERVONO SOLDI SI DEVONO TROVARE ALTROVE!!!
Ma perché Renzi invece di avercela con quota 100, non prende di mira i migliaia di personaggi come i parlamentari e tutti gli altri legati alle regioni e province che guadagnano scandalosamente un fracasso di denaro e si permettono di andare in pensione dopo aver lavorato appena 5 anni. Ma cosa vuole da persone che hanno lavorato ripeto lavorato lui non sa neppure cosa voglia dire lavorare per 40 anni e oltre come nel mio caso quale è il motivo che non debba andare in pensione. Se mancano i soldi che li prendano a chi li guadagna indegnamente ma non non da chi ha lavorato una vita con sacrificio e dedizione. Non ho parole
io fra due anni proprio a scadenza usufruisco della quota 100 , e sono d’accordo con chi l’ha votata, inoltre si parla di 62, e 38 anni di contribuzione, io andrò in pensione con quota cento con 42 anni di contributi, pertanto a mio modo di vedere sono gli anni di contribuzione che contano e non l’età visto che versiamo soldoni ogni mese, pertanto sarebbe necessario andare a quota 41 per tutti per i prossimi anni, e non come chiedono alcuni con 35 anni di contribuzione.
saluti
Non so se quota 100 sia una scelta giusta o sbagliata. Lo diranno i numeri tra altri 2 anni, se non la aboliscono prima.
Comunque sarebbe OSCENO se uno Stato facesse una Legge, così impattante per la vita delle persone, ad inizio 2019 e solo 8 mesi dopo la cancellasse dicendo “scusate: abbiamo scherzato!”.
Ma neanche nelle barzellette sarebbe possibile!
BRAVISSIMO Vincenzo. Concordo pienamente
Poveri e povere noi: cosa ne sarà del nostro futuro ?!
QUOTA 100 E’ UNA BOIATA PAZZESCA
FRANCESCA CONDIVIDO PIENAMENTE QUANTO DICI QUOTA 100 DEVE ESSERE ABOLITA SUBITO E LE RISORSE RISPARMIATE VANNO USATE PER MANDARE IN PENSIONE I PRECOCI
Brava Francesca, così si creano altri esodati. Come già detto benissimo da altri le pensioni vanno migliorate anche dopo quota 100, ma i fondi si devono trovare da altre parti. Dire di abolire quota 100 dopo solo un anno sarebbe di nuovo un atto criminale come la legge Fornero che non ebbe nessun rispetto verso gli esodati, ma sicuramente per le sue tasche si. Pensateci prima di dire str….te
per andare in pensione come precoci non e per tutti, verificare…. si devono avere dei requisiti specifici altrimenti non vai, io ad esempio non posso andarci e sono un precoce ,ho iniziato a 15 anni sempre in regola e ho tutti i requisiti ma non sono nella categoria specifiche.
Una cosa vorrei chiedere alla redazione se può informarci: che fine ha fatto il meccanismo di rimborso tramite banca del trattamento fine servizio per i dipendenti pubblici?
Al M5S bisogna riconoscere una qualità: la coerenza.
A distanza di poco più di un anno, da quando è andato al governo, M5S sostiene con vigore le sue scelte RdC e Quota 100 (sebbene questa sia stata promossa dalla Lega e da M5s solo appoggiata – forse anche solo per mantenere la coesione di governo), e oggi si trova a difenderle dagli attacchi feroci loro rivolti da Italia Viva per (riconosciamolo pure!) secondi fini (per ottenere, forse, concessioni su alcune sue proposte mantenendo il Governo sotto tensione). Per giunta, M5S si trova ad agire senza il poderoso sostegno di quello che un tempo era il suo potente alleato (la Lega) e, per di più, indebolita a causa della defezione di una parte dei suoi elettori. Lasciando per un momento da parte i giudizi personali che si possono avere su RdC e Quota 100, bisogna riconoscere che M5S è meritevole di lode per questo suo impegno, coerenza, tenacia, trasparenza.
Al tempo stesso, a distanza di poco più di un anno, una parte di elettori di M5S (stando a quanto riportano i giornali) ha privato M5S del proprio consenso (liberi di scegliere il proprio orientamento politico, dico io).
Osservo questo però: in così breve tempo è stato più facile per alcuni elettori cambiare partito e per qualche parlamentare cambiare casacca che per i partiti cambiare la loro “vision” e la loro “mission” (mi si perdoni il lessico aziendale inglese).
Mi domando allora: in chi possiamo riporre maggiore fiducia, negli elettori o nei partiti?
Non sono un elettore di M5S, né un elettore della Lega (e nemmeno del PD, o di FdI o di Forza Italia). Ma penso che con M5S e Lega al Governo e con le loro vituperate RdC e Quota 100 (ma ritenute dalle persone comunque meno disprezzabili della legge Fornero) e con il chiaro messaggio alla UE di “Italia first” (l’equivalente nazionale del motto aziendale “people first”), ebbene, dicevo, penso proprio che con M5s e Lega l’Italia abbia veramente cominciato a voltare pagina.
Claudio concordo perfettamente con Te , basta accedere la TV sui canali principali o leggere la stragrande maggioranza dei giornali e si trova una marea di personaggi che sparlano , criticano indiscriminatamente il M5S e lo accusano di ogni male secondo me invece il M5S ha avuto e ha grandi meriti ed è bene che rimanga ancora a lungo nel scenario politico italiano
Sig. Claudio, anche se non condivido le sue idee politiche in termine di voto, almeno con Lei riesco a confrontarmi educatamente. Ha letto tutti i commenti di questo articolo ? Non c’è qualcosa che stona ? Non le sembra che ci sia qualcuno che, in quanto a logica, faccia a pugni con se stesso ? E per fortuna che ero io ad essere considerato stolto.
Sig. Franco Giuseppe, vorrei precisare che non ho “idee politiche”. Ma solo “idee”. Quando vado a votare, il mio voto lo do al partito che presenta un programma che condivido. Altrimenti do un voto di astensione.
Non sempre mi riesce di leggere tutti i commenti di questo sito, ma quelli di questo articolo, sì, li ho letti. In effetti c’è qualcuno che fa a pugni con se stesso. Lo riconosco nella lettrice FRANCESCA (ma, chissà, forse si tratta di un caso di omonimia).
Per quanto riguarda lei, invece, trovo che i suoi commenti siano ben motivati. Certamente derivano da quel grado di maturità che solo in una lunga attività lavorativa e nella vita può aver sviluppato.
Se, leggendo questo articolo, mi trovo a spezzare una lancia a favore del M5S, non è perché io sia del M5S, ma perché credo che siano sulla strada buona per costruire una Nuova Italia. Credo che sia giusto che i sessantenni si facciano da parte (che la Fornero ed io ci facciamo da parte – ed anche per questo sono a favore di Quota 100) per lasciare che i trentenni, i nativi digitali (come Di Maio, per esempio) costruiscano la futura Italia Digitale. Il Paese in cui saranno loro (né io e né la Fornero) a dover vivere.
“chi ha compiuto 62 anni e ha versato almeno 38 anni di contributi potrà finalmente andare in pensione”.
Bene sono contento per loro, però rimane il fatto che chi ha lavorato 39 anni sia ancora lì, al lavoro, ma anche chi ne ha lavorati 40 e chi ne ha fatti 41 o anche 42. La prima cosa da fare è smetterla di chiamarla quota 100, perchè con 60+40 ad esempio non funziona. La seconda cosa è fare una quota 100 “vera” ossia tutte le combinazioni che danno 100 devono permettere di lasciare il lavoro. E per terza cosa bisogna fare subito la quota 41 per tutti, perché 41 anni di lavoro sono più che abbondanti. Chi dice il contrario è perché non ha mai lavorato in vita sua e non conosce il significato di questa parola
Caro Giovanni se ti può consolare io ad aprile avrò 62 anni e dopo averne lavorato più di 42 spero il 1° di agosto di andarmene. Quindi capisco che chi non ha ancora i requisiti abbia, giustamente, da recriminare ma ti posso assicurare che nel mio caso non rubo nulla! Inoltre a me manca un mese nel 1995 per avere 18 anni lavorativi e per questo il mio calcolo sarà misto prendendo molto di meno di chi ha lavorato 35 anni ed è andato in pensione a 55 o 56 anni. Ci stanno mettendo uno contro l’altro quando dovrebbero pensare che 40 anni di lavoro sono già troppi!
Finchè ci saranno quei coglioni dei compagni con calenda, marattin, nannicini, bellanova, cazzola ed il capo supremo Mr. bean non faranno mai una riforma seria.
Consideriamo la riforma del sistema pensionistico firmata dalla FORNERO, riforma che ha fatto cassa sui bassi redditi da lavoro dipendente, sui pensionati e sui pensionandi, e che è assolutamente iniqua e ingiusta, nonostante venga continuamente lamentata la (falsa, perché non si vuole incidere su redditi alti e grandi patrimoni) indisponibilità di risorse. Si rivela iniqua e ingiusta specialmente se si ricorda e considera, per esempio, che:
– è stato cartolarizzato (ed infine venduto a prezzi stracciati) un ingentissimo patrimonio immobiliare degli enti pensionistici (decine di migliaia di unità abitative, e molto altro ancora) che era stato acquistato negli anni ESCLUSIVAMENTE CON I CONTRIBUTI PREVIDENZIALI DEI LAVORATORI DIPENDENTI e che doveva servire a titolo di investimento SOLO per garantire le loro pensioni future. E invece il ricavato di questa vendita è stato usato (ammesso che questo sia vero…) per sanare almeno in parte altre poste del bilancio pubblico
– Monti, due settimane prima di essere “nominato”, aveva dichiarato (v. una trasmissione di LA7 che ha riproposto l’intervista) che intendeva, per prima cosa, levare di mezzo le pensioni di anzianità, e contestualmente colpire – per tempo limitato – gli alti redditi. Cosa che non ha fatto. Se lo avesse fatto non sarebbe stato “necessario” realizzare porcate come la riforma dell’art. 18 e non sarebbe stato “necessario” costringere tanta, troppa gente a lavorare altri sei o sette anni rischiando nel frattempo di essere licenziati a più di 57 anni d’età e senza diritto a pensione.
Eppure in questo Paese gli alti redditi rimangono in gran parte intangibili e/o “sommersi, ed immuni dalla logica del “rigore e del “sacrificio necessario per evitare il baratro”, che invece vale per i lavoratori dipendenti e per i pensionati. Da questi alti redditi, dai grandi patrimoni immobiliari e dalle rendite finanziarie potrebbero essere tratte risorse decisive per il superamento della crisi italiana. Questo prelievo costituirebbe una forma di ridistribuzione della ricchezza, oggi concentrata in una ristretta cerchia di popolazione e di operatori economici e finanziari.”Tutto l’accrescimento del reddito degli ultimi dieci anni ha finito con il far variare in positivo la ricchezza del 10% più ricco degli italiani, che a fine 2010 possedeva il 45,9% di tutta la ricchezza, immobiliare e finanziaria del Paese, mentre al 50% degli Italiani meno fortunati (tra i quali i lavoratori dipendenti ed i pensionati, n.d.t.) rimaneva appena il 9,4%. Nove italiani su dieci stanno peggio di dieci anni addietro.”
Manca però anche nell’attuale Governo CONTI, come era mancata in quelli precedenti, qualsiasi intenzione sincera di attuare politiche o provvedimenti di ridistribuzione della ricchezza a favore dei ceti c. d. medi e bassi (mi riferisco sempre a lavoratori dipendenti ed a pensionati come destinatari di questa auspicabile ridistribuzione). Questa intenzione sincera mancherà sempre, in senso assoluto, perché incompatibile con la volontà di far gravare il peso della crisi sui lavoratori in ossequio al dogma della competitività. E verrebbe da dire che di questo passo si giustificherà persino la schiavitù conclamata, che consente produzioni e investimenti altamente
competitivi…che attrarrebbero certamente gli investitori internazionali nel nostro Paese ridotto a Paese di schiavi…
“Secondo Bersani, duecentomila famiglie, in Italia, detengono ricchezze immobiliari superiori a 1,5 miliardi di Euro. Se venissero tassati al valore catastale con un’aliquota pari al 4,4 per mille (aggiuntiva rispetto all’IMU) si recupererebbe la perdita di gettito (due miliardi circa) dovuta all’abolizione dell’IMU sulla prima casa”
– in Francia l’età pensionabile minima è stata riportata a 60 anni dal premier Françoise Hollande (notizia praticamente censurata in Italia, e riportata da pochissime testate giornalistiche).
– In Germania il Bundestang, il 27 maggio 2014, ha reintrodotto l’uscita dal lavoro
in regime di flessibilità, con moderate penalizzazioni, a partire dall’età di 63 anni
e due mesi;
– il periodo di vita sottratto alla disponibilità del lavoratore (dai 60 a 67 anni) è quello in cui mediamente si ha un calo delle prestazioni fisiche e intellettuali rispetto alle età di 40, 50 anni. E’ una fascia temporale nella quale l’individuo ha diritto a godere del frutto del proprio lavoro, anche soltanto in termini di maggiore libertà e di cura di sè e dei propri interessi ed affetti. La prestazione da lavoro dipendente, in quella fascia d’età (60-67) è più gravosa e meno redditizia, e incoraggia l’insorgere di varie patologie. Vorrei che la gente ed i politici aprissero gli occhi su questo. L’uomo non è una macchina uguale a se stessa (più o meno) col trascorrere dei decenni (peraltro si logorano anche le macchine…);
– Dall’entrata in carica del Governo Monti (durato dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013, data in cui ha voluto dimettersi dopo una famosa dichiarazione di Alfano, avendo di fatto perso la “fiducia” che anche il PDL gli aveva dato fino ad allora) si è affermato ossessivamente che il peso della “spesa pensionistica sostenuta dallo Stato” sul Bilancio Nazionale era determinante concausa di una possibile (anzi, certa) imminente caduta dell’Italia nel c.d. “baratro”, costituito dal default, dalla bancarotta, ecc. .
Si giustificò così il famigerato “decreto salva Italia” che, a furia di tagli lineari su lavoratori e pensionati (in una delle sue prime interviste, Monti si affannò a dire che la prima cosa da fare per il bene dell’Italia era togliere le pensioni di anzianità….), produsse danni immensi al Paese, creando centinaia di migliaia di esodati per tutelare i quali sono state necessarie finora ben otto salvaguardie successive (pensionandoli cioè con apposito provvedimento legislativo in deroga alla Legge FORNERO!…e ancora oggi, nel 2016, risultano altre migliaia di lavoratori esodati da salvaguardare).
Monti, eliminando le pensioni di anzianità e spostando in avanti di sette anni e più l’età pensionabile, ed aumentando le tasse e le imposte presenti e future, avrebbe dovuto porre le premesse per la crescita…crescita che al momento non si vede nemmeno in prospettiva, nonostante le dichiarazioni dell’attuale Governo CONTI. Ma la riforma delle pensioni, presentata piangendo dalla FORNERO, era – ed è – incongrua e dannosa per i lavoratori dipendenti, e mirava solo a fare cassa a vantaggio di altri capitoli del bilancio dello Stato.
• A titolo di esempio, per quanto riguarda la pretesa (da Monti e da tutti coloro che hanno avuto interesse a portarlo avanti ed a sostenerlo) insostenibilità della spesa pensionistica, va detto inoltre che sul bilancio statale 2008, “Di ogni 100 Euro che gli italiani versano allo Stato, tra imposte dirette, imposte indirette e contributi sociali…(soltanto, n.d.t.) 14,7 Euro sono stati impiegati nel pagamento delle pensioni, mentre ben 22,6 Euro sono stati trasferiti a Regioni, Province e Comuni. La cui spesa (uno dei grandi punti dolenti) non si è mai stati in grado di classificare tra le varie destinazioni…”. Pertanto sono ben altre le voci di spesa che meritano si essere definite insostenibili, prime fra tutte quelle legate alla politica nazionale e locale (cioè ai suoi costi, tuttora elevatissimi, come quelli derivanti dal finanziamento pubblico ai partiti – che di fatto sussiste ancora – e ad un’ampia gamma di ruberie e frodi commesse da tanti politici dai loro complici e sostenitori)
Consideriamo ancora, a proposito della questione pensionistica, un mistificatorio approccio concettuale che ha costituito una delle basi ideali della riforma pensionistica FORNERO, e che pretende essere non più sostenibili dal “sistema Paese” e dal sistema economico europeo molti dei diritti conquistati lavoratori in tanti decenni di lotte. Diritti peraltro riconosciuti anche dalla Dichiarazione dei Universale dei Diritti Umani emanata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.
E’ un approccio insidioso, continuamente propagandato e condiviso sia dalle forze politiche di orientamento neoliberista italiane ed europee che da quanti le affiancano nel mondo dell’economia e dell’informazione di massa. Tale approccio si articola in due fasi principali:
• I mezzi di comunicazione di massa e i giornalisti ( i c.d. “opinion makers”, cioè coloro che con le loro parole incidono sugli orientamenti della pubblica opinione) ci impongono sempre più spesso, surrettiziamente, l’immagine di anziani altrettanto validi e pieni di energia quanto sono, mediamente, i trentenni e i quarantenni. Gli scopi principali di questa vasta e continua operazione mediatica sono :
• Accreditare fittiziamente l’immagine generalizzata del lavoratore dipendente sessantenne e ultrasessantenne come risorsa perfettamente integra nelle sue potenzialità lavorative nonostante il trascorrere del tempo: mistificazione finalizzata a giustificare un allungamento progressivo e continuo (apparentemente senza limiti) nel tempo del periodo di lavoro necessario per acquisire il diritto alla pensione;
• nullificare, privandolo di razionale fondamento, il diritto del suddetto lavoratore anziano ad una giusta pensione…come se il pensionamento fosse un lusso indebito che il soggetto lavoratore dipendente vorrebbe godersi ma che la collettività (rectius: il “sistema Paese”) non può più permettersi perché non più giustificabile (si afferma ad esempio che…oggi l’anziano è pieno di vita e di energia…anche a 60, 70 anni ed oltre…la messa a riposo, anzi, lo danneggia fisicamente…);
• Vengono contestualmente sottratti alla consapevolezza collettiva ed individuale (minimizzandole con magistrali artifici dialettici o semplicemente non parlandone affatto ):
• tutte le problematiche dell’anziano connesse al suo naturale declino fisico (diminuzione della forza, della memoria e della capacità di concentrazione, alle variazioni del suo contesto familiare (nascite, matrimoni dei figli, decessi e altro), alle sue malattie (del lavoratore e/o del coniuge) ed al loro progressivo aggravarsi nel tempo.
• L’insanabile contraddizione tra l’invecchiamento dei dipendenti pubblici e gli obiettivi tanto ripetuti di ammodernamento e informatizzazione dell’amministrazione pubblica (contraddizione evidenziata anche in un documento che venne stilato da un gruppo di lavoro nominato nel 2013 dal Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO) .
• La conoscenza e l’analisi di tutte quelle voci del Bilancio dello Stato che prevedono, (per volontà e su imposizione di lobbies e potentati economici italiani ed esteri in sinergia con forze politiche italiane attualmente al Governo o che lo sono state in passato, indipendentemente dall’effettiva volontà popolare…) enormi uscite per spese dichiarate “incomprimibili” (come le spese per le missioni all’estero delle Forze armate Italiane e le spese per gli acquisti di armamenti (navi e aerei militari, ecc.) col pretesto di accordi internazionali che bisogna rispettare a tutti costi. La lettura ed interpretazione del Bilancio è mantenuta difficile, tranne per coloro che lo elaborano. In tal modo pochi possono rendersi conto che imponenti risorse economiche del Bilancio Nazionale vengono dirottare vantaggio di ristrette cerchie politico economiche connesse con gli ambienti della grande industria e della finanza internazionali, mentre:
• Un enorme numero pensionati è quasi alla fame o concretamente in miseria, mentre una ristretta fascia di pensionati gode di pensioni altissime (persino 90.000 euro mensili ed oltre, in qualche caso…) la cui intangibilità viene sostenuta in quanto “diritti acquisiti” fondati su norme che la stessa Corte Costituzionale ha riconosciuto valide in una propria recente pronuncia…perciò queste pensioni altissime non si possono toccare…
• vengono colpiti continuamente nel loro potere d’acquisto e nei loro diritti i lavoratori dipendenti pubblici e privati
Va aggiunto che troppo spesso la situazione post-FORNERO della materia pensionistica ha formato oggetto di ulteriori promesse di cambiamenti decisivi puntualmente controbilanciate da ammonimenti sul contrario atteggiamento dell’Europa e dal ribadire ossessivo che la Legge FORNERO ha consentito “risparmi” enormi, altrimenti impossibili (“risparmi fatti, peraltro, solo sulla pelle dei lavoratori dipendenti, e concretatisi in estrema sintesi nella possibilità di trattenere di fatto – trasferendoli parzialmente su altri capitoli del bilancio statale – parte dei versamenti contributivi pensionistici dei lavoratori dipendenti pubblici e privati). L’attuale “Quota 100” rappresenta un fondamentale momento di svolta positiva. Ma viene osteggiato da tutti quelli (e sono troppi) che hanno interesse a sostenere la scellerataggine e l’iniquità della FORNERO.
I sostenitori della Legge FORNERO evitano accuratamente di ammettere che l’aumento degli anni di versamenti contributivi ed la corrispondente diminuzione degli anni di percepimento della pensione stanno portando fatalmente ad una situazione aberrante: un numero sempre crescente di lavoratori dipendenti si troverà, a fine vita, ad aver percepito complessivamente molto meno di quanto versato a titolo di contributi pensionistici durante gli anni di lavoro.
Vincenzo… MITICO!!
Non finirò mai di ringraziare Lega e M5S per averci varato quota 100 una legge che finalmente va incontro ai lavoratori e non finirò mai di ringraziare ora l’onorevole DiMaio e il M5S per difenderla il parlamento da quelle nullità di IV
Mi associo.
Io ho guadagnato quasi tre anni con la Fornero “liscia”e uno e mezzo se riscattavo mesi di laurea non coperti (possibilità che avrei fatto pur di risparmiarmi un anno e sei mesi in più ma che mi sarebbe costata quasi quindicimila Euro),
Mi sembra però che Di Maio non abbia più così presa sui suoi iscritti al movimento, soprattutto fra gli eletti ora che hanno assaporato il “salto della quaglia” rincorrendo la poltrona.
Mi riservo di ritornare a votare 5 stelle la prossima legislatura (ho interrotto votando Salvini.
Salvini sarà anche un demagogo ma almeno è consapevole dei problemi che incontra la gente comune e francamente le serate al Papete le fa lui come le fanno anche i politici di sinistra, quindi contano zero!
FRANCO CONDIVIDO PIENAMENTE QUANTO DICE, QUOTA 100 GIA’ LEGGE CHE IO RITENGO GUSTISSIMA, DEVE ANDARE AVANTI E COSI’ COME E’ FINO AL 2021 COMPRESO COME DICHIARATO ANCHE DA MOLTE PERSONALITA’ POLITICHE E SINDACALI , COME PREVISTO DALLA LEGGE FINO ALLA FINE DEI 3 ANNI DI SPERIMENTAZIONE, LE PERSONE DA QUANDO E’ USCITA LA LEGGE HANNO PROGRAMMATO E FATTO AFFIDAMENTO FINO AL 2021 COMPRESO, NON SI POSSONO CAMBIARE LE COSE OGNI 2 ANNI, COME MINIMO HANNO 62 ANNI E PROBLEMI FISICI E DI SALUTE DOVUTI ALL’ETA’ E AL LAVORO E MANCA L’ENERGIA, INOLTRE LE DONNE SVOLGONO DOPPIO LAVORO ANCHE CURA DELLA FAMIGLIA E FIGLI E PER QUESTO(COME PROPOSTO DA SINDACALISTI E PERSONALITA’ POLITICHE) DOVREBBE ESSERE RICONOSCIUTO FINALMENTE E GIUSTAMENTE IL LAVORO DI CURA CON UNO UNO SCONTO CONTRIBUTIVO DI 1 ANNO PER FIGLIO (COME GIA’ AVVIENE PER L’APE SOCIALE), PRECEDENZA ALLE LEGGI GIA’ IN VIGORE DA PORTARE A TERMINE COME PREVISTO, POI PER IL 2022 SI APPLICHERA’ UNA NUOVA RIFORMA PENSIONISTICA, QUOTA 100 GIA’ LEGGE FINO AL 2021 COMPRESO NON SI TOCCA (E RIMANE COSI’ COME E’) PER NESSUN MOTIVO, SE SERVONO SOLDI SI DEVONO TROVARE ALTROVE!!!
Condivido pienamente cio’ che ha appena scritto Francesca! Le donne che hanno 62 anni e 40 anni di lavoro ne hanno abbastanza. Chi dice il contrario blatera ma non sa cosa vuol dire lavorare, mandare avanti casa, figli e famiglia!!!
Concordo pure io le donne devono avere degli sgravi contributivi rispetto ai maschi
Dissento!
62 anni e 40 di contributi sono sufficienti per TUTTI, non solo per le donne!
E poi basta con questo piagnisteo femminista (ma mica tanto): la casa, la famiglia, i figli e pure i genitori anziani e l’assistenza ai famigliari disabili la fanno pure gli uomini.
Dai Nadia, cosa volete? Non vi basta vivere in media dieci anni più degli uomini (segno evidente che i più logorati dalla vita sono questi ultimi?)
Gentile Nadia, non condivido pienamente quanto scritto da FRANCESCA ma quello che ha scritto Lei lo condivido in toto. Tutte le donne dovrebbero andare in pensione anche molto prima dei requisiti da lei esposti e senza la pesante conseguenza del tutto contributivo che è troppo penalizzante. Oltre al pesante fardello della cura della famiglia, le donne sono penalizzate nelle carriere discontinue e anche economiche, con assegni inferiori a quelli degli uomini.
Io proporrei un OD con i propri contributi, sia retributivi che misti. Il sistema tutto contributivo rischia di essere pari ad una pensione di cittadinanza o ad un reddito di cittadinanza, solo che vi siete fatte 35 anni di lavoro. Un’ingiustizia.