Riforma pensioni 2020 ultime news Boeri: Quota 100 non può sparire alla scadenza

Le ultime news sulla riforma delle Pensioni 2020 oggi arrivano dalle dichiarazioni rilasciate al Congresso di Manageritalia che si è svolto a Milano il 15 e il 16 novembre, in cui si è toccato anche il tema del sistema predivenziale grazie agli interventi di Tito Boeri (ex presidente INPS) e dell’ex Ministro del lavoro Elsa Fornero. Vediamo cosa hanno detto nei passaggi principali dei loro interventi. Ovviamente si è toccato anche il tema relativo alla quota 100 e a cosa potrà succedere con la prossima legge di bilancio e quando la misura sperimentale andrà in scadenza.

Riforma Pensioni 2020, parla Tito Boeri su quota 100 e non solo

Boeri ha iniziato il suo intervento parlando così: “Stiamo facendo ancora troppo poco per conciliare lavoro e responsabilità familiari. Il congedo di paternità obbligatorio è un passo importante ma è ancora poco significativo”. Poi prosegue toccando il tema della Previdenza complementare: “Abbiamo fondamentale bisogno di previdenza complementare. I lavoratori sono troppo esposti alla parte pubblica. Occorre un secondo, terzo pilastro importante. Dobbiamo porci il problema dei giovani. I salari dei giovani sono bassi ma gran parte va al sistema pubblico. Ogni anno perdiamo una città come Bergamo per la fuga dei cervelli. Lo vediamo dall’iscrizione all’Aire e dal numero di laureati che vanno all’estero. Dobbiamo defiscalizzare i contributi previdenziali dei giovani. Dobbiamo separare il primo dal secondo pilastro”.

Poi tocca altri due temi importanti come le casse di assistenza integrativa e la quota 100, sulle prime spiega: “Dobbiamo rivedere le promesse insostenibili e far sì che affrontino questo problema. Ci vuole un monitoraggio più attento. Occorre una riflessione di lungo periodo. Le casse sono nate perché servivano a gestire mestieri specifici. Se questo mestiere va in crisi non c’è condivisione del rischio”.

Su quota 100 invece: “È molto difficile uscire da quota cento. Non è possibile lasciarla andare in esaurimento nel 2021. Dovremmo introdurre possibilità di pensionamento flessibili. Dobbiamo poter applicare i coefficienti di trasformazione che applichiamo sulla parte retributiva. È un principio che serve a uniformare le regole del gioco”.

Ultime news Riforma Pensioni 2020: Elsa Fornero torna a parlare

Dopo lintervento in televisione di pochi giorni fa, Elsa Fornero torna a parlare di Pensioni e delle ultime riforme fatte in Italia, ribadendo il suo pensiero e difendendo quanto fatto durante il Governo Monti: “Abiamo una qualche distorsione sistematica per cui noi pensiamo sempre che welfare sia sinonimo di pensioni. Finché la domanda ricorrente in Italia continuerà ad essere “quando vado in pensione?” non si potranno cavalcare la ripresa e lo sviluppo“.

Poi prosegue: “Tutte le riforme commettono degli errori. Le riforme sono interventi nel sociale. La riforma che porta il mio nome guardava al lungo periodo, alla demografia. La mini controriforma “quota cento” non ha cancellato la Fornero come era l’obiettivo del ministro. Per tre anni chi raggiunge questa quota può andare in pensione. Non ci si è accorti cosa volesse dire in termini di aspettative per lasciare ad altri la responsabilità che muoia.

C’erano persone che si aspettavano di andare in pensione prima. La pensione anticipata l’abbiamo mantenuta. Io non ho cambiato i requisiti per la pensione anticipata di anzianità. Una cosa è cambiata: la finestra. La finestra dice questo: tu hai diritto ad andare in pensione quando hai maturato 40 anni“. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto e continuate a seguirci sul nostro sito per esser sempre aggiornati con le ultime news sulla Riforma delle Pensioni 2020.

9 commenti su “Riforma pensioni 2020 ultime news Boeri: Quota 100 non può sparire alla scadenza

  1. Secondo me, la signora Fornero e mr. Boeri farebbero meglio a stare zitti, dopo tutto ciò che hanno fatto di male a tutti i lavoratori. Invece di COCCOLARE gli evasori, e far pagare ai lavoratori il peso del debito pubblico. Chi lavora 35 anni e paga i contributi non ruba nulla a nessuno. Perchè non tagliare i c.d. Diritti ( o meglio SOPRUSI) acquisiti di chi è andato in pensione con soli 15 o 20 anni di contributi ?

  2. Penso che quando un lavoratore ha lavorato 40 anni sia più che giusto andare in pensione perché se la sono pagata in una vita di lavoro. A prescindere dall’età perché non penso che sia una colpa aver dovuto andare a lavorare a 15 anni ora si fà fatica andare a lavorare si ha il bisogno di godersi un po’ di vita.

  3. gentile Sandra
    io sono nata nel 1955 e purtroppo non ho avuto la fortuna di cominciare a lavorare a 21 anni , ma soltanto a 27 anni, avrei preferito cominciare alla tua età, per me è più brutto vedere…. ” gli altri che percepiscono uno stipendio” chi invece cerca di elemosinare un sacro santo diritto di trovare un lavoro.
    Per il reddito di cittadinanza condivido , ci sono tanti str…..i e tanti che effettivamente ne hanno bisogno

  4. Ora ho 39 anni di contributi, sono nata nel 1960. Nel 2021 avrò 41 di contributi. Vedo andare in pensione con 38 anni di contributi e vedo anche premiare col reddito di cittadinanza chi non ha mai lavorato nella vita. Mi è capitato anche di d’informare una persona senza lavoro che in un negizio stavano cercando un commesso e mi sono sentita dire che preferiva rimanere in attesa del reddito di cittadinanza. Possibile che debbano verificarsi così tante ingiustizie? Ma potrà mai andare bene uno Stato cosi?

    1. Sig.ra Sandra, mi permetta, la prego, un atto di presunzione. Se lei avesse avuto 62 anni di età, con i suoi 39 anni di contributi, potendo andare in pensione con Quota 100 avrebbe giudicato più benevolmente chi percepisce il reddito di cittadinanza (RdC).
      Il sistema per collocare al lavoro chi oggi percepisce l’RdC non è ancora a regime. Quando lo sarà, ci sarà anche il meccanismo (suppongo) di disincentivazione, in base al quale se non si accetterà il lavoro si perderà automaticamente l’RdC (il problema vero che io vedo, invece, è che, non essendoci il lavoro, sarà molto difficile che i navigator trovino lavoro a chi percepisce l’RdC).
      L’RdC lo riceve anche chi fa lavoro nero o, peggio ancora, vende droga (come apprendiamo dai giornali). Ma intanto l’RdC permette di evitare che i consumi crollino, e sarebbe davvero un bel guaio se i consumi si contraessero ancora di più: le imprese ridurrebbero ancora di più la produzione, ridurrebbero il personale, ci sarebbe maggiore esborso per la cassa integrazione, maggiore debito pubblico, aumento delle tasse, riduzione dei salari, riduzione delle pensioni.
      Forse lei, sig.ra Sandra, non sarebbe contraria al fatto che un lavoratore in cassa integrazione percepisca l’indennità di disoccupazione erogata dallo Stato. Però è contrariata dal fatto che lo Stato eroghi una “indennità di disoccupazione” (ovvero un “premio”, a suo avviso) a “chi non ha mai lavorato nella vita” (sue parole). La differenza tra i due stati di “dis-occupazione” (cioè “senza occupazione”) non è nei fatti, ma è nel nostro modo di vedere i fatti. Sia il lavoratore che ha perduto il lavoro, sia il non lavoratore che non ha mai lavorato sono SENZA LAVORO.
      Cosa farei io se stessi al Governo? Mi assumerei l’impegno di trovare lavoro a chiunque lo cercasse. Darei il lavoro al posto di dare i soldi. Per come la vedo io, l’RdC è solo l’ombra di un’idea. Ma è meglio che ci sia l’ombra di un’idea (l’RdC) che nessuna idea (nemmeno quella dell’RdC).
      “Possibile che debbano verificarsi così tante ingiustizie?”, si domanda lei. Sì, è possibile, dal momento che le ingiustizie si verificano (la risposta è sempre nella domanda, e se l’era già data lei, ancor prima di porsi la domanda).
      “Ma potrà mai andare bene uno Stato cosi?”, si domanda ancora lei. Se lei avrà fiducia nello Stato, qualunque cosa accadrà, vedrà che sarà lo Stato stesso a rispondere alla sua domanda.

  5. Potrebbe essere un buon inizio di vera riforma: 40 anni effettivi di contribuzione senza anni figurativi e con divieto di cumulo con altri redditi.

  6. Il Prof. Boeri afferma: “È molto difficile uscire da quota cento. Non è possibile lasciarla andare in esaurimento nel 2021”.
    Prof. Boeri, anch’io come lei ho letto la fiaba di Cappuccetto Rosso, dove il lupo si traveste da nonnina. Anche se tardi, a 64 anni, ho imparato a non fidarmi del lupo.
    Il Prof. Boeri continua “Dovremmo introdurre possibilità di pensionamento flessibili” (una frase un po’ sibillina, mi pare).
    Prof. Boeri, mi perdoni la ripetizione, ritorno sulla fiaba di Cappuccetto Rosso. Sebbene tardi, a 64 anni, ho imparato a non fidarmi neanche della nonnina.
    Prof. Boeri, per quanto mi riguarda, la sua reputazione è irrimediabilmente compromessa.
    La Prof.ssa Fornero afferma: “Tutte le riforme commettono degli errori.”
    Prof.ssa Fornero, so che lei ha fatto ciò che ha fatto perché DOVEVA farlo, nel nome della nazione e delle generazioni future. Glielo hanno detto di farlo. Il mondo ti induce a sbagliare, ma sei solo tu a pagarne le conseguenze. Prof.ssa Fornero, non si è ancora resa conto di quanto odio viene nutrito verso la Riforma che porta il suo nome? Non si è ancora resa conto che i suoi ERRORI si sono trasformati in ORRORI?
    Prof.ssa Fornero, per quanto mi riguarda, la sua reputazione è irrimediabilmente compromessa.
    Io mi auguro che dalle Alpi alla Sicilia, dalla Nazione intera si levi un grido di giustizia così alto (non come quello delle sardine che sono muti come pesci) da far scuotere le poltrone di Camera e Senato, affinché le istanze di donne, di precoci, di lavoratori usurati, dei lavoratori tutti ricevano quella Giustizia in tema pensionistico che è stata loro a lungo negata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su