Pensioni quota 100

Riforma pensioni 2020, parla Fornero: ok Quota 102 per evitare scalone, ma solo all’inizio

Myrta Merlino conduttrice di L’Aria Che Tira su La 7, il 5 ottobre scorso, ha intervistato la Professoressa Elsa Fornero su quella che potrebbere essere la soluzione per evitare post quota 100 un brusco scalone di 5 anni che riporterebbe le persone dal 1 gennaio 2022 ad accedere alla quiescenza solo dai 67 anni, ben 5 in più rispetto agli attuali previsti per la quota 100. Così la giornalista Merlino: “Le persone sono atterite perché ci sarà uno scalone molto grande che porterà ad andare in pensione a 67 anni, non é troppo allontare la prospettiva degli italiani. Non si potrebbe trovare una soluzione intermedia, per evitare che si passi da quella che lei definisce (rivolgendosi a quota 100) una ‘facile illusione’ al risveglio che porta alla realtà che sarà molto duro?” . Eccovi le considerazioni della Professoressa, ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero che ritiene la quota 102 possa anche essere una soluzione temporanea valida se serve ad evitare un brusco e repentino passaggio post abolizione della quota 100.

Riforma pensioni 2021, ok quota 102 ma solo temporaneamente

Così Elsa Fornero, che potete anche ascoltare nel video sotto riportato: “Allora tutto si può fare con buona volonta, buon senso e onestà intellettuale e di fatto, quello che si deve evitare é proprio questo passaggio brusco, inoltre non siamo in una fase di emergenza, non c’é un’emergenza finanziaria che costringe a lavorare con tempi brevissimi.

Quest’anno, l’ultimo di quota 100 dovrebbe servire per preparare alla transizione, c’é bisogno di tornare su meccanismi come l’ ape sociale rivolti a persone in difficoltà che riguardano non tanto il sistema pensionistico in sé, ma le persone in difficoltà, ce ne sono e bisogno soprattutto guardare a loro”.

Quota 102 può essere un’idea? La parola alla Fornero

Quota 102 può essere un’idea per evitare questo scalone? incalza Myrta Merlino Così L’economista: “Diciamo che Quota 102 indefinitamente non é necessariamente una buona idea, ma come passaggio per imprimere una certa graduaità si può incominciare a vedere se magari…. guardi l’idea delle quote era stata abbandonata, perché si é detto ad un certo punto le tipologie di pensione sono due. O si va in pensione con l’età, requisito é l’età e per la vecchiaia é 67 anni, oppure si va con la pensione anticipata se si sono accumulati sufficienti contributi per non essere in povertà dopo.

Molte, Myrta, delle pensioni povere che abbiamo oggi dipendono dal fatto che sono state concesse a età relativamente giovani, sto parlando di persone in buona salute e che hanno il lavoro, non sto parlando di persone disoccupate o anziane che possono avere difficoltà, per le quali é necessario attivare politiche attive”.

Insomma in studio era stato proiettato un grafico, come si evince dall’immagine a corredo dell’articolo, che immaginando una scala posizionava sul primo gradino l’uscente quota 100 (62 anni d’età e 38 di contributi), poi una possibile quota 102 ( 64 anni d’età e 38 di contributi), su cui si é discusso in studio e si continua a discutere sui social, per poi tornare al gradino più alto e più discusso ossia all’attuale Riforma Fornero che prevede un minimo di 20 anni di contibuti ma 67 anni d’età o l’uscita con la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne. La quota 102 é stata da alcuni definita una possibile opzione, sebbene innalzi a 64 anni l’età di uscita dal mondo del lavoro, per evitare il brusco scalone post quota 100, voi cosa ne pensate al riguardo? Fatecelo sapere ocme sempre nell’apposita sezione commenti del sito.

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55 commenti su “Riforma pensioni 2020, parla Fornero: ok Quota 102 per evitare scalone, ma solo all’inizio

  1. Intanto io che a settembre ho compiuto 41 anni di contributi e a Ottobre faccio 60 anni, sono sono stato messo in cassa integrazione da sette mesi, sono mono reddito e con mutuo, ma mia civilissima e rispettosa azienda di fresatrici a Santa Maria di Sala non si è fatto scrupoli di un soggetto con queste caratteristiche perchè preferisce far lavorare i giovani che noi vecchi perchè costiamo di più.
    Un ringraziamento alla Fornero che per colpa sua dovro fare i salti mortali per sopperire a questi due anni e ai Ns. umani imprenditori che ti premiano dopo 25 anni di onorato servizio.

  2. Io senza leggere alcun commento in atto dico: ma la Fornero dove trova ancora il coraggio per esprimersi? Cosa vuol dire solo all’ Iniziò ? Facciamo ancora come quota 100 chi è dentro è dentro e chi é fuori resta fuori.?

    1. Si pensava ad una riforma Fornero migliorativi ma da quello che leggo è peggiorativa. Con quota 102 e paletto 64 anni per quanto mi riguarda vuol dire un anno in più di lavoro. Non è questo quello che si aspettano i lavoratori dopo 42 anni di lavoro x le donne e 43 x gli uomini!!!

  3. Personalmente ho lavorato 43 anni iniziato a 15 ed in pensione a 59 anni .Ma chi non ha lavorato/versato contributi ,cosa pretende ? Hai fatto in nero ,lavori stagionali , muratore …artigiano , non Ti preoccupavi allora , ed ora cosa si pretende ? Andare in pensione a 60 e vivere con i versamenti altrui ? A comodo !! Formerò ,con 42 e 10 mesi contributivi , permette di uscire dal lavoro a qualsiasi età! I precoci ,sono già stati penalizzati , ora ,si vogliono favorire i lazzaroni ?

    1. Signor Andrea, guardi che non ci sono solo lazzaroni o che hanno lavorato in nero, quelli che non riescono ad arrivare ai 40 anni di contribuzione. Ci sono anche persone che non ci arrivano per una moltitudine di validissimi motivi, di salute e altri che non sto qui ad elencare. E da quanto ho letto nei pochi mesi che conosco questo sito, queste persone, come ne d’altronde, non vogliono di certo vivere con i versamenti altrui, ma avere solo la possibilità di scegliere di vivere con quello che spetta per i PROPRI contributi versati.
      Certo che se ci facciamo “la guerra” anche tra di noi, dall’altra parte si faranno forti di questo e non stupiamoci poi se non arriveremo da nessuna parte.

      1. Va tolto anche il vincolo derivante dallo sprtiacque del 311295 tra la scelta retributiva e contributiva ognuno che vuole il contributivo lo deve poter fare sono finiti i tempi in cui gli ultimi anni lavorativi coincidevano con i maggiori guadagni

      2. Brava Angela, io più di una volta in questi mesi ho evitato di rispondere a certe affermazioni (di vario tipo e tenore) per non fare polemiche, ma quando ci vuole ci vuole.

        Tra l’altro CHIUNQUE oggi vada in pensione (che non sia una pensione sociale) lo fa AVENDO versato dei contributi (20 anni minimo) e con la sempre più preponderante parte di contributivo non sta in piedi neanche il discorso “vivere con i versamenti altrui”: ci si va sempre più secondo il PROPRIO montante contributi versato.

        Si, se uno vuole andarci a 60 vivendo di pensione calcolata secondo i PROPRI contributi versati, dovrebbe poterci andare, come il sig. Andrea ci è andato a 59 secondo i contributi da lui versati.
        E, mi pare di capire tra le righe, versati da dipendente e con carriera continuativa, quindi se è così c’è andato con una bella fetta di vantaggioso calcolo retributivo e non contributivo!
        E, viste età e tempi, immagino con calcolo contributivo fino a quel 2011 nel quale la Fornero ha fatto l’unica cosa dignitosa ed equa, per quanto penalizzante, della sua “controriforma”, ovvero portare TUTTI a contributivo dopo quella data!

        Quindi, proprio volendo, l’accusa potrebbe essergli ritorta contro (non lo faccio anche perchè io non demonizzo il retributivo, che tra l’altro non sempre è necessariamente vantaggioso, per esempio se uno ha avuto una carriera a stipendio calante negli ultimi anni, cosa improbabile nel pubblico ma niente affatto nel privato in anni di crisi; ma questo è un altro discorso, che non sviluppo).

        Carlo Q.

      3. La penso esattamente come Lei Angela 60, non tutti hanno avuto la fortuna di lavorare in aziende che hanno sempre versato i contributi ai propri dipendenti, inoltre non trovo giusto che a parità di anni di lavoro chi ha versato 41 o 42 anni debba andare in pensione 7 anni prima…è sacrosanto come dice giustamente Lei che chi ha versato 40 o più anni di contributi prenda una pensione più alta di chi ha versato solo 20 anni, ma tutti e due dovrebbero andare in pensione con lo stesso requisito anagrafico. La cd riforma Fornero è stata una rapina ai danni di milioni di Italiani. Quota 100 è una idiozia pensata e attuata da un governo idiota, non si può mandare in pensione giovanotti di 60 anni e altri mandarli a 67 e passa anni. Si stabilisca un requisito anagrafico per tutti (65 anni) con riduzione di anni per invalidi e persone fragili, chi perde il lavoro in tarda età deve essere sostenuto con le tasse pagate dalla collettività…fare la guerra fra pensionati o aspiranti tali lo trovo incivile.

    2. Assurdo 38 anni di contributi sono troppi abbassate questi benedetti contributi perché soprattutto le donne con carriera discontinua non riusciranno mai ad andare in pensione

  4. “si é detto ad un certo punto le tipologie di pensione sono due. O si va in pensione con l’età, requisito é l’età e per la vecchiaia é 67 anni, oppure si va con la pensione anticipata se si sono accumulati sufficienti contributi”.
    Partendo da questa affermazione della fornero, e volendoci adeguare a questo pensiero, stabiliamo quali siano i requisiti corretti.
    Per la pensione “anticipata”, che io tornerei a chiamare pensione di anzianità (contributiva) com’era una volta, a detta della maggior parte dei frequentatori di questo sito, 40 anni sono più che sufficienti, per il mio parere sono anche troppi, perché spesso a 40 anni di contributi versati corrispondono in realtà qualche anno di lavoro in più.
    Per la vecchiaia 67 anni sono comunque una follia perché solo pochi lavoratori potrebbero arrivare a quell’età, sicuramente i professori che vanno a pontificare in tv, ma gli altri lavoratori dubito possano farlo.
    La soluzione migliore è che ognuno possa scegliere l’età a cui ritirarsi dal lavoro, e la forma esiste già, è la Dini che permette libero accesso tra i 57 e i 65 anni a scelta del lavoratore. Certamente il sistema interamente contributivo è penalizzante in termini di importo dell’assegno, perciò visto che comunque il retributivo l’ha già abolito la suddetta signora nel 2011, e il misto diventerà sempre meno misto e più contributivo man mano che gli anni passano, fino a divenire totalmente contributivo per chi non ha contributi versati prima del 1 gennaio 1996, utilizziamo il contributivo per tutti con dei correttivi per rendere meno penalizzante la scelta, aggiungendo all’importo calcolato una certa somma che premi chi ha lavorato molti anni.

    1. Per compensare la perdita In termini economici dell’assegno pensionistico, sono stati creato ,dal 96 i fondi pensione di categoria , versando in TFR da utilizzare come integratore della pensione percepita , quindi problema ampiamente previsto

      1. La ringrazio sig. Andrea perché la sua obbiezione mi da la possibilità di puntualizzare il mio pensioro, che probabilmente non è stato abbastanza chiaro.
        I fondi pensione permettono di integrare l’assegno pensionistico a chi ovviamente li ha sottoscritti, ma lo permette sia che l’assegno è calcolato col sistema misto che col contributivo, è qualcosa che si aggiunge alla pensione pubblica.
        Il correttivo di cui parlo io, invece è qualcosa che viene subito calcolato e inglobato nell’assegno pensionistico per chi avendo ora diritto al misto passasse al contributivo per rendere la perdita meno drammatica.
        Provo a fare un esempio sperando di essere chiaro. Mario Rossi ha 61 anni e 40 di contributi. Oggi andrebbe in pensione tra 3 anni e 1 mese con 64 anni e 1 mese di età e con appunto 43 anni e 1 mese di contributi sempre che riesca a mantenere il lavoro nei prossimi tre anni oppure in caso avverso a 67 anni. Poniamo che vada tutto bene e sia valida la prima ipotesi. Il calcolo dell’assegno è misto e poniamo generi una pensione da 1300€ al mese
        Con la mia idea (flessibilità dai 57 ai 65 anni) andrebbe subito ora. Il calcolo sarebbe il contributivo puro + un quid. Il contributivo puro genererebbe un assegno da 1150€. Ok potrebbe come dice lei aver aderito a un fondo pensione ma avrebbe una perdita di 150€ derivata dal fatto della differenza dei sistemi di calcolo. Se invece si applica un quid ad esempio +10% avrebbe i suoi 1150€+115 del correttivo che portano il totale a 1265€, quindi avrebbe sempre una perdita rispetto ai 1300 ma molto + contenuta che consentirebbe di fare una vera scelta.

      2. La Fornero non deve rompere. Ie persone che raggiungono 40-41 anni di contributi devono poter andare. Perche’ non si fa quota ª41 a prescindere dall’Eta’?

    2. Concordo con Emilio e ne approfitterei comunque per esortare chi già non l’ha fatto a far verificare da chi ha le competenze giuste (più che farlo da sè stessi), ovvero da un patronato e/o dall’INPS (meglio da entrambi), la propria effettiva situazione contributiva e anche a farsi fare simulazioni dell’assegno calcolato eventualmente tutto a contributivo, metti mai che la futura riforma preveda forme di anticipo basate su questo.

      Io sono nel misto (ad oggi 39% retributivo e 61% contributivo), con una carriera un pò particolare e un pò “tormentata”: dipendente a retributivo, poi (per scelta) consulente autonomo a contributivo, con contributi mediamente abbastanza alti (per fortuna, visti gli anni poi persi per crisi e malattia!), poi di nuovo dipendente in questi ultimi anni.
      Ebbene, mentre davo preventivamente per scontato che un ricalcolo tutto a contributivo mi avrebbe “mazzolato” l’assegno in modo inverecondo, ho avuto invece la recente sorpresa di scoprire che nel mio caso un calcolo tutto a contributivo mi penalizzerebbe solo per un 4% circa, forse anche per la carriera un pò particolare che ho avuto e il fatto di avere una quota retributiva (quella “da tagliare”) minoritaria.

      Insomma, non è detto che il contributivo, per quanto solitamente meno favorevole, debba essere necessariamente una mannaia che tronca orrendamente la propria pensione, bisogna vedere caso per caso e secondo me conviene fare questa verifica.

      Chiudo dicendo che secondo me i correttivi in rialzo al contributivo saranno probabilmente una cosa che verrà applicata almeno in futuro, per evitare che i giovani con le carriere discontinue di oggi diventino pensionati poveri.
      Quindi pensare di applicarli già ora è tutt’altro che improponibile.

      Anche perchè il contributivo è semplicemente un metodo di calcolo, con i suoi parametri.
      Non è che, come spesso pare che venga inteso, i contributi siano “soldi messi da parte e restituiti con la pensione”, ma ciò che si è versato è semplicemente la base del calcolo contributivo (a differenza del retributivo che parte dallo stipendio medio degli ultimi anni di carriera).
      Uno dei nuovi parametri del calcolo potrebbe essere un correttivo.

      Carlo Q.

  5. Ha perfettamente ragione, non si può mettere sullo stesso piano un 62 disoccupato, con un coetaneo che il lavoro ce l’ha ancora. Il primo non ha speranze è costretto all’indicenza, il secondo, magari a malincuore, ha gli strumenti per vivere con dignità.

  6. Condivido quanto detto da Totuccio, la sig.ra in Nero ha distrutto una marea di persone/famiglie, Lei è quella che ha lasciato a secco totale gli esodati, e ci sono volute 9 salvaguardie per questa povera gente, e Lei dall’alto del suo pulpito ancora predica, dovrebbe nascondersi e non farsi più vedere per tutto il male che ha fatto, invece rimbalza da una TV all’altra.
    Comunque volevo rispondere anche a diversi interlocutori che sembrano non “capire” guardando solo il loro esclusivo orticello, che esiste anche gente che pur avendo oltrepassato abbondantemente la soglia dei 60 non riuscirà mai a mettere insieme i 41 di contributi perché hanno una frammentazione contributiva enorme, con una serie di “buchi” per i quali non arriveranno mai ai 41, ed in questa situazione ci si trovano soprattutto le donne. Quindi io credo che vada trovata una soluzione anche per coprire queste situazioni in modo “umano” e non che uno debba vendersi un rene per riscattare tali periodi, compresi quelli ante 1996, che oggi non si può. Ma sono realtà esistenti.

  7. “tutto si può fare con buona volonta, buon senso e onestà intellettuale” belle frasi che però non trovano riscontro nella realtà… Magari le avess seguite quando è stata chiamata a varare la riforma, forse si sarebbero evitati tanti errori e ingiustizie.
    Cio’ detto mi può spiegare dove sta’ la giustizia
    nel mandare in pensione chi ha lavorato pochi anni e nell’impedire di andarci a chi di anni ne ha versati + di 38.
    Perchè uan persona non può ritirarsi dal lavoro con 40 anni di contributi versati.
    Forse che deve lavorare fino alla morte contribuendo a pagare le pensioni inmeritate di tanti Politici, e dipendenti pubblici che vanno in pensione prima e con cifre da capogiro? queste ingiustizie mica le ha considerate la Fornero nella sua ingiusta riforma.
    Finiamola di sparare a zero sempre sugli stessi e di elargire alla casta. 40 anni sono già troppi. La persona deve poter scegliere di ritirarsi senza se e senza ma.
    Ai politici ridurrei la pensione a quanto effettivamente versato. e la elargirei dopo gli stessi anni di contributi richiesti ai dipendenti.
    Alla Fornero chiederei di lavorare 2 anni di seguito in fabbrica anche solo lo sforzo di presentarsi in fabbrica, timbrare e restare seduta ad un tavolo con in mano una penna e un quaderno, questo dal lunedi al venerdi per due anni di seguito, dopodichè vorrei sapere cosa ne pensa.

  8. Questa donna deve avere un cuore di pietra, un grado di empatia e considerazione dell’essere umano pari allo zero, per non essersi ancora resa conto di aver gettato una moltitudine di persone nella disperazione più totale.
    Lo stesso dicasi per tutti i politici e sindacalisti, soprattutto questi ultimi che ci dovrebbero rappresentare e difendere, che non hanno fatto o non faranno abbastanza per riportare l’età pensionabile ad un livello umanamente accettabile. I 67/68 per la vecchiaia sono insostenibili!!!

  9. ANCORA LEI? Grande la sig.ra Fornero, prima ci crea il problema, poi pensa di poterci fornire la soluzione. Sono tremendamente commossa dal fatto che si preoccupi della nostra “povertà”,e della nostra “salute”. Ma non voleva “dirottare” le risorse avanzate da quota 100 altrove e non alla previdenza? Ma cosa le interessa di più la nostra povertà o i nostri soldi? Forse pensa che siamo incapaci di decidere come, quando, e con quali risorse…..LE NOSTRE, andare in pensione? Ma quante ancora ne dobbiamo sentire?

  10. Io sono del parere che chi desidera tutti dovrebbero andare in pensione a 62 anni secondo i contributi versati.comunque dicevano che facevano qualche agevolazione per le donne che maggiormente sono in difficolta di versamenti a causa di maternità e lavori domestici,ma ho notato che non se ne parla nemmeno

    1. Sarà un mio limite, ma io ho sempre qualche difficoltà a trovare la logica nei ragionamenti della professoressa Fornero.
      Quando dice “…. guardi l’idea delle quote era stata abbandonata, perché si é detto ad un certo punto le tipologie di pensione sono due. O si va in pensione con l’età, requisito é l’età e per la vecchiaia é 67 anni, oppure si va con la pensione anticipata se si sono accumulati sufficienti contributi per non essere in povertà dopo”.
      Per la professiressa Fornero un accumulo sufficiente di contributi si raggiunge con 41/42 anni e 10 mesi di contribuzione ma questo non ha senso perché dipende da quanti contributi sono stati versati per ciascun anno. È del tutto evidente che con uno stipendio di 10.000 euro dopo 42 anni si saranno accumulati decisamente meno contributi che con uno stipendio di 50.000 per 30 anni, nel primo caso si rischia di ritrovarsi in povertà a differenza del secondo. Per evitare di ritrovarsi con pensionati poveri si doveva, se necessario, fissare un limite minimo di contributi non un minimo di anni di contribuzione.
      Ma la ratio legis della legge Fornero non era evidentemente questa e la stessa Fornero in più occasioni ha affermato che bisognava intervenire rapidamente per evitare il collasso dei conti pubblici e così si è scelto di congelare i soldi delle persone vicino alla pensione (usando paletti temporali) piuttosto che suddividere il carico su tutta la società, in altri termini la via più facile. Diversamente non si spiegano le lacrime dell’ex ministro se non la consapevolezza di dover commettere un’ingiustizia. E non voglio pensare che fossero lacrime di coccodrillo.
      Purtroppo anche la quota 100 riprende la stessa trappola dei paletti temporali, non si capisce neppure perchè si chiama quota 100 e non introduce nessun meccanismo di elasticità.
      A distanza di dieci anni mi aspetto che chi si accinge a riformare le pensioni non segua la stessa logica e introduca, come promesso, una vera elasticità per andare incontro a necessità spesso completamente diverse tra una persona e l’altra. Mi aspetto che si abbia la forza di agire secondo giustizia anche andando contro ai poteri forti se necessario e rifuggendo la tentazione di seguire la strada più facile. Questa volta il tempo c’è.

      1. Marco, ammiro la tua generosità d’animo, di cui qui beneficia la signora Fornero!

        Secondo me invece ERANO lacrime di coccodrillo, una adesso inguardabile MANFRINA che a suo tempo ha funzionato perchè subito la si ritenne una commozione sincera, pareva allora impossibile pensare che si fosse PREMEDITATA una simile sceneggiata.

        Sceneggiata che infatti è servita a far digerire agli italiani, terrorizzati dalla “catastrofe imminente” (vera o esagerata che fosse), la MACELLERIA SOCIALE della signora e del suo boss (quello che bazzica ancora il Parlamento ma certo non per oceanico consenso elettorale!).

        Poi ogni successiva esternazione della signora, anche dopo dieci anni, ha confermato la sua totale mancanza di empatia con le fasce deboli della società, oggi come allora.
        Super-lacrime di super coccodrillo, quelle erano.

        Carlo Q.

  11. Riprendo le sacrosante ed indiscutibili considerazioni di Paolo Ceccherelli il quale, essendo nato nel 1960 come il sottoscritto, si ritroverebbe ad andare in pensione a 64 anni di età e con l’assurda “quota 109” (io “quota 107”). Come se tutto questo non bastasse, verrebbe applicata un’ulteriore penalizzazione sull’assegno e forse toccherebbe attendere anche qualche mese di “finestra mobile”. Capisco che le proposte di riforma debbano tenere in considerazione la possibilità di evitare il cosiddetto “scalone” per coloro che hanno raggiunto troppi contributi ma, nel contempo, sarebbe anche il caso di tutelare chi, come noi, di contributi ne hanno versati tantissimi.
    Come ? Ricorrendo ad una flessibilità che eviti l’obbligo di raggiungere l’età minima.

    1. Giustissimo,anche io del 60 con 41 di contributi
      Arrivo a quota 108.
      Devono pensara anche a noi che abbiamo dato

    2. Errata corrige : volevo (ovviamente) scrivere “per coloro che NON hanno raggiunto troppi contributi” e non “per coloro che hanno raggiunto troppi contributi”.

    3. Penso che la fornero abbia causato gia troppl guai e non deve più avere voce in capitolo si goda la sua pensione e non rompa più.

  12. Concordo con i due interventi precedenti. Se deve essere quota 102, che almeno venga eliminato il minimo di età. E per togliere argomenti ai catastrofisti del debito pubblico, accetterei anche quota 103.

  13. Brava Laura, hai perfettamente RAGIONE !!!!!! ma questi “idioti” dicono che non ci sono i soldi, sarei contentissimo di lasciare il mio posto ad un giovane. ( io 59 e 42 lavorati (:- /

  14. Credo che la Fornero debba stare molto attenta a fare certe affermazioni.
    Lei, come tanti altri politici, non si rende conto cosa significhi a 60 anni, tutte le mattine timbrare il cartellino, lavorare per 8 ore dopo di che, la giornata è finita, per gli uomini, mentre per le donne prosegue e poi come. (spesa-casa-pranzo-cena…….)
    Se continuiamo a dare voce a chi lavora per hobby, credo che non risolveremo mai la questione.

  15. Ci vuole una quota per chi ha lavoro ed una libera, da 60 anni in poi per chi non ha o non trova più un lavoro.
    Tra chi lavora e chi no non è possibile trovare un equilibrio contributivo, perciò cerchiamo una forma di protezione per esodati e disoccupati o non se ne esce più.

    1. È così insostenibile un sistema che preveda, oltre alla vecchiaia altre due possibilità di uscita anticipata: 1) 41/42 anni di contributi ed uscita senza penalizzazioni a prescindere dall’età anagrafica;
      2) 63 anni di età con qualche piccola penalizzazione per chi esce col sistema misto.
      Si potrebbe poi pensare eventualmente a qualche mese di finestra per mitigare ulteriormente l’impatto sul bilancio pubblico.
      Forse la faccio troppo semplice?

      1. Finché saremo governati da sta gente è da questi sindacati state tranquilli che faranno in modo di allungare la vita lavorativa fino alla morte .. tanto a l’oro che gli frega una volta arrivati al governo sì arricchiscono poi dopo si piazzeranno in qualche carrozzone a tremila euro al mese .. grazie 5 stelle avete la faccia come il culo… (rivolteremo il governo come un calzino) avete rivoltato gli italiani come un calzino .. non avete vergogna di cosa siete diventati..

  16. Aggiungo, l’unica quota 102 potrebbe essere quella liberamente formata: 59 +43 (ex Fornero anticipata) ;60+42; 60,5+41,5; 61+41;
    61,5+ 40,5 ; 62 come verrà deciso, libera con minimo di anni.
    Ci vuole molto?

    1. La Fornero è il covo dei professori liberisti della Bocconi, con l’appoggio del PD e delle burocrazie sindacali hanno fatto un disastro sociale, aperto una voragine di giovani disoccupati e precari a tutto beneficio di imprese e banche.
      BASTA!
      60 anni per tutti e tutte, senza penalizzazioni.

      1. Buongiorno cose di un altro Mondo in questo Paese si preferisce lasciare gli anziani a lavoro,e i giovani a casa inoccupati ..Ma davra essere lì contrario ma dove andremo a finire…

      2. E nonostante tutti gli errori fatti persistono nel distruggere la società , creare rabbia e sconforto., come questo mio commento. Me lo sarei aspettato da altri non certo da chi sulla carta dovrebbe essere più vicino a diritti, richieste giuste dei lavoratori, equità nel fare sacrifici.
        Avete perso molti punti cari signori e ci toccherà spiegarlo ai nostri figli.

    2. Paolo, ci vogliono far morie di ansia e crepacuore, non diamogli questa soddisfazione e lottiamo ovunque sia possibile contro questi pagliacci. Lo scrivevo ieri, quelli come noi (60/41) sono sulla strada del 110, prima di questa eventuale quota 102 sposteranno più in là l’ asticella. Devono paghare caro, devono pagare tutto.

    3. Sono pienamente d’accordo.E disumano pretendere che persone di 64 anni debbano adattarsi in modo rigoroso ai cambiamenti ed all’evoluzione aziendale con lo stesso dinamismo dei giovani.Sono invece un sostenitore della uscita flessibile a 62 anni con minimo 35 anni di contributi!

  17. Ma cosa vuol dire quota 102 a 64 anni per quelli come me che , nati nel 1960 , sono già a quota 101 oggi?
    Lo volete capire che a 64 avremo quota 109?! E la bellezza di 45 di contributi?
    Dovete pensare ai nati 59/60/61/62…!
    Non ce la facciamo più e portiamo via la possibilità di contributi ai giovani, costretti a uno schifo fi reddito di cittadinanza.

    1. Purtroppo a loro non interessa con quanto vai in pensione, ma quando… ovvero cercando di fartela godere il meno possibile. Ma dove era la prof. Fornero quando varavano leggi assurde che mandavano in pensione le persone con 19 anni e 6 mesi di contributi? Tra le altre, oggi paghiamo anche quello! Io sono del 1959 ed è un continuo rincorrere… basta!

    2. Noooo !!! Della nostra “categoria” nessuno fa menzione. Ed invece parlano di quota 98, cioè vorrebbero mandare in pensione lavoratori con 36 anni di contributi e di chi ne ha 41, 42 ed oltre, se ne infischiano.

      Ma è follia o no ?????

    3. Bravissimo Sig.Paolo, aggiungo solo, il governo abolendo la quota 100 la comunicata dopo le votazioni regionali, ed io come la mia famiglia avevamo visto di buon occhio M5S, dal lontano 2011!! Che delusione!! Mai più, vi auguro di asfaltarvi Sx e M5S, forse comincerete a capire !! Dopo 40 anni di lavoro!!

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