Riforma pensioni, intervista a Proietti: quali misure nella prossima legge di bilancio?

Riforma pensioni 2020, ultime oggi 30 novembre da Proietti: l’intervista in esclusiva

Le ultime novità al 30 novembre 2019 arrivano da un’ interessante intervista che ci ha rilasciato in esclusiva Domenico Proietti.

Il tema centrale del nostro confronto ha riguardato i dati diffusi nell’ultimo rapporto dell’Ocse, il segretario confederale della Uil, si é detto in disaccordo con le ultime dichiarazioni allarmistiche sulla spesa pensionistica italiana diffuse dall’Organizzazione e ci ha indicato la ‘ricetta’ che la Uil propone per arrivare ad una riforma previdenziale sostenibile e socialmente più equa.

Pensioni 2020, Proietti: ‘Ci risiamo, L’Ocse fa confusione’

Gentilissimo Domenico Proietti, come si sente di commentare i dati diffusi dall’Ocse, l’Italia deve ridurre la spesa pensionistica e alzare l’età anagrafica per accedere al pensionamento?

Guardi ci risiamo, purtroppo l’Ocse continua ad analizzare il sistema previdenziale italiano facendo non poca confusione e dunque fornendo proiezioni alalrmistiche circa il peso della previdenza il rapporto al Pil.

Ma le cose non stanno esattamente così e sarebbe giusto fare notare che anzi, la spesa per le pensioni in Italia, é addirittura sotto la media europea. In rapporto al Pil e questo la Uil lo sostiene da tempo, la spesa é all’incirca pari al 12%, ed il dato é stato confermato altresì, di recente, dal Presidente dell’Inps Tridico.

Pensioni anticipate, dati Inps e Ocse in disaccordo: come é possibile?

Ma allora, mi perdoni, da cosa deriva questa discrepanza nei dati, sono 4 punti percentuali in meno, e non sono pochi. L’Inps e non solo parlano del 12%, ma l’Ocse diffonde il 16%, può spiegarci?

Certo, così facciamo chiarezza una volta per tutte, spero. Questa confusione deriva in parte dalla mancata separazione tra la spesa previdenziale e quella assistenziale, e qui la responsabilità va anche ai Governi che si sono succeduti negli ultimi anni.

In realtà l’età di accesso alla pensione in Italia è di 67 anni, ben quattro anni sopra alla media dei Paesi dell’Europa che si attesta a 64.2, inoltre i più giovani , con la crescita della speranza di vita, ci andranno a 71 anni d’età. Quindi in realtà sono proprio gli aggiustamenti alla Riforma Fornero che possono portare, in prospettiva futura, ad una riforma maggiormente sostenibile ‘socialmente‘che tenga conto delle categorie più deboli.

Pensioni e manovra 2020: la ricetta della Uil per una riforma equa

Quale la ricetta allora per arrivare a tale ambizioso risultato, ossia una riforma sostenibile ma anche socialmente più equa?

Quota 100, assieme all’Ape Sociale, seppur in via sperimentale e con dei limiti, ha rappresentato e rappresenta a suo modo un elemento di flessibilità, ragione per cui non va abolita prima della scadenza. Una flessibilità però che non é sufficiente e non ricomprende tutti, ecco perché secondo la UIL, deve essere maggiormente estesa affinché divenga più equa per tutti i lavoratori.

Inoltre non possiamo più esimere dall’affrontare il delicato tema dell’adeguatezza degli assegni pensionistici, a tal proposito due le soluzioni da proporre nell’immediato: eliminare da subito il blocco della rivalutazione delle pensioni, ed elargire la quattordicesima per le pensioni fino a 1500 euro. Ringraziamo Domenico Proietti e ricordiamo a chiunque volesse riproporre parte dell’esclusiva qui raccolta che é tenuto a menzionare il sito.

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15 commenti su “Riforma pensioni 2020, ultime oggi 30 novembre da Proietti: l’intervista in esclusiva

  1. Brava Roberta. Io, e credo tanti altri, ho 61 anni di età e 42 di lavoro perciò sono già a Quota 103 e, per quando andrò in pensione, a 62 anni, la Quota sarà 105. Allora chiedo ai così convinti sostenitori di Quota 100 con 62 anni e 38 di lavoro: non sarebbe stato più equo che voi aveste lavorato magari 1 anno in più ed io 1 in meno. Tirata la somma, voi sareste andati con Quota 101 mentre io con Quota 104. Sempre, comunque, un bel divario.

    1. Sig. Fabio, temo che lei stia rivolgendo la sua domanda ai destinatari sbagliati. Non sono stati loro a ideare la Quota 100. Penso che la sua domanda vada più correttamente indirizzata a Salvini, che Quota 100 (la cui proposta originaria era 38 anni di contributi e 64 anni di età) volle, sempre volle, fortissimamente volle! Proprio come il nostro Vittorio Alfieri. La posta in gioco per Salvini non era l’equità sociale, ma la ricerca del consenso elettorale. Questo è il primo obiettivo di un politico, di qualunque partito egli sia. Salvini ha giocato la sua partita politica ed ha portato Quota 100 in rete. Tutto qua.

  2. Scusate a tutti,ma x quelli che hanno alle spalle 41 di lavoro non è forse giusto che vadano in pensione? 41 x tutti a prescindere dall’età e basta!!!!

    1. Brava Roberta. Io, e credo tanti altri, ho 61 anni di età e 42 di lavoro perciò sono già a Quota 103 e, per quando andrò in pensione, a 62 anni, la Quota sarà 105. Allora chiedo ai così convinti sostenitori di Quota 100 con 62 anni e 38 di lavoro: non sarebbe stato più equo che voi aveste lavorato magari 1 anno in più ed io 1 in meno. Tirata la somma, voi sareste andati con Quota 101 mentre io con Quota 104. Sempre, comunque, un bel divario.

    2. Sig.ra Roberta, il commento che ho rivolto al sig. Fabio (vedi sopra) si adatta anche come risposta alla sua domanda. Come per il sig. Fabio, anche lei sta rivolgendo la sua domanda al pubblico sbagliato (cioè a noi lettori). Però mi pare di averla capita. Domandandoci garbatamente se non sia giusto che possano andare in pensione coloro che hanno alle spalle 41 anni di lavoro, lei si aspetta di ricevere da parte nostra una certa solidarietà, una adesione alla sua arringa finale “41 x tutti a prescindere dall’età e basta!”
      Sono più che d’accordo con lei. Ma le leggi non le facciamo noi.

  3. Cari amici pensionandi, pensionabili o aspiranti pensionati leggete qui fino a che punto siamo arrivati pur di indurre la gente a fare a meno della pensione!
    https://www.ilsole24ore.com/art/chi-va-pensione-anche-quota-100-finisce-piu-medico-e-si-ammala-piu-ACGeZH2
    E’ più che probabile che questi geriatri abbiano tratto i loro auspici dalle furiose reprimende impartiteci dall’ineffabile Marattin, ma tant’è.
    Se qualcuno si fosse mai impressionato da una simile nefasta lettura, vorrei ricordare il saggio insegnamento di un vecchio maestro che al riguardo ammoniva: “se avessi saputo prima quanto è bello starsene in pensione, non avrei perso così tanto tempo a lavorare”
    Meditate gente, meditate.
    Ad maiora semper: QUOTA 100 FOREVER!

    1. MEDICE, CURA TE IPSUM! (Luca 4,23).
      Medici, alla pari di preti e avvocati. Categorie di lavoratori che mai dovranno temere di rimanere disoccupati, fino a che l’uomo rimarrà su questa terra.
      Medici, che insensibilmente infilano nelle insensibili braccia di mio padre aghi per debellare un male che la gente pudicamente chiama “un cattivo male” e che invece si chiama semplicemente: CANCRO.
      Medici, di cui mio padre, per niente guerriero ma che la guerra ha conosciuto e la deportazione pure nei campi di concentramento di Muenster, per amor di pietà supplichevolmente mi parlava: “Claudio, se non ci fossimo noi malati, i medici sarebbero tutti disoccupati”.
      Medici, che antepongono la legge della Chiesa inculcata nelle loro coscienze individuali alla LEGGE DELLO STATO dettata dalla coscienza collettiva.
      Medici, che dicono che la pensione “può nuocere gravemente alla salute” come se la pensione fosse fumo assolutamente da evitare.
      Medici, che dicono che la pensione Quota 100 “non fa solo male alla salute, fa male alla società” e quindi mi fanno pensare disponibili a rilasciare certificati di validità al lavoro anche ad invalidi che in silenzio si trascinano come dei condannati a morte.
      MEDICE, AMEN DICO TIBI:
      CURA TE IPSUM! (Luca 4,23).

    2. GIAN CONDIVIDO PIENAMENTE QUANTO DICE, QUOTA 100 GIA’ LEGGE DEVE ANDARE AVANTI E COSI’ COME E’ FINO ALLA FINE DELLA SPERIMENTAZIONE DEI 3 ANNI COME PREVISTO, 2021 COMPRESO, COME DICHIARATO DA PERSONALITA’ POLITICHE E SINDACALI, LE PERSONE HANNO PROGRAMMATO E FATTO AFFIDAMENTO E COME MINIMO HANNO 62 ANNI E PROBLEMI FISICI ( SCHIENA, SPALLE, GINOCCHIA) E DI SALUTE E MANCA L’ENERGIA, DOVUTI ALL’ETA’ E AL LAVORO, SE SERVONO SOLDI SI DEVONO TROVARE ALTROVE, QUOTA 100 GIA’ LEGGE NON SI TOCCA FINO AL 2021 COMPRESO, POI PER IL 2022 SI APPLICHERA’ UNA NUOVA RIFORMA PENSIONISTICA.

      1. Sig.ra Francesca, cosa si sentirà di dire a quei lavoratori che non riusciranno a raggiungere i requisiti necessari (62 anni e 38 di contributi) al 31/12/2021, scadenza naturale di Quota 100. Forse Lei non Sa’ che questi lavoratori dovranno lavorare ben 5 anni in più (vedi L. Fornero) raggiungendo, sicuramente, Quota 104/105 mentre altri, se ne saranno andati tranquillamente si, a 62 anni, ma con solo 38 di contributi. Le rammento che per arrivare a raggiungere Quota 104/105, gli anni di contributi versati, saranno, a 62 anni di età, 43. Le sembra equo (38 – 43) ?

        1. Sig. Fabio, (38,62) è una “finestra”; meglio ancora, è una “porta”, una porta scorrevole che oggi si apre e domani si chiude. Tutta la vita è fatta di porte scorrevoli (“sliding doors”), che noi chiamiamo “opportunità”. Parliamo di “equità”, di “pari opportunità”, ma, malgrado i nostri sforzi, restano quelle che sono: “sliding doors”.

          1. Sig. Claudio Maria, certo è, come dice Lei, che quella “sliding door” viene “sbattuta” in faccia a chi non ha potuto usufruire, non per sua colpa, di un’opportunità che invece altri hanno usato e useranno fino alla fine di Quota 100. Per quanto riguarda equità e pari opportunità, credo fermamente che dovrebbero essere uguali per tutti e non “sliding doors”.

        2. Sig. Fabio, lei dice che equità e pari opportunità ‘dovrebbero essere uguali per tutti e non “sliding doors”’.
          Concordo con lei. Eccetto che per quell’insidioso “dovrebbero”.
          Se me lo permette, provo a cambiare la sua frase nella seguente: ‘equità e pari opportunità dovranno essere uguali per tutti e non “sliding doors”’.
          Come cambia la “forza delle idee” quando un verbo cambia dal condizionale al futuro! È la differenza tra ciò che potrebbe non essere mai, e ciò che senz’altro sarà. Non lo crede anche lei, sig. Fabio?

  4. Che OCSE fa confusione da anni sulle pensioni lo sanno tutti meno che i politici..che se non dividono assistenza da previdenza danno alibi all’ocse di dire che le pensioni in Italia sono un costo troppo alto.. Provate a chiedere a un tedesco un francese un olandese ecc ecc se al loro paese le pensioni partono da 500€ 600 al mese che sono quelle che percepisco grande parte degli italiani.. Cara OCSE piantarla di dire stupidate per non dire di peggio

    1. WALTER CONDIVIDO PIENAMENTE QUANTO DICE, SI DEVE DIVIDERE ASSISTENZA DA PREVIDENZA, E QUOTA 100 GIA’ LEGGE DEVE ANDARE AVANTI E COSI’ COME E’ E COME PREVISTO FINO ALLA FINE DEI 3 ANNI DI SPERIMENTAZIONE 2021 COMPRESO E SE SERVONO SOLDI SI DEVONO TROVARE ALTROVE.

  5. Le idee di Domenico Proietti della UIL in merito alla riforma pensionistica potrebbero essere sintetizzate così:
    A) estendere maggiormente la flessibilità offerta da Quota 100 e da Ape Sociale, affinché tale flessibilità divenga “più equa per tutti i lavoratori” (sue parole);
    B) eliminare da subito il blocco della rivalutazione delle pensioni;
    C) elargire la quattordicesima per le pensioni fino a 1500 euro.
    Le idee espresse da Proietti non mi sembrano che siano proprio una “ricetta”. Mi sembrano piuttosto gli “ingredienti” per una ricetta, esprimono il COSA di cui si dovrebbe comporre la riforma pensionistica.
    Manca il COME amalgamare gli ingredienti. Solo spiegando “come fare” è possibile avere la ricetta (se, per esempio, devo dare la ricetta per fare la frittata di patate, allora specifico gli “ingredienti”: c’è bisogno di uova, patate e olio; e devo anche descrivere la “procedura”, ovvero che: occorre sbattere le uova, tagliare a dadini le patate e farle rosolare in padella con l’olio per portarle a cottura, e riversare poi nella padella le uova precedentemente sbattute).
    In altre parole, Proietti avrebbe potuto aggiungere anche che:
    occorre (ecco la “procedura”:) impedire che ci sia evasione fiscale in modo da recuperare almeno 35 miliardi di euro all’anno su 111 evasi, utilizzando gli strumenti che abbiamo già a disposizione (fatturazione elettronica, moneta elettronica senza aggravio di commissioni per gli esercenti, estensione dei controlli fiscali/bancari anche ai conti esteri) per poter (ecco gli ingredienti già tutti spezzettati e pronti per essere “rosolati” e amalgamati:) maggiormente estendere la flessibilità offerta da Quota 100 e da Ape Sociale, nonché eliminare da subito il blocco della rivalutazione delle pensioni ed elargire la quattordicesima per le pensioni fino a 1500 euro, al fine di avere (ecco la “frittata” – nel senso che non credo proprio che il Governo presti ascolto ai Sindacati:) una riforma pensionistica che sia veramente EQUA (non “più equa”).

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