Le ultimissime novità sulla riforma delle pensioni e nello specifico sulla proroga dell’opzione donne e sulla valorizzazione del lavoro di cura, giungono da un’ interessante intervista in esclusiva che ci ha rilascito Orietta Armiliato, amministratrice del CODS. Ci siamo confrontati con lei sulle ultime affermazioni di Ganga, segretario confederale della Cisl, che ha proposto per affrontare il tema della tutela previdenziale delle donne uno sgravio di un anno per figlio.
Abbiamo poi affrontato la questione dell’eventuale valorizzazione del lavoro di cura anche per gli uomini, che sostengono, quelli che in casa si adoperano alle faccende domenstiche, che tale riconoscimento solo per le donne sarebbe ingiusto e amplificherebbe lo stigma donna= angelo del focolare, ed infine abbiamo posto una domanda pungente alla gentile Orietta, che non si é comunque sottratta nel rispondere, in cui riportavamo le critiche sul versante personale di quanto ritengono poco carino che un’amministratrice di un Comitato metta in luce solo gli aspetti negativi di una misura di cui lei stessa ha usufruito in passato. Un’intervista tutta da leggere, ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte che é tenuto, data l’esclusività della stessa, a citarne la fonte.
Pensioni 2019, Armiliato: non bastano misure per donne-mamme
Gentile Orietta cosa ne pensa della proposta di Ignazio Ganga, Segretario Confederale della Cisl, che nei giorni scorsi ha affermato: “Proprio perché le donne sono le vittime del sistema previdenziale italiano riteniamo che il confronto presso Ministero del lavoro che ci vedrà impegnati fin dal prossimo 4 novembre debba affrontare fra le priorità il tema della tutela delle donne sotto il profilo pensionistico e previdenziale. In tal senso continueremo a sostenere la necessità di una misura che anticipi il pensionamento delle donne nella misura di un anno di sgravio per figlio“.
Il CODS sta lavorando da anni affinché si possa trovare una forma legislativa che consenta il realizzarsi del reiterato concetto di flessibilità in uscita dal lavoro per le donne e lo fa a prescindere dal fatto che le lavoratrici siano madri o meno. Infatti il CODS persegue il diritto al riconoscimento ed alla valorizzazione del lavoro di cura/domestico/ordinario, quel lavoro di cura che é considerato il “welfare informale” e che le donne si sobbarcano a fronte di una consolidata cultura ed all’assegnazione implicita di tutti quei ruoli che fanno buon gioco (non mi piace dire comodo..) a tutti, in primis al sistema ma, che le penalizza ogni giorno tutti i giorni.
Poi, che esse siano madri o meno é del tutto ininfluente da un punto di vista concettuale ma, naturalmente, non lo è di fatto e dunque il CODS assume verso questa questione come aspetto dirimente, il fatto che a TUTTE le donne debba essere riconosciuto il lavoro di cura svolto magari con un’attenzione più puntuale per coloro che hanno la gioia di essere anche mamme. E, in questo senso, il CODS ispirandosi al banale principio dell’equitá, porta avanti istanze per tutte le DONNE indistintamente, a prescindere dalla maternità, insomma: MAMME e/o NON MAMME. Ci ribelliamo dunque alle riduttive proposte che leggiamo di voler legare un qualche riconoscimento contributivo solo per chi ha avuto la possibilità di avere figli, e non solo perché si continua a fare differenze fra uguali ma, perché oltre a tutto il resto, hanno il sapore stantio di un qualche cosa che storicamente non ci piacerebbe rivivere.
Dunque bene che si propongano soluzioni di flessibilità, male che siano rivolte solo ad una parte della platea di lavoratrici.
Riforma pensioni: Lavoro di cura anche per gli uomini?
Molti uomini sostengono però di occuparsi della famiglia al pari delle donne e ci hanno fatto notare che questa sua richiesta amplificherebbe ulteriormente lo stigma relativo alla donna= angelo del focolare, e ci dicono, domanda che noi rivolgiamo a lei: “Ma se io mi occupo della famiglia perché non potrei vedermi valorizzato in lavoro di cura solo perché uomo?”
Basta leggere le statistiche per rendersi conto dell’evidenza che fra i membri della famiglia, sono, le donne ad essere penalizzate, culturalmente si definisce come “l’angelo del focolare” la donna non l’uomo e poi, come in tutte le cose, non ci si può limitare a situazioni personali e a riferirsi esclusivamente al proprio micro-cosmo: le analisi a livello nazionale dicono ben altro.
Pensioni 2019, opzione donna é una scelta non conveniente
Da ultimo mi permetta una domanda pungente frutto di molti commenti che arrivano sul nostro sito che in questo modo vorremo mettere a tacere: “Non è un atteggiamento un pochino ipocrita, dicono talune che confidano nella proroga dell’opzione donna e si accontenterebbero anche solo dell’estensione di anno in anno pur di rientrarci, ora parlare di poca convenienza della misura quando lei stessa è andata in pensione prima proprio grazie all’opzione donna?
Dispiace essere tirate in causa soggettivamente su questioni così delicate ma come sempre, non mi sottraggo: intanto cerco di sensibilizzare le lavoratrici al tema, specie quelle che il lavoro lo hanno ancora, proprio perché ogni giorno ricevo messaggi disperati di donne che hanno optato spinte dalla stanchezza o dall’entusiasmo del momento e/o da altre situazioni contingenti, ed oggi percependo spesso meno di 800 euro al mese, non riescono ad arrivare a mantenersi dignitosamente; invece, per quanto riguarda la sottoscritta, oltre ad essere stata manager e dunque un quadro per una discreta parte dei miei 35 anni di servizio, oltre ad aver riscattato a suo tempo il periodo di laurea e poi essere stata per un lungo periodo dirigente di una grossa azienda multinazionale percependo quindi e versando importi mensili di tutto rispetto, la mia pensione é difficilmente equiparabile, anche se conteggiata con il sistema contributivo puro, alla media delle retribuzioni che hanno le donne in Italia e di conseguenza delle pensioni incassate dalle mie coetanee, dopodiché avendo a suo tempo sottoscritto una pensione integrativa, oggi le mie pensioni sono due e, sono tutte e due piuttosto ,come dire, “interessanti”.
Aggiungo che, per fortuna, anche la mia situazione familiare generale é annoverabili tra quelle definite piuttosto solide e anche questo ha contribuito a che io potessi effettuare a suo tempo quella scelta.
Dopodiché, il contestato da parte mia “di anno in anno” nulla ha a che vedere con l’aver potuto usufruire, durante la sua vigenza originale per altro, della misura dell’Opzione Donna e, mettere in relazione le due cose é veramente solo voler speculare sulla mia persona dimostrando una discreta insipienza.
Ringraziamo l’amministratrice del CODS e vi chiediamo cosa ne pensate delle sue affermazioni e delle sue critiche ad Ignazio Ganga, concordate sul fatto che tutte le donne, indipendentemente dal fatto di essere madri o meno, debbano poter optare per uno sgravio contributivo che valorizzi il doppio lavoro svolto, dentro e fuori casa? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti.
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Opzione donne è troppo penalizzante!!!! Va modificata!!!! Una legge fatta da uomini…
L e donne vogliono Opzione donna stabilizzata al 2023.
Buongiorno,
ho maturato i 35 anni di contributi a maggio 2019, con la proroga potro’ rientrare nell’opzione donna?
Come fanno le donne ha essere contente di opzione donna dato che dopo tanti contributi ls pensione e miserevole questo e veramente uno schiaffo morale
Appunto! E’ un mistero, oppure proprio non ne possono più di lavorare o magari contano di “tirare” la reversibilità del coniuge una volta che quest’ultimo sia partito per l’ultimo viaggio…
È possibile che si parli sempre di 62 anni,?
Io a 62 anni avrò 45 anni di contributi.
Sono stanca e vorrei godermi la pensione.
Guarda che per andare in pensione bastano 42 anni e dieci mesi, il che significa che a 60 anni vai tranquillamente (se non cambiano le leggi).
Più che lo sconto contributivo relativo al doppio lavoro (dentro e fuori casa) che tradizionalmente pesa sulla donna ma non esclude a priori l’altro sesso, dovrebbe essere ” in modo onesto ” tenuto in considerazione (al fine del raggiungimento dei 35 anni) anche il lavoro gestione parasubordinati che in ”opzione donna” non viene conteggiato. Si parla di periodi ”lavorati” a tutti gli effetti e che risultano essere rilevanti se conteggiati complessivamente. Soprattutto le donne (in questo caso) hanno dovuto adattarsi a svolgere lavori non continuativi che venivano tempo fa regolarizzati con contratti di Co.co.co. La platea femminile che vorrebbe aderire ad opzione donna e che rientrerebbe nel calcolo misto della pensione (giustissimo stabilizzare la norma sino 2023!!), vorrebbe vedersi conteggiati tutti i periodi lavorati!! Anche l’astensione (nei termini di legge) dal lavoro per maternità viene considerata come malattia e quindi esclusa dai contributi utili (cosa francamente ingiusta).
Una domanda se una donna rientra nell’opzione donna come requisiti ed usufruisce dei 2 anni di NASPI conviene che finisca la NASPI e allo scadere dei 2 anni puo fare la domanda di pensione x Opzione Donna o conviene interrompere la NASPI e vi chiedo la NASPI puo’ far aumentare la futura pensione Opzione donna?