Riforma pensioni 2020, ultime su quota 41, quota 100, esodati: cosa cambia da gennaio?
Le ultime novità sulla riforma pensioni ruotano sempre intorno alla Legge di Bilancio 2020, ormai come dicono in molti, delusi, il ‘dado é tratto’, si sono fatte, dicono altri, scelte politiche e queste scelte hanno comportato purtroppo delle esclusioni. I quota 41, ad esempio, che ambivano a poter uscire, date le tante promesse elettorali, dal 2020 con 41 anni di contributi, saranno costretti, a meno che non ricadano in particolare condizioni disagiate, ad attendere i 42 anni e 10 mesi stabiliti dalla legge Fornero, per i precoci, dunque, nulla é cambiato dalla Ldb 2019. Gli esodati dalla loro confidavano nell’emendamento a firma Nannicini per poter finalmente porre fine al loro calvario previdenziale, ma anche in questo caso, nonostante le rassicurazioni a loro favore, nulla é stato fatto per le 6.000 persone ancora escluse dalle precedenti salvaguardie.
La quota 100, invece, non ha subito, per ora modifiche, ma sono in molti a temere, viste la diatriba sulla misura stessa, che la sperimentazione possa mutare o terminare prima del 2021, ragion per cui le persone non sanno come comportarsi. Anche le donne vivono, come più volte ha spiegato Orietta Armiliato, l’amministratrice del CODS, questo dramma del dover vivere nell’attesa e nella speranza della proroga di ‘anno in anno’, una situazione di incertezza che affligge ed accomuna i futuri pensionandi non permettendo loro di pianificare serenamente gli anni della propria vita futura. Abbiamo raccolto qualche commento rilasciato in esclusiva sul nostro portale per fare il punto degli stati d’animo attuali.
Pensioni 2020: preoccupazioni ed ansie su quota 100, durerà?
Antonio scrive: “E’ proprio quel “se la si porta a naturale scadenza senza ulteriori modifiche, tutti coloro che hanno maturato il diritto entro il 31/12/2021 potranno…….”, che indurrà, a mio modesto avviso, le persone che nel 2020 matureranno il diritto ad avvalersene senza ulteriore indugio. La differenza- spiega- la fa proprio quel “se”. Al contrario, le stesse persone, avendo la certezza sulla naturale scadenza al 31 dicembre 2021, potrebbero senza patemi d’animo, (perché è proprio questo che si sta creando alla platea dei quota 100), decidere di uscire successivamente a seconda della situazione soggettiva. “
Riforma pensioni 2020, quota 41 svanita, colpa dei precoci?
Luigi N, scrive in esclusiva per il nostro sito rivolgendosi agli altri lavoratori precoci, mostrando molta amarezza nei confronti della classe politica: “Cari Precoci, credo che questi pericolosi opportunisti (politici) continuino per la loro strada, fregandosene della vita, nostra vita, quella dedicata interamente al lavoro. Certo che nella situazione attuale, eliminare 800000 mila, livelli lavorativi ( in tutti i settori) ormai giunti alle più alte retribuzioni e di conseguenza una montagna di contributi pagati ogni mese, non se lo sognano neppure per un secondo di farci godere la nostra meritata pensione.
Poi però criticamente afferma che forse molto non é stato fatto dal Governo pro precoci anche a causa della mancata partecipazione alle manifestazioni ed agli eventi di protesta da parte dei quarantunisti, che hanno preferito lottare da casa, dietro ad un pc. Per raggiungere qualcosa, aggiunge, si doveva forse avere il coraggio di scendere in piazza come i francesi: “Credo che dobbiamo riconoscere anche una nostra gigantesca responsabilità, quella di non esserci mobilitati in massa, tutti noi davanti al palazzo ad oltranza fino ad obbiettivo raggiunto. Come sapete tutti Voi, scrivere qui o altrove non serve a nulla tranne quello di dare libero sfogo alla propria rabbia. Credo ancora, con molta umiltà che se fossimo stati gente con gli attributi e di conseguenza mesi fissi davanti al palazzo senza mollare di un solo centimetro, saremmo oggi tutti in pensione. Invece ognuno con le proprie motivazioni ha preferito restare nel tepore delle mura di casa, mentre i nostri diritti venivano e vengano puntualmente calpestati. Da questi pescecani seduti in poltrona. Questo che scrivo per l’ennesima volta, vado ripetendolo qui e altrove dal 2016, ma da solo fai poco…direi nulla…..I Francesi ci insegnano in questo caso….pensando che sono già per le strade francesi, per una probabile riforma e che è stata semplicemente ventilata….Bhe non mi resta che porgere i miei personali “complimenti” aggiungendo” così si fa” e non stando seduti in poltrona a scrivere i post, qua e la, senza nessuno che ti ascolta….. Pura comodità la nostra….Questo dobbiamo riconoscerlo”. Vi é poi chi sentenzia che si sia trattato come sempre di scelte in base alle risorse allocate, scelte che, ancora una volta, hanno fatto delle ‘vittime’, colpendo le persone già più deboli.
Riforma pensioni 2020, regole che cambiano e scelte politiche: ed i diritti?
Claudio Maria Perfetto scrive: “Cambiamento di regole in corso, diritti acquisiti calpestati, e con quali effetti? Impossibilità a curarsi, rinunciare a tutto, sebbene tutto si abbia dato a questa Italia. I nostri politici avranno certamente preso in considerazione la situazione degli esodati e l’hanno deliberatamente scartata. Se non l’avessero presa in considerazione potrebbero essere accusati di negligenza, di pigrizia, di mancanza di sensibilità e la loro colpa sarebbe relativamente lieve.
Ma l’hanno fatto, hanno preso in considerazione la situazione degli esodati e l’hanno deliberatamente scartata. Questa non è negligenza, né mancanza di sensibilità: questa è violazione dei diritti acquisiti, e per questo la loro colpa è assai grave“.
Voi cosa ne pensate di questi commenti, li condividete, mostrano solo rabbia e frustrazione per qualcosa di non ottenuto o nascondono un fondo di verità oggettiva?
vorrei capire come mai per un artigiano ,non ce niente , o 65 anni e sono un lavoratore precoce , a 15 anni già lavoravo , non posso fare domanda per ape social e nemmeno ape sociale , se chiudo non ce niente , quindi posso morire di fame come mai tutto questo e possibile per gli altri lavoratori dipendenti ,
Credo sia una questione di coscienza è come togliere i diritti ai lavoratori i politici anno paura di perdere il loro posto e i soldi ma si ricordino che la morte è per tutti l’unica cosa sicura in questa vita quindi che rispettino i nostri diritti perché
la pace viene col rispetto
Si è vero dobbiamo prendere esempio dai francesi…lottare e difendere le leggi… tipo quota 100…e continuano a voler metterci MANO, appena vedono un po’ di soldi stanziati fermi li per i cittadini… stiamo raschiando il fondo… QUOTA 100 NON SI TOCCA.. I SOLDI SONO STATI STANZIATI… È LEGGE… HA UNA SUA NATURALE SCADENZA E VA RISPETTATA!
Spero che questo Governo maledetto cada!!! Altrimenti in pensione non si va neanche con la Fornero ,la mia impressione é che vogliano peggiorare ulteriormente la situazione
Buon giorno,
Sig. Roberto spero che non passi questo pensiero nella testa di questi voltagabbana, parassiti e pericolosi opportunisti.
A noi non ci resta che la rivoluzione a fronte di una simile follia… Lei non crede???
Cordiali saluti
Luigi Napolitano
Alcune precisazioni alle parole di Claudio Maria Perfetto mi sembrano d’obbligo perchè è proprio sulle sue affermazioni circa i diritti acquisiti che occorre fare chiarezza, in quanto è solo attraverso un corretto e attento uso del termine che ora possiamo legittimare le richieste di una ulteriore salvaguardia.
I miei trascorsi di esodato e di amministratore di un comitato esodati possono testimoniare la mia assoluta buona fede quando metto in guardia dal parlare di diritti quesiti perchè è la natura stessa del rapporto tra lavoratore e Istituto previdenziale ad escludere l’esistenza di un diritto quesito fino al momento in cui, il lavoratore in questione, non abbia sommato tutti i necessari requisiti. La mia affermazione puó apparire scandalosa e di parte ma non è così e, qualsiasi rivendicazione fondata sulla presunzione di un diritto quesito sarebbe minata già alla radice.
Esiste invece un divieto fatto al legislatore, richiamato da diverse sentenze costituzionali tra le quali segnalo la sentenza 822/1988, ad agire retroattivamente, in maniera irrazionale e significativa sulle legittime aspettative del lavoratore, ancorchè fosse ancora in attività, nel periodo previgente il suo atteso pensionamento. Purtroppo, nessuna legge ha mai quantificato quanto debba estendersi tale periodo di previgenza e forse non sarebbe nemmeno corretto definirlo perchè il bisogno di tutela va di pari passo con l’incisività della riforma: più pesanti risultano le innovazioni e più si rende necessario posticiparle o diluirle nel tempo. Dal momento che, storicamente, le maggiori riforme (o meglio: controriforme) del sistema previdenziale italiano sono entrate a regime nell’arco di un settennato, fu inizialmente coerente battersi per un transitorio che tutelasse tutti coloro che avessero raggiunto i requisiti pensionistici entro il 31/12/2018. Se andiamo al Dossier presentato in Commissione Lavoro della Camera dall’allora “Rete dei Comitati”.
Nel dicembre 2016, con la Legge di Bilancio 2017 che contiene la VIII salvaguardia, l’eccezione che i comitati sollevano a sostegno di una ulteriore salvaguardia muta indirizzo: non si chiede più un equo transitorio, inteso quale strumento atto a sanare il vulnus iniziale, ma si chiede equità nel transitorio e la ragione è presto spiegata.
Senza entrare nel merito, per altro palese, delle discriminazioni contenute nella VIII salvaguardia e andando spediti alla sostanza, mentre la categoria dei lavoratori in mobilità, con l’artificio dei 36 mesi di proroga della tutela oltre il trrmine dalla mobilità, è salvaguardata a patto che si raggiungano o requisiti entro il 31/12/2021, tutte le altre categorie ottengono una tutela molto minore (un delta di cinque anni e più) dovendo consehuire la decorrenza, chi entro il 06/01/2019, chi altri entro il 06/01/2018 e sappiamo bene che, tra requisiti e decorrenza c’è una finestra di 12/18 mesi a seconda che si tratti di lavoro dipendente o autonomo.
Attualmente quindi la battaglia verte sul mancato rispetto dell’ art. 3 della Costituzione che stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge. Se un certo beneficio è concesso ad una categoria di esodati, identico beneficio deve concedersi alle restanti. Sempre di diritti si tratta ma, come ben si puó osservare, non siamo in ambito di diritto quesito.
È importante comprendere questa differenza perchè è da questa che discende la necessità di riaprire i termini della VIII salvaguardia o, più verosimilmente, approvarne una IX che faccia esclusivamente riferimento alle stesse declaratorie di categorie della precedente e che il termine di legge venga regolato, per tutte le categorie indistintamente, sui requisiti che dovranno essere raggiunti entro il 31/12/2021. Diversamente, qualsiasi altra impostazione della salvaguardia produrrebbe unicamente nuove iniquità, dando luogo ad un assurdo ciclo infinito di vane attese e di pretese al fine inaccettabili. Viceversa, qualsiasi soluzione diversa dalla salvaguardia, non solo paleserebbe una non volontà di riconoscere integralmente quanto costituzionalmente dovuto, ma aprirebbe le porte ad un esercito di sedicenti esodati, nei confronti dei quali, sia da parte delle forze politiche che da parte sindacale, sono invece già allo studio appropriate riforme strutturali atte a favorirne una più agevole e dignitosa quiescenza.
Quando si parla degli esodati non si può fare a meno di parlare anche della Fornero. E quando si parla della Fornero non si può fare a meno di ricordare gli esodati.
Non avevo mai visto, prima di ieri, il video in cui la Fornero spiega la sua Riforma pensioni stando alla destra di Monti. L’ho ascoltata con grande attenzione, interesse, senza pregiudizi, e mi sono rimasti impressi questi punti:
“Tutti devono capire che il principale meccanismo per fare pensioni è il lavoro”.
“Questa è la riforma delle pensioni, ma la riforma del mercato del lavoro completerà questo primo pezzo”.
“L’Europa ci chiede oggi un innalzamento dell’età media di pensionamento. Quindi l’età minima non può essere troppo bassa, perché altrimenti la riforma tutta non sarebbe credibile sul piano europeo”.
“Ci sono i vincoli finanziari. I vincoli finanziari oggi sono severissimi”.
Non trovo nulla da obiettare, e mi trovo pienamente d’accordo con quanto spiega la Prof.ssa Fornero.
Cos’è, allora che non ha funzionato?
Non ha funzionato l’attivazione delle clausole di salvaguardia, proprio quelle che tutelano gli esodati.
I principi sui quali la Riforma Fornero si basa, quelli che la Fornero ha illustrato nella presentazione della sua Riforma pensioni, sono validi (ma oggi l’età pensionistica andrebbe abbassata, per favorire il ricambio generazionale).
Nell’elaborare la manovra, l’attuale Governo ha provveduto a disattivare le clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva, ma non ha provveduto, invece, ad attivare le clausole di salvaguardia per tutelare gli esodati (gli ultimi seimila rimasti).
È la mancata attivazione delle clausole di salvaguardia a penalizzare gli esodati, non la Riforma Fornero. La speranza per gli esodati è che il Governo possa ancora rimediare con il decreto Milleproroghe.
E basta con questa storia di andare a lavorate dopo tanti anni siamo stufi
Prendiamo come esempio i francesi…i nostri politici ci stanno rubando i nostri diritti e noi stiamo in silenzio e incassiamo senza lottare…
Buon giorno Monica,
Lei si domanda dove sono i sindacati, io rincaro dove, si trovavano quando votavano la “follia Fornero”. in qualche tavolo, magari ben imbandito, intanto i dirigenti delle tre maria (CGIL CISL UIL) andavano in pensioni con importi da follia, uno su tutti Bonanni 300.000 annui, Le basta come risposta.
Il sig. Tridico parla di punti, ma più che punti questo sig.re credo abbia bisogno di una camicia di forza. E subito internato.
Domando a Lei sig. Trdico: Lei ha mai lavorato da bambino, 9 anni per il sottoscritto, oggi siamo già altre il mezzo secolo di lavoro fatica e sangue, lasciamo stare la montagna di contributi, Lei sa cosa vuol dire alzarsi alle 4 del mattino per raggiungere il posto di lavoro, Lei ha mai sofferto la fame perchè quanto percepivamo non bastava alla famiglia. Allora se Lei non conosce queste cose non può essere il Presidente dell’Inps al massimo può fare il “Bidello”. Inoltre Le domando sig. Tridico: il bilancio 2009 presentato dal sig. Mastrapasqua, con al Suo fianco la si,ra Fornero, presentava un patrimonio Inps di circa 50 miliardi ebbene dove sono finiti tutti quei soldi? La domanda lo posta a tutti i suoi predecessori, compreso Fornero, e Di Maio, risposte di ritorno ovviamente zero.
Voi per sanare il bilancio dello stato dovete:
Eliminare La mafie;
Eliminare gli evasori 200 miliardi anno (accumulati circa 1000 miliardi);
Eliminare la corruzione che vale quasi 70 miliardi.
Mi domando perchè non li prendete? Mi inducete obbligatoriamente a persar male, allora tutto questo fiume di denaro finisce nelle tasche di qualcuno, Le pare? sig. Tridico….
Allora una bella legge che porti a 20 di galera per evasione fiscale, che porti a 30 anni di galera la corruzione,
Le mafie: 40 anni di processo concluso nulla…Veda Lei!
Credo che sta volta se fate i furbi e tirate troppo la corda diventiamo anche noi come i Francesi, io spero vivamente molto peggio..perchè lo meritate…..
“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”. Paolo Borsellino
Cordiali saluti.
Luigi Napolitano
Non credo sinceramente che questa maggioranza di governo raggiunga la prossima finanziaria, per cui se si va alle elezioni politiche entro settembre tutti coloro che si aspettavano conferme sulla linea cominciata dal governo lega-m5s possono avere ancora speranza.
Io lo spero per loro, da parte mia sono in quota 100 fresco di pensione e non mi sembra nemmeno vero!
Grazie Salvini, che avrà anche fatto delle stupidaggini ma ha fatto più lui in un anno di governo che i soloni di sinistra in dieci anni!
Quaranta anni di contributi bastano e devono bastare!
Guardate cosa succede in Francia…